anatomia vascolare - WS Educational Center

MASSAGGIATORE E OPERATORE DELLA SALUTE
II ANNO
CORSO DI ANATOMIA E FISIOLOGIA
Dott. Gianni De Angelis
Specialista in Chirurgia Vascolare
Dirigente Medico I° Livello
Divisione di Chirurgia Vascolare
Ospedale San Carlo Borromeo (Mi)
ANATOMIA VASCOLARE
La circolazione del sangue
vene
arterie
venule
capillari
arteriole
microcircolazione
IL sistema circolatorio cardiaco é composto da due sistemi circolatori
1. Il sistema circolatorio polmonare. Conduce dalla metà destra del cuore al polmone e
ritorno alla metà sinistra. Nel polmone il sangue viene liberato dal CO2 e ossigenato.
Poiché questo sistema circolatorio interessa relativamente per la tematica delle malattie venose,
non verrà qui rappresentato ulteriormente, vedi fig. Del corpo sulla parte destra.
2. Il sistema circolatorio del corpo.
Il ventricolo sinistro del cuore pompa il sangue ossigenato nelle arterie e periferiche (nel corpo).
Le grandi arterie si scindono poi in piccole arterie e arteriole. Da queste il sangue scorre poi nei
capillari, da lì poi nelle venule fino alle grandi vene. Le grandi vene sfociano poi all’altezza della
pancia in una vena centrale, che porta poi il sangue al cuore destro.
L’insieme di arteriole – capillari – venule – viene indicata come microcircolazione. I capillari sono
piccoli recipienti che non si possono riconoscere ad occhio nudo.
L’insieme delle microcircolazioni serve al ricambio metabolico. L’ossigeno viene rilasciato dal
sangue nei tessuti circostanti e viene raccolto invece il CO2. Tramite il sangue vengono rilasciate
sostanze nutritive e prelevate invece le scorie, condotte poi agli organi filtro (reni, eccetera)
IL sistema circolatorio cardiaco é diviso in destro (circolo polmonare) e sinistro (circolo
sistemico)
Sistema circolatorio polmonare
Conduce il sangue dalla metà destra del cuore al polmone e riporta il sangue nella metà sinistra. Nel
polmone il sangue viene liberato dalla CO2 e ossigenato.
Sistema Circolatorio Sistemico
Il ventricolo sinistro del cuore immette il sangue ossigenato nelle arterie sino a quelle più
periferiche
•
Le grandi arterie si dividono in piccole arterie e arteriole. Da queste il sangue scorre poi nei
capillari, da lì passa nelle venule fino alle grandi vene. Le grandi vene sfociano poi in
addome nella vena cava che porta poi il sangue al cuore destro.
•
L’insieme di arteriole – capillari – venule – viene indicata come microcircolazione. I
capillari sono piccoli recipienti che non si possono riconoscere ad occhio nudo.
•
Il microcircolo interviene nei processi di ricambio metabolico.
Nel microcircolo viene rilasciato l’ossigeno, il glucosio, gli aminoacidi, gli elettroliti e viene
raccolta la CO2. Inoltre vengono raccolte tutte le “scorie” prodotte dal nostro organismo
Struttura Anatomica delle Arterie
Intima
(strato più interno
delle pareti vascolari )
Lume
(sangue)
Media (cellule muscolari)
Avventizia ( strato più esterno)
Le arterie sono costituite da 3 strati. All’esterno il tessuto connettivo, nel mezzo le cellule muscolari
e all‘interno lo strato interno della parete vascolare. La particolarità delle arterie sono i muscoli
potenti. Le arterie devono sopportare grandi pressioni, poiché il cuore pompa sangue ricco di
ossigeno tramite le arterie nel circolo del corpo. La pressione normale di 120 mmHg fino a
patologici 240mmHg vengono sopportati normalmente dalle arterie.
Le arterie hanno però bisogno anche per altri motivi di una muscolatura potente, sono tessuti attivi,
devono cioè essere in grado di allargarsi o restringersi a seconda dell’occorrenza.
Se viene fatto molto lavoro muscolare, ad esempio correndo, c’è più bisogno per la muscolatura di
molto ossigeno e sostanze nutritive. Il cuore pompa più in fretta e con più potenza, le arterie si
allargano (aumentano il diametro per il sangue) e vengono così soddisfatte le richieste ulteriori.
