Associazione Italiana di Medicina del Sonno Vol.3 onnomed Ottobre - Dicembre 2010 ISSN 1972-6937 Abbonamento e 25 AIMS Tariffe R.O.C. Poste Italiane • Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 DCB Bologna A . I . M . S. Rivista ufficiale “Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte Il primo per vederti tutto il viso Il secondo per vederti gli occhi L’ultimo per vedere la tua bocca E tutto il buio per ricordarmi queste cose Mentre ti stringo fra le braccia”. Eventi indesiderati legati al sonno: i disturbi alimentari Insonnia: guida pratica Jacques Prévert Associazione Italiana Medicina del Sonno I Sonno Med n.4 2010 Associazione Italiana Medicina del Sonno II Sonno Med n.4 2010 Associazione Italiana di Medicina del Sonno ommario 04 2010 Direttore: Gian Luigi Gigli Comitato di Redazione: Enrica Bonanni Alberto Braghiroli Marco Zucconi Liborio Parrino Segreteria di Redazione: Michele Terzaghi Michelangelo Maestri Raffaele Ferri Editoriale Gian Luigi Gigli 3 I disturbi alimentari legati al sonno Maria Cristina Spaggiari 4 Guida pratica per la gestione dell’insonnia Federica Provini 7 Trattamento ventilatorio dei disturbi respiratori nel sonno Giuseppe Insalaco 9 Direttore Responsabile: Luigi Ferini-Strambi Edizione, Pubblicità e Progetto Grafico: Avenue media® srl Milano: via Domenichino, 12 - Tel. +39 0243986577 Fax +39 0243994547 Bologna: via Riva di Reno, 61 - Tel. +39 0516564311 Fax +39 0516564350 e-mail: [email protected] www. avenuemedia.eu P.IVA: 03563450372 Segreteria editoriale: Delia Sebelin 051 6564337 e-mail: [email protected] Pubblicità: Barbara Leonardi 051 6564331 e-mail: [email protected] Ufficio abbonamenti: Delia Sebelin 051 6564339 e-mail: [email protected] Saper… dormir: “conoscere per curarsi” Sonia Carli Flash Notizie in breve 14 17 Abbonamento e 25 Stampa: Sate - Ferrara Aut. Tribunale di Bologna n. 7831 del 7/02/2008 Bimestrale - Sped. abb. post./45 IVA assolta alla fonte dell’Editoria ai sensi dell’art. 74, 1 comma, lett. c, D.P.R. 26.10.1972 n. 633 e successive modificazioni ed integrazioni. La ricevuta di pagamento del conto corrente postale è documento idoneo e sufficiente ad ogni effetto contabile. La redazione non si ritiene responsabile per variazioni e/o imprecisioni di date e notizie. Finito di stampare a dicembre 2010 Bollettino Aims 18 L’Editoriale anche nel mondo occidentale, più attento a questa patologia, buona parte delle insonnie rimangono sommerse, misconosciute o non trattate correttamente. Il medico di Medicina Generale è il primo interlocutore del paziente che soffre di insonnia, porta di ingresso per un percorso che può articolarsi su vari livelli clinici e strumentali. In quest’ottica, si è realizzata una stretta ed efficace collaborazione tra le due società nella realizzazione di un dossier insonnia, qui riportato in forma sintetica, come strumento di lavoro semplice ed efficace per la diagnostica e il corretto trattamento nella pratica ambulatoriale quotidiana del medico di medicina generale. La vitalità della società si mantiene elevata anche al suo interno, e la produzione di linee guida sul trattamento ventilatorio dei disturbi respiratori nel sonno ha lo scopo di facilitare la gestione della terapia dei disturbi respiratori nel sonno da parte degli specialisti che si occupano di Medicina del Sonno. Auspicio di queste raccomandazioni è di consentire un ra- Il Presidente dell’AIMS, Gian Luigi Gigli. L’Associazione Italiana di Medicina del Sonno è una società dinamica e pronta a interfacciarsi con altre società mediche per promuovere sia la ricerca scientifica sia la formazione clinica rivolta alla diagnosi e al trattamento dei disturbi del sonno. Questo numero fornisce testimonianza di questo nella sintesi di una guida pratica per la gestione dell’insonnia in collaborazione con la Società Italiana di Medicina Generale e nella sintesi di linee guida sul trattamento ventilatorio dei disturbi respiratori nel sonno. L’insonnia è il disturbo del sonno più diffuso nella popolazione mondiale. A fronte di ciò, Associazione Italiana Medicina del Sonno 3 pido trasferimento delle conoscenze teoriche alla pratica clinica quotidiana, dominando un flusso di nuove conoscenze, cliniche e tecnologiche, tanto ampio e rapido da rendere difficile la costante adesione alle scelte clinico-terapeutiche più aggiornate. Mentre formulo i migliori auguri per il Santo Natale a tutti i lettori di Sonnomed, nella speranza di un sereno 2011, a nome dell’intero board dell’AIMS, debbo purtroppo informarvi, con profondo dolore, della prematura scomparsa del Professor Pasquale Montagna. Desidero ricordarne la grande caratura scientifica, la curiosità, la pronta intelligenza, le doti didattiche, manifestate anche nella gestione del Dottorato di ricerca in medicina del sonno. Degno erede della grande tradizione della Scuola di Bologna, è stato sempre vicino alla nostra associazione e ha contribuito a rendere grande nel mondo la reputazione della neurologia e della medicina del sonno italiane. Arrivederci caro Pasquale. Il Presidente Gian Luigi Gigli Sonno Med n.4 2010 I disturbi alimentari legati al