prideandprejudice - Ministero dell`Economia e delle Finanze

#prideandprejudice
Quello che non si dice sull’Italia
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#prideandprejudice
L'Italia viene spesso descritta, soprattutto
nella comunità internazionale, sulla base
di alcuni indicatori negativi: il debito
pubblico, la bassa competitività, il deficit
nominale di bilancio (che in passato ha
determinato l'apertura di una procedura
di infrazione da parte della Commissione
europea).
Tuttavia, accanto a questi dati ci sono
grandezze economiche utili a
appresentare l'Italia per ciò che è: uno
dei paesi principali del mondo sviluppato,
il secondo paese per produzione
manifatturiera in Europa, la terza
economia dell'Eurozona.
Un paese che negli ultimi venti anni
ha saputo tenere i propri conti sotto
controllo collocandosi tra i più virtuosi
in Europa e nel mondo.
Raccogliamo qui alcuni dati economici
dell'Italia di cui non si parla mai, o non
abbastanza, per combattere pregiudizi
tanto diffusi quanto privi di basi oggettive
e rappresentare adeguatamente un Paese
che ha contribuito a fondare l'Unione
Europea.
1/7 avanzo primario
#prideandprejudice
L'avanzo primario nei conti pubblici
italiani è tra i più alti del mondo e il più
stabile negli ultimi 23 anni tra gli Stati
Membri dell'Unione Europea.
Nel 2014 l'avanzo primario in percentuale
del Prodotto interno lordo è tra i più alti
dei Paesi UE più virtuosi.
L’avanzo primario di bilancio è la differenza tra le entrate
e le uscite della contabilità pubblica nazionale, al netto
delle spese per gli interessi sul debito.
Fonte: Ameco - Commissione Europea
L'avanzo primario del bilancio pubblico italiano è uno dei
AVANZO PRIMARIO più
alti al mondo ed il più stabile tra quelli dei Paesi
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Membri UE negli ultimi 23 anni.
AVANZO PRIMARIO DEI 5 MAGGIORI PAESI EUROPEI: 1995-2016
(% PIL)
italia
6,2
6,0
4,0
3,2
2,4
germania
2,2
1,8
1,6
2,0
avanzo
8,0
spagna
-2,0
-1,5
francia
-4,0
-6,0
regno unito
-5,9
-8,0
-9,3
ANNO
15
AVANZO PRIMARIO, ANNO 2014 (% pil)
16
-0,5
2,1
1,8
1,6
0,4
0,1
0,0
GERMANIA
LUSSEMBURGO
ITALIA
GRECIA
IRLANDA
BELGIO
-1,0
-1,4
-1,8
-2,3
-2,5
-3,0
-5,5
SVEZIA
STATI UNITI
FRANCIA
PORTOGALLO
SPAGNA
REGNO UNITO
GIAPPONE
-0,2
UNIONE EUROPEA
Fonte: Ameco - Commissione Europea
2/7 Incremento della spesa pubblica
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Il senso di responsabilità nella gestione
oculata del bilancio pubblico, già
evidente nel saldo primario, è
confermato dall'andamento della spesa
pubblica.
La spesa pubblica dell'Italia è rimasta
pressoché costante negli anni della crisi,
mentre altri paesi hanno fatto registrare
incrementi consistenti, anche a due cifre.
Fonte: Ameco, ESA 2010
Incremento della spesa pubblica in alcuni paesi
Incremento della dell’Unione
monetaria europea nel periodo 2009-2014
spesa pubblicA (esclusa la spesa per interessi)
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Incremento della spesa pubblica 2009-2014
5,5
Giappone
5,7
Stati Uniti
30,2
Norvegia
5,7
Regno Unito
17,1
Svezia
21
Finlandia
13,4
Austria
4,2
Paesi Bassi
Lussemburgo
27,3
1,4
*Italia
12
Francia
12,1
Germania
18,6
Belgio
9
Unione Europea
%
0
5
10
15
20
25
30
35
*Riclassificando il bonus 80€ per i lavoratori dipendenti come uno sgravio del cuneo fiscale anziché come spesa sociale (il dato secondo le statistiche ufficiali è 2,2).
Fonte: Ameco, ESA 2010
3/7 DEFICIT/pil
#prideandprejudice
L'Italia ha registrato un rapporto deficit/PIL
al di sotto del 3% nel 2013, così come nel
2012.
Nel confronto con l'Eurozona, è evidente
che l'Italia è ancora uno dei pochi Paesi
che rispetta questa regola.
Pertanto la Commissione Europea ha
sancito la chiusura della procedura
d'infrazione per deficit eccessivo aperta
in passato.
È poi interessante osservare che tra i Paesi
estranei all'euro, sono molti quelli che
presentano un rapporto deficit/PIL
superiore a tale soglia. Tra questi il
Regno Unito, il Giappone, gli Stati Uniti.
