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monografia Girasole
In alto,
verso il sole
credit
Davide Morello
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di Paolo Poggi
Parte prima
Botanica e fitoterapia
Il falso fiore più appariscente alle nostre latitudini, per l’altezza del suo stelo - che può
raggiungere i due metri - e per la solarità del grande capolino, era una pianta sacra
per le popolazioni dell’America Centrale e Meridionale.
La diffusione in Europa e in Asia centrale si estese velocemente quando se ne
accertò il valore industriale. Oggi il suo olio viene sempre più apprezzato in campo
nutrizionale, e via via si rivela una fonte di principi attivi già al centro di diverse ricerche
farmacologiche e cliniche su molti fronti: come antidiabetico, antinfiammatorio,
antipertensivo e nelle terapie antitumorali.
Botanica
Helianthus annuus L. è una pianta
caratterizzata dalla capacità di produrre un grosso fiore dai vistosi pe-
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tali gialli. In realtà non si tratta di un unico fiore ma di una infiorescenza a
capolino costituita da una miriade di minuscoli fiorellini a vari colori, giallo, arancione, marrone. Quello che chiamiamo seme è, invece, il frutto della
pianta (un achenio).
Un’altra caratteristica della pianta consiste nel singolare comportamento della sua infiorescenza, che ha la prerogativa di orientarsi durante le varie ore del
giorno, sempre in direzione del sole. Questo comportamento, definito col termine fototropismo, è dovuto all’azione di certi ormoni di crescita della pianta
(auxine) che concorrono allo sviluppo differenziato tra le varie parti del fusto.
Storia
Helianthus annuus L. è sicuramente una pianta originaria delle regioni del
Centro-America. Scavi effettuati tra il 1977 ed il 2000 nella zona archeologica di San Andrès (Messico) hanno portato alla luce reperti di semi di Girasole
carbonizzati; l’analisi radiocarbonio (14C) li ha confermati come risalenti a
2.600 – 2.800 anni a.C.
Sicuramente era pianta nota presso le popolazioni delle civiltà precolombiane. Gli Incas ne conoscevano le proprietà curative dei semi e dalle foglie e dai fustelli della pianta ricavavano fibre per realizzare tessuti e corde.
Nella civiltà Incas il Girasole era
considerato il simbolo della sovranità. Nei riti pubblici e durante le battaglie, i nobili ed i guerrieri impugnavano con solennità
un grosso fiore coniato in oro ai
fini di propiziarsi i favori del Dio
Sole. I sacerdoti attribuivano al
grosso fiore poteri magici, colpiti
dalla sua grandezza e vistosità e
dalla strana forma dei semi disposti a spirale.
Si ritiene che in Europa il Girasole
sia stato introdotto dai conquistatori spagnoli nei primi anni del
XVI secolo, per essere coltivato
come pianta decorativa.
monografia Girasole
Materia della nostra monografia
sarà, questa volta, una pianta molto nota in ogni paese del mondo per
il suo grosso e vistoso fiore e per il
prezioso olio edule che dai semi di
questo si ricava. Stiamo parlando di
Helianthus annuus L., il Girasole, la
specie maggiormente coltivata del
genere Helianthus, (della famiglia
delle Asteraceae, Compositae), che
comprende oltre 60 specie diffuse
ovunque, alcune delle quali possono
raggiungere dimensioni inusitate per
un fiore, anche tre metri in altezza.
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monografia Girasole
I componenti attivi del girasole
ni), da antidiarroico a stiPer quanto concerne la
molante, sino al suo utipresenza in Italia di questa
Composti flavonici Nevandesina (flavonoide),
tambulina (flavonolo), rutina
lizzo nel controllo di stati
pianta si hanno notizie pre(glucoside flavonico)
febbrili. Lo stesso dicasi
cise. Ne riferisce nei suoi
per le sue estemporanee
Tannini
scritti Giacomo Cortuso
utilizzazioni cosmetiche,
(nato nel 1513), insigne stuSaponine
come lenitivo contro ardioso di scienze naturali,
Terpeni
Sesquiterpen lattoni,
rossamenti cutanei, amin particolare di botanica,
glucosidi triterpenici
morbidente ed antiossisovraintendente direttore
(eliantoside)
dante (per il contenuto in
dell’Orto Botanico di PadoFitosteroli
b-sitosterolo
vitamina E), contrastante
va, allora ritenuto uno dei
Calconi
Kukulkanine A e B
la formazione di rughe,
più antichi ed importanti
Carotenoidi
Luteina
protettivo da radiazioni
in Europa. Tra le specie
solari, ecc.