sonno iperfagia serale e notturna, in un gruppo di pazienti obesi. Oggi, si pensa che esista uno spettro ampio di disordini notturni dell’eating (in ogni caso caratterizzati dall’interruzione del fisiologico digiuno notturno), ai cui poli si situano come patologie ben precise la Night Eating Syndrome (NES) da un lato e gli Sleep Related Eating Disorders (SRED) dall’altro. In condizioni normali l’omeostasi energetica viene conservata anche di notte, pur in assenza di assunzione di cibo, grazie alla soppressione dello stimolo dell’appetito e a modifiche del metabolismo glucidico. Esistono diverse condizioni patologiche in cui, per cause differenti, questo equilibrio si rompe. In particolare, di interesse per la ders (ED). Identificare questi comportamenti alimentari notturni anomali si sta rivelando di estrema importanza, anche e soprattutto nella lotta all’obesità. Nel corso degli anni, i tentativi di inquadramento nosografico e di definizione delle varie forme sono stati molteplici e spesso in contraddizione tra loro, a partire dal primo e storico lavoro La Night Eating Syndrome (NES) In una Consensus del 2008, pubblicata poi nel 2010 (Allison et al., 2010), sono stati definiti i criteri attuali per la diagnosi di NES. Il criterio principale e imprescindibile è costituito da un aumento anomalo dell’assunzione di cibo nelle ore serali/notturne (assunzione dopo cena di almeno il 25% delle totali calorie della giornata e/o risvegli notturni con eating almeno 2 volte a settimana). Sono inoltre necessari per la diagnosi la consapevolezza e il ricordo dell’evento dopo il risveglio del mattino, dato che il paziente assume il cibo in condizioni di Medicina del Sonno sono i disturbi del comportamento alimentare durante il sonno, che costituiscono una fetta del grande capitolo degli Eating Disor- di Albert Stunkard (Stunkard et al.,1995) che per primo descrisse la Night Eating Syndrome come un quadro costituito da anoressia mattutina, insonnia e veglia piena, come dimostrato polisonnograficamente. L’importanza clinica della NES, oltre alla significativa ricaduta sulla qualità di vita diurna, spe- Esiste un ampio spettro di disordini notturni dell’eating caratterizzati dall’interruzione del fisiologico digiuno notturno. Associazione Italiana Medicina del Sonno 4 Sonno Med n.4 2010 cie nei casi in cui il sonno viene interrotto da numerosi risvegli, sta soprattutto nella sua associazione con l’obesità. Se è vero che spesso i pazienti con NES sono normopeso, questo riguarda in genere pazienti giovani con insorgenza di malattia relativamente recente. La presenza di una NES cronica può invece contribuire in misura significativa ad indurre obesità nel tempo. Un aspetto clinico assai peculiare della NES è costituito dal dell’umore. Basso invece è l’overlap tra la NES e gli altri eating disorders. L’ipotesi patogenetica più accreditata al momento vuole che alla base della NES vi sia una disregolazione di diversi ritmi circadiani (sia dei ritmi circadiani dell’eating che di svariate funzioni neuroendocrine) mentre il ritmo circadiano sonnoveglia viene mantenuto intatto (Goel et al., 2009). comportamento compulsivo dimostrato dai pazienti durante gli episodi notturni di eating e tipicamente assente nella vita diurna. Questo aspetto comportamentale, poco evidenziato dalle recenti definizioni della sindrome, è stato invece riportato come costante in alcuni lavori (Spaggiari et al., 1994;Vetrugno et al., 2006) e viene confermata dai dati polisonnografici che evidenziano una brevissima eating latency (tempo che intercorre tra il risveglio notturno e l’assunzione di cibo) e una altrettanto breve latenza di ripresa del sonno. Il cibo assunto è comunque sempre commestibile, nonostante questi aspetti comportamentali. Ritmi cicardiani "sfasati" In particolare, esisterebbe un delay nel ritmo circadiano dei pasti, con un conseguente spostamento in avanti del pattern dell’assunzione di cibo rispetto al sonno, che risulta quindi frammentato per l’esigenza di mangiare. Questo potrebbe essere il risultato di una dissociazione tra il funzionamento dell’orologio endogeno principale (situato nel nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo) e il funzionamento di altri oscillatori secondari, localizzati sia nel sistema nervoso centrale che in organi periferici. Esisterebbe una vulnerabilità genetica, su cui fattori stressor variabili potrebbero agire come trigger. Il sistema neurotrasmettitoriale ticolarmente forte tra la serotonina e la propria proteina transporter (SER-T), il che riduce la disponibilità di serotonina nello spazio sinaptico. I farmaci inibitori del re-uptake di serotonina (SSRI), che aumentano la disponibilità di serotonina perché bloccano il SERT, si dimostrano, infatti, nella pratica efficaci nella gestione clinica della NES, e questo confermerebbe l’ipotesi. In particolare, la sertralina pare essere la molecola più incisiva nel ridurre i risvegli, il numero di episodi di eating notturni, le calorie assunte nell’ultima parte della giornata, i punteggi nelle scale per depressione, e anche il peso nei pazienti sovrappeso. In realtà, alcuni autori