E LE M E N T I D I P R O B A B I L I T A’ CENNI STORICI Il calcolo delle probabilità si è andato sviluppando piuttosto di recente, intorno al 1.500 e per lungo tempo solo come una branca della matematica. Solo dal secolo scorso si è andato caratterizzando come una disciplina autonoma , applicabile nei più diversi contesti, demografici, sociali, economici. I diversi studiosi della materia sono concordi con il considerare il matematico e filosofo francese B. Pascal ( 1623-1662 ) l’iniziatore del calcolo delle probabilità ai tempi in cui la disciplina veniva applicata quasi esclusivamente ai giochi dei dadi, delle monete o delle carte. Nei secoli successivi ci sono state diverse definizioni di probabilità , ciascuna delle quali ha messo in evidenza degli aspetti consoni alle problematiche da risolvere. Le diverse concezioni riconosciute e applicate sono quattro : A) PROBABILITA’ CLASSICA; B) PROBABILITA’ FREQUENTISTA o FREQUENTISTICA; C) PROBABILITA’ SOGGETTIVA; D) PROBABILITA’ ASSIOMATICA . La probabilità assiomatica, nata nel secolo scorso ad opera del matematico russo A. Kolmogorov, rappresenta l’impostazione più accettata e seguita anche perché riesce a comprendere, entro certi limiti e sotto determinate ipotesi, anche le impostazioni precedenti. P R O B A B I L I T A’ C L A S S I C A Consideriamo l’esperimento ( ripetibile ) del lancio di un dado ; la prova consiste nel fare rotolare il dado e scommettere sull’uscita di una certa faccia tra le sei possibili e comunque necessarie. Le possibili manifestazioni della prova ( faccia 1, faccia 2,…faccia 6 ) sono chiamate EVENTI ; in particolare, se non vi sono motivi per ritenere il dado “truccato o manipolato” , l’evento generato dal lancio è un risultato definito CASUALE o ALEATORIO, cioè un evento sul quale non è possibile predeterminare l’uscita al pari degli altri eventi possibili. All’interno di questo schema, ripetibilità dell’esperimento, evento casuale, uguale possibilità del verificarsi di tutti gli eventi generati dalla prova , è possibile definire la probabilità classica. FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 1 di 14 DEFINIZIONE : indicato con E l’evento aleatorio, con v il numero dei casi favorevoli all’evento E , con N il numero di tutti i casi possibili generati dalla prova, si definisce probabilità dell’evento E il rapporto tra i casi favorevoli all’evento E ed il numero dei casi possibili , purché questi ultimi siano ugualmente possibili: P( E ) = v N Dalla formula risulta: A) v ≤ N il numero dei casi favorevoli necessariamente non può superare il numero dei casi possibili dal quale viene generato; B) v ≥ 0 , non esistono logicamente casi favorevoli in numero negativo; C) P ( E ) ≥ 0 , la probabilità è un numero non negativo, dalla condizione B); D) P ( E ) ≤ 1 , la probabilità è un numero non superiore a 1 essendo una frazione tra una parte e la sua totalità. In particolare , E) P ( E ) = 0 se v = 0 , la probabilità è uguale a zero se il numero dei casi favorevoli è zero, E è un evento impossibile ; F) P ( E ) = 1 se v = N , la probabilità è uguale a uno se numero dei casi favorevoli e numero dei casi possibili si eguagliano, E è un evento certo. In tutti gli altri casi la probabilità è sempre un numero compreso tra 0 e 1 . Esempi : - Un’urna contiene 10 palline numerate dall’uno al dieci; calcolare la probabilità di estrarre una pallina non superiore al quattro; indicato con X ≤ 4 la variabile numero non superiore al quattro , con E = X ≤ 4 , il numero dei casi favorevoli è 4 , {1;2;3;4} , il numero dei casi possibili è 10 , pertanto : P ( E = X ≤ 4) = v 4 2 = = ; N 10 5 COMMENTO. L’impostazione classica trova idonea applicazione nel campo dei