AZIENDA OSPEDALIERA DELLA PROVINCIA DI LODI ______________________________________________________________________ Sede: 26900 Lodi – Via Fissiraga, 15 C.F. - P.I. n. 03426440966 ______________________________________________________________________ PROPOSTA DI DELIBERAZIONE ______________________________________________________________________ Servizio/U.O. proponente Responsabile del procedimento A.O. Gestione e Sviluppo Risorse Umane MARIA FRANCESCA FASANO Numero repertorio ufficio Funzionario Istruttore 0538-13 Lia Ferla OGGETTO: PRONTUARIO FARMACEUTICO ALLE DIMISSIONI. AGGIORNAMENTO 5° REVISIONE - SETTEMBRE 2013 ELENCO INCARICHI DI CONSULENZA INDIVIDUALI / CON SOCIETA’ PRESENTI IN AZIENDA DA PUBBLICARE SUL SITO AZIENDALE: NOMINATIVO/ DENOMINAZIONE SOCIETA’/ STUDIO PROF.LE OGGETTO PROVVEDIMENTO QUALIFICA PROFESSIONALE/ AMBITO DI UTILIZZO/ MATERIA SPECIFICA TIPOLOGIA DI CONTRATTO PRONTUARIO FARMACEUTICO ALLE DIMISSIONI. AGGIORNAMENTO 5° REVISIONE - SETTEMBRE 2013 AREA / SETTORE DI ASSEGNAZIONE DATA INIZIO CONTRATTO SCADENZA CONTRATTO TOTALE COMPENSO ANNUO (in unità di Euro) ________________________________________________________________________ ISTRUTTORIA Libro delle deliberazioni del Direttore Generale Foglio n. Il Direttore Generale (dott. Giuseppe Rossi) AZIENDA OSPEDALIERA DELLA PROVINCIA DI LODI _______________________________________________________________________ Sede: 26900 Lodi – Via Fissiraga, 15 C.F. - P.I. n. 03426440966 _______________________________________________________________________ VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE N 0651-13 DEL 14/11/2013 Servizio/U.O. proponente A.O. Gestione e Sviluppo Risorse Umane Responsabile del procedimento (firma) MARIA FRANCESCA FASANO ________________________________________________________________________ OGGETTO: PRONTUARIO FARMACEUTICO ALLE DIMISSIONI. AGGIORNAMENTO 5° REVISIONE - SETTEMBRE 2013 ________________________________________________________________________ IL DIRETTORE GENERALE RICHIAMATE le precedenti deliberazioni n. 959 del 16.12.2008, n. 1057 del 23.12.2009, n. 891 del 26.10.2010, n. 1190 del 22.12.2011e n. 968 del 16.11.2012, con le quali è stato aggiornato il “Prontuario alle dimissioni” che prevede un elenco dei farmaci ATC indicati dalla Regione, per i quali è valutata la concedibilità, la presenza dei farmaci equivalenti, le note AIFA e le indicazioni d’uso approvate; DATO ATTO che l’iniziativa, in linea con le indicazioni emanate dal Ministero della Salute, Agenzia del Farmaco (AIFA), è stata motivata dagli obiettivi che la Regione con la DGR n. IX/2633 del 6.12.2011 ha dato ai Direttori Generali per l’anno 2013 (Promozione dei farmaci equivalenti con condivisione con la ASL, produzione e pubblicazione su sito web del prontuario alla dimissione, condiviso con l’ASL, con indicazione di farmaci equivalenti) e dai Progetti di Miglioramento concordati con l’ASL; Libro delle deliberazioni del Direttore Generale segue deliberazione n. 0651-13 Foglio n. del Il Direttore Generale (dott. Giuseppe Rossi) 14/11/2013 VISTO il Prontuario alle Dimissioni aggiornato al settembre 2013, predisposto a cura del Responsabile del Servizio di Farmacia dell’A.O., sulla base delle indicazioni emerse, previa approfondito esame, dal giudizio al riguardo espresso dalla Commissione Farmaco terapeutica Interaziendale A.O. e ASL della Provincia di Lodi, nella quale sono state esaminate analiticamente i farmaci ascrivibili ai vari gruppi terapeutici; RITENUTO di approvare il citato Prontuario alle Dimissioni e l’elenco dei farmaci, documento che si allega al presente provvedimento di cui costituisce parte integrante e sostanziale; DATO ATTO dell’istruttoria compiuta dal Responsabile del Procedimento, che ne attesta la completezza e della dichiarazione di regolarità tecnica e legittimità espressa dal Direttore dell’Unità Operativa Gestione e Sviluppo Risorse Umane proponente il presente provvedimento; PRESO ATTO del parere favorevole del Direttore Amministrativo e del Direttore Sanitario, ciascuno per le rispettive competenze DELIBERA 1. per i motivi descritti in narrativa, di approvare il Prontuario alle Dimissioni e l’elenco dei farmaci aggiornato al settembre 2013, predisposto a cura del Responsabile del Servizio Farmaceutico dell’A.O. della Provincia di Lodi, sulla base delle indicazioni emerse, previa approfondito esame, dal giudizio al riguardo espresso dalla Commissione Farmaco terapeutica Interaziendale A.O. e ASL della Provincia di Lodi, nella quale sono state esaminate analiticamente i farmaci ascrivibili ai vari gruppi terapeutici, prontuario che si allega al presente atto, come sua parte integrante e sostanziale 2. di comunicare la decisione assunta con la presente deliberazione alle persone, UU.OO e servizi dell’A.O. e all’ASL , con pubblicazione sul sito web del Prontuario alle Dimissioni, affinché allo stesso sia data la massima diffusione, per la sua pratica applicazione, nonché al Collegio Sindacale dell’A.O. e alla Regione Lombarda, Assessorato alla Sanità, posto che la stesura del Prontuario, come precisato in premessa, rientra tra gli obiettivi che la Regione Lombardia ha stabilito per i Direttori Generali per l’anno 2013; 3. di conferire al Direttore dell’Unità Operativa Gestione e Sviluppo Risorse Umane per l’adozione del presente atto deliberativo ogni più ampia facoltà di attuazione della presente deliberazione, compresa la diffusione eventuale agli uffici interessati e coinvolti nel presente procedimento. IL DIRETTORE GENERALE (Dott. Giuseppe Rossi) Libro delle deliberazioni del Direttore Generale segue deliberazione n. 0651-13 Foglio n. del Il Direttore Generale (dott. Giuseppe Rossi) 14/11/2013 ATTESTAZIONI DI REGOLARITA’ TECNICA E CONTABILE SERVIZIO O UNITA’ OPERATIVA PROPONENTE: NOME U.O.: A.O. Gestione e Sviluppo Risorse Umane Si attesta la regolarità tecnica del provvedimento essendo state osservate le norme e le procedure previste per la specifica materia. IL RESPONSABILE _Ernesto Treccani_ UNITA’ OPERATIVA ECONOMICO-FINANZIARIA Il costo/ricavo relativo al presente provvedimento verrà imputato al/ai seguenti conti economici: num conto descrizione del conto importo Reg. n\Prog. n. Note: IL RESPONSABILE __ UNITA’ OPERATIVA CONTROLLO DI GESTIONE Il costo/ricavo relativo al presente provvedimento verrà imputato al/ai seguenti centri di costo: CDC Importo Note: IL RESPONSABILE _____________ ___________________ Parere del Direttore Amministrativo Favorevole Sfavorevole per i seguenti motivi: IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO ______________________________ Parere del Direttore Sanitario Favorevole Sfavorevole per i seguenti motivi: IL DIRETTORE SANITARIO ___________________________________ AZIENDA OSPEDALIERA DELLA PROVINCIA DI LODI AZIENDA SANITARIA LOCALE DELLA PROVINCIA DI LODI PRONTUARIO ALLE DIMISSIONI Prima stesura settembre 2008 5°Revisione settembre 2013 1 PRONTUARIO ALLE DIMISSIONI (redatto a cura dei componenti della Commissione Farmaco Terapeutica Interaziendale A.O. e ASL della Provincia di Lodi) La necessità di definire un Prontuario Farmaceutico alle Dimissioni nasce da un’ottica di razionalizzazione dei consumi, che vede coinvolti sia i MMG, quali prescrittori, sia gli specialisti ospedalieri, quali induttori della prescrizione. Le Regole di Sistema dettate dalla Regione Lombardia, a partire dal 2008, e contenute anche nella DGR 06.12.2011 n.IX/2633 (Regole 2012), indicano, tra gli altri obiettivi comuni alle ASL ed alle AO la promozione dei farmaci equivalenti e precisamente: o promozione dell’uso appropriato dei farmaci equivalenti (a brevetto scaduto - in particolare per gli ATC: A02, C10, C09, C08, N06) attraverso iniziative di informazione mirata a livello ASL ed AO. o condivisione tra A.O. e ASL di prontuari alla dimissione, in cui saranno valutate le iniziative aziendali tese a diffondere tra gli operatori sanitari l’uso e la prescrizione alla dimissione dei farmaci equivalenti (in particolare ATC: A02, C10, C09, C08, N06). Tali iniziative sono finalizzate ad ottenere la definizione ed il rispetto, tra strutture ospedaliere ed ASL dei prontuari delle dimissioni, aggiornati. o Inserimento nei Prontuari (a partire dall’anno 2012) dei farmaci biosimilari, con indicazione alla prescrizione in dimissione ai pazienti di nuova diagnosi (drug naive) Già dal 2008 sono stati realizzati degli incontri tra i componenti della Commissione Farmaco Terapeutica Ospedaliera e i colleghi dell’ASL al fine di stendere un elenco dei farmaci dei gruppi ATC indicati dalla Regione, per i quali è stata valutata la concedibilità, la presenza o meno di farmaci equivalenti, le note AIFA e non ultime le indicazioni d’uso approvate. La libertà di scelta prescrittiva del clinico, sia esso operante in ospedale o sul territorio, non è messa in discussione, tuttavia, in un sistema sanitario sempre più a risorse “finite”, deve essere accompagnata da un’attenta valutazione delle possibili alternative terapeutiche, considerando il miglior rapporto costo/beneficio e costo/efficacia. Così, da un lato, il medico ospedaliero valuterà le opzioni terapeutiche da attuare in regime di ricovero, tenendo conto della disponibilità dei farmaci nel Prontuario Ospedaliero (PTO), ma in sede di dimissione considererà le ricadute sulla spesa territoriale, indicando nella lettera di dimissioni, se possibile, la sostituzione con i farmaci equivalenti. Dall’altro, il medico di Medicina Generale sul territorio utilizzerà le analisi dei costi delle terapie riportate nel Prontuario come strumento per attuare una migliore governance clinica. La stesura del presente Prontuario, oltre che rendere disponibile uno strumento di facile consultazione, ha anche come scopo quello della condivisione tra specialisti ospedalieri e MMG di alcune problematiche legate alla prescrizione quali l’appropriatezza d’uso, le aspettative del paziente e l’informazione sulle regole vigenti, riguardanti la prescrivibilità o meno di un farmaco. Il Prontuario è strutturato per gruppi terapeutici in base alla classificazione ATC; inoltre è indicato se sono presenti vincoli prescrittivi, quali le note AIFA, oppure la stesura del Piano Terapeutico; infine evidenzia se esiste disponibilità sul mercato di farmaci equivalenti. Per semplificarne le modalità di lettura, all’interno di ciascun raggruppamento terapeutico omogeneo, i farmaci sono ordinati in base al costo giornaliero crescente, calcolato come costo per dose definita giornaliera (DDD), 2 Il Prontuario contiene solo farmaci di fascia A, concedibili dal SSN e prende in considerazione i seguenti gruppi terapeutici: o Farmaci per il trattamento dell'ulcera peptica e della malattia da reflusso gastroesofageo (A02) o Farmaci antianemici (B03) ed in particolare le epoetine biosimilari o Calcioantagonisti (C08) o Sostanze ad azione sul sistema renina-angiotensina (C09) o Sostanze modificatrici dei lipidi (C10) o Farmaci psico – analettici (N06) o Per ciascun Principio Attivo viene riportato: - Il codice ATC Il principio attivo Il confezionamento di riferimento Il prezzo di riferimento Il costo unitario per dose La DDD (Defined Daily Dose: dose giornaliera definita) L’unità di misura della DDD Il costo per DDD La classificazione SSN ed eventuale nota AIFA Le informazioni relative alla disponibilità sul mercato di farmaci con prezzo di riferimento a seguito di commercializzazione di farmaci equivalenti La presenza nel Prontuario Ospedaliero L’ATC è la classificazione internazionale Anatomica Terapeutica Chimica delle specialità medicinali, è di tipo alfanumerico, strutturata in 5 livelli secondo il seguente schema: 1° liv.