“L’ELASTICITÀ DEL CONSUMATORE”
PROF. MATTIA LETTIERI
Università Telematica Pegaso
L’elasticità del consumatore
Indice
1
LA CURVA DI DOMANDA INDIVIDUALE ---------------------------------------------------------------------------- 3
2
GLI SPOSTAMENTI DELLA CURVA DI DOMANDA -------------------------------------------------------------- 5
3
LA CURVA DI DOMANDA DEL MERCATO -------------------------------------------------------------------------- 7
4
L’ELASTICITÀ DELLA DOMANDA ------------------------------------------------------------------------------------- 9
4.1
4.1
4.3
ELASTICITÀ DELLA DOMANDA RISPETTO AL PREZZO ----------------------------------------------------------------------- 9
ELASTICITÀ DELLA DOMANDA RISPETTO AL REDDITO--------------------------------------------------------------------- 13
ELASTICITÀ INCROCIATA DELLA DOMANDA -------------------------------------------------------------------------------- 15
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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L’elasticità del consumatore
1 La curva di domanda individuale
La curva prezzo-consumo, come abbiamo visto, esprime come variano le scelte del
consumatore al variare del prezzo di uno dei due beni, senza variazioni di reddito, di preferenze e di
prezzo dell’altro bene.
La curva prezzo-consumo è particolarmente importante poiché da essa è possibile derivare
direttamente la curva di domanda individuale.
È sufficiente riportare su un nuovo grafico le informazioni relative alle quantità domandate del bene
B sull’asse delle ascisse e i diversi prezzi del bene stesso sull’asse delle ordinate, ricavando queste
informazioni dalla curva prezzo-consumo.
Nel caso in cui supponiamo che il prezzo iniziale del bene B sia pari a 5, la curva prezzo-consumo
ci indica che in corrispondenza di tale prezzo la quantità domandata dal consumatore è pari a 10.
Con un aumento di prezzo, ad esempio da 5 a 7, la quantità domandata passa da 10 a 8. Nel caso di
una diminuzione del prezzo da 5 a 4, il consumatore aumenta la sua richiesta del bene B da 10 a 11.
Riportando le coppie di valori di prezzo e quantità del bene B su di un grafico, figura n. 20,
otteniamo la curva di domanda individuale.
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PB
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
d
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
qB
Figura n. 20
La curva di domanda individuale indica le quantità di un dato bene che il consumatore è
disposto ad acquistare in relazione ai diversi prezzi del bene stesso, ferma restando ogni altra
condizione.
Nella maggior parte dei casi la curva di domanda è decrescente, questo significa che se il prezzo del
bene sale il consumatore è disposto ad acquistarne quantità minori, mentre se il prezzo scende la
quantità domandata aumenta.
Questa relazione è nota come legge di domanda. Non si tratta di una legge scientifica, ma di una
regolarità empirica. Se osserviamo quello che accade nella realtà la relazione tra quantità
domandata di un bene e il suo prezzo è quasi sempre negativa.
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2 Gli spostamenti della curva di domanda
La relazione che lega il prezzo e quantità domandata di un bene vale ceteris paribus ,
ovvero quando tutti gli altri fattori che influiscono sulla domanda di un bene, come le preferenze e il
reddito dei consumatori, e il prezzo degli altri beni non cambiano.
Questa condizione è utile per prevedere il comportamento del consumatore nel caso in cui cambiano
contemporaneamente molti fattori.
Però, possiamo vedere cosa succede alla curava di domanda quando una di queste condizioni, ma
una alla volta, si modifica.
In precedenza abbiamo visto, presentando la curva reddito-consumo e la curva di Engel, che in
molti casi un aumento del reddito del consumatore determina un aumento della quantità domandata,
a parità di prezzo. In questo caso la curva di domanda si sposterà parallelamente verso destra, come
indicato nelle figura n. 21.
P
d0
0
a) beni normali
P
P
d1
q
d0
q
0
b) beni inferiori
d0
d1
0
d1
q
c) beni sostituti
Figura n. 21
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Per alcuni beni superiori questo spostamento può essere anche rilevante mentre per i beni di prima
necessità normalmente è modesto.
I beni inferiori costituiscono un’eccezione, ovvero quando il reddito a disposizione del consumatore
aumenta, la quantità domandata diminuisce perché l’individuo preferirà acquistare beni di qualità
superiore, in questo caso la curva di domanda si sposterà parallelamente verso l’origine degli assi,
come indicato nel grafico b della figura n. 21.
