Close this window to return to IVIS www.ivis.org International Congress of the Italian Association of Companion Animal Veterinarians May 19 – 21 2006 Rimini, Italy Next Congress : 62nd SCIVAC International Congress & 25th Anniversary of the SCIVAC Foundation May 29-31, 2009 - Rimini, Italy Reprinted in IVIS with the permission of the Congress Organizers 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 203 This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee La valutazione della funzione cardiaca attraverso i test neurormonali: uso corrente e future applicazioni Mark A. Oyama DVM, Dipl ACVIM-Cardiology, Philadelphia, USA La valutazione della funzione cardiaca nel cane si effettua tipicamente mediante elettrocardiografia, radiografia ed ecocardiografia. Questi test sono relativamente costosi, richiedono tempo e, nel caso dell’ecocardiografia, necessitano di apparecchiature ed esperienza che spesso non sono facilmente disponibili. Per gli organi di altri apparati, come il fegato o i reni, si utilizzano dei marcatori biochimici che contribuiscono a determinarne la funzionalità (ad es., ALT ed azotemia) e forniscono un mezzo rapido, relativamente non invasivo ed economico, per diagnosticare e monitorare le malattie nel cane e nel gatto. Sino a non molto tempo fa, per il cuore mancavano analoghi test ematochimici. Nell’uomo, per contribuire alla diagnosi dell’infarto miocardico acuto sono stati impiegati parecchi enzimi cardiaci, ed in particolare la creatina chinasi, la mioglobina e la latticodeidrogenasi. Sfortunatamente, queste sostanze sono prive di sensibilità e specificità sufficienti a consentirne con successo l’applicazione clinica nel cane. Nell’ultimo decennio, è stata sviluppata una nuova generazione di marcatori cardiaci e neurormonali. Tali marcatori hanno trovato impiego in medicina umana, non solo per l’infarto miocardico, ma anche nell’ambito dell’insufficienza cardiaca cronica. I dati emergenti indicano che è possibile utilizzare per la valutazione clinica dei cani con cardiopatia fino a tre differenti marcatori cardiaci biochimici. Tali marcatori, il peptide natriuretico atriale (ANP), il peptide natriuretico di tipo B (BNP) e la troponina-I (TnI) possono offrire ai clinici utili informazioni circa la probabilità dell’insufficienza cardiaca congestizia, l’identificazione di malattie asintomatiche (occulte) e la gravità del danno sottostante subito dal tessuto miocardico. L’autore ed altri cardiologi sono ottimisti nel ritenere che questi test finiranno per diventare disponibili su vasta scala, essere utilizzati di routine e risultare dei mezzi clinicamente utili per la valutazione della cardiopatia nel cane. Peptide natriuretico atriale L’attività biologica dell’ANP serve a controbilanciare quella del sistema renina-angiotensina-aldosterone, nella misura in cui promuove la vasodilatazione e la natriuresi. L’ANP viene prodotto dalle cellule del miocardio atriale in risposta ad un aumento della pressione atriale e del conseguente stiramento, che si verificano frequentemente durante l’insufficienza cardiaca congestizia. Quindi, l’applicazione clinica dell’ANP fa riferimento soprattutto al suo ruolo come marcatore dell’insufficienza cardiaca congestizia provocato dagli innalzamenti della pressione atriale. In uno studio nel corso del quale sono stati presi in esame cani che era- no stati portati alla visita presso l’ospedale perché presentavano delle difficoltà respiratorie, l’ANP ha mostrato una buona sensibilità e specificità per prevedere l’insufficienza cardiaca come causa primaria della dispnea (differenziandola da altre cause non cardiache come la polmonite, la neoplasia e la bronchite cronica).1 È stato sviluppato un kit ANP ELISA commerciale destinato specificamente all’impiego nel cane (VetsignTM, Guildhay Ltd, Surrey, UK). L’autore considera l’ANP un mezzo utile per contribuire a diagnosticare l’insufficienza cardiaca congestizia e, forse, monitorare l’efficacia del trattamento. Dal momento