O RT O P E D I A A cura di Andrea Mocci * La traumatologia del ginocchio Come la chirurgia mini invasiva ha cambiato il trattamento della patologia del ginocchio egli ultimi anni le cronache dei giornali sportivi sono state invase dai resoconti di recuperi prodigiosi del campione di turno od al contrario di drammatici fallimenti di trattamenti chirurgici. Tutto ciò dà senza dubbio l’idea di quanto la traumatologia sportiva del ginocchio sia stata sugli scudi –o nella polvere – negli ultimi tempi, ma comunque nel bene o nel male sulla bocca di tutti. La diffusione delle informazioni sulla patologia del ginocchio è stata estremamente ampia, spesso creando anche disinformazione a causa del sovrapporsi di notizie ed informazioni "scientifiche" a fonti di informazione più basate sulla pubblicità che sulla scientificità dei dati. E’ utile quindi puntualizzare quanto oggi vi sia di acquisito, quanto sia in itinere e cosa infine ci riserva il futuro, argomento per argomento. Menisco La chirurgia del menisco, o meglio delle sue lesioni, è stata stravolta negli ultimi venti anni dall’avvento dell’artroscopia. Oggi il trattamento delle lesioni meniscali è esclusivamente artroscopico (fig.1) e grazie a questa tecnica si eseguono soprattutto delle resezioni meniscali assolutamente selettive asportando solo ciò che, disgraziatamente, si è lesionato della cartilagine meniscale. Negli ultimi anni si è data molta importanza al ruolo del menisco come distributore del carico sulle superfici articolari. Si cerca, quindi, di essere il più parsimoniosi possibile nell’asportare il menisco in caso di una sua lesione per evitare di incorrere nei danni secondari ad una troppo estesa asportazione. Ciò che va, comunque ancora oggi chiarito, è che anche le lesione da invecchiamento –degenerative – dei menischi se portano ad un'interruzione della continuità, vanno trattate per evitare che l’insulto infiammatorio persista all’interno dell’articolazione, usurandola. Fig.1 - Lesione meniscale Si è compreso infatti pugliasalute che ciò che crea l’usura non è soltanto l'alterata distribuzione meccanica dei carichi, ma soprattutto, la persistenza di fenomeni infiammatori che si manifestano con sintomi –delle volte - anche abbastanza modesti, rappresentati solo da una modesta tumefazione articolare che il paziente spesso sottovaluta. L'eliminazione della sinovite su base meccanica è quindi comunque, un obiettivo fondamentale per evitare quei fenomeni di usura articolare subdola ma costante che producono alla lunga l’artrosi. Un altro trend attuale di terapia è invece rappresentato dalla possibilità di suturare le strutture meniscali lesionate. Per cui oggi si tende alla chirurgia riparativa delle lesioni meniscali. La possibilità grazie a particolari tecniche artroscopiche di cucire –suturare-(fig.2) le lesioni del menisco evitando così la sua asportazione ha rappresentato un'evoluzione delle nostre possibilità chirurgiche. Tale evenienza –non sempre possibile – è da preferire nei pazienti giovani in cui la maggiore lunghezza del periodo rieducativo dopo la chirurgia viene giustificata dalla "protezione " della integrità delle superfici articolari. Il futuro è rappresentato dai trapianti meniscali. Questa chirurgia ancora sperimentale trova oggi indicazioni estreme per la sua complessità organizzativa ed anche per uno sfavorevole rapporto costo-umano/beneficio. Lesioni legamentose Se venti anni fa "rompersi" un legamento crociato era la fine del ginocchio, oggi non è più così. Oggi tale lesione può essere trattata con gesti chirurgici molto selettivi e minime cicatrici grazie all'evoluzione tecnologica degli strumentari che hanno permesso di essere sempre meno invasivi ma nel contempo sempre più precisi. Anche in questo caso la chirurgia artroscopica ha rappresentato una svolta poiché ha permesso di ridurre al minimo le cicatrici, aumentare la precisione chirurgica e quindi ovviamente accelerare notevolmente il recupero. La frequenza delle lesioni Fig. 2 - Sutura meniscale legamentose è aumentata per la - trentaquattro - maggio 2004 migliorata capacità diagnostica –conoscere il problema è la base