Nel caso di variazione delle preferenze, poiché i gusti dei consumatori cambiano nel tempo per
ragioni personali o perché influenzati dalla pubblicità, la curva di domanda, a parità di reddito del
consumatore e a parità di prezzo, tenderà a spostarsi verso l’esterno.
La domanda di un bene dipende anche dai prezzi degli eventuali beni sostituti o complementari.
Nel caso di beni sostituti, la relazione fra prezzo di un bene e quantità domandata del bene sostituto
è una relazione diretta. Per cui se aumenta il prezzo, ad esempio, del burro, fermo restando quello
della margarina, i consumatori riducono la loro domanda di burro ed incrementano la domanda di
margarina. La curva di domanda della margarina, in questo caso, si sposterà verso destra.
Nel caso in cui si tratta di beni complementari, la domanda di un bene è funzione inversa del prezzo
dell’altro bene. Quindi, prendendo come esempio gli sci e gli attacchi, se il prezzo degli sci aumenta
i consumatori acquisteranno meno paia di sci e meno attacchi, anche nel caso in cui il prezzo degli
attacchi è rimasto invariato. In questa situazione la curva di domanda degli attacchi si sposterà verso
sinistra.
La funzione di domanda individuale del bene A, per un consumatore generico:
d A = f (PA, PB, …. , PN, R, P)
La domanda di un dato bene dipende dal prezzo del bene stesso PA, dal prezzo degli altri beni
complementari e sostituti (PB, …. , PN), dal reddito del consumatore R e dalle sue preferenze.
Quando si parla di variazioni di quantità domandate rispetto ai prezzi del bene si ragiona lungo la
curva di domanda.
Quando si parla di variazioni della domanda dovute a fattori come il reddito, le preferenze o il
prezzo di altri beni, si considerano gli spostamenti dell’intera curva di domanda, verso destra o
verso sinistra.
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3 La curva di domanda del mercato
La teoria neoclassica analizza le scelte economiche di un singolo soggetto, del consumatore
razionale, ne studia il comportamento, ricerca le regolarità economiche e assume che queste
relazioni fondamentali valgano anche per il sistema economico nel suo complesso, individualismo
metodologico.
Per determinare la curva di domanda del mercato si deve sommare le quantità domandate da
ciascun singolo consumatore per ogni possibile livello di prezzo.
Si assume, ad esempio e per semplicità, che vi siano solo due consumatori i e j, la curva di
domanda di mercato non è altro che la somma orizzontale delle singole curve di domanda
individuali.
P
P
P
PA
PA
PA
0
qiA
Consumatore i
DA
djA
di A
q
A
0
qj A
Consumatore j
q
A
0
Q
QA
Curva di domanda del
mercato
Figura n. 22
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Nei primi due grafici della figura n. 22, vengono riportate le curve di domanda del bene A
per i due individui i e j. In corrispondenza del prezzo di mercato PA il primo consumatore è disposto
ad acquistare una quantità pari a q
i
A.
Il secondo individuo, per quello stesso prezzo, domanda la
quantità q jA.
Per determinare la curva di domanda e riportarle su un terzo grafico: in corrispondenza del prezzo
PA la quantità domandata è pertanto QA = qi A + q j A.
Occorre distinguere tra spostamenti lungo la curva di domanda e spostamenti dell’intera curva.
Lungo la curva DA si può vedere come cambia la quantità domandata da parte di tutti i consumatori
di un dato bene al variare del prezzo, poiché di norma vale la legge di domanda, la curva DA è
decrescente.
Nel caso in cui variano il reddito dei consumatori, le preferenze o il prezzo di beni complementari e
sostituti, la curva di domanda del mercato si sposta in modo analogo a quanto accade per le curve di
domanda individuali.
Un altro fattore che determina lo spostamento della curva di domanda del mercato, è quello
demografico, infatti, tanto più è grande il numero di consumatori tanto maggiore è la quantità
domandata.
Per alcuni beni, inoltre, è importante anche la struttura della popolazione come ad esempio la
crescita della natalità determinerà una crescita della domanda di prodotti per l’infanzia così come
l’incremento della popolazione anziana determinerà un aumento della domanda di servizi sanitari.
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4 L’elasticità della domanda
Esiste uno strumento, nell’analisi della domanda, che serve per valutare in termini più
precisi quanto varia la quantità domandata di un dato bene.