vegetali provenienti dalle
Acidi fenolici
Caffeico, clorogenico
Americhe e da lui per priTocoferoli
α-, β-, γ- e δ-tocoferolo
mo analizzate e descritte,
I principi attivi
Proteine
Globuline
figura anche il Girasole.
degli estratti
Solo più tardi, agli inizi del
Secondo le più recenti riAminoacidi
Triptofano
XVIII secolo, si svilupparocerche, dalle parti aeree
Vitamine
E, B1, B3, B6, B9
no, specie in Francia ed in
della pianta sono otteniAlcaloidi
Baviera, coltivazioni intenbili estratti (etanolici e
Fito-ormoni
Auxine
sive di Girasole allo scopo
metanolici i più apprezdi raccoglierne i semi e da
zati) caratterizzati da
Carboidrati
Zuccheri, fibre
questi estrarre il prezioso
un diverso e complesso
Ioni minerali
Ferro, calcio, magnesio
olio.
numero di principi attivi
Sostanze coloranti Eliantina
In anni successivi si svilupfunzionali, che vanno da
pò ulteriormente questa
flavonoidi a tannini, da
pratica, specialmente in
saponine a fitosteroli, da
Russia e Ucraina; si intensificarono
acidi fenolici a sesquiterpeni, tanto per citare i più noti. Ne diamo una più
sforzi per creare nuove specie meprecisa descrizione nella acclusa tabella. Delle proprietà di questi ingredienti
diante ibridazione, con il risultato di
attivi faremo cenno nei capitoli che enumerano il loro sfruttamento funzionanotevoli aumenti nei raccolti e con
le a fini terapeutici e cosmetici.
l’ottenimento di olio di migliorate e
diversificate qualità.
L’olio di Girasole
Nell’antica medicina popolare, specie
L’olio estratto dai semi delComponenti frazione lipidica dell’olio
nei paesi medio-orientali ove magla pianta ne rappresenta siTipo di acido
%
giormente si era (ed è tuttora) svilupcuramente l’elemento più
Palmitico (C16:0)
4–9
pata la coltivazione della pianta, l’olio
importante ed a maggiore
di Helianthus annuus veniva sfruttato
sfruttamento. Quest’olio (i
Palmitoleico (C16:1)
1 max
in una miriade di applicazioni a scopo
semi ne contengono almeStearico (C18:0)
1-7
terapeutico. Questo in ragione della
no il 30% della massa toOleico (C18:1)
20 - 40
sua pronta ed economica reperibilità,
tale) è caratterizzato da un
della sua gradevolezza (delicato, coelevato contenuto in trigliLinoleico (C18:2)
50 - 70
lore chiaro, leggero profumo alla nocceridi di acidi grassi insatuLinolenico (C18:3)
1-2
ciola), ma e soprattutto in riscontro ai
ri, polinsaturi in particolaBehenico (C22:0)
1-2
benefici effetti sempre riscontrati a
re, e da quantità minori di
Dati medi dalla voci consultate
seguito del suo utilizzo.
composti saturi.
Veniva considerato efficace nel tratUna dettagliata compositamento dei più disparati malanni
zione della frazione lipidica
dell’organismo, da sanitizzante di
estratta dai semi di Girasole è data nella tabella acclusa.
ferite ed ulcere ad antinfiammatorio
La denominazione INCI per tale prodotto è Helianthus annuus (Sunflower)
in disturbi esterni (punture di insetti,
Seed Oil. Oggi esistono in commercio varie qualità di olio di Girasole, che si
acne, irritazioni, emorroidi) ed interdistinguono soprattutto in ragione della diversa composizione della loro frani (asma, disturbi ai reni e ai polmozione lipidica.
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ibridazione, la qualità in trigliceridi dell’olio può variare anche in funzione
del clima più o meno temperato della regione in cui avviene la coltivazione e
dell’andamento climatico durante il periodo di maturazione del seme.
