Angina Microvascolare pericolosa e difficile da diagnosticare Che cos’è? Il termine “angina pectoris” indica un dolore al petto che si verifica quando il muscolo cardiaco non riceve abbastanza sangue e ossigeno per permetterne le normali attività di tutti i giorni (fenomeno che si chiama “ischemia cardiaca”). Donne e uomini di tutte le età con questo dolore al petto e con diagnosi alla coronarografia di “coronarie senza ostruzioni”: questo è l’identikit delle persone con malattia del microcircolo coronarico, che spesso precede la malattia coronarica “classica”, cioè quella caratterizzata da ostruzioni aterosclerotiche delle arterie coronarie. L’albero vascolare coronarico è costituito da una serie di vasi grandi, le coronarie epicardiche, che scorrono sulla superficie del cuore e che sono visibili con la coronarografia. Coronarografia Questi pazienti rappresentano non meno del 15-30% dei soggetti sottoposti a coronarografia per angina pectoris che risultano avere coronarie non ostruite alla coronarografia. L’altra parte del circolo coronarico (il microcircolo) è costituita da vasi più piccoli che non sono visibili alla coronarografia e che scorrono all’interno della parete del cuore stesso. Il microcircolo è la parte della circolazione coronarica che regola l’apporto di sangue al tessuto del cuore. Il cuore, infatti, è soggetto a continui cambiamenti di lavoro (per esempio quando si fa una corsa) che richiedono un aumento del flusso sanguigno e quindi dell’apporto di ossigeno. Rappresentazione del microcircolo coronarico Jiqiu Chen et al. Am J Physiol Heart Circ Physiol 2013 1 Come si fa diagnosi di angina microvascolare? Irradiazione del dolore toracico Troppo spesso gli sforzi diagnostici si fermano alla coronarografia che risulta “normale”. Negli ultimi anni ci siamo resi conto che molti pazienti che hanno dolori toracici (angina) tipici dell’ischemia cardiaca, non hanno ostruzioni dei vasi più grossi, ma hanno una malattia del microcircolo. Questa alterazione può essere svelata solo con particolari esami per lo studio del microcircolo, che sono utilizzati all’Ospedale San Raffaele nel centro specializzato diretto dal Prof. Paolo Camici. In questi pazienti sarebbe utile un tentativo accurato di documentazione della funzione del microcircolo attraverso la valutazione della riserva coronarica. Come si svolge l’Ecografia per la riserva coronarica Lo sviluppo tecnologico nel campo degli ultrasuoni in ambito medico permette oggi la visualizzazione non invasiva del flusso sanguigno nelle arterie coronarie anche durante il semplice esame ecocardiografico transtoracico(fotografia). Utilizzando la funzione Doppler è possibile ottenere anche una stima quantitativa della velocità di flusso coronarico. Somministrando un farmaco che dilatata i piccoli vasi coronarici (dipiridamolo) durante l’esame ecocardiografico (ecocardiografia da stress farmacologico) è possibile valutare prima e dopo la sua somministrazione la capacità di contrarsi del muscolo cardiaco (miocardio) e la riserva di flusso coronarico dell’arteria coronaria che si sta valutando. L’esame prevede un’iniziale valutazione della funzione contrattile delle pareti del ventricolo sinistro e successivamente viene visualizzato il flusso coronarico a livello del tratto medio-distale della coronaria discendente anteriore sinistra (IVA). 2 Il dipiridamolo viene quindi iniettato lentamente (in sei minuti) attraverso un ago in una vena del braccio valutando contemporaneamente la velocità del flusso sanguigno coronarico e la contrazione del ventricolo sinistro al termine dell’infusione del farmaco. Al termine della valutazione viene somministrata la aminofillina per ridurre fino ad annullare gli effetti del dipiridamolo. Durante l’esecuzione dell’esame, l’elettrocardiogramma del paziente viene monitorato in modo continuo e i valori di pressione arteriosa vengono misurati ogni 3 minuti. La preparazione all’esame prevede semplicemente che almeno nelle 24 ore precedenti l’esame il paziente debba astenersi dall’assunzione di bevande e alimenti contenenti a base di caffè, thè, pompelmo, cioccolato, banane e bevande alla cola, che possono interferire con l’azione del dipiridamolo. Inoltre, alcuni farmaci assunti cronicamente potrebbero essere temporaneamente sospesi nei giorni precedenti. In alcuni casi, qualora lo studio ecocardiografico standard non consentisse l’ottimale visualizzazione del flusso coronarico, si può ricorrere durante l’esame all’uso di un liquido particolare (cosiddetto mezzo di contrasto ecografico) ce permette uno studio ottimale del flusso nelle coronarie. Quanto dura l’esame? La durata complessiva dell’esame è di circa 45 minuti. Quali sono i soggetti più a rischio? Questa patologia è più frequente nei soggetti con pressione arteriosa alta (ipertensione), elevati livelli di colesterolo e diabete. Inoltre la disfunzione del microcircolo coronarico può essere presente anche in pazienti con cardiomiopatie ipertrofica o dilatativa. Infine la disfunzione del microcircolo può coesistere anche in pazienti con malattia coronarica aterosclerotica. Le cause della disfunzione microvascolare sono solo in parte note. «In alcuni casi, per esempio nell’ipertensione e nella cardiomiopatia ipertrofica, ci possono essere delle alterazioni strutturali delle arteriole più piccole che ne riducono il lume. In altri casi, ci sono delle alterazioni puramente funzionali, come per esempio l’eccessiva vasocostrizione delle piccole arteriole che nel caso estremo può causare uno spasmo microvascolare. Esiste un trattamento? Il trattamento dell’angina microvascolare comprende prima di tutto la correzione dei “fattori di rischio” con appropriata terapia. Particolare attenzione va posta nel trattamento dell’ipertensione arteriosa. Non tutti i farmaci cha abbassano la pressione hanno la capacità di migliorare la funzione del microcircolo. 3 Gli ACE inibitori, a parità di riduzione della pressione arteriosa, sono più efficaci nel normalizzare la funzione del microcircolo; esistono poi altri farmaci, quali i bloccanti del recettore alfa adrenergico, la ranolaziona e l’ivabradina, che possono essere impiegati per migliorare la disfunzione del microcircolo. 4