Farmaci: fanno bene se si usano bene Fatevi 10 regole per curarsi

Distribuzione gratuita presso le sedi
ULSS 18 Rovigo, farmacie, ambulatori dei medici di base,
pediatri, comuni e parrocchie.
Periodico a carattere divulgativo e sociale
esente imposte.
Pillole
e sciroppi
Sede Azienda ULSS 18 Rovigo
Viale Tre Martiri, 89 - Tel. 0425 393969
Direttore responsabile Annalisa Boschini
Iscr. Trib. di Rovigo n° 23 del 1/12/2004
Edizione e distribuzione Azienda Ulss 18 Rovigo © 2009.
11
Numero
Anno 10
Gennaio 2014
Farmaci: fanno bene se si usano bene
Fatevi
consigliare
pag.1
10 regole per
curarsi bene
pag.1
Quando non
si guarisce più
pag.2
La cura del Vero o Falso? Alimenti come Se il farmaco arriva Medicine
Piccole
Naturlmente Farmaci che non usi? Quando usare i
Non buttarli!
curarsi
rimedi della nonna medicine buon senso pag.5
dall’ospedale
medicine
a 4 zampe
pag.4
pag.4
pag.3
pag.2
pag.3
pag.6
pag.5
pag.6
Fatevi
consigliare
di Arturo Orsini
Direttore Generale
Oggi non mi sento tanto bene…che
fare? Farmaci. Secondo l’Osservatorio Sanità di Unisalute, i farmaci
sono tra le soluzioni preferite dagli
italiani: il 28% assume regolarmente farmaci in maniera autonoma, il
41% li assume perché prescritti da
un medico. In ogni caso, il “rimedio
magico” sembra essere una presenza costante nella nostra vita. Ricorriamo ad esso sia per leggeri disturbi
che per malattie gravi, convinti che,
comunque, ci darà un sollievo immediato eliminando i fastidiosi sintomi. Ad intensificare l’utilizzo di farmaci gioca un ruolo fondamentale
la facilità con cui si possono trovare
informazioni sul web. Molto spesso
non riconducibili a fonti attendibili o
se male interpretate, queste nozioni
possono nuocere alla salute: ricordiamo sempre che la parola stessa
“farmaco” deriva dal greco “pharmacon” e racchiude in sé l’accezione
continua a pag. 3
Novità in
oncologia
pag.7
In piedi dietro
al bancone
pag.7
10 regole per curarsi bene
di Luisa Monti
Può sembrare semplice dare consigli per
“curarsi bene”, ma così non è!
Da farmacista quale sono, mi sento di
dare i seguenti consigli per una corretta
assunzione dei medicinali:
1°) AVERE CURA DI SE STESSI. Sicuramente questo è il primo e scontato consiglio
utile per curarsi bene: conservare la propria salute e fare il possibile per prevenire
tutto ciò che può determinare malessere,
malattia, infortunio, dipendenza da sostanze (alimenti, farmaci, droghe, etc.). La
salute prima di tutto!
2°) NON ASSUMERE AUTONOMAMENTE
FARMACI CHE RICHIEDONO LA PRESCRIZIONE MEDICA-SPECIALISTICA. Questi
medicinali se somministrati senza precisa
diagnosi e/o in quantità eccessiva o per
lungo tempo, potrebbero indurre danni
lievi o anche gravi all’organismo. Non fare
di testa tua!
3°) ASCOLTA ANCHE I CONSIGLI DEL FARMACISTA. Possiamo utilizzare farmaci, per
il trattamento di disturbi minori, su consiglio del Farmacista oltre che del Medico.
In commercio si trovano anche rimedi
che possono essere acquistati in piena
autonomia, poco attivi e meno pericolosi:
i cosiddetti farmaci da banco (OTC). Vacci
piano, il farmaco non è la risposta a tutto!
Resp. SOC Farmacia Territoriale
4°) NON SEGUIRE IL “CONSIGLIO DELL’AMICO”. Ognuno di noi potrebbe avere delle
particolari reazioni, diverse da individuo
a individuo, anche non note. Si possono
ad esempio scatenare allergie o altre controindicazioni dovute anche alla contemporanea assunzione di più medicinali. Se
hanno effetto positivo sul tuo amico, non
è detto che gli stessi farmaci ce l’abbiano
anche su di te!
5°) RISPETTARE GLI INTERVALLI DI SOMMINISTRAZIONE. Così come per quanto
riguarda gli antibiotici, è consigliato non
interrompere a piacimento l’uso del farmaco, soprattutto per le malattie a carattere cronico come ad esempio nel trattamento dell’ipertensione o del colesterolo.
Anche se ti senti meglio, non interrompere o modificare la cura prima del termine
indicato!
6°) ALL’EMERGERE DI NUOVI SINTOMI
CONSULTARE IL MEDICO: POTREBBERO
DERIVARE DA NUOVE TERAPIE FARMACOLOGICHE. Non escludere mai che un nuovo sintomo possa derivare dall’utilizzo di
una nuova terapia, specie se assunta da
pochi giorni. Attenzione particolare se il
sintomo viene manifestato da paziente
anziano il quale è spesso un forte consumatore di medicinali. Parlane con il medico, con il farmacista o con l’infermiere!
7°) CONSERVARE I FARMACI IN MODO
CORRETTO. I farmaci devono essere conservati al riparo dalla luce ed in ambienti
freschi e asciutti. Vaccini, insuline e altri
ancora necessitano della conservazione
in frigorifero, non a contatto con il ghiaccio. E’ necessario eliminare periodicamente i medicinali scaduti e le soluzioni aperte da troppo tempo. Ricorda: solo se ben
conservati i farmaci esercitano al meglio
la loro attività terapeutica!
8°) ASSUMERE I MEDICINALI CON L’ACQUA. Non assumere i farmaci con bevande
alcoliche, bevande a base di pompelmo o
altre soluzioni, al fine di non modificare o
inattivare i principi attivi dei medicinali.
Basta un sorso d’acqua e la pillola va giù!
9°) NON ACQUISTARE MAI I FARMACI VIA
INTERNET. Il rischio è quello di ricevere
medicinali contraffatti, contenenti sostanze diverse o in minima quantità rispetto al
dichiarato. Inoltre potrebbero essere mal
conservati o derivanti da illegale riciclaggio. Non rischiare!
10°) LEGGERE SEMPRE IL FOGLIETTO ILLUSTRATIVO. Ricordare l’insegnamento tuttora attuale di Paracelso, medico vissuto
nel 1500, “Solo la dose giusta fa in modo
che il veleno non faccia effetto!”.
