Il disturbo non verbale: diagnosi, strumenti di indagine e trattamento Chiara Fastame Pavia 09 gennaio 2010 Programma • Analisi dei processi cognitivi coinvolti • riferimento a concetti teorici principali • Assessment delle funzioni cognitive • Presentazione di un caso clinico • Trattamento Che cos’è il disturbo (specifico) d’apprendimento (DSA)? Gruppo eterogeneo di disordini che consistono in difficoltà nell’acquisizione e uso di ABILITA’ SPECIFICHE, SPECIFICHE quali la comprensione del testo, la lettura, il calcolo (Cornoldi, 1991) NON SONO DOVUTI A RITARDO MENTALE NON sono dovuti a svantaggio socioculturale o handicap Perché si parla di Sindrome Non Verbale? ABILITA’ ABILITA’ VERBALI VISUOSPAZIALI NELLA NORMA DEFICITARIE COSA E’ la Sindrome Non verbale? Deficit che determina una stima erronea degli aspetti spaziali fra diversi oggetti che riguardano il rapporto tra la persona e l’oggetto, le relazioni stesse tra gli oggetti e l’orientamento degli stimoli, associata ad una corrispondente caduta nella capacità di pensiero spaziale e di memoria (es. Benton, 1985; Cornoldi et al., 1995) COSA NON E’ la Sindrome Non verbale? • Non è un disturbo molto noto • Non è un deficit dovuto a ritardo mentale • Non è un disturbo raro COSA E’ la Sindrome Non verbale? (Rourke, 1995) 1. Deficit nella percezione tattile bilaterale, che tendenzialmente si ridimensiona con l’età; 2. Difficoltà di coordinazione psicomotoria bilaterale, il deficit permane soprattutto per ciò che concerne i comportamenti psicomotori complessi; 3. Deficit di organizzazione visuospaziale che permane con l’età soprattutto quando si deve effettuare la discriminazione visiva di materiale non verbalizzabile; 4. Estrema difficoltà nell’adattarsi a situazioni nuove e/o complesse, con la tendenza ad adottare comportamenti meccanici, ripetitivi ed inappropriati COSA E’ la Sindrome Non verbale? (Rourke, 1995) 5. Deficit nel problem solving visuo-spaziale a causa della difficoltà di elaborare ipotesi e cogliere il significato dei feedback che vengono forniti in contesti nuovi o di cogliere il significato di relazioni causa-effetto; 6. Deficit nella cognizione temporale tale per cui il soggetto non riesce a stimare lo scorrere del tempo; 7. Difficoltà nell’aritmetica, anche per apprendimenti di natura meccanica; 8. Difficoltà di lettura nel primo ciclo della scuola primaria (e/a; p/q; d/b) 9. Difficoltà nelle interazioni sociali. Deficit nell’elaborazione degli stimoli alla base della comunicazione non verbale. Nel corso dell’adolescenza il soggetto tende al ritiro sociale e può sviluppare disturbi psichici di natura internalizzata PERCEZIONE ATTENZIONE COMPORTAMENTO ESPLORATIVO MOVIMENTI FINI MEMORIA APPRENDIMENTO visiva/tattile SCOLASTICO Sindrome Non Verbale Nonverbal Learning Disabilities (NLD) Deficit: • Intelligenza non verbale • Percezione visiva • Percezione tattile • Attività motoria • Adattamento al nuovo • • • • Coordinazione visuomotoria (sn vs dx) Funzione esplorativa Attenzione visiva Memoria non verbale Sindrome Non Verbale (NLD) Deficit: • • • • • • • Abilità di calcolo Problem solving Comprensione Comunicazione non verbale Abilità sociali ADHD Disturbi emotivi Sindrome Non Verbale(NLD) NELLA NORMA • • • • Intelligenza verbale Percezione uditiva Linguaggio (attenzione alle prime fasi!) Attenzione sostenuta e selettiva di tipo verbale • Memoria verbale • Lettura e scrittura (attenzione alla fase di acquisizione!!!) Apprendimento e Sindrome Non verbale Stile d’apprendimento: modo in cui un individuo acquisisce delle conoscenze e/o delle competenze ELABORAZIONE Visuo-spaziale ELABORAZIONE di materiale UDITIVO/VERBALE Come si diagnostica la Sindrome Non Verbale (Rourke e coll., 2003) Prestazione deficitaria in 2 dei seguenti subtest della WISC III: Disegno con Cubi, Cifrario e Ricostruzione di Oggetti; Prestazione adeguata in 2 dei seguenti subtest della WISC III: Vocabolario, Somiglianze, Informazioni; QIP< QIV di 10 punti almeno; < 1 d.s. in compiti di MLVS; capacità di lettura > capacità di aritmetica DIAGNOSI: SINDROME NON VERBALE • COLLOQUIO con i genitori (anamnesi) • COLLOQUIO col bambino • VALUTAZIONI degli insegnanti (osservazioni, quaderni) • TEST DI INTELLIGENZA e TEST COGNITIVI • STRUMENTI STANDARDIZZATI D’APPRENDIMENTO • QUESTIONARI e SCALE OSSERVATIVE • PROVE NEUROPSICOLOGICHE (es. PET) • PROVE DI APPROFONDIMENTO Trattamento-Scuola 1) ASCOLTO (dare