- gruppo Anatomico principale (1 lettera dell’alfabeto) 2° liv.- gruppo Terapeutico principale (1 numero di 2 cifre) 3° liv.- sottogruppo terapeutico/farmacologico (1 lettera dell’alfabeto) 4° liv.- sottogruppo chimico (1 lettera dell’alfabeto) 5° liv.- sostanza chimica (1 numero di 2 cifre, specifico per ogni singola sostanza). I farmaci registrati sono divisi in 13 gruppi principali contraddistinti da una lettera: A Apparato gastrointestinale e metabolismo B Sangue ed organi emopoietici C Sistema cardiovascolare D Dermatologici G Sistema genito-urinario ed ormoni sessuali H Ormoni sistemici (ormoni sessuali esclusi) J Antimicrobici generali per uso sistemico L Antineoplastici ed immunomodulatori M Sistema muscolo-scheletrico N Sistema nervoso P Antiparassitari, insetticidi, repellenti R Apparato respiratorio S Organi di senso V Vari 3 Prendendo come esempio il codice ATC dell’amlodipina , C08CA01, i vari livelli vengono così letti: C Sistema cardiovascolare (gruppo Anatomico principale) C08 Calcioantagonisti (gruppo Terapeutico principale) C08C Calcioantagonisti selettivi con prevalente effetto cardiovascolare (sottogruppo terapeutico/farmacologico) C08CA Derivati diidropiridinici (sottogruppo chimico) C08CA01 Amlodipina (sostanza chimica) La DDD, Defined Daily Dose o dose definita giornaliera è la dose media di mantenimento, identificata convenzionalmente, per un giorno di terapia in soggetti adulti, relativamente all’indicazione terapeutica principale della sostanza. E’ uno standard di misura, che non riflette necessariamente la dose giornaliera raccomandata o prescritta, ma consente di confrontare i volumi di prescrizioni relativi a popolazioni diverse (Regioni, paesi)e di ottenere una stima approssimativa dell’esposizione ad un determinato farmaco o gruppi di farmaci in una popolazione. Per quanto riguarda la rimborsabilità dei farmaci a carico del Servizio Sanitario e le modalità di dispensazione (con Ricetta Ripetibile RR o Ricetta Non Ripetibile RNR) è stata predisposta dall’AIFA una classificazione che prevede: - Classe A: farmaci essenziali e per le malattie croniche a totale carico del S.S.N. Classe H: farmaci utilizzabili solo in ambiente ospedaliero Classe C: farmaci a totale carico dell’Assistito Alcuni medicinali in classe A sono prescrivibili a totale carico del SSN solo per particolari patologie (individuate dalle note AIFA). Alcune note sono soggette alla definizione di una diagnosi e di un piano terapeutico, che deve essere redatto da medici specialisti di centri autorizzati dalle Regioni. Particolare attenzione deve essere prestata alle indicazioni terapeutiche autorizzate dall’AIFA, poiché il medico è, in linea di massima, legittimato a prescrivere farmaci secondo le medesime modalità di somministrazione, dosaggio e indicazione terapeutica con cui il farmaco è stato registrato e all’interno del regime di rimborsabilità stabilito dall’AIFA. Sono previsti alcuni casi in cui questo principio generale è derogato (farmaci inseriti nella L. 648/96, l’uso compassionevole, le sperimentazioni cliniche, singoli casi documentati), ma il ricorso, anche improprio, del medico ad utilizzare farmaci al di fuori delle indicazioni non costituisce il riconoscimento del diritto del paziente (ad esclusione dei farmaci inseriti nella L. 648/96) alla erogazione dei medicinali a carico del Servizio Sanitario Nazionale (art.3 comma 4 L. 94/1998). A questo proposito si sono volute evidenziare le indicazioni registrate per alcune classi di farmaci come i sartani e le sostanze modificatrici dei lipidi. Modalità di prescrizione dei farmaci equivalenti Con Legge n° 135 del 7 agosto 2012 sono in vigore dal 15 agosto gli emendamenti approvati alla “Spending Review” , in materia di prescrizione di farmaci equivalenti (a brevetto scaduto). Le nuove previsioni normative riguardano: - le prescrizioni effettuate su ricetta SSN per pazienti trattati per la prima volta per una patologia cronica 4 - le prescrizioni effettuate su ricetta SSN per un nuovo episodio di patologia non cronica (quale ad esempio può essere una terapia antibiotica). In particolare, il comma 11-bis dell’art.15 della sopra richiamata norma, prevede che il medico che curi un paziente, per la prima volta, per una patologia cronica, ovvero per un nuovo episodio di patologia non cronica per il cui trattamento sono disponibili piu' medicinali equivalenti, debba indicare nella ricetta SSN la sola denominazione del principio attivo contenuto nel farmaco. Il medico ha facoltà d’ indicare anche la denominazione di uno specifico medicinale a base dello stesso principio attivo; tale indicazione e' vincolante per il farmacista ove sia inserita la clausola di non sostituibilita' (di cui all'articolo 11, comma 12, del D.L. n° 1 del 24/01/2012, convertito, con modificazioni, in legge n° 27 del 24/03/2012), corredata obbligatoriamente di una sintetica motivazione. 5 FARMACI BIOSIMILARI Già l’Edizione 2012 del Prontuario delle dimissioni ha riportato per la categoria B03 i farmaci biosimilari disponibili sul mercato. La promozione dell’utilizzo dei farmaci biosimilari nei pazienti di nuova diagnosi rappresenta ancora uno degli obiettivi focali delle regole di Sistema 2013 di Regione Lombardia, in considerazione dell’importanza che i medicinali biologici e biosimilari rivestono per il trattamento di numerose e gravi patologie. La disponibilità dei prodotti biosimilari rappresenta un fattore importante per il mantenimento della sostenibilità economica dei servizi sanitari nel prossimo futuro, in quanto le terapie derivanti dalle biotecnologie, gravate da enormi sforzi ed investimenti in tutti gli stadi che ne caratterizzano lo sviluppo fino all’accesso al mercato e alla dispensazione delle cure, pongono un problema rilevante in termini di sostenibilità economica per identificare e definire la migliore allocazione delle risorse disponibili. Le tecniche biotecnologiche hanno permesso lo sviluppo di trattamenti per un’ampia varietà di malattie di grande rilievo clinico ed epidemiologico. Ad oggi milioni di pazienti hanno già beneficiato dei medicinali biologici approvati per la cura o la prevenzione di molte malattie rare e gravi quali tumori, malattie infiammatorie, autoimmuni, neurologiche e degenerative. La commercializzazione dei farmaci biosimilari, analogamente a quanto avviene per i farmaci equivalenti/generici, può aumentare la competitività dei mercati e quindi produrre prezzi inferiori per le terapie biologiche a brevetto scaduto. In particolare, i biosimilari possono contribuire a migliorare l'accesso ai farmaci biologici in due modi: in primo luogo essi possono rendere farmaci poco accessibili perché ad alto costo più sostenibili e fruibili attraverso i meccanismi di riduzione del prezzo; in secondo luogo, i risparmi generati dall’utilizzo dei biosimilari possono contribuire al finanziamento di nuovi farmaci, anche biotecnologici, rendendo sempre più accessibile l'innovazione terapeutica. Sono definiti medicinali biologici quei farmaci il cui principio attivo è rappresentato da una sostanza prodotta naturalmente da un organismo, oppure derivata da una sorgente biologica attraverso procedimenti di biotecnologia. Appartengono alla categoria dei farmaci biologici prodotti quali ormoni ed enzimi, emoderivati e medicinali immunologici come sieri e vaccini, immunoglobuline ed allergeni, oppure anticorpi monoclonali. I medicinali biologici agiscono vicariando o potenziando le funzioni di proteine prodotte in maniera deficitaria o non funzionale nell’organismo umano in condizioni patologiche. A differenza dei farmaci ottenuti per sintesi chimica, i medicinali biologici richiedono per la loro caratterizzazione anche informazioni specifiche sul processo di produzione poiché la struttura molecolare è strettamente dipendente dal processo di produzione (“il processo è il prodotto”). Oltre a ciò i medicinali sintetizzati per via biotecnologica differiscono dalle sostanze attive sintetizzate tramite metodiche tradizionali per molti altri aspetti, quali la dimensione molecolare, la complessità strutturale, la stabilità del prodotto finale, e la possibilità di differenti modifiche durante il processo produttivo. Inoltre, la maggior parte dei biofarmaci, essendo prodotti tramite biotecnologie che operano su sistemi viventi (microrganismi o cellule animali) presentano numerosi aspetti di eterogeneità legati alla cellula ospite utilizzata ovvero alle metodiche biotecnologiche utilizzate nelle fasi di transfezione/infezione della stessa cellula. Infine, un’ulteriore caratteristica fondamentale dei prodotti biologici è la loro immunogenicità, definita come la capacità di indurre una reazione immunitaria nell’organismo: tali molecole vengono, infatti, riconosciute come “non-self” dall’organismo del paziente e, quindi, possono essere neutralizzate nel loro effetto. Mentre nel caso dei vaccini prodotti biotecnologicamente l’immunogenicità costituisce la base della strategia terapeutica, negli altri farmaci biotecnologici rappresenta un rischio. La maggior parte delle risposte immunitarie indesiderate sono moderate e non producano effetti negativi per il paziente, in rari casi tuttavia, possono verificarsi risposte immunitarie che conducono ad effetti nocivi, anche severi. 