Salute Ulss 18
2
Quando non si guarisce più
Farmaci e dipendenze
di Marcello Mazzo
Responsabile SERD
Non esistono in commercio medicinali
che fanno solo bene ed altri che fanno
solo male. Se utilizzati correttamente e
dietro prescrizione medica, queste sostanze sono in grado di dare sollievo
psichico e fisico ma, in alcuni soggetti
particolarmente predisposti, certi tipi di
farmaci e, soprattutto, l’uso sregolato al
di fuori del controllo del medico curante, possono generare “dipendenza”.
Denominata farmaco dipendenza, questa condizione è caratterizzata da auto
somministrazione continua o periodica
della sostanza con la finalità di ritrovare
gli effetti psichici piacevoli già provati
evitando il malessere da allontanamento.
L’ utilizzo scorretto dei farmaci oltre alla
dipendenza, può indurre altri comportamenti pericolosi per la salute del paziente quali, ad esempio, l’ uso inadeguato o l’ abuso.
L’uso inadeguato o improprio dei farmaci si manifesta quando viene ad interrompersi la relazione medico-paziente
e quest’ultimo decide autonomamente
dosaggio, durata e modalità di somministrazione della cura. L’abuso, invece,
è un utilizzo eccessivo e smodato di un
farmaco per curare, ad esempio, semplici fastidi fisici generalmente passeggeri.
La dipendenza o addiction vera e propria è riconosciuta quando il soggetto
presenta determinate caratteristiche: il
desiderio persistente della sostanza o
l‘ incapacità di smettere, la quantità di
tempo devoluto alla ricerca del farmaco
e la riduzione delle attività sociali ed occupazionali.
La possibilità di sviluppare una dipendenza è anche correlata a fattori individuali (suscettibilità genetica, predisposizione, tratti di personalità …) oltre che
socio-ambientali.
Esistono due tipi principali di dipendenza: fisica o psicologica.
La persona affetta da dipendenza fisica
ha bisogno di innalzare continuamente
il dosaggio per godere del medesimo
effetto e soffre di crisi di astinenza con
una sintomatologia precisa e propria
per ciascun farmaco in caso di sospensione.
La dipendenza psicologica, invece, si
manifesta in particolare attraverso il cosiddetto craving, cioè il forte e irresistibile bisogno di assumere una sostanza
che, se non soddisfatto, può provocare
sofferenza mentale con risvolti negativi
anche a livello fisico.
Questo tipo di addiction, inoltre, coinvolge l’individuo nella sfera relazionale
in quanto la ricerca ed il consumo del
farmaco diventano elementi prioritari
nella vita del soggetto.
Tra i farmaci che possono indurre e
mantenere una situazione di dipendenza, oltre alle più conosciute benzodiazepine, troviamo alcuni antidepressivi, gli
stimolanti del Sistema Nervoso Centrale
ed alcuni antinfiammatori. Le benzodiazepine, introdotte in terapia da circa 40
anni e indicate prevalentemente per
controllare situazioni di insonnia e an-
sia, sono tra i farmaci più prescritti da
medici di medicina generale e da alcuni
specialisti. Il trattamento, secondo tutte le principali linee guida delle società
scientifiche, dovrebbe avere una durata
di una o due settimane ma, molto spesso, il paziente finisce per prolungarne
l’utilizzo. Inizialmente classificati come
farmaci sicuri, si sono verificati negli
anni altissimi tassi di abuso e dipendenza, in parte anche dovuti alla facile concedibilità.
L’Azienda Ulss 18 dispone di un Servizio
dedicato alle Dipendenze che, in collaborazione con il Dipartimento di Salute
Mentale, offre un trattamento completo
con approccio multi professionale ai pazienti che presentano queste problema-
tiche. Il percorso che viene solitamente
intrapreso consiste, innanzitutto, nella
sostituzione delle benzodiazepine con
altri farmaci che non causano dipendenza. In seconda battuta si interviene sulla
sfera psico-sociale ed educativa del paziente con l’aiuto di uno psicoterapeuta
per la cura del disagio. Suscitando una
motivazione al cambiamento rispetto al
proprio comportamento, si cerca di responsabilizzare il farmaco-dipendente
alle corrette modalità di autogestione
del problema. Solo così il malato può
finalmente riprendere in mano, non
solo il proprio tempo, ma ogni singolo
aspetto della propria vita.
(R.P.)
Naturalmente... Curarsi
Intervista a Alessandro Cattaneo - Farmacia “Tre Colombine”
L’omeopatia è una pratica
della medicina alternativa
basata sui principi formulati
dal medico tedesco Samuel
Hahnemann verso la fine del
XVIII secolo. Nel nostro Paese
questa pratica inizia a prendere piede OLTRE una trentina di anni fa: inizialmente
avversata, oggi se ne parla
anche nelle Università in specifici Corsi di Studio.
“Non ha ancora fondamento
scientifico, è vero, forse per
questo è ancora nel mirino
di alcune polemiche. A favore dell’omeopatia, però, si
enumerano moltissimi casi di
pazienti che riportano risultati positivi in seguito ai trattamenti effettuati” – Spiega il Dott.
Alessandro Cattaneo della Farmacia
“Tre Colombine”.
Qual è il principio alla base di questa branca della medicina?
“Alla base vi è il “principio di similitudine del farmaco”, secondo il quale il
rimedio appropriato per una determinata malattia è dato da quella sostanza che, in una persona sana, in-
duce sintomi simili a quelli osservati
nella persona malata. Tale sostanza,
detta anche “principio omeopatico”,
una volta individuata viene somministrata al malato in una quantità
fortemente diluita: queste sostanze
possono provenire dal mondo vegetale, animale, minerale o chimico.”
Perché scegliere la medicina omeopatica?
I medicinali omeopatici vengono
di Roberta Panini
percepiti come un’opportunità terapeutica importante nella prevenzione di molte patologie, in particolare
quelle invernali e le allergie primaverili. L’omeopatia si sceglie perché
risulta essere meno invasiva, con
meno effetti collaterali e preventiva
rispetto alla medicina tradizionale.
Negli ultimi anni, ad ogni modo, l’integrazione tra le due pratiche è sempre più forte.
Chi sceglie l’omeopatia?