giochi, dadi, monete, carte, urne, dove la prova è ripetibile, si svolge sempre nelle stesse condizioni ed in coerenza con la condizione di casualità degli eventi ( gioco del lotto, superenalotto, lotteria, roulette ) ; tutti i problemi in coerenza con questo modello possono essere risolti efficacemente con l’impostazione classica. La definizione classica è criticata per il suo carattere tautologico, in quanto nella definizione è presente il vincolo “casi ugualmente possibili” , supponendo che i casi FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 2 di 14 abbiano uguale probabilità di verificarsi e quindi nella definizione viene utilizzato lo stesso concetto che si vuole definire. PROBABILITA’ E CALCOLO COMBINATORIO - Lanciamo contemporaneamente due dadi; consideriamo l’evento : E = entrambe le facce pari e calcoliamo la probabilità dell’evento E . I casi possibili sono tutte le possibili coppie di numeri da 1 a 6 anche ripetuti , disposizione con ripetizione n = 6, k = 2 , D'6, 2 = 36 ; i casi favorevoli sono tutte le possibili coppie di numeri pari anche ripetuti, disposizioni con ripetizione n = 3, k = 2 , D'3, 2 = 9 , pertanto : P( E ) = - v 9 1 = = . N 36 4 Da un mazzo di 40 carte si estraggono contemporaneamente due carte ; consideriamo l’evento : E = entrambe le carte sono figure e calcoliamo la probabilità dell’evento E. L’estrazione è in blocco, siamo in presenza di combinazioni semplici . I casi possibili sono tutte le coppie con le 40 carte a disposizione , n = 40 , k = 2 , C40, 2 = 780 , i casi favorevoli sono tutte le coppie che si possono formare con le 12 figure a disposizione, n = 12 , k = 2 , C12, 2 = 66 , pertanto P ( E ) = - v 66 11 = = = 0,0846 N 780 130 Da un’urna contenente 40 palline numerate , 20 rosse, 18 verdi, 2 bianche, si estraggono successivamente 2 palline ; consideriamo l’evento : E = entrambe le palline sono verdi e calcoliamo la probabilità dell’evento E nei due casi seguenti: a. primo caso, la pallina estratta non viene rimessa nell’urna ; l’evento non è ripetibile , siamo in presenza di disposizioni semplici . I casi possibili sono tutte le coppie con le 40 palline a disposizione , n = 40 , k = 2 , D40, 2 = 1.560 , i casi favorevoli sono tutte le coppie che si possono formare con le 18 palline verdi, n = 18 , k = 2 , D18, 2 = 306 , pertanto P ( E ) = v 306 51 = = = 0,196 ; N 1.560 260 b. secondo caso, la pallina estratta viene rimessa nell’urna ; l’evento è ripetibile, siamo in presenza di disposizioni con ripetizione . I casi possibili sono tutte le coppie con le 40 palline a disposizione , n = 40 , k = 2 , D' 40, 2 = 1.600 , i casi favorevoli sono tutte le coppie che si possono formare con le 18 palline verdi, n = 18 , k = 2 , D '18, 2 = 324 , pertanto P( E ) = v 324 81 = = = 0,2025 . N 1.600 400 FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 3 di 14 P R O B A B I L I T A’ F R E Q U E N T I S T I C A Nell’impostazione frequentistica la probabilità è strettamente legata alla frequenza relativa di un evento. Il concetto di frequenza relativa è presente già nella statistica descrittiva rappresentando la frazione unitaria di volte che si presenta un carattere con una data modalità . Nello schema frequentistico, indicato con E l’evento aleatorio, con k il numero delle volte che si è verificato l’evento favorevole ad E , con N il numero delle prove effettuate , si definisce frequenza relativa dell’evento E il rapporto tra il numero delle volte che si è verificato l’evento favorevole E e il numero delle prove effettuate: f = k N Dalla formula risulta: A) k ≤ N il numero delle volte che si è verificato l’evento favorevole E non può superare il numero delle prove effettuate; B) k ≥ 0 ; C) f ≥ 0 , la frequenza