propon- NES e disturbi psichici Esiste una comorbilità significativa della NES con disturbi psichici, in particolare con sindromi ansiose e disturbi principalmente coinvolto sarebbe il sistema serotoninergico: indagini con neuroimaging hanno evidenziato infatti come nel mesencefalo dei pazienti gono una genesi dopaminergica del disturbo, dati gli aspetti compulsivi (e il noto coinvolgimento delle vie dopaminergiche nella compulsività) e le se- Associazione Italiana Medicina del Sonno La presenza di una NES cronica può contribuire in misura significativa ad indurre obesità nel tempo. con NES vi sia un legame par- 5 Sonno Med n.4 2010 se assunto a dosaggi impropri o per periodi eccessivamente prolungati, può favorire la comparsa di episodi di natura parasonnica, dato che aumenta la percentuale di sonno profondo. La gestione farmacologia dello SRED è attualmente affidata ai farmaci anticomiziali: in parIl criterio principale per la diagnosi di NES è costituito da un aumento anomalo dell'asticolare, il topiramato sembra sunzione di cibo nelle ore serali-notturne. avere dato i migliori risultati, gnalazioni di beneficio indotto bili o dannose, e la possibilità anche in caso di ED diversi (budai farmaci dopamino-agonisti. di procurare involontariamente limia, Binge Eating Disorder). autolesioni o danni all’ambiente Sleep related eating durante la preparazione del pa- L’importanza dell’anamnesi disorder (SRED) Costituisce l’unico ED compreso nella Classificazione Internazionale dei Disturbi del Sonno (ICSD), ove risulta inserito nel grande capitolo delle parasonnie. Considerabile come una particolare forma di sonnambulismo, è caratterizzato da “episodi ricorrenti di ingestione involontaria di cibo e/o bevande durante il sonno” che si verificano durante arousal parziali e che lasciano per lo più un ricordo incompleto o assente dell’evento. L’imperfetto controllo delle azioni che ne deriva può avere due conseguenze gravi: l’ingestione di sostanze anche non commesti- sto (comportamento parasonnico complesso). La polisonnografia evidenzia la presenza di arousals confusionali multipli, con o senza eating. Oltre alle forme idiopatiche, esistono SRED associati ad altre patologie del sonno (ad esempio: sindrome delle gambe senza riposo), SRED scatenati dalla sospensione dell’uso di psicotropi (alcool, fumo, psicofarmaci) e SRED iatrogeni. Le forme iatrogene possono essere collegate all’uso di psicofarmaci di natura diversa, anche se le maggiori segnalazioni della letteratura riguardano l’impiego di zolpidem, ipnotico non-benzodiazepinico che, Pertanto, le implicazioni cliniche degli ED notturni sono di rilevanza tale da giustificare una attenzione ed una ricerca specifica durante la raccolta dell’anamnesi, sia in pazienti con disturbi del sonno, sia in pazienti con obesità. Il rapporto esistente tra questi disturbi e gli psicofarmaci (antidepressivi in particolare) è suscettibile di più approfondite comprensioni, che potranno aiutare anche nella definizione delle differenti forme cliniche. Maria Cristina Spaggiari Centro di Medicina del Sonno Istituto di Neurologia Università di Parma BIBLIOGRAFIA 1. Stunkard AJ et al. The Night Eating Syndrome. A pattern of food intake among certain obese patients. Am J Med 1955; 19: 78-86. 2. Allison KC et al. Proposed diagnostic criteria for night eating syndrome. Int J Eat Disord 2010; 43 (3): 241-247. 3. Spaggiari MC et al. Nocturnal Eating Syndrome in Adults. Sleep 1994; 17 (4): 339-344. 4. Vetrugno R et al. Nocturnal Eating: Sleep-Related Eating Disorders or Night Eating Syndrome? A Videopolysomnographic Study. Sleep 2006; 29 (7): 949-954. 5. Goel N et al. Circadian rhythm profiles in women with night eating syndrome. J Biol Rhythms 2009; 24 (1): 85-94. 6. International Classification of Sleep Disorders, 2nd ed: Diagnostic and Coding Manual. American Academy of Sleep Medicine, 2005. Associazione Italiana Medicina del Sonno 6 Sonno Med n.4 2010 Guida pratica per la gestione dell’insonnia Presentazione del documento congiunto SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) - AIMS (Associazione Italiana Medicina del Sonno). L’insonnia è una malattia diffusa nel mondo occidentale. Nella sua forma cronica riguarda tra il 10% ed il 13% della popolazione. Gli studi epidemiologici Morfeo 1 e 2, La forma cronica dell'imsonnia riguarda tra il 10% ed il 13% della popolazione occidentale. condotti in Italia tra il 2002 ed il 2003, dall’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS) in collaborazione con i medici di Medicina Generale, hanno decritto le caratteristiche e le conseguenze dell’insonnia nella popolazione che si rivolge al Medico di Medicina Generale (Terzano et al, 2004; Terzano et al, 2006). In questo ambito, la prevalenza dell’insonnia è risultata superiore al 60%; in oltre il 60% dei casi l’insonnia durava da almeno un anno. Nonostante questo, solamente una piccola percentuale di pazienti era in trattamento per l’insonnia. I pazienti, infatti, spesso sottostimano la rilevanza del problema o non ne parlano spontaneamente con il loro medico. Un male che riduce la qualità della vita