La fiducia verso l’omeopatia è
in crescita tra le persone di età
compresa tra i 25 e 60 anni, molte di cui coppie, che scelgono
di curare anche i propri figli con
questi rimedi. Il paziente tipo
è molto preparato e sa esattamente cosa chiedere quando
entra in farmacia.
A far crescere la fiducia nei confronti dei medicinali omeopatici
è soprattutto il passaparola.
Alcuni medici e pediatri nella
nostra zona si stanno specializzando in questa branca alternativa: la scelta risulta essere di
grande successo, dato il numero
di pazienti in costante aumento
che si reca nei loro ambulatori.
Che consiglio dare a chi non si è
ancora avvicinato a questo tipo di
rimedio?
Credendoci dico sempre “Provate!”
d’altronde, se si sta creando così tanta fidelizzazione significa che la gente vede risultati positivi.
Salute Ulss 18
3
Farmaci che non usi? Non buttarli!
dalla prima pagina
di Arturo Orsini
di “veleno”.
È vero che il farmaco rappresenta
un importante strumento di cura,
ma una maggiore educazione alla
salute e all’utilizzo potrebbe essere
la giusta via per creare un circolo
virtuoso di benessere per i cittadini
e, allo stesso tempo, del Sistema Sanitario Nazionale, costretto sempre
più a fare i conti con la ristrettezza di
risorse.
L’azienda Sanitaria Ulss 18, in quanto realtà ospedaliera, si occupa tutti
i giorni dei medicinali offrendo servizi come la Farmacia Ospedaliera,
che eroga farmaci ai pazienti in dimissione, o attivando progetti importanti come il recentissimo “farmaci che non usi: non buttarli!” in
collaborazione con tutte le farmacie
del territorio.
Oggi i ritmi pressanti della vita quotidiana, insieme ad un’aumentata
cultura ed una conseguente maggiore consapevolezza e conoscenza di noi stessi, ci portano spesso a
curare da soli piccoli disturbi con
farmaci che non necessitano di prescrizione medica.
Il ricorso ai farmaci di automedicazione avviene generalmente per sintomi semplici come un leggero mal
di testa, piccoli problemi o disturbi
passeggeri come problemi muscolari o i tipici malanni stagionali. L’automedicazione responsabile può
essere una scelta giusta per quanto
riguarda il trattamento di disturbi
lievi e transitori, ma curarsi da soli
significa attenersi alle modalità di
un impiego corretto del farmaco.
Personalmente mi sento di dare alcuni semplici, ma veramente utili,
consigli ai nostri cittadini: ricordarsi
sempre di leggere il foglietto illustrativo e verificare con il vostro medico
o il farmacista se il farmaco scelto
può essere assunto contemporaneamente ad altri medicinali che state
eventualmente assumendo per cure
differenti; conservare i farmaci in un
luogo adatto e sempre fuori dalla
portata dei bambini ed infine non
utilizzate mai farmaci scaduti!
Questo numero del giornale aziendale si occuperà quindi del farmaco,
dalla sua storia ai progressi degli
ultimi anni, dall’omeopatia ai farmaci oncologici, dalle medicine per
gli animali ai “consigli della nonna”
usati in passato per curarsi, in modo
da offrire un’ampia panoramica ai
cittadini e nostri utenti con lo scopo
di essere informati su questo argomento in modo completo ed esaustivo.
I farmaci curano malattie grandi e
piccole, ma è necessario usarli con
attenzione, moderazione e saggezza.
La tua farmacia di fiducia li recupera
di Roberta Panini e Roberta Boldrin
Da settembre 2013, i cittadini polesani
possono portare i farmaci inutilizzati, se
in buono stato di conservazione, presso
le farmacie presenti sul territorio dell’Azienda ULSS 18: questi, previa verifica
e certificazione da parte dei Farmacisti,
verranno ridistribuiti a chi ne ha bisogno.
L’ Azienda ULSS 18,
i
rappresentanti
delle farmacie pubbliche e private, ed
Ecoambiente hanno recentemente
siglato un protocollo operativo che
permetterà di recuperare con semplicità ed efficacia
farmaci ancora utilizzabili.
Si tratta del primo
progetto
sperimentale in Italia a
valenza sanitaria,
sociale, ed economica, importante
anche dal punto di vista ecologico/ambientale. Grazie alle famiglie, ai giovani,
agli anziani, che aderiranno al progetto,
consegnando le medicine che non usano, i farmaci ancora in validità potranno
essere utilizzati da chi ne ha necessità.
I cittadini sono pertanto invitati a raccogliere medicinali, che tengono in casa
ancora in buono stato di conservazione
ma inutilizzati, e portarli presso la farmacia di fiducia: i Farmacisti si occuperanno della validazione e, successivamente,
l’Azienda Ulss ridistribuirà le medicine a
coloro che ne hanno bisogno.
Locandine e brochure informative sono
state distribuite presso comuni, ambulatori medici, farmacie e punti sanità del
territorio aziendale per rendere partecipi tutti i cittadini di questo innovativo
progetto.
Per richiamare ulteriormente l’attenzione degli utenti, l’Azienda Ulss ha acquistato spazi pubblicitari su Radio Birikina
e Delta Radio per un totale di dieci spot
giornalieri su ogni emittente, per far
arrivare notizia dell’iniziativa su tutto il
territorio rodigino, basso padovano e
veronese.
Il progetto di raccolta ha addirittura superato i confini regionali: Laura, residente in provincia di Udine, invia alla nostra
Azienda una scatola di farmaci molto costosi che a
lei non servono più.
Dopo una lunga ricerca a
livello interregionale, la signora viene a conoscenza
del progetto “Farmaci che
non usi? Non buttarli!La
tua farmacia di fiducia li
recupera”.
Segue telefonata alla Responsabile del Progetto,
Dott.ssa Luisa Monti Direttore SOC Farmacia Territoriale, con cui si accorda
sulla spedizione. Due giorni dopo il pacco contenente preziosi farmaci arriva
in azienda, accompagnato
da una lettera firmata:
“La sottoscritta Laura D. a
seguito di cambiamento delle cure farmacologiche e saputo, dopo innumerevoli ricerche di centri di recupero farmaci non usati, l’esistenza di questa importante campagna, sono contenta di poter
spedire a voi questi farmaci costosi che
potrebbero essere utili ad altre persone.”