è un numero non negativo, dalla condizione B); D) f ≤ 1 , la frequenza è un numero non superiore a 1 essendo una frazione tra una parte e la sua totalità. In particolare , E) f = 0 se k = 0 , la frequenza è uguale a zero se l’evento non si è mai presentato; f = 0 non significa necessariamente che E è un evento impossibile , ma che nelle prove effettuate l’evento non si è verificato; F) f = 1 se k = N , la frequenza è uguale a uno se l’evento si è presentato in tutte le prove effettuate; f = 1 non significa necessariamente che E è un evento certo, ma che nelle prove effettuate l’evento si è verificato sempre. FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 4 di 14 Esempi: - lanciamo un dado per 1.000 volte ottenendo i risultati disposti nella tabella 1: tabella 1 faccia frequenza assoluta Calcolare la frequenza k = 172, N = 1.000 f = 1 2 3 4 5 6 totale 158 172 168 162 170 170 1.000 relativa E = si è presentata la faccia due dell’evento k 172 = = 0,172 . N 1.000 La probabilità dell’evento E secondo la concezione classica è P ( E ) = - : − v 1 = = 0,16 . N 6 Un’urna contiene palline colorate ma non conosciamo il numero e nemmeno la composizione dei diversi colori. Vengono estratte 100 palline, rimettendo ogni volta la pallina nell’urna in modo che la prova si svolga sempre nelle stesse condizioni. I risultati sono descritti nella tabella 2: tabella 2 colore pallina frequenza assoluta bianca verde gialla rossa nera totale 20 30 18 20 12 100 La frequenza relativa dell’evento E = si è presentata la pallina rossa : k = 20, N = 100 f = k 20 = = 0,20 . N 100 ----Se ripetessimo un’altra prova verosimilmente i risultati sarebbero diversi , ma se aumentassimo il numero delle estrazioni le frequenze relative tenderebbero a stabilizzarsi ed avvinarsi sempre più alla probabilità dei rispettivi eventi. Questo aspetto viene definito dalla cosiddetta LEGGE EMPIRICA DEL CASO : considerato l’evento E , eseguendo una serie di prove sempre nelle stesse condizioni , all’aumentare del numero delle prove la differenza tra frequenza relativa dell’evento E e la probabilità dell’evento E tende ad essere sempre più piccola e prossima allo zero quando il numero delle prove tende all’infinito. La legge non è dimostrabile se non attraverso delle prove che danno valore all’assunto. Attraverso la funzione casuale del foglio di calcolo Excel abbiamo simulato il lancio della moneta per 100,1.000 e 10.000 volte ; i risultati acquisiti sono riportati nella tabella 3 : tabella 3 evento T C 100 lanci frequenza assoluto relativa 47 0,47 53 0,53 1.000 lanci frequenza assoluto relativa 493 0,493 507 0.507 10.000 lanci frequenza assoluto relativa 4.976 0,4976 5.024 0,5024 FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 5 di 14 La probabilità dell’evento testa è 0,50 ; come si può osservare, la frequenza relativa al crescere del numero dei lanci si avvicina sempre più al valore teorico , la differenza tra valore teorico e valore “sperimentato” è sempre più piccolo , con 100 lanci la differenza è 0,03, con 1.000 lanci 0,007, con 10.000 lanci 0,0024. La legge empirica del caso è alla base della definizione di probabilità frequentistica. DEFINIZIONE PROBABILITA’ FREQUENTISTICA: la probabilità di un evento E è il limite della frequenza relativa dell’evento con il numero delle prove che tende ad un valore sempre più alto , tendenzialmente all’infinito. P (E ) = lim N →∞ k N COMMENTO. Nella impostazione classica non vi è bisogno di fare prove per il calcolo della probabilità , essa già è calcolabile e conosciuta, non cambia se le condizioni alla base del calcolo restano costanti. Nell’impostazione frequentistica la probabilità va calcolata sempre mediante l’esperimento ed è