Oltre alla citata frazione lipidica, nell’olio sono presenti proteine, alcuni sali
minerali (ferro, calcio e manganese in particolare) e sostanze antiossidanti
(vitamina E). L’olio contiene anche una frazione insaponificabile caratterizzata dalla presenza di fitosteroli, carotenoidi e tocoferoli. L’olio di Girasole,
tra i più comuni oli vegetali di largo impiego è certamente quello che vanta
il maggiore contenuto in vitamina E: recenti ricerche ne hanno confermato
dosaggi attorno a 25-26 mg su 100 g di sostanza essiccata. Per le altre vitamine
i valori sono: niacina 7 mg, piridossina 1 mg, folati 230 µg.
L’olio di Girasole nel nutrizionale ed altri usi
Ė oggi ampiamente riconosciuto il valore dietetico-nutrizionale dell’olio di
Girasole. La FAO (Food Agriculture Organization) e la WHO (World Health Organization), in una dieta ottimizzata per il raggiungimento del valore energetico richiesto, ne suggeriscono un dosaggio pari a 55 g, con conversione da 20
a 50 g dei grassi per assicurare energia e buona salute. Oggi l’impiego dell’olio
di Girasole e la larga preferenza riservatagli dai consumatori rispetto a vari altri
oli vegetali sono pienamente giustificati dalle sue eccellenti proprietà dietetiche,
dovute in particolare al suo elevato contenuto in acidi grassi mono e polinsaturi,
ingredienti - come ben noto - indispensabili per il corretto metabolismo basale.
Non trascurabile il suo già citato apporto vitaminico. Nella culinaria, l’olio di Girasole ha trovato vasto impiego anche nella friggitura ma, a questo proposito
è da preferirgli ancora l’olio di Oliva, che presenta un punto di fumo più alto
(175°C contro i 170°C del Girasole). Peraltro, a nostro avviso, la non eccessiva
differenza di qualità sotto questo punto di vista, ne giustificherebbe ampiamente l’impiego per ragioni ‘più consistenti’ di ordine economico.
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Infatti, le diverse cultivar, costituite in genere da prodotti derivati da
ibridazioni, forniscono oli a composizione differenziata, a volte anche
in modo assai marcato, nei due acidi
grassi più significativi della componente lipidica, l’acido oleico ed il linoleico. In alcune, il livello di acido
oleico, tipicamente sulla base del
20% su un olio normale, può essere
innalzato sino al 35 e anche 40%; in
altre quello che si innalza è invece il
livello del polinsaturo linoleico, con
valori sino al 70%. A seconda delle
previste utilizzazioni finali, la scelta
può cadere su uno o su un’altro dei
differenti tipi di olio. Nel caso di utilizzo in campo cosmetico, ad esempio, l’olio della prima qualità illustrata è certamente quello preferibile, in
quanto, contenendo meno polinsaturi è più stabile all’ossidazione. Invece, come uso tradizionale in cucina e nella produzione di margarina, è
preferibile quello ad elevato titolo in
acido linoleico.
È da osservare che, a parte la variazione indotta dal tipo di cultivar o di
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Positiva considerazione gode anche,
in campo nutrizionale, il miele ricavato dai fiori della pianta, da considerarsi interessante non solo per le
sue intrinseche proprietà nutrizionali (zuccheri, minerali, apporto vitaminico, acidi polinsaturi, ecc.), ma
anche per il suo potenziale antiossidante ed antinfiammatorio, qualità
che descriveremo meglio nei capitoli
dedicati a queste funzionalità.
Relativamente ad impieghi industriali, in molti paesi, soprattutto in
quelli ove la coltivazione della pianta è maggiormente sviluppata (Russia, Ucraina, Argentina, Stati Uniti,
Pakistan) si sono affermati vari altri
massicci usi dei suoi semi: la tostatura per la produzione di mangimi per
uccelli è un esempio di uno di questi.
Un certo impiego trova nell’industria
di pitture e vernici: da vari anni si
parla anche di un potenziale sfruttamento dell’olio per la produzione di
carburanti per motori diesel.
Come produzione industriale a livello mondiale, oggi l’olio di semi di
Girasole è inferiore solo a quelli di
Soia, Palma, e Colza, mentre precede
quelli di Arachide, Cotone, noccioli
di Palma e Oliva (dati FAO).
Helianthus annuus in terapeutica
Con il sempre più vasto diffondersi, col passare di anni, di ricerca e validazione della funzionalità di principi attivi e di oli vegetali a fini di trattamenti
terapeutici, non ne potevano essere esclusi gli ingredienti attivi, e l’olio in
particolare, di questa pianta che gode da secoli di vasta reputazione nel campo della medicina popolare tradizionale.
