Igiene e prevenzione per gli operatori dei centri per migranti

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IGIENE E PREVENZIONE PER GLI OPERATORI
DEI CENTRI PER MIGRANTI
FER - Fondo Europeo Rifugiati 2011 - Azione 4
Progetto Praesidium VII
Coordinatore nazionale
Progetto Praesidium,
responsabile sanitario:
Alessandra Diodati
[email protected]
Coordinatore attività di
supporto psicologico
Praesidium VII:
Gessica De Cesare
Facilitatore del progetto
Marta Parisi
Per info e contatti:
Croce Rossa Italiana
Progetto Praesidium
Via B. Ramazzini, 31
00187 Roma
Croce Rossa Italiana
Comitato Centrale
Via Toscana, 12
00187 Roma
www.cri.it
INTRODUZIONE
La prevenzione costituisce uno degli strumenti più efficaci per ridurre il rischio di trasmissione di gran parte
delle malattie infettive, attraverso la promozione di stili di vita sani. Essa risulta quindi fondamentale in
luoghi come i Centri per migranti, i quali sono spesso sovraffollati, per cui il contatto ravvicinato e continuo
tra le persone che vi risiedono potrebbe rendere più facile la trasmissione di malattie. Inoltre, lasciato il
centro, spesso è difficile mantenere contatti con ospiti bisognosi di monitoraggio, che vanno a costituire una
popolazione difficile da raggiungere e da trattare, a rischio di mancato accesso alle cure.
L’informazione e la formazione del personale operante in questi contesti può essere determinante per
riconoscere situazioni potenzialmente pericolose e per adottare le necessarie contromisure che
permettano la tutela personale e la tutela della sanità pubblica. Più specificamente, operatori sanitari e non
sanitari, ricoprono un ruolo fondamentale non solo nella cura delle malattie, ma anche nel vigilare affinché
buone norme proteggano la comunità e gli operatori stessi.
Progetto Praesidium VII
CONCETTI GENERALI1
A partire dal 1978, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dà il via ad una prospettiva di sanità pubblica che
richiama l’attenzione sull’importanza della prevenzione nell’ambito delle politiche internazionali ed
all’interno dei sistemi sanitari nazionali.
Sanità pubblica:
Medicina di sanità pubblica:
Azione della comunità rivolta ad evitare le malattie ed ogni altra forma di minaccia
alla salute ad al benessere degli individui e della popolazione
Scienza e arte di prevenire le malattie, di prolungare la vita e di promuovere la salute
attraverso gli sforzi organizzati della società
Salute:
è diritto fondamentale di ogni essere umano il possesso del miglior stato di salute
che ciascuno è capace di raggiungere, intendendosi per salute non solo l'assenza di
malattia, ma un completo stato di benessere fisico, mentale e sociale
Igiene:
Disciplina che ha per fine di promuovere e conservare la salute sia individuale che
collettiva
Informazione sanitaria
Educazione sanitaria
Promozione della salute
Intervento teso a fornire conoscenze relative ai temi riguardanti la salute
Insieme di interventi coordinati per aiutare l'individuo o il gruppo a conoscere, ad
accettare e ad acquisire dei modi di agire che siano utili a mantenere e a migliorare
la salute propria e degli altri
Processo che conferisce alle persone la capacità di aumentare e migliorare il
controllo sulla propria salute
La Prevenzione: mira al mantenimento ed al miglioramento dello stato di salute della popolazione; le attività
di prevenzione sono messe in atto prima dell’instaurarsi dello stato di malattia.