per poterlo affrontare –attraverso le indagini radiologiche "pesanti " come la risonanza magnetica nucleare. Inoltre vi è stato un oggettivo aumento della presenza dei campi sintetici - i mitici campi di calcetto - associata ad una crescente richiesta della popolazione di attività fisica. Il sostituto del legamento lesionato è ancora oggi rappresentato da un trapianto tendineo (rotuleo e/o semitendinoso) che artroscopicamente viene introdotto nella articolazione (fig.3). La ricerca ha permesso di migliorare i sistemi di ancoraggio del trapianto che oggi sono quasi esclusivamente riassorbibili e non più metallici e che garantiscono sicurezza e tranquillità nelle fasi della rieducazione post chirurgica. Infatti i tempi di recupero odierni sono scesi a quattro/cinque mesi per il ritorno in campo rispetto all’anno di qualche tempo fa. Nel futuro si intravedono non tanto miglioramenti tecnici quanto l’introduzione di fattori biologici che garantiscano un ottimale controllo del processo di guarigione o cicatrizzazione del sostituto legamentoso. Lesioni cartilaginee In questo campo molto si è detto – forse troppo – per cui si sono ingenerate aspettative spesso immotivate. Le lesioni condrali del ginocchio sono spesso causa di dolore, scatti e scrosci articolari e quindi di sconfort funzionale e possono verificarsi in varie tipologie di paziente (giovane spesso di origine traumatica – maturo per ragioni più frequentemente degenerativa). Le possibilità di trattamento negli ultimi anni hanno subìto un'importante accelerazione. Il trattamento dovrà riconoscere la sede, l’estensione della lesione e soprattutto il tipo di paziente in cui si verifica. Esistono varie opzioni di trattamento: • conservativo con farmaci che stimolano la cicatrizzazione delle lesioni: • chirurgico con interventi artroscopici che regolarizzano o sostituiscono lesioni cartilaginee con "carote " di tessuto buono prelevato dallo stesso paziente ed infine con i trapianti di condrociti (fig.4) in cui si impiantano nella zona di lesione un'area di tessuto moltiplicato in laboratorio a partire da cellule prelevate dallo stesso paziente. Ciò che va chiarito è che questa chirurgia tratta lesioni ISOLATE od al massimo associate, ma non può trattare in alcun modo ginocchia artrosiche in cui il processo degenerativo è esteso a tutta l’articolazione. Anche in questo caso nel futuro si intravede la possibilità di utilizzare fattori biologici che aumentino le capacità riparative dei tessuti condrali. Organizzazione di sala pugliasalute Fig. 3 - Legamento crociato ricostruito Fig. 4 - Trapianto condrociti Problematiche rotulee In questo capitolo entrano una serie di problemi che vanno dall’instabilità fino all’usura. Il dolore rotuleo è ancora oggi oggetto di molte dissertazioni cliniche e chirurgiche in quanto è di molteplici origini. Vi è un dolore da instabilità in cui il paziente (spesso donna) accusa episodi di lussazione o sublussazione ovvero una rotula molto più mobile della norma. Dopo un periodo di tentativo di compenso muscolare se il problema non cessa si risolve correggendo gli assi meccanici che sono spesso alterati.Ciò attraverso interventi chirurgici sia a cielo aperto (trasposizioni rotulee) che artroscopici (plicatura dei legamenti ). Vi è un problema di eccesso di pressione della rotula che dà dolore spesso in correlazione a difetti della postura (atteggiamenti di posizione del corpo) o rigidità delle strutture legamentose che può trovare soluzione nella correzione degli atteggiamenti scorretti o in seconda battuta attraverso l'esecuzione di interventi di detenzione dei legamenti (lateral release). Ovviamente questi problemi trascurati portano al verificarsi di usura cartilaginea e quindi ricadono nel precedente capitolo a riguardo dei loro trattamenti. Conclusioni La chirurgia ortopedica nel campo della traumatologia del ginocchio è cambiata negli ultimi anni, dal momento che "offre" al suo paziente, grazie alle tecniche artroscopiche,una serie di gesti chirurgici efficaci ma meno invasivi che migliorano la qualità e la velocità del recupero ad una vita normale e possibilmente sportiva. Il