Cercheremo, pertanto, di descrivere al meglio alcune delle più emblematiche
proprietà terapeutiche attribuibili ai principi attivi della pianta, riferendo delle più avanzate e recenti ricerche in materia, documentate dalla letteratura
tecnico-scientifica di questi ultimi anni.
Attività antidiabetica
Per quanto nella tradizionale medicina popolare ai semi di Girasole fosse stata
riconosciuta, a seguito di pratiche centenarie, una certa attività ipoglicemica,
i primi seri studi medici atti a validare detta funzione risalgono a questi ultimi
anni. Varie ricerche cliniche hanno ampiamente dimostrato il potenziale antidiabetico di estratti di Girasole. Riporteremo, ad esempio, di una relazione in
cui si riferisce di attività antidiabetica di un estratto etanolico somministrato
in dosaggi diversi (250 e 500 mg/kg p.c.) a soggetti in esame (ratti) con iperglicemia indotta da farmacotossina (streptozoticina). Si è potuto riscontrare
che la somministrazione dell’estratto riduce significativamente il livello di
glucosio nel sangue, con un effetto comparabile a quello di un farmaco specifico (glibenclamide, 600 µg/kg pc), mostrando effetti migliorativi anche sul
contenuto di glicogeno nel fegato, sull’emoglobina glicosilata, sul livello di
glutatione e, soprattutto, su una incrementata secrezione di insulina grazie a
protezione delle cellule pancreatiche β da stress ossidativi indotti da glucosio.
Altri ricercatori hanno fatto notare che anche all’acido clorogenico - come abbiamo avuto occasione di vedere dianzi, componente tipico dei semi della
pianta – è riconosciuta una attività antidiabetica. Si ritiene che tale acido polifenolico agisca da inibitore dell’attività della glucosio-6-fosfatasi, un sistema
enzimatico che svolge un ruolo importante nella regolazione omeostatica del
livello di glucosio nel sangue.
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Attività anticancerogena
Vari studi hanno focalizzato la loro attenzione ai fini di stabilire quale poteva
essere l’effetto di estratti da semi della pianta nella prevenzione e nel trattamento di manifestazioni tumorali. Usando diverse concentrazioni di olio da
semi (da 2 a 166 µg/mL) e con pure differenti tempi di esposizione (da 24 a 72
h), si è controllato l’effetto citotossico nei confronti di linee di cellule cancerogene RD (rhabdomyosarcoma cells). I risultati dei test hanno rivelato una chiara attività citotossica dell’olio di Girasole nei confronti di dette cellule, con un
effetto dose-dipendente. Il livello più elevato di citotossicità si è espresso a
concentrazioni di attivi superiori a 83 µg/mL.
Secondo ricerche di altri Autori, i polifenoli della droga della pianta, come
acidi caffeico, clorogenico e ferulico possiedono un elevato potenziale antiossidante ed una marcata attività bloccante l’attivazione metabolica di mutageni e bloccante i radicali liberi prodotti dal metabolismo degli stessi.
Anche per derivati acquosi ottenuti dai semi della pianta è stata accertata
(test in vivo) una significativa capacità antiossidante in grado di prevenire
reazioni ossidative responsabili dell’insorgere di vari disagi, quelli di ordine
tumorale compresi.
In uno studio più recente, gli Autori ipotizzano che un inibitore della tripsina, un peptide contenuto nella droga dell’Helianthus (SFPI-1, Sunflower trypsin
inhibitor) sia in grado di agire come naturale bloccante l’azione di enzimi corre-
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Attività antinfiammatoria
Varie ricerche hanno evidenziato la
marcata attività antinfiammatoria
di estratti da Girasole, attività che si
esplica secondo differenti meccanismi biologici ed è correlata alla specifica azione di differenti ingredienti
attivi della droga.
Secondo alcuni Autori tale attività,
che in certi casi si è rivelata addirittura superiore a quella di indometacina, un comune antinfiammatorio non
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steroideo, è da attribuire alla presenza negli estratti di alcuni glucosidi triterpenici. Tra questi, l’eliantoside B, in grado di esibire una attività fortemente
inibente e/o riducente la manifestazione infiammatoria paragonabile a quella
espressa da idrocortisone.
