Asia Geografia fisica L’Asia è la più vasta delle sette parti del mondo. Forma con l’Europa il continente eurasiatico, che costituisce a sua volta, con l’Africa, il continente antico. La massa continentale asiatica si estende da 77°40’ Nord (capo Celjuskin, Siberia) a 1°16’ Nord (capo Buru, Singapore) e da 26°5’ Est (capo Baba, costa turca del mar Egeo) a 169°40’ Ovest (capo Deznëva, sullo stretto di Bering); comprendendo le isole, l’estensione in latitudine è maggiore: da 81°55’ Nord (Terra del Nord) a 11° Sud (isola Roti). La superficie è di 44.393.471 km² (acque interne comprese). L'Asia è in complesso meno articolata dell'Europa: isole e penisole non occupano che 1/5 del continente. Le coste settentrionali che si affacciano al Mar Glaciale Artico, gelato per gran parte dell'anno, sono basse e uniformi. Le coste meridionali sono orlate da grandi penisole: quella anatolica, che si protende nel Mar Mediterraneo verso l'Europa, quella arabica, bagnata dal Mar Rosso e dal Mar Arabico, quella indiana, dal contorno triangolare e affacciata sull'Oceano Indiano, e quella indocinese, che si protende a sud verso l'arcipelago australiano, segnando il limite tra l'Oceano Indiano e l'Oceano Pacifico. Tutta la costa orientale dell'Asia è fronteggiata da lunghi festoni di isole, che delimitano una serie di mari costieri (il Mar di Ohotsk, il Mar del Giappone, i mari della Cina). In corrispondenza del lato esterno dell'arco insulare il fondo marino si inabissa raggiungendo profondità che sono tra le maggiori di tutti gli oceani. Così, nel pacifico la Fossa delle Marianne (10.994 m.), la Fossa delle Filippine (10.497 m.), la Fossa del Giappone ( circa 10.500 metri), la Fossa della Guinea (circa 9.100 metri), la Fossa delle Aleutine (circa 7.800 metri), la Fossa delle Ryūkyū (circa 7.500 metri). Nell’Oceano Indiano, la Fossa della Sonda o di Giava (7.450 m.). Per quanto riguarda la configurazione del terreno, possiamo distinguere nel continente asiatico tre unità strutturali. La prima è formata dal grande Bassopiano Siberiano che continua a sud nel Bassopiano Turanico. Il corso inferiore dei grandi fiumi siberiani è gelato per gran parte dell'anno e ciò impedisce il regolare deflusso delle acque, con la conseguente formazione di grandi distese paludose. A tale serie di bassopiani seguono le regioni montuose della fascia centrale, continuazione dell'arco alpino europeo, cui sono collegate mediante l'altopiano anatolico, orlato a nord dai monti del Ponto e a sud dal Tauro. A est dell'Anatolia, le catene convergono nell'acrocoro armeno (Monte Ararat, 5.165 m) dal quale si diramano verso sud-est altri due fasci: lo Zagros, che segna il margine meridionale dell'altopiano iranico, e l'Elburz (5.605 m) che continua con l'Hindukush (7.708 m), fino a raggiungere il nodo orografico del Pamir (il tetto del mondo, 7.719 m). Di qui si dipartono altri due fasci di catene: uno si dirige verso nord est fino a raggiungere lo Stretto di Bering (Tien Shan, Altaj, Jablonovy, Stanovoj, Anadyr), l'altro si scinde subito nei grandi sistemi del Kunlun e dell'Himalaya, colossale baluardo montuoso culminante nel Monte Everest (8.848 m, la vetta più alta del mondo; secondo misurazioni recenti, però, il Monte Everest raggiungerebbe quota 8.872 m). L'Himalaya, il cui nome significa « soggiorno della neve », ha la forma di. un grande arco lungo più di 2 500 km. Comprende le vette più alte: oltre all’Everest, ricordiamo il Dhaulagiri (m 8.167), il Kanchenjunga (m 8.585), il Nanga Parbat (m. 8.126). Attorno a queste si innalzano più di settanta altre montagne di altezza superiore ai 7.500 metri. Nella catena del Karakorum le vette più elevate sono il K2 o Godwin Austen (m 8.611) e il Gasherbrum (m 8.068). Il Kunlun e l'Himalaya recingono a nord e a sud l'immenso altopiano del Tibet, la cui altitudine media supera i 4.000 m. Dal Tibet orientale si diramano lunghi fasci di catene, che formano l'ossatura della penisola indocinese. La terza entità morfologica è costituita dai tavolati peninsulari dell'Arabia e del Deccan (India), antichissimi rilievi spianati dell'erosione e rialzati ai margini. Le zone desertiche dell’Asia sono distribuiti in diversi stati. In Arabia Saudita si nota il deserto del Nefūd: è un deserto di sabbia, la cui superficie raggiunge i 74.000 km² (un quarto dell'Italia) per una lunghezza di 250 km lungo l'asse N-S e per un'ampiezza di 3-400 km lungo l'asse E-O. Con dune alte fino a un centinaio di metri e fenditure che giungono a centinaia di metri di profondità, fino al basamento roccioso sottostante, il Nefūd (o Nafūd) è uno dei deserti sabbiosi più vasti del mondo. Il Rubʿ al-Khālī, ossia "Il quarto vuoto" ("quarto" inteso come "quarta parte"), è il secondo più grande deserto di sabbia del mondo. Ricopre il terzo più meridionale della Penisola araba. Ancora ampiamente inesplorato e praticamente disabitato, il deserto è lungo circa 1.000 km e largo circa 500. Persino i Beduini ne sfiorano solo le zone marginali. Con temperature estive che vanno da vari gradi sotto lo zero di notte ad oltre 60 °C sopra lo zero a mezzogiorno, e dune più alte della Torre Eiffel - oltre 330 metri - il deserto potrebbe essere l'ambiente più inospitale del pianeta. Comunque, come quasi ovunque, la vita vi fiorisce. Vi si trovano aracnidi, roditori e piante appartenenti alla famiglia delle succulente. F. D’Alessi © 2010-2013 1 F. D’Alessi © 2010-2013 2 La desertificazione è progredita nel corso dei millenni. Prima che questa rendesse così difficoltose le rotte che lo attraversavano, le carovane del commercio dell'incenso passavano in età preislamica attraverso distese oggi virtualmente impercorribili, fino alla fine del III secolo d. C. circa. Il deserto del Neghev è una regione che si trova nella parte meridionale dello stato d'Israele. Ha la forma di un triangolo isoscele rovesciato, della superficie di circa 13.000 km², con il vertice nel Mar Rosso, confinante ad est con la Giordania, ad ovest con l'Egitto e a nord con la striscia di Gaza (estremo nord-ovest), le regioni centrali israeliane, ed il mar Morto (estremo nord-est).Il Negev è stato oggetto di sviluppo a partire dalla fondazione dello Stato di Israele, con l'insediamento di industrie chimiche, e di sviluppo agricolo lungo la valle dell'Arava che congiunge la depressione del Mar Morto con la costa del Mar Rosso. L'oculata politica di sfruttamento delle acque ha consentito la creazione di insediamenti agricoli anche in zone aride. Il deserto del Kizilkum (anche Kyzyl Kum e Qyzylqum, dall'uzbeco ''Qizilqum, "sabbia rossa") è un ampio deserto che si estende per circa 200.000 km² (gran parte dei quali situati nel Bassopiano turanico) tra Kazakistan, Turkmenistan e Uzbekistan, in Asia centrale. Il territorio è costituito per la maggior parte da una piana coperta di dune sabbiose, nella parte settentrionale è delimitato dal fiume Syrdarja mentre a sudovest il confine è costituito dal fiume Amudarja oltre il quale si trova l'ancor più esteso deserto del Karakum. L'origine del deserto risale all'innalzamento, avvenuto circa 60 milioni di anni fa, delle catene dell'Himalaya, di Tianshan e del Pamir che delimitarono l'ampio bacino in cui ora si trovano i deserti del Kizilkum e del Karakum. Il principale centro abitato della regione è Bukhara. Importanti per l'economia sono i giacimenti minerari, in particolare oro, uranio, alluminio, rame, argento, petrolio e gas naturale. Il Deserto di Thar noto anche come il Gran Deserto Indiano, è una grande ed arida regione nella parte nordoccidentale del subcontinente indiano. Con una superficie di oltre 200.000 chilometri quadrati, è settimo deserto a livello mondiale per estensione. Il Gobi occupa parte della Cina settentrionale e della Mongolia meridionale. Confina a nord con i Monti Altai e con le praterie e le steppe della Mongolia, a sud-ovest con il Corridoio di Hexi e l'Altopiano del Tibet e a sud-est con la pianura cinese settentrionale. È formato da diverse regioni geografiche ed ecologiche distinte, basate su diverse varietà climatiche e topografiche ed è il secondo maggiore deserto del mondo. L'escursione termica va dai 30-40 gradi di giorno ai -40 di notte. Il deserto di Taklamakan, anche conosciuto come Taklimakan, è un deserto dell'Asia centrale, nella parte occidentale della Repubblica Popolare Cinese. È la propaggine occidentale del deserto di Gobi; è delimitato a sud dalle montagne Kunlun, a sud e ovest dal Pamir e a nord dalle Tien Shan. In lingua uigura il termine significa: se ci vai, non ne esci più. Copre un'area di 270.000 km² sul bacino del Tarim, estendendosi fra circa i 78° e gli 88° di longitudine est e fra i 37° e i 40° di latitudine nord. Oltre al territorio continentale, l'Asia è composta anche da una parte insulare, fra cui spiccano alcune delle più grandi isole al mondo, come il Borneo (743.107 km²) e Sumatra (470.000 km²), e anche alcune delle più popolose, ad esempio Giava (132.000 km², 114.000.000 abitanti) e Honshu (227.414 km²) . Altre isole di rilievo sono Bali (5.561 km²), Madura (4.250 km² ) e Sulawesi (174.000 km²), tutte e tre facenti parte dell'Indonesia; Hokkaido (78.719 km²), Shikoku, Kyushu e Okinawa (le isole del Giappone); le Andamane (6.408 km²) e le Nicobare (1.841 km²) in India, Luzon (109.965 km²) e Mindanao (nelle Filippine); Ko Pha Ngan e Koh Samui (entrambe in Thailandia); oltre a Sri Lanka, Maldive, 2 Singapore, Hong Kong e Sachalin (76.400 km ) . Gli Stati di Indonesia, Brunei, Timor Est, Singapore, Giappone, Filippine, Taiwan, Sri Lanka, Maldive e Cipro sono composti unicamente da una o più isole e non hanno territori sul continente. Idrografia L'Asia è la parte del mondo che possiede il maggior numero di grandi fiumi. La lunghezza dei maggiori corsi d'acqua, tuttavia, appare piuttosto modesta se si paragona alla grande estensione del territorio; ciò è dovuto al fatto che tutta la parte mediana, dal Mar Caspio fino al deserto di Gobi, è occupata da zone areiche, prive cioè di idrografia superficiale. Grandi estensioni raggiungono anche i bacini interni (zone endoreiche), privi di deflusso al mare. I grandi fiumi siberiani (Ob 5.410 Km, Jenisej 4.287 km, Lena 4.400 km) appartengono al versante del Mar Glaciale Artico e hanno origine dal margine settentrionale delle alte terre asiatiche. Tutti gli altri grandi fiumi, soggetti a rovinose piene nella stagione delle piogge, si irradiano dalle montagne dell'Asia centrale. All'Oceano Pacifico tributano l'Amur (4.416 km), lo Huang He (5.464 km) e il Chang Jiang (5200-5800 km); all'Oceano Indiano, l'Indo (3.180 Km), il Brahmaputra (2.900 Km) e il Gange (2.507 Km.). Questi ultimi due confondono le acque in un unico, immenso delta. Il Mekong (4.500 Km) scorre in Cina, Myanmar, Laos, Thailandia, Cambogia, Vietnam e sfocia nel Mar Cinese Meridionale. L’Irtyš (4.248 Km) scorre in Cina, Kazakistan e Russia, prima di confluire sull’Ob. L’ Eufrate (2.760 Km) scorre inTurchia, Siria, Iraq, Iran e sfocia nel Golfo Persico. Sull’Eufrate confluisce il Tigri (1.950 Km)che attraversa Turchia, Siria e Iraq. 2 2 Tra i laghi il maggiore è il Mar Caspio (371.000 Km ), residuo, come il Lago d'Aral (17.160 Km ), di un antico 2, 2 mare interno; altri, come il Bajkal (31500 Km ) in Kazakistan e Uzbekistan e il Mar Morto (650 Km ), sono di origine tettonica. 