www.corrierecomunicazioni.it n°20. 23 novembre 2009 [email protected] 7 L’INTERVISTA. Emilio Pucci (E-media Institute): in aumento la spesa per contenuti multimediali «Digitale, la grande sfida della pay» Per gli operatori sarà cruciale individuare tipologia di servizi e tariffe delle nuove offerte DANIELAMECENATE Online ’ Ma il premium non va sulle news Ma per le news online a pagamento tira una brutta aria. Secondo Forrester Research l’80% dei consumatori (Usa) smetteranno di accedere a quei siti di giornali e riviste che dovessero diventare a pagamento. Solo il 20% è pronto ad aprire il borsellino per i contenuti premium: di questi, l’8% vorrebbe un abbonamento per accedere solo al canale online, un altro 8% preferirebbe un abbonamento cumulativo per accesso su web, carta e mobile e un 3% sarebbe favorevole ai micro-pagamenti per comprare singoli articoli. ’ Il sorpasso I ricavi a pagamento diretto destinati anche in Italia a superare quelli da pubblicità Previsioni destinata ad aumentare la domanda di servizi aggiuntivi e di tecnologie avanzate che possono arricchire il consumo televisivo e renderlo più flessibile. Le offerte satellitari ora guidano questo mercato di servizi aggiuntivi, ma anche le altre piattaforme tv si preparano a un livello più ricco di prestazioni, ad esempio con lʼalta definizione. Digitale terrestre, alta definizione, pay tv. Nelle nuove forme di consumo televisivo che ci aspettano, che ruolo assegnate, secondo il vostro punto di osservazione, alla tv da Internet? Per quel che riguarda i consumi audiovisivi da Internet, questi restano a un livello basso specie se confrontati con gli altri paesi europei, anche se in base alle nostre stime dovrebbero crescere e arrivare ai 60 milioni di La domanda In forte aumento la richiesta di tecnologie avanzate con lʼalta definizione euro nel 2012 (in termini di ricavi da pagamento diretto degli utenti). Tuttavia i servizi nuovi che puntano al consumo di contenuti broadband via televisore possono cambiare questo scenario. Penso però che se non interverranno nuove forme di protezione in grado di tutelare il contenuto audiovisivo premium e nuovi sistemi di pagamento sicuri, le offerte audiovisive in ambiente broadband non potranno decollare e la tendenza sarà sempre quella del consumo gratuito “extra-editoriale” o “meta-editoriale”, cioè di forme che di fatto sfuggono a un controllo degli editori. ITMedia Consulting: grosse prospettive per la tv su broadband E lʼIptv scalda i motori per il 2011 PATRIZIALICATA A fine 2009 il mercato televisivo italiano - canone, pubblicità, abbonamenti e servizi a richiesta allʼutente finale - raggiungerà complessivamente 8.4 miliardi di euro. Con una crescita di poco superiore al 1% annuo varrà, a fine 2011, 8,9 miliardi. La pubblicità cala nel 2009 e tornerà a crescere solo nel 2011 (-2,1% annuo sui 3 anni), la pay-tv cresce (7,2% annuo) grazie allʼofferta digitale terrestre e alla diffusione, seppur limitata, della Iptv. Si tratta della fotografia scattata dal terzo Rapporto “Il mercato televisivo in Italia: 2009-2011”, di ITMedia Consulting, società di consulenza leader nel settore dellʼeconomia digitale fondata da Augusto Preta, secondo cui il mercato italiano si dimostra sempre più digitale e multipiattaforma. Al 2011, a un anno dallo switch-off analogico, quasi 22 milioni di abitazioni saranno digitali, con una penetrazione del 92%. La televisione analogica, infatti, è destinata a perdere quote di mercato a vantaggio soprattutto della tv digitale terrestre che, al 2011, entrerà nel 56% delle abitazioni italiane. Panorama diverso per la tv via satellite che secondo il rapporto non crescerà di molto in termini di penetrazione a causa della saturazione del mercato, mentre rimarrà secondaria, ma con una crescita significativa, la quota dellʼIptv. Grosse prospettive di crescita sono inoltre previste dalle nuove offerte televisive su protocollo Ip, che hanno il vantaggio di essere maggiormente flessibili rispetto alle piattaforme tradizionali di sapersi integrare con i servizi Internet. Questa modalità di trasmissione dei contenuti è infatti alle prese con unʼevoluzione del proprio modello di business verso unʼofferta