le istruzioni lentamente) 2) RIPETO (accertarsi della comprensione) 3) GUARDO (mostrare il compito) 4) IMITO (descrizione dell’azione) 5) COMBINO (il BAMBINO prima descrive e dopo imita) Trattamento-Software: La memoria visiva (edizioni Erickson) Software ‘La memoria visiva’: memoria associativa Software ‘La memoria visiva’: memoria associativa Software ‘La memoria visiva’: ML spaziale Software ‘La memoria visiva’: ML-output Software ‘La memoria visiva’: memoria di colori Software ‘La memoria visiva’: Memoria di facce-input I deficit visuo-spaziali hanno una base genetica? SINDROME DI TURNER Incidenza: 1 neonato femmina su 2000-4000 Caratteristiche fisiche: collo corto,mani e piedi gonfi, problemi renali, peso ridotto,bassa statura, amenorrea, torace largo e piatto, cardiopatie (restringimento aorta, aorta bicuspide) , ipertensione, gomito valgo Profilo intellettivo: QI NELLA NORMA Profilo comportamentale: disturbi specifici di apprendimento (aritmetica, geografia, geometria) Sindrome velocardiofaciale (Sindrome DiGeorge o sindrome 22q-) Causa (1981): micro o delezione cromosoma 22q11.2 (20-30 geni) Incidenza/Prevalenza. 1 su 3 - 4.000 (il più comune disturbo da microdelezione conosciuto) Incidenza: 6-20% FAMILIARITA’ (probabile TRASMISSIONE AUTOSOMICA DOMINANTE ) Caratteristiche fisiche: * Incapacità velofaringea (palato aperto); Viso lungo e guance piatte (inespressivo); Occhi orientati in giù; IPERTEILORISMO; Orecchie piccole con impianto basso (ripiegate in modo anomalo); voce ipernasale Anomalie cardiache; Naso prominente con radice larga; ipocalcemia; statura ridotta; IPOTONIA PROFILO INTELLETTIVO QI nella norma versus RM moderato QI da 40 a 54 (40-50%) o ritardo mentale lieve (QI da 55 a 70) Discrepanza QI verbale > QI di performance Profilo comportamentale Deficit apprendimento non verbale Difficoltà ragionamento astratto non verbale problem solving visuo-spaziale Eloquio poco evoluto ADHD RITIRO SOCIALE/TIMIDEZZA Depressione/ansia Schizofrenia (35 %)/disturbo bipolare Punti di forza decodifica e comprensione del testo Incidenza: 1/10.000-20.000 Caratteristiche FISICHE basso peso alla nascita labbra carnose pieghe epicantali sopracciglia rade rigonfiamento sotto gli occhi naso corto e all’insù difetti oculari (strabismo) anomalie dentarie bassa statura microcefalia ipotiroidismo guance pendule malformazioni genito-urinarie voce roca iperacusia o ipersensibilità al suono (> 95%) stenosi aortica supravalvolare (SVAS) stenosi arterie polmonari Ipertensione IRIDE STELLATA PROFILO INTELLETTIVO QI RM LIEVE MODERATO (QI = 69-40) PUNTI DI FORZA STABILITA’ QI (?) OTTIMO il riconoscimento di volti ECCELLENTE SENSO MUSICALE (‘ipertimbria’, Levitan e Bellugi, 1998; RITMO) SOCIEVOLEZZA e CAPACITA’ COMUNICATIVA preservate (‘amichevoli e affascinanti’) ALTRUISMO E FORTE EMPATIA PUNTI DI DEBOLEZZA DEFICIT abilità visuo-costruttive DEFICIT MLVS e MLT VISUO-SPAZIALE DEFICIT controllo motorio fine e grosso (contratture) Deficit DI PIANIFICAZIONE MOTORIA (disegno) Bibliografia consigliata Braga, C. (2001). Deficit visuo-spaziali e disturbi d’apprendimento: una rassegna. Psicologia Clinica dello Sviluppo, 5-30. Briscone, G., Borgatti, R. (1997). La sindrome evolutiva dell’emisfero destro: revisione della letteratura e presentazione di alcuni casi clinici. Saggi: Neuropsicologia Infantile, Psicopedagogia, Riabilitazione, 23, 99-115. Cornoldi, C., Dalla Vecchia, R., Tressoldi, P.E. (1995). Visuo-spatial High Verbal Intelligence Children. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 36, (6), 1053-1064. Mammarella, I.C. e Cornoldi, C. (2010). Il disturbo non verbale dell’apprendimento. Psicologia e Scuola, 8, 25-32. Rigoni, F., Cornoldi, C., Alcetti, A. (1997). Difficoltà nella comprensione e rappresentazione di descrizioni visuo-spaziali in bambini con disturbi non-verbali dell’apprendimento. Psicologia clinica dello sviluppo, 1, (2), 189-217. Rourke, B.P(1994). Neuropsychological Assessment of Children with Learning Disabilities: Measurement Issues. In G. Reid Lyons (ed.), Frames of Reference for the Assessment of Learning Disabilities: New Views on Measurement Issues. Baltimore, Md., Paul H. Brooks, Publisher. Rourke, B.P. (1995). Syndrome of Non verbal Learning Disabilities: neurodevelopmental Manifestations. New York: The Guilford Press. SITO INTERNET Associazione sui disturbi d’apprendimento non verbali http://www.nlda.org/