nota solo dopo aver conseguito i risultati; se le prove sono sufficientemente elevate il valore della frequenza relativa si assume come probabilità . Per la validità dell’impostazione frequentistica bisogna fare riferimento a prove eseguite sempre nelle stesse condizioni, cosiddetto schema delle prove ripetute, e questo limita il campo di applicabilità . D’altra parte ci sono eventi che non possono essere calcolati con l’approccio classico ed è necessario valutare esclusivamente l’esperimento come base di una futura previsione ( campo assicurativo, probabilità di vita o di morte, tasso di incidentalità, efficacia di un farmaco , controllo qualità di un prodotto ). P R O B A B I L I T A’ S O G G E T T I V A Le impostazioni precedenti si basano esclusivamente sulla casualità degli eventi , probabilità classica, e sugli esperimenti ripetuti , probabilità frequentistica. Spesso nel prendere una decisione con risultati incerti non sempre facciamo riferimento al caso o all’esperienza. Pensiamo al risultato di una partita di calcio : in esso entrano tanti fattori, quali l’attuale posizione in classifica delle due squadre, il giocare in “casa”, eventuali assenze per infortuni o squalifiche di giocatori importanti ed una serie di tanti altri fattori ai quali ciascuno di noi assegna una importanza relativa ( fattore climatico , rapporti giocatori/allenatore/società, aspettativa nei confronti della squadra a cui facciamo FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 6 di 14 riferimento ) . In questo contesto difficilmente possiamo parlare di una probabilità classica che assegna uguali probabilità di 1 ai tre possibili risultati. Se non avessimo 3 alcuna conoscenza del fenomeno potremmo considerare gli eventi equiprobabili, basta un semplice indizio a far variare le aspettative. L’impostazione soggettiva fa riferimento al grado di fiducia che una persona assegna al verificarsi dell’evento ; evidentemente la frase lascia un margine soggettivo molto ampio e difficilmente potrebbe essere accettata da tutti; è necessario introdurre anche una condizione di coerenza in modo tale che entrambe le parti in gioco siano disposte a scambiare le poste in gioco. DEFINIZIONE DI PROBABILITA’ SOGGETTIVA: “ la probabilità di un evento è il prezzo che un individuo ritiene equo pagare per ricevere 1 se l’evento si verifica e 0 se l’evento non si verifica. La probabilità degli eventi devono essere attribuite in modo che non sia possibile ottenere con un insieme di scommesse una vincita certa o una perdita certa” ( Giorgio Dall’aglio, Calcolo delle probabilità, Zanichelli ) . Indicato con E l’evento, con p il prezzo da pagare e con S la somma da riscuotere nel caso si verifichi E la probabilità di E è data dal rapporto P ( E ) = p . S Esempi: - Una persona ad un torneo di calcio scommette sulla vincita della squadra A pagando una somma di 10 euro ricevendo, in caso di vittoria, la somma di 16 euro . La probabilità che la persona attribuisce all’evento E =“vincita della squadra A” è P( E ) = p 10 = = 0,625 . Si dice pure che la scommessa sulla squadra A è data 10 a 16 S 16 oppure 5 a 8 ; per la condizione di coerenza la persona deve essere disposta , scambiando i ruoli, a pagare 16 e ricevere 10 sempre in caso di vincita della squadra A. COMMENTO. Anche questa impostazione non è esente da critiche, in primis l’estrema soggettività della probabilità che ogni individuo assegna al verificarsi dell’evento , ovviamente diversa da persona a persona. Ma è indubbio che ogni persona assegna a degli eventi un proprio grado di fiducia dipendente da svariati fattori , il più importante dei quali è il grado di conoscenza dl fenomeno. Nella nostra vita quotidiana sovente prendiamo