6 Per tutte queste motivazioni, i farmaci biologici sono particolarmente difficili da caratterizzare e da riprodurre, al punto tale che alcune differenze possono sussistere anche tra i lotti di uno stesso prodotto, soprattutto se si sono verificate variazioni nelle modalità di produzione. Per questo motivo le Autorità regolatorie controllano in maniera rigorosa che ogni processo della filiera di produzione e di distribuzione di questi farmaci avvenga in ottemperanza alle Good Manufacturing Practices (GMP) e alle Good Distribution Practices (GDP). I Medicinali Biosimilari Poiché i primi prodotti biotecnologici sono stati immessi sul mercato negli anni ottanta, la copertura brevettuale di alcuni di essi è già scaduta o è in fase di prossima scadenza. La scadenza della copertura brevettuale, unitamente agli enormi progressi compiuti in ambito biotecnologico, ha dato la possibilità alle aziende farmaceutiche di produrre e commercializzare prodotti con caratteristiche molto simili a quelle dei prodotti originali. Questi prodotti biologici, il cui principio attivo è analogo, ma non identico per caratterizzazione e produzione, a quello del medicinale di riferimento, sono denominati biosimilari e più raramente biosimili o biogenerici. Un biosimilare ed il suo prodotto originatore di riferimento, essendo ottenuti con processi produttivi differenti NON sono IDENTICI, ma SIMILI in termini di qualità, efficacia e sicurezza. Tra l’altro, col progredire delle tecniche di biotecnologie, i prodotti biosimilari più recenti presentano profili di sicurezza ed efficacia superiori rispetto al prodotto originatore. Aspetti regolatori Nell'Unione Europea è previsto che tutte le domande di autorizzazione all'immissione in commercio (AIC) di medicinali biologici, tra cui i biosimilari, siano esaminate dall’Agenzia europea dei farmaci (European Medicines Agency – EMA) attraverso la procedura centralizzata. Di conseguenza l'autorizzazione all'immissione in commercio che ne deriva è valida in tutti gli Stati membri dell'Unione Europea. E’ però necessario che il prodotto di riferimento, al quale la domanda di AIC di un prodotto biosimilare si riferisce, sia un medicinale cui è stata concessa un'autorizzazione all'immissione in commercio nell'Unione Europea sulla base di un dossier di registrazione completo. L’iter registrativo di un prodotto biosimilare non è assolutamente assimilabile a quello dei farmaci equivalenti, per i quali è sufficiente presentare una procedura semplificata, riportando i risultati degli studi di bioequivalenza. L’azienda produttrice è, infatti, tenuta a presentare un dossier comprendente i dati di qualità e i risultati dei test pre-clinici e dei trial clinici. Oltre a ciò la normativa europea prevede e definisce gli studi di confronto che devono essere prodotti per dimostrare che il medicinale biosimilare è simile e pari per qualità, sicurezza ed efficacia al medicinale biologico di riferimento e per garantire qualità e omogeneità del prodotto e del processo produttivo. Questi studi di comparabilità comprendono studi di qualità (comparabilità fisico-chimiche e biologiche), studi comparativi clinici e non, per la valutazione dell’efficacia e della sicurezza. Tra questi ultimi è compreso lo studio sulla immunogenicità del prodotto biosimilare rispetto al farmaco di riferimento. I prodotti biosimilari possono essere registrati con un nome di fantasia (“brand name”) ovvero con la sola indicazione del principio attivo, seguito dal nome della ditta produttrice. I produttori di farmaci biosimilari sono tenuti ad istituire un sistema di farmacovigilanza per il monitoraggio della sicurezza del prodotto biosimilare (Risk Management Plan EU-RMP), presentandolo unitamente a tutti i documenti previsti per la registrazione del farmaco all’EMA. Per la comunicazione di ADR relativa a tutti i prodotti biologici, tra i quali anche i biosimilari, la chiara identificazione del farmaco è di particolare importanza. Pertanto, la legislazione europea richiede che in ogni segnalazione di reazioni avverse ad un farmaco biologico, la denominazione del prodotto, così come approvato, e il numero di lotto debbano essere incluse nella relazione di ADR. 7 Inoltre, la Direttiva 2010/84/EU classifica i medicinali biologici e i biosimilari come “priorità” per le attività di farmacovigilanza e ne impone l’inclusione in una specifica lista di prodotti soggetti a monitoraggi aggiuntivi. In tal senso la presenza, presso l’AIFA, della Rete Nazionale di Farmacovigilanza rappresenta uno strumento essenziale di implementazione della recente legislazione europea che consentirà di aumentare la trasparenza, la comunicazione e la fiducia tra le istituzioni e i cittadini per il corretto utilizzo dei farmaci biologici e biosimilari. Indicazioni terapeutiche, utilizzo nell’ambito della Legge n. 648/1996, intercambiabilità e sostituibilità Una volta dimostrata la comparabilità tra il biosimilare ed il prodotto di riferimento sugli standard di qualità, sicurezza ed efficacia è ammissibile in un dossier di un prodotto biosimilare fare riferimento ai dati clinici ottenuti attraverso l'esperienza con il prodotto di riferimento, descritti nella letteratura e nei relativi dossier. L’EMA, che afferma che: "In taluni casi può essere possibile estrapolare la somiglianza terapeutica mostrata in una indicazione in altre indicazioni autorizzate per il medicinale di riferimento. La giustificazione dipenderà, ad esempio ,dall'esperienza clinica, dai dati disponibili in letteratura, anche se non sempre gli stessi meccanismi d'azione o lo stesso recettore sono coinvolti in tutte le indicazioni." In merito alla Legge n. 648/1996, anche i prodotti biologici possono essere utilizzati per l’uso off-label, nel caso in cui il corrispondente medicinale biologico di riferimento sia già stato autorizzato per l’utilizzo off-label e sia, quindi, presente nell’elenco delle specialità medicinali erogabili a totale carico del Servizio Sanitario nazionale ai sensi della legge n.648/96. L’inserimento del biosimilare non è tuttavia automatico, ma viene verificato caso per caso dalla CTS (Commissione consultiva Tecnico Scientifica dell’AIFA), che si riserva la possibilità di effettuare le proprie valutazioni sulla base delle evidenze e della letteratura disponibili, dell’esperienza clinica e dell’eventuale riconducibilità dell’azione terapeutica ad un identico meccanismo d’azione. Riguardo al concetto di intercambiabilità riferita alla pratica medica, si riporta la seguente definizione: “L’intercambiabilità si riferisce alla pratica medica di sostituire un farmaco con un altro che ha lo stesso profilo beneficio-rischio e che si prevede abbia lo stesso effetto clinico in un determinato contesto clinico su iniziativa o con l'accordo del medico prescrittore.”(Definizione EFPIAEBE/EuropaBIO). La sostituibilità fa, invece, riferimento alla pratica di sostituire un farmaco con un altro farmaco, spesso più economico per il Servizio Sanitario o per il paziente che abbia la stessa composizione qualitativa e quantitativa di sostanze attive, la stessa forma farmaceutica e via di somministrazione e sia bioequivalente con il medicinale di riferimento sulla base di appropriati studi di biodisponibilità. La sostituibilità automatica (degli equivalenti) da parte dei farmacisti si riferisce alla pratica per cui il farmacista ha la facoltà, oppure è tenuto, conformemente a norme nazionali o locali, a dispensare, al posto del medicinale prescritto, un farmaco equivalente e intercambiabile, senza consultare il medico prescrittore. Infine, per quanto riguarda la sostituibilità si possono distinguere: sostituibilità primaria, che si riferisce alla pratica medica di iniziare un nuovo trattamento con un prodotto biosimilare (o con un equivalente) piuttosto che con il prodotto originatore di riferimento; sostituibilità secondaria che si riferisce, invece, alla pratica medica e/o del farmacista di modificare la terapia di un paziente già in trattamento con un farmaco biologico con il suo biosimilare. In merito alla sostituibilità automatica dei biosimilari, la legislazione europea ha affidato alle Autorità nazionali competenti dei differenti stati membri autonomia decisionale e legislativa in materia. Tuttavia, l’EMA ha precisato che le raccomandazioni emanate dall’EMA sull’immissione in commercio del medicinali non comprendono l’opportunità o meno di utilizzare un medicinale biosimilare in maniera intercambiabile e che la decisione circa la scelta prescrittiva del medicinale specifico da impiegare, di riferimento piuttosto che biosimilare, debba essere affidata a personale sanitario qualificato (Ref. EMEA/74562/2006 Rev. 1; EMA/837805/2011). In Italia la posizione dell’AIFA, chiarisce che i medicinali biologici e biosimilari non possono essere considerati sic et simpliciter alla stregua dei 8 prodotti equivalenti, escludendone quindi la vicendevole sostituibilità terapeutica automatica. Proprio perché i medicinali biologici di riferimento ed i biosimilari sono medicinali simili, ma non identici, l’AIFA ha deciso di non includere i medicinali biosimilari nelle liste di trasparenza che consentono la sostituibilità automatica tra prodotti equivalenti. Di conseguenza, la scelta di trattamento con un farmaco biologico di riferimento o con un biosimilare rimane una decisione clinica affidata al medico specialista prescrittore. L’AIFA considera, tuttavia, che i biosimilari non solo costituiscono un’opzione terapeutica a disposizione dei curanti, ma sono da preferire, qualora costituiscano un vantaggio economico, in particolare per il trattamento dei soggetti “naive” (che non abbiano avuto precedenti esposizioni terapeutiche o per i quali le precedenti esposizioni in base al giudizio del clinico siano sufficientemente distanti nel tempo). Nella tabella seguente sono sintetizzate le principali differenze tra un farmaco tradizionale e un farmaco biotecnologico/biosimilare. MEDICINALE TRADIZIONALE MEDICINALE BIOTECH Piccole dimensioni Prodotto per sintesi chimica Procedura di registrazione nazionale Facilmente replicabile Sintesi poco costosa Stabile Purificazione standardizzata Efficacia codificabile Effetti collaterali prevedibili Tratta patologie "tradizionali" Prezzo sostenibile Genericabile con studi di bioequivalenza Grandi dimensioni Prodotto da cellule viventi Registrazione centralizzata europea obbligatoria Difficilmente riproducibile Sviluppo