2 2 Altri laghi notevoli sono il Balqaš (18.200 Km ), in Kazakistan, l’Issyk-Kul (6.200 Km in Kirghizistan, il Lago di 2 2 2 2 Urmia (5.800 Km ) in Iran, lo Zajsan (5.000 Km ) in Kazakistan, il Tajmyr (4.560 Km ) in Russia, l’ Hanka (4.400 Km tra 2 Cina e Russia), il Qinghai (4.000 Km ) in Cina. Lungo le coste di Israele, Libano e Siria la vegetazione è mediterranea. F. D’Alessi © 2010-2013 3 F. D’Alessi © 2010-2013 4 F. D’Alessi © 2010-2013 5 Clima Il continente può essere schematicamente diviso in 7 fasce climatiche, da nord a sud polare, subpolare, continentale, nivale di montagna, subtropicale, tropicale ed equatoriale. La zona polare è caratterizzata da clima artico e il suolo è quasi sempre ricoperto di neve e soggetto al permafrost. La fascia subpolare (Siberia) ha clima continentale freddo, con inverni lunghi e rigidi (polo del freddo, -71 °C, a Ojmjakon), estati brevi e tiepide e discreta piovosità (soprattutto a ovest ). La zona continentale, centrale, è caratterizzata da forti escursioni termiche annuali e scarsa piovosità, quasi nulla sugli aridi altipiani interni e nei deserti; verso est le condizioni vengono mitigate dall’influsso oceanico. Il clima nivale, tipico dell’alta montagna, interessa le parti più elevate del rilievo e si innesta nella zona continentale, separandola nettamente dalle fasce meridionali. La zona subtropicale (pianura indo-gangetica, Cina sud-orientale, Giappone meridionale) presenta inverni temperati e asciutti, estati calde con abbondanti piogge (12.000 mm annui nello stato di Meghalaya, India) legate al ciclo dei monsoni (da giugno-luglio a settembre-ottobre). Nella fascia tropicale (penisola arabica, Deccan, penisola indocinese) il clima è caldo durante tutto l’anno, con piogge monsoniche estive limitate alle regioni a est dell’Indo. La fascia equatoriale comprende la penisola malese, l’arcipelago indonesiano e, in parte, quello filippino, con un clima caldo-umido (oltre 2000 mm annui di pioggia, temperatura costante di 26-28 °C). Un clima temperato, oltre che a ovest, lungo le coste del Mediterraneo orientale, è presente anche a est , in alcune parti dell’arcipelago giapponese . Flora e fauna La distribuzione zonale dei vegetali, nella direzione dei paralleli, è in stretta relazione con i fattori climatici e in particolare è in funzione delle precipitazioni atmosferiche. Le regioni a nord del Circolo Polare Artico hanno una vegetazione a tundra, costituita da licheni, muschi e betulle nane, che consentono la vita a poche specie animali tipiche: orso bianco, foca, lepre polare, renna. Più a sud, dagli Urali all'Oceano Pacifico, nella regione siberiana, si estende la taiga, costituita da estese foreste di conifere, dove abitano orso bruno, cervo, lupo e numerose specie di animali da pelliccia, come ermellino, lontra, puzzola. Segue verso sud la fascia delle steppe e dei deserti, che va dall'Arabia alla Mongolia, occupando gli enormi bacini interni del continente, dove vivono la tigre, la pantera, lo sciacallo, la gazzella, il cammello e animali tipici come lo yak e la capra d'Angora dell'Anatolia. Monsonica è la sezione sud-orientale, costituita da savana, nella fascia tropicale, e da foresta decidua, equatoriale; nella savana vivono tigri, leopardi, rinoceronti, elefanti, rettili e uccelli tipici; nella foresta sono numerose le scimmie; impiegati per lavori in risaia sono i bufali e, per il trasporto dei pesi, gli elefanti. Geografia umana Popolazione L’Asia è il continente più popolato con circa 3.700.000.000 abitanti (oltre il 60% della popolazione mondiale), di cui più di 1.300.000 in Cina e circa 1.100.000.000 in India; la densità media è di 82 ab./km². La distribuzione è assai disomogenea: le aree più popolate sono quelle monsoniche, l’India, l’Indocina, la Cina orientale, Taiwan, la Corea del Sud e il Giappone; la punta di massima densità si registra a Singapore (oltre 5600 ab./km²). All’estremo opposto, la Siberia, la Mongolia, le steppe e i deserti centro-occidentali, le alte catene montuose, l’altopiano del Tibet e l’interno della penisola arabica sono disabitati (meno di 1 ab./km²). Pur prevalendo l’insediamento rurale, numerose sono le grandi città, antiche capitali o metropoli più moderne sviluppatesi dai primi centri del commercio coloniale; le maggiori sono Istanbul, Teheran, Karachi, Bombay, Delhi, Calcutta, Dacca, Bangkok, Giacarta, Pechino, Shanghai, Seul, Tokyo e Osaka. I tassi di incremento annuo della popolazione oscillano attorno al 2%, nonostante le diverse campagne per il contenimento delle nascite (Cina, India, Indonesia); la rapidità della crescita è limitata da un’alta mortalità infantile e da gravi malattie endemiche, oltre che dagli effetti delle calamità naturali. La speranza di vita è sui 60 anni. Etnie Le testimonianze del più antico insediamento umano in Asia sono costituite da reperti fossili rinvenuti in talune regioni sud-orientali (pitecantropo di Giava e sinantropo di Chukutien, presso Pechino) che vengono compresi nel gruppo dei protoantropi e riferiti al Quaternario antico. Resti fossili di paleantropi, affini alla razza dei neandertaliani europei, vennero inoltre in luce in Palestina e a Giava. Con la fine dei tempi paleolitici le aree abitate crebbero notevolmente sul continente asiatico e le loro tracce consentono di individuare a grandi linee le zone di prevalenze etniche. F. D’Alessi © 2010-2013 6 Mentre nell'Asia interna sembra possano essere collocati i centri di irradiazione specialmente delle popolazioni di pelle chiara, le cui forme viventi formano il cosiddetto ciclo dei gruppi boreali, le popolazioni umane che appartengono al cosiddetto ciclo delle forme equatoriali si sono invece irradiate attraverso l'Asia meridionale, come sembrano attestare i caratteri somatici dei due grandi ceppi, australoide e negroide, tra cui la piccola statura, il colore scuro della pelle e il naso largo. Facilitati dalle condizioni ambientali, i due ceppi poterono raggiungere anche province periferiche e inoltre penetrare profondamente verso l'interno dei continenti. Dal canto loro i due ceppi del ciclo dei gruppi boreali poterono spostarsi verso sud, cosicché l'India posteriore e l'Arcipelago Indiano conobbero la penetrazione di genti mongoloidi, e l'India anteriore fu preferita dagli europoidi. Le mescolanze, gli assorbimenti parziali o totali, gli adattamenti ambientali, le sopravvivenze tradizionali crearono così un vasto, complicato mosaico, in cui si suole individuare oggi due grandi gruppi collettivi: quello sudmongolico, che occupa prevalentemente i territori continentali, e quello indonesiano, diffuso soprattutto negli arcipelaghi sud-orientale. Tra i ceppi del gruppo degli europoidi, che hanno come caratteristica comune il colore chiaro della pelle e quello nero o castano degli occhi e dei capelli, con talune influenze bionde di tipo nordico, si distinguono le brachimorfe armenoide e turanica e le dolicomorfe indiana e orientale, mentre gruppi marginali, rimasti a un livello culturale molto primitivo, sono gli Ainu delle isole giapponesi settentrionali e alcune tribù uraliche stanziate nella Siberia occidentale. Nel gruppo dei mongoloidi si distinguono sinici e tungusi, oltre ai gruppi marginali dei tibetani e dei siberiani. Religioni In Asia sono presenti tutte le maggiori religioni: circaa 800 milioni di induisti (India), circa 600 milioni di musulmani (diffusi a Sud dall’Anatolia all’Indonesia), ca 300 milioni di buddhisti (India, Tibet, Cina, Giappone), ca. 400 milioni di confuciani (Cina, Corea), circa 80 milioni di cristiani (diffusi in quasi tutto il continente), circa 60 milioni di shintoisti (Cina, Giappone), circa 30 milioni di taoisti (Cina, Malaysia, Vietnam), ca. 3,5 milioni di ebrei e 270000 zoroastriani. Diffuso l’animismo. L'area mediorientale è abitata per lo più da popolazioni di religione islamica (Arabia Saudita, Iraq, Iran, Kuwait, Giordania, Emirati Arabi, Afghanistan, Pakistan, Siria, Yemen, Quatar, Oman, Turchia, Bahrein), con l'eccezione del Libano e di Cipro, in cui la popolazione cristiana è nettamente superiore a quella musulmana e, naturalmente, Israele, dove si pratica la religione ebraica. La religione musulmana è la principale fede religiosa anche nel Bangladesh, nei Brunei, in Indonesia, in Malesia, alle Maldive, ed è largamente diffusa nell'India nord occidentale (confine col Pakistan). La religione buddista è invece praticata in Bhutan, in Myanmar (Birmania), parte della Cina (accanto alla confuciana, qui maggiormente diffusa), Taiwan, nelle Coree, in Giappone (accanto alla scintoista), nel Laos, nel Vietnam, a Singapore, nello Sri Lanka, in parte del Nepal, ed è la seconda più praticata in Malesia. La religione induista trova le sue roccaforti in India ed in Nepal, ed è diffusa anche nello Sri Lanka e nel Bangladesh. La religione cristiana, oltre che in Libano ed a Cipro, è la religione principale nelle Filippine, diffusa in Corea del sud, ma anche in parte dell'Indonesia, di Singapore e della Siria. Storia La vastità del continente e la presenza di molteplici gruppi etnici (sino-tibetani, indoeuropei, semiti) sono i fattori che hanno determinato la complessità e la disomogeneità dello sviluppo storico asiatico. Come testimoniano i resti fossili rinvenuti, l’Asia fu abitata da ominidi quali il Ramapithecus (India), il Pithecanthropus erectus (Giava) e Sinanthropus (Cina). Già verso il IX mill. a.C. cominciò a essere addomesticata la pecora (Medio Oriente), mentre nell’VIII-VII mill. a.C. furono introdotte le coltivazioni dei cereali e delle leguminose (Mesopotamia, Indo) e del riso (Cina, Indocina). Verso il IV millennio a.C. si formarono le città-stato delle civiltà elamita e sumerica. L’arrivo in Mesopotamia di popolazioni semite nomadi e la loro fusione con le genti locali portò alla costituzione degli imperi sumerico (III mill. a.C.), di Akkad (ca 2300-2200 a.C.), babilonese (sec. XVIII-XV a.C.) e assiro (sec. XIV-VII a.C.). Nel subcontinente indiano si formò la civiltà dell’Indo, che probabilmente entrò in rapporto con la contemporanea civiltà sumerica; verso il 1500 a.C. vi penetrò la popolazione degli arii che fondò regni unitari (Magadha, Kosála) e diede luogo alla civiltà vedica. Nell’area cinese, nel sec. XVII a.C., la dinastia Shang (o Yin) unificò le culture neolitiche Yangshao e Longshan del bacino dello Huang He; la rigidità del sistema sociale instaurato provocò la rovina della monarchia e il frazionamento del territorio (sec. XI a.C.). Lo straordinario sviluppo culturale del continente nella seconda metà del I millennio a.C. è testimoniato dalla nascita e dalla diffusione delle grandi religioni e dei sistemi filosofici: ebraismo in Palestina, mazdeismo in Persia, brahmanesimo e buddhismo nell’area indiana, taoismo e confucianesimo in Cina. L’arrivo dei Medi (sec. VII a.C.) e dei Persiani (sec. VI a.C.) e la creazione dell’impero achemenide portò la Mesopotamia nell’orbita della cultura mediterranea: le guerre greco-persiane (490-479 a.C.) e la conquista macedone (sec. IV a.C.) favorirono l’interazione fra la cultura greca e quelle orientali, soprattutto grazie alla fondazione del regno di Battriana e di quello dei Maurya. In Cina, per proteggere il paese dalle incursioni mongole, l’imperatore Shi Huangdi fece costruire la Grande Muraglia (229-221 a.C.). La successiva dinastia Han (202 a.C.