decisioni o scommettiamo sul verificarsi di un evento in base alle nostre conoscenze e aspettative. La scelta di un’alternativa, di FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 7 di 14 un’azione, presuppone anche l’avvenuta assegnazione , pur se in modo inconscio, di una probabilità . P R O B A B I L I T A’ NELL’I M P O S T A Z I O N E A S S I O M A T I C A Nell’impostazione assiomatica vengono riprese tutte le conoscenze acquisite con le tre diverse impostazioni della probabilità sistemandole in modo rigoroso ed oggettivo facendo ricorso al linguaggio insiemistico . Il matematico russo A. Kolmogorov rappresenta gli eventi mediante gli insiemi e partendo da queste informazioni segue una impostazione assiomatica del calcolo delle probabilità che ancora adesso è la base più seguita nella letteratura. ( Ricordiamo che un assioma rappresenta una frase assunta come vera senza dimostrazione ) . PROVA, EVENTO, PROBABILITA’ Consideriamo il lancio di una moneta : la prova consiste nel lanciare una moneta, la prova stessa genera l’evento , Testa e Croce, il quale evento si verificherà con una certa probabilità . Le tre parole, prova, evento, probabilità, riassumono il percorso da compiere per arrivare al calcolo delle probabilità . Deve essere chiara la tipologia di prova che si compie, noti gli eventi generati , oggettivo il calcolo della probabilità degli eventi stessi. Facendo riferimento ad una prova gli elementi da considerare sono i seguenti: - SPAZIO DEGLI EVENTI ( o universo dei campioni ) Ω : rappresenta tutti i possibili risultati della prova ; esso è anche chiamato insieme totale e rappresenta l’evento certo. Nel lancio di due dadi lo spazio degli eventi è rappresentato dall’insieme delle coppie possibili n = 6, k = 2 , D'6, 2 = 36 (1;1), (1;2),...(1;6 ),...(6;1), (6;2),...(6;6) . - EVENTO E : si identifica come un sottoinsieme dello spazio degli eventi; nell’esempio precedente l’evento E =”somma delle facce minore di 4”; l’evento E si compone dei seguenti eventi elementari (1;1), (1;2), (2;1) . − - EVENTO CONTRARIO O COMPLEMENTARE E ( non E, il complementare di E ) : l’insieme degli eventi , rispetto allo spazio degli eventi Ω , che non appartengono ad E ; il complementare di Ω è l’insieme vuoto ∅ , esso rappresenta l’evento impossibile; − nell’esempio E =“somma delle facce maggiore o uguale a 4”. FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 8 di 14 - UNIONE DI DUE EVENTI : si definisce unione o SOMMA LOGICA di due eventi E1 e E2 e si indica con E1 U E2 l’evento che si verifica quando si verifica almeno uno dei due eventi , si verifichi E1 , oppure si verifichi E2 oppure entrambi ; Nel lancio di un dado consideriamo i due eventi E1 =”faccia pari”, E2 =”faccia maggiore di 4”; l’unione sarà costituita dall’insieme E = E1 U E2 = {2,4,5,6}. - UNIONE DI PIU’ EVENTI : U ni=1 Ei = E1 U E2 U E3 U ...Ei U ...En è l’unione che si verifica quando si verifica almeno uno degli eventi Ei ; - INTERSEZIONE DI DUE EVENTI : si definisce intersezione o PRODOTTO LOGICO di due eventi E1 e E2 e si indica con E1 I E2 l’evento che si verifica quando si verificano entrambi gli eventi E1 e E2 ,si verifichi sia l’uno sia l’altro evento contemporaneamente. Riprendiamo l’esempio dell’unione dei due eventi dove E1 = {2;4;6} e E2 = {5;6}; l’intersezione sarà costituita dall’insieme E = E1 I E2 = {6}, unico elemento comune. - INTERSEZIONE DI PIU’ EVENTI : I ni=1 Ei = E1 I E2 I E3 I ...Ei I ...En è l’intersezione che si verifica quando si verificano tutti gli Ei ; deve esserci, pertanto, almeno un elemento comune a tutti . - EVENTI INCOMPATIBILI : due eventi sono incompatibili quando il verificarsi dell’uno esclude il verificarsi dell’altro ; i