L’attività antinfiammatoria di triterpen-glicosidi tipici della droga di Girasole
(eliantosidi, presenti in un estratto butanolico da petali del fiore) è stata valutata anche su edema indotto da farmacotossina (tetradecanoil forbol acetato);
il test in vivo ha confermato una marcata attività antinfiammatoria. Un’attività
antinfiammatoria ancora più marcata di quella esplicata da estratti tal quali,
si è visto che può essere ascritta ad un olio di Girasole ozonizzato. Lo studio,
condotto da una equipe di ricercatori indiani, ha messo in luce che tale prodotto, a seguito di applicazione topica, esplica una potente azione protettiva del
tessuto cutaneo, antinfiammatoria e
attivante la rigenerazione dei tessuti e
La luteina
contribuisce alla guarigione di lesioni
Della luteina abbiamo riferito nel paragrafo
relativo alla sua funzione antiossidante, clase ferite, con una attività paragonabile
sificandola come l’ingrediente attivo della
a quella di neomicina.
Attività antiossidante
Estratti da semi della pianta, in vari
solventi, hanno rivelato a test specifici (del ferro riducente, DPPH, ecc.),
di esplicare una significativa attività
antiossidante, antiradicalica. si è visto che l’attivo del Girasole è in grado di sviluppare una notevole azione
antiossidante quando utilizzato in
dosaggio di 30 µg/mL, con una potenza valutabile dal 45 al 65% rispetto a quella di BHT (butil idrossitoluolo) usato allo stesso dosaggio.
Tutti gli Autori sono concordi nel ritenere la luteina contenuta nella droga della pianta come l’ingrediente attivo cui attribuire la maggiore azione
antiossidante espressa dagli estratti
di Girasole. Alla luteina dedichiamo
una breve finestra, per meglio presentarla.
droga del Girasole più importante a questo
fine, per cui ci è sembrato opportuno farne
una più dettaglia descrizione.
Luteina è un carotenoide (xantofilla) con
struttura simile a quella del β-carotene. Il
nome deriva dal fatto che per la prima volta
è stata estratta da Reseda luteola; si tratta di
una sostanza colorata fortemente in giallo,
che si ritrova in particolare in molti vegetali
a foglia verde, tra i quali anche il Girasole,
ma è presente anche nel Fieno greco e,
soprattutto nelle Tagete. Nel Girasole è
estratta dai grossi petali dell’infiorescenza.
È anche il carotenoide più abbondante
isolato dal siero umano e si deposita sul
tessuto della pelle, del cervello, degli occhi.
È stato dimostrato che funge da filtro della
luce blu ad alta energia e che sviluppa una
forte attività antiossidante contro radicali
liberi e specie di ossigeno reattive (ROS)
indotti da fotoesposizione. Questo carotenoide, molto idrofilo, può agire con ossigeno singoletto con maggiore efficacia di
carotenoidi non polari.
La luteina, così come il suo stereo-isomero
zeaxantina, carotenoide tipico del Mais e
della Calendula, è da considerarsi anche
come uno dei carotenoidi più noti quali
potenziali agenti nella prevenzione di vari
disturbi dell’organismo quali diuresi, diarrea, manifestazioni infiammatorie varie.
si è visto che un estratto in esano
ricco in luteina, a dosaggio di 20 µg/mL è in grado di sviluppare un’attività
antiossidante di efficacia stimabile attorno al 90%, inibente la perossidazione
lipidica, la formazione di idrossiradicali (test su radicale libero DPPH) con una
efficacia paragonabile, ed i certi casi superiore, a quella di prodotti a ben nota
azione antiossidante quali, α-tocoferolo, curcumina e BHA. Anche la vitamina E, di cui l’olio di Girasole è ricco, concorre alla funzione antiossidante, neutralizzante di radicali liberi, preventiva di perossidazione lipidica di derivati
della pianta.
Due parole sono da spendere anche relativamente al miele di Girasole, la cui
marcata attività antiossidante è da ascrivere all’elevato contenuto di polifenoli. Vari test, dopo averne verificata la qualità dal punto di vista chimico-fisico
(umidità, acidità libera, valore pH, contenuto in zuccheri, ecc.) ed organolettico e morfologico (colore, odore, sapore, ecc.), ne hanno validato il suo
monografia Girasole
lata alla formazione di forme cancerogene, in particolare al seno.