Le arterie sono costituite da 3 strati.
- all’esterno il tessuto connettivo (avventizia)
- nel mezzo le cellule muscolari (tonaca media)
- all’interno lo strato endoteliale della parete vascolare (tonaca intima).
La particolarità delle arterie sono le cellule muscolari abbondanti.
Le arterie devono sopportare grandi pressioni, poiché il cuore immette sangue ricco di ossigeno nel
circolo corporeo.
La pressione sistolica normale è di 120 mmHg (fino a valori patologici di 240mmHg)
Le arterie inoltre sono strutture attive elastiche (conferita dalla struttura muscolare); devono
cioè essere in grado di dilatarsi o restringersi a seconda dell’occorrenza.
Se aumenta il lavoro muscolare, ad esempio correndo, ↑ la richiesta di ossigeno e sostanze
nutritive in periferia. Il cuore ↑ la gittata cardiaca, immette più sangue in circolo nell’unità di
tempo → le arterie si allargano (↑ il diametro) e vengono così soddisfatte le ulteriori richieste.
Struttura Anatomica delle Vene
Lume
(sangue)
Intima
(strato più interno delle
pareti vascolari)
Media (cellule muscolari)
Avventizia (strato del vaso)
Le vene, come le arterie, sono fatte di tre strati. Anche se lo strato esterno é a confronto più forte e
la media ha una struttura più debole.
Un‘altra particolarità contraddistingue le vene. Lo strato più interno ha delle cosiddette valvole che
non ci sono nelle arterie.
Le vene sono tessuti con poca muscolatura. Sono perciò molto delicate e costituiscono i serbatoi di
sangue dei nostri corpi.
A causa della poca muscolatura non sono in grado di mantenere un tono muscolare stabile e
duraturo, questo significa che da una grande pressione venosa, come ad esempio rimanere a lungo
in piedi, si allargano in maniera estrema.
Le vene, come le arterie, sono costituita di tre strati. Lo strato esterno (avventizia) più spesso,
mentre la tonaca media è più esigua. Le vene sono vasi molto delicati e costituiscono i serbatoi di
sangue del nostro corpo.
Inoltre nelle vene sono presenti le valvole che non sono presenti nelle arterie
A causa della scarsa tonaca muscolare non sono in grado di mantenere un “tono” stabile e
duraturo. Questo significa che quando ↑ la pressione venosa, come nella stazione eretta prolungata,
si possono dilatare in maniera estrema.
Il diametro delle vene
Clinostatismo
Marcia
Stazione Eretta
In questa immagine si vede chiaramente, come siano deboli le nostre vene superficiali (come si
allargano)
Da stesi le vene sono poco piene, il sangue scorre normalmente indietro fino al cuore.
Camminando le vene sono più piene e il sangue scorre grazie a diversi meccanismi velocemente al
cuore.
Questi meccanismi non si raggiungono stando in piedi. La potenza del peso tiene in sangue indietro,
scorre quindi molto lentamente verso il cuore. Le vene si allargano molto, sono piene di sangue,
sale la pressione nelle vene.
Le vene delle gambe
Vene profonde
Vene
superficiali
Il sistema venoso é formato da due strati:
Uno é quello delle vene profonde. Sono all‘interno della muscolatura e a noi non visibili.
L‘altro é quello delel vene superficiali. Si trovano soto la pelle e a volte sono molto visibili,
soprattutto se premiamo leggermente la pelle con una mano.
Entrambi i sitsemi venosi sono collegati l‘uno all‘altro con le cosiddette vene perforanti.
Le vene superficiali e profonde hanno un comportamento all‘allargamento differente.
Le vene profonde sono talmente ben inserite nella muscolatura delle gambe che non hanno
nemmeno la possibilità di allargarsi tanto.
Alle vene superficiali manca attorno la forza della muscolatura e a seconda della struttura della
pelle si allargano più o meno.
Anatomia Sistema Venoso
Sistema venoso profondo
All’ interno delle masse muscolari e a noi non visibili.
Sistema venoso superficiale
Sotto lo strato cutaneo, a volte sono molto visibili.
Entrambi i sistemi venosi sono collegati tramite le vene perforanti.
Le vene profonde hanno una ridotta possibilità di ↑ il loro diametro.