L’insonnia, invece, determina una significativa riduzione della qualità della vita, e, rischiando di diventare un problema cronico, richiede un notevole impiego di risorse sociosanitarie. Il medico di Medicina Generale è l’esperto sanitario INDICATORI NOTTURNI che per primo può identificare l’insonnia e contribuire alla sua gestione. Per tale motivo, tenendo conto del modo di operare del medico di Medicina Generale, è stata pubblicata una Consensus italiana, che cerca di migliorare la gestione dell’insonnia nel nostro paese (Terzano et al, 2005). Alla Consensus, ha fatto seguito un’altra pubblicazione, volta a fornire al medico di Medicina Generale uno strumento semplice e veloce, da applicare nella pratica ambulatoriale i giorni, per diagnosticare e trat- SINTOMI DIURNI Difficoltà a mantenere la continuità del sonno Sensazione generica di fatica, malessere, cefalea, sintomi gastrointestinali non attribuibili ad altre cause se non alla perdita di sonno Ridotte energia e motivazione per svolgere i compiti abituali Risveglio precoce al mattino Difficoltà di attenzione, concentrazione o deficit di memoria Sonno non ristoratore Facilità a compiere errori sul lavoro o incidenti stradali Difficoltà ad iniziare a dormire Alterazione delle “funzioni sociali” Disturbi del tono dell’umore ed irritabilità Sonnolenza diurna Tab. 1. I vari tipi di insonnia sono definiti sulla base della presenza di soli indicatori notturni (insonnia di primo livello) o anche di sintomi diurni (insonnia di secondo livello). Associazione Italiana Medicina del Sonno 7 Sonno Med n.4 2010 LE 10 REGOLE PER LA GESTIONE DELL’INSONNIA È sempre necessario ricercare le cause dell’insonnia È preferibile utilizzare un ipnotico ad emivita breve È preferibile utilizzare gli ipnotici non-benzodiazepinici per la loro maneggevolezza. Le benzodiazepine sono indicate in situazioni specifiche In caso di depressione è preferibile utilizzare gli ipnotici non-benzodiazepinici È preferibile utilizzare formulazioni in compresse È bene proporre un uso intermittente del farmaco ipnotico (3-4 notti/settimana) L’evoluzione dell’insonnia e della sua terapia devono essere rivalutate nel tempo L’autogestione della terapia deve essere sconsigliata ed evitata In caso di inefficacia del farmaco ipnotico, la dose consigliata non deve essere aumentata, ma deve essere modificata la terapia e rivalutata la diagnosi Tab. 2. La gestione appropriata dell’insonnia non si esaurisce con l’impostazione della terapia farmacologica ma implica un monitoraggio nel tempo del paziente e della sua situazione clinica. Fig 1. Esempio di diario del sonno. tare correttamente l’insonnia (Cricelli et al, 2010). La pubblicazione definisce i vari tipi di insonnia sulla base della presenza di soli indicatori notturni (insonnia di primo livello) o anche di sintomi diurni (insonnia di secondo livello) (Tab. 1) e sottolinea come vi siano soggetti maggiormente a rischio, come paziente e sulla sicurezza alla dell’umore”. Il percorso diagnoguida e nell’ambito lavorativo. stico viene condotto liberamente da ciascun medico ma deve esseIl percorso diagnostico re finalizzato a individuare duraGli specialisti AIMS ed i medici ta, gravità, tipo e cause dell’indi Medicina Generale hanno con- sonnia: il corretto inquadramento giuntamente ritenuto che: “L’in- diagnostico consente infatti di sonnia dovrebbe essere sempre definire la strategia terapeutica diagnosticata quando il paziente più appropriata. Le insonnie prise ne lamenta spontaneamente marie (insonnia psicofisiologica, gli anziani, le donne e i lavoratori turnisti. La guida pratica sottolinea come l’insonnia abbia un impatto importante sulla salute generale del ma, anche se il paziente non lo riferisce, l’insonnia dovrebbe essere sempre ricercata in concomitanza di patologie psichiatriche, internistiche e disturbi Associazione Italiana Medicina del Sonno 8 insonnia paradossale, insonnia idiopatica) non sono causate da una malattia organica, da un disturbo psichiatrico o dall’uso di farmaci o sostanze, mentre le in Sonno Med n.4 2010 sonnie secondarie sono dovute ad un disturbo mentale, malattie neurologiche, malattie internistiche, inadeguata igiene del sonno, uso di farmaci o sostanze o ad altri disturbi del sonno (International Classification of Sleep Disorders, 2005). L’insonnia compare nel corso di altre patologie L’insonnia può essere secondaria ad un’altra patologia, secondo un legame unidia causa della ripercussione sul rezionale, ma può anche essere la manifestazione di una patologia più complessa (insonnia comorbida). sonno dei sintomi della patologie stessa, (dolore, dispepsia, pruri- tale ricordare che l’insonnia, as- il medico ha a disposizione una to, ridotta motilità), o per l’ansia sociandosi alle diverse patologie, serie di parametri o di strumenti e la depressione dovute alla pato- ne influenza il decorso e la pro- di valutazione tra i quali il diario logia di base (diagnosi, decorso clinico, prognosi), o per gli effetti negativi sul sonno di determinati farmaci utilizzati per il trattamento della patologia di base. gnosi. Il suo riconoscimento e il suo corretto trattamento