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Miti, leggende e disinformazione sull’alimentazione delle api.
Quali zuccheri?
Tutti gli esseri viventi sottendono allo stesso schema di funzionamento, la loro sopravvivenza si basa
sull’utilizzo degli stessi materiali, che usano nello stesso modo. Gli organismi viventi hanno bisogno di
incorporare identiche sostanze per funzionare bene, sostanze che sono: idrati del carbonio o zuccheri,
grassi e proteine.
Gli idrati di carbonio: formati dagli elementi chimici idrogeno, ossigeno e carbonio, si conoscono anche
come zuccheri. Costituiscono il 60% della dieta dell’uomo e una percentuale ancora più alta in quella
delle api. Rappresentano il combustibile che bruciano gli esseri viventi per il loro funzionamento. Gli
zuccheri possono essere più o meno complessi, possono bruciare più o meno facilmente e fornire più o
meno energia. Si suddividono in:
• Monosaccaridi
Il glucosio (o destrosio) e il fruttosio (o levulosio). Si formano dall’unione di 6 atomi di carbonio, 12 di
idrogeno e 6 di ossigeno: C6 H12 O6. Bruciano rapidamente, come la legna fine, dando una fiammata di
energia. Il glucosio si differenzia dal fruttosio per la modalità con cui i suoi elementi sono organizzati
nello spazio.
• Disaccaridi
Il saccarosio (zucchero bianco). Si forma dall’unione di due monosaccaridi, pertanto possiede 12 atomi di
carbonio, 24 di idrogeno, 12 ossigeno: C12 H24 O12.
• Trisaccaridi
Si formano dal legame di 3 monosaccaridi. Alcuni trisaccaridi intossicano le api anche quando
somministrati a bassi livelli (galattosio, arabinosio, xilosio, melibiosio, mannosio, raffinosio, stachiosio e
lattosio - Barker e Lehner, 1974b; Barker 1976a).
• Polisaccaridi
Gli amidi. Risultano dall’unione di molti monosaccaridi. Vengono anche chiamati zuccheri superiori o
destrine. Rappresentano i depositi di riserva dei vegetali. In termini di rendimento energetico sono come
un tronco di grosse dimensioni, che deve frammentarsi in schegge (monosaccaridi) perché prenda fuoco e
dia energia. Doull (1974) ha somministrato 3 diversi sciroppi prodotti tramite idrolisi dell'amido di
frumento. Questi sciroppi invertiti erano nocivi per le api in claustrazione: Doull ha sospettato che ad
essere nocivi fossero i polisaccaridi non digeriti, specialmente l'amido.
I vari organismi viventi possiedono capacità differenti nell’assimilare e digerire (triturare) i polisaccaridi,
sminuzzandoli nei monosaccaridi che li compongono. Tuttavia, ogni organismo deve realizzare una serie di
reazioni chimiche che convertono qualunque tipo di zucchero in fruttosio, l’unico che le cellule di tutti i
viventi possono bruciare per trasformarlo in energia, convertendolo in un residuo di anidride carbonica
(carbonio e ossigeno = CO2) e acqua (idrogeno e ossigeno = H2O).
Le api trovano la loro fonte di carboidrati nei monosaccaridi (principalmente fruttosio e glucosio) e nei
disaccaridi (come il saccarosio, che viene scisso in fruttosio e glucosio dall’enzima invertasi prodotto dalle
api stesse). Le api non digeriscono gli amidi (polisaccaridi). E’ quindi importante sfatare alcuni miti,
conoscere i rischi delle ricette fai da te, saper leggere le etichette della composizione dei diversi prodotti
commerciali e richiedere al fornitore informazioni che a volte sono incomplete o imprecise (come ad
esempio l’acidità e il contenuto di HMF al momento della consegna, dal momento che dalla produzione
all’utilizzo può passare del tempo durante il quale alcuni valori possono cambiare).
In sintesi:
Il miglior alimento per le api è il miele: scorretto
Il miele è il miglior alimento per le api quando è fresco, correttamente conservato e non è stato sottoposto
a riscaldamento. Mieli vecchi o sciolti in maniera scorretta, possono presentare un livello di HMF altamente
tossico per le api. Il livello di HMF del miele dipende dalla temperatura a cui è conservato e dall’acidità del
miele stesso. Alcuni mieli, come ad esempio quelli di Acacia, Girasole, Sulla, Erba Medica, possono avere un
contenuto di HMF tossico per le api già dopo 200 giorni dalla raccolta, se conservati ad una temperatura di
30°C, che non è difficile sia raggiunta e mantenuta per molto tempo durante il periodo estivo. I mieli di
melata sono inoltre notoriamente poco digeribili per le api.
Le api non digeriscono il saccarosio: falso
Le api producono l’enzima invertasi che aggiungono ai nettari o agli sciroppi. Maggiore è il numero di
passaggi per trofallassi che le api fanno prima di depositare quanto raccolto nelle cellette, e maggiore è il
contenuto di ivertasi e quindi più rapida la scissione del saccarosio in fruttosio e glucosio.