Quando usare i della
rimedi
nonna
di Annalisa Boschini
Il Polesine è una piccola Babilonia
tra i due fiumi maggiori d’Italia. Il
Polesine e le sue acque sfociano
nel mare, incontro di culture e saggezze che fanno capo alla terra e al
salmastro dello scirocco. La vita nei
campi, il duro lavoro tra gli animali,
il mescolarsi dell’anima veneziana
con quella estense e gonzaghesca
ha prodotto una cultura variegata,
anche nel curarsi a casa, blandita da
quella saggezza timida che è la forza
attuale di questa gente.
Ma chi curava piccoli e grandi nelle
vecchie case lungo i due fiumi? Solitamente la nonna, detta “la sposa
vecia”, o una figlia rimasta “puta vecia”, cioè, come si direbbe oggi, una
zitella.
Si somministrava brodo di cappone
con il vino rosso come ricostituente
e antifreddo.
Il nocino, un liquore fatto in casa
con le noci verdi e non mature, zucchero e alcool, veniva allungato con
acqua e servito contro le emicranie.
Le foglie di salvia e mentuccia scura
di campo, strofinate sui denti, li pulivano profondamente e lenivano il
male procurato da estrazioni o carie.
Prima dell’arrivo della penicillina ne-
gli anni ‘50, le ferite
che infettavano potevano essere guarite con successo attraverso un impacco di pane stantio,
ammuffito al punto
giusto, ben bagnato
e stretto sulla lacerazione da una forte
fasciatura di lino.
Il fastidioso orzaiolo
guariva guardando
a lungo dentro una
bottiglia di olio d’oliva.
Con l’olio ben spalmato si guarivano
anche le screpolature attorno alla bocca
e al naso dei più piccoli, costretti ad andare a piedi, accompagnati dal freddo
dell’inverno, verso
scuola. E l’herpes
labiale? Al primo insorgere, una goccia
di urina lo faceva
regredire immediatamente!
Salute Ulss 18
4
Piccole medicine
di Francesca Rigon
Dirigente medico SOC Pediatria
Chi ha a che fare quotidianamente con
la salute dei bambini si è certamente
accorto che i genitori si dividono in
due grandi gruppi. Alcuni, al primo
starnuto o al primo colpo di tosse,
cercano immediatamente un farmaco
in grado di interrompere l’evoluzione
dell’infezione, e chi, invece, è del parere
che “i bambini si autoregolano”: oltre
a non tentare alcun tipo di cura, fanno
continuare al figlio la vita di sempre,
compresa la frequenza a scuola e agli
allenamenti sportivi.
Difficile dare ragione a uno o all’altro:
come in tante situazioni, la ragione
sta nel mezzo. Il ruolo del Pediatra
è comunque fondamentale nel
primo caso per spiegare ai genitori
che le infezioni, dal raffreddore alla
gastroenterite, possono limitarsi da
sole e, soprattutto nei bambini sani,
è più importante l’osservazione e
l’accudimento che la somministrazione
di farmaci.
Nel secondo gruppo, il Pediatra
ha invece il compito di allertare i
genitori sulle possibili complicanze di
un’ infezione trascurata o sottovalutata
e di prescrivere la terapia, sempre
facendo particolare attenzione nel
motivare gli effetti benefici ed eventuali
controindicazioni.
Molti genitori tendono poi a ricercare
un’alternativa alla terapia tradizionale,
per diversi motivi che vanno dalla
paura di eventuali effetti collaterali,
alla convinzione che i prodotti naturali
siano meglio tollerati da un organismo
in crescita come quello di un bambino.
Ci sono, infine, genitori che scelgono
di curare i figli con i cosiddetti “rimedi
della nonna”: latte e miele per la tosse,
acqua e sale per le infezioni cutanee,
acqua e aceto per le afte in bocca.
Indubbiamente, come per tutte le
tradizioni, esiste un fondo di verità per
cui spesso questi interventi sono utili
a sollevare i bambini dalle situazioni
meno gravi.
Oggi le possibilità farmacologiche per
i bambini sono sicuramente più ampie
e studiate rispetto a qualche decennio
fa: per esempio, la terapia antipiretica,
certamente la più utilizzata soprattutto
nel periodo invernale, è disponibile
in più formati (sciroppo, supposte,
gocce, polvere solubile in acqua) con il
vantaggio di poter rispettare le richieste
e le caratteristiche del piccolo paziente.
Da qualche anno, oltre al paracetamolo,
La cura del buon senso
Per una corretta prescrizione e relativo
utilizzo dei farmaci, medici e pazienti
sono molto spesso invitati a seguire
precise linee guida.
Non sempre, però, queste linee guida
si possono prendere alla lettera: è il
caso dei medici di medicina generale
che, molto spesso, devono tenere ben
presente la storia della persona che si
trovano davanti e non solo le “regole
scritte”.
“Non solo linee guida”, infatti, sembra
essere il motto di questi medici, dato
che spesso è il loro buon senso e la
profonda conoscenza dei loro pazienti
ad indicare il corretto percorso di cura.
Avendo a che fare da molti anni con
gli stessi pazienti, hanno la capacità di
intuire facilmente le loro richieste e reali
necessità: l’ascolto e la comunicazione
giocano un ruolo fondamentale, dato
che, in questi casi, il medico non è più
solo fonte di cura ed assistenza, ma
anche un consulente, persona di fiducia
ed amico. L’empatia che si crea talvolta
è tale da portare i pazienti a delegare in
toto le scelte al proprio medico: quando
si presentano casi difficili, persone che
oltre ad avere problemi fisici sono
reticenti alle cure farmacologiche, il
migliore medico di medicina generale
è disponibile un antipiretico del gruppo
degli antinfiammatori, da sempre
utilizzato nell’adulto sotto forma di
compresse, e ora disponibile all’età
pediatrica come sciroppo, utile in casi
di infiammazione importante o febbre
elevata.
Il pericolo che può derivare
dall’autogestione
nell’utilizzo
dei
farmaci è principalmente l’abuso
degli stessi (somministrazioni molto
ravvicinate perché il sintomo persiste)
e l’assenza di indicazione per quel tipo
di patologia: la situazione più frequente
è la richiesta di un antibiotico per una
febbre elevata o persistente da qualche
giorno, pensando erroneamente che
tutte le febbri siano legate ad un battere
invece che a forme virali come nella
maggioranza dei casi.