molto costoso Poco stabile Purificazione non standardizzabile Efficacia variabile Possibile immunigenicità Tratta patologie prima incurabili Prezzo molto elevato Biosimilarizzabile con studi clinici 9 A- APPARATO GASTROINTESTINALE E METABOLISMO A02B - FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELL'ULCERA PEPTICA E DELLA MALATTIA DA REFLUSSO GASTROESOFAGEO La classe ATC liv. 1 A (Apparato gastrointestinale e metabolismo) è a livello nazionale, regionale e nella Provincia dell’ASL di Lodi la seconda per valore di spesa a carico SSN, dopo la C (Sistema Cardiovascolare) Nell’anno 2012 il 45,8% del valore di spesa per ATC liv.1 A delle prescrizioni a cura dei medici dell’ASL della Provincia di Lodi, a sua volta, è risultato riconducibile alle prescrizioni dei farmaci appartenenti all’ATC liv.2 A02 (Farmaci per i disturbi correlati alla secrezione acida); dettagliando ulteriormente fino al liv. 4 ATC si evidenzia come circa il 93,8 % di questo valore sia attribuibile alle prescrizioni di inibitori di pompa (A02BC), seguiti da altri prodotti antiulcera (A02BX), dagli antagonisti dei recettori H2 (A02BA) e dalle prostaglandine (A02BB). L’erogabilità in fascia A per gli inibitori di pompa e le prostaglandine è sottoposta alle limitazioni prescrittive della nota AIFA 1; gli inibitori di pompa insieme agli antagonisti H2 sottostanno anche alle limitazioni della nota AIFA 48. Qui di seguito sono riportati i testi delle citate note AIFA. NOTA 1 (testo aggiornato alla determinazione AIFA 22.09.2009) PRINCIPIO ATTIVO La prescrizione a carico del SSN è limitata a: Misoprostolo Esomeprazolo Lansoprazolo Omeprazolo Pantoprazolo Misoprostolo+diclofenac (rimborsabile alle condizioni della nota 66) alla prevenzione di complicanze gravi del tratto gastrointestinale superiore: in trattamento cronico con FANS in terapia antiaggregante con ASA a basse dosi purché sussista una delle seguenti condizioni di rischio: storia di pregresse emorragie digestive o di ulcera peptica non guarita con terapia eradicante concomitante terapia con anticoagulanti o cortisonici; età avanzata E’ noto come il trattamento cronico con i FANS possa determinare un aumentato rischio di ulcera peptica e delle sue complicanze gravi (emorragia, perforazione, ostruzione). Il rischio di ospedalizzazione per una complicanza grave è stimato fra l’1-2% per anno ed aumenta fino a 4-5 volte nelle categorie a rischio, specificate nella nota limitativa. Sulla base di studi clinici randomizzati ed osservazionali anche l’uso di anticoagulanti e l’età avanzata (65-75 anni) sono risultate essere condizioni predisponenti al rischio di complicanze gravi del tratto gastrointestinale superiore. Tali condizioni devono però essere considerate fattori suggestivi di popolazioni a maggior rischio e non raccomandazione tassativa al trattamento di tutti gli anziani o di tutti coloro che sono in terapia anticoagulante. Numerosi studi hanno valutato l’efficacia di una gastroprotezione utilizzando, accanto agli inibitori di pompa, anche gli analoghi delle prostaglandine (misoprostolo) e gli antisecretivi (H2 antagonisti). 10 I pazienti in trattamento combinato, ASA e clopidogrel, per i quali è sconsigliata la somministrazione di un inibitore della pompa protonica, possono effettuare la prevenzione delle complicanze gravi del tratto intestinale superiore con l’assunzione di misoprostolo. Evidenze disponibili Misoprostolo Risulta ancor oggi l’unico farmaco per il quale esistono dati convincenti di efficacia nella riduzione dell’incidenza delle complicanze gravi (emorragie, perforazioni e ostruzione pilorica) della gastropatia da FANS. Inibitori della pompa protonica Numerosi studi hanno dimostrato che, in soggetti trattati con FANS, gli inibitori di pompa (PPI) a dosi standard riducono significativamente l’incidenza di ulcere gastriche e duodenali diagnosticate all’endoscopia rispetto al placebo. Dai dati presenti in letteratura emerge che la superiore efficacia dell’inibitore di pompa rispetto a misoprostolo e agli H2 antagonisti nel prevenire le ulcere da FANS potrebbe essere in parte solo apparente (es. presenza o meno di infezione da H. Pylori). I dati clinici citati non sono applicabili ai coxib, per i quali ad oggi esistono solo dati preliminari, relativi a un solo trial clinico randomizzato, di dimensioni modeste, che documentano l’efficacia di un PPI nel ridurre il danno gastrico indotto da coxib. N.B.: IL RABEPRAZOLO NON PUO’ ESSERE PRESCRITTO IN NOTA 1 NOTA 48 PRINCIPIO ATTIVO Anti-H2: Cimetidina Famotidina Nizatidina Ranitidina Roxatidina PPI: Esomeprazolo Lansoprazolo Omeprazolo Pantoprazolo Rabeprazolo La prescrizione a carico del SSN è limitata a: Durata di trattamento 4 settimane (occasionalmente 6) ulcera duodenale o gastrica positive per Hp prima o prime due settimane in associazione con farmaci eradicanti Hp ulcera duodenale o gastrica Hp negativa (l° episodio) malattia da reflusso gastroesofageo con o senza esofagite (l° episodio) Durata trattamento prolungato da rivalutare dopo un anno sindrome di Zollinger-Hellison ulcera duodenale o gastrica Hp negativa recidivante malattia da reflusso gastroesofageo con o senza esofagite (recidivante) Evidenze disponibili L’ulcera duodenale è associata ad infezione da Hp nel 90-95% dei casi e l’ulcera gastrica nel 7585%. E’ stato dimostrato da numerosi trial randomizzati e da metanalisi che la terapia eradicante dell’infezione previene le recidive dell’ulcera, riducendole del 90-95%. 11 La dispepsia non ulcerosa non costituisce indicazione appropriata al trattamento. Per il trattamento della malattia da reflusso (MRGE), particolarmente se associato a esofagite, i farmaci più efficaci sono gli inibitori di pompa, per i quali può essere sufficiente una terapia a dosi ridotte e/o intermittenti. Nei soggetti con più di 45 anni, se la sintomatologia da reflusso è grave o continua, o recidivante, è fortemente raccomandata l’endoscopia. La prescrizione dei farmaci antiulcera è rimborsata dal SSN solo nelle condizioni e nei tempi evidenziati in tabella. B03 - FARMACI ANTIANEMICI L’eritropoietina umana ricombinante, purificata nel 1985 dopo la clonazione del gene EPO umana è disponibile in commercio già dal 1988 per il trattamento dell’anemia secondaria a malattie renali e, successivamente, per la terapia di sostegno dei pazienti oncologici con anemia secondaria a trattamento chemioterapico. In Europa, la copertura brevettuale di EPO alfa, commercializzata da Janssen Cilag con il nome Eprex®/Erypo®, è scaduta nel 2004. Attualmente sono stati prodotti due tipi diversi di EPO alfa biosimili, ottenute secondo due diversi standard operativi di sintesi e purificazione, dotati di struttura aminoacidica identica ma con composizione glicosilica diversa: uno mantiene il nome di EPO alfa e l’altro è stato denominato EPO zeta. EPO alfa biosimile è in commercio con il nome di Binocrit® (Sandoz), Abseamed® (Medice Arzneimittel): Sandoz è azienda sussidiaria di Novartis, mentre Medice Arzneimittel è un “licensing partner” di Sandoz. EPO zeta biosimile è invece commercializzata con il nome di Retacrit® (Hospira). Poichè i procedimenti di produzione per le due molecole sono diversi, anche le rispettive proteine terapeutiche non possono essere considerate identiche. Pertanto è stato necessario per le ditte farmaceutiche presentare alla Commissione Europea dossier registrativi specifici: uno per il biosimile EPO alfa, l’altro per il biosimile EPO zeta. Le tabelle seguenti riportano le indicazioni registrate in scheda tecnica per le diverse epoetine disponibili sul mercato, oltre le eventuali estensioni di indicazione nell’ambito della Legge 648/1996, rilasciate da AIFA sulla base delle evidenze presenti in letteratura. Si precisa che la prescrizione per le indicazioni di cui alla legge 648/96 è consentita unicamente nel canale ospedaliero attraverso il File F. Epoetina alfa: Eprex Dosaggi disponibili: Eprex 3000 UI/0,3ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Eprex 4000 UI/0,4ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Eprex 5000 UI/0,5ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Eprex 6000 UI/0,6ml soluzione iniettabile in siringa Indicazioni terapeutiche: 1. Trattamento dell'anemia sintomatica associata a insufficienza renale cronica (IRC) in pazienti adulti e pediatrici: trattamento dell'anemia associata ad insufficienza renale cronica in pazienti adulti e pediatrici in emodialisi e in pazienti adulti in dialisi peritoneale. trattamento dell'anemia grave, di origine renale, accompagnata da sintomi clinici, in pazienti adulti con insufficienza renale non ancora sottoposti a dialisi. 2. Trattamento dell'anemia e riduzione del fabbisogno trasfusionale in pazienti adulti in chemioterapia per tumori solidi, linfoma maligno o mieloma multiplo e a rischio di 12 preriempita Eprex 8000 UI/0,8ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Eprex 10000 UI/1ml soluzione iniettabile in siringa preriempita trasfusione come indicato dallo stato generale del paziente (situazione cardiovascolare, anemia preesistente all'inizio della chemioterapia). 3. Aumentare la quantità di sangue autologo in pazienti facenti parte di un programma di predonazione. L'uso in questa indicazione deve essere valutato alla luce dei rischi di eventi tromboembolici. Il trattamento è indicato solo in pazienti con anemia di grado moderato (Hb 10-13 g/dl [ 6.2 – 8.1 mmol/l], nessuna carenza di ferro) se le procedure di conservazione del sangue non sono disponibili o sono insufficienti in caso di intervento elettivo di chirurgia maggiore che richieda un elevato quantitativo di sangue (4 o più unità per le donne o 5 o più unità per gli uomini). 4. Ridurre l'esposizione a trasfusioni di sangue allogenico in pazienti adulti, che non presentino carenze di ferro, candidati ad interventi maggiori di chirurgia ortopedica elettiva ritenuti ad elevato rischio di complicazioni da trasfusione. L'uso deve essere limitato ai pazienti con anemia di grado moderato (emoglobina 10-13 g/dl), per i quali non sia disponibile un programma di predonazione di sangue autologo, e per i quali si preveda una perdita di sangue moderata (da 900 a 1800 ml). Nel peri-operatorio devono sempre essere seguite le pratiche di buona gestione del sangue. Estensione di indicazione relative ad usi consolidati sulla base di evidenze scientifiche presenti in letteratura 1. Utilizzo nel trattamento dell’anemia (Hgb < 10 g/dl o riduzione dell’emoglobina > 2 g/dl durante un qualsiasi periodo di 4 settimane di trattamento) nei pazienti che ricevono ribavirina in combinazione con interferone standard o peghilato per il trattamento dell’infezione cronica da HCV e che presentano risposta virologica alla terapia. 