che non si ha un rilascio sostanziale di ANP fino ad una fase relativamente tardiva del decorso della malattia,2 l’ANP non sembra utile per rilevare la cardiopatia occulta nei pazienti asintomatici. Impieghi correnti della determinazione dell’ANP • Contribuire a diagnosticare l’insufficienza cardiaca congestizia nel cane Impieghi potenziali della determinazione dell’ANP • Contribuire a diagnosticare l’insufficienza cardiaca congestizia nel gatto • Monitorare la risposta al trattamento • Formulare la prognosi Circostanze in cui è improbabile che il test ANP risulti utile • Identificazione degli stadi iniziali della cardiopatia Peptide natriuretico di tipo B Il BNP è simile al ANP, in quanto promuove la vasodilatazione e la natriuresi. Il BNP viene prodotto sia dal tessuto muscolare atriale che da quello ventricolare in risposta allo stiramento o all’aumento dello stress della parete. La sua misurazione (BNP test) è diventata un mezzo utile ed ampiamente utilizzato nei pazienti umani con cardiopatia. Due test di misurazione del BNP per uso umano sono approvati per l’identificazione dell’insufficienza cardiaca congestizia. Inoltre, questi test vengono utilizzati come strumento prognostico e come guida per ottimizzare la terapia nei singoli pazienti. L’autore ritiene che il BNP-test troverà un’applicazione analoga nei cani e nei gatti con cardiopatia. Gli studi condotti nel cane rivelano che il BNP è elevato in proporzione alla gravità della malattia e viene anche identificato in una fase relativamente precoce del suo decorso.3,4 L’autore ha portato a termine uno studio che ha indicato che in una popolazione di 118 cani il BNP-test è stato in grado di iden- 204 tificare la malattia occulta con una sensibilità del 95% e una specificità del 62% e che, da questo punto di vista, il BNP era superiore sia all’ANP che al TnI.5 Questo riscontro suggerisce che il BNP possa essere utile come test di screening nei cani con malattia occulta. Inoltre, nell’uomo il BNP è un valido indicatore dell’esito clinico, dal momento che livelli più elevati consentono di prevedere una prognosi più sfavorevole, e gli autori stanno attualmente valutando il BNP come indicatore prognostico nei cani con stenosi subaortica o con miocardiopatia. I test immunometrici per la determinazione del BNP nell’uomo, disponibili in commercio, non danno origine a reazione crociata con il BNP del cane e il BNP-test in questa specie animale è stato tipicamente condotto utilizzando una procedura radioimmunometrica relativamente grezza e che richiede un notevole carico di lavoro. I nuovi BNP-test specifici per il cane e basati sul metodo ELISA potranno essere in grado di ridurre le difficoltà tecniche e migliorare la precisione e l’accuratezza del saggio. L’autore collabora allo sforzo per sviluppare dei BNP-test basati sul metodo ELISA e destinati all’impiego commerciale nel cane e nel gatto. Impieghi attuali del BNP-test • Uomo: diagnosi, prognosi, risposta al trattamento • Medicina veterinaria: non esistono test approvati Impieghi potenziali del BNP-test sulla base degli studi condotti in medicina veterinaria • Differenziazione della dispnea cardiaca da quella non cardiaca nel cane • Identificazione della miocardiopatia occulta nel cane Troponina-I cardiaca La TnI cardiaca contribuisce a regolare le interazioni fra actina e miosina insieme alla troponina C ed alla troponinaT. La TnI inibisce l’interazione fra i filamenti fino a che il complesso troponinico è legato agli ioni calcio, al che ha inizio la contrazione. Il danneggiamento della cellula miocardica provoca la distruzione dell’unità funzionale actina-miosina-troponina e la TnI viene rilasciata nel citoplasma e passa nella circolazione generale attraverso il sarcolemma danneggiato delle cellule. La maggior parte della TnI che viene rilasciata nei pazienti umani è complessata con la troponina C o la troponina C e T. Nell’uomo, la TnI è un indicatore altamente sensibile e specifico del danno subito dal