-329 d.C.) creò uno stato retto dai princìpi pacifisti del confucianesimo. F. D’Alessi © 2010-2013 7 F. D’Alessi © 2010-2013 8 Dopo la romanizzazione (sec. I a.C.) e la cristianizzazione (sec. III-IV) del Medio Oriente, iniziò un periodo di instabilità politica in tutto il continente a causa dell’intensificarsi delle migrazioni dei popoli delle steppe (alani, avari, bulgari e unni), iniziate già nel sec. III a.C.. Partite dall’Asia centrale e dirette sia a oriente che a occidente, esse furono responsabili delle cosiddette invasioni barbariche nell’impero romano (sec. IV-V) e della crisi nell’area cinese (sec. I a.C.-II d.C.). L’espansione islamica (sec. VII), se da una parte riunificò Medio Oriente e Mesopotamia, dall’altra provocò l’isolamento delle aree indiana e cinese, dove si formarono regni politicamente stabili fino al sec. X (Deccan e Bengala nella penisola indiana; impero T‘ang in Cina). L’islamizzazione dei turchi (sec. X-XIII) e il loro espansionismo provocarono anche una rottura con il mondo europeo (crociate), solo parzialmente attenuata dalla ripresa dei traffici fra Venezia e l’Estremo Oriente (spedizione dei Polo, 1271-95). La calata dei mongoli di Gengis Khan (1206-27) e la creazione di un impero vasto quasi metà continente (Kubilay Khan, 1294) determinarono sostanziali mutamenti nell’area cino-indiana (dinastia Yuan in Cina, penetrazione islamica nel Deccan) che si protrassero sino all’invasione tatara di Tamerlano (1369-1405). Nei sec. XIV-XV, con il progressivo sfaldamento del dominio mongolo, si formarono imperi regionali che fecero da sfondo alla penetrazione europea, iniziata nel 1498 con la spedizione di Vasco da Gama. Gli ottomani stabilirono la loro sovranità sul Medio Oriente (sec. XV) mentre il turco Baber (1526-30) costituì l’impero Moghul nell’India occidentale. Alla sua morte, il persiano Sher Shah riformò lo stato che rimase stabile e unito anche sotto il dominio di Akbar (1556-1605). In Cina la dinastia Ming, iniziata nel 1368, dopo aver liberato il paese dai mongoli, diede avvio a una politica espansionistica occupando le regioni del Tonchino e dell’Annam (1407-28). Sorse e cominciò ad affermarsi la potenza giapponese sotto Hideyoshi (1560-1600), che unificò il paese, prima diviso in potentati locali (feudalesimo nipponico), e cercò di espandersi in Corea (guerra contro la Cina, 1592-98). Nella seconda metà del sec. XVI i portoghesi, provenienti da Ovest, stabilirono basi a Macao (1557), nelle Molucche e nell’arcipelago giapponese mentre gli spagnoli, provenienti dalle colonie americane, si installarono nelle Filippine. I gesuiti Sud. Francesco Saverio e Matteo Ricci iniziarono la cristianizzazione della Cina (1549-51) e del Giappone (1582). All’inizio del sec. XVII si affermò in Persia l’impero dei safawidi; originari dell’Azerbaigian e difensori dell’islamismo sciita, guidati da Abbas Shah (1587-1629) sconfissero gli ottomani e crearono uno stato fiorente e tollerante che concesse l’accesso ai missionari gesuiti; pressato dalle tribù nomadi afghane, l’impero decadde e si estinse nella seconda metà del sec. XVII. I francesi installarono basi commerciali in India e Sri Lanka mentre gli olandesi istituirono colonie in Indonesia. La situazione rimase sostanzialmente immutata per oltre un secolo, quando ebbe inizio la penetrazione britannica nel subcontinente indiano (1790-1800). Gli inglesi occuparono la penisola di Malacca (1795) e Ceylon (1798), per spingersi poi fino a Singapore (1819), creando il nucleo del loro impero coloniale asiatico. La guerra dell’oppio (1840-42) contro la Cina consentì alla Gran Bretagna di impossessarsi di Hong Kong e di controllare alcuni porti cinesi; in opposizione alla presenza russa in Afghanistan e Persia, gli inglesi invasero il Sind (1843) e il Punjab (1849). Nella seconda metà del sec. XIX il Giappone, industrializzatosi rapidamente nel decennio 1850-60, riprese la politica espansionistica sul continente. Il vittorioso conflitto contro la Cina (1894) permise ai nipponici l’occupazione di Taiwan (1895). In conseguenza della crisi politica dell’impero cinese e dell’apertura del canale di Suez (1869), la penetrazione europea si intensificò, accompagnata da quella degli USA (occupazione delle Filippine a seguito della guerra ispano-americana, 1898). La Cina fu spartita in zone d’influenza fra le grandi potenze e l’ingerenza straniera si acuì dopo la rivolta xenofoba dei Boxers (1900-1). Il Giappone continuò la propria espansione ai danni della Russia (guerra russo-giapponese, 1904-5) e della Cina (annessione della Corea, 1910). Agli inizi del secolo XX cominciarono a prendere forma i movimenti per l’indipendenza nazionale. L’impero cinese si sfaldò e nel 1912 fu proclamata la repubblica; con lo smembramento dell’impero ottomano si formarono la repubblica turca (1924), l’Arabia Saudita (1932) e alcuni protettorati franco-inglesi (Siria, Libano, Palestina, Mesopotamia). In India prese consistenza il movimento anticolonialista e pacifista, guidato da Gandhi, che ottenne un primo successo con la concessione della costituzione (1935). Nell’Indocina francese (occupata nel 1887) si formarono movimenti di ispirazione marxista, mentre in Cina ebbe inizio la guerra civile (1927) fra nazionalisti e partito comunista. Il Giappone proseguì la politica espansionistica (occupazione della Manciuria, 1931, e invasione della Cina, 1937) culminata con la seconda guerra mondiale al termine della quale tutto il continente affrontò un rapido processo di decolonizzazione. In Medio Oriente si formarono nel 1946 la Giordania e nel 1948 lo stato d’Israele, fortemente contrastato dalla Lega araba. Nel 1947 l’India ottenne l’indipendenza ma fu contemporaneamente divisa tra Unione Indiana, a maggioranza indù, e Pakistan, musulmano. Nel 1945 venne proclamata la Repubblica Democratica del Vietnam che intraprese una lunga e vittoriosa guerra che nel 1954 costrinse la Francia ad abbandonare l’Indocina. La guerra civile in Cina, ripresa dopo la parentesi bellica, si concluse con la vittoria del partito comunista e la costituzione della Repubblica Popolare (1949), mentre il nazionalista Jiang Jieshi, rifugiatosi nell’isola di Taiwan, fondò una repubblica indipendente. Dopo la 2ª guerra mondiale, l’intervento degli USA, volto a impedire il diffondersi di regimi marxisti nel continente, si sostituì al colonialismo europeo: la guerra di Corea (1950-53) e il progressivo impegno militare in Indocina (guerra del Vietnam, 1965-75) sono stati i momenti più importanti di un’intensa attività di sostegno ai regimi fedeli e destabilizzazione nei paesi non-allineati o socialisti (colpo di stato in Indonesia, 1965). Numerose le aree di crisi che hanno spesso determinato guerre sanguinose: in Medio Oriente (guerre tra Israele e paesi arabi; crisi libanese; rivoluzione khomeinista in Iran; guerra Iran-Iraq 1980-88; invasione e successiva liberazione del Kuwait (1990-91); nel subcontinente indiano (crisi afghana 1979-1989; insurrezioni in Tibet, 1959, 1989; conflitto cinoindiano, 1962; guerra indo-pakistana e conseguente formazione del Bangladesh, 1971); nel Sud-Est (crisi cambogiana 1975-85; unificazione del Vietnam, 1976). La Cina, dopo la rivoluzione culturale (1966), l’ammissione all’ONU (1971), la revisione politica post-maoista (1976) e le riforme economiche degli anni ’80, e il Giappone, F. D’Alessi © 2010-2013 9 grazie all’impressionante sviluppo economico del periodo postbellico, sono divenute potenze mondiali con un ruolo sempre più determinante. Geografia economica La maggioranza della popolazione asiatica è occupata nell’agricoltura, ma l’attività agricola, praticata ancora spesso con metodi tradizionali, è caratterizzata, a parte alcune eccezioni di rilievo, da una produzione relativamente scarsa oltre che da una bassa produttività. Solo una minoranza è impiegata in attività industriali, e spesso i centri urbani, con le loro industrie, non sono ben integrati sotto il profilo economico con il settore agricolo. In molte aree i sistemi di trasporto, sia all’interno dei singoli paesi sia fra gli stati, sono ancora scarsamente sviluppati, anche se negli ultimi decenni sono notevolmente migliorati rispetto al passato. Vi sono alcuni paesi asiatici che costituiscono delle significative eccezioni rispetto alla tendenza generale, e che hanno oggi un settore industriale particolarmente sviluppato. Il Giappone ha modernizzato con successo la propria economia già a partire dalla fine del XIX secolo; diverso e più recente lo sviluppo di Israele, Taiwan, Corea del Sud, Singapore, Cina e, in misura minore, Indonesia, Malaysia, Thailandia e degli stati produttori di petrolio della penisola arabica. In generale, queste economie hanno registrato negli ultimi decenni tassi di crescita ben superiori ai tassi di incremento demografico. Nonostante i risultati positivi ottenuti dagli stati ricchi di petrolio dell’Asia sudoccidentale, la distribuzione del reddito è rimasta concentrata in pochi paesi. Un consistente sviluppo si è avuto in India, mentre la Repubblica