migliorano quindi le probabilità di successo del trattamento della patologia di base. La gestione appropriata dell’insonnia non si esaurisce La correlazione con l’impostazione della terapia con altre patologie farmacologica (Tab. 2) ma imRecentemente è stato proposto plica un monitoraggio nel tempo il concetto di “insonnia comor- del paziente e della sua situaziobida”, sottolineando come l’in- ne clinica. Come per altre patolosonnia possa non solo essere se- gie, il paziente deve acquisire la condaria ad un’altra patologia, consapevolezza che è necessario secondo un legame unidirezio- monitorare l’andamento dell’innale, ma come possa costituire la sonnia e l’efficacia della terapia, manifestazione di una patologia programmando controlli periopiù complessa. Per il medico di dici dal proprio medico. Per la Medicina Generale è fondamen- valutazione clinica del paziente, del sonno (Fig. 1), che consente di ottenere dati precisi su periodi specifici, in relazione a indicatori notturni, sintomi diurni, aderenza ed efficacia della terapia. Una gestione e un trattamento efficaci dell’insonnia evitano la cronicizzazione del disturbo e migliorano in modo significativo la salute e, in generale, la qualità di vita dei pazienti. Federica Provini Centro per lo Studio e la Cura dei Disturbi del Sonno Dipartimento di Scienze Neurologiche Università degli Studi di Bologna BIBLIOGRAFIA 1. Terzano MG, Parrino L, Cirignotta F, Ferini-Strambi L, Gigli G, Rudelli G, Somacal S; Studio Morfeo Committee. Studio Morfeo: insomnia in primary care, a survey conducted on the Italian population. Sleep Med 2004;5:67-75. 2. Terzano MG, Cirignotta F, Mondini S, Ferini-Strambi L, Parrino L; Progetto Morfeo Committee. Studio Morfeo 2: survey on the management of insomnia by Italian general practitioners. Sleep Med 2006;7:599-606. 3. Terzano MG, Parrino L, Bonanni E, Cirignotta F, Ferrillo F, Gigli GL, Savarese M, Ferini-Strambi L; and Members of the Advisory Board.et al. Insomnia in general practice: a consensus report produced by sleep specialists and primary-care physicians in Italy. Clin Drug Investig 2005;25:745-64. 4. Cricelli C, Mazzoleni F, Samani F, Gigli G, Parrino L, Provini F, Terzano MG. Documento congiunto SIMG-AIMS. Guida pratica per la gestione dell’insonnia. Rivista della Societa di Medicina Generale 2010; 2. 5. International Classification of Sleep Disorders, 2nd Edition. Diagnostic and Coding Manual. Westchester, American Academy of Sleep Medicine, 2005. Associazione Italiana Medicina del Sonno 9 Sonno Med n.4 2010 Associazione Italiana Medicina del Sonno 10 Sonno Med n.4 2010 Associazione Italiana Medicina del Sonno 11 Sonno Med n.4 2010 Trattamento ventilatorio dei disturbi respiratori nel sonno Sintesi e commento del documento “Trattamento ventilatorio dei disturbi respiratori” - AIMS. per gli operatori del settore intraprendere percorsi e prendere decisioni cliniche fondate sulle più recenti prove scientifiche. Di fronte a un caso clinico, non solo il comportamento del singolo professionista è spesso variabile, ma in contesti sanita- L’obiettivo che gli autori si sono prefissi con la stesura del documento sul trattamento ventilatorio dei disturbi respiratori nel sonno è quello di facilitare la gestione della terapia dei disturbi respiratori nel sonno (DRS) da Indicazioni aggiornate per una terapia efficace Le presenti raccomandazioni sono state prodotte per fornire un unico documento con indicazio- Indagini per la diagnosi determinazione della patologia e del livello di compromissione funzionale. parte degli specialisti che si occupano di Medicina del Sonno. Le raccomandazioni rappresentano uno strumento che consente un rapido trasferimento delle conoscenze teoriche alla pratica clinica quotidiana e quindi lo scopo di queste raccomandazioni è stato quello di porre gli operatori nelle condizioni di offrire la migliore prestazione ai soggetti con DRS. Come evidenziato da numerosi studi, vi è una sostanziale efficacia del trattamento con dispositivo a pressione positiva (CPAP) e del trattamento ventilatorio dei DRS nel migliorare molteplici outcome che vanno dalla qualità di vita alla sopravvivenza dei pazienti. Nonostante ciò molti TEST Utilizzo Limiti V antaggi Sempre necessaria per Misura dei volumi una corretta diagnosi polmonari funzionale e per moniPressioni respiratorie torare il decremento massime alla bocca della funzione respiratoria Pattern respiratorio durante respiro spontaneo Importante ma non necessario Guida la scelta dei parametri di VM La quantificazione del Consente insieme alla Pattern respiratorio VC può essere ottenuta emogasanalisi arteriosa durante ventilazione in solo con pletismografidi valutare la risposta veglia induttiva e taratura dei alla VM volumi Guida la scelta dei parametri di VM Test di riferimento per Necessaria sia in condi- Rilievo solo puntiforvalutare durante la Emogasanalisi arteriozioni basali che durante me dello stato dei gas veglia i gas ematici e la sa diurna ventilazione ematici loro variazione durante VM Utilissima per l’iden- Relativamente invasiva Consente la identificatificazione fisiologica e