2. In pazienti HIV pluritrattati con anemia (Hgb < 8,5 g/dl) nei quali l’uso dei farmaci anemizzanti è l’unica alternativa terapeutica. 3. Sindromi mielodisplastiche (MDS) 4. Anemia refrattaria (AR), con sideroblasti (RARS) e senza sideroblasti (RA) L. 648/96 BIOSIMILARE Epoetina alfa: Binocrit Dosaggi disponibili Binocrit 10.000 UI/1 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Binocrit 20.000 UI/0,5 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Indicazioni terapeutiche: 1. Trattamento dell'anemia sintomatica associata a insufficienza renale cronica (IRC) in pazienti adulti e pediatrici: trattamento dell'anemia associata a insufficienza renale cronica in pazienti adulti e pediatrici emodializzati e in pazienti adulti sottoposti a dialisi peritoneale (vedere paragrafo 4.4). trattamento dell'anemia grave, di origine renale, 13 Binocrit 30.000 UI/0,75 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Binocrit 40.000 UI/1 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Binocrit 1.000 UI/0,5 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Binocrit 2.000 UI/1 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Binocrit 3.000 UI/0,3 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Binocrit 4.000 UI/0,4 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Binocrit 5.000 UI/0,5 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Binocrit 6.000 UI/0,6 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Binocrit 8.000 UI/0,8 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita BIOSIMILARE Epoetina zeta: Retacrit Dosaggi disponibili: Retacrit 1000 UI/0,3 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Retacrit 2000 UI/0,6 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Retacrit 3000 UI/0,9 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Retacrit 4000 UI/0,4 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Retacrit 5000 UI/0,5 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Retacrit 6000 UI/0,6 ml soluzione iniettabile in siringa accompagnata da sintomi clinici, in pazienti adulti con insufficienza renale non ancora dializzati (vedere paragrafo 4.4). 2. Trattamento dell'anemia e riduzione del fabbisogno trasfusionale in pazienti adulti in trattamento chemioterapico per tumori solidi, linfoma maligno o mieloma multiplo e a rischio di trasfusione, come indicato dallo stato generale del paziente (situazione cardiovascolare, anemia preesistente all'inizio della chemioterapia). 3. Aumentare la produzione di sangue autologo nei pazienti facenti parte di un programma di predonazione autologa. L'impiego per tale indicazione deve essere valutato in rapporto al noto rischio di eventi tromboembolici. Il trattamento deve essere effettuato solo in pazienti non sideropenici con anemia moderata (emoglobina (Hb) 1013 g/dl (6,2-8,1 mmol/l)), quando le tecnichedi risparmio di sangue non siano disponibili o siano insufficienti e l'intervento programmato di chirurgia elettiva maggiore richieda un elevato quantitativo di sangue (4 o più unità di sangue per le donne, 5 o più unità per gli uomini). 4. Ridurre l'esposizione a trasfusioni di sangue allogenico in pazienti adulti non sideropenici, ritenuti ad alto rischio di complicanze trasfusionali, prima di un intervento elettivo di chirurgia ortopedica maggiore. Limitare l'uso ai pazienti con anemia moderata (Hb 10-13 g/dl) non facenti parte di un programma di predonazione autologa e per i quali si preveda una perdita ematica di 900-1800 ml. Indicazioni terapeutiche: 1. Trattamento dell'anemia sintomatica associata a insufficienza renale cronica (IRC) in pazienti adulti e pediatrici: trattamento dell'anemia associata ad insufficienza renale cronica in pazienti adulti e pediatrici in emodialisi e in pazienti adulti in dialisi peritoneale. trattamento dell'anemia grave di origine renale con sintomatologia clinica in pazienti adulti con insufficienza renale non ancora sottoposti a dialisi. 2. Trattamento dell'anemia e riduzione del fabbisogno trasfusionale in pazienti adulti sottoposti a chemioterapia per tumori solidi, linfoma maligno o mieloma multiplo e a rischio di emotrasfusione come indicato dallo stato generale del paziente (situazione cardiovascolare, anemia preesistente all'inizio della chemioterapia). 3. Incrementare la quantità di sangue autologo in pazienti facenti parte di un programma di predonazione. L'uso in questa indicazione deve essere valutato alla luce dei rischi riferiti di eventi tromboembolici. Il trattamento deve essere 14 preriempita Retacrit 8000 UI/0,8 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Retacrit 10000 UI/1,0 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Retacrit 20000 UI/0,5 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Retacrit 30000 UI/0,75 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Retacrit 40000 UI/1,0 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Estensione di indicazione relative ad usi consolidati sulla base di evidenze scientifiche presenti in letteratura riservato solo a pazienti con anemia di grado moderato (in assenza di sideropenia) se le procedure di emoconservazione non sono disponibili o sono insufficienti quando l'intervento elettivo di chirurgia maggiore previsto richiede un notevole volume di sangue (4 o più unità di sangue per le donne, 5 o più unità per gli uomini). 1. Sindromi mielodisplastiche (MDS) L. 648/96 A brevetto non scaduto Epoetina Beta: Neorecormon Dosaggi disponibili: Neorecormon 2000UI/0,3 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Neorecromon 3000UI/0,3 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Neorecormon 4000UI/0.3 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Neorecormon 5000UI/0,3 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Neorecormon 6000UI/0,3 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Neorecormon 10000UI/0,6 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Neorecormon 30000UI/0,6 ml soluzione iniettabile in siringa preriempita Indicazioni terapeutiche: 1. Trattamento dell'anemia sintomatica associata ad insufficienza renale cronica (IRC) in pazienti adulti e pediatrici. 2. Prevenzione dell'anemia dei neonati prematuri con un peso alla nascita compreso tra 750 e 1500 g e con un periodo di gestazione inferiore a 3-4 settimane. 3. Trattamento dell'anemia sintomatica in pazienti adulti con tumore non mieloide sottoposti a chemioterapia. 4. Incrementare la quantità di sangue autologo in pazienti facenti parte di un programma di predonazione. Il suo uso in questa indicazione deve essere compensato dal riportato aumentato rischio di eventi tromboembolici. Il trattamento deve essere riservato solo a pazienti con anemia di grado moderato (emoglobina 10 - 13 g/dl [6,21 - 8,07 mmol/l], in assenza di carenza di ferro) se le procedure di conservazione non sono disponibili o sono insufficienti quando l'intervento elettivo di chirurgia maggiore richiede un notevole volume di sangue (4 o più unità di sangue per le donne o 5 o più unità per gli uomini). 15 Estensione di indicazione relative ad usi consolidati sulla base di evidenze scientifiche presenti in letteratura L. 648/96 BIOSIMILARE Epoetina teta biosimilare: Eporatio 1. Utilizzo nel trattamento dell’anemia (Hgb < 10 g/dl o riduzione dell’emoglobina > 2 g/dl durante un qualsiasi periodo di 4 settimane di trattamento) nei pazienti che ricevono ribavirina in combinazione con interferone standard o peghilato per il trattamento dell’infezione cronica da HCV e che presentano risposta virologica alla terapia. 2. In pazienti HIV pluritrattati con anemia (Hgb < 8,5 g/dl) nei quali l’uso dei farmaci anemizzanti è l’unica alternativa terapeutica. 3. Sindromi mielodisplastiche (MDS) 4. Anemia refrattaria (AR), con sideroblasti (RARS) e senza sideroblasti (RA) Indicazioni terapeutiche: 1. Trattamento dell'anemia sintomatica associata insufficienza renale cronica (IRC) in pazienti adulti. ad Dosaggi disponibili: Eporatio 1000 UI/0,5 ml s.c. Eporatio 10000 UI/1 ml s.c. 2. Trattamento dell'anemia sintomatica in pazienti adulti oncologici in chemioterapia per neoplasie maligne non mieolidi. Eporatio 2000 UI/0,5 ml s.c. Eporatio 20000 UI/1 ml s.c. Eporatio 3000 UI/0,5 ml s.c. Eporatio 30000 UI/1 ml s.c. Eporatio 4000 UI/0,5 ml s.c. Eporatio 5000 UI/0,5 ml s.c. La prescrizione a carico del SSN delle eritropoetine (biosimilari e non) è consentita a seguito di piano terapeutico (ultimo aggiornamento pubblicato in G.U. n. 270 del 18 novembre 2010, in vigore dal 19 novembre 2010), redatto a cura di specialisti delle U.O. di nefrologia e dialisi, medicina generale, ematologia, oncologia, radioterapia, infettivologia, chirurgia, anestesia e rianimazione, emotrasfusione, centri trapianto e pediatria delle strutture sanitarie di ricovero e cura, pubbliche e private accreditate. 