Popolare Cinese, grazie agli investimenti esteri su larga scala, alla privatizzazione accelerata e all’industrializzazione, ha conseguito il primato fra i paesi asiatici sotto il profilo della crescita economica. Anche altri paesi asiatici più poveri, stanno imboccando la via di una crescita economica significativa e attirano cospicui investimenti dall’estero. Le spinte in senso liberistico sono certamente all’origine dei successi recenti delle economie asiatiche, ma lo sono anche delle crisi come quelle che, nella seconda metà degli anni Novanta, hanno colpito i paesi come la Corea del Sud e Taiwan. La Corea del Nord, ancora soggetta a un regime comunista di vecchia impostazione, è uno tra i più povero dei paesi dell’area. Il continente asiatico è comunque interessato, attualmente, da una forte crescita economica anche grazie all’inteso processo di industrializzazione avviato in alcune aree del continente. La realtà economica del continente resta però complessa e contraddittoria, infatti, a fronte di realtà geografiche in forte evoluzione, sussistono realtà economicamente sottosviluppate. Il processo di industrializzazione che ha interessato alcuni paesi dell’area è stato favorito da due elementi essenziali: il basso costo della manodopera e le agevolazioni fiscali che anno incentivato gli investimenti da parte dei paesi ricchi. La Cina, soprattutto negli ultimi anni, ha avviato un inteso processo di sviluppo economico che ha portato ha una fortissima modernizzazione grazie all’introduzione, sia pure controllata, dell’economia di mercato. I paesi dell’area meridionale (Caucaso e Asia Centrale) risentono ancora della storia recente e tuttavia, grazie ai loro enormi giacimenti di petrolio e di gas naturale, non è difficile credere che, nei prossimi anni saranno protagonisti di un forte sviluppo. I valori del PIL pro capite a pari capacità d’acquisto per il 2011 registrati (in dollari) per i diversi paesi regione per regione possono contribuire a identificare le prime differenze che non possono non essere presenti in un continente così vasto e caratterizzato da elementi fisici, culture e storie diverse. Nell’area dell’Asia Occidentale si evidenziano valori più alti si evidenziano per Qatar 104.300, Emirati arabi uniti 48.800, Kuwait, 42.200 Israele 31.400, Bahrein 27.900, Oman 26.900, Arabia Saudita 24.500. Valori relativamente inferiori per gli altri paesi dell’area: Libano 15.700, Giordania 6.000, Siria 5.100, Iraq 3.900, Yemen 2.300. Nell’area del Sudest asiatico si evidenziano i seguenti valori: Singapore 60.500, Brunei 50.000, Malesia 15.800, Thailandia 9.500, Timor orientale 8.800, Indonesia 4.700, Filippine 4.100, Vietnam 3.400, Laos 2.700, Cambogia 2.200, Myanmar 1.300. Nell’Asiameridionale:Iran 13.200, Bhutan, 6.200, SriLanka 5.700, India 3.700, Pakistan 2.800, Cambogia2.200, Bangladesh1.700, Nepal1.300, Afghanistan 1.000. Nell’Asia orientale: Hong Kong 49.800, Taiwan 38.200, Giappone 35.200, Macao 33.000, Corea del Sud, 32.100, Cina 8.500, Mongolia, 4.800, Corea del Nord 1.800. Nell’Asia centrale: Kazakistan 13.200, Turkmenistan 7.900, Uzbekistan 3.300, Kirghizistan 2.400, Tagikistan 2.100. Nell’Asia Settentrionale la Russia presenta un PIL pari a 17.000. I valori estremi complessivi si registrano in particolare per il Qatar (104.300) e per l’Afghanistan (1.000). La graduatoria per paese è riportata più sotto. Settore primario L'agricoltura in Asia è ancora ben lontana da una cultura meccanizzata e industrializzata, a parte alcune eccezioni che riguardano, in forme diverse, anche paesi come l’India dove si sono realizzati tentativi di introdurre nuove tecniche di irrigazione e di arricchimento del suolo. F. D’Alessi © 2010-2013 10 Dati sulla produzione di frumento relativi al 2009 su un totale di 681 milioni di tonnellate, vedono la Cina al primo posto mondiale (115), seguita dall’India (80,7), dalla Russia (61,7) e dal Pakistan (24.0). Termini di raffronto quelli registrati per l’unione Europea (138,7), per gli USA (60,3), il Canada (60,3). La zona monsonica (India, Cina meridionale, Indocina) ottiene il primato mondiale della produzione di riso. I dati relativi al 2011 vedono per l’Asia una produzione di 654 tonnellate, pari al 90% della produzione mondiale (722 tonnellate). La coltivazione del miglio interessa il Medio Oriente, l'Ucraina, la Russia, il Kazakistan e, soprattutto, l'India e la Cina, he sono i maggiori paesi produttori di miglio seguiti solo dalla Nigeria. Di seguito si rilevano i valori di alcune produzioni (qui e di seguito in migliaia di tonnellate) che interessano le prime posizioni mondiali. Fagioli secchi: di India (4.870), seguita, al terzo e quarto posto, da Myanmar e Cina. Patate: Cina (74.799), India (36.577) , Russia (21.140,5) Pomodori: Cina (41.879,6) Stati Uniti (12.902), India (11.979,7). Aglio: Cina (664,1), India (164,8), Bangladesh (37,0), Myanmar (28,4), Russia (26,8), Corea del Sud (22,4). Cipolle: Cina (930,2), India (806), Pakistan (124,7), Bangladesh (117,5), Indonesia (109,4), Viet Nam (101,7), Russia (88), Myanmar (78,9). Soprattutto Cina e India sfruttano il clima caldo per produrre tè e cotone. Per il è primi produttori sono Cina, India e Sri Lanka. Per il cotone i maggiori produttori di cotone sono: la Cina al primo posto produce 5,7 milioni di tonnellate, ma ne consuma 9,8 e le sue importazioni (4,2) sono quasi la metà del totale mondiale (9,5) e Pakistan (2,1), dopo Stati Uniti e l’Uzbekistan. Del cotone greggio, quasi un quarto è fornito dalla Repubblica Popolare Cinese, seguita da Stati Uniti e India. Notevoli anche le produzioni di Pakistan, Siria, tutti Paesi che basano sul cotone una buona parte delle loro esportazioni. L'Unione Sovietica (che prima del suo smembramento possedeva il 15% della produzione mondiale) sviluppava la coltivazione di cotone prevalentemente nella zona asiatica del suo territorio e in particolare nell'Uzbekistan, principale regione cotoniera, nel Turkmenistan, Tagikistan, Azerbaigian, con rese unitarie molto elevate. In Asia vi sono altri grandi produttori: l'India (10%), al quarto posto nel mondo, coltiva il cotone soprattutto nelle terre del Deccan nordoccidentale e centrale: la qualità è però piuttosto scadente e la produzione è sempre più assorbita dalle industrie tessili nazionali. Nel Pakistan (8%), quinto produttore mondiale, il cotone costituisce la principale voce fra le esportazioni, data la buona qualità del prodotto, a cui si applicano moderni metodi di coltivazione. India, Cina, Thailandia e Giappone sono ai primi posti nella classifica mondiale della produzione della seta. Solo i paesi ricchi di manodopera a basso costo possono dedicarsi in maniera massiccia alla sericoltura. Primo fra tutti la Cina, che copre da sola l’82 per cento circa della produzione mondiale e rappresenta oggi in assoluto il maggior produttore di seta grezza. Altri paesi, per lo più asiatici, producono seta quasi esclusivamente per il fabbisogno interno. Solo l’India è in grado di immettere sul mercato internazionale una parte cospicua della sua produzione. Per la fibra di lino, nella cui produzione mondiale è leader la Francia (373.000 tonn.), la Cina (116.900) viene al secondo posto, seguita dalla Russia al quarto (35.220). La Cina è di fatto l'unica allevatrice di bachi da seta e sta diventando monopolista nella filatura e tessitura di questo materiale. Circa l'85% della produzione mondiale di yuta è concentrata nel delta del Gange: i principali paesi produttori sono quindi Bangladesh e India, e in misura minore Cina, Thailandia, Myanmar, Pakistan, Nepal e Bhutan. Attorno alla meta' del 1860 i missionari francesi introdussero per primi il caffe' in Vietnam. La produzione rimase trascurabile fino al 1980. Dal 1990, la produzione è cresciuta al punto da far diventare il primo esportatore di caffe' del mondo (1.105,7). Nell’’arcipelago del Sud Est asiatico l’Indonesia (801) ha superato la Colombia, attestandosi terzo produttore mondiale di caffè. Tra gli altri paesi produttori ricordiamo Giava, Filippine e India. Il tabacco presenta paesi asiatici ai primi posti della classifica mondiale: leader è la Cina (3.005,7), seguita, dopo il Brasile (780,9), dall’India 755,5. Per quanto riguarda la canna da zucchero l’India (277.750) occupa dopo il Brasile, il secondo posto mondiale, seguita dalla Cina (111.454,3), dalla Thailandia (68.807,8) e, dopo il Messico, dal Pakistan (49:372,9) e dalle Filippine (34.000). Altre piante forniscono prodotti in cui alcuni paesi asiatici risultano ancora ai primi posti: Noci di cocco: Indonesia (20.655,4), Filippine (15.540), India (10.824,1). Noci di palma: Indonesia (86.000), Malaysia (84.842). Sesamo: Myanmar (722,9) India (623), Cina (587,9). La Siberia, occupata in gran parte dalla taiga, offre una quantità di legname praticamente inesauribile (Russia, 173.000). Ma dopo gli Stati Uniti (340.654) ritroviamo di fatto paesi come India (332.498), Cina 291.250), e dopo il Brasile (271.500) e il ,Canada (132.46), l’Indonesia 113.848. Thailandia e in Indonesia sono assieme a Filippine e Sri Lanka i maggiori esportatori mondiali di gomma da caucciù: Thailandia (3.051), Indonesia (2.788,3, Malaysia (858.900) ,India (851.000) ,Viet Nam (754.482) , Cina (690.812), Filippine (395.237). Molto diffuso è l'allevamento bovino, soprattutto in india, ovino, nelle steppe siberiani, e equino. i bovini vengono allevati per la produzione di carne, in secondo piano, e di latte e i suoi derivati maggiormente. Gli ovini F. D’Alessi © 2010-2013 11 anche loro vengono sfruttati per la produzione di formaggi, ma anche per la lana come in Medio Oriente viene utilizzata per i tappeti. Bovini: India (210.200), Brasile (209.541), Stati Uniti (93.881,2), Cina (83.798,1). Caprini: India (154.000), Cina (150.706,5), Bangladesh (65.000), Pakistan (59.900). Ovini: Cina (134.021,2), India (73.991), Australia (68.085,5), Iran (54.000). Suini: Cina (476.237). Volatili: Cina (5.914.286), Stati Uniti (2.351.088), Indonesia (1.668.042), Brasile (1.265.510), India (892.000) Anche per la pesca (compresa quella in acque interne) diversi paesi del continente sono superati da poche eccezioni nelle prime posizioni: Cina (63.495.196,5), Indonesia (11.662.342,4), India (9.348.063), Giappone (5.292.392,4), Filippine (5.161.720), Viet Nam (5.127.600), Stati Uniti (4.874.182,7), Perú (4.354.480), Russia (4.196.539). Per il settore estrattivo vedi sotto tabella dei dati relativi rispettivamente alle riserve petrolifere e a quelle di gas naturali. Per produzione e consumi di energia elettrica vedi sotto