Le api invecchiano precocemente per “metabolizzare” il saccarosio: falso
La scissione della molecola di saccarosio in fruttosio e glucosio è operata dall’enzima invertasi, e non
richiede alcuno sforzo da parte delle api.
Si può produrre in casa delle sciroppo “invertito” scaldando la soluzione ed acidificandola: pericoloso
La scissione di fruttosio e glucosio operata in ambiente acido, è completa solo se alla fine dell’inversione si
provvede ad abbattere immediatamente la temperatura ed a neutralizzare l’acidità della soluzione con una
base (bicarbonato di sodio, soda, ecc.), provvedendo ad eliminare i sali che così si vengono a formare. Se
non si neutralizza l’acidità dello sciroppo, terminata l’inversione inizia la degradazione del fruttosio in HMF
(5-idrossimetilfurfurale), sostanza altamente tossica per le api già alla concentrazione di 30mg/kg (per
l’uomo il limite è fissato a 40mg/kg).
Gli sciroppi commerciali pronti all’uso sono la miglior soluzione (dopo il miele) per l’alimentazione delle
api nei momenti di necessità: scorretto
Non tutti gli sciroppi sono uguali: occorre innanzitutto distinguere tra sciroppi prodotti per inversione del
saccarosio e sciroppi prodotti per idrolisi degli amidi del mais o di altri cereali. Nel primo caso ci troviamo di
fronte ad un prodotto simile al miele, del quale occorrerà conoscere l’acidità e soprattutto il contenuto di
HMF al momento della consegna (non al momento della produzione, dal momento che l’HMF aumenta con
il tempo in funzione dell’acidità e della temperatura di conservazione). Nel secondo (sciroppi prodotti da
mais o altri cereali), essendo impossibile la totale scomposizione degli amidi, occorrerà conoscere non solo
l’acidità e l’HMF, ma anche il contenuto in trisaccaridi (alcuni dei quali intossicano le api) e in polisaccaridi,
non digeribili per le api. Gli sciroppi, di qualsiasi natura essi siano, contengono mediamente il 25% di acqua,
e di questo si dovrà tener conto nel calcolo dell’economicità rispetto al saccarosio (100% zucchero).
A titolo di esempio, proviamo a leggere alcune etichette di sciroppi in commercio in Italia rapportandole al
saccarosio (zucchero comune).
Sostanza secca
(tolta l’acqua)
pH
fruttosio
glucosio
Disaccaridi
Trisaccaridi
Polisaccaridi
Zuccheri
assimilabili per
le api
Costo reale in
rapporto agli
zuccheri
HMF
Sciroppo 25%
fruttosio
da idrolisi
amidi
78%
Sciroppo 45%
fruttosio
da idrolisi
amidi
78%
Sciroppo 39%
fruttosio
da saccarosio
invertito
72,7%
Saccarosio
4,5
25%
34%
20%
9%
12%
4,5
45%
24%
15%
8%
8%
4,7
39%
31%
30%
neutro
(fruttosio +
glucosio +
disaccaridi?) =
79% della
sostanza secca
61,62% del
peso dello
sciroppo
aumentare del
63%
(fruttosio +
glucosio +
disaccaridi?) =
79% della
sostanza secca
65,62% del
peso dello
sciroppo
aumentare del
52%
(fruttosio +
glucosio +
saccarosio) =
100% della
sostanza secca
72,7% del peso
dello sciroppo
100%
aumentare del
37,5%
uguale a costo
acquisto
Ignoto
Ignoto
Max 25 mg/kg
0
100%
100%
In rosso sono evidenziate le criticità:
1. Trisaccaridi: sono contenuti negli sciroppi prodotti per idrolisi degli amidi (mais e altri cereali). Sono
difficilmente assimilabili dalle api, e molti (galattosio, arabinosio, xilosio, melibiosio, mannosio,
raffinosio, stachiosio e lattosio) sono tossici anche a basse concentrazioni.
2. Polisaccaridi: sono contenuti negli sciroppi prodotti per idrolisi degli amidi (mais e altri cereali).
Non sono assimilabili dalle api e possono intossicare le api (specialmente l’amido) se queste
rimangono in claustrazione e non possono defecare, cosa che spesso si verifica soprattutto nelle
nutrizioni di inizio stagione.
3. HMF: è dichiarato soltanto per lo sciroppo prodotto per inversione del saccarosio (max 25ppm o
mg/kg) ed è pericolosamente vicino al limite di tossicità per le api (30ppm). Questo significa che
sciroppi non prontamente utilizzati possono avere un livello di HMF tossico per le api al momento
della somministrazione.
4. Costo: il prezzo di tutti gli sciroppi, tolta l’acqua, i trisaccaridi ed i polisaccaridi, dev’essere
aumentato della percentuale indicata per rapportarli al costo/kg di nutrimento in rapporto al
saccarosio.
Per concludere, contrariamente a quanto molti erroneamente ritengono, i migliori sostituti del miele (a
meno che non si disponga di miele di stagione, correttamente conservato e di buona qualità, in ordine
decrescente sono:
1. Zucchero di canna semi-raffinato
2. Zucchero di barbabietola (zucchero bianco)
3. Sciroppi prodotti per inversione del saccarosio