Le vene superficiali invece possono dilatarsi → varici
La pressione nelle vene
0 mmHg
22 mmHg
vene
arterie
venule
capillari
arteriole
40 mmHg
90 mmHg
microcircolazione
Perciò é facile che una pressione di oltre 90 mmHg nella zona della caviglia gravi notevolmente
sulla superficie della microcircolazione.
Flussi sanguigni più leggeri potrebbero non sopportare facilmente questa pressione e diventano
permeabili al plasma, questo spinge poi nei tessuti circostanti, crea un edema e la gamba comincia
ad indebolirsi.
Il sangue nelle vene dev’essere spinto verso il cuore contro la forza di gravità
Non succede
quando si sta
in piedi
Difficile
da
seduti
benissimo
quando si cammina
Al contrario delle arterie, nelle quali il sangue scorre pompato dal cuore alla periferia del corpo, le
vene hanno bisogno di un meccanismo che faccia trasportare loro il sangue indietro al cuore.
Osserviamo le gambe e diventa chiaro: il sangue deve scalare una montagna!
Poiché questo meccanismo é contrario alle leggi della fisica, il corpo ha sviluppato diversi
meccanismi per superare la forza di gravità
Il muscolo del polpaccio (WMP)
la valvole venose
la pompa della pianta del piede
la pompa alla caviglia
il respiro ( Pompa di aspirazione)
capacità di aspirazione del cuore
l‘abbinamento arteriovenoso
Queste particolarità funzionali sono responsabili del ritorno venoso del sangue dalle gambe al cuore
Grazie alla sua importanza centrale desideriamo approfondire il muscolo del polpaccio e delle
valvole venose
Ritorno Venoso
Al contrario delle arterie, nelle quali il sangue scorre spinto dalla forza cardiaca, nelle vene diversi
processi facilitano il ritorno venoso. Nel sistema venoso il sangue per tornare al cuore „deve scalare
una montagna“ . Il corpo umano ha sviluppato diversi meccanismi per superare la forza di gravità.
muscoli del polpaccio (WMP)
valvole venose
pompa muscolare della pianta del piede
pompa della caviglia „cuore periferico“
il respiro ( Pompa di aspirazione)
capacità di aspirazione del cuore
l‘abbinamento arteriovenoso
Queste particolarità funzionali sono responsabili del ritorno venoso del sangue dalle gambe al cuore
Le valvole
aperte
chiuse
Le valvole sono unidirezionali
Le valvole venose
Servono solo ed eclusivamente a far andare il sangue in un‘unica direzione, indietro al cuore.
Se il sangue scorre in direzione del cuore si aprono le valvole ed il flusso é libero.
Se il sangue scorre verso i piedi, le valvole si chiudono ed il flusso sanguigno si chiude.
La pompa muscolare (surale)
pelle
Vena profonda
Vena perforante
A riposo
contratto
Patologia Venosa
Circa il 30% della popolazione in Italia soffre di affezioni venose
Il 10% presenta varici marcate
Circa l‘1% manifesta un’ulcera della gamba
Etiopatologia delle vene varicose
Ereditarietà
Mancanza di esercizio fisico
Lavoro in piedi
Sesso
Gravidanza
Età
Posizione seduta
Terapia E/P
→
→
→
→
→
→
→
→
predisposizione
pompa muscolare
pompa muscolare
femminile
ormoni
tono muscolare
pompa muscolare
tono valvolare
L‘insorgere di vene varicose é spesso molto legato all‘ereditarietà. Una predisposizione unita a
scarsa attività fisica, porta spesso ad una malattia più o meno pronunciata.
Le donne ne vengono colpite più degli uomini, poiché hanno un‘altra struttura muscolare e fattori
tipo la gravidanza o la pillola aumentano il rischio.
Vene Varicose
Etiologia:
danno valvolare
Conseguenze:
Ridotta performance della pompa muscolare
Rallentamento del flusso sanguigno di
ritorno
Dilatazione delle vene
Vena dilatata
Edema alla
caviglia
Se le vene sono dilatate patologicamente, le valvole non possono più svolgere il loro lavoro
correttamente.
Il diametro della vena é diventato così largo, che le estremità delle valvole non si toccano più ed il
sangue può scorrere in entrambe le direzioni. Quando il muscolo del polpaccio lavora, spinge il
sangue in entrambe le direzioni e in questa situazione rallenta notevolmente il flusso sanguigno.