tabella. Per altri materiali energetici si rilevano i seguenti valori di produzione per il 2010 nelle prime posizioni mondiali Carbone: Cina (3.068.518), Stati Uniti (918.165,5), India (531 926), Australia (353.034), Indonesia (327.353), Sudafrica (254.727), Russia (247.935), Kazakistan (105.215). Lignite: Germania (169.403), Cina (127.469), Russia (75.969), Turchia (68.019), Australia (67.225). Uranio (dati 2011): Kazakistan (19.451), Canada (9.145), Australia (5.983), Niger (4.351), Namibia (3 258), Russia (2.993), Uzbekistan (2.500). Nel quadro generale del continente e del mondo la Cina è un paese estremamente ricco di risorse minerarie. Le riserve accertate di risorse minerarie cinesi sono pari a 12% del totale mondiale, occupando il 3° posto nel mondo, tuttavia la quantità procapite è ridotta, con solo il 58% del valore corrispondente mondiale, occupando il 53° posto nel mondo. Finora sono stati scoperti 171 tipi di risorse minerarie, di 158 dei quali sono ormai accertate le riserve (10 tipi di minerali produttori di energia, 5 di metalli ferrosi, 41 di metalli non ferrosi, 8 di metalli preziosi, 91 di metalloidi e 3 di minerali di acqua e gas.) La Cina è ormai uno dei pochi paesi al mondo con ricche riserve di risorse minerarie, complete come varietà e con un alto livello collegato. Secondo dati riferiti alle riserve ormai accertate, dei 45 principali tipi di risorse minerarie cinesi, 25 occupano i primi tre posti al mondo, 12 dei quali il primo, ossia le terre rare, il gesso, il vanadio, il titanio, il tungsteno, la bentonite, la grafite, la barite, la magnesite e l’ antimonio. Le riserve cinesi di carbone occupano il primo posto nel mondo, con un volume totale accertato pari a 1000 miliardi di tonnellate, distribuite nel centro-nord e nord-ovest. I metalli ferrosi con riserve accertate comprendono ferro, manganese, vanadio, titanio, ecc. Le riserve di ferro sono pari a 50 miliardi di tonnellate. In Cina si possono trovare quasi tutti tipi di risorse di metalli non ferrosi del mondo, tra cui le riserve di terre rare occupano l’ 80% del totale mondiale e quelle di antimonio il 40%. Le risorse di tungsteno sono il quadruplo di quelle totali degli altri paesi del mondo. Di seguito si forniscono alcuni valori di riferimento rispetto ad altri produttori mondiali per 2011 salvo indicazione contraria. Ferro: Cina 1 200 000, Australia 480 000,Brasile 390 000,India 240 000,Russia 100 000, Piriti: Kazakistan (2003) 1 489, Finlandia (2010) 650, Viet Nam (2010) 500, Filippine (2008)300, Bulgaria (2009)150, Turchia (2010)125, India (2010)115. Rame: Cile 5 420, Perú 1 220, Cina 1 190, Stati Uniti 1 120, Australia 940, Zambia (2010)770, Russia 710, Indonesia 625, Stagno: Cina 110, Indonesia 51, Perú 34,6, Bolivia 20,7, Brasile 12, Australia 8, Viet Nam 6, Congo, Rep. Dem. 5,7, Myanmar (2010)4. Antimonio: Cina 150, Bolivia 5, Russia 3, Sudafrica 3, Tagikistan 2, Bauxite: Australia 67 000, Cina 46 000, Brasile 31 000, India 20 000, Guinea 18 000, Giamaica 10 200, Russia 5 800, Kazakistan 5 495,2. Cromite: Sudafrica 11 000, Kazakistan 5 059, India 3 800, Turchia (2010)1 904,5, Oman (2010)802, Brasile (2010)520,1, Zimbabwe (2010)510, Russia (2010) 400. Magnesite: Cina 4 100, Russia 350, Turchia 300. Manganese: Sudafrica 3 400,Cina 2 800,Australia 2 400,Gabon 1 500,India 1 100, Mercurio: Cina 1 400, Kirghizistan 250, Spagna (2005)150, Russia (2010)50, Molibdeno: Cina 94, Stati Uniti 64, Cile 38, Perú 18, Messico 12, Canada 8,3, Armenia 4,2, Russia 3,8. Nichel: Russia 280, Filippine 230, Indonesia 230, Stati Uniti (2005)210, Canada 200, Australia 180, Brasile 83, Cina 80. Piombo: Cina 2 200, Australia 560, Stati Uniti 345, Perú 240, Messico 225, India 120, Russia 115. Tungsteno: Cina 60 000, Russia 3 100, Canada 2 000. Zinco: Cina 3 900, Australia 1 400, Perú 1 400, India 790, Stati Uniti 760. Anche il settore secondario appare diversificato tra paese e paese. Si forniscono di seguito esempi per qualche settore in cui l’Asia detiene le prime posizioni mondiali superando in più di qualche caso le economie occidentali. Salvo indicazione diversa i dati si riferiscono al 2011. F. D’Alessi © 2010-2013 12 Computer: Cina (2010) 185.841,2, Kazakistan (2007) 93.101, Stati Uniti (2003) 21.233,7, Giappone (2006) 8.533,8, Germania (2008) 4.512,6, Brasile (2010) 3.520,7, Taiwan 3.293, Russia (2008) 861,4. Telefonia: Cina (2010)167 696,8,Germania (2007)18 861,5,Brasile (2010)7 343,1,Italia (2004)3 291,7,India (2010)3 138,Giappone (2006)1 632, Autovetture: Cina 14 485,3,Giappone 7 158,6,Germania 5 871,9,Corea del Sud 4 221,6,India 3 053,9,Stati Uniti 2 966,2, Motocicli: Cina (2010)27 341,7,India 13 376,4,Viet Nam 4 208,5,Francia (2003)3 084,Brasile (2010)1 806,6,Thailandia (2009)1 787,2,Pakistan (2009-10)1 381,4,Indonesia (2001)1 239,Giappone 639, Cantieristica navale: Corea del Sud (2006)15 051 272,Filippine (2005)2 726 000,Cina (2003)1 610 008,Germania (2002)1 181 000,Taiwan (2001)1 014 300, Veicoli commerciali: Stati Uniti 5 687,4,Cina 3 933,6, Algeria (2003)2 059, Giappone 1 240,1,Canada 1 144,4,Messico 1 023,Thailandia 928,7,India 882,6, Filati di cotone: Cina (2005)15 959, India 3 379,8,Pakistan (2008-09)2 274,4,Stati Uniti (2008)878,6,Turchia 830,8,Brasile (2008)594,2,Egitto 320,5,Indonesia (2001)309,4,Taiwan (2007)280 Filati di lana: Cina (2007)20 681,7,Italia (2009)69,05,India (2005)52,3,Turchia 36,7,Egitto 35,Regno Unito (2008)31,6,Nuova Zelanda (2005)21,7,Russia (2008)12,4, Tessuti di cotone: India 18 817,3,Stati Uniti (2006)2 329,7,Turchia 1 334,4,Russia 1 228,Pakistan (2008-09)1 019,2,Italia (2009)564,1,Francia (2003)448,Taiwan (2010) 270,5, Viet Nam 197,3, Filati di lino: Viet Nam (2007) 284, Russia 46,9, Bielorussia (2008) 29,7, Italia (2009)20,66, Francia (2003) 7,7,Spagna 7,31,Slovenia (2000)3,8, Lituania 3,6,Giappone (2003)3,3, Germania (2003) 2,4, Industria acciaio: Cina 683 265, Giappone 107 595, Stati Uniti 86 247, India 72 200, Corea del Sud 68 471, Russia 68 398,Germania 44 288, Alluminio: Cina 18 000, Russia 4 000, Canada 2 970, Stati Uniti 1 990, Australia 1 930, Kazakistan 1 919, 2, Emirati A.U. 1 800, Rame: Cina (2010) 4 650, Cile (2010) 3 244, Giappone (2010) 1 548, 7, Stati Uniti (2010) 1 097, 7, Russia (2010) 874, Australia (2010) 817, Germania (2010) 704, 3, India (2010) 665 Zinco: Cina (2010) 5 160, Corea del Sud (2010) 717, 1, Canada (2010) 691, 2, Giappone (2010) 610, 6, India (2010) 603, Australia (2010) 505 Raffinazione petrolio: Stati Uniti (2009) 507 830, 4, Cina (2010) 76 760, 4, Giappone (2009) 60 443, 9, Russia (2009) 53 077, 3, Canada (2009) 39 885, 3, India (2009) 36 369, 1, Germania (2009) 33 142, 1, Regno Unito (2009) 30 094, 8, Corea del Sud (2009) 28 872, 8, Industria bitume: Stati Uniti (2008) 24 754, Cina (2008) 10 303, Russia (2008) 5 735, India 4 889, Giappone (2008) 4 694, Industria Tabacco Sigarette: Cina (2010) 2 375 260, Stati Uniti (2006) 484 000, Russia (2008) 409 835, Pesce congelato: Cina (2003) 5 675, 7, Russia (2008) 3 401, 3, Giappone (2008) 1 663, 3, Stati Uniti (2005) 1 404, 4, Viet Nam 1 399, 1, Norvegia (2006) 918, 2, Indonesia (2003) 555, 1, Thailandia (2003) 517, Pesce salato o affumicato: Cina (2003) 936, 9, Indonesia (2003) 825, 6, Cile (2008) 800, 2, Giappone (2008) 610, 4, India (2003) 494, 5, Norvegia (2003) 112, 6, Thailandia (2003) 109, 8, Polonia (2008) 95, 7, Viet Nam (2007) 77, 8, Olii vegetali: Indonesia (2010) 25 158, 1, Cina (2010) 19 213, 3, Malaysia (2010) 19 167, 9, Stati Uniti (2010) 11 247, 3, Argentina (2010) 8 270, 6, Brasile (2010) 7 697, 3, India (2010) 6 763, 6, Industria cemento: Cina 2 000 000, India 209 660, Stati Uniti 67 700, Turchia 65 558, 4, Brasile 62 600, Viet Nam 59 000, Russia 56 100, Iran 52 000, Corea del Sud 51 912 Industria pneumatici: Cina (2010) 776 118, 3, Stati Uniti (2007) 186 000, Giappone 160 926, Indonesia (2008) 156 434, India 126 338, 8, Corea del Sud 98 291, Fertilizzanti fosfatici: Cina (2010) 15 329, 1, Stati Uniti (2009) 8 656, 3, India (2010) 4 320, Russia (2009) 2 575, Fertilizzanti azotati: Cina (2010) 44 586, 7, Egitto 13 176, 6, India (2010) 11 902, Stati Uniti (2009) 7 684, 8, Russia (2009) 7 404, Pakistan (2009-10) 5 402, 1, Canada 3 918, 5, Indonesia (2009) 3 591, 2, Industria pelli: Cina (2010) 2 188, 4, India (2010) 1 289, 2, Industria latte: India (2010) 117 000, Stati Uniti (2010) 87 461, 3, Cina (2010) 41 150, 4, Pakistan (2010) 35 491, Russia (2010) 32 136, 1. Settore terziario Il settore terziario ha un reale valore economico solo per i due paesi sviluppati (Israele e e Giappone), e in parte per i paesi socialisti, in quanto corrisponde a un settore secondario bene o piuttosto bene sviluppato. Tra i paesi in via di sviluppo - che presentano fette più o meno larghe di terziario in sostanza improduttive - fanno eccezione unicamente Hong Kong e Singapore, tradizionalmente orientati verso i servizi relativi al commercio internazionale (negli ultimi anni, inoltre, Singapore è divenuto il maggior centro finanziario dell'Asia). Trasporti e comunicazioni Meritano particolare attenzione l'ambito dei trasporti e delle comunicazioni, e quello del commercio con l'estero. La diversa consistenza dei trasporti e delle comunicazioni nei vari paesi non è in genere che il riflesso delle differenze di sviluppo economico esistenti tra i paesi stessi e del loro grado di dipendenza dall'estero. Ma grande importanza hanno le scelte politiche relative, in specie per quanto riguarda gl'interventi attuali e quelli futuri. In Asia le costruzioni ferroviarie sono state preferite a quelle stradali negli stati in cui vi è qualche interesse F. D’Alessi © 2010-2013 13 di pianificazione. Né vanno sottovalutati, ancora, gl'interessi strategico-militari: è il caso, per un esempio, della "grande strada asiatica" e delle strade di attraversamento del Himalaya. Le grandi infrastrutture nei paesi in via di sviluppo vengono in genere realizzate da grandi società dei paesi capitalisti sviluppati, spesso strettamente legate ai monopoli del petrolio, del cemento e dell'acciaio. Particolare sviluppo hanno avuto le ferrovie in Cina e Giappone. Per la Cina non sono note le cifre assolute, ma da varie fonti risulta che il poderoso sforzo di completare l'accessibilità ferroviaria delle principali regioni interne è continuato nel corso degli anni. In Giappone si è ampliata la rete delle ferrovie veloci, sulla quale corrono i treni più veloci del mondo e sono in costruzione due grandiose gallerie ferroviarie sottomarine: una di 36 km tra Hokkaido e Honshu, e una di 18,5 km tra Honshu e Kyushu. Altre