Esistono poi situazioni in cui la terapia
consigliata non ha un limite di tempo,
bensì viene prescritta per periodi
molto lunghi o addirittura per tutta
la vita: siamo nel caso delle malattie
croniche come il diabete, l’epilessia, le
malattie tumorali. I bambini affetti da
tali patologie possono essere anche
molto piccoli e quindi non in grado di
capire il significato dello sciroppo o
dell’ iniezione che quotidianamente
i genitori devono somministrare. Dal
canto loro, i genitori devono nello
stesso tempo affrontare la diagnosi
di malattia, con tutto il corollario di
rabbia,
tristezza,
preoccupazione
e, contemporaneamente, devono
rimboccarsi le maniche e iniziare la
somministrazione del farmaco con la
serenità e la convinzione necessari per
rendere il momento meno gravoso al
piccolo paziente.
Un altro problema che spesso si
presenta nei nostri reparti è dettato
dalla numerosità di pazienti stranieri:
la difficoltà di comprensione linguistica
rende
ancora
più
macchinoso
l’approccio ad una terapia cronica, sia
perché è difficile spiegare la malattia
di base e la necessità del farmaco, sia
perché occorre essere sicuri che la dose
e i tempi di somministrazione siano
perfettamente compresi dai genitori.
In conclusione, è importante che
tutti i genitori abbiano la possibilità
di confrontarsi con la figura del
Pediatra per evitare l’utilizzo di farmaci
inappropriati e dannosi, e scegliere
insieme la terapia necessaria e più
indicata per ogni bambino.
di Gianluigi Mutterle e Roberta Panini
Medico di Medicina Generale
diventa il migliore amico con cui
confidarsi. Quando ci si trova davanti
a questo tipo di pazienti, è necessario
“togliersi il camice” e parlare loro in
maniera sincera e colloquiale, anche in
dialetto se necessario e la situazione lo
richiede, per far capire a fondo di cosa si
sta trattando in quel momento e cosa si
andrà a fare con la cura prescritta.
“E’ successo che un paziente soffrisse di
forti vertigini. Dopo avergli ordinato 15
gocce da prendere una volta al giorno,
si lamenta che non riesce a metterle,
che continuano ad uscire…peccato
le mettesse nelle orecchie invece che
prenderle per bocca!” – racconta il Dott.
Gianluigi Mutterle.
Ecco perché, in particolare per quanto
riguarda la prescrizione dei farmaci,
bisogna sempre essere cauti e precisi,
per evitare incomprensioni di questo
genere. Assicurarsi che il paziente
abbia compreso correttamente il tipo
di cura che andremo a fare, le modalità,
le controindicazioni e gli effetti della
somministrazione, sono le basi per un
rapporto corretto sia dal punto di vista
etico, medico ed umano.
Un altro tipo di pazienti, invece, sono
quelli “Hi-tech” che, con tutti i dispositivi
tecnologici a loro disposizione,
si informano online sui farmaci:
purtroppo online si trova di tutto, non
tutto. Il rischio, dunque, è quello di
carpire informazioni sbagliate sulla
cura che si sta andando a fare, oppure
credere che una medicina sia migliore
rispetto ad un’altra perché così recita
un blog online. E’ sicuramente buona
cosa documentarsi sulla propria salute,
ma non dimentichiamoci che ciò
che si legge non sempre è scritto da
una fonte attendibile e, soprattutto,
il medico è sempre in prima linea
proprio per prendersi cura della nostra
salute: la fiducia nei suoi confronti sta
anche nell’ascoltare i suoi consigli.
Ricordiamoci inoltre che non è per
forza necessario assumere farmaci
per ogni sintomo che si presenta.
A volte, ad esempio per i cosiddetti
“mali di stagione”, i rimedi tradizionali
sono molto spesso i più consigliati:
lasciamo al fisico il tempo di rispondere,
l’approccio farmacologico non è la
risposta a tutto.
Salute Ulss 18
5
VERO o FALSO?
MEDICINALI: QUANTO NE SAI??
1. Durante l’allattamento bisogna limitare l’uso di
alcuni farmaci. 2. La medicina di genere analizza le differenze
tra maschi e femmine per studiare e
commercializzare nuovi e diversi farmaci (per
uomini e donne).
3. I medicinali scaduti vanno gettati nell’umido.
4. Alcuni colliri monodose, dopo un mese
dall’apertura vanno trattati come i medicinali
scaduti.
V
F
curarsi a tavola
di Laura Cominato
Dott.ssa in Biologia della Salute
V
F
V
F
V
F
5. L’ossigeno è un medicinale.
V
F
6. Gli antidolorifici devono essere somministrati a
digiuno.
V
F
V
F
V
F
V
F
V
F
11.Acquistare farmaci tramite internet è
assolutamente sicuro.
V
F
12.I medicinali ben conservati, inutilizzati e non
scaduti possono essere riconsegnati presso la tua
farmacia di fiducia.
V
F
7. I medicinali vanno conservati lontani da fonti di
calore e dall’umidità.
8. I farmaci vanno somministrati agli anziani a
dosaggi più elevati.
9. Significato di farmacovigilanza: informare il
medico dell’effetto indesiderato che si può
verificare con l’uso del medicinale.
10.Generici ed equivalenti non sono farmaci.
Alimenti come medicine
Nutraceutica. Dalla fusione dei
termini “nutrizione” e “farmaceutica”
il Dr. Stephen DeFelice, nel 1989,
conia il neologismo che identifica lo
studio di alimenti che possiedono
una funzione benefica sulla salute
umana, ovvero l’“alimento-farmaco”.
Questi alimenti possiedono elementi
caratteristici, detti nutraceutici,
che
possiedono
proprietà
medicamentose, antiossidanti e
detossificanti.
I
prodotti
nutraceutici
non
sostituiscono i farmaci ma vengono
utilizzati per la prevenzione
di determinate malattie come
diabete, sindromi metaboliche,
ipercolesterolemie,
ipertensione
e come contrasto all’insorgenza di
tumori. Questo nuovo indirizzo sulla
cura del “paziente sano”, ovvero la
medicina preventiva, ha portato
infiammatori.
Aiutano
nella
prevenzione alle manifestazioni
croniche e autoimmuni e sono
ad esempio ortaggi a foglie verdi,
carote, cipolla, semi di lino, zenzero,
cannella e curcuma, ananas ed
amarene.
4)
anti-ipertensivi
o
ipocolesterolemici.
Utilizzati
nel
monitoraggio
giornaliero
dei
dosaggi in riferimento a un indice
variato rispetto ad un particolare
stato patologico, gli alimenti che
contengono flavonoidi sono ad
esempio tè, succo d’arancia, vino
rosso, fragole, mele e mirtilli.
