L’ALLENAMENTO Il corpo umano è una macchina che migliora la propria funzionalità solo se sottoposta, con continuità, a esercizi fisici. Per esercizio fisico si intende qualsiasi tipo di movimento che comporti uno sforzo muscolare. Allenarsi significa esercitare la macchina umana, ripetendo gli stessi movimenti in quantità e con intensità tali da aumentare lentamente e progressivamente le possibilità lavorative. Questo è possibile perché il nostro corpo, quando viene a trovarsi in condizioni diverse dal normale, sa adattarsi, adottando velocemente le contromisure necessarie per “difendersi”: per esempio è capace di aumentare la propria temperatura per compensare la diminuzione di quella esterna, così come è capace di adeguarsi alle nuove esigenze create dalla presenza di stimoli motori intensi cui è sottoposto. Durante l’attività fisica l’organismo deve far fronte a maggiori richieste di ossigeno e di sostanze energetiche che provengono dai muscoli. Il cuore, per esempio, a riposo ha una portata cardiaca di 5 litri al minuto; quando il fisico è sottoposto al massimo sforzo la portata cardiaca è di 25 litri al minuto. Le naturali reazioni di adattamento non solo permettono ai vari organi di sopportare al momento lo sforzo fisico, ma creano trasformazioni nel nostro organismo tali da renderlo capace di affrontare con maggior prontezza lo stesso intenso impegno qualora se ne presenti nuovamente la necessità. Naturalmente questa possibilità di adattamento allo sforzo fisico ha dei limiti, oltrepassati i quali viene meno la capacità di reagire: subentra quindi la fatica che è un campanello d’allarme che ci informa dell’esaurimento delle riserve a disposizione del nostro organismo. L’allenamento abitua a sopportare carichi di lavoro sempre più intensi e allontana sensibilmente il sopraggiungere della fatica solo se è condotto in modo graduale e costante. Particolare attenzione bisognerà prestare nel non superare durante l’allenamento il carico di lavoro sopportabile dall’organismo in quel dato momento, per non cadere in una fase di esaurimento. Infatti, se l’allenamento è esasperato, si arriva al superallenamento, che si manifesta con fastidiosi disturbi: nausea, irritabilità, malessere generale. Allenarsi bene significa mantenere l’abitudine del proprio fisico a svolgere un determinato lavoro, più o meno intenso a seconda delle sue possibilità. Non soltanto prerogativa di chi svolge un’intensa attività fisica, l’allenamento deve essere una sana consuetudine di tutti. Le ore dedicate all’educazione fisica non sono sufficienti, è indispensabile, per crescere bene, svolgere un’attività fisica regolarmente anche al di fuori della scuola. Nella seduta di allenamento ci sono tre fasi: - la prima di avviamento motorio o riscaldamento, in cui prepariamo circolazione, muscoli, articolazioni e….la nostra volontà ad affrontare il lavoro successivo; - la seconda fase, più specifica, in cui si affronta il lavoro tecnico con esercitazioni riguardanti lo sport praticato; - la terza fase è di defaticamento, cioè si raggiunge un graduale ritorno a una condizione fisica e mentale di normalità. Resistenza La resistenza è la capacità della persona di contrastare la fatica. Sarà cioè più resistente colui che saprà protrarre nel tempo un’attività riuscendo sempre a mantenere lo stesso livello di risultato. La capacità di mantenere per un certo tempo uno sforzo che coinvolge l’intero corpo (es. corsa) si chiama resistenza generale, ed è condizionata da una buona funzionalità dell’apparato cardio-respiratorio. Se invece lo sforzo anziché essere generalizzato a tutto il corpo, è relativo a un gruppo muscolare particolare (muscoli delle braccia) si parlerà di resistenza specifica. La resistenza è una capacità migliorabile soprattutto per i giovani. L’allenamento alla resistenza si realizza essenzialmente attraverso lavori fisici di tipo generale (corse, marce, ecc) nonché attraverso numerose altre attività compreso il gioco. Lo sapevi che: il dolore al fianco sinistro che sicuramente hai provato durante la corsa è dovuto alla milza. La milza è un grande serbatoio di globuli rossi che, funzionano come “vagoncini” trasportatori dell’ossigeno. Quando il lavoro dei muscoli richiede maggiori quantità di ossigeno, la milza si “spreme” per fare uscire nuovi vagoncini (globuli rossi) che contiene e inviarli nel circuito sanguigno. Il dolore che sentite e dovuto a questa brusca contrazione di spremitura. Nelle persone meno allenate si farà sentire molto più facilmente. Per far passare il dolore basta interrompere lo sforzo che richiedeva molto ossigeno. L'Indice di Ruffier