IN BREVE L'epoca delle conquiste Le prime guerre della repuhhlica ffi Dopo aver conquistato un ruolo di primo piano nella peVI secolo a. C. Roma si liberò gradualmente dell'infuenza etrusca fino a sottomettere (fra i|426 e i|396 a.C.) le città etrusche di Fidene e Veio. La supremazia di Roma creava tensioni anche nel rapporto con le altre città latine, che nel496 a.C. degenerò in scontro armato. All'esito in- (321 a.C.), un disastro che spinse i romani a cambiare s::.-.gia: evitare scontri diretti e accerchiare i nemici eroden:- territorio da loro occupato con la fondazione di nuove colc* nie. I sanniti, indeboliti, furono costretti alla pace (30+ a" e quindi sconfitti in una terzaguerra (298-290 a.C.). nisola italica, nel certo della battaglia del lago Regillo seguì la formazione, fra Roma e le altre città latine, della Lega latina, che impegnava gli alleati a sostenersi in caso di aggressione e stabiliva la divisione delle terre conquistate; ciò permise a Roma di confrontarsi con equi, volsci e sabini, anch'essi protagonisti di una politica espansionista. Roma, che percepiva questi popoli co- me una minaccia, tra 11 490 e 11 430 a.C. li combatté e li sconfisse. Nel V secolo a.C. tri- bù celtiche penetrarono nella pianura padana. Non si trat- tò di uriinvasione militare, ma della migra- zione di un popolo attratto dalle migliori condizioni ambientali. Anche Roma ne fu vittima, subendo nel390 a.C. un saccheggio: la città, tuttavia, si riprese e, anzi, si rafforzò; per gli etruschi, invece, iniziò una rapida decadenza. § La Lega latina non aveva sopito le tensioni fra Roma e le altre città latine che nel 340 a.C. si ribellarono: Roma ebbe la meglio, sciolse la Lega e ripatteggiò l'alleanza in modo da sancire la sua posizione dominante. --Y * Nel fV secolo a,C. iniziò l'espansione di Roma, da principio indtfrlzata rrerso le regioni più ricche come la Campania, dove i coloni greci si erano fusi con le popolazioni locali creando una civiltà greco-italica molto vivace. Anche i sanni- ti, un popolo stanziato sugli appennini campani, guardavano con interesse alle città costiere della Magna Grecia. Lo scontro (343 a.C.) fu inizialmente favorevole a Roma, che venne però distratta dalla ribellione della Lega latina. Le ostilità ripresero fle) 326 a.C. e si prouassero fino il 304 a.C. Nella nuova guerra, Roma subì la sconfitta delle "forche caudine" 226 Unità 7 IJepoca delle conquiste IJegemonia romana sull'ltalia S Spingendosi a sud, Roma venne in urto con le città delh Magna Grecia, tra cui Taranto. La colonia greca si rivols e Pirro, re dell'Epiro (tra Grecia e Macedonia). La richiestl d'aiuto dei tarantini permise a Pirro di candidarsi a difensorc della civiltà greca, convinto di ricevere l'appoggio delle cid d'origine greca e dei popoli italici. Nel280 a.C. gli epiroti # bero la meglio sulle truppe romane. Nonostante la sconfittr, Roma siriorganizzò. Nel 275 a".C. si giunse allo scontro fie le a Benevento: i romani, vittoriosi, occuparono Taranto e assoggettarono anche la Puglia e la Calabria. # Per organizzare il proprio dominio sui popoli vinti Roma elaborò un sistema fi alleanze che prevedeva trattati diftrenziati. Al vertice di questo sistema stavano i cittadini di Roma e del suo territorio. Su un piano inferiore vi erano gli abitanti dei municipi (le città più fedeli): ad alcuni di questi er:e riconosciuta la cittadinanza romafla completa (diritti civili e politici, cioè il diritto di partecipare alle elezioni dei magistrr ti romani), ad altri limitata (solo diritti civili). A un terzo livello c'erano gli abitanti delle ciaà federate (soci), considerarc alleate minori e costrette a fornire soldati all'esercito. Per con- trollare il territorio Roma insediò acqrmpzrmenti dell'esercito e fondò colonie, abitate da soldati-contadini a cui lo stato fa così il tema piir caldo di confr,ono Éep+ i benefici derivati dalla conqui*a di nuove terre stimolarono la politica espansionistadell' ager publicus trizi e plebei, mentre assegnaya delle terre. & Per incrinare il monopolio del