Tra le disposizioni della nutraceutica,
emergono le proprietà del pomodoro
che possiede principi antitumorali
legati soprattutto alla presenza del
licopene, un pigmento responsabile
del colore rosso. La cottura ne
oggi la nutraceutica e gli integratori
di estratti naturali ad una continua e
confermata espansione.
Alcuni esempi di alimenti con
caratteristiche nutraceutiche sono
le verdure crucifere (come i cavoli,
cavolfiori, verze, broccoli, ecc.), gli
agrumi, le bacche e i frutti di bosco,
l’aglio, la mela, la melagrana, il
pomodoro, la curcuma, la soia, il tè
verde e molti altri ancora. Anche lo
yogurt e altri prodotti fermentati,
per il loro contenuto in probiotici,
sono utili a riequilibrare la flora
intestinale grazie ai microorganismi
in essi contenuti.
Le principali categorie sono:
1) antiossidanti. A difesa dallo stress
ossidativo si consiglia di assumere
cereali, legumi, ortaggi, frutta, cacao,
tè, caffè e vino rosso.
2) antimutageni/anticarcinogenici/
detossificatori.
Utili
per
la
prevenzione dell’insorgenza dei
tumori sono ad esempio aglio,
curcuma, pepe e peperoncino, frutti
di bosco, mandorle e noci, broccoli,
carciofi e cavoli, menta e tè verde.
3) immunomodulatori e anti-
migliora il valore nutritivo e, infatti,
i prodotti a base di pomodoro (salsa,
passata, ecc.) ne possiedono una
fonte maggiore. Inoltre se assunto
con olii ( es. d’oliva extravergine a
crudo) questi ultimi ne aumentano
l’assorbimento.
Nella classe delle fibre alimentari,
quella con maggiori proprietà
nutraceutiche è la pectina di mela:
come si suol dire “una mela al giorno
toglie il medico di torno”. Attenzione
però, perché solo la buccia contiene
le pectine e quindi, come per i
farmaci, è importante leggere
sempre il “foglietto illustrativo”
(vedi etichettatura) per assicurarsi
dell’origine controllata dei prodotti
alimentari che vengono acquistati.
Buona notizia anche per i più golosi!
Recenti studi hanno annoverato
tra gli alimenti nutraceutici anche
il cioccolato che, nella sua variante
amara con un contenuto di cacao
minimo al 90%, è impiegato nella
prevenzione e cura dell’ ipertensione
e nella riduzione dei livelli di
colesterolo.
RISPOSTE
1. VERO: Alcuni medicinali possono essere trasferiti dalla
mamma al neonato attraverso il latte materno.
2. VERO: Sono in atto studi per differenziare i farmaci da
somministrare ai soggetti di sesso femminile e maschile
per le diverse caratteristiche che presentano. (es: età fertile,
gravidanza, allattamento, menopausa ecc..).
3. FALSO: Lo smaltimento degli scaduti, a seconda della tipologia
del medicinale, avviene attraverso ditte specializzate.
4. VERO: E’ fondamentale leggere sempre il foglietto illustrativo
infatti ci sono molti farmaci che hanno una durata limitata
dopo l’apertura e che richiedono particolari modalità di
conservazione.
5. VERO: Si è un medicinale, va prescritto con ricetta medica e
somministrato secondo un preciso dosaggio.
6. FALSO: sono gastrolesivi e creano un danno alla mucosa
dello stomaco.
7. VERO: i medicinali vanno sempre conservati lontani da fonti
di calore e dall’umidità per evitarne il deterioramento.
8. FALSO: non vanno somministrati con dosaggi più elevati per
non danneggiare alcuni organi che considerata l’età sono
meno attivi (es. fegato e reni).
9. VERO: La farmacovigilanza si occupa di conoscere tutti i
possibili effetti indesiderati dopo la somministrazione del
farmaco.
10.FALSO: Generici ed equivalenti sono medicinali autorizzati
dal ministero della salute e sono copie di medicinali per i
quali è scaduto il brevetto.
11.FALSO: Assolutamente NO! Non esiste alcuna garanzia
che i farmaci che ricevi soddisfino i criteri previsti di
qualità, sicurezza ed efficacia, il farmaco inoltre può essere
contraffatto, presentando confezioni autentiche, ma prodotti
privi di principio attivo o con un dosaggio che può ledere la
tua salute.
12.VERO: è possibile grazie al progetto “Farmaci che non usi?
Non buttarli!” al momento in fase sperimentale, che viene
attuato grazie alle farmacie pubbliche e private del nostro
territorio.
Salute Ulss 18
6
Se il farmaco arriva
dall’ospedale
di Annalisa Ferrarese e Roberta Boldrin
Responsabile SOC Farmacia Ospedaliera
La Farmacia Ospedaliera è un servizio
sanitario di supporto all’attività
clinico-assistenziale: ponendosi da
tramite tra il trattamento clinico e
l’assistenza alla dimissione persegue
lo scopo di favorire l’uso appropriato
dei farmaci e più in generale del
materiale sanitario necessario al
paziente che lascia l’ospedale a
seguito di un ricovero.
La Farmacia dell’Ospedale garantisce
la disponibilità dei farmaci e, quando
necessario e richiesto dal medico,
prepara le terapie ad esempio
allestendo i così detti medicinali
galenici (farmaci preparati in
farmacia dal farmacista, che si
differenziano dal farmaco industriale
allestito dall’industria farmaceutica)
non reperibili in commercio. Questo
servizio fornisce inoltre tutte le
informazioni utili affinché farmaci e
materiali sanitari vengano impiegati
con il massimo beneficio e il minimo
rischio per i pazienti in dimissione,
evitando sprechi economici.
Come già sottolineato in precedenza,
la Farmacia Ospedaliera rivolge
le proprie attività alle strutture di
ricovero ed è fortemente impegnata
nell’ambito
della
continuità
assistenziale ospedale-territorio. Per
questo garantisce la distribuzione
diretta dei farmaci ai pazienti in
dimissione dal ricovero, dal day
hospital e dalla visita ambulatoriale
specialistica.
Per poter usufruire del servizio, il
paziente dovrà recarsi presso lo
sportello di distribuzione diretta che
si trova all’entrata dell’Ospedale di
Rovigo (entro e non oltre il giorno
successivo alla dimissione) con la
lettera di dimissione, la prescrizione
del medico, la tessera sanitaria ed
il piano terapeutico (se previsto),
senza dover versare alcun ticket.