Prevenzione attiva
Prevenzione di comunità
Insieme degli interventi di prevenzione offerto in maniera attiva alla popolazione o ai
soggetti a rischio da parte dei diversi attori del Sistema Sanitario Nazionale
Insieme degli interventi diretti ad intere popolazioni, che rientrano generalmente
nell'ambito nell'ambito della prevenzione primaria e che non coinvolgono
necessariamente personale sanitario
Prevenzione Primaria
Insieme di interventi volti ad impedire lo sviluppo delle malattie. Essa agisce sulla
rimozione dei fattori di rischio, che favoriscono l'insorgere di determinate malattie,
prima dell'instaurarsi di un qualsiasi stato di malattia
Prevenzione Secondaria
Intervento volto all'identificazione precoce di malattie cronico-degenerative o di
fattori di rischio, affinchè si impedisca l'instaurarsi di uno stato di malattia in soggetti
già esposti a fattori di rischio. Si conclude con l'intervento terapeutico per bloccarne
o limitarne il percorso
Prevenzione Terziaria
Intervento volto alla riduzione delle complicanze di una malattia che però è già
manifesta
Progetto Praesidium VII
Pulizia
Nell’ambito della prevenzione primaria da adottare nei confronti delle malattie infettive, occorre considerare
anche le seguenti pratiche:
PULIZIA
DISINFEZIONE
procedimenti ed operazioni atti a rimuovere polveri, materiale non desiderato,
sporcizia da superfici, oggetti, ambienti confinati ed aree di pertinenza
procedimenti ed operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante la
distruzione o l'inattivazione di microrganismi patogeni
DISINFESTAZIONE
procedimenti ed operazioni atti a distruggere specie vegetali non desiderate e piccoli
animali, sia perché parassiti, veicoli di agenti patogeni, sia perché molesti
DERATTIZZAZIONE
procedimenti ed operazioni di disinfestazione atti a determinare la distruzione
completa o la riduzione della popolazione dei ratti o dei topi
SANIFICAZIONE
STERILIZZAZIONE
procedimenti ed operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante
l'attività di pulizia, o disinfezione, o disinfestazione, ovvero mediante il controllo ed il
miglioramento delle condizioni del microclima per quanto riguarda la temperatura,
l'umidità, la ventilazione, l'illuminazione ed il rumore
eliminazione da un substrato di ogni forma vivente, patogena e non patogena; si
ottiene attraverso l'utilizzo di agenti fisici e chimici
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Principali fattori di rischio per la salute del migrante: Sono le condizioni che determinano un decadimento
delle condizioni di salute e riducono le difese immunitarie, oppure rendono difficile cure adeguate
Alimentazione insufficiente e/o sbilanciata
Discriminazione nell'accesso e/o utilizzo dei servizi socio-sanitari
Inadeguatezza alloggiativa: sovraffollamento, carenze igieniche, mancanza di acqua
salubre, mancanza di acqua e luce, umidità permanente, insufficiente altezza dei
locali rispetto alle misure standard
Diversità climatiche
Disoccupazione o precarietà occupazione, scarsa tutela sul lavoro
Sradicamento culturale, diversità di costumi e valori
Difficoltà comunicative e di inserimento sociale
Lontananza dagli affetti, mancanza di supporto psico-affettivo
Principali interventi di Prevenzione primaria
Vaccinazioni 1
Isolamento a seguito di diagnosi di caso contagioso
Bonifica ambientale
Corretta gestione e smaltimento dei rifiuti
Controllo sugli alimenti e sull'acqua potabile
Legislazione e normativa in materia di igiene edilizia
Riduzione del sovraffollamento
Educazione alimentare
Campagne di informazione ed educazione sanitaria contro stili di vita insalubri
1
Si ricorda che le vaccinazioni dei minori sono obbligatorie e che sono necessarie alla tutela della salute dei minori stessi
e delle comunità che frequentano (in particolare, la scuola)
Progetto Praesidium VII
PREVENZIONE GENERALE DELLE MALATTIE
Le malattie si dividono in due distinte categorie:
-
malattie non infettive, che sono spesso la risultante di fattori di rischio che si combinano tra loro,
correlati a caratteristiche genetiche proprie dell’individuo, a stili di vita inappropriati ed a fattori
ambientali; esse hanno un decorso cronico, spesso di lunga durata;
-
malattie infettive, che si verificano quando un germe penetra nell’organismo umano e si riproduce a
spese della salute. In seguito all’esposizione all’agente patogeno vi è un periodo di incubazione, in cui
il soggetto non accusa sintomi, poi una fase prodromica, caratterizzata dalla comparsa di sintomi
aspecifici, in cui il soggetto può anche eliminare il microrganismo; infine, se ciò non avviene, vi è la
fase conclamata della malattia, caratterizzata dai sintomi tipici delle varie patologie;
Una citazione specifica è necessaria per l’infestazione, la quale si verifica quando i sintomi della malattia sono
legati alla presenza dell’ospite-parassita attraverso prurito, o conseguenti lesioni cutanee. Si trasmette con il
passaggio del parassita per contatto cute/cute, o tramite abiti e lenzuola. Tipici esempi sono la scabbia e la
pediculosi.