patriziato sulle istituzioni repubblicane e ottenere un ruolo politico, nel494a.C. Ia plebe mise in atto una secessione (il rifiuto di partecipare allevita dello stato), che si rivelò efficace. In occasione della secessione i plebei diedero vita a una propria magistratura, il tribunato dellaplebe, che poteva porre il veto sulle decisioni degli altri magistrati. Nel 445 a.C. fu abolita la legge che impediva i mauimoni misti tra plebei e patrizi. Maggiori resistenze ci furono per l'accesso dei plebei alle magistrature e per la distribuzione delle terre dell' ager pub licus. Roma costruì una rete di alleanze di cui beneficiarono anche gli alleati: le strade, costruite per facilitare lo sposta- mento degli eserciti, divennero fondamentale strumento di sviluppo economico. Nelle città italiche si formò una classe dirigente filoromana; anche i popoli cui erano riconosciute S Nel 451-450 a.C. furono ottenure le legi scritte delle XII tavole, base del diritto romano, in cui si riconosceva, &a condizioni meno favorevoli svilupparono un senso di leal- tànei confronti di Roma. le guerre contro Pirro rappresentò il primo contatto fra i romani e la cultura greca, ma in questa fase il mondo romano fu chiuso agli influssi della raffinata cultura ellenistica. Il conflitto *a palrizl e plebei & La società romana del V-IV secolo a.C. fu dominata dal conflitto ua patrizi e plebei. La plebe era costiruita in origine da contadini liberi che owiavano alla penuria di terre da coltivare affiancando all'agricoltura la pastorizia. La condizione dei contadini era aggravata dal fatto che spesso, dovendosi indebitare e non porendo saldare i debiti, oltre alla terra perdevano anche la libertà, divenendo schiavi dei creditori. Secondo la legge romana le terre conquistate formavano l'ager publicur, mentre la plebe ne rivendicava la distribuzione, i pa- trizi lo facevano assegnare in usufrutto (cioè senza che lo stato ne perdesse la proprietà) e cedevano la terra ai propri cliend o le coltivavano con schiavi o salariati. La destinazione l'altro, la facoltà di ogni cittadino di appellarsi ai comizi centuriati in caso di condanna a morte o all'esilio e si stabiliva che solo un tribunale potesse decidere la condanna del debitore insolvente. La legislazione si proponeva di regolare sia la sfera privata, sia quella pubblica. @ Nel V-IV secolo a.C. le continue guerre avevano estinro molte famigliepatrizie,tanto che il governo era controllato da una ristretta oligarchia. In questo quadro furono approvate le leggi Licinie Sestie (367 a.C.), che decretavano un limite per l'estensione delle terre attribuibili a un solo proprietario, favorendo i piccoli proprietari. Le leggi, inoltre, sancirono la possibilità" per i plebei di accedere al consolato. Le rivendicazioni del V e IV secolo a.C. per ottenere maggior peso politico erano state sostenute dalla componente economicamente piìr benestante della plebe; ilp*riziato, ridotto di numero e indebolito, preÈrì allearsi con questa élite plebea. Si formò così nuova oligarchia mista. patrizio-plebea: la nobilitas. se ,"rrrrr::1r: Lo scontro con Cartagine ì , patrizi CONFLITIO plebei Cartagine, fondata sulle coste settentrionali dell'Africa nel IX secolo a.C. da coloni fenici provenienti daTiro, occupava una posizione strategica: vicina alla Magna Grecia e a metà strada tra Medio Oriente e Spagna, aveva fondato mohe colonie nelle isole del Mediterraneo, in Africa e nella penisola iberica. Si trattava di un "impero commerciale", incentraro su una città-stato. Il gruppo sociale dominante era l'aristoctazia commerciale e mercantile e Ia città era governara da due magistrati, eletti ogni anno. Esisteva un senato. i cui membri appartenevano alle famiglie aristocratiche. e uil É--L.lnrte ./ l- ir:,.