che comprende servizi ibridi broadcast-broadband, che permettono la distribuzione di video tramite connessione a banda larga e collegando direttamente il set top box del televisore al pc (Over-The-Top TV). Attualmente questi nuovi servizi hanno un impatto limitato nel mercato televisivo ma se ne prevede uno sviluppo ’ lioni di famiglie si aggiungeranno a quelle che già acquistano un qualche servizio di pay tv. Una partita importante per gli operatori oggi sul mercato… Certo: dovranno essere in grado di capire (e in fretta) che tipo di servizio vorranno acquistare queste famiglie e a che prezzo. In base ai nostri studi è in atto anche in Italia una tendenza che ha già riguardato altri paesi europei: il sorpasso dei ricavi da pagamento diretto nei confronti dei ricavi derivanti da inserzioni commerciali come pubblicità e sponsorizzazioni. Dunque la pay tv ha ampi margini di crescita. Nella vostra recente ricerca, lei ha parlato di alcune “tendenze chiave” per il mondo dei media. Sì, per prima cosa noi riteniamo che nei prossimi anni lʼofferta gratuita si arricchirà ulteriormente diversificandosi soprattutto sul versante dei cosidetti canali mini-generalisti, ossia quelli dedicati allʼintrattenimento. È questo un terreno di opportunità, ma anche di sfida per gli attuali broadcasters, che dovranno difendere la forza dei canali principali, ma nello stesso tempo trovare le risorse e le idee per vincere sul mercato di questi canali “aggiuntivi” ospitati dalla nuova piattaforma gratuita. Una dimostrazione di questo trend è il lancio in questi giorni del nuovo canale di Sky in chiaro sul digitale terrestre, “Cielo”. Unʼaltra tendenza importante: sembra EMILIO PUCCI, direttore di E-Media Institute ’ Il mercato televisivo verso il 2012: in soli tre anni si prospettano cambiamenti rivoluzionari. Che avranno come protagonista il digitale, ovviamente, ma che riguarderanno tutto il mondo dei media. Parola di esperto. A spiegarci quali saranno le tendenze prossime venture nellʼuniverso di tv e contenuti digitali è Emilio Pucci, direttore di E-Media Institute, lʼosservatorio europeo del mercato della comunicazione. Come cambieranno i consumi e le scelte degli italiani, secondo le vostre previsioni? Oggi la spesa degli italiani per prodotti e servizi media è di circa 19 miliardi di euro, più o meno il doppio rispetto a 15 anni fa. Entro il 2012 si dovrebbe attestare sui 21 miliardi. Quindi una buona crescita. Ma bisogna chiedersi cosa sceglieranno le famiglie, in cosa spenderanno questi soldi in più: in base alle nostre stime, la pay tv genererà il 22% della spesa. In termini proporzionali i consumi ora allocati in libri, giornali, cinema e home video peseranno sempre di meno sul totale a favore della tv a pagamento. Nel 2012, probabilmente, circa 3 mi- Mutazioni Evoluzione in corso per la tv integrata a servizi Internet Modello di business verso lʼibrido broadband-broadcast a partire dal 2011. La pay-tv è presente in quasi il 40% della popolazione, e, spinta dalla maggiore diffusione del digitale, nel 2011, entrerà in quasi la metà delle abitazioni italiane. Inoltre, mentre la pubblicità è la risorsa prevalente della televisione digitale terrestre, forte di unʼofferta in chiaro che va rafforzandosi, il satellite continuerà a sostenersi prevalentemente con gli abbonamenti alla pay-tv. Nonostante il periodo sfavorevole, e nonostante il sostanziale equilibrio nelle quote di mercato dei tre operatori principali, il mercato televisivo italiano è attraversato da grande dinamismo. Secondo ITMedia Consulting, nel 2009, Sky Italia opera lo storico sorpasso e diventa primo operatore nazionale, con 2,7 miliardi di euro di ricavi da abbonamenti e pubblicità, ma sarà di nuovo superato da Mediaset nel 2011. Nei tre anni, lʼoperatore satellitare incrementerà i propri ricavi ad un tasso medio annuo del 2,7%. Rai è lʼoperatore che risente maggiormente della crisi ma avrà comunque, al 2011, ancora il 30% del mercato. Telecom Italia rimarrà un attore secondario nel mercato televisivo. Cedute le attività in pay-per-view su Dtt, la propria offerta a pagamento consiste esclusivamente nellʼIptv, che, al 2011, rappresenterà il 41% del totale ricavi.