Patologia delle vene profonde
Fattori rischio:
riduzione/mancanza della pompa muscolare
gravidanza
immobilità
terapia E/P
obesità
Chirurgia
Età avanzata
BPCO
pat. varicosa
INQUADRAMENTO CLINICO
EDEMA DISTALE - COSA NASCONDE ?
PAT. VENOSA BENIGNA (sindrome varicosa ?)
PAT. TROMBOTICA (TVP FEMORO-POPLITEA? – SINDROME POSTTROMBOTICA ?)
L’EDEMA INTERESSA SOLO LA GAMBA O SI ESTENDE A TUTTO L’ARTO?
COM’E’ L’EDEMA ?
E’ MOLLE/DURO (segno della fovea)
LA GAMBA E’ CALDA ?
CI SONO CORDONI ROSSI SUL DECORSO VENOSO ? (flebiti)
CI SONO ULCERE ?
CI SONO AREE DI IPERPIGMENTAZIONE ?
DOLORE: SEDE/ESTENSIONE/ORIGINE NOTTURNA
Patologia delle vene profonde
• Trombosi venosa profonda
• Sindrome post trombotica
Trombosi venosa profonda
1.
Stasi venosa da immobilizzazione (malattie internistiche gravi, traumi, operazioni)
2.
Rotture dei tessuti (fratture, operazioni, parto, infiammazioni, degenerazione)
3.
Coagulazioni (carcinoma, inibizione dell‘ovulazione, trombocitosi, ipercoagulabilità)
(Trombocitosi : aumento costante del numero di trombociti nel sangue.
(Ipercoagulabilità: aumento della coagulabilità del sangue; porta alla trombosi.)
Il pericolo aumenta naturalmente per le persone che sono immobilizzate, in sedia a rotelle, con il
gesso, che viaggiano in aereo,ecc.
Le conseguenze possono essere :
1.Trombosi venosa profonda, 2.Sindrome post trombotica 3.Insufficienza venosa cronica
(spesso anche del 3° stadio)
La trombosi venosa profonda é un blocco delle vene da sangue coagulato.
Poiché le vene profonde portano circa il 90% del sangue al cuore, questo quadro di malattie è
particolarmente minaccioso per gli interessati. Il rischio di un’embolia polmonare è molto alto.
Trattamenti: compressione, scioglimento con medicinali del trombo, anticoagulanti, eliminazione
chirurgica, movimento,movimento, movimento
Conseguenze: sindrome post trombotica. Le valvole sono rovinate per sempre. Il ritorno venoso
del sangue dalla periferia è molto rallentato, poiché il muscolo del polpaccio non può lavorare in
modo ottimale
Patologia del sistema venoso superficiale
Vena di Giacomini varicosa
Varici fisse / varicosi ramificate
Questo tipo di varici hanno la maggiore importanza emodinamica. Per varici ramificate si intendono
quelle grandi vene malate del sistema venoso delle gambe superficiale.: vena safena magna, vena
safena parva, vena safena circonflessa (Foto), un ramo laterale della safena magna.
Gli stadi della varicosi ramificata completa della vena safena magna ed il suo ramo laterale si
dividono in 4 (secondo il Prof. Hach).
Stadio 1: Insufficienza della Crosse (sbocco della vena safena magna nella vena profonda = regione
inguinale)
Stadio 2: insufficienza delle valvole della vena dall’inguine alla metà superiore del ginocchio
Stadio 3: insufficienza delle valvole della vena dall’inguine fino alla metà inferiore del ginocchio
Stadio 4: insufficienza delle valvole della vena dall’inguine fino all’interno caviglia.
Analogamente la varicosi ramificata completa della vena safena parva si divide in 3 Stadi:
Stadio 1: insufficienza delle valvole di sbocco nella vena safena
Stadio 2: aumento patologico fino alla zona della metà coscia
Stadio 3: insufficienza dell’insieme dei rami delle vene fino alla zona esterna della caviglia
Con la pressione in aumento nei rami delle vene, potrebbero in seguito soffrire anche le vene
perforanti (collegamento con il sistema venoso profondo) e le stesse vene profonde. Si parla quindi
di una “insufficienza venosa delle vene principali”
A causa della pressione patologica nelle grandi vene, potrebbe svilupparsi una IVC( Insufficienza
Venosa Cronica). Questo significa che il paziente non può essere guarito e deve portare per sempre
calze compressive.