-: I lN BREVE lJepoca delle conquiste semblea popolare con poteri limitati. per far fronte alle loro militari i cartaginesi reclutavano mercenari, mantenendo però il comando degli eserciti. {È La rivincita di Cartagine conrro Roma fu organizzata da Annibale, necessità ffi All'inizio del v secolo a.C. cartaginesi e greci si sconrrarono p.er il controllo della Sicilia; iniz"ialmené i greci ebbero la ygglio. Alla fine del secolo, però, Cartagine, "approfittando della guerra del Peloponrr.ro,à..,rpò graiparte'delle città sicrliane. Fu proprio in Sicilia che Roma e Cartagine si con_ frontarono per la prima volta. W La prima guerra punica iniziò nel264 a.C. I romani do_ vettero combattere sul terreno dell'awersario: non più lo scontro terresffe, ma quello navale. Ciò impose a Roma di costruire una grande flotta, con l'ausilio de§li esperti alleati della Magna Grecia. I romani sconfissero i Jartaginesi a Milaz,zn (260 a.C.). Nel 264a.C.Romaspostò lo scàntro in terraafricana: il consoleAttilio Regolo riptrtò un grande successo a capo Ecnomo (256 a.C.), ma Cartagin..e . e sconfisse i romani_presso Tirnisi (255 a.C.). La guerra si Infiammò di nuovo e Roma, nel24l a.C., orrenne là definitivavittoria. I cartaginesi chiesero la pace, impegnandosi a rinunciare alla Sicilia, a pagare un pesante tributò e a restituire i prigionieri di guerra. secondo una strategia che prevedeva di spezzare l'aJleanza di Roma con i popoli italici, portando la guerra sul suo territorio. La guerra scoppiò nel 219 a.C., quando i cartaginesi at- taccarono Sagunto, città spagnola alleatadi Roma. Anni6ale mosse alla volta dell'Italia e, varcate le AIpi, riportò una grande vittoria sul fiume Trebbia. I galli si ribellarono a Roma e i cartaginesi ottennero nuoye vittorie; a Roma il potere fu affidato a un dittatore, Q"i"to Fabio Massimo, che, anziché affrontare il nemico, preferì impegnarlo in scontri diversivi. Annibale, però, non attaccò Roma, continuando nella sua strategia di spezzarei legami tra la città e i suoi alleati. Roma organùzò u'grande eseicito che però, nei pressi di Canne, subì una rovinoà dirf"tt . I Dopo la sconfitta \oma cambiò strategia: inviò un corpo di spedizione contro Siracusa, ora alleata di Cartagine, uno in Spagna e con un terzo esereiro presidiò il territorlo italico e riuscì a ribaltare la situazione: in Spagna, Scipione assunse il controllo della penisola, preparandòsi a muovere verso l,Africa. Lo sconuo decisivo awenne nei pressi di Z,ama nel2O2 a.C. e Scipione ebbe la meglio: Cartagine perse la Spagna, consegnò ai romani la potente flotta, s'impegnò a prg"r. i.r_ genti tributi e subì l'onta di dover rotto-.it.ie la sua[oltica estera al consenso romano. # Nel 200 a.C. Roma accolse la richiesta d'aiuto di Rodi e di _P_.lq11o,piccoli stati greci esposti alle ambizioni di Filippo Ydi Macedonia e di Antiocolll di Siria. Trail2O} ,il\bl a.C. Roma, aiutata dalle città greche della Lega erolica, scon_ fisse Filippo.V.poi, tra il 191 . it tSS a.C., piJgò Antioco III, conquistando l'egemonia sul mondo g"""o."Lo sffaporere romano preoccupò le città greche, che ffoyarono un rappre_ sentante nello stesso Filippo v Nello sconrro.h. r.g,rii.omani ebbero la meglio: nel 168 a.C. la Macedonia fiiridotta a provincia romana. lJegemonia romana sul Mediterraneo vi La virtoria sui cartaginesi consentì a Roma di porsi obiettidi piu \-asra portata; quesra nuova strategia comportò un ivinti: non più l,inlgrazione, ma la sottomissione. La Sicilia divenne u.r, p"orLcia romana. diverso.tranamenro per Negli anni seguenti l'espansione procedeìte ai danni dei cartaginesi e.dei galli, sconfirri a Casteggio (222 a.C.). La vittoria sui galli permise a Roma di estenJere il controlro all'Italia settentrionale, completando la conquista della penisola. 228 Unità 7 IJepoca delle conquiste & A metà del II secolo a.C. si sollevò di nuovo il problema di Cartagine, che non aveva cessato di essere un fiorente centro commerciale. La distruzione della città fenicia cominciò a di_ yentare motivo di discussione a Roma, ma serviva un pretesto q::yr"l*._ry.rlrli dissidi che opponevano Cartagine al re di NumidiaMassinissa, alleato dei iomani, furono ,bil-.rrte sfruttati da Roma, che scatenò una terribile campagna punitiva. La resistenza di Cartagine si conclus, iqe i.C. "ri con la completa distrr zione dèfla città.