Il farmacista, una volta controllata la
prescrizione, consegnerà i farmaci
al paziente, rilasciandogli una copia
dell’avvenuta erogazione e una nota
informativa per il medico di famiglia.
Questo percorso permette di
mantenere in memoria, dal proprio
medico curante, la terapia che si sta
effettuando.
Il servizio nasce per aiutare il cittadino
che, dopo un ricovero, può andare
a casa già con i farmaci necessari
per continuare la terapia avviata
in ospedale, senza doversi recare
nella farmacia di turno per reperire il
farmaco necessario da subito.
La
distribuzione
diretta
alla
dimissione permette non solo di
fornire ai pazienti e ai familiari
un’informazione puntuale sulle
modalità di somministrazione dei
farmaci, sugli effetti indesiderati attesi
e sui prodotti per automedicazione,
ma anche ad esempio di dare
consigli e suggerimenti sui cibi da
evitare perché oggetto di possibili
interazioni. All’ovvio vantaggio della
comodità si aggiunge quindi anche
la possibilità di un dialogo preciso e
informato che permette di “eliminare
ogni dubbio” e poter tornare a casa
con una cura motivata e soprattutto
ben chiarita nella sua applicazione.
Oltre a offrire un servizio ai pazienti
in dimissione, la distribuzione
diretta permette di contenere la
questione economica della spesa
farmaceutica, dispensando i farmaci
ai costi ospedalieri. La questione
economica è importante: i risparmi
realizzati non sono solo per i diretti
interessati nell’acquisto dei farmaci,
ma permettono inoltre di finanziare i
nuovi farmaci ad alto costo come ad
esempio quelli oncologici o evitare
l’applicazione di nuovi ticket.
Risparmio economico, di tempo
e maggior comodità quindi sono
all’ordine del giorno per la Farmacia
Ospedaliera che dimostra ogni
giorno la vicinanza dell’ospedale al
paziente, accompagnato “per mano”
verso l’esterno, alla dimissione.
Medicine
a 4 zampe
Intervista a Donato Piccolo
Dirigente Medico Responsabile del Canile Sanitario
Sempre più sono le attenzioni
rivolte ai nostri amici animali: di
grossa o piccola taglia, di razza
o bastardini, li accogliamo nelle
nostre abitazioni ed entrano a
tutti gli effetti a far parte della
famiglia. Le cure che dedichiamo
loro sono le stesse che
dedichiamo ai nostri cari, come
lo stesso è anche l’affetto che ci
lega a loro. Ma che fare quando i
nostri piccoli amici non si sentono
bene? Quando è il momento di
rivolgerci al veterinario e quali
farmaci sono più adatti a curarli
nella maniera giusta?
Dott. Piccolo, quali sono le
malattie che principalmente
colpiscono gli animali da
compagnia e quali sono i
medicinali più usati?
Non esistono malattie più
frequenti di altre, le patologie che possono colpire i nostri amici a quattro zampe
sono molteplici e coprono tutte le sfere organiche: non esiste quindi un medicinale
generico ma delle specialità farmaceutiche per ogni tipo di patologia. Negli ultimi
anni, si assiste a una specializzazione delle case farmaceutiche in materia di medicinali
per gli animali di “affezione” e non più, come invece era in passato, solo per gli animali
“da reddito”. Si è ridotto quindi moltissimo l’utilizzo di farmaci a uso umano per la cura
dei nostri piccoli amici.
Dove si possono comprare i farmaci per gli animali? Cosa ne pensa dell’acquisto
online?
In farmacia e nelle farmacie veterinarie. Tutte le specialità farmaceutiche per uso
veterinario,sono soggette a prescrizione medica (ricetta) e quindi dispensate da un
farmacista. Non sono a conoscenza di acquisto di medicinali per animali in internet,
ma comunque, così come per i medicinali a uso umano, esiste un sistema di farmaco
vigilanza effettuato dai servizi veterinari, così come di farmaco sorveglianza, attraverso
la quale i veterinari che riscontrano
effetti del farmaco non segnalati
nel libretto informativo, avvisano
direttamente le autorità competenti.
Quali sono le similitudini con
i farmaci ad uso umano? Ad
esempio, posso usare l’aspirina
per curare a casa il mio gatto?
Assolutamente
no!
Non
è
consigliabile per nessun motivo
curare gli animali con i farmaci
che abbiamo in casa. Molecole e
principi attivi presenti nei farmaci
per animali si equivalgono a quelli
contenuti nei farmaci ad uso umano,
ma in dosi completamente diverse.
Questo significa che somministrare
al nostro cane o gatto un medicinale
che su di noi produce l’effetto
desiderato, può produrre una
reazione completamente diversa sul
nostro amico a quattro zampe, ed è
pericoloso. Esiste una legislazione riguardante la prescrizione dei farmaci veterinari,
in particolare esiste una normativa specifica secondo la quale ai medici veterinari è
vietato prescrivere medicinali a uso umano se esiste il corrispettivo specifico per uso
veterinario.
Quando chiamare il proprio veterinario e quando invece chiamare il 118?
Il servizio 118 è prioritario per animali randagi feriti o vaganti nel territorio.
Un cittadino, in caso di effettiva emergenza sanitaria per il proprio animale
d’affezione, non trovando il proprio veterinario, può avvalersi del Servizio118.
L’intervento di pronta disponibilità veterinaria tramite il 118 inizia dalle 18.00 alle 7.30
nei giorni feriali e dalle 13.00 del sabato alle 7.30 del lunedì successivo. Ricordiamoci
che il pronto intervento veterinario per i privati non è a domicilio: l’area di competenza
del servizio è talmente vasta che non sarebbe possibile coprirla tutta con interventi sul
posto. Chi chiama deve quindi trasportare l’animale al Canile Sanitario dove vi sono le
attrezzature e il personale più idonei per intervenire tempestivamente.
(R. B.)
Salute Ulss 18
7
Novità in oncologia
di Felice Pasini e Roberta Panini
Direttore del Dipartimento Oncologico
La sfida contro il tumore è una lotta contro una
malattia che si sviluppa subdolamente e che
spesso si manifesta solo in fase tardiva. Sono
necessarie pertanto nuove terapie che colpiscano
direttamente e in modo selettivo le cellule
tumorali. Tra gli ultimi ritrovati nella farmacologia
oncologica spiccano i farmaci appartenenti alla
classe delle terapie biologiche. Ne esistono diverse
classi. I vaccini che dovrebbero stimolare le nostre
difese immunitarie ad agire contro le cellule
malate, purtroppo ad oggi non presentano ancora
risultati positivi. Altri farmaci biologici attaccano in
maniera diretta le cellule, alterando i meccanismi
della vita della cellula tumorale e causandone la
morte. Al momento quasi tutti questi farmaci sono
utilizzati quando la malattia è in fase avanzata:
sono in grado di prolungare la vita del malato,
purtroppo non di guarirlo definitivamente.