Terapia della varicosità ramificata: Chirurgia o Calze compressive di 2° classe (Sigvaris 702-222503-g12)
Terapia dell’insufficienza delle vene principali: Chirurgia delle varici ramificate e calze
compressive di classe 3° (Sigvaris 223-504)
Patologia del sistema venoso superficiale
Varicoflebite (superficiale)
Rottura di una varice
Una varicoflebite superficiale é un‘insufficienza delle parete venosa e porta spesso ad una
trombosi nella zona infiammata.
Una rottura di varice é l‘esplosione improvvisa di una vena malata e si verifica con sanguinamenti
sottocutanei o esterni
Malattie del sistema profondo/superficiale
IVC Stadio1
IVC Stadio 2
IVC Stadio 3
Corona phlebetatica,
Vene cutanee dilatate, edema
Modifiche della pelle,
pigmentazione, indurimento
Atrofia bianca, Eczema
Ulcera della gamba
Ulcera fresca o cicatrizzata
La IVC = Insufficienza venosa cronica
Una IVC riconduce ad una pressione aumentata nelle vene principali o secondarie.
La causa può essere ricercata anche in una sindrome posttrombotica (SPT).
IVC Stadio 1
In aggiunta: attittudine all‘edema o edema già trattato in precedenza, modifiche della pelle
Terapia : trattamento ambulatoriale dell‘edema con bende compressive - terapia di mantenimento
con calze compressive di Cl. 2° (Sigvaris 702-222 o 503) - Mobilizzazione: il paziente deve
camminare, la calza compressiva deve essere indossata per sempre – in via preventiva.
IVC Stadio 2
In aggiunta : Edemi molli o già induriti
Terapia: trattamento dell‘edema in ambulatorio. - Terapia di mantenimento con calze compressive
di classe 2 (SIGVARIS® 702, 222, G12 o 503). - Mobilizzazione: il paziente deve camminare, la
calza compressiva deve essere indossata per sempre
IVC Stadio 3
Terapia : Chiudere le parti aperte in ambulatorio + Mobilizzazione - Terapia di mantenimento
con calze compressive di classe 3 (SIGVARIS® 223 oder 504). In alcuni casi é sufficiente la classe
2 - La calza compressiva viene portata per sempre
Movimento, movimento, movimento
Terapia compressiva
Ripristino chirurgico
Farmaci (anti-coagulanti, flebotonici, etc)
CIRCOLO VENOSO ARTO SUPERIORE
Superficiale: nasce dalle vene della mano → v. cefalica (laterale), v. basilica (mediale).
Anastomosi: v. mediana del gomito. La v. basilica si getta nella vena brachiale (v. profonda)
Profondo: v. radiale e v. ulnare (avambraccio) → v. brachiale (braccio) → v. ascellare
CUORE UMANO NELLA CAVITA’ MEDIASTINICA
SISTEMA LINFATICO
Il sistema linfatico è composto da vasi e capillari linfatici
La linfa si raccoglie in organi quali
Linfonodi
Milza
Timo
da ammassi di tessuto linfatico diffusi
Funzioni del sistema linfatico
Produce e distribuisce i linfociti, cellule di fondamentale importanza per i meccanismi di difesa
dell’organismo da agenti estranei (immunità); contribuisce alla regolazione del volume plasmatico e
della composizione dei fluidi interstiziali.
Il sistema linfatico origina con i capillari linfatici presenti nell’interstizio tissutale con estremità
a fondo cieco. Essi drenano l’eccesso di liquidi che ristagna nell’interstizio per riportarlo al sistema
sanguigno attraverso il sistema venoso.
Inoltre diverse sostanze penetrano nei capillari linfatici, variabili in relazione all’organo da cui ha
inizio la rete capillare linfatica. La linfa è il risultato di quanto penetra nei vasi linfatici, oltre ad
elementi corpuscolati i linfociti.
I capillari linfatici confluiscono formando vasi di calibro maggiore fino a svuotarsi in due dotti
principali: il dotto toracico, piuttosto lungo, e il dotto linfatico destro, molto breve. Entrambi si
connettono con i vasi venosi, scaricandone il contenuto.