I principali organismi di difesa dell’organismo contro le malattie infettive sono:
-
cute e rivestimenti degli organi interni (mucose);
-
sistema immunitario (cellule e linfociti che producono anticorpi).
Modalità di trasmissione delle malattie infettive.
Le malattie infettive possono essere trasmesse da un individuo all’altro: i germi patogeni iniziano a
diffondersi a partire da soggetti infetti, che li liberano attraverso diverse vie di eliminazione, e raggiungono
altri soggetti attraverso due modalità di trasmissione:
Trasmissione diretta
Trasmissione indiretta
i germi passano direttamente dalla fonte di infezione al soggetto sensibile
i germi emessi dalla fonte di infezione sostano nell'ambiente, più o meno a lungo, e
raggiungono il soggetto sensibile indirettamente, trasportati da altri veicoli
Raggiunto l’individuo sensibile, i germi patogeni possono penetrare all’interno dell’organismo attraverso
specifiche vie d’ingresso, diverse da malattia a malattia e da germe a germe. Le modalità di trasmissione,
quindi, dipendono dalle vie di ingresso dei microrganismi patogeni e dalla loro resistenza nell’ambiente
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esterno. Quelle più frequentemente utilizzate dai patogeni sono l’apparato respiratorio, l’apparato
digerente, le vie genito-urinarie e le congiuntive oculari. La cute rappresenta una buona barriera difensiva,
che può essere superata solo se sono presenti ferite o escoriazioni, o a causa di punture di insetti e morsi di
animali.
Le malattie sono classificabili a seconda delle modalità di trasmissione:
-
malattie trasmissibili attraverso l’aria (via aerea);
-
malattie trasmissibili attraverso il sangue o il contatto con liquidi biologici (via parenterale o
sessuale);
-
malattie trasmissibili attraverso il contatto interumano diretto con portatori di infezioni o malati e
attraverso alimenti, bevande o oggetti contaminati (via oro-fecale).
Trasmissione
Vie di ingresso
placenta
Esempi di patologie
Influenza, Meningite, Polmonite,Tubercolosi
polmonare
Epatiti, HIV
Epatite A, Tifo, Poliomelite, Colera
Peste, Rabbia, Tubercolosi bovina..
HIV, Epatite B, TORCH
Trasmissione aerea
Trasmissione parenterale e sessuale
Trasmissione oro-fecale
Zoonosi: da animale ad essere umano
Via verticale: madre-feto
Trasmissione per contatto diretto con
esseri umani o animali
respiro, tosse, starnuti
sangue, liquidi biologici
feci, intestino
cute
Prurito, lesioni cutanee per grattamento
MISURE PER IL CONTRASTO ALLA DIFFUSIONE DELLE MALATTIE: IL CASO DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA
Il sovraffollamento, la mancanza di spazi, la conseguente carenza o inadeguatezza igienica dei servizi, può
avere effetti dirompenti sulle condizioni generali di salute degli ospiti, ai quali non vengono garantite le più
elementari norme igieniche e sanitarie, dato che gli stessi sono costretti a vivere in uno spazio che non
corrisponde a quello minimo vitale, con una riduzione della mobilità che è causa di patologie specifiche.
Il sovraffollamento può assumere dimensioni tali da creare problemi di ordine pubblico: in situazioni di
emergenza che recentemente si sono verificate, il rapporto numerico tra migranti e doperatori, inclusi
educatori ed assistenti sociali, ha spesso frustrato ogni possibile serio tentativo di intraprendere e seguire,
per la maggior parte dei migranti, percorsi socio-sanitari individualizzati ed adeguati.