Tale misura è il coefficiente di elasticità. Tale coefficiente si può calcolare facendo riferimento a
variazioni di prezzo del bene considerato, del prezzo dei beni complementari e sostituti o del
reddito.
Il coefficiente di elasticità è il rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata di un
bene e la variazione percentuale del fattore che ha determinato questa modificazione nella quantità,
prezzi o reddito.
4.1
Elasticità della domanda rispetto al prezzo
Gli aumenti di prezzo di alcuni beni fanno diminuire sensibilmente gli acquisti da parte dei
consumatori, mentre in altri casi hanno poco effetto.
La diversa reattività può essere misurata attraverso l’elasticità della domanda rispetto al prezzo. In
questo caso è pari al rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata del bene e la
variazione percentuale del prezzo, per cui avremo:
Ep = variazione % della quantità domandata
variazione % del prezzo
Quando vale la legge di domanda, la relazione tra prezzo e quantità è sempre inversa, se il prezzo
aumenta la quantità diminuisce, e viceversa, l’elasticità della domanda al prezzo sarà negativa.
Si considera il valore assoluto dell’elasticità tralasciando, quindi, il segno negativo.
L’elasticità è definita in termini di variazioni percentuali e non di variazioni assolute. Il calcolo
dell’elasticità, quindi, non è influenzato dall’unità di misura con cui sono espresse le due grandezze
considerate, ovvero prezzi e quantità. Utilizzando le variazioni percentuali permette di superare il
problema di avere risultati diversi, se ad esempio, le quantità di uno stesso bene fossero espresse in
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chilogrammi, quintali o tonnellate. Questo vuol dire che, ad esempio, un aumento del 5% delle
quantità domandate è sempre uguale indipendentemente da quale sia l’unità di misura utilizzata.
Per questo motivo si dice che l’elasticità è un numero puro, ovvero privo di dimensione logica.
Consideriamo, ora, ad esempio, che il prezzo di un determinato bene subisca un aumento del 5%.
Nel caso in cui la quantità domandata diminuisce in misura maggiore, ad esempio del si riduce del
10%, il coefficiente di elasticità è pari a Ep = 10/5 =2. In questa situazione la domanda è elastica.
Nel caso in cui, invece, la variazione percentuale della quantità è minore rispetto alla variazione
percentuale del prezzo, la curva di domanda è rigida. Ad esempio, se ad una variazione del prezzo
del 5% corrisponde una variazione della quantità domandata del 2%, l’elasticità è pari a Ep = 2/5 =
0.4.
Diremo che la curva di domanda, a seconda del valore dell’elasticità è:

Elastica, se Ep > 1;

Rigida, se Ep < 1.
P
P
P1
A
B
P2
0
P1
Ep > 1
q1
q2
A
B
P2
q
0
a) domanda elastica
Ep < 1
q1
q2
q
b) domanda rigida
Figura n. 23
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L’elasticità del consumatore
La curva di domanda elastica e rigida è rappresentata nei grafici della figura n. 23.
L’elasticità della domanda rispetto al prezzo è diversa a seconda del tipo di bene considerato ma
anche a seconda dei livelli di prezzo e quantità considerati.
Alcuni beni di prima necessità come il pane o il latte, ma in generale molti beni alimentari, sono
beni a domanda rigida. Quindi un aumento del loro prezzo non comporta variazioni elevate nella
quantità domandata, poiché oltre ad essere beni necessari e difficilmente sostituibili, la quota di
spesa complessiva a loro dedicata non è molto significativa.
I beni che, invece, non sono strettamente necessari o che possono essere sostituiti facilmente con
altri beni, possono presentare un maggiore grado di elasticità. I beni di lusso, ma anche le vacanze
all’estero, hanno normalmente una elasticità elevata, ovvero quando si verifica un aumento
consistente del prezzo di questi beni i consumatori riducono la loro domanda.
Per beni, quali, ad esempio, la benzina, l’aumento del prezzo nel breve periodo non determina
grosse variazioni nelle quantità, poiché la maggior parte degli individui continua ad usare l’auto.
Nel lungo periodo, però, nel caso di un aumento molto consistente, i consumatori potranno decidere
di acquistare un auto diesel anziché a benzina, oppure non usare l’auto.
L’elasticità non è sempre uguale sulla curva di domanda, infatti scendendo lungo la curva, ogni
incremento di quantità rappresenta un aumento percentuale sempre più piccolo e quindi il valore
dell’elasticità continua a diminuire.