I capillari e vasi linfatici morfologicamente somigliano a capillari e vasi del sistema venoso, ma i
linfatici :
• hanno una parete più sottile
• presentano un maggior numero di valvole
• presentano dei linfonodi nel loro percorso
• hanno una maggiore permeabilità
• sono presenti in tutti i tessuti tranne il nervoso, l’osso e la cartilagine.
La parete dei capillari linfatici è formata da cellule endoteliali e mancano di una vera lamina basale,
la loro estrema sottigliezza consente il passaggio di varie molecole oltre che di linfociti.
I vasi linfatici presentano una parete più spessa, in cui si distinguono:
Tonaca intima, formata da endotelio;
Tonaca media muscolare
Tonaca avventizia, fibro- elastica/fibro-muscolare.
I vasi presentano delle valvole che impediscono un reflusso della linfa, e nel loro percorso sono
intercalati i linfonodi. I dotti linfatici presentano una certa variabilità strutturale, ma sono piuttosto
simili nella loro composizione ai vasi linfatici, anche se non sono nettamente distinguibili le
tonache.
La linfa fluisce nei vasi grazie alla motilità muscolare, ai movimenti respiratori e ai dispositivi
valvolari che ne impediscono il reflusso.
Organi linfatici centrali
Midollo osseo
Timo
Periferici
Linfonodi
Milza
Il sistema degli organi linfatici è un complesso di strutture anatomiche in cui i linfociti si
moltiplicano, si differenziano e da cui migrano per andare ad esplicare le funzioni difensive
specifiche
IL TIMO
Il timo è un organo lifoepiteliale formato da 2 lobi, posto nella cavità toracica nella parte alta del
mediastino, alla base del collo. E’ un organo transitorio, molto sviluppato nel bambino, ma
regredisce dopo la pubertà andando incontro ad atrofia. Pertanto la sua morfologia varia con l’età.
E’ un organo linfatico centrale, nel quale compaiono i primi linfociti che qui proliferano e sono poi
distribuiti agli altri organi linfopoietici.
Ciascun lobo del timo è avvolto da una capsula fibrosa che si addentra separandone con dei setti
connettivali i lobuli in cui si riconosce una parte esterna, corteccia e una parte interna, midollare;
in entrambe le aree, ma soprattutto nella corticale, vengono prodotti i linfociti T.
Il timo è un organo riccamente vascolarizzato.
LINFONODI
I linfonodi sono piccoli organi ovalari di dimensioni variabili situati lungo il percorso dei vasi
linfatici, per lo più disposti in gruppi.
I linfonodi sono rivestiti da una capsula fibrosa che penetra formando le trabecole . Il parenchima
del linfonodo presente caratteristiche diverse dalla periferia dove forma la corteccia alla zona
centrale dove forma la midollare.
Nella corteccia sono presenti i follicoli o noduli linfatici, provvisti di mun centro germinativo,
principale sede di formazione dei linfociti B. Le zone paracorticali sono invece sede di produzione
di linfociti T. Nella zona midollare si organizzano cordoni e seni midollari dove si ha
prevalentemente la trasformazione in plasmacellule che sintetizzano le immunoglobuline.
Il parenchima è formato anche da una complessa rete di fibre reticolari e fibroblasti.
Il linfonodo svolge due importanti funzioni:
Produzione di linfociti B e T
Filtrazione della linfa
I linfonodi non sono solo centri di produzione dei linfociti, ma il luogo dove essi vengono a contatto
con eventuali antigeni che ne stimolano la immunocompetenza. Una complessa rete vascolare e
linfatica serve l’organo.
MILZA
La milza è posta nella cavità addominale, nell’ipocondrio sinistro, dietro lo stomaco.
E’ di forma ovale, appiattita, e in corrispondenza della faccia mediale, concava si osserva l’ilo, dove
passano vasi e nervi. E’ rivestita da una capsula che si addentra formando delle trabecole.
Il parenchima della milza presenta aree distinguibili in: polpa bianca, costituita da aggregati
linfoidi distribuiti nella polpa rossa, che rappresenta la maggior parte del parenchima, molto
Vascolarizzata.Una fitta rete di fibre reticolari è presente nel parenchima.
