BOLLETTINO MAIS N. 1 DEL Le condizioni meteorologiche di fine inverno sono state particolarmente calde e favorevoli all’avvio delle operazioni di semina che quest’anno, per i mais di prima semina, sono avvenute con significativo anticipo e con condizioni del suolo ottimali. L’emergenza e le prime fasi di sviluppo sono avvenuti in maniera regolare. Successivamente la coltura ha in parte sofferto il periodo asciutto che ha caratterizzato il mese di aprile anche se non sono state osservate situazioni particolarmente critiche. Danni maggiori sono stati invece causati dalle gelate che hanno colpito alcune zone della Lombardia nel corso della terza settimana di aprile (dal 19 al 21 aprile). La gravità è stata determinata sia dalle temperature minime raggiunte, sia dalla durata del fenomeno, particolarmente evidente in alcune località dove la temperatura è rimasta al di sotto del valore di -1°C per 6 ore consecutive con valori minimi inferiori ai -2,5°C. Nelle aree maggiormente interessate da questo fenomeno, in alcuni appezzamenti più colpiti, è stato necessario riseminare. Il periodo particolarmente piovoso e le basse temperature che stanno caratterizzando questa parte della stagione non hanno favorito una ripresa rapida della coltura, il cui sviluppo prosegue piuttosto lentamente. Nottue Il rischio di danno da parte delle nottue (Agrotis ipsilon e Agrotis segetum) è legato ogni anno all’arrivo nei nostri ambienti di adulti svernanti nelle aree meridionali sfruttando i venti che soffiano da Sud verso Nord. Le trappole posizionate in campo la prima metà del mese di marzo hanno rilevato il primo volo durante la terza settimana di marzo. La prima parte del volo è stata piuttosto regolare mentre le condizioni meteorologiche dell’ultimo mese hanno determinato catture discontinue e conseguentemente una scalarità delle ovideposizioni. Attualmente, nelle aree più calde, in campo sono presenti larve grandi (V età) e prossime all’impupamento. Nelle zone più a nord invece è stata riscontrata la presenza di larve giovani (II e III età) quindi ancora in grado di causare danni alla coltura. Fino al terzo stadio, infatti, le larve di questi insetti determinano danni irrilevanti sulle foglie mentre, a partire dalla IV età, l’attività trofica si concentra sulla zona del colletto causando la morte della pianta. Si ricorda che la pianta di mais è suscettibile all’attacco del fitofago fino alla stadio V7/V8 (7/8 foglie vere, con collare visibile). Per valutare il rischio di danno e la necessità o meno di intervenire, occorre verificare in campo la presenza dei sintomi, l’età media delle larve, e lo stadio del mais. Da studi condotti in Veneto la soglia economica è rappresentata indicativamente dal 5% di piante attaccate. La soglia di abbassa nel caso in cui il mais abbia meno di 5 foglie svolte e le larve siano di piccole dimensioni (1-2cm), mentre si alza se il mais ha più di 5 foglie svolte o le larve abbiano dimensioni maggiori. Nel caso le larve abbiano raggiunto i 3-4cm non è generalmente il caso di intervenire, visto l’approssimarsi della fine del ciclo e quindi del rischio di danno. Si raccomanda di riferirsi ai consulenti dei servizi tecnici sul territorio per la corretta identificazione dell’avversità e dello stadio delle larve. Diabrotica Il ciclo dell’insetto è stato rallentato dall’abbassamento termico verificatosi nelle ultime settimane. In tutta la regione è stata raggiunta la soglia termica dei 178 gradi che indica il raggiungimento del 10% della schiusa delle uova e nelle aree orientali è stata riscontrata la presenza delle larve di prima età. Attualmente è ancora presto per osservare attacchi alle radici e le larve sono ancora di piccola dimensione e non visibili ad occhio nudo. Il numero di larve in campo dovrebbe aumentare nelle prossime settimane così come gli eventuali danni alle radici, che potranno essere valutati solo quando la maggior parte delle larve avrà raggiunto la terza ed ultima età di sviluppo e cesserà poi di alimentarsi. Non si esclude che, in situazioni di piogge elevate e compattazione del terreno, la sopravvivenza delle larve neonate possa ridursi significativamente. Figura 1: Sommatorie termiche, calcolate secondo il modello di Davis, raggiunte in data 10 maggio 2017 nelle diverse località. La soglia di 178 gradi indica il raggiungimento del 10% di uova schiuse e la conseguente fuoriuscita delle prime larve di Diabrotica mentre la soglia di 247 indica il 50% di uova schiuse. Dati ARPA, elaborazioni Condifesa Lombardia Nord-Est.