bisogno di moto, inteso come movimento, è infatti molto aumentato negli ultimi anni come risposta ad una vita sempre più sedentaria associata però ad un culto dell’essere giovani ed attivi a tutti i costi. Cosicché i tempi di diagnosi, terapia e guarigione si sono notevolmente contratti per il miglioramento dei mezzi a nostra disposizione. Vi è stato, anche grazie al miglioramento dell’organizzazione del lavoro, una riduzione delle degenze in ambito ospedaliero per molti dei trattamenti soprattutto se eseguiti artroscopicamente. Tutto ciò ha concorso nel dare un’ampia diffusione ai quadri di patologia articolare rendendo estremamente ampio il livello di conoscenza e scambio di informazioni a tale riguardo. Ciò ha "banalizzato", mi si scusi il termine, tutto ciò che gira intorno alle lesioni articolari del ginocchio. Non bisogna mai, infatti, perdere di vista il fatto che si tratti di trattamenti medico-chirugici sottoposti a criteri di scientificità assoluti. * Dirigente Medico Clinica Ortopedica - Osp. Consorz. Policlinico (Ba) - trentacinque - maggio 2004 Punti di vista / Il Fisiatra A cura di Vincenzo Rollo* Una riabilitazione costante e il ginocchio potrà ritornare efficiente ell’ambito delle molteplici patologie traumatiche del ginocchio si considerano di particolare interesse riabilitativo soprattutto le lesioni del legamento crociato anteriore e le patologie femoro-rotulee. In particolare tali patologie spesso sono generate da trauma violento e da durata, rappresentando il 15% di tutte le lesioni sportive. Lesione legamento crociato anteriore Il legamento crociato anteriore è fondamentale per la stabilità del ginocchio così come la muscolatura del quadricipite e dei flessori. Non sempre la lesione di tale legamento necessita la soluzione chirurgica. Infatti la riparazione dello stesso si pone specie quando il quadro clinico è fortemente condizionante per la qualità oltre che per lo stile di vita del paziente; altrimenti, sia le statistiche che l’esperienza personale, sconsigliano di sottoporre soggetti poco motivati a lunghi ed estenuanti trattamenti riabilitativi. In particolare per le lesioni legamentose del LCA (non sottoposte a soluzione chirurgica), dopo un adeguato periodo di riposo, per ridurre edema e dolore, si può programmare un trattamento come segue: • recupero escursione articolare con esercizi in catena cinetica chiusa(quindi evitare di flettere/estendere il ginocchio “penzoloni”, senza appoggio per la caviglia) • elettrostimolazioni muscoli flessori/estensori con correnti di Kotz (solo in associazione a intenso lavoro volontario almeno isometrico, cioè contrazione muscolare senza movimento dell’articolazione) • EMG-BFB muscoli coscia (tecnica che utilizza il bio-feedback quale supporto per autostimolazione) • Rinforzo selettivo del quadricipite e soprattutto dei flessori • Mobilizzazione passiva rotula (per evitare rigidità) • Stretching muscoli coscia e polpaccio • Ginnastica propriocettiva (vale a dire esercitare l’equilibrio) • Idrokinesiterapia, nuoto (per il minimo impatto della forza di gravità in acqua) • Isocinetica (apparecchiatura di avanzata tecnologia per test e potenziamento della forza muscolare) • Riprogrammazione sportiva • Ripresa attività sportiva Sindromi femoro-rotulee Queste sono patologie che nascono generalmente da uno squilibrio tra la componente muscolare (quadricipite), ed in particolare del vasto mediale, e la rotula che non viene più mantenuta in asse e urta contro i bordi del femore in una zona chiamata troclea, determinando in tal modo usura della cartilagine e conseguentemente dolore e limitazione funzionale Il paziente tipicamente lamenterà difficoltà e dolore nel mantenere flesso a lungo il ginocchio, patirà particolarmente le scale, accovacciarsi, inginocchiarsi e andare in bici, nonché stare a lungo seduti (tipico il segno “del cinema” detto così per la necessità del soggetto di allungare le gambe per ridurre il dolore. Il trattamento riabilitativo suggerito può essere sintetizzato come segue: • Riposo funzionale (specie da attività sportive) • Igiene posturale (attenzione ai gesti quotidiani, no