Anche nel 2014 le finanze pubbliche
italiane hanno rispettato tale requisito,
previsto dai Trattati europei per i paesi
che hanno aderito all'Unione Monetaria
e quindi adottato l'euro come valuta e
nel 2015 il deficit è sceso al 2,6% del PIL.
Fonte: Ameco - Commissione Europea
DEFICIT/pil
Il rapporto deficit/PIL nel 2015 è ancora in discesa rispetto agli
anni precedenti.
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GIAPPONE
SPAGNA
GRECIA
REGNO UNITO
STATI UNITI
FRANCIA
DANIMARCA
PORTOGALLO
Slovenia
BELGIO
ITALIA
UNIONE EUROPEA
IRLANDA
PAESI BASSI
eurozona
Austria
SVEZIA
Romania
LUSSEMBURGO
%
GERMANIA
DEFICIT/PIL ANNO 2015
+1
0
-1
-2
-3
-4
-5
-6
-7
Fonte: Ameco - Commissione Europea
4/7 debito pubblico
Molti paesi hanno reagito alla crisi che si
è manifestata a partire dal 2008 con
l'espansione del bilancio pubblico.
Tra il 2008 e il 2014 l'ampliamento del
deficit si è tradotto nella crescita del
debito.
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Grazie alla crescita e al piano di cessioni
di proprietà dello Stato già in corso di
attuazione, dal 2016 il rapporto
debito/PIL comincerà a declinare.
E' evidente che la dinamica del debito
italiano è stata molto più contenuta di
altri Paesi.
Nonostante la crescita modesta che ha
caratterizzato gli anni della crisi, l'Italia
infatti registra un aumento ben al di sotto
sia della media dei Paesi dell'Unione
Europea, sia dei Paesi dell'Eurozona.
Fonte: Ameco - Commissione Europea
debito
pubblico
Dall'inizio della crisi economica il debito pubblico italiano è cresciuto
meno rispetto a molti altri paesi dell'Unione Europea e agli Stati Uniti.
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debito pubblico
SI
BAS
ESI
22,94%
P
GIA
23%
IA
AN
GER
M
9%
15,1
8%
4%
15,3
E
PON
25,
28,4
81,63%
21,82%
PA
GIO
BEL
PORTOG
ALLO
SVEZIA
% PIL
ITALIA
29,32%
VARIAZIONE
PERCENTUALE
70,48%
35,13%
DANIM
ARCA
O
REGNO UNIT
37,
86%
2%
Eur
ozo
63,3
40,4
2%
FRA
44,43%
CIA
GRE
45,33%
NCI
73%
59,
EUROPE
UNIONE
SEM
BUR
GO
A
A
legenda
Aumento del debito
pubblico
NITI
STATI U
LUS
na
Fonte: Ameco - Commissione Europea
5/7 andamento debito pubblico
#prideandprejudice
Dopo otto anni di crescita ininterrotta
il rapporto tra debito pubblico e PIL
si è sostanzialmente stabilizzato nel 2015
e diminuirà a partire dal 2016.
A partire dal 2019 scenderà al di sotto
della soglia del 120 per cento.
L'inversione di rotta della dinamica del
debito pubblico, centrale nella strategia del
Governo, si deve alla gestione responsabile
del bilancio statale, con il saldo primario
positivo, e alla crescita del PIL.
Fonte: MEF/Banca d’Italia
andamento
debito pubblico
Dopo otto anni di crescita ininterrotta, il rapporto tra debito pubblico e
PIL scenderà nel 2016, ed è previsto in continuo calo negli anni
successivi: si porterà al di sotto del 120 per cento a partire dal 2019.
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Stime
140
132,6
135
127,9
130
123,1
125
119,8
120
% PIL
112,5
115
110
105
102,5
100
95
ANNO
15
16
17
18
19
Fonte: MEF/Banca d’Italia
6/7 rischio di sostenibilita’
L'analisi della Commissione europea sulla
1
sostenibilità delle economie dei Paesi
aderenti all’Unione Monetaria stima che
nel breve, nel medio e nel lungo periodo
il rischio dell’Italia è al di sotto della
media dell’area euro2 nonché dei 27
Paesi aderenti all'Unione Europea.
Secondo l'analisi della Commissione
il debito pubblico italiano è tra i più
sostenibili nel lungo periodo in Europa.
L'indice S2 (lungo periodo) è pari a -2,1
a fronte di una media UE di 1,7 e di una
media dell'area euro di 0,83.
#prideandprejudice
1. Per rischio di sostenibilità viene inteso il divario tra la
posizione strutturale di bilancio ed una posizione di
bilancio sostenibile.
2. L'analisi illustrata nel grafico riguarda 17 Paesi
essendo precedente all'ingresso della Lettonia e della
Lituania.
3. Per leggere correttamente gli indici è bene ricordare
che maggiore è il valore, maggiore è l'aggiustamento
fiscale necessario a ridurre il rischio di sostenibilità.
Un valore negativo dell'indice S2, come nel caso
italiano, indica la sostenibilità delle finanze pubbliche
negli scenari dati anche senza aggiustamenti ulteriori.
Anche gli indicatori di sostenibilità di breve e medio
periodo danno l’Italia tra i paesi con le finanze
pubbliche più sostenibili.
Fonte: The 2015 Stability and Convergence Programmes – Commissione Europea
L'analisi della Commissione europea sui programmi di stabilità e
Analisi di sostenibilita’ convergenza
delle economie dei Paesi aderenti all'Unione Monetaria
nei Paesi Membri
riconosce all'Italia un rischio, nel breve, nel medio e nel lungo
dell’Unione Monetaria periodo, sempre al di sotto della media dei Paesi dell'area euro
nonché di quella dei Paesi aderenti all'Unione Europea.
Europea
#prideandprejudice
CLASSIFICA DI RISCHIO
NELL’ANALISI 2015
Rischio di sostenibilita’ a lungo termine
nell’ipotesi di politiche invariate
svezia
2,3
danimarca
1,4
germania
1,5
5,0
paesi bassi
regno unito
1,3
3,3
4,2
lettonia
1,4
polonia
belgio
lituania
2,7
4,3
3,2
repubblica ceca
3,5
irlanda
slovacchia
2,5
legenda
3,2
ungheria
lussemburgo
3,9
1,1
classificazione del rischio
5
SO
ME
DIO
AL
TO
O
lo
va
BA
S
ga
tiv
ne
re
BA
SS
francia
0,0
o
2,3
2,8
UNIONE EUROPEA
RISCHIO BASSO (1.7)
6,5
grecia
portogallo
cirpo
0,4
spagna
-0,3
italia
-2,1
EUROZONA
RISCHIO BASSO (0.8)
croazia
-0,1
4,6
Fonte: The 2015 Stability and Convergence Programmes – Commissione Europea
7/7 aiuti di stato alle banche
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Nel periodo della crisi economica (20072014) i sistemi bancari e finanziari
nazionali di 17 paesi dell'area euro hanno
ricevuto aiuti dai Governi nazionali con
importi molto differenti.
In un anno, l'ammontare complessivo degli
aiuti nell'Unione Europea, calcolato da
Eurostat, è passato da circa 681 miliardi a
656. Di questi, gli aiuti concessi nell’area
euro sono calati da 511,7 miliardi a 492,4.
Durante gli anni della crisi, le banche
italiane hanno ottenuto sostegni dal
Governo per circa 4 miliardi di euro, a
fronte dei quasi 262 miliardi di euro
percepiti da quelle tedesche e dei 207
miliardi da quelle britanniche.
In particolare, l’Italia oggi registra
un’esposizione ridotta da circa 4 miliardi
a 1,1.
Fonte: Eurostat
AIUTI di Stato
ALLE BANCHE
Durante la crisi economica (2007-2014) i Governi nazionali dell'area
euro hanno fornito aiuti ai sistemi bancari e finanziari in misura
molto diversa. L'Italia, che ha dato aiuti per circa 4 miliardi di euro, è
oggi esposta per circa 1 miliardo di euro, a fronte dei quasi 239 del
governo tedesco e dei 162 del governo britannico.
#prideandprejudice
IMPATTO DEGLI INTERVENTI PUBBLICI SUI SISTEMI BANCARI E FINANZIARI 2014
(milioni di euro)
238.984
mln
162.528
mln
52.473
mln
41.849
mln
39.809
mln
36.290
mln
28.024
mln
19.058
mln
18.533
mln
6.782
mln
2.720
mln
1.100
mln
mln
ITA
LIA
RCA
IMA
DAN
FRA
ia
Slo
ven
GIO
BEL
NCIA
O
ALL
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SPA
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UNIT
NO
REG
GER
M
ANI
A
O
1.071
Fonte: Eurostat
#prideandprejudice
L’Italia ha dimostrato di eccellere in molti
campi, dalle rinomate “tre A”
(alimentazione, abbigliamento, arredo)
alla produzione meccanica ma anche
nell’ingegneria civile e nella ricerca
scientifica. Ha registrato momenti di
sviluppo economico impetuoso, durante
i quali la ricchezza prodotta è stata
ampiamente redistribuita, con il risultato
di migliorare la qualità di vita di milioni
di cittadini.
Ma ha anche sprecato molte occasioni
per migliorare la propria competitività
e per modernizzare la pubblica
amministrazione. La manifestazione più
evidente di queste occasioni sprecate è
l’elevato livello di debito pubblico.
La comunità nazionale ha fatto fronte a
questo imponente fardello con pesanti
sacrifici, di cui si trova evidenza nella lunga
serie di bilanci pubblici primari chiusi in
attivo. Il Governo italiano è impegnato
a modernizzare e rinnovare il Paese per
premiare questi sforzi comuni attraverso
un ambizioso programma di riforme che
procede speditamente e con
determinazione. Per smontare con i fatti
antichi e diffusi pregiudizi su una nazione
che vuole poter parlare di sé con meritato
orgoglio.
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2.7 - Marzo 2016