notevoli realizzazioni ferroviarie si sono avute nell'Asia sudoccidentale, in particolare in Siria e Israele, Iran, Arabia Saudita. Anche l'India ha visto la posa di parecchie centinaia di km di nuove linee. Nello Yemen è in costruzione la ferrovia da Hodeida a Taiz. Dalla fine del 1967 si effettua il trasporto di container da Londra al Giappone, via Transiberiana. Infine, i paesi socialisti asiatici e l'URSS hanno deciso di riaprire (1973) i collegamenti ferroviari tra le loro capitali. Il settore che ha visto le maggiori costruzioni è stato peraltro dovunque quello stradale. Oggi si può andare, su strade moderne, da Istanbul a Saigon (e a Pyongyang). Il tracciato migliore nei paesi in via di sviluppo, la cosiddetta "grande strada asiatica" dall'Iran all'Indonesia risponde ai requisiti fissati sul 95% del suo percorso. Nell'Arabia Saudita oltre 4000 km di nuove strade (tra cui quella di 1600 km dal mar Rosso al Golfo Arabico) collegano le oasi principali; lunghe strade moderne sono state costruite anche nello Yemen, nello Yemen democratico e nell'Oman. In Afghanistan, una carrozzabile unisce Kabul all'URSS attraversando il Hindu Kush a 4000 m d'altezza con una galleria di 2,5 km. Il Himalaya, che fin verso gli anni Sessanta aveva visto solo mulattiere o carovaniere, è stato attraversato da ben cinque carrozzabili e due strade all'interno dell'India. A Hong Kong una galleria sottomarina ha collegato l'isola di victoria a Kowloon. Un ponte stradale sospeso di 1086 m ha collegato le isole di Honshu e di Kyushu. Per quanto riguarda i trasporti marittimi - come per l'innanzi, appannaggio del Giappone e degli stati sviluppati extrasiatici - si nota un ulteriore aumento dei traffici in quelli che già in precedenza erano i massimi porti (Singapore, Hong Kong, Kobe, Tokyo-Yokohama), i quali sono divenuti nell'ultimo quindicennio anche i massimi centri del traffico dei containers in A. (particolarmente attrezzato a questo proposito Hong Kong). Tra i nuovi porti: Ashdod (Israelee), Umm-Qasr (Iraq), Paradeep (Orissa, India), Sattahip (Thailandia), Newport (presso Saigon, Vietnam del sud). Numerosi i nuovi attracchi petroliferi speciali nel Golfo Arabico, tra cui quello gigante sull'isola Kharg (Iran), e le quattro "isole del mare" dell'Arabia Saudita. Il canale di Suez è rimasto chiuso, in seguito all'occupazione Israeleiana, dal 1967 al 1975. Alla fine del 1971 Indonesia e Malaysia hanno dichiarato di non considerare più lo Stretto di Malacca acque internazionali; di vietare il passaggio alle petroliere di oltre 200.000 t.s.l.; di subordinare il passaggio di navi militari alla concessione di un prermesso. Anche il traffico aereo ha avuto notevole incremento, pur se non di rado le compagnie di bandiera degli stati in via di sviluppo hanno un significato di presenza politica più che economica. Numerosi, tra l'altro, i nuovi aeroporti internazionali (Dubai, Kuala Lumpur, Dacca, Islamabad, Bali [Indonesia], Colombo, Jidda, Tokyo, Muscat). I collegamenti del Giappone con l'Europa si sono negli ultimi anni arricchiti - dopo la rotta polare - della rotta siberiana (Tokyo-Irkutsk-Mosca-Copenaghen). Tra il 1965 e il 1967, è stato deposto il cavo telefonico sottomarino SEACOM - Singapore-JesseltonHong Kong-Guam-Madang (Nuova Guinea)-Cairns (Australia) - di oltre 13.000 km, il quale a Cairns si collega con il COMPAC, che va da Sydney a Vancouver. Anche nel settore del commercio estero si possono distinguere diverse tipologie. Il commercio estero degli stati socialisti è sempre subordinato alle esigenze dello sviluppo interno. Continuano a prevalere in esso - con l'eccezione della Corea del Nord - le esportazioni di materie prime agricole e minerarie e le importazioni di prodotti manifatturati. Questo vale anche per la Cina, che solo per 1/3 del suo totale esporta prodotti manifatturati (soprattutto tessili). La Corea del Nord esporta invece prevalentemente prodotti industriali. Va notato l'importante cambiamento avvenuto dopo il 1960 nella direzione di una parte del commercio estero cinese: diminuito fortemente l'interscambio con l'URSS, è aumentato quello con i paesi capitalisti sviluppati (tra cui in misura sempre crescente il Giappone), e i paesi in via di sviluppo. La Repubblica popolare mongola, da sempre, ha rapporti commerciali prevalentemente con l'URSS; di preferenza con l'URSS e gli altri paesi socialisti europei commercia la Corea del Nord, mentre prevalentemente con la Cina commercia il Vietnam. I due paesi capitalisti sviluppati hanno - com'è usuale nella loro categoria - un commercio estero molto sviluppato che si svolge in prevalenza con altri paesi sviluppati, in primo luogo gli USA. Ma il Giappone è venuto realizzando un ricco interscambio anche con i paesi dell'Asia sudorientale di sudest. Comuni le caratteristiche generali del commercio estero dell'enorme maggioranza dei paesi in via di sviluppo: netta prevalenza di materie prime grezze (minerarie o agricole) nelle esportazioni, netta prevalenza di prodotti manifatturati nelle importazioni. In parecchi paesi continuano a predominare uno solo, o pochissimi, prodotti di esportazione (diretti, per lo più, verso i paesi sviluppati, di preferenza verso l'ex-madrepatria): petrolio (per la maggior parte dei paesi arabi e l'Iran); caucciù e stagno (Malaysia occid.); noci di cocco e zucchero (Filippine); riso e teak (Birmania); thé, noci di cocco e caucciù (Ceylon); riso, caucciù, stagno e teak (Thailandia). E, in quasi tutti, netta prevalenza delle importazioni sulle esportazioni, cioè saldi negativi. Peraltro nella struttura dell'interscambio si sono registrate, nell'ultimo quindicennio, alcune modificazioni generali: nelle esportazioni la percentuale delle materie prime tradizionali (per es., cotone, minerale di ferro, prodotti alimentari, bevande) è diminuita a vantaggio del petrolio; nelle importazioni la percentuale dei beni di consumo è diminuita a vantaggio delle attrezzature e dei macchinari, e per alcuni paesi è diventata importante l'importazione di prodotti alimentari. Taluni paesi sono divenuti esportatori di prodotti manifatturati dell'industria leggera, soprattutto tessile (India, Pakistan, Corea del Sud, Taiwan, Singapore, Hong Kong), diretti anche verso i paesi sviluppati (tipico il caso della Corea del Sud). Tuttavia queste modificazioni non sono che il riflesso dell'incipiente nuova divisione internazionale capitalista del lavoro industriale, come si è F. D’Alessi © 2010-2013 14 accennato in precedenza. Una conferma è data dalla permanenza della precedente direzione (coloniale) che l'interscambio in gran parte presenta: verso le ex-metropoli europee e gli SUA, cui si è aggiunto il Giappone (che prevalentemente importa petrolio arabo e indonesiano, e altre materie prime dall'Asia sudorientale, verso cui esporta prodotti manifatturati). Limitato continua a rimanere l'interscambio fra i paesi in via di sviluppo stessi, in primo luogo per l'analogia della struttura economica e del livello di sviluppo. Tavola degli stati per regioni (2006) Stato Superficie Popolazione Densità Kazakistan 2.717.300 15.233.244 5 Kirghizistan 198.500 5.213.898 135 Tagikistan 143.100 7.320.815 51 Turkmenistan 488.100 5.042.920 10 Uzbekistan 447.400 27.307.134 61 Repubblica Popolare Cinese 9.584.492 1.313.973.713 137 Hong Kong 1.092 7.303.334 6.688 Giappone 377.835 127.463.611 337 Macao 25 461.833 18.473 Mongolia 1.565.000 2.832.224 1.8 Corea del Nord 120.540 23.113.019 191 Corea del Sud 98.480 48.846.823 492 Repubblica Cinese (Taiwan) 35.980 22.548.009 627 17.075.200 142.893.540 8 Birmania 678.500 47.382.633 69 Brunei 5.770 379.344 66 Cambogia 181.040 13.881.427 76 Indonesia 1.919.440 245.452.739 127 Laos 236.800 6.368.481 27 Malesia 329.750 24.385.858 54 Filippine 300.000 89.468.677 298 Singapore 693 4.492.150 6.426 Thailandia 514.000 64.631.595 125 Timor Est (Timor-Leste) 15.007 1.062.777 70 Vietnam 329.560 84.402.966 256 Afghanistan 647.500 31.056.997 48 Bangladesh 144.000 147.365.352 1023 Bhutan 47.000 2.279.723 48 India 3.064.898 1.095.351.995 333 Iran 1.648.000 68.688.433 41 Maldive 300 359.008 1.204 Nepal 140.800 25.873.917 183.8 Pakistan 803.940 165.803.506 206 Asia centrale: Asia orientale: Asia settentrionale: Russia Sud-Est Asiatico: Asia meridionale: F. D’Alessi © 2010-2013 15 Sri Lanka 65.610 20.222.204 308 Arabia Saudita 2.152.000 27.019.731 12 Armenia 29.800 2.976.372 100 Azerbaigian 86.800 7.961.619 92 Bahrain 665 686.585 1.032 Cipro 9.250 784.301 85 Emirati Arabi Uniti 82.880 3.870.936 46 Georgia 69.700 4.661.473 67 Iraq 437.072 26.783.383 61 Israele 20.770 6.352.117 305 Giordania 92.300 5.906.760 64 Kuwait 17.820 2.418.393 136 Libano 10.452 3.874.050 370 Oman 309.500 3.102.229 10 Qatar 11.437 885.359 77 Siria 185.180 18.881.361 101 Turchia 780.580 70.413.958 90 Yemen 527.970 21.456.188 Asia occidentale: Paese Prodotto Interno Lordo (PIL) (miliardi di dollari) Anno Afghanistan 30 2011 Armenia 18 2011 Azerbaigian 94 2011 Bangladesh 286 2011 Bhutan 4 2011 Brunei 21 2011 Cambogia 34 2011 Cina 11,440 2011 Corea del Nord 40 2011 Corea del Sud 1,574 2011 Filippine 395 2011 Georgia 25 2011 Giappone 4,497 2011 Hong Kong 356 2011 India 4,515 2011 Indonesia 1,139 2011 Iran 1,003 2011 Kazakistan 220 2011 Kirghizistan 13 2011 Laos 18 2011 Macao 18 2009 F. D’Alessi © 2010-2013 16 Paese Prodotto Interno Lordo (PIL) (miliardi di dollari) Anno Malesia 453 2011 Mongolia 13 2011 Myanmar 84 2011 Nepal 38 2011 Pakistan 495 2011 Russia 2,414 2011 Russia 2,414 2011 Singapore 319 2011 Sri Lanka 118 2011 Tagikistan 16 2011 Taiwan 887 2011 Thailandia 610 2011 Timor orientale 10 2011 Turkmenistan 44 2011 Uzbekistan 96 2011 Vietnam 304 2011 F. D’Alessi © 2010-2013 17 Indice sviluppo umano 2011 – Asia ISU molto elevato 3 Corea del Sud 0,917 9 Giappone 0,907 13 Hong Kong 0,898 26 Singapore 0,866 30 Emirati Arabi Uniti 0,846 33 Brunei 0,838 37 Qatar 0,831 42 Bahrain 0,806 52 Seychelles 0,773 56 Arabia Saudita 0,770 61 Malesia 0,761 63 Kuwait 0,760 65 Bielorussia 0,756 66 Russia 0,755 68 Kazakistan 0,745 71 Libano 0,739 75 Georgia 0,733 76 Ucraina 0,729 86 Armenia 0,716 88 Iran 0,707 89 Oman 0,705 91 Azerbaigian 0,700 95 Giordania 0,698 97 Sri Lanka 0,691 101 Cina 0,687 102 Turkmenistan 0,686 103 Thailandia 0,682 109 Maldive 0,661 110 Mongolia 0,653 112 Filippine 0,644 114 Stato di Palestina 0,641 115 Uzbekistan 0,641 119 Siria 0,632 124 Indonesia 0,617 126 Kirghizistan 0,615 127 Tagikistan 0,607 128 Vietnam 0,593 132 Iraq 0,573 134 India 0,547 ISU elevato ISU medio F. D’Alessi © 2010-2013 18 138 Laos 0,524 139 Cambogia 0,523 141 