Alcune malattie infettive altamente contagiose richiedono l’applicazione di misure di riduzione del rischio di
trasmissione ad altri individui potenzialmente suscettibili. Due sono particolarmente utili nei contesti relativi
ai migranti:
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1. Sistema di notifica obbligatoria delle malattie infettive: il medico che fa diagnosi di una determinata
malattia infettiva, la deve obbligatoriamente notificare alle autorità sanitarie competenti;
2. Isolamento: separazione per il periodo di contagiosità di persone infette in luoghi o condizioni, al fine
di ridurre o limitare il rischio di contagio.Tale modalità è applicabile sia nelle strutture sanitarie che
nei Centri.
RACCOMANDAZIONI E BUONE PRATICHE IGIENICHE
Spesso chi lavora nelle comunità a contatto con le persone, anche apparentemente sane, sono soggette a
contrarre malattie ma diventano anche veicoli di diffusione delle malattie all’interno dell’ambiente di lavoro
e all’esterno tra le persone che frequentano fuori dell’orariodi lavoro.Esistono cinque gruppi di buone
pratiche igieniche, con le quali gli operatori che lavorano in ambienti comunitari e a contatto con le persone,
possono ridurre la possibilità di contrarre malattie durante il lavoro e di diffonderle.
Norme di igiene personale
Lavaggio delle mani dopo ogni contatto con materiale potenzialmente sporco, o
dopo aver starnutito, tossito, usato servizi igienici.
Utensili e oggetti di uso
personale
E' consigliato l'utilizzo di oggetti monouso, o effettuare cambi e lavaggi con
frequenza almeno settimanale
Ambienti
Tenere gli ambienti più sgombri possibile, disporre i letti ad una distanza di almeno
70 cm l'un l'altro e lontano da correnti d'aria o fonti di calore intenso, assicurarsi
della perfetta chiusura di porte e finestre.
Dispositivi di Protezione
Individuale (DPI)
Essi sono attrezzature che l'operatore indossa per proteggersi dai rischi per la salute
e la sicurezza durante il lavoro. Ci si riferisce a guanti, mascherine e camici, che
hanno una funzione di tutela sia nei confronti degli operatori, che degli utenti
Vaccinazioni consigliate per gli
operatori sanitari
In condizioni di particolare emergenza si aggiungono specifiche vaccinazioni a quelle
già previste di norma
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Un buon esempio su come applicare queste norme sono le raccomandazioni di comportamento diffuse
dall’OMS e dalla IFRC durante l’epidemia di influenza H1N1
Come riconoscere l’influenza
La nuova influenza A/H1N1 è un infezione virale acuta dell’apparato respiratorio con sintomi
fondamentalmente simili a quelli classici dell’influenza: febbre ad esordio rapido, tosse, mal di gola,
malessere generale; la diagnosi è basata sul solo criterio clinico: un’affezione respiratoria acuta ad esordio
brusco ed improvviso con la compresenza di una triade di sintomi ovvero:
- febbre ≥ a 38°C
- un sintomo respiratorio tra i seguenti: tosse, mal di gola, congestione nasale e naso che cola
- un sintomo sistemico tra i seguenti: cefalea, malessere generalizzato, sensazione di febbre (sudorazione,
brividi), astenia
La via di trasmissione più diffusa del virus dell'influenza AH1N1 è quella diretta da uomo a uomo per via
aerea, attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, e per via indiretta, attraverso il contatto con
mani contaminate dalle secrezioni respiratorie.
Il periodo di contagiosità va da -1 a + 7 giorni dall’inizio della sintomatologia negli adulti, ed è un po’ più
lungo nei bambini (ai fini pratici si considera il limite di 10 giorni dall’inizio dei sintomi).
Cosa dovete fare se siete affetti da influenza
1. rimanere a casa. Se le condizioni cliniche non migliorano nel periodo previsto (in genere tre giorni)
avvisare il proprio Medico di Famiglia.
2. soggiornate per il periodo della malattia in una sola stanza;
3. identificate se possibile un solo familiare che abbia contatto con voi;
4. evitare contatti non strettamente necessari con familiari e amici e ancor più con i bambini e
donne in stato di gravidanza;
5. coprire bocca e naso con fazzoletto di carta in caso di tosse o starnuti;
6. eliminare i fazzoletti di carta monouso in sacchetti chiusi, normalmente come rifiuto urbano.