due eventi pertanto non hanno elementi in comune , la loro intersezione è nulla , E1 I E2 = ∅ , non si possono verificare entrambi ; la definizione si può estendere a più eventi : essi sono incompatibili quando risultano incompatibili a due a due , l’intersezione di due eventi contrari è sempre nulla; Nel lancio di un dado consideriamo i due eventi E1 =”faccia pari”, E2 =”faccia minore di 2”; i due insiemi non hanno elementi comuni, sono disgiunti e pertanto verificandosi l’uno necessariamente non si potrà verificare l’altro, i due eventi sono incompatibili. - EVENTI NECESSARI : gli eventi sono necessari se nella prova almeno uno di essi deve verificarsi . Nel lancio di un dado consideriamo i due eventi E1 =”faccia dispari”, E2 =”faccia maggiore di 1”; nell’ambito dello spazio degli eventi Ω = {1;2;3;4;5;6} almeno uno dei due eventi dovrà verificarsi , gli eventi sono necessari. FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 9 di 14 Dalle definizioni di eventi contrari, incompatibili e necessari , è chiaro che due eventi contrari sono sempre incompatibili ; due eventi incompatibili sono contrari se sono anche necessari. Gli eventi contrari dividono lo spazio degli eventi in due parti , l’elemento appartiene ad uno solo dei due insiemi ; è sempre possibile creare lo spazio degli eventi diviso in due parti tra loro incompatibili, solitamente si parla anche di uno spazio dicotomico, spazio degli eventi distinto in due sole modalità. Alcuni eventi sono già di per sé dicotomici, maschi e femmine, acceso e spento, pari e dispari; altri lo possono diventare mediante l’evento contrario; in un raggruppamento per classi di reddito , ad esempio, basta − prendere una classe di reddito come evento E e creare l’evento contrario E come tutte le altre classi del collettivo in esame. DEFINIZIONE DI PROBABILITA’ ASSIOMATICA La probabilità di un evento E è un numero reale variabile che soddisfa i seguenti assiomi : 1) P ( E ) ≥ 0 la probabilità di un evento è un numero non negativo ; 2) P (Ω) = 1 la probabilità dell’evento certo è uguale a 1 ; 3) se E1 I E2 = ∅ allora P( E1 U E2 ) = P( E1 ) + P( E2 ) se due eventi sono incompatibili la probabilità dell’unione dei due eventi è uguale alla somma delle singole probabilità degli eventi. Dagli assiomi possiamo dedurre le seguenti proprietà: a) P (∅) = 0 , la probabilità dell’insieme vuoto è uguale a 0. Dimostrazione : Ω = Ω U ∅ e per l’assioma 3 P (Ω) = P (Ω U ∅) = P (Ω) + P (∅) , essendo per l’assioma 2 P (Ω) = 1 necessariamente deve essere P (∅) = 0 ; − b) P ( E ) = 1 − P ( E ) , la probabilità dell’evento contrario è il complemento a 1 della probabilità dell’evento E . − − − − Dimostrazione: da Ω = E U E segue P(Ω) = P( E U E ) = P( E ) + P( E ) , P( E ) = P(Ω ) − P( E ) = 1 − P( E ) . c) 0 ≤ P ( E ) ≤ 1 , la probabilità è un evento compreso tra 0 e 1 estremi inclusi. − Dimostrazione: primo caso) se fosse P ( E ) < 0 allora P ( E ) = 1 − P ( E ) = (1 − ( − P ( E )) > 1 ed è un assurdo in quanto la probabilità non può essere maggiore di 1; − secondo caso) se fosse P ( E ) > 1 allora P ( E ) = 1 − P ( E ) = (1 − ( > 1)) < 0 ed è un assurdo in quanto la probabilità non può essere minore di 0. FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 10 di 14 d) Se E1 I E2 I E3 I ... I E s = ∅ allora P ( E1 U E 2 U E3 U ... U E s ) = P( E1 ) + P ( E 2 ) + P ( E3 ) + ... + P( E s ) estensione dell’assioma 3 , se più eventi sono a due a due incompatibili la probabilità dell’unione degli eventi è uguale alla somma delle singole probabilità degli eventi. e) Se gli eventi oltre che incompatibili sono anche necessari, E1 U E2 U E3 U ... U E s = Ω allora la somma delle probabilità sarà uguale a 1, P ( E1 U E 2 U E3 