Ricorderemo che la tripsina è un enzima appartenente alla classe delle
idrolasi. Secreto dal pancreas, provvede alla digestione parziale delle
proteine (enzima proteolitico) trasformandole in frammenti più piccoli, detti peptidi, che possono essere
assorbiti dall’intestino.
È stato pure riportato che un trattamento subcutaneo con olio da semi
di Girasole inibisce la crescita di tumori solidi ed incrementa il numero
di cellule linfatiche nodali in animali
che ne sono affetti. Tra i principi attivi della droga della pianta, si ritiene
sia la p-cumarina (un lattone dell’acido o-idrossicinnamico contenuto
nelle foglie e nei tuberi di diverse
piante, Girasole compreso), l’ingrediente che opera con maggiore efficacia a tal fine, grazie alla sua marcata azione antiossidante e riducente
l’attività proliferativa di cellule cancerogene.
Attività anticancerogena è ascritta
anche ai fitosteroli. è stato dimostrato che il β-sitosterolo, la più abbondante tra queste sostanze ad azione
ormono-simile presente nella droga del Girasole, è in grado di inibire
la crescita di diversi tipi di cellule
tumorali: diminuendone il numero ed il volume, riduce l’estensione
del male (test in vitro ed in vivo). In
esperimenti su soggetti con cancro
postpausale alla mammella, dopo assunzione di olio da semi di Girasole
e di Zucca, si è riscontrata una netta
riduzione del disagio.
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potenziale antiossidante (test FolinCiocalteu) ed antiradicalico (DPPH),
con risultati altamente positivi, tanto da poterlo suggerire quale valido
ingrediente utile da incorporare in
integratori dietetici a funzione antiossidante.
Attività antimicrobica
monografia Girasole
Dalle foglie fresche della pianta di
Girasole sono stati isolati sesquiterpenlattoni che sviluppano una sostenuta attività batteriostatica, antibiotico-simile sia nei confronti di ceppi
Gram-negativi, sia Gram-positivi,
così come di colonie fungine.
L’attività antimicrobica degli estratti
del Girasole è stata studiata anche,
considerando l’uso in campo nutrizionale dell’olio della pianta, nei
confronti di germi tipici inquinanti
di derrate alimentari (Salmonella sp,
Aspergillus sp, Staphylococcus sp., et
al). L’efficacia antimicrobica è risultata variabile, come del resto c’era
da attendersi, da ceppo a ceppo, comunque positiva nei vari casi.
Screening fitochimici hanno rivelato
la presenza negli estratti di tannini,
saponine, glucosidi, alcaloidi, acidi
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Dal Girasole antimicrobici in nanoparticelle
Molti batteri sono resistenti anche ad antibiotici. Si ricorre ormai, da anni, all’uso di dosi micromolecolari (da 1 a10 µM) di ioni di metalli preziosi (Au, Ag) incorporati in nanoparticelle onde
agire più energicamente ai fini della soppressione di tali microorganismi super-resistenti.
È facilmente intuibile il perché del ricorso a sistemi antimicrobici in nanoparticelle. L’area
superficiale specifica di una struttura con cui operare su un substrato ai fini dell’evolversi di
una reazione catalitica o dello svolgimento di una attività biologica quale può essere quella
della disinfezione è importante: la specifica area superficiale delle nanoparticelle è maggiore
rispetto a quella di qualsiasi altra struttura, per cui la loro biodisponibilità ed attività biologica
sul substrato aumenta e, quindi, aumenta l’efficacia del preparato trattante.
Una delle più recenti metodologie utilizzate nella preparazione di queste interessanti nanoparticelle antimicrobiche è quella di ricorrere a processi che prevedono l’impiego di materie
prime biologiche e non sostanze metalliche tossiche o che possono creare problemi di rischio
biologico e/o ambientale.
Si è visto, peraltro, che il ricorso a metodologie che prevedono l‘impiego di prodotti biologici
quali batteri, funghi ed alghe usati come basi da cui sintetizzare tali nanoparticelle conduce
spesso a tempi di sintesi molto lenti e a basse rese. Più interessante e razionale si è rivelato,
invece, il ricorso a metodologie che prevedono l’utilizzo di basi vegetali. Sono ormai numerose
le specie di piante officinali che sono state utilmente impiegate a questo scopo, tra queste il
Girasole.
Come si riesce a realizzare la sintesi di queste importanti nanoparticelle metalliche antibatteriche partendo da estratti di piante?