Raccomandazioni ai familiari e/o conviventi:
1. arieggiare gli ambienti più volte al giorno;
2. lavarsi accuratamente le mani con acqua calda e sapone dopo ogni contatto con il malato, i suoi
effetti personali e quelli presente nell’ambiente;
3. evitare il contatto diretto con le diverse secrezioni ed escrezioni del malato: se questo dovesse verificarsi
lavate immediatamente le mani o le altre parti del corpo, cambiare gli indumenti e lavarli come di
consueto;
4. evitare di toccarsi con le mani gli occhi, il naso e la bocca;
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5. indossare guanti monouso per la pulizia di materiali usati dal malato, o contaminati da secrezioni
del malato e lavarsi sempre le mani dopo la rimozione dei guanti. Non riutilizzare i guanti una volta
tolti e smaltirli in sacchetti chiusi normalmente come rifiuto urbano;
6. non utilizzare direttamente salviette, asciugamani, posateria, bicchieri, indumenti, lenzuola, coperte,
federe usate dal malato; possono invece essere riutilizzati da chiunque dopo il consueto lavaggio a caldo
con sapone o con gli usuali detersivi/detergenti domestici;
7. la pulizia di superfici, oggetti e quant’altro venuti a contatto con il malato o con le sue secrezioni
può essere fatta con gli usuali prodotti detergenti/disinfettanti di uso domestico utilizzando
materiale di carta che va poi eliminato come rifiuto urbano, in sacchetti chiusi;
8. i rifiuti contaminati dalle secrezioni/escrezioni del paziente (fazzoletti e salviette di carta, etc) vanno
introdotti e chiusi in un sacchetto di plastica ed eliminati con i rifiuti; lavarsi le mani dopo questa
operazione.
Progetto Praesidium VII
LAVARSI LE MANI E’ UNO DEI MEZZI PIU’ EFFICACI PER RIDURRE IL CONTAGIO TRA LE PERSONE
Lava le mani regolarmente,
•
Lavale se starnutisci o tossisci, se ti soffi il naso o aiuti una persona che tossisce o starnutisce.
•
Lava le mani con acqua e sapone e asciugale accuratamente.
•
Usa preparati a base alcolica se non puoi lavarti le mani con l’acqua e sapone.
OCCORRE FARLO SPESSO, E FARLO BENE !!!
BAGNA LE MANI CON L’ACQUA e APPLICA IL SAPONE oppure SPRUZZA IL PRODOTTO DISINFETTANTE
Poi inizia STROFINA PALMO CONTRO PALMO POI IL DORSO E TRA LE DITA
LAVA LE PUNTE DELLE DITA E POI PASSA AI POLLICI E ANCORA UNA VOLTA SUL PALMO CON LE DITA
RISCIACQUA CON ACQUA ASCIUGA LE MANI CON UNA SALVIETTA DI CARTA MONOUSO USA LA SALVIETTA
PER CHIUDERE L’ACQUA E POI GETTALA
…ADESSO LE TUE MANI SONO PULITE
RIPETI GLI STESSI GESTI ANCHE QUANDO PULISCI LE MANI CON UN PRODOTTO DISINFETTANTE SENZA ACQUA 2
Durata del lavaggio: 40-60 secondi
2
Fonte OMS.
Progetto Praesidium VII
SFATIAMO UN MITO….LA SCABBIA:PREVENZIONE E TRATTAMENTO
La scabbia è solitamente una parassitosi di modesta contagiosità e di scarsa gravità.
Il serbatoio d’infezione è l’uomo. Il contagio avviene quasi sempre per contatto interumano ed è tipico il
contagio tra persone che condividono lo stesso letto o gli stessi indumenti. La probabilità che si sviluppino
casi secondari, conseguenti a contatti occasionali, è molto bassa. Eventuali epidemie causate da soggetti
malati presuppongono un contatto prolungato e si hanno, in genere, solo tra soggetti conviventi o contatti
sessuali (epidemie intrafamiliari).
La scabbia oggi viene annoverata tra le infezioni sessualmente trasmissibili, poiché la trasmissione
interumana necessita di contatti intimi e prolungati, come può avvenire nei rapporti sessuali.