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P
6
5
Ep = 5
A
Z
B
Z
4
3
Ep = 0,5
2
C
1,6
D
Z
1
0
1
2
3
4
4,4
5
6
q
Figura n. 24
La rappresentazione grafica, figura n. 24, mostra come in presenza di una diminuzione del prezzo
da 5 a 4 la quantità domandata raddoppia, passando da 10 a 20. Calcolando l’elasticità del tratto AB
è pari a 5, nel nostro esempio, mentre del tratto CD è uguale a 0,5, questo vuol dire che una
riduzione pari al 20% , d 2 a 1,6, determina un aumento delle quantità solo del 10%, da 40 a 44).
Esistono dei casi in cui, come rappresentato dalla figura n. 25, in cui l’elasticità della domanda
rispetto al prezzo è sempre costante lungo la curva di domanda.
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L’elasticità del consumatore
P
P
Ep = 0
Ep = ∞
q
0
a) Curva di domanda perfettamente rigida
0
q
b) Curva di domanda perfettamente elastica
Figura n. 25
La curva di domanda perfettamente rigida si rappresenta come una retta parallela all’asse
delle ordinate, in questo caso l’elasticità è pari a zero in qualunque punto della curva, perché
qualunque sia il prezzo del bene, la quantità domandata non cambia.
La curva di domanda perfettamente elastica è rappresentata da una retta parallela all’asse delle
ascisse , in questo caso il prezzo non cambia mai qualunque sia la quantità domandata e l’elasticità
è = ∞ in qualunque punto lungo la curva.
4.2
Elasticità della domanda rispetto al reddito
La domanda di un bene aumenta al crescere del reddito, e viceversa.
Si può, però, conoscere con maggiore precisione di quanto varia la quantità domandata di un bene al
variare del reddito dei consumatori.
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Si calcola l’elasticità della domanda rispetto al reddito, che è pari al rapporto tra la variazione
percentuale della quantità domandata del bene e la variazione percentuale del reddito, quindi
avremo:
ER = variazione % della quantità domandata
variazione % del reddito
Il valore dell’elasticità dipende dalla categoria dei beni considerata.
Per alcuni beni superiori o di lusso l’elasticità è generalmente elevata, infatti al crescere del reddito
cresce in misura più che proporzionale l’acquisto di beni , come ad esempio, auto di grande
cilindrata, vacanze o gioielli.
I beni normali o di prima necessità, come possono essere i consumi alimentari, hanno un’elasticità
sempre positiva ma più bassa. Questo è dovuto dal fatto che, quando aumentano le disponibilità
economiche delle famiglie il consumo di questi beni cresce ma in misura proporzionalmente
inferiore, legge di Engel.
Nel caso di beni inferiori l’elasticità della domanda al reddito è negativa poiché al crescere del
reddito i consumatori abbandonano i beni inferiori a favore di beni di qualità più elevata.
L’elasticità della domanda rispetto al reddito:

Beni di prima necessità: ER < 1;

Beni di lusso: ER > 1;

Beni inferiori: ER < 0.
Quando si parla di elasticità della domanda al reddito il riferimento non è a ciò che accade lungo la
curva di domanda, ma agli spostamenti dell’intera curva di domanda a seguito di variazioni del
reddito o, alla relazione espressa dalle curve di Engel.
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4.3
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Elasticità incrociata della domanda
L’elasticità incrociata permette di misurare quanto varia la quantità domandata del bene A al
variare del prezzo di un altro bene B:
EAB = variazione % della quantità domandata del bene A
variazione % del prezzo del bene B
quando aumenta il prezzo di un bene, la domanda di un altro bene può aumentare, diminuire o
restare costante. L’elasticità incrociata può essere positiva, negativa o nulla.
Nel caso in cui due beni A e B siano sostituti fra loro, la relazione è diretta, quindi E AB > 0. Ad
esempio l’aumento del prezzo del burro determina un aumento nel consumo di margarina.
Se due beni sono complementari, l’aumento del prezzo del bene A determina una riduzione delle
quantità domandate del bene B, per cui la relazione è inversa e avremo EAB < 0.
Nel caso in cui tra i due beni non esiste nessuna relazione l’elasticità incrociata della domanda è
uguale a zero.
L’elasticità permette di fare previsioni su come può cambiare la domanda di un dato bene al variare
di uno dei fattori che la determinano.
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