MILZA
Le due zone del parenchima splenico, sono in rapporto alle due principali funzioni che svolge la
milza quale
organo linfopoietico perché nella polpa bianca vengono prodotti linfociti B e T,
organo emocateretico perché la polpa rossa grazie alla presenza di macrofagi costituisce un luogo
di distruzione di cellule del sangue: gli eritrociti.
La milza rappresenta anche un importante serbatoio di sangue per la presenza di una complessa rete
di vasi e seni vascolari.
LE ULCERE VASCOLARI DEGLI ARTI INFERIORI
IMPATTO SOCIO-ECONOMICO
IN ITALIA LA SPESA PER IL TRATTAMENTO DELLE ULCERE DEGLI ARTI INFERIORI
E’ STATA STIMATA IN 125.000.000 €/ANNO
RAPPRESENTA 1,2% DI TUTTE LE CAUSE DI PERDITA DI GIORNI LAVORATIVI
TRA LE CINQUANTA MOTIVAZIONI PIU’ COMUNEMENTE ADDOTTE PER L’ASSENZA
TEMPORANEA DA LAVORO (ASSIEME ALL’I.V.C.) SI COLLOCA AL 14° POSTO
AL 32° POSTO COME CAUSA DI DISABILITA’ PERMENENTE
QUALITA’ DI VITA
NEI PAZIENTI CON ULCERE VASCOLARI CRONICHE ALLE GAMBE, L’81% CREDE CHE
LA PROPRIA MOBILITA’ SIA INFLUENZATA NEGATIVAMENTE
ARTERIOSA
VENOSA
MISTA
ALTRA
LE ULCERE VASCOLARI DEGLI ARTI INFERIORI SU BASE VENOSA
SEMEIOLOGIA
SEDE
sopramalleolare interna – “disposizione a ghetta”
(se post-traumatica anche in sede atipica)
FORMA
rotondeggiante/ovalare
GRANDEZZA
estremamente variabile
NUMERO
di solito uniche, raramente multiple e confluenti
BORDI
irregolari e frastagliati, callosi
FONDO
nero (tessuti necrotici) giallo (fibrina) cianotico (granulazione)
CUTE
Iperpigmentata, sclerotica, lipodermatosclerosi
CIRCOSTANTE
LE ULCERE VASCOLARI DEGLI ARTI INFERIORI AD ORIGINE MISTA
IN PERCENTUALE NON TRASCURABILE (13%-22%) L’ULCERA
VENOSA PUO’ ESSERE ASSOCIATA AD ARTERIOPATIA
OBLITERANTE CRONICA PERIFERICA
SEMEIOLOGIA
Pazienti più anziani
Maggiore dolore
Più facilmente infettabile
Fondo pallido
Tendenza all’estensione in profondità
LE ULCERE VASCOLARI DEGLI ARTI INFERIORI
ESAME OBIETTIVO
• DESCRIZIONE, POSIZIONE, FONDO e MARGINI
• ESAME BATTERIOLOGICO, SE PRESENTI SEGNI DI INFEZIONE
• PERIODICA MISURAZIONE DELL’ULCERA
• MISURAZIONE CON DOPPLER C.W. DELL’INDICE PRESSORIO
CAVIGLIA/ BRACCIO (indice di WINSOR)
• I.W. < 0,8 ARTERIOPATIA
• BIOPSIA SE ULCERA ATIPICA E NON TENDENTE ALLA GUARIGIONE
SPESSO E’ INDICATO AVVALERSI DI CONSULENZE SPECIALISTICHE
DIABETOLOGICA
DERMATOLOGICA
REUMATOLOGICA
IMMUNOLOGICA
CHIRURGICA VASCOLARE
ONCOLOGICA
LE ULCERE VASCOLARI DEGLI ARTI INFERIORI
CONSERVATIVA
TERAPIA
ELASTOCOMPRESSIONE
BENDAGGIO IDEALE
Pressione a riposo alla caviglia di 30
mmHg
Uniforme distribuzione dalla base
delle dita alla tibia
Pressione efficace uniforme in tutti i
punti della gamba
Pressione efficace stabile per tutta la
durata del bendaggio
Non operatore dipendente
Effetto assorbente complementare alla
medicazione
Non irritante né allergizzante sulla pelle
Ben tollerato
Non deve intralciare la vita di relazione
Riutilizzabile