16 PIANO TERAPEUTICO AIFA PER PRESCRIZIONE S.S.N. DI ERITROPOIETINE (ex Nota 12) (G.U. 270 del 18/11/2010) Centro prescrittore _______________________________________________________________ Medico prescrittore (nome e cognome) _______________________________________________ Tel. __________________ e-mail________________________ Paziente (nome e cognome) ________________________________________________________ Data di nascita _______________ sesso M F Codice fiscale ____________________________________________ Residente a __________________________________________________Tel. _______________ Regione ___________________________________Prov._____________ASL di residenza___________ Medico di Medicina Generale __________________________________________________________ Medico di Medicina Generale ______________________________________________________ La prescrizione di eritropoietine originatori e biosimilari, è a carico del SSN per le seguenti condizioni cliniche: - Trattamento dell'anemia ( Hb <11 g/dL e suo mantenimento tra 11 e 12 g/dL) associata ad IRC in pazienti adulti e in soggetti pediatrici* sia in trattamento dialitico che in trattamento conservativo Principi attivi: eritropoietina alfa, eritropoietina beta, darbepoetina alfa, eritropoietina zeta (*per Darbepoetina sono disponibili dati in età pediatrica solo per pazienti con età >11 anni.) - Trattamento dell'anemia (Hb <11 g/dL e suo mantenimento tra 11 e 12 g/dL) associata ad IRC in pazienti adulti Principi attivi: Metossipolietileglicole-eritropoietina beta - Trattamento dell'anemia (Hb <10 g/dL) in pazienti adulti oncologici che ricevono chemioterapia antiblastica; in caso di Hb <8 mg/dL è indicato il ricorso all'emotrasfusione Principi attivi: eritropoietina alfa, eritropoietina beta e darbepoetina alfa, eritropoietina teta, eritropoietina zeta 17 - Trattamento per incrementare la quantità di sangue autologo nell'ambito di programmi di pre-donazione con le limitazioni previste in scheda tecnica. Principi attivi: eritropoietina alfa, eritropoietina beta, eritropoietina zeta Farmaco prescritto eritropoietina alfa eritropoietina beta darbepoetina alfa eritropoietina zeta metossipolietileglicole-eritropoietina beta eritropoietina teta Dosaggio: _________________________________________________________________________ Durata prevista del trattamento: ________________________________________________________ Prima prescrizione Prosecuzione della cura Data Timbro e firma del clinico prescrittore Prima prescrizione Prosecuzione della cura 18 C- SISTEMA CARDIOVASCOLARE La classe ATC liv. 1 C (Sistema Cardiovascolare) rappresenta a livello nazionale, regionale e nella Provincia dell’ASL di Lodi la prima per valore di spesa a carico SSN; in particolare al primo posto nell’assorbimento di valori di spesa risulta la classe dei farmaci ad azione sul sistema reninaangiotensina (C09), seguiti dalle sostanze ad azione modificatrice dei lipidi (C10) e dai calcio antagonisti (C08). C08 – CALCIOANTAGONISTI Nel 2012 la prescrizione a carico del SSN dei calcio-antagonisti a cura dei prescrittori operanti nel territorio dell’ASL di Lodi ha evidenziato un valore di spesa che incide per il 9 % sul totale prescrittivo della classe cardiovascolare (in termini di spesa). I farmaci presenti in questa classe farmacologica sono erogabili in classe A e quindi a carico del SSN, non sono sottoposti alle limitazioni delle note AIFA ed esiste una buona disponibilità di farmaci a brevetto scaduto tra i calcio-antagonisti selettivi, sia ad effetto prevalentemente vascolare, sia ad effetto cardiaco diretto. C09- SOSTANZE AD AZIONE SUL SISTEMA RENINA-ANGIOTENSINA In generale ACE-inibitori e sartani non presentano tra loro significative differenze in termini di efficacia clinica e di efficacia biologica, mentre sussistono differenze nei costi della terapia, delle quali è opportuno tener conto, a parità di indicazioni cliniche laddove vi sia un’equivalenza in termini di efficacia e di sicurezza delle due classi di farmaci. Nell’ASL di Lodi, i farmaci ad azione sul sistema Renina/Angiotensina, nell’anno 2012, hanno inciso per oltre il 39,7% sul totale di spesa relativo al sistema cardiovascolare. La spesa farmaceutica relativa della categoria omogenea C09 è assorbita per il 65% dagli antagonisti dei recettori dell’angiotensina II (sartani, in associazione ai diuretici e non) a fronte di circa 162.000 prescrizioni di ACE inibitori, contro le 98.600 dei sartani. I farmaci presenti in questa classe farmacologica sono erogabili a carico del SSN in classe A e non sono sottoposti alle limitazioni delle note AIFA. Tra gli ACE inibitori e i sartani sono disponibili diversi principi attivi a brevetto scaduto. Si rimanda ai relativi foglietti illustrativi che a volte dimostrano per i farmaci equivalenti alcune indicazioni in meno rispetto ai farmaci “originatori”. Per i sartani sono qui di seguito riportate le diverse indicazioni previste da scheda tecnica. Indicazione prescrittive Trattamento essenziale dell’ipertensione Principio attivo arteriosa LOSARTAN, EPROSARTAN, VALSARTAN, IRBESARTAN, CANDESARTAN, TELMISARTAN, OLMESARTAN Insufficienza cardiaca in sostituzione/ aggiunta LOSARTAN, VALSARTAN, CANDESARTAN ad ACE inibitore Infarto miocardico recente VALSARTAN Malattia renale nei pazienti ipertesi con DM-2 IRBESARTAN, LOSARTAN Si rimanda al “Documento di consenso sulla terapia anti-ipertensiva condiviso ASL/AO”, disponibile sul sito web dell’ASL di Lodi (Aree riservate- area medici-sezione documenti) per indicazioni più dettagliate sulle scelta terapeutiche. 19 C10 - SOSTANZE MODIFICATRICI DEI LIPIDI Nel 2011 questa categoria farmacologia, nel territorio dell’ASL di Lodi, ha inciso per oltre il 31,5% sul totale di spesa del sistema cardiovascolare. La maggiore criticità di spesa è data dalle statine seguite dagli acidi grassi della serie omega-3. La prescrizione dei fibrati è invece trascurabile. Fibrati, statine e polienoli, per l’erogabilità a carico del SSN in fascia A, sono sottoposti alle limitazioni della nota AIFA 13, recentemente modificata e sotto riportata. NOTA 13 testo aggiornato alla modifica di cui alla Determinazione AIFA 26 marzo 2013, in vigore dal 10 aprile 2013; PRINCIPIO ATTIVO La prescrizione a carico del SSN è limitata ai pazienti affetti da: Ipercolesterolemia non corretta dalla sola dieta, seguita per almeno 3 mesi° Ipolipemizzanti: Fibrati: -bezafibrato -fenofibrato -gemfibrozil Statine: -simvastatina -pravastatina -fluvastatina -lovastatina -atorvastatina -rosuvastatina Altri: -Omega3 PUFA -Ezetimibe Ipercolesterolemia poligenica secondo i criteri specificati al relativo paragrafo 1) che costituisce parte integrante della presente prescrizione Classificazione Target dei pazienti terapeutico Farmaci prescrivibili a carico del SSN in funzione (Colesterolo del raggiungimento del target terapeutico LDL in mg/dL) CATEGORIE DI Trattamento di 1° Trattamento di 2° RISCHIO* livello livello -simvastatina Pazienti con Colesterolo Modifca dello stile di -pravastatina rischio medio: LDL < vita per almeno 6 -fluvastatina - score 2-3% 130 mesi -lovastatina -atorvastatina (**) -simvastatina Pazienti con Colesterolo -pravastatina rischio moderato: LDL < -fluvastatina - score 4-5% 115 -lovastatina -atorvastatina (**) -simvastatina -pravastatina -fluvastatina rosuvastatina -lovastatina Pazienti con Colesterolo ezetimibe + statine ( in -atorvastatina (**) rischio alto: LDL < associazione - 5%<score<10% 100 estemporanea o Preferire precostituita) (**) atorvastatina se necessaria riduzione del C-LDL>50% -simvastatina(**) § -pravastatina -fluvastatina -lovastatina Pazienti con Colesterolo -atorvastatina § rischio molto LDL < ezetimibe + statine ( in alto: 70 (riduzione rosuvastatina nei associazione - score > o di almeno il pazienti in cui ci sia estemporanea o uguale a 10% 50% C-LDL) stata evidenza di precostituita) (**) effetti collaterali severi nei primi 6 mesi di terapia con altre statine PARTICOLARI CATEGORIE DI PAZIENTI 20 Pazienti in trattamento con HDL basse (<40 mg nei M e 50 nelle F) e/o trigliceridi elevati (>200 mg/dL) Fibrati^ ° La terapia dovrebbe essere intrapresa contemporaneamente alla modifica dello stile di vita nei pazienti a rischio molto alto ed in quelli a rischio alto. * Nei pazienti con rischio basso (score 0-1%) è indicata solo la modifica dello stile di vita. (**) Nei pazienti intolleranti alle statine , per il conseguimento del target terapeutico è rimborsato il trattamento con ezetimibe in monoterapia. § Nei pazienti con sindromi coronariche acute o in quelli sottoposti a trattamento di rivascolarizzazionepercutanea è indicata atorvastatina a dosaggio elevato (> = 40 mg). ^ Il farmaco di 1° scelta è fenofibrato per la maggior sicurezza d’uso nei pazienti in terapia con statine; la combinazione di statine e gemfibrozil è invece associata ad un aumentato rischio di miopatia. Dislipidemie familiari secondo i criteri specificati al relativo paragrafo 2) che costituisce parte integrante della presente prescrizione DISLIPIDEMIA IPERCOLESTEROLEMIA FAMILIARE MONOGENICA (FH) IPERLIPIDEMIA FAMILIARE COMBINATA DISBETALIPOPROTEINEMIA IPERCHILOMICRONEMIE e gravi IPERTRIGLICERIDEMIE Farmaci prescrivibili a carico del SSN Trattamento di Trattamento di Trattamento 1° 2° di 3° livello livello livello ezetimibe + simvastatina statine ( in Aggiunta di pravastatina associazione resine fluvastatina estemporanea o sequestranti lovastatina precostituita) (**) gli ac. biliari atorvastatina rosuvastatina(**) simvastatina rosuvastatina pravastatina fluvastatina omega 3 PUFA lovastatina atorvastatina(**) ezetimibe + statine ( in associazione estemporanea o precostituita) (**) simvastatina rosuvastatina pravastatina Aggiunta di fluvastatina ezetimibe + resine lovastatina statine ( in sequestranti atorvastatina(**) associazione gli ac. biliari estemporanea o fibrati precostituita) (**) fibrati in fibrati associazione a omega 3 PUFA omega 3 PUFA (**) Nei pazienti intolleranti alle statine , per il conseguimento del target terapeutico è rimborsato il trattamento con ezetimibe in monoterapia. Iperlipidemie in pazienti con insufficienza renale cronica moderata e grave specificati al relativo paragrafo 3) che costituisce parte integrante della presente prescrizione Farmaci prescrivibili a carico del SSN Omega 3 PUFA di LDL-C≥ 130 mg/dL 21 1° scelta: ezetimibe + simvastatina 2° scelta: altre statine a minima escrezione renale* Iperlipidemie indotte da farmaci non corrette dalla sola dieta secondo i criteri esplicativi specificati al relativo paragrafo 4) che costituisce parte integrante della prescrizione Farmaci immunosoppressori, antiretrovirali e inibitori della aromatasi Farmaci prescrivibili a carico del SSN Statine considerando con la massima attenzione l'interferenza con il trattamento antiretrovirale HAART. Fibrati nel caso sia predominante l’iperTG Ezetimibe in monoterapia nei pazienti che non tollerano il trattamento con statine o non possono eseguirlo L’uso dei farmaci ipolipemizzanti deve essere continuativo e non occasionale così come il controllo degli stili di vita (alimentazione, fumo, attività fisica, etc.). 