U ... U E s = P( E1 ) + P ( E 2 ) + P( E3 ) + ... + P ( E s ) = 1 . COMMENTO. L’impostazione assiomatica non indica le procedure per il calcolo della probabilità degli eventi ma i valori che vengono attribuiti devono essere coerenti con gli assiomi . LEGGE DELLE PROBABILITA’ TOTALI Se due eventi sono compatibili vale la seguente relazione : P( E1 U E2 ) = P( E1 ) + P( E2 ) − P( E1 I E2 ) , la probabilità dell’unione di due eventi compatibili è uguale alla somma delle probabilità dei singoli eventi diminuita della probabilità congiunta. E1 E2 La relazione si estende all’unione di tre eventi compatibili : P( E1 U E2 U E3 ) = P ( E1 ) + P( E2 ) + P( E3 ) − P( E1 I E2 ) − P( E1 I E3 ) − P ( E2 I E3 ) + P ( E1 I E2 I E3 ) . E1 E2 E3 Esempi: - Da un mazzo di 40 carte viene estratta una carta ; calcolare la probabilità che sia una carta di denari o un asso. Sia E1=”la carta sia di denari” , E2=”la carta sia un asso” ; gli eventi sono compatibili in quanto l’asso di denari è pure una carta di denari, l’uscita dell’asso non esclude l’uscita di una carta di denari , pertanto FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 11 di 14 P( E1 U E2 ) = P( E1 ) + P( E2 ) − P( E1 I E2 ) dove P ( E1 ) = 10 4 1 , P ( E2 ) = , P ( E1 I E2 ) = in 40 40 40 quanto solo l’asso di denari è comune ai due eventi, P ( E1 U E2 ) = P ( E1 ) + P ( E2 ) − P ( E1 I E2 ) = 10 4 1 13 + − = . 40 40 40 40 PROBABILITA’ CONDIZIONATA Si definisce probabilità di un evento E1 condizionata all’evento E2 e si indica con P( E1 | E2 ) ( probabilità di E1 dato E2 ) la probabilità che si verifichi E1 condizionata al verificarsi di E2 : P ( E1 | E2 ) = P ( E1 I E2 ) con P( E2 ) ≠ 0 . P ( E2 ) Praticamente si valuta la probabilità dell’evento E1 subordinata al verificarsi dell’evento E2 , verificatesi E2 si calcola la probabilità di E1 come sottoinsieme di E2 . Esempi: - Calcolare la probabilità che lanciando un dado esca un numero pari sapendo che è uscita una faccia inferiore a 4 ; pertanto E1= “numero pari” , E2= “faccia minore di 4” , se non sapessimo alcuna informazione sul dado l’evento E1 avrebbe una probabilità di ½ mentre l’informazione suppletiva permette di restringere lo spazio degli eventi non a 6 possibili ma solo a 3 , con uno soltanto favorevole; la probabilità dell’evento sarà pari quindi a 1/3 . Nell’impostazione classica la probabilità condizionata si traduce nel considerare possibili solo i casi favorevoli all’evento E2 condizionante e come casi possibili non più N ma N E 2 ( casi favorevoli a E2 ) e come casi favorevoli solo quelli favorevoli ad entrambi gli eventi E1 e E2 , P ( E1 | E2 ) = N E1 I E 2 N E2 , dividendo entrambi i membri per N si ottiene P( E1 | E2 ) = N E1 I E 2 N E2 N E1 I E 2 = N N E2 N 1 P( E1 I E2 ) 6 1 = = = 3 3 P ( E2 ) 6 Ω E1 E1 I E2 E2 FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 12 di 14 - Un’urna contiene 10 palline numerate da 1 a 10. calcolare la probabilità che in una estrazione compaia un numero pari , sapendo che è uscito un numero maggiore di 7 . E1= “numero pari” , E1 = {2;4;6;8;10} , E2= “numero maggiore di 7” , E2 = {8;9;10} . Lo spazio degli eventi si è ridotto da 10 casi possibili a 3 casi possibili , i casi favorevoli a E1 da 5 passano a due {8;10} e quindi la probabilità sarà : N E1 I E 2 N E1 I E 2 2 P( E1 I E2 ) P( E1 | E2 ) = oppure P( E1 | E2 ) = = 3 P ( E2 ) N E2 = 2 2 10 = = . 3 3 10 N N E2 N - Calcolare la probabilità che lanciando un dado esca un numero pari sapendo che è uscita una faccia superiore a 4 ; pertanto E1= “numero pari” , E2= “faccia superiore a 4”. Lo spazio degli eventi si è ridotto da 6 casi possibili a 2 casi possibili , i casi favorevoli a E1 da 3 passano a uno {6} e quindi la probabilità sarà : N E IE 1 1 P( E1 I E2 ) N E I E 1 P( E1 | E2 ) = oppure P( E1 | E2 ) = = = N = 6 = . NE 2 2 2 P ( E2 ) NE 6 N Nell’esempio l’informazione suppletiva non porta a modifiche delle probabilità . 