Bhutan 0,522 145 Pakistan 0,504 146 Bangladesh 0,500 149 Birmania 0,483 154 Yemen 0,462 157 Nepal 0,458 ISU basso 172 Afghanistan Paese 0,398 Anno Paese Afghanistan Tasso di natalità (nascite/1.000 39 popolazione) Anno Russia Tasso di mortalità (decessi/1.000 16 popolazione) 2012 Tagikistan 26 2012 Afghanistan 15 2012 Laos 26 2012 Georgia 10 2012 Timor orientale 25 2012 Giappone 9 2012 Cambogia 25 2012 Corea del Nord 9 2012 Filippine 25 2012 Kazakistan 9 2012 Pakistan 24 2012 Armenia 8 2012 Kirghizistan 24 2012 Myanmar 8 2012 Bangladesh 23 2012 Laos 8 2012 Nepal 22 2012 Cambogia 8 2012 Malesia 21 2012 India 7 2012 Mongolia 21 2012 Thailandia 7 2012 India 21 2012 Hong Kong 7 2012 Kazakistan 20 2012 Cina 7 2012 Turkmenistan 20 2012 Azerbaigian 7 2012 Myanmar 19 2012 Taiwan 7 2012 Bhutan 19 2012 Bhutan 7 2012 Iran 19 2012 Kirghizistan 7 2012 Indonesia 18 2012 Pakistan 7 2012 Brunei 18 2012 Nepal 7 2012 Uzbekistan 17 2012 Tagikistan 6 2012 Azerbaigian 17 2012 Corea del Sud 6 2012 Sri Lanka 17 2012 Indonesia 6 2012 Vietnam 17 2012 Turkmenistan 6 2012 Corea del Nord 15 2012 Mongolia 6 2012 Armenia 13 2012 Sri Lanka 6 2012 Thailandia 13 2012 Vietnam 6 2012 Cina 12 2012 Iran 6 2012 Russia 11 2012 Timor orientale 6 2012 F. D’Alessi © 2010-2013 2012 19 Paese Anno Paese Georgia Tasso di natalità (nascite/1.000 11 popolazione) Anno Bangladesh Tasso di mortalità (decessi/1.000 6 popolazione) 2012 Macao 9 2012 Uzbekistan 5 2012 Taiwan 9 2012 Filippine 5 2012 Corea del Sud 8 2012 Malesia 5 2012 Giappone 8 2012 Macao 4 2012 Singapore 8 2012 Singapore 3 2012 Hong Kong 8 2012 Brunei 3 2012 Yemen 33 2012 Yemen 7 2012 Iraq 28 2012 Libano 7 2012 Giordania 27 2012 Israele 6 2012 Oman 24 2012 Iraq 5 2012 Siria 24 2012 Siria 4 2012 Kuwait 21 2012 Oman 3 2012 Arabia Saudita 19 2012 Arabia Saudita 3 2012 Israele 19 2012 Giordania 3 2012 Emirati arabi uniti 16 2012 Bahrein 3 2012 Libano 15 2012 Kuwait 2 2012 Bahrein 14 2012 Emirati arabi uniti 2 2012 Qatar 10 2012 Qatar 2 2012 2012 Gas naturale Produzione Petrolio Barili/giorno Anno Paese Produzione Gas naturale Metri3 Anno Arabia Saudita 10.520.000 2010 Russia 588.900.000.000 2010 Russia 10.270.000 2010 Iran 138.500.000.000 2010 Iran 4.252.000 2010 Qatar 116.700.000.000 2010 Cina 4.073.000 2011 Cina 102.500.000.000 2011 E.A.U. 2.813.000 2010 Arabia Saudita 83.940.000.000 2010 Iraq 2.642.000 2011 Indonesia 82.800.000.000 2010 Kuwait 2.450.000 2010 Malaysia 66.500.000.000 2010 Kazakhstan 1.608.000 2011 Uzbekistan 59.100.000.000 2010 Qatar 1.437.000 2010 India 52.800.000.000 2010 Azerbaijan 1.041.000 2010 E.A.U. 48.840.000.000 2009 Indonesia 1.030.000 2010 Pakistan 42.900.000.000 2011 India 954.000 2010 Turkmenistan 42.400.000.000 2010 Oman 867.900 2010 Thailandia 30.880.000.000 2009 Malaysia 716.000 2010 Oman 24.760.000.000 2009 Thailandia 406.800 2010 Kazakhstan 20.200.000.000 2011 Syria 401.000 2010 Bangladesh 19.750.000.000 2009 Vietnam 305.000 2011 Azerbaijan 16.520.000.000 2009 Yemen 258.800 2010 Bahrain 12.580.000.000 2009 F. D’Alessi © 2010-2013 20 Gas naturale Produzione Petrolio Barili/giorno Anno Paese Produzione Gas naturale Metri3 Anno Turkmenistan 216.000 2010 Burma 11.540.000.000 2009 Brunei 159.400 2010 Brunei 11.500.000.000 2009 Japan 131.800 2010 Kuwait 11.490.000.000 2009 East Timor 87.500 2010 Vietnam 8.500.000.000 2011 Uzbekistan 87.000 2010 Syria 6.190.000.000 2009 Pakistan 64.950 2010 Japan 3.397.000.000 2010 Corea del Sud 48.400 2010 Filippine 3.150.000.000 2009 Bahrain 46.430 2010 Israel 1.550.000.000 2009 Filippine 33.110 2010 Iraq 1.300.000.000 2010 Taiwan 26.680 2010 Corea del Sud 539.300.000 2010 Myanmar 21.120 2010 Yemen 520.000.000 2009 Singapore 10.910 2010 Taiwan 310.000.000 2009 Bangladesh 5.724 2010 Giordania 250.000.000 2009 Israel 4.029 2010 Tajikistan 38.000.000 2009 Georgia 984 2010 Afghanistan 30.000.000 2009 Kyrgyzstan 946 2010 Kyrgyzstan 15.400.000 2009 Sri Lanka 637 2010 Georgia 10.000.000 2009 Tajikistan 220 2010 Hong Kong 0 2011 Corea del Nord 118 2010 Cambogia 0 2009 Giordania 88 2010 Sri Lanka 0 2009 Hong Kong 0 2011 Bhutan 0 2009 Afghanistan 0 2010 Armenia 0 2011 Armenia 0 2010 Corea del Nord 0 2009 Bhutan 0 2010 East Timor 0 2009 Cambogia 0 2010 Singapore 0 2009 Nepal 0 2010 Nepal 0 2010 Laos 0 2010 Laos 0 2009 Macao 0 2010 Macao 0 2010 Mongolia 0 2010 Mongolia 0 2009 Libano 0 2010 Libano 0 2009 Anno Paese 2012 Cina Consumi Energia elettrica Mld kWh 4.693 Anno Cina Produzione Energia elettrica Mld kWh 4.604 Japan 938 2012 Giappone 860 2012 Russia 926 2012 Russia 858 2012 India 835 2012 India 601 2012 Corea del Sud 460 2012 Corea del Sud 455 2012 Taiwan 229 2012 Taiwan 221 2012 Iran 213 2012 Iran 207 2012 Arabia Saudita 194 2012 Arabia Saudita 175 2012 Paese F. D’Alessi © 2010-2013 2012 21 Paese Anno Paese Indonesia Produzione Energia elettrica Mld kWh 141 Anno Thailandia Consumi Energia elettrica Mld kWh 132 2012 Thailandia 139 2012 Indonesia 126 2012 Malaysia 118 2012 Vietnam 101 2012 Vietnam 106 2012 Malaysia 94 2012 Pakistan 93 2012 Kazakhstan 88 2012 Kazakhstan 86 2012 Pakistan 74 2012 E.A.U. 81 2012 E.A.U. 71 2012 Israele 53 2012 Iraq 56 2012 Filippine 59 2012 Filippine 54 2012 Kuwait 50 2012 Israele 47 2012 Iraq 49 2012 Kuwait 43 2012 Uzbekistan 47 2012 Hong Kong 43 2012 Singapore 45 2012 Singapore 41 2012 Hong Kong 41 2012 Uzbekistan 40 2012 Syria 39 2012 Syria 29 2012 Bangladesh 26 2012 Bangladesh 24 2012 Azerbaijan 23 2012 Corea del Nord 19 2012 Corea del Nord 23 2012 Azerbaijan 19 2012 Qatar 19 2012 Qatar 19 2012 Tajikistan 16 2012 Tajikistan 17 2012 Oman 18 2012 Oman 13 2012 Turkmenistan 16 2012 Turkmenistan 13 2012 Giordania 13 2012 Giordania 11 2012 Bahrain 11 2012 Bahrain 10 2012 Libano 10 2012 Libano 10 2012 Kyrgyzstan 15 2012 Sri Lanka 9 2012 Sri Lanka 11 2012 Georgia 9 2012 Georgia 10 2012 Kyrgyzstan 7 2012 Armenia 7 2012 Armenia 6 2012 Myanmar 6 2012 Nepal 5 2012 Yemen 6 2012 Yemen 5 2012 Mongolia 4 2012 Myanmar 5 2012 Brunei 3 2012 Macao 4 2012 Nepal 3 2012 Mongolia 3 2012 Laos 2 2012 Brunei 3 2012 Bhutan 1 2012 Laos 2 2012 Cambogia 1 2012 Cambogia 2 2012 Macao 1 2012 Afghanistan 0 2012 F. D’Alessi © 2010-2013 2012 22 Paese Anno Paese Afghanistan Produzione Energia elettrica Mld kWh 0 2012 East Timor 0 2012 Paese Anno Bhutan Consumi Energia elettrica Mld kWh 0 East Timor 0 2012 Anno Paese Afghanistan Mortalità infantile (decessi/1.000 feti nati vivi) 122 2012 Pakistan 61 Laos 2012 Anno Macao Speranza di vita alla nascita (anni) 84 2012 Giappone 84 2012 58 2012 Singapore 84 2012 Cambogia 54 2012 Hong Kong 82 2012 Yemen 54 2012 Israele 81 2012 Bangladesh 49 2012 Giordania 80 2012 Myanmar 48 2012 Corea del Sud 79 2012 India 46 2012 Taiwan 78 2012 Nepal 43 2012 Bahrein 78 2012 Bhutan 42 2012 Qatar 78 2012 Iran 41 2012 Georgia 77 2012 Turkmenistan 41 2012 Kuwait 77 2012 Iraq 40 2012 Emirati arabi uniti 77 2012 Tagikistan 37 2012 Brunei 76 2012 Timor orientale 37 2012 Sri Lanka 76 2012 Mongolia 36 2012 Cina 75 2012 Kirghizistan 31 2012 Libano 75 2012 Azerbaigian 29 2012 Siria 75 2012 Indonesia 27 2012 Malesia 74 2012 Corea del Nord 26 2012 Thailandia 74 2012 Kazakistan 23 2012 Oman 74 2012 Uzbekistan 21 2012 Arabia Saudita 74 2012 Vietnam 20 2012 Armenia 73 2012 Filippine 19 2012 Uzbekistan 73 2012 Armenia 18 2012 Vietnam 72 2012 Thailandia 16 2012 Filippine 72 2012 Cina 16 2012 Indonesia 72 2012 Giordania 16 2012 Azerbaigian 71 2012 Arabia Saudita 16 2012 Iraq 71 2012 Georgia 15 2012 Iran 70 2012 Malesia 15 2012 Bangladesh 70 2012 Libano 15 2012 Kazakistan 70 2012 Siria 15 2012 Kirghizistan 69 2012 Oman 15 2012 Corea del Nord 69 2012 Emirati arabi uniti 12 2012 Turkmenistan 69 2012 F. D’Alessi © 2010-2013 2012 23 Paese Anno Paese Brunei Mortalità infantile (decessi/1.000 feti nati vivi) 11 Anno Mongolia Speranza di vita alla nascita (anni) 69 2012 Russia 10 2012 Timor Est 68 2012 Bahrein 10 2012 Bhutan 68 2012 Sri Lanka 9 2012 India 67 2012 Kuwait 8 2012 Nepal 67 2012 Qatar 7 2012 Russia 66 2012 Taiwan 5 2012 Tagikistan 66 2012 Corea del Sud 4 2012 Pakistan 66 2012 Israele 4 2012 Myanmar 65 2012 Macao 3 2012 Yemen 64 2012 Hong Kong 3 2012 Cambogia 63 2012 Singapore 3 2012 Laos 63 2012 Giappone 2 2012 Afghanistan 50 2012 Paese Anno Paese Georgia Densità di medici n/1.000 abitanti) 5 2007 Russia 4 Kazakistan 2012 Anno Giappone Posti letto ospedalieri n / 1000 abitanti) 14 2006 Corea del Nord 13 2002 4 2007 Corea del Sud 12 2008 Azerbaigian 4 2007 Russia 10 2006 Armenia 4 2007 Azerbaigian 8 2007 Corea del Nord 3 2003 Kazakistan 8 2009 Mongolia 3 2008 Mongolia 6 2009 Uzbekistan 3 2007 Tagikistan 5 2008 Turkmenistan 2 2007 Kirghizistan 5 2007 Kirghizistan 2 2007 Nepal 5 2006 Giappone 2 2006 Uzbekistan 5 2007 Tagikistan 2 2006 Armenia 4 2007 Corea del Sud 2 2008 Cina 4 2009 Singapore 2 2009 Turkmenistan 4 2007 Brunei 1 2008 Georgia 3 2007 Cina 1 2009 Singapore 3 2008 Vietnam 1 2008 Sri Lanka 3 2004 Filippine 1 2004 Vietnam 3 2008 Malesia 1 2008 Brunei 3 2008 Iran 1 2005 Thailandia 2 2002 Pakistan 1 2009 Malesia 2 2009 India 1 2005 Bhutan 2 2006 Sri Lanka 0 2006 Iran 1 2006 Myanmar 0 2008 Laos 1 2005 F. D’Alessi © 2010-2013 2008 24 Paese Anno Paese Thailandia Densità di medici n/1.000 abitanti) 0 Anno India Posti letto ospedalieri n / 1000 abitanti) 1 2004 Bangladesh 0 2007 Indonesia 1 2002 Indonesia 0 2007 Myanmar 1 2006 Laos 0 2005 Pakistan 1 2009 Cambogia 0 2008 Filippine 1 2006 Afghanistan 0 2009 Afghanistan 0 2009 Nepal 0 2004 Bangladesh 0 2005 Timor orientale 0 2004 Cambogia 0 2004 Bhutan 0 2007 Israele 6 2007 Israele 4 2007 Libano 4 2009 Libano 4 2009 Arabia Saudita 2 2008 Qatar 3 2006 Oman 2 2008 Giordania 2 2009 Bahrein 2 2008 Emirati arabi uniti 2 2007 Emirati arabi uniti 2 2008 Oman 2 2008 Giordania 2 2009 Kuwait 2 2009 Siria 2 2009 Siria 2 2008 Qatar 1 2008 Bahrein 1 2008 Iraq 1 2009 Arabia Saudita 1 2008 Yemen 1 2009 Iraq 1 2009 Yemen 0 2009 2005 Paese Spese per la salute (% PIL) Anno Timor orientale 12 2009 Georgia 11 2009 Iraq 10 2009 Israele 10 2009 Giappone 9 2009 Mongolia 9 2009 Malesia 8 2009 Libano 8 2009 Afghanistan 7 2009 Vietnam 7 2009 Laos 7 2009 Corea del Sud 7 2009 Kuwait 7 2009 Azerbaigian 6 2009 Cambogia 6 2009 Nepal 6 2009 F. D’Alessi © 2010-2013 25 Paese Spese per la salute (% PIL) Anno Bhutan 6 2009 Indonesia 6 2009 Yemen 6 2009 Russia 5 2009 Tagikistan 5 2009 Uzbekistan 5 2009 Armenia 5 2009 Cina 5 2009 Arabia Saudita 5 2009 Bahrein 5 2009 Giordania 5 2009 Kazakistan 4 2009 Thailandia 4 2009 Kirghizistan 4 2009 Sri Lanka 4 2009 Iran 4 2009 Singapore 4 2009 Filippine 4 2009 Bangladesh 3 2009 Brunei 3 2009 Pakistan 3 2009 Oman 3 2009 Siria 3 2009 