Le persone immunocompromesse (es. HIV+, anziani, ecc.) sono invece a maggior rischio di contagio e nelle
comunità in cui sono ospiti possono verificarsi più facilmente epidemie di scabbia.
In caso di primo contagio, il periodo di incubazione è di circa tre settimane, mentre è molto più breve, 1-3
giorni, in caso di reinfestazione.
Quadro clinico
La sintomatologia della scabbia è rappresentata dal prurito intenso e prevalentemente notturno che non
lascia dormire il paziente.
L’eruzione cutanea è costituita da lesioni patognomoniche (cunicoli scabbiosi e vescicole perlacee) e altre
lesioni, più spesso da trattamento (papule, noduli, escoriazioni e croste).
La malattia non comporta rischi per la vita, ma il prurito intenso, ingravescente e persistente e le infezioni
secondarie possono essere invalidanti.
Diagnosi
La diagnosi si basa sulla storia di contatto con persone che lamentano prurito e sul quadro clinico. Le
caratteristiche del prurito, soprattutto notturno, sono tipiche delle malattie. L’esame microscopico diretto
delle squame prelevate dalla cute può evidenziare la presenza dell’acaro o delle uova.
Gli esiti del trattamento e la valutazione della sua efficacia sono possibili dopo circa 28-30 giorni.
Come trattare il paziente affetto da scabbia?
La terapia della scabbia è, salvo qualche eccezione, topica: il prodotto anti-scabbia va applicato su tutta la
superficie cutanea, dal collo ai piedi (esclusi il capo - a meno che non sia direttamente colpito
dall’infestazione e l’intera zona circostante l’ano e i genitali). Il tempo di contatto deve essere di 24 ore,
senza lavarsi, ciò vale anche per le mani, che, se vengono lavate prima di questo tempo, devono essere
ritrattate.
L’applicazione deve essere accurata, specie sulla pelle tra le dita e intorno alle unghie.
Progetto Praesidium VII
Non sempre un ciclo di trattamento è sufficiente ad eliminare in modo completo l’infestazione: a volte a
distanza di una settimana può essere indispensabile effettuare un secondo ciclo, su indicazione dello
specialista.
Tuttavia, dopo 48 ore si può solitamente già notare una diminuzione del prurito. Il persistere del prurito,
anche per una o 2 settimane dopo il ciclo di trattamento anti-scabbia, non è tuttavia da considerarsi
necessariamente un fallimento della terapia, potendo essere legato a fenomeni di sensibilizzazione e/o
all’azione irritante del farmaco usato per eliminare il parassita.
Le possibili papule post-infestazione valutate dallo specialista dermatologo possono essere trattate con
pomate; nei casi di infezione batterica delle lesioni da grattamento, è indicato l’uso di un antibiotico (di solito
per bocca).
Può essere utile la somministrazione serale di un farmaco per bocca, per ridurre il prurito. Abitualmente i
prodotti anti-scabbia sono applicati dopo un bagno caldo; tuttavia questo non è necessario, anzi, esistono
evidenze che un bagno caldo possa aumentare l’assorbimento del farmaco, riducendone la concentrazione
nella sede d’azione, cioè sulla cute.
Che precauzioni sono consigliabili?
Per quanto riguarda le misure igieniche e di profilassi, la persona affetta da scabbia deve essere trattata con
apposita terapia, evitando contatti intimi con altre persone per almeno 24 ore dall’inizio del trattamento e
mantenendo la vita comunitaria, senza necessità di un isolamento completo.
Al termine del trattamento è necessario cambiare gli abiti, inclusa la biancheria intima, le lenzuola ed il
materasso, se l’infestazione si è verificata mentre il migrante si trovava nel Centro.
E’ consigliabile, inoltre, lavare gli indumenti in acqua molto calda ed esporre il materasso al sole per almeno
48 ore.
Per l’ambiente in generale non sono necessari interventi di disinfestazione, ma è indispensabile un’accurata
pulizia dei locali con i comuni detergenti.
Il giorno successivo al trattamento è necessario fare un bagno di pulizia e cambiare biancheria personale e
lenzuola.
FER - Fondo Europeo Rifugiati 2011 - Azione 4
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