complessa che richieMeccanica Respiratoria zione dei parametri di dei parametri di venti- de specifiche apparecventilazione lazione chiature Polisonnografia/ Poligrafia Notturna pazienti ricevono un trattamento sub-ottimale dei loro DRS. Il progredire delle conoscenze e della tecnologia è talmente rapido che è diventato difficile Associazione Italiana Medicina del Sonno ri differenti i percorsi possono essere molto diversi. Pulso-ossimetria notturna Impossibilità ad identificare le fasi di sonno (limitatamente al MCR) Necessaria per la corAlcuni sistemi non retta diagnosi delle utilizzano la pletialterazioni respiratorie smografia induttiva correlate al sonno (standard di riferimento per la valutazione della coordinazione pazienteventilatore) Unica metodica che consente di valutare la relazione paziente/ ventilatore e di identificare tutti i fattori che limitano l’efficacia della VM Non utilizzabile per Valutazione esclusiva valutare l’efficacia Utile per la titolazione dello stato di ossigenadella ventilazione sulla del flusso di O2 zione notturna capnia MCR: monitoraggio cardio-respiratorio. VM: ventilazione meccanica. VC: volume corrente. 12 Sonno Med n.4 2010 ni aggiornate circa gli standard operativi, le procedure e la prescrizione terapeutica nel soggetto adulto affetto da DRS. Le raccomandazioni pratiche proposte si basano sulle principali evidenze della letteratura e includono i metodi a oggi più appropriati per fornire un percorso terapeutico che possa offrire risultati soddisfacenti. Il documento vuole fornire agli operatori un accesso rapido alle principali informazioni, fermo restando che il percorso di ogni respiratorie polmonari o della “pompa” richiedono frequentemente una completa valutazione funzionale pneumologica (spirometria, emogasanalisi, eventuali test per la valutazione della risposta ventilatoria a stimoli chimici o meccanici) per meglio comprendere le cause della compromissione della funzione respiratoria nel sonno. Accanto a questi pazienti con problematiche respiratorie polmonari o della “pompa” che peggiorano la funzione respiratoria durante In considerazione delle varie realtà in cui gli operatori si ritrovano a svolgere la loro attività sono state definite anche diverse modalità operative ad esempio per la determinazione della terapia dell’OSA con dispositivo a pressione positiva continua, definendo la titolazione della CPAP come “ottimale” piuttosto che “buona” o “adeguata” e definendo le caratteristiche dei dispositivi a pressione positiva nelle vie aeree. Sono state inoltre fornite indicazioni alla terapia ventilato- caso deve essere stabilito dal singolo professionista alla luce delle specificità del paziente, delle cause dei DRS e delle opzioni terapeutiche disponibili. Gli autori hanno revisionato la letteratura internazionale di riferimento più recente sull’argomento, applicando il più possibile, i criteri della evidence-based medicine senza dimenticare le diverse realtà operative presenti nel nostro paese. I DRS ed in particolare quelli causati da problematiche il sonno, non mancano soggetti che hanno disturbi respiratori “solo” durante il sonno, come quelli affetti da “apnee ostruttive nel sonno” (OSA). ria meccanica domiciliare a lungo termine in corso di ipoventilazione alveolare notturna come nelle patologie restrittive e ostruttive specificando le procedure per la prescrizione di una ventilazione meccanica a lungo termine. Auspicio di queste raccomandazioni è di permettere agli operatori che devono intraprendere un percorso terapeutico specifico, di operare con uniformità. Giuseppe Insalaco CNR - IBIM - Palermo Il trattamento con CPAP Il trattamento di questa sindrome con l’applicazione non invasiva di CPAP, si è dimostrato efficace nel migliorare la qualità di vita dei pazienti, oltre che ridurre in modo significativo i costi diretti e indiretti dovuti all’OSA. BIBLIOGRAFIA 1. Consensus Conference on Clinical Indications for Noninvasive Positive Pressure Ventilation in Chronic Respiratory Failure Due to Restrictive Lung Disease, COPD, and Nocturnal Hypoventilation - A consensus conference report. Chest 1999; 116: 521-534. 2. Loube DI, Gay PC, Strohl KP, Pack AI, White DP, Collop NA. Indications for positive airway pressure treatment of adult obstructive sleep apnea patients: a consensus statement. Chest 1999; 115:863-866. 3. Annane D, Chevrolet JC, Chevret S, Raphael JC. Nocturnal mechanical ventilation for chronic hypoventilation in patients with neuromuscular and chest wall disorders. Cochrane Database of Systematic Reviews. Issue 1, 2001. 4. Insalaco G, Sanna A, Fanfulla F, Patruno V, Braghiroli A, Marrone O. La terapia con dispositivo a pressione positiva nelle vie aeree: raccomandazioni per la prescrizione nel soggetto adulto affetto dalla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno. Rassegna di Patologia dell’Apparato Respiratorio 2005; 20:60-63. 5. Kushida CA, Chediak A, Berry RB et al. Positive Airway Pressure Titration Task Force of the American Academy of Sleep Medicine. Clinical guidelines for the manual titration of positive airway pressure in patients with obstructive sleep apnea. J Clin Sleep Med 2008; 4:157-171. 