ORTO&DINTORNI LA SOIA, UNA LEGUMINOSA DI GRANDE VALORE NUTRITIVO Iris Fontanari Note botaniche e colturali La soia (Glycine max), chiamata anche fagiolo del Giappone, è una leguminosa annuale, piccola, cespugliosa, con fusti eretti, ramificati e pelosi, e foglie alterne trifogliate di color verde cupo, pure ricoperte di peluria. I fiori, piccoli e violetti, riuniti in grappoli ascellari, sono simili a quelli del pisello. Il frutto è un baccello stretto, piatto e peloso, contenente da due a quattro semi globosi di colore variabile, bianco, giallo, bruno, rosso o nero. Le radici della pianta sono molto ramificate e terminano in sottili radichette dotate di piccoli tubercoli, ossia di ingrossamenti dovuti a bacilli (rizobi) capaci di accumulare in abbondanza sia l’azoto del terreno sia quello dell’aria. Proprio per questo la pianta (in particolare i semi) è ricchissima di proteine vegetali molto simili alle proteine animali, ossia alle sostanze azotate che conferiscono alle carni il loro altissimo valore nutritivo. Le varietà di soia sono innumerevoli e si distinguono per la durata del periodo di maturazione: 80-90 giorni nei tipi precocissimi a oltre 150 giorni nei tipi sub-tropicali. In Italia si devono escludere le varietà troppo tardive i cui semi non riuscirebbero a maturare. La soia si coltiva come il fagiolo, del quale ha le stesse esigen- TERRA TRENTINA I vegetariani o coloro che vogliono diventarlo dovranno prima o poi imbattersi nella soia, una preziosissima leguminosa, il cui potere nutritivo e i cui effetti terapeutici sono davvero molteplici: per costoro sarà sicuramente come incontrare un amico. Questa pianta erbacea è originaria della Cina dove viene coltivata da moltissimo tempo. In quelle regioni, infatti, fin da 5000 anni prima di Cristo, si mangia pane di soia, si beve “fu chiang” (latte di soia), si fabbrica la ricotta e il “tou-fou” (formaggio di soia) e da sempre si ricorre, per condimento, all’olio di soia. Da secoli e secoli, oltre che in Cina, anche in Giappone, in Indocina, in Manciuria e in tutto l’Oriente, la soia ha la stessa importanza che ha per noi il nostro frumento. Attualmente molte varietà di soia vengono coltivate un po’ in tutti i Continenti dove questo legume è ormai entrato nei più comuni usi alimentari. In America, in particolare, esso è coltivato estesamente per la preparazione di materie prime destinate all’industria (caseina vegetale, lecitina di soia, colle vegetali) e di vari alimenti (cioccolato, paste alimentari, surrogato di carne ecc.). Questo legume fu introdotto nell’Europa centrale nel XVIII secolo e in Italia verso la metà del secolo successivo; tuttavia, da noi, ha assunto una notevole importanza alimentare solo negli ultimi decenni del secolo XX. 43 ze; richiede pertanto un clima caldo, piogge abbondanti e un terreno ben aerato. Ha esigenze climatiche molto simili anche a quelle del mais e necessita di irrigazione quando le precipitazioni estive non sono adeguate (come accade spesso in Italia). Questa leguminosa si adatta bene ai terreni pesanti, come pure a quelli leggermente acidi e molto ricchi di sostanza organica. Costituisce un’ottima coltura da rinnovo poiché migliora molto la fertilità del terreno e perciò si può alternare proficuamente con colture sfruttanti come le graminacee. La semina si effettua tra aprile e maggio a file distanti 30-60 cm l’una dall’altra. In condizioni di crescita ottimali le piante si possono mietere tre mesi dopo la semina. TERRA TRENTINA Valore nutritivo e proprietà terapeutiche Fra tutti i vegetali offerti dalla natura, i semi della soia sono sicuramente quelli col più alto valore nutritivo: contengono, infatti, il 35-40% di proteine, il 15-20% di grassi polinsaturi e il 15-20% di carboidrati solubili, nonché una notevole quantità di lecitina. Sono inoltre ricchi di vitamine (A, B, B2, D, E) e di sali minerali (calcio, ferro e potassio). La soia è perciò un alimento di grande valore energetico, remineralizzante, antiastenico e riequilibrante dell’organismo. È utile in casi di affaticamento, 44 astenia, nelle convalescenze e nella crescita. Essendo quasi priva di amidi e di purina (composto azotato presente nell’acido urico), è particolarmente adatta ai diabetici e agli artritici, che la possono consumare sotto forma di pane o di pasta alimentare. Recenti studi ed esperimenti hanno, inoltre, dimostrato che la lecitina contenuta nella soia, oltre a ridurre il tasso di colesterolo nel sangue, riesce ad abbassare anche la concentrazione di lipoproteine responsabili di molte malattie, se presenti in quantità eccessiva. Utilizzi Il modo migliore per assumere la lecitina è quello di consumare i semi di soia allo stato naturale, cioè sia nella minestra, sia da soli, proprio come il comune fagiolo. Inoltre si può preparare il “latte di soia”: si lascia- no per tre giorni un etto e mezzo di semi macinati in un litro d’acqua fredda. Si filtra e si consuma in giornata. I semi della soia si condiscono come verdura fresca in insalata, oppure si seccano o si fanno fermentare prima del consumo. Si possono, inoltre, conservare in scatola o macinare per ridurli in farina; quest’ultima viene spesso aggiunta a vari prodotti alimentari, fra cui gli omogeneizzati dei neonati, i biscotti, il pane, i dolci, i gelati ecc. Nel pane e nei dolci la farina di soia viene mischiata con la normale farina di grano. I germogli di soia costituiscono la base di molti piatti cinesi; in Giappone, invece, s’usa consumare soprattutto il “miso”, una pasta di riso macinato e di semi di soia, fermentata in salamoia. Recentemente i semi tostati di questa leguminosa sono stati proposti anche come surrogato del caffè. Tuttavia, mentre nell’Estremo Oriente questi semi trovano vari impieghi soprattutto nell’alimentazione umana, nei Paesi occidentali essi vengono sfruttati in modo particolare per l’estrazione dell’olio alimentare e per le farine, mentre i residuati dell’estrazione dell’olio, ricchissimi di ottime proteine, sono importanti integratori proteici nei mangimi per il bestiame.