flessioni, scale, bici cyclette) • Sedazione del dolore con terapia fisica e FANS • Rinforzo elettivo del VMO (Vasto Mediale Obliquo) del quadricipite al range articolare max 0-30° • Elettrostimolazioni VMO con correnti di Kotz • Stretching del quadricipite e mm flessori • Mobilizzazione passiva rotula • Taping rotuleo (bendaggi elastici particolari) • Ortesi per pronazione piede (plantari) Conclusioni Diverse sono le patologie traumatiche del ginocchio e molte di queste prima di essere sottoposte ad intervento chirurgico si giovano di un adeguato periodo di riabilitazione secondo precisi protocolli che nascono da valutazione medica specialistica (fisiatrica) che servirà anche a coordinare meglio i tempi e l’approccio alla chirurgia oltre che ad evitarla ove sussistano le condizioni. La tecnologia (isocinetica) e i moderni approcci riabilitativi (multidisciplinari) consentono altresì di rispondere adeguatamente anche alle esigenze di rapidità e sicurezza che i pazienti sportivi cercano. Ovviamente l’intervento chirurgico di ricostruzione con tendine rotuleo (il più diffuso) pone indicazioni riabilitative più dettagliate e selettive e un periodo di trattamento decisamente maggiore. pugliasalute - trentasei - *Fisiatra Responsabile Medicina Riabilitativa e Servizio di Isocinetica Poliambulatorio “Villa Bianca” - Lecce maggio 2004 Punti di vista / Il medico sportivo ANTHEA HOSPITAL A cura di Prisco Petti * E' il ginocchio l'articolazione più "stressata" Gruppo Villa Maria Direttore Sanitario: Dott. Francesco Casulli Autorizzata dalla Regione Puglia con Det. Dir. n.202 del 09/01/1996 L’epidemiologia della traumatologia da sport evidenzia come il ginocchio sia con la caviglia tra le articolazioni più colpite ed in assoluto quella che richiede un più frequente trattamento chirurgico. Il motivo si spiega analizzando le caratteristiche biomeccaniche di questa articolazione, che pur definita un “capolavoro d’ingegneria” la vede soccombere a fronte della contemporanea esigenza di stabilità e motilità e delle sempre più marcate sollecitazioni cui le attuali ed esasperate tecniche sportive la sottopongono. 70124 Bari • Via Camillo Rosalba, 35-37 • tel. 080/5644111 • fax 080/5644678/5042487 e-mail: [email protected] • www.gruppovillamaria.it Casa Bianca Casa di cura Direttore Sanitario: dott.ssa Grazia Maria Spinelli (Aut. Reg. n° 670 del 09/11/95) Via Vittorio Emanuele II, 2 - 70020 Cassano delle Murge (BA) tel. 080.346.72.11 - fax 080.76.33.30 e-mail: [email protected] Villa Bianca Il continuo lavoro in semiflessione del ginocchio, richiesto in quasi tutti gli sport, infatti costringe i muscoli dell’arto inferiore a notevoli contrazioni esponendo gli stessi a distrazioni muscolari e tendinopatie ed i legamenti, soprattutto il crociato anteriore, a lesioni acute il cui trattamento richiede un lungo tempo per la ripresa dell’attività sportiva. Degna di riflessione è l’ipotesi che l’incremento attuale di tali patologie rispetto a quanto riscontrato nel passato non sia soltanto dovuto alle esasperate condizioni agonistiche e di allenamento, ma che sia dovuto ad una ridotta stimolazione propriocettiva ricevuta nell’infanzia, quasi come uno scotto da pagare a fronte delle migliorate condizioni di vita attuali, dove il tempo dedicato all’informatizzazione ha progressivamente sostituito quello delle attività motorie e ludiche “di cortile”, lasciando ai ragazzi come unica attività motoria quella del “mouse”. Per cui l’invito che rivolgiamo a tutti gli sportivi e non, è quello sì di combattere l’ipocinesia, ma soprattutto di farlo preferendo le attività motorie propriocettive. * Specialista in Medicina dello Sport ed in Riabilitazione Docente Scienze Motorie - Università di Foggia Consigliere Nazionale della Federazione Medico Sportiva Italiana pugliasalute - trentasette - Ortopedia e Riabilitazione Casa di Cura Dir. San. Dr Pietro Galluccio Spec. in Ortopedia e Traumatologia Via Leuca, 133 Tel. 0832/233311 Fax 217644 Poliambulatorio Dir. San. Dr Roberto Vaglio Spec. in Med. Legale e delle Ass.ni Via S. Cesario km 2,750 Tel e Fax 0832/228492 73100 - Lecce E-mail: [email protected] maggio 2004