L’estratto da erbe, quando a contatto con sali metallici (in genere per l’argento si usa una
soluzione contenente un suo nitrato, mentre per l’oro si ricorre ad un suo tetracloruro), forma
un gel di idrosol del metallo. Si ritiene che sia poi un enzima reduttasi contenuto nell’estratto
della pianta a realizzare la riduzione del sale a ioni Ag+ o Au+ e quindi alla formazione di loro
nanoparticelle metalliche.
Queste nanoparticelle metalliche, ormai usate estensivamente in varie applicazioni, dal rilevamento di immagini al rilascio controllato di farmaci, dalla termoterapia alla cosmetica, sono
quindi da preferirsi, i risultati lo hanno ampiamente dimostrato, ad altri sistemi antibatterici in
quanto più sicure nell’impiego, più economiche ad ottenersi (in genere si opera la loro sintesi a
temperatura ambiente), e soprattutto dal punto di vista del rispetto ambientale.
Nel caso delle preparazioni di nanoparticelle antibatteriche partendo da estratti di Helianthus
annuus L., il composto bioattivo estratto dalle foglie della pianta e purificato, viene immesso
in soluzione contenente oro tetracloruro (AuCl4). La formazione di nanoparticelle è subito evidenziata dalla variazione del colore della soluzione, da leggermente gialla ad un giallo intenso
tendente al bruno, oltre che essere poi confermata da analisi spettrofotometrica.
Studi sull’attività di preparati contenenti dette nanoparticelle così realizzate ne hanno evidenziato una marcata attività antibiotico-simile, ad es., paragonabile a quella di vancomicina,
ed in alcuni casi, come nei confronti di Aspergillus flavus, addirittura superiore come zona di
inibizione.
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polifenolici tutti a riconosciuta attività farmacologica. è noto che questi
componenti esplicano una funzione
protettiva della pianta contro infezioni ed aggressioni da insetti. I principi attivi fitochimici generalmente
esplicano una attività antibatterica
differente da quella tipica dei farmaci di sintesi, con differenti meccanismi di azione, tra cui quello, importante, di interferire negativamente
sul metabolismo dei microorganismi, inibendone quindi lo sviluppo
e l’attività.
Da non dimenticare, circa il miele di
Girasole, la riconosciuta attività antimicrobica, oltre che antiossidante
già in precedenza ricordata, sempre
in relazione al suo elevato contenuto
in derivati polifenolici. Il suo potenziale antibatterico è stato sfruttato,
ad esempio, nel trattamento di ferite
infette, in quanto la sua attività si è
visto che si esplica anche nei confronti di ceppi patogeni (Staphylococci, Klebsiella, Candida sp.) che
causano tali infezioni.
La stessa FDA (Food & Drug Administration) lo contempla come ingrediente
attivo ai fini di tale terapia.
Per quanto concerne l’olio di Girasole ozonizzato, già citato nel capitolo degli
infiammatori, vari test ne hanno confermato un efficace impiego anche nella
formulazione di preparati antifungini, dal momento che sviluppa una significativa azione antibiotico-simile. In questo caso, come termini di confronto
sono stati presi levorina e micoeptina, due specifici antibiotici antifungini.
Per quanto concerne l’attività antimicrobica degli estratti di Girasole, si rimanda anche alla lettura del riquadro allegato, dedicato alla realizzazione di
nanoparticelle auree antibatteriche, utilizzando soluzioni contenenti estratti
della pianta.
Attività anti-ipertensiva
Proteine del Girasole sono state idrolizzate con papain-proteasi e pancreatina.
Si è visto che gli idrolizzati, dopo 3 h di incubazione sono in grado di inibire
ACE (angiotensin-converting enzyme), cioè interferiscono sull’attività dell’angiotensina che, come si sa, è un ormone peptide che stimola la vasocostrizione aumentando la pressione arteriosa. La mancata regolazione dell’attività di
questo enzima porta ad un alto tenore di vasocostrizione, con conseguenza di
stato di ipertensione.
L’Ace-inibitore naturale della droga del Girasole sarebbe quindi da annoverare, poichè esplica la stessa funzione, tra i vari farmaci di sintesi specifici nel
trattamento dell’ipertensione.
Nel prossimo numero la seconda parte della monografia,
che tratterà dell’olio e degli estratti di Girasole in campo cosmetico
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