1 1 2 2 2 2 LEGGE DELLE PROBABILITA’ COMPOSTE Dalla formula P ( E1 | E2 ) = P ( E1 I E2 ) , isolando il numeratore del 2° membro si ricava P ( E2 ) P ( E1 I E2 ) = P ( E2 ) ⋅ P ( E1 | E2 ) oppure P ( E 2 I E1 ) = P ( E1 ) ⋅ P ( E 2 | E1 ) La probabilità dell’intersezione tra gli eventi E1 e E2 o del prodotto logico è uguale al prodotto della probabilità del primo evento E1 moltiplicata la probabilità del secondo evento E2 nell’ipotesi che si sia verificato E1 . La legge si può estendere a più eventi : P ( E1 I E 2 I E3 ) = P ( E1 ) ⋅ P ( E 2 | E1 ) ⋅ P ( E3 | E1 I E 2 ) e generalizzando P ( E1 I E2 I E3 I ... I E s ) = P ( E1 ) ⋅ P ( E2 | E1 ) ⋅ P ( E3 | E1 I E2 ) ⋅ ... ⋅ P ( Es | E1 I E2 I E3 I ... I Es −1 ) EVENTI DIPENDENTI E INDIPENDENTI Due eventi si dicono indipendenti ( stocasticamente o probabilisticamente ) se il verificarsi dell’uno non influisce sulla probabilità dell’altro, gli eventi non si condizionano, pertanto sarà P( E1 | E2 ) = P( E1 ) e P( E2 | E1 ) = P( E2 ) . Dalla formula delle probabilità composta segue la legge delle probabilità composte per eventi indipendenti : P ( E1 I E 2 ) = P ( E1 ) ⋅ P ( E 2 ) e P ( E 2 I E1 ) = P ( E 2 ) ⋅ P ( E1 ) FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 13 di 14 . Il principio può essere esteso al caso di più eventi indipendenti tra loro : P ( E1 I E 2 I E3 I ... I E s ) = P ( E1 ) ⋅ P ( E2 ) ⋅ P ( E3 ) ⋅ ... ⋅ P ( E s ) . Esempio: - Si estraggono successivamente due carte da un mazzo di 40 carte, rimettendo la prima estratta nel mazzo. Calcolare la probabilità di ottenere un “doppio re” . E1 = “prima carta un re” ; E2 = “seconda carta un re” , E = “entrambe le carte siano dei re”, E = E1 I E2 ; si tratta del prodotto di due eventi indipendenti in quanto la carta viene rimessa nel mazzo e l’estrazione della prima non ha alcuna influenza 4 sull’estrazione della seconda , pertanto P( E ) = P( E1 I E2 ) = P( E1 ) ⋅ P( E2 ) ; P ( E1 ) = , 40 4 4 4 1 P ( E2 ) = , P( E ) = . ⋅ = 40 40 40 100 D ' 4,2 16 1 Con la probabilità classica avremmo la formula ' = = . D 40, 2 1600 100 INDIPENDENZA LOGICA E INDIPENDENZA STOCASTICA O PROBABILISTICA L’indipendenza logica riguarda le prove e in particolare due prove sono indipendenti se l’esito dell’una non influisce sull’altra ; due o più eventi che derivano da prove indipendenti sono essi stessi eventi indipendenti. L’indipendenza stocastica o probabilistica riguarda esclusivamente gli eventi che nell’ambito della prova possono essere indipendenti o dipendenti e questa fattispecie può far variare le probabilità degli eventi. Esempi di prove indipendenti: lancio di dadi o di monete; estrazione di palline da più urne; estrazione di carte da più mazzi. SINTESI DEI PRINCIPI DI PROBABILITA’ TOTALE E COMPOSTA Principio probabilità totali Principio probabilità composte A e B incompatibili A e B compatibili P ( AUB ) = P ( A) + P ( B ) P ( A U B ) = P ( A) + P ( B ) − P ( A I B ) P( A I B ) = 0 P ( A) ⋅ P ( B | A) eventi dipendenti P( A I B ) P ( A) ⋅ P ( B ) eventi indipendenti Bibliografia : Calcolo delle probabilità , G. DALL’AGLIO, Zanichelli; Matematica con applicazioni informatiche 1, Gambotto, Manzone , Tramontana; Probabilità e statistica descrittiva Bergamini,Trifone,Barozzi, Zanichelli; La Matematica nell’economia e nella finanza 2 Coeli, Falamischia, Minerva. FACOLTÀ DI ECONOMIA PESCARA Corso di Laurea Triennale in ECONOMIA E COMMERCIO Classe L-33 STATISTICA Anno Accademico 2010-2011 Prof . Annibale ROCCO ELEMENTI DI PROBABILITA’ Pagina 14 di 14