misura la capacità del sistema car-diocircolatorio di trasportare una maggior quantità di ossigeno quando l'organismo è sottoposto ad uno sforzo Formula: (A+B+C)-200 dove: A= F. C. a riposo 10 B= F. C. dopo sforzo C= F. C. dopo 1 min. VALORE VALUTAZIONE DELL'INDICE OTTIMO da 0 a 5 BUONO da 5 a 10 da 10 a 15 SUFFICIENTE più di 15 INSUFFICIEN. Come puoi vedere dai valori di riferimento nella tabella più basso è il numero che risulta maggiore è l'efficienza del tuo apparato cardiocircolatorio. Compito dell'allenamento è quello di far diminuire progressivamente il valore del tuo indice, cioè abituare il cuore a battere con una frequenza bassa anche quando il tuo organismo è sottoposto ad uno sforzo. I BENEFICI DELL’ATTIVITA’ FISICA Si dice comunemente che il movimento fa bene alla salute. Questa affermazione è assolutamente vera; perché non sia generica è però importante sapere quali sono gli effettivi benefici derivanti dalla regolare attività fisica. Per praticità presenteremo separatamente l’influenza del movimento sui vari apparati. SULLE OSSA 1) Stimola lo sviluppo in lunghezza: favorisce la produzione di nuove cellule, contribuendo così alla crescita delle ossa (la crescita è però legata soprattutto ad altri fattori quali l’ereditarietà, l’alimentazione, l’igiene, ecc…). 2) Favorisce una migliore nutrizione: il movimento, infatti, aumenta la circolazione sanguigna, con un conseguente apporto maggiore di calcio indispensabile alla nutrizione del tessuto osseo. 3) Aumenta la resistenza e la robustezza: le ossa di chi compie un’intensa attività motoria hanno linee e protuberanze molto più marcate rispetto a chi non fa attività in quanto le sollecitazioni esercitate dai muscoli sulle ossa ne stimolano lo sviluppo in spessore e in larghezza. SULLE ARTICOLAZIONI 1) Irrobustisce le capsule articolari: il movimento rende più forti le nostre articolazioni contro distorsioni e lussazioni,agendo sui muscoli interessati e sui legamenti. 2) Conserva la mobilità fisiologica: è necessario, per mantenere mobili le articolazioni, utilizzarle al massimo della loro potenzialità. Se le articolazioni rimangono immobili a lungo (traumi, ingessature, ecc..) il recupero della loro mobilità è a volte lungo e doloroso. SUI MUSCOLI 1) Aumenta la sezione trasversale totale: il muscolo, se fatto lavorare intensamente per vincere resistenze, diventa più grosso (ipertrofia) e quindi aumenta la sua forza. Se viene scarsamente utilizzato o se rimane inattivo diventa più piccolo (ipotrofia). 2) Aumenta la capacità di sostenere sforzi prolungati: quando si sottopone il muscolo a un lavoro di blanda intensità, ma di lunga durata, avviene un aumento ella sua capillarizzazione (cresce, cioè, il numero di canali che portano l’ossigeno) per cui, arrivando più ossigeno alle sue fibre, il muscolo resiste al lavoro più a lungo. 3) Migliora la trasmissione degli stimoli nervosi: la ripetizione degli esercizi rende più rapida e precisa la trasmissione degli stimoli nervosi dal cervello ai muscoli, migliorando così la velocità e la coordinazione dei movimenti. 4) Aumenta la quantità di sostanze energetiche: l’esercizio fisico fa sì che il deposito di sostanze energetiche (glicogeno), necessario per la contrazione muscolare, venga aumentato. SULLA RESPIRAZIONE. 1) Abbassa la frequenza respiratoria: la quantità di aria inspirata in un minuto a riposo è più bassa che in soggetti non allenati. In chi pratica attività sportiva si instaura una migliore economia respiratoria, dovuta a una migliore diffusione dell’ossigeno nei polmoni, una maggiore capacità di trasporto del sangue, una migliore utilizzazione dell’ossigeno nei tessuti. 2) Aumenta la capacità vitale: la persona allenata ha una capacità vitale (quantità di aria che si riesce a soffiare con una espirazione forzata, dopo aver fatto una massima inspirazione) superiore; ciò dipende dalla migliorata mobilità della gabbia toracica e da un sistema muscolare respiratorio divenuto più potente. 3) Riduce i tempi di recupero del ritmo della respirazione a valori normali dopo uno sforzo. 4) Aumenta il tempo di apnea (capacità di sospendere la respirazione volontariamente). SULL’APPARATO CARDIOVASCOLARE. 1) Aumenta il volume e lo spessore delle pareti del cuore. 2) Aumenta la gittata sistolica: aumentando il volume delle cavità interne e la forza muscolare, il cuore può pompare più sangue ad ogni sistole. 3) Riduce il numero delle pulsazioni a riposo (bradicardia) grazie a una maggior economia di lavoro del sistema cardiocircolatorio. 4) Riduce i tempi di recupero permettendo di tornare velocemente alla frequenza cardiaca di riposo.