1) Ipercolesterolemia non corretta dalla sola dieta e ipercolesterolemia poligenica La tabella soprariportata definisce i criteri per l’ammissione dei pazienti alla terapia rimborsabile, associando alla stratificazione del rischio il relativo target terapeutico ed, in funzione di entrambi la proposta di trattamento rimborsabile. Solo dopo tre mesi di dieta adeguatamente proposta al paziente ed eseguita in modo corretto, dopo aver escluso le cause di dislipidemia familiare o dovute ad altre patologie (ad esempio l’ipotiroidismo) si può valutare l’inizio della terapia farmacologia. La terapia dovrebbe tuttavia essere intrapresa contemporaneamente alla modifica dello stile di vita nei pazienti a rischio molto alto ( C-LDL > 70 mg/dL) e in quelli a rischio alto ( C-LDL > 100 mg/dL). E’ inoltre RACCOMANDABILE, nell’ambito di ciascuna classe di farmaci, l’OPZIONE TERAPEUTICA MENO COSTOSA. Accanto a ciascun target terapeutico la nota 13 identifica il trattamento di prima scelta per la terapia d’ingresso. E’ sempre necessario assicurare l’ottimizzazione del dosaggio della statina prima di prendere in considerazione la sua sostituzione o la sua associazione. L’impiego di medicinali di 2° ed eventualmente 3° livello può essere ammesso solo quando il trattamento di 1° linea, a dosaggio adeguato e per un congruo periodo di tempo, si sia dimostrato insufficiente al raggiungimento della riduzione attesa del LDL-C e/o della riduzione di almeno il 50% del colesterolo LDL, ovvero abbia indotto effetti collaterali. Al fine dell’ appropriatezza prescrittiva, che tiene nel dovuto conto soprattutto il migliore trattamento del paziente con l’obiettivo di prevenire gli eventi CV, sarà essenziale il monitoraggio clinico al fine di poter documentare il momento e le cause che richiedano la sostituzione della terapia o la terapia di associazione. Per i pazienti con dislipidemia aterogenica (TG>200 mg/dL; HDL<34 mg/dL) e per quelli con ipertrogliceridemia i farmaci di seconda linea da somministrare in associazione alle statine sono i fibrati. La nota 13 ha riconsiderato, su aggiornate basi farmaco-terapeutiche, il ruolo dell’associazione tra ezetimibe e statine; infatti l’ezetimibe è un farmaco che inibisce l’assorbimento del colesterolo e che utilizzato in monoterapia, riduce i livelli di LDL-C dal 15 al 22% dei valori di base. Mentre il ruolo dell’ezetimibe in monoterapia nei pazienti con elevati livelli di LDL-C è, perciò, molto limitato, l’azione dell’ezetimibe è complementare a quella delle statine; infatti le statine che riducono la biosintesi del colesterolo, tendono ad aumentare il suo assorbimento a livello intestinale; l’ezetimibe che inibisce l’assorbimento intestinale di colesterolo tende ad aumentare la sua biosintesi a livello epatico. Per questo motivo, l’ezetimibe in associazione ad una statina può determinare una ulteriore riduzione di LDL-C (indipendentemente dalla statina utilizzata e dalla sua posologia) del 15-20%. 22 Quindi, l’associazione tra ezetimibe e statine, sia in forma precostituita che estemporanea, è utile e rimborsata dal SSN solo nei pazienti nei quali le statine a dose considerata ottimale non consentono di raggiungere il target terapeutico. Nei pazienti che siano intolleranti alle statine è altresì ammessa, a carico SSN, la monoterapia con ezetimibe. La seguente figura presenta l’entità della riduzione del C-LDL ottenibile con le diverse statine, ai differenti dosaggi disponibili in commercio: - i principi attivi più efficaci sono sulla sinistra del grafico (A= atorvastatina F= fluvastatina P=pravastatina R=rosuvastatina S=simvastatina L=lovastatina) (grafico adattato dal documento del NHS Foundation Trust “guidelines on statin prescribing in the prevention of cardiovascular disease, 2006) 23 Classificazione in base al livello di rischio La classificazione dei pazienti in base al livello di rischio è redatta in accordo con le Linee Guida dell’ESC/EAS per il trattamento della dislipidemia. Il calcolo del rischio CV, secondo le carte del rischio sottoriportate, va effettuato SOLO per i pazienti senza evidenza di malattia. Sono di seguito specificati i livelli inclusivi per la definizione dei pazienti a rischio alto e molto alto. Livello di Rischio del Paziente PAZIENTI CON RISCHIO ALTO Classificazione dei pazienti pazienti che presentano 5%<score<10% pazienti con dislipidemie familiari pazienti con ipertensione severa pazienti diabetici senza fattori di rischio CV/danno d’organo 2 pazienti con IRC moderata (FG 30-59 ml/min/1,73 m ) 24 PAZIENTI CON MOLTO ALTO RISCHIO pazienti che presentano score> = a 10% pazienti con Malattia coronaria (CHD) stroke ischemico arteropatie periferiche (PAD) pregresso infarto bypass- aorto-coronarico pazienti diabetici con 1 o + fattori di rischio CV e/o markers di danno d’organo (es. microalbimunuria) 2 pazienti con IRC grave (FG 15-29 ml/min/1,73 m ) Particolari categorie di pazienti Pazienti diabetici: in questa tipologia di pazienti le LDL sono impoverite in colesterolo ed arricchite in trigliceridi; pertanto il dosaggio del colesterolo LDL non fornisce un’adeguata informazione sul suo reale valore e quindi anche sul target terapeutico (TT) che deve essere raggiunto. In questi pazienti, come anche in quelli affetti da sindrome metabolica e quelli con insufficienza renale cronica, dovrebbe quindi essere considerato il dosaggio dell’ApoB. L’ApoB infatti è indicativo del numero di particelle LDL circolanti. Pazienti con isolate ipetrigliceridemie: anche isolati livelli elevati di TG costituiscono un fattore di rischio. Recenti metanalisi hanno dimostrato che l’aumento dei trigliceridi aumenta il rischio CV anche dopo aggiustamento per le variabili interferenti, incluso il colesterolo HDL. Altre categorie di pazienti a rischio sono le seguenti: Pazienti con livelli di Lp(a)> 50 mg/dL Pazienti con HDL basse (<40 mg nei M e 50 nelle F). Si consideri che più del 50% dei pazienti con coronaropatia documentata ha bassi livelli di HDL. 2) Dislipidemie familiari Le dislipidemie familiari sono malattie su base genetica caratterizzate da elevati livelli di alcune frazioni lipidiche plasmatiche e, spesso da una grave e precoce insorgenza di malattie CV. Le dislipidemie erano classicamente distinte secondo la classificazione di Frederickson, basata sull’individuazione delle frazioni lipoproteiche aumentate; questa classificazione è oggi in parte superata da una classificazione genotipica, basata sull’identificazione delle alterazioni geniche responsabili. Ad oggi non sono tuttavia definiti criteri internazionali consolidati per la diagnosi molecolare di tutte le principali dislipidemie familiari e l’applicabilità clinica pratica di tali criteri è comunque limitata: il loro riconoscimento va quindi effettuato impiegando algoritmi diagnostici che si basano sulla combinazione di criteri biochimici, clinici ed anamnestici. E’ essenziale per la diagnosi di dislipidemia familiare escludere preliminarmente tutte le forme di iperlipidemia secondaria o da farmaci. Tra le dislipidemia familiari che più frequentemente si associano ad un rischio aumentato di cardiopatia ischemia prematura, vanno ricordate le ipercolesterolemie familiari autosomiche dominanti (ADH1, ADH2, ADH3) e recessive, l’iperlipidemia familiare combinata (FCH), la disbetalipoproteinemia e le gravi iperchilomicronemie / ipertrigliceridemie. In tutti questi pazienti l’obiettivo primario della terapia è di portare la colesterolemia a valori più bassi possibile. Rimandando alle Linee Guida ESC/EAS per una descrizione più dettagliata dei criteri diagnostici, ai fini dell’appropriatezza prescrittivi dei medicinali in Nota 13, si riportano di seguito i principali criteri clinici per la diagnosi delle forme familiari più comuni: Ipercolesterolemia familiare monogenica, o FH Malattia genetica (con prevalenza nel nostro Paese intorno ad 1:500) frequentemente dovuta a mutazioni del gene che codifica il recettore delle LDL. Benché una diagnosi certa sia ottenibile 25 solamente mediante metodiche di analisi molecolare, questa dislipidemia, nella pratica clinica, può essere diagnosticata con ragionevole certezza mediante un complesso di criteri biochimici, clinici ed anamnestici. I cardini di questi criteri, sostanzialmente condivisi da tutti gli algoritmi diagnostici proposti, includono: colesterolemia LDL superiore a 190 mg/dL più trasmissione verticale della malattia, documentata dalla presenza di analoga alterazione biochimica nei familiari del probando. In assenza di informazioni sul profilo lipidico dei familiari il sospetto è molto forte se insieme alla colesterolemia LDL superiore a 190 mg/dL si osservano: presenza di xantomatosi tendinea nel probando oppure un’anamnesi positiva per cardiopatia ischemica precoce (prima dei 55 anni negli uomini, prima dei 60 nelle donne) nel probando o nei familiari di I e II grado (nonni, genitori, fratelli) o la presenza di grave ipercolesterolemia in figli in età prepubere. Dati recenti suggeriscono che un appropriato trattamento dei pazienti con ipercolesterolemia familiare conduce ad un sostanziale abbattimento del loro eccesso di rischio cardiovascolare. Iperlipidemia combinata familiare, o FCH Questa malattia (con prevalenza nel nostro Paese intorno ad 1-2:100) è caratterizzata da una importante variabilità fenotipica ed è collegata a numerose variazioni genetiche, con meccanismi fisiopatologici apparentemente legati ad un’iperproduzione di apo B-100, e quindi delle VLDL. I criteri diagnostici sui quali è presente un consenso sono: colesterolemia LDL superiore a 160 mg/dl e/o trigliceridemia superiore a 200 mg/dl più documentazione nei membri della stessa famiglia (I e II grado) di più casi di ipercolesterolemia e/o ipertrigliceridemia (fenotipi multipli), spesso con variabilità fenotipica nel tempo (passaggio da ipercolesterolemia ad ipertrigliceridemia, o a forme miste). In assenza di documentazione sui familiari, la dislipidemia familiare è fortemente sospetta in presenza anamnestica o clinica o strumentale di arteriosclerosi precoce. È indispensabile per la validità della diagnosi di iperlipidemia combinata familiare escludere le famiglie in cui siano presenti unicamente ipercolesterolemia o ipertrigliceridemia. Disbetalipoproteinemia familiare Patologia molto rara (con prevalenza nel nostro Paese intorno ad 1:10.000) che si manifesta in soggetti omozigoti per l’isoforma E2 dell’apolipoproteina E. La patologia si manifesta in realtà solamente in una piccola percentuale dei pazienti E2/E2, per motivi non ancora ben noti. I criteri diagnostici includono: valori sia di colesterolemia che di trigliceridemia intorno ai 400-500 mg/dl più presenza di larga banda beta, da fusione delle bande VLDL ed LDL, alla elettroforesi delle lipoproteine. La presenza di uno di questi fattori aumenta la validità della diagnosi: xantomi tuberosi, xantomi striati palmari (strie giallastre nelle pieghe interdigitali o sulla superficie palmare delle mani, da considerare molto specifici). 