Quali i pro e contro delle terapie biologiche?
Innanzitutto hanno tempi di ricerca e sviluppo
molto lunghi e complessi, con costi enormi per la
realizzazione (si parla che per arrivare a produrre
un farmaco efficace occorra circa un miliardo
di dollari!). Questi costi poi si ripercuotono sul
prezzo che gli Stati devono pagare per acquistare
il farmaco per i propri pazienti: circa 30.000 €
(ma anche più) per una terapia della durata di
un anno. In Italia questi costi sono a carico del
Servizio Sanitario Regionale, ma ovviamente
costituiscono un’importante voce di spesa nel
bilancio delle varie ULSS. Il vantaggio dei farmaci
biologici è costituito dal fatto di essere terapie
maggiormente mirate rispetto alla chemioterapia
classica, sono più selettivi nell’azione e, proprio per
questa caratteristica, agiscono solo in determinate
condizioni. Se correttamente usati, l’efficacia è
sicuramente elevata e le statistiche a proposito
sono molte. Il problema dell’interpretazione di
questi risultati è però assai complesso anche
per gli studiosi più preparati e il dibattito nella
comunità scientifica è molto articolato. Proprio
per questo motivo è indispensabile non credere
in maniera acritica a ciò che si legge, in particolare
sul web. Non è vero, ad esempio, che le terapie
biologiche non abbiano effetti collaterali: gli
effetti collaterali ci sono, ma sono diversi da quelli
della chemioterapia classica. Alcuni effetti sono
più controllabili e in particolare questi farmaci
sono meno tossici sui globuli bianchi presenti nel
sangue, riducendo così il rischio di infezioni. Per
ottenere una corretta informazione è necessario
rivolgersi all’oncologo di fiducia che fornirà le
spiegazioni scientificamente provate e legate al
caso del singolo paziente.
Possiamo dire che sono farmaci da utilizzare solo
se consigliati da oncologi, che l’efficacia non è
uguale in tutti i casi, per il fatto che ogni organismo
presenta delle risposte biologiche diverse. Questo
nuovo modo di intendere la terapia dei tumori è
sicuramente affascinante e ricco di prospettive
per il futuro: infatti sono in studio centinaia di
nuove molecole e la speranza è di individuarne di
sempre più efficaci per la lotta contro un male che
l’uomo deve riuscire a vincere.
In piedi dietroal bancone
Intervista a Guido Bonetto
Presidente Federfarma Provincia di Rovigo
“Il farmacista? È in piedi dietro al bancone”. Inizia
con questa battuta, tanto scanzonata quanto
significativa, l’intervista a Guido Bonetto, titolare di
farmacia a Badia Polesine, città dell’Abbazia. Bonetto
ha incontrato farmaci e preparazioni dopo la laurea
e il servizio militare. “Una passione, certo – racconta
soddisfatto – incontrata quasi per caso. Ho lavorato a
Milano, e poi ho comprato la mia farmacia”. Dalle sue
parole si palesa una lunga carriera: “E’ vero…sono
stato testimone di un cambiamento epocale. Dai
farmaci preparati dietro il bancone, nel laboratorio
della farmacia, e dai caratteristici odori, sono passato
alla dispensazione dei farmaci preparati dall’industria,
con i loro lunghi e complicati bugiardini. “ Una
cosa però è rimasta immutata e, anzi, continua a
crescere: il rapporto con i clienti che si affidano a noi
quotidianamente e che noi cerchiamo di seguire con
professionalità ed attenzione, instaurando un ottimo
rapporto di fiducia”.
“Ora sto assistendo a un nuovo cambiamento
della farmacia che, oltre ad essere un luogo di
dispensazione di farmaci e altri prodotti per la salute,
si è trasformata in farmacia dei servizi. Prenotazioni
di visite specialistiche, scarico referti, raccolta di
campioni nell’ambito dello screening oncologico:
tutti servizi che, fino a questo momento, sono stati
forniti gratuitamente e che ritengo importantissimi.
Aiutare un anziano a scaricare le sue analisi o a
scegliere una visita significa moltissimo, soprattutto
in un territorio come il nostro con un alto indice di
anzianità. Non dimentichiamo, poi, le analisi di prima
istanza per glicemia, colesterolo e trigliceridi, i turni
che garantiscono l’accessibilità al farmaco 24 ore su
24, e un accordo
provinciale con
una società di
servizi per una
erogazione
di
prestazioni
fornite
da
p r o fe s s i o n i s t i
qualificati quali
fisioterapisti,
infermieri,
badanti ecc”.
Un sacco di
lavoro insomma:
“ Lo confermo, in
farmacia non ci
si annoia!”.
E lo psicologo
in farmacia? Mi
risulta che in
alcune Regioni
questo servizio
venga
già
di Annalisa Boschini
effettuato.
“Potrebbe essere una buona idea, noi stiamo
valutando se sia opportuno fornire anche questo
tipo di servizio, magari studiando il progetto insieme
all’ Ulss 18 di Rovigo”.
Salute Ulss 18
8
Farmaci: fanno bene se si usano bene
Un ringraziamento speciale a...
Luisa Monti, Marcello Mazzo, Alessandro Cattaneo,
Francesca Rigon, Laura Cominato, Marta Filippi,
Ennio Rossin, Guido Bonetto...
Dott.ssa Maria Silvia Greggio e Gabriele
Dott. Donato Piccolo e Luna
SALUTE Ulss18 Periodico
monografico
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Dott. Gianluigi Mutterle
Direttore responsabile
Annalisa Boschini
Redazione
Roberta Panini, Roberta Boldrin
Progetto grafico e stampa
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Fiesso Umbertiano (Ro)
Fotografia
Luigi Pietro Scantamburlo
Finito di stampare
nel mese di Dicembre 2013
su Carta Favini Ecocarta 120 gr. riciclata 100%
Luigi Pietro Scantamburlo
Ristorante “Nisida” - S. Martino di Venezze (Ro)
nikekaidike.net
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Tribunale di Rovigo
n°23 del 1/12/2004