6. Morgenthaler TI, Aurora RN, Brown T, Zak R, Alessi C, Boehlecke B, Chesson AL Jr, Friedman L, Kapur V, Maganti R, Owens J, Pancer J, Swick TJ. Standards of Practice Committee of the AASM. Practice parameters for the use of autotitrating continuous positive airway pressure devices for titrating pressures and treating adult patients with obstructive sleep apnea syndrome: an update for 2007. An American Academy of Sleep Medicine report. Sleep 2008; 31:141-147. Associazione Italiana Medicina del Sonno 13 Sonno Med n.4 2010 Saper… dormir: “conoscere per curarsi” “Una parte della salute sta nel do nuove metodologie in modo voler essere curati”. (Seneca) da fornire al paziente un quadro più chiaro delle attività svolte È noto come qualsiasi attività dagli operatori della divisione. educazionale in medicina svolta L’intento è stato di far crescere in maniera disorganica, non co- la consapevolezza della patoloordinata e non condivisa, porti gia e dei suoi rimedi, ma anche e oltre che alla frustrazione degli soprattutto di aumentarne l’adeoperatori (la sensazione è quel- renza ai trattamenti proposti. Non la del “perdere tempo o del fare meno importante è stato l’intento un lavoro non considerato uti- di valorizzare le diverse profesle”), all’elevato rischio di dare sionalità presenti nella divisione all’utente un messaggio non co- e nell’istituto in generale. Sono erente. È nata da questi presup- state dapprima passate in rasseposti nella divisione di Pneumo- gna le procedure coinvolte (per logia Riabilitativa dell’Istituto esempio: ricovero OSAS da liste Scientifico di Veruno l’esigenza d’attesa, adattamento CPAP, codi riorganizzare le attività educa- municazioni ai pazienti riguardo zionali riservate ai pazienti affetti ai fattori di rischio, terapie farmada sindrome delle apnee ostrut- cologiche, processo di dimissiotive nel sonno (OSAS). Con tut- ne, accordi e informazioni su preti gli operatori coinvolti si sono scrivibilità dei presidi, follow up) esaminate le modalità di comuni- in modo che ogni operatore possa care con gli utenti, implementan- dare informazioni sempre coe- renti. Una volta trovato l’accordo sulle modalità delle procedure, sono state pianificate le varie attività educazionali per ogni area: pre-ricovero, durante il ricovero e post-ricovero. Le attività prima e durante il ricovero Per il pre-ricovero, si è pensato all’invio, a casa dei pazienti in lista d’attesa, di questionari e materiale divulgativo. Durante il ricovero si è fissato un incontro collettivo di due ore alla settimana, in cui ai pazienti (se possibile anche ai partner) vengono spiegate le caratteristiche dell’OSAS, gli aspetti epidemiologici, la fisiopatologia alla base delle apnee, le cause e i fattori di rischio che conducono ad esse, nonché i metodi utilizzati nella diagnosi della malattia presso la nostra divisione e dei vari livelli di gravità della stessa. Si rinforza così la motivazione al trattamento e sono illustrati i vari modi di trattare il problema, in primis l’applicazione di una pressione positiva continua nelle vie aeree (CPAP). Vengono spiegati i principi di funzionamento, le norme di manutenzione del presidio, i benefici attesi, oltre ovviamente a dare riSeneca (Corduba , 21 maggio 4 a.C. - Roma, 65 d.C.), filosofo, politico e dram- sposta a eventuali interrogativi e maturgo romano, fin dalla giovinezza, ebbe alcuni problemi di salute: svenimenti dubbi. Fondamentale è illustrare e attacchi d¹asma lo tormentarono per diversi anni. Qui sopra: Pieter Paul Rubens, "La morte di Seneca", 1615 Madrid, Museo del Prado, Madrid. ai pazienti le modalità di eroga- Associazione Italiana Medicina del Sonno 14 Sonno Med n.4 2010 zione della CPAP da parte del SSN, come reperirla se non si ha diritto o non si desidera intraprendere le pratiche per l’invalidità, e le norme per il buon utilizzo della stessa a domicilio. Importantissimo, durante la seduta, sottolineare i rischi cardiovascolari a cui i pazienti OSAS, anche più lievi, possono andare incontro se non si curano. In pratica, viene seguita la metodologia dell’Health Believes Model (Olsen et al., 2008), secondo paziente) e dopo un anno tramite controllo ambulatoriale. Durante quest’ultimo viene valutato l’utilizzo del presidio e gli eventuali miglioramenti avvenuti nell’anno. Dalla letteratura emerge come l’intervento educativo abbia un maggior impatto se svolto nei primi tre mesi di trattamento (Meurice et al., 2007). Il miglior predittore dell’aderenza s’identifica con la consapevolezza che il paziente ha della propria malattia, il livello di cui l’educazione deve vertere prima di tutto su quattro punti fondamentali, dei quali il paziente dev’essere convinto, pena la non ottimale aderenza al trattamento: 1. ogni persona affetta da OSAS è malata, anche quando i sintomi siano lievi; 2. l’OSAS è una malattia che può avere serie ripercussioni sulla salute; 3. esiste un trattamento e la CPAP è attualmente il trattamento più efficace; 4. gli inconvenienti del trattamento sono così ridotti rispetto ai benefici da essere trascurabili. Per qualsiasi