3) Iperlipidemie in pazienti con insufficienza renale cronica (IRC) Per il trattamento ipocolesterolemizzante dei pazienti con insufficienza renale (GFR < 60ml/min/1,73 m2) è necessario prestare la massima attenzione alla scelta della terapia, a seconda del grado di IR. Le statine si sono dimostrate efficaci nel ridurre gli eventi vascolari in pazienti con IRC, di ridurre la proteinuria e di rallentare la progressione della malattia renale. 26 Tutte le statine sono prevalentemente escrete attraverso il fegato nelle vie biliari e quindi con le feci nell’intestino. Una parte minore (<13%) è eliminata per via renale, in % variabili a seconda della statina. Nei pazienti con IRC in stadio 5 (GFR < 15 ml/min o in trattamento sostitutivo della funzione renale) le evidenze attuali, desunte dai pochi studi di intervento pubblicati, non sono favorevoli al trattamento della dislipidemia. Il recente risultato dello studio AURORA, che valutava l’effetto di rosuvastatina in una popolazione di pazienti con IRC allo stadio finale, ha dimostrato che, a fronte di una riduzione del LDL-C, il trattamento con statina non era associato ad una riduzione dell’endpoint combinato di IMA, stroke e morte cardiovascolare. 4) Iperlipidemia indotte da farmaci (immunosoppressori, antiretrovirali e inibitori della aromatasi) Un incremento del colesterolo totale e delle frazioni a basso peso molecolare (LDL e VLVL), dei TG e dell’apolipoproteina B sono stati riscontrati: 1. nel 60-80% dei pazienti sottoposti a trapianto di cuore e che ricevono una terapia immunosoppressiva standard comprensiva di steroidi, ciclosporina e azatioprina, 2. nel 45% dei pazienti sottoposti a trapianto di fegato, 3. in una percentuale di pazienti sottoposti a trapianto di rene, che a seconda delle varie casistiche considerate arriva fino al 60%. Numerosi studi effettuati su campioni di popolazione di adeguata numerosità hanno consentito di dimostrare la correlazione tra iperlipidemia e lo sviluppo di aterosclerosi e conseguentemente di malattia cardiovascolare. L’iperlipidemia indotta dai farmaci immunosoppressivi, inoltre, accelera lo sviluppo della cosiddetta GVC (graft coronary vasculopathy), una forma di aterosclerosi coronarica accelerata che rappresenta la più comune causa di morte tardiva post-trapianto di cuore e che si riscontra in questi pazienti con un’incidenza annua pari al 10%. Alla luce di questi dati nella pratica clinica l’utilizzo di farmaci ipolipemizzanti nei pazienti sottoposti a trapianto di organo solido si è reso indispensabile laddove l’utilizzo di un regime dietetico controllato a basso contenuto di colesterolo e la riduzione di eventuali ulteriori fattori di rischio cardiovascolare modificabili non sia stata sufficiente per mantenere i valori di colesterolemia entro i limiti consigliati e laddove non sia proponibile l’utilizzo di uno schema alternativo di terapia antirigetto. Nei pazienti con infezione da HIV, a seguito dell’introduzione della HAART (terapia antiretrovirale di combinazione ad alta efficacia), è frequente l’insorgenza di dislipidemia indotta dai farmaci antiretrovirali che, nel tempo, può contribuire ad un aumento dell’incidenza di eventi cardiovascolari, sviluppabili anche in giovane età. Da studi di coorte prospettici, se pur non tutti concordi, emerge un rischio relativo di eventi ischemici vascolari pari a circa 1.25 per anno con incremento progressivo e proporzionale alla durata di esposizione alla terapia antiretrovirale. La prevalenza di dislipidemia nei pazienti HIV positivi è variabile in rapporto al tipo di terapia antiretrovirale, comunque è intorno al 25% per la colesterolemia e oltre il 30% per l’ipertrigliceridemia (indotta in particolare dall’interferone). Alla luce di questi dati, nella pratica clinica l’utilizzo di farmaci ipolipemizzanti nei pazienti con infezione da HIV in trattamento antiretrovirale si è reso necessario laddove la riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare “modificabili” non si riveli sufficiente e laddove, per motivi clinici/virologici, non sia sostituibile alla terapia antiretrovirale in atto. In questi casi si possono utilizzare statine di 2° livello. Nei pazienti in trattamento con farmaci antiretrovirali il trattamento con simvastatina è controindicato. E’stato dimostrato che gli inibitori della aromatasi (anastrazolo, letrozolo ed examestane) possono aumentare il livello del colesterolo serico in meno del 7% dei pazienti trattati. Poiché l’anastrozolo a dosi molto elevate è un inibitore del CYP1A2, CYP3A4 e CYP2C8/9 e il letrozolo è un modesto inibitore del CYP2C19, se tali inibitori delle armatasi sono associati alla rosuvastatina, si può osservare una ridotta attivazione o un ridotto metabolismo della statina stessa. Essendo la 27 pravastatina un debole induttore del CYP3A4 riduce i livelli plasmati dei succitati inibitori dell’ aromatasi. Precisazioni sulla nota 13 AIFA: A seguito delle numerose modifiche introdotte dall’ultima versione della nota AIFA 13, si riassumono le principali intervenute: Inserimento della categoria di pazienti a rischio medio (115 mg/dL <LDL<130 mg/dL). La categoria di rischio moderato, contenuta nelle linee guida ESC per il trattamento delle dislipidemie è stata differenziata nelle 2 categorie RISCHIO MEDIO e RISCHIO MODERATO. Nei pazienti a rischio medio il trattamento di 1° livello previsto è la modifica dello stile di vita, applicata per almeno 6 mesi. E’ eliminata la distinzione tra statine di 1° e 2° livello: ad eccezione dei pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare monogenica, la ROSUVASTATINA non è prevista nei pazienti precedentemente mai trattati con statine (è ammesso solo l’UTILIZZO IN SECONDA LINEA). Anche nei pazienti a rischio molto alto (LDL<70 mg/dL) l’eventuale utilizzo di rosuvastatina deve avvenire a seguito di evidenza di effetti collaterali severi nei primi 6 mesi di terapia con altre statine. Poiché la modifica della nota AIFA ha effetto per tutti i pazienti in terapia, ne consegue che quelli mai trattati con statine, entrati in terapia con rosuvastatina in prima linea, in precedenza alla modifica della presente nota, DEVONO ESSERE RIVALUTATI alla luce delle nuove limitazioni della nota. I farmaci OMEGA 3-PUFA sono stati ESCLUSI dall’elenco dei farmaci utilizzabili a carico del SSN per i pazienti (con dislipidemia non corretta dalla sola dieta e affetti da dislipidemie poligeniche) in trattamento con statine che presentano HDL basse e/o trigliceridi elevati. In tal caso i farmaci concedibili sono i FIBRATI. I farmaci OMEGA 3-PUFA sono stati ESCLUSI dalla concedibilità per la seguente indicazione: PREVENZIONE SECONDARIA del PAZIENTE con PREGRESSO INFARTO MIOCARDICO (determina AIFA N. 50 del 28/02/2013, a seguito dell’accoglimento del ricorso AIFA alla sospensiva del TAR Lazio). E’ CONFERMATA invece la CONCEDIBILITA’ a carico SSN per le indicazioni IPERCHILOMICRONEMIE e GRAVI IPERTRIGLICERIDEMIE e nei pazienti con INSUFFICIENZA RENALE moderata e grave, CON valori di TRIGLICERIDI > 500 mg/dL. N06 - PSICOANALETTICI I farmaci ad azione sul sistema nervoso centrale rappresentano la terza classe in termini di criticità di spesa nel territorio dell’ASL, in costante aumento. In particolare nel 2012 l’ATC N06 (Psicoanalettici) ha assorbito il 34,3% della spesa totale per il sistema nervoso. Le molecole appartenenti all’ATC liv.3 N06A – antidepressivi rappresentano in termini percentuali il 74,9% della spesa totale riferita all’ATC N06 - psicoanalettici. Segue, con un assorbimento di spesa pari al 24,2% e a fronte di un n° di prescrizioni pari solo al 6% circa dell’ATC N06, la classe ATC N06D- farmaci attivi nelle demenze. 28 N06A- Antidepressivi Nella terapia farmacologica della depressione vengono impiegate numerose classi di farmaci antidepressivi: Antidepressivi triciclici (ADT): ad attività prevalentemente 5HTergica (Clomipramina, Imipramina) ad attività prevalentemente N.adrenergica (Desipramina, Maprotilina, Nortriptilina) ad attività non selettiva (Amitriptilina, Dosulepina, Trimipramina) Inibitori delle monoamino ossidasi (IMAO): Irreversibili (Tranilcipromina, Fenelzina) Inibitori selettivi della ricaptazione della 5HT (SSRI): Citalopram, Escitalopram, Fluoxetina, Fluvoxamina, Paroxetina, Sertralina Inibitori selettivi della ricaptazione della 5HT e NA (SNRI): Venlafaxina, Duloxetina Inibitori selettivi della ricaptazione della NA (NaRI): Reboxetina Antidepressivi noradrenergici e serotoninergici (NaSSA): Mirtazapina Inibitori della ricaptazione della NA e della DA: Bupropione Antidepressivi ad attività 5-HTergica mista: Fenilpiperazine: Trazodone. La scelta del farmaco deve basarsi sulle necessità individuali del paziente, tenendo conto delle malattie concomitanti, delle terapie già in atto, del rischio di suicidio e della risposta a trattamenti antidepressivi precedenti. Gli ADT e gli SSRI sono in genere preferiti poiché gli IMAO possono essere meno efficaci e hanno interazioni pericolose con alimenti e altri farmaci. Per buona parte di esse è disponibile il farmaco equivalente e quelle erogate in classe A non sono sottoposte alle limitazioni delle note AIFA. N06D- Antidemenza I farmaci attivi sulle demenze sono sotto posti alle limitazioni prescrittive della nota AIFA 85: NOTA 85 PRINCIPIO ATTIVO Donepezil Rivastigmina Galantamina Memantina La prescrizione a carico del SSN, su diagnosi e piano terapeutico delle Unità di Valutazione Alzheimer (UVA), individuate dalle Regioni e dalle Province Autonome di Trento e Bolzano, è limitata a pazienti con malattia di Alzheimer: 29 o di grado lieve, con MMSE tra 21 e 26 donepezil, rivastigmina, galantamina o di grado moderato, con MMSE tra 10 e 20 donepezil, rivastigmina, galantamina, memantina Alle UVA è affidato il compito di effettuare o, eventualmente, confermare una diagnosi precedente e di stabilire il grado di severità in accordo alla scala MMSE. Il piano terapeutico deve essere formulato sulla base della diagnosi iniziale di probabile demenza di Alzheimer di grado lieve-moderato. La risposta clinica dovrà essere monitorata ad intervalli regolari dall’inizio della terapia: a 1 mese, per la valutazione degli effetti collaterali e per l’aggiustamento del piano terapeutico a 3 mesi, per una prima valutazione della risposta e per il monitoraggio della tollerabilità: la rimborsabilità del trattamento oltre i 3 mesi deve basarsi sul non peggioramento dello stato cognitivo del paziente valutato tramite MMSE ed esame clinico ogni 6 mesi per successive valutazioni della risposta e della tollerabilità. 30