ANEMIE E INFEZIONI Nicoletta Masera Responsabile dell’Ambulatorio di Emoglobinopatie e Anemie congenite - Clinica Pediatrica Universita di Milano-Bicocca- Fondazione MBBM presso Ospedale San Gerardo di Monza L’eritropoiesi è un processo complesso, regolato in modo multifattoriale e per questo influenzata strettamente dai fattori infiammatori connessi con i processi infettivi (acuti e cronici) in quanto comportano la produzione di Interferone, TNF-alfa, IL-1 e varie citochine che a loro volta regolano la produzione di eritropoietina, epcidina e ferroportina (noti fattori regolatori della omeostasi del ferro e della sua distribuzione) e aumentano l’apoptosi dei progenitori degli eritroblasti. Le interazioni tra processi infettivi e quadri di anemia sono spesso reciproche e si influenzano nell’andamento. La presenza di anemia di diversa gravità accompagna infatti spesso i processi infettivi soprattutto se gravi come sepsi, meningiti, broncopolmoniti, artriti. Ci sono casi in cui l’infezione si inserisce su un quadro di anemia cronica congenita (sferocitosi, talassemia, drepanocitosi, anemia di Blackfan-Diamond); in queste situazioni i valori di emoglobina possono abbassarsi in modo significativo a dare quadri di grave anemia che spesso richiede terapia trasfusionale. Dobbiamo considerare anche viceversa la predisposizione alle infezioni che l’anemia cronica di per sé da per vari meccanismi tra cui l’asplenia funzionale nelle drepanocitosi (unitamente ad altri meccanismi immunologici che analizzeremo), l’asplenia anatomica (da splenectomia) nelle talassemie e nella sferocitosi, le terapie utilizzate nella ferrochelazione dei pazienti politrasfusi. Analizziamo i diversi meccanismi con cui l’infezione può causare anemia. In corso di infezione, la produzione di fattori pro-infiammatori (quali IL-10) provoca una riduzione della ferroportina (un trasportatore di ferro transmembrana responsabile dell’assorbimento enterale del ferro e del suo rilascio dai macrofagi circolanti) e un incremento dell’epcidina con conseguente intrappolamento del ferro nei macrofagi attivati e riduzione della biodisponibilità di ferro per l’eritropoiesi che risulta quindi ridotta. Alcune citochine hanno effetto tossico diretto sugli eritroblasti midollari, riducono l’espressione di recettori per eritropoietina sui progenitori delle colony-forming units degli eritroblasti, riducendo quindi la risposta all’eritropoietina stessa e insieme riducendo l’eritropoiesi e la reticolocitopoiesi. L’anemia che si evidenzia in corso di infezioni è generalmente normocitica normocromica, con reticolocitopenia, sideropenia con bassi livelli di transferrina e saturazione della transferrina non marcatamente ridotta (diversamente da quanto avviene in presenza sideropenia vera con spiccata microcitosi, aumento della transferrina e saturazione della transferrina marcatamente ridotta). I meccanismi para-infettivi sopra descritti sono in parte responsabili della eritroblastopenia transitoria del bambino (TEC) che spesso fa seguito ad infezioni virali aspecifiche (a volte anche da CMV o da EBV) o a infezione da Parvovirus B19; il Parvovirus esercita un effetto litico sul proeritroblasto con una riduzione della eritropoiesi che nel bambino sano raramente è così protratta da causare quadri di grave anemia (in genere inibizione dura 1-2 settimane). L’infezione virale causa invece grave anemia in condizioni in cui la sopravvivenza del globulo rosso è già ridotta di per sé come nel caso di anemie emolitiche congenite. E’ quindi sempre importante, in caso di TEC, escludere, a distanza dall’evento acuto e dalla eventuale trasfusione, una sottostante patologia del globulo rosso (sferocitosi, emoglobinopatia, difetti di membrana). Nel bambino sotto i 6 mesi di età è anche cruciale differenziare una TEC da una DBA (Anemia di Blackfan Diamond o aplasia congenita delle serie rossa) per la diversa prognosi e il diverso trattamento che le due forme richiedono. La drepanocitosi o anemia falciforme (SCD) è un’anemia emolitica cronica ereditaria caratterizzata dalla presenza di un’emoglobina anomala, l’HbS. L’HbS è più instabile rispetto all’emoglobina A (normale) e presenta una spiccata tendenza, in situazioni di ipossia, a formare polimeri all’interno dei globuli rossi, i quali si deformano assumendo il classico aspetto ‘a falce’, sono soggetti a rapida emolisi sia intra che extra-vascolare e, fluendo con maggior difficoltà nei piccoli vasi (a causa della loro forma) sono causa di crisi vaso-occlusive nei vari distretti corporei tra cui la milza che va incontro in breve tempo a ripetuti infarti con deficit precoce e grave delle sue funzioni immunologiche (es sopravvivenza ridotta delle cellule IgM-memory nell’ambito del linfociti B). La maggior causa di mortalità e morbilità nei lattanti e nei bambini affetti da SCD sono le infezioni invasive come batteriemia, sepsi e meningite (causate maggiormente da Streptococcus Pneumoniae, Hemophilus Influenzae e Neisseria Meningitidis), Acute Chest Syndrome o ACS (causata da Streptococcus Pneumoniae, Mycoplasma pneumoniae e Chlamidia pneumoniae), osteomielite e/o artrite settica da Salmonella spp, Staphilococcus aureus e Streptococcus Pneumoniae, con incidenza nettamente maggiore rispetto alla popolazione generale. Risulta dunque importante che prevenzione e trattamento immediato e aggressivo siano il cardine della corretta gestione delle infezioni nel paziente con SCD. Le infezioni possono essere la causa scatenante di crisi dolorose vaso-occlusive tipiche della drepanocitosi, ma possono anche complicare una crisi vaso-occlusiva in atto in particolare nei casi di ACS o di infarti ossei. I bambini con drepanocitosi, alla luce di quanto detto, devono eseguire tutte le vaccinazioni previste per i bambini sani e praticare le vaccinazioni per i germi capsulati in particolare e la vaccinazione anti-influenzale stagionale. Proprio in considerazione dell’alta incidenza di patologie invasive da capsulati, la profilassi con penicillina viene considerata un cardine della terapia dei bambini affetti da SCD e, da quando è stata introdotta, ha prodotto una netta riduzione delle infezioni pneumococciche invasive, tanto da incentivare il ricorso a programmi di screening neonatale che consentano l’inizio della profilassi antibiotica dal secondo mese di vita. In Italia, come alternativa alla penicillina V orale, viene raccomandata, almeno fino ai 6 anni di età, la somministrazione di benzilpenicillina im ogni 21 giorni o di amoxicillina 10-20mg/k/die in 1 o 2 somministrazioni giornaliere a seconda delle diverse linee guida. La terapia a lungo termine si è rivelata ben tollerata, in assenza di effetti collaterali di rilievo. Bibliografia: 1- Anemia of chronic disease. Guenter Weiss et al. N Engl J Med 2005;352:101-23 2- Acute event-related anemia- Review. C.E van Iperen et al. British J of Haemathology 2001, 115:739-43 3- Erythroblastopénie aigue secondaire à une infection par le Parvovirus B19 révélant une sphérocytose héréditaire chez 2 enfants de la mème famille. T.Kamoun et al. Archives de Pédiatrie 2011; 18:990-992 4- Transient erythrobalstopenia of childhood is an underdiagnosed and self-limiting disease. Michiel van den Akker et al. Acta Pediatrica, 2014 103:e288-e294 5- Linee Guida per la gestione della malattia drepanocitica in età pediatrica in Italia. AIEOP 2012