Emirati arabi uniti 3 2009 Qatar 3 2009 India 2 2009 Turkmenistan 2 2009 Corea del Nord 2 2009 Myanmar 2 2009 Paese Popolazione sotto la linea di povertà (%) Anno Tagikistan 47 2009 Yemen 45 2003 Timor orientale 41 2009 Mongolia 39 2010 Afghanistan 36 2008 Armenia 36 2010 Kirghizistan 34 2011 Myanmar 33 2007 F. D’Alessi © 2010-2013 26 Paese Popolazione sotto la linea di povertà (%) Anno Bangladesh 32 2010 Cambogia 31 2007 Turkmenistan 30 2004 India 30 2010 Libano 28 1999 Filippine 27 2009 Uzbekistan 26 2008 Laos 26 2010 Nepal 25 2011 Iraq 25 2008 Israele 24 2012 Bhutan 23 2008 Pakistan 22 2005 Emirati arabi uniti 20 2003 Iran 19 2007 Giappone 16 2007 Corea del Sud 15 2006 Vietnam 15 2010 Giordania 14 2002 Cina 13 2012 Russia 13 2010 Indonesia 13 2011 Siria 12 2006 Azerbaigian 11 2009 Georgia 10 2010 Sri Lanka 9 2010 Kazakistan 8 2009 Thailandia 8 2009 Malesia 4 2009 Taiwan 1 2010 Paese Anno Paese Turkmenistan Tasso di disoccupazione (%) 60 Anno Armenia Tasso di disoccupazione 58 giovanile (%) 2004 Nepal 46 2008 Georgia 36 2008 Afghanistan 35 2008 Arabia Saudita 28 2008 Yemen 35 2003 Giordania 27 2009 Timor orientale 18 2010 Iran 23 2008 Georgia 16 2010 Indonesia 22 2009 Iran 15 2011 Libano 22 2007 F. D’Alessi © 2010-2013 2007 27 Paese Anno Paese Bahrein Tasso di disoccupazione (%) 15 Anno Sri Lanka Tasso di disoccupazione 21 giovanile (%) 2005 Iraq 15 2010 Mongolia 20 2003 Oman 15 2004 Bahrein 20 2001 Siria 12 2011 Siria 19 2007 Giordania 12 2011 Russia 18 2009 Arabia Saudita 11 2011 Filippine 17 2009 Mongolia 10 2010 Kirghizistan 15 2006 India 10 2011 Israele 15 2009 Kirghizistan 9 2011 Azerbaigian 14 2008 Filippine 7 2011 Singapore 13 2009 Russia 7 2011 Hong Kong 13 2009 Indonesia 7 2011 Emirati arabi uniti 12 2008 Cina 7 2011 Malesia 11 2008 Armenia 6 2011 India 11 2004 Pakistan 6 2011 Corea del Sud 10 2009 Myanmar 6 2011 Bangladesh 9 2006 Israele 6 2011 Giappone 9 2009 Kazakistan 5 2011 Pakistan 8 2008 Bangladesh 5 2011 Macao 8 2009 Giappone 5 2011 Kazakistan 7 2008 Taiwan 4 2011 Bhutan 6 2005 Sri Lanka 4 2011 Vietnam 5 2004 Bhutan 4 2009 Thailandia 4 2009 Cambogia 4 2007 Qatar 2 2007 Corea del Sud 3 2011 Hong Kong 3 2011 Malesia 3 2011 Macao 3 2010 Brunei 3 2010 Laos 3 2009 Vietnam 2 2011 Tagikistan 2 2009 Singapore 2 2011 Emirati arabi uniti 2 2001 Kuwait 2 2004 Uzbekistan 1 2011 Azerbaigian 1 2011 Thailandia 1 2011 F. D’Alessi © 2010-2013 2009 28 Paese Tasso di disoccupazione (%) 0 Qatar Anno Paese 2011 Tasso di disoccupazione giovanile (%) Anno Paese Esportazioni (mld di dollari) Anno Paese Importazioni (mld di dollari) Anno Cina 1.904 2011 Cina 1.743 2011 Giappone 788 2011 Giappone 808 2011 Corea del Sud 557 2011 Corea del Sud 524 2011 Russia 521 2011 Hong Kong 483 2011 Russia 521 2011 India 461 2011 Hong Kong 428 2011 Singapore 366 2012 Singapore 415 2011 Russia 323 2011 Arabia Saudita 360 2011 E.A.U. 186 2011 Taiwan 307 2011 Russia 323 2011 India 299 2011 Taiwan 279 2011 E.A.U 253 2011 Arabia Saudita 117 2011 Malesia 226 2011 Thailandia 196 2011 Thailandia 222 2011 Malesia 177 2011 Indonesia 202 2011 Indonesia 166 2011 Iran 132 2011 Vietnam 98 2011 Qatar 107 2011 Israele 72 2011 Kuwait 104 2011 Iraq 54 2011 Vietnam 95 2011 Iran 76 2011 Kazakistan 89 2011 Filippine 63 2011 Iraq 83 2011 Qatar 23 2011 Israele 63 2011 Kuwait 22 2011 Filippine 47 2011 Kazakistan 42 2011 Oman 46 2011 Oman 21 2011 Azerbaigian 34 2011 Pakistan 36 2011 Pakistan 25 2011 Bangladesh 32 2011 Bangladesh 24 2011 Sri Lanka 20 2011 Bahrein 20 2011 Libano 20 2011 Turkmenistan 15 2011 Azerbaigian 10 2011 Uzbekistan 13 2011 Turkmenistan 10 2011 Brunei 11 2008 Afghanistan 9 2010 Sri Lanka 10 2011 Uzbekistan 9 2011 Myanmar 8 2011 Georgia 7 2011 Siria 8 2011 Giordania 16 2011 Giordania 8 2011 Siria 13 2011 Yemen 8 2011 Bahrein 12 2011 Cambogia 5 2011 Cambogia 7 2011 F. D’Alessi © 2010-2013 29 Paese Esportazioni (mld di dollari) Anno Paese Importazioni (mld di dollari) Anno Mongolia 5 2011 Mongolia 7 2011 Libano 5 2011 Yemen 8 2011 Afghanistan 3 2010 Macao 6 2010 Corea del Nord 3 2010 Myanmar 6 2011 Kirghizistan 2 2011 Nepal 5 2011 Georgia 2 2011 Kirghizistan 4 2011 Laos 2 2011 4 2010 Armenia 1 2011 Corea del Nord Armenia 4 2011 Tagikistan 1 2011 Tagikistan 3 2011 Macao 1 2010 Brunei 3 2008 Nepal 1 2011 Laos 2 2011 Bhutan 1 2010 Bhutan 1 2010 Timor Est 0 2011 Timor Est 1 2011 Paese Valore di mercato delle parti in mercati pubblici (US$) Anno Giappone 3.541.000.000.000 2011 Cina 3.389.000.000.000 2011 Hong Kong 2.240.000.000.000 2011 India 1.015.000.000.000 2011 Corea del Sud 994.300.000.000 2011 Russia 796.400.000.000 2011 Taiwan 784.100.000.000 2010 Singapore 569.400.000.000 2011 Malesia 414.000.000.000 2011 Indonesia 390.100.000.000 2011 Arabia Saudita 338.900.000.000 2011 Thailandia 268.500.000.000 2011 Filippine 202.300.000.000 2010 Israele 145.000.000.000 2011 Qatar 125.400.000.000 2011 Iran 107.200.000.000 2011 Kuwait 100.900.000.000 2011 Emirati arabi uniti 93.770.000.000 2011 Macao 46.100.000.000 2011 Kazakistan 43.300.000.000 2011 Pakistan 32.760.000.000 2011 Giordania 27.180.000.000 2011 Vietnam 26.000.000.000 2011 F. D’Alessi © 2010-2013 30 Paese Valore di mercato delle parti in mercati pubblici (US$) Anno Bangladesh 23.550.000.000 2011 Oman 19.720.000.000 2011 Sri Lanka 19.440.000.000 2011 Bahrein 17.150.000.000 2011 Libano 10.160.000.000 2011 Nepal 4.529.000.000 2011 Iraq 4.000.000.000 2011 Mongolia 1.579.000.000 2011 Georgia 795.700.000 2011 Uzbekistan 715.300.000 2006 Kirghizistan 165.000.000 2011 Armenia 43.520.000 2011 Paese Russia Ferrovie (km) 87.157 Anno 2006 Paese Cina Strade (km) 3.860.800 Anno 2007 Paese Cina Canali navigabili (km) 110.000 A nno 2 011 Cina 86.000 2008 India 3.320.410 2009 Russia 2 102.000 009 India 63.974 2009 Giappone 1.210.251 2008 Russia 2 102.000 009 Giappone 27.182 2009 Russia 982.000 2009 Indonesia 2 21.579 011 Kazakistan 15.079 2008 Indonesia 437.759 2008 Vietnam 2 17.702 011 Iran 8.442 2008 Pakistan 260.760 2007 India 2 14.500 012 Pakistan 7.791 2007 Bangladesh 239.226 2003 Myanmar 2 12.800 011 Corea del Nord Indonesia 5.242 2009 Arabia Saudita 221.372 2006 Bangladesh 2 8.370 011 5.042 2008 Filippine 213.151 2009 Malesia 2 7.200 011 Myanmar 5.031 2008 Vietnam 180.549 2008 Iraq 2 5.279 012 Thailandia 4.071 2008 Thailandia 180.053 2006 Laos 2 4.600 012 Uzbekistan 3.645 2008 Iran 172.927 2006 Thailandia 2 4.000 011 Corea del Sud Turkmenistan 3.381 2008 Corea del Sud 103.029 2008 Kazakistan 2 4.000 010 2.980 2008 Malesia 98.721 2004 Cambogia 2 3.700 012 Azerbaigian 2.918 2009 Kazakistan 93.612 2008 Filippine 2 3.219 011 Vietnam Bangladesh 2.632 2.622 2008 2008 Sri Lanka Uzbekistan 91.907 86.496 2008 2000 Corea del Nord Giappone 2 2.250 011 2 1.770 010 Iraq Siria 2.272 2.052 2008 2008 Yemen Siria 71.300 68.157 2005 2006 Corea del Sud Turkmenistan 2 1.600 011 2 1.300 011 Mongolia 1.908 2010 Azerbaigian 59.141 2004 Afghanistan 2 1.200 011 Malesia 1.849 2008 Turkmenistan 58.592 2002 Uzbekistan 2 1.100 012 Georgia 1.612 2008 Oman 53.430 2008 Siria 2 900 011 Taiwan 1.580 2009 Mongolia 49.249 2010 Iran 2 850 012 Sri Lanka 1.449 2007 Iraq 44.900 2002 Kirghizistan 2 600 010 F. D’Alessi © 2010-2013 31 Paese Arabia Saudita Filippine Ferrovie (km) 1.378 Anno 2008 Paese Afghanistan Strade (km) 42.150 Anno 2006 Paese Canali navigabili (km) 580 Mongolia A nno 2 010 995 2010 Taiwan 41.475 2009 Brunei 2 209 012 Israele 975 2008 Laos 39.568 2007 Tagikistan 2 200 011 Armenia 869 2009 Cambogia 38.093 2007 Sri Lanka 2 160 012 Cambogia 690 2010 Kirghizistan 34.000 2003 Tagikistan 680 2008 Tagikistan 27.767 2000 Giordania 507 2008 Myanmar 27.000 2006 Kirghizistan 470 2008 Corea del Nord 25.554 2006 Libano 401 2008 Georgia 20.329 2006 Nepal 59 2008 Israele 18.290 2008 Nepal 17.282 2007 Armenia 8.888 2008 Bhutan 8.050 2003 Giordania 7.891 2009 Qatar 7.790 2006 Libano 6.970 2005 Timor orientale 6.040 2005 Kuwait 5.749 2004 Emirati arabi uniti 4.080 2008 Bahrein 3.851 2007 Singapore 3.356 2009 Brunei 2.971 2008 Hong Kong 2.067 2010 Macao 413 2009 Paese Paese Aereoporti (2012) Cina Marina mercantile (2008) Tonnellate 1.775 Russia 1.218 Singapore 1.131 Indonesia 676 Russia 1.130 Cina 497 Hong Kong 1.009 India 352 Indonesia 965 Iran 324 Corea del Sud 738 Filippine 247 Giappone 676 Arabia Saudita 216 Cambogia 586 Giappone 175 India 477 Pakistan 151 Thailandia 405 Oman 130 Filippine 383 Malesia 117 Vietnam 314 Corea del Sud 114 Malesia 304 Iraq 104 F. D’Alessi © 2010-2013 32 Paese Paese Aereoporti (2012) Corea del Nord Marina mercantile (2008) Tonnellate 171 Thailandia 103 Iran 131 Siria 99 Taiwan 102 Kazakhstan 97 Siria 96 Corea del Nord 81 Mongolia 73 Myanmar 74 Emirati Arabi Uniti 60 Yemen 57 Arabia Saudita 59 Uzbekistan 53 Bangladesh 41 Afghanistan 52 Kuwait 38 Israele 47 Libano 35 Nepal 47 Myanmar 33 Mongolia 44 Giordania 30 Vietnam 44 Sri Lanka 24 Emirati Arabi Uniti 42 Qatar 20 Laos 42 Israele 18 Taiwan 40 Pakistan 14 Kyrgyzstan 28 Iraq 13 Turkmenistan 26 Brunei 8 Tajikistan 24 Turkmenistan 8 Bangladesh 18 Bahrain 7 Giordania 18 Kazakhstan 5 Sri Lanka 18 Yemen 4 Cambogia 16 Oman 2 Singapore 9 East Timor 1 Kuwait 7 Laos 1 Libano 7 Qatar 6 Timor Est 6 Bahrain 4 Bhutan 2 Hong Kong 2 Brunei 1 Macao 1 Paese Forza di lavoro militare - disponibilità Anno Cina 385.821.101 2010 India 319.129.420 2010 Indonesia 65.847.171 2010 Pakistan 48.453.305 2010 Bangladesh 36.520.491 2010 F. D’Alessi © 2010-2013 33 Paese Forza di lavoro militare - disponibilità Anno Russia 34.132.156 2010 Giappone 27.301.443 2010 Vietnam 25.649.738 2010 Filippine 25.614.135 2010 Iran 23.619.215 2010 Thailandia 17.689.921 2010 Myanmar 14.747.845 2010 Corea del Sud 13.185.794 2010 Arabia Saudita 8.644.522 2010 Uzbekistan 7.887.292 2010 Iraq 7.767.329 2010 Malesia 7.501.518 2010 Afghanistan 7.056.339 2010 Nepal 6.941.152 2010 Corea del Nord 6.515.279 2010 Taiwan 6.183.567 2010 Siria 5.889.837 2010 Yemen 5.652.256 2010 Sri Lanka 5.342.147 2010 Kazakistan 4.163.629 2010 Cambogia 3.883.724 2010 Emirati arabi uniti 2.676.928 2010 Azerbaigian 2.354.249 2010 Tagikistan 2.012.790 2010 Israele 1.797.960 2010 Hong Kong 1.704.090 2010 Giordania 1.674.260 2010 Laos 1.574.362 2010 Kirghizistan 1.456.881 2010 Turkmenistan 1.380.794 2010 Singapore 1.255.902 2010 Libano 1.081.016 2010 Georgia 1.080.840 2010 Kuwait 1.002.480 2010 Oman 985.957 2010 Mongolia 898.546 2010 Armenia 805.847 2010 Bahrein 508.863 2010 F. D’Alessi © 2010-2013 34 Paese Forza di lavoro militare - disponibilità Anno Qatar 389.487 2010 Timor orientale 305.643 2010 Bhutan 202.407 2010 Macao 150.780 2010 Brunei 112.688 2010 F. D’Alessi © 2010-2013 35