necessità compare sulla lettera di dimissione il recapito telefonico del laboratorio di polisonnografia. comprensione del trattamento, il maggior peso che hanno per lui i benefici percepiti rispetto ai problemi incontrati (Meurice et al., 2007; Tyrrel et al., 2006). Non bisogna dimenticare che, rispetto a altre malattie croniche respiratorie quali l’asma e la bronchite cronica, nel caso dell’OSAS il paziente, oltre a dover accettare il medesimo aspetto di cronicità, deve continuamente avere a che fare con un fardello aggiuntivo costituito dall’uso regolare e “a vita” di un apparato ingombrante e ben visibile agli occhi delle persone a lui più vicine, in particolar modo al partner, quale è la CPAP (Engleman and Wild, 2003). Vi è dunque la forte necessità di andare oltre i soli aspetti medici e tecnici, per considerare anche quelli psicologici: è necessario quindi adottare un approccio multidisciplinare nell’educazione del paziente attraverso il lavoro d’equipe di figure professionali Le attività del post - ricovero Per il post-ricovero, i controlli di follow-up sono fissati in media dopo tre mesi dalla dimissione (primo contatto telefonico con il Associazione Italiana Medicina del Sonno 15 Il paziente con OSAS deve utilizzare “a vita” la CPAP, un apparato ingombrante e ben visibile anche agli occhi del partner. altamente qualificate, formate e specializzate nella cura dei disturbi del sonno, nell’ottica di riuscire ad aumentare l’aderenza al trattamento. Infatti, i pazienti seguiti da personale sanitario non esperto del campo mostrano tassi di aderenza minori rispetto a quelli seguiti da esperti nei disturbi respiratori del sonno. Incontri collettivi Perché incontri educazionali collettivi e non individuali? Affrontare la propria patologia all’interno di un gruppo ha numerosi vantaggi: permette ai pazienti di avere un confronto con altre persone nella stessa situazione (conforto che deriva dalla solidarietà e dalla consapevolezza di avere una patologia comune); e si è rassicurati dalla testimonianza diretta di chi ha già sperimentato i benefici dal trattamento con CPAP. Inoltre, il paziente ha più facilità a superare le difficoltà Sonno Med n.4 2010 individuali, fruendo dell’opportunità di condividere le strategie adottate nel superare gli ostacoli relativi al trattamento (Haynes, 2005; Golay et al., 2006). Attualmente, presso il centro di medicina del sonno di Veruno, lavorano due medici specialisti, una biologa, un infermiere professionale e tre tecnici di pneumologia. L’educazione viene affrontata da tali figure in maniera esauriente e strutturata. Possiamo affermare che il programma seguito all’interno della stanza, gestione di circuito ed interfaccia). Il partner è reso più partecipe e a sua volta è oggetto di quesiti specifici. Sono state introdotte domande atte a far emergere il beneficio percepito, assieme ad un questionario sulla qualità di vita per rinforzare la consapevolezza degli effetti positivi. È stata inserita tra le domande una sezione che indaga se devono essere rafforzate le norme d’igiene del sonno oppure se è necessario rinforzare familiari. Inoltre, avendoli messi in preventivo fin dall’inizio, potrà risultare più soddisfatto dal trattamento e, dunque, maggiormente aderente ad esso. La diagnostica dell’OSAS è stata molto semplificata dalle innovazioni tecnologiche e questo ha liberato risorse che possono essere utilizzate per la gestione del paziente. L’educazionale è una chiave del successo del trattamento riconosciuta dalla comunità scientifica, ma ancora non codificata correttamente nel e soprattutto la seduta collettiva con i pazienti abbiano portato ad una significativa evoluzione e ad un miglioramento rilevabile al follow-up dei pazienti affetti da OSAS in trattamento con CPAP. Le informazioni raccolte al follow up sono inoltre più dettagliate. È fatta una maggior distinzione tra le ore d’uso riferite dal paziente e quelle effettivamente misurate dal contatore, sono indagati in modo più approfondito gli effetti collaterali e i problemi attraverso un questionario codificato e con domande aperte, sia generali che specifiche (turni sul lavoro, esposizione a sostanze a rischio, collocazione della CPAP la motivazione al trattamento (in tariffario. Risulta così non semriferimento alla prevenzione car- plice ottenere un riconoscimendiovascolare e accidentale). to formale di questa attività sia nell’iter ospedaliero per i pazienti Informare sugli effetti ricoverati che, a maggior ragione, collaterali della CPAP per coloro che accedono ambuUn ultimo punto da sottolineare è latorialmente. L’auspicio è che che l’educazione da parte del pro- in futuro si possa formalizzare fessionista non dovrebbe trascu- anche questo aspetto nella comrare l’anticipazione dei frequenti plessa gestione dei pazienti con effetti collaterali riguardo all’uso disturbi respiratori nel sonno. della CPAP. Conoscendoli fin dal Sonia Carli principio e sapendo che per essi Centro di Medicina in Sonno esistono delle soluzioni efficaci, ad indirizzo cardiorespiratorio il paziente avrà così la possibiFondazione “S.Maugeri” lità di non sottovalutarli nel