muscolo cardiaco e costituisce attualmente lo standard aureo fra i test di laboratorio per l’infarto miocardico. Un danno miocardico di basso livello dovuto ad altre cause, come un’affezione miocardica o valvolare, provoca il rilascio di TnI rilevabile quando si utilizzano TnI-test altamente sensibili. Fortunatamente, esiste una sufficiente omologia fra la TnI dell’uomo e quella del cane, per cui i saggi automatizzati per uso umano funzionano bene anche con il plasma canino.6 L’autore e altri hanno descritto l’incremento delle concentrazioni di TnI nei cani colpiti da una varietà di malattie quali miocardiopatia dilatativa (DCM), rigurgito della valvola mitrale, trauma, torsione/dilatazione dello stomaco, miocardite e stenosi subaortica.7,8 La TnI non è uniformemente elevata nei cani con cardiopatia, il che ne impedisce l’uso come test di screening nei soggetti asintomatici o come metodo 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC diagnostico per l’insufficienza cardiaca congestizia. Come marcatore del danno e della necrosi del miocardio, la TnI può essere più adatta come indicatore prognostico nei cani che hanno subito un grave danno o come guida per la terapia ottimale. Nei cani con DCM clinicamente evidente, la concentrazione di TnI è correlata alla sopravvivenza. Rispetto a quelli con concentrazioni più basse, i soggetti con TnI elevata avevano una probabilità tre volte superiore di essere soppressi eutanasicamente o di venire a morte.7 Impieghi attuali del TnI-test • Uomo: diagnosi dell’infarto miocardico acuto • Medicina veterinaria: nessun impiego approvato Impieghi potenziali del TnI-test sulla base degli studi condotti in medicina veterinaria • Valutazione della gravità della malattia nei cani con stenosi subaortica, miocardiopatia e valvulopatia mitralica • Valutazione della gravità della malattia nei gatti con miocardiopatia • Indicatore prognostico nei cani con miocardiopatia • Monitoraggio della risposta al trattamento • Valutazione del danno cardiaco dovuto a malattia extracardiaca (ad es., dilatazione/torsione dello stomaco) Circostanze nelle quali è improbabile che il TnI-test risulti utile • Identificazione degli stadi precoci della cardiopatia • Differenziazione delle cause cardiache di dispnea da quelle non cardiache Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Prosek R, Sisson D, Oyama M, et al. Use of plasma ANP, BNP, endothelin-1 and troponin-I levels in distinguishing between cardiac and non-cardiac causes of acute dyspnea in dogs [abstract]. J Vet Intern Med 2004;18(3):404. Haggstrom J, Hansson K, Karlberg BE, et al. Plasma concentration of atrial natriuretic peptide in relation to severity of mitral regurgitation in Cavalier King Charles Spaniels. Am J Vet Res 1994;55(5):698-703. MacDonald KA, Kittleson MD, Munro C, et al. Brain natriuretic peptide concentrations in dogs with heart disease and congestive heart failure. J Vet Intern Med 2003;17:172-177. Asano K, Masuda K, Okumura M, et al. Plasma atrial and brain natriuretic peptides levels in dogs with congestive heart failure. J Vet Med Sci 1999;61(5):523-529. Oyama MA, Sisson DD, Solter PF. Prospective screening for occult canine dilated cardiomyopathy using B-type and atrial natriuretic peptide and cardiac troponin-I [abstract]. J Vet Intern Med 2005;19(3):in press. Oyama MA, Solter PF. Validation of an immunoassay for measurement of canine cardiac troponin I. J Vet Cardiol 2004;6:15-22. Oyama MA, Sisson DD. Cardiac troponin-I concentration in dogs with cardiac disease. J Vet Intern Med 2004;18(6);831-839. Schober KE, Cornand C, Kirbach B, et al. Serum cardiac troponin I and cardiac troponin T concentrations in dogs with gastric dilatationvolvulus. J Am Vet Med Assoc 2002;221(3):381-388. Dichiarazione circa il conflitto di interessi Il Dr. Oyama presta consulti a pagamento per la IDEXX Inc., Portland, ME, USA Author’s Address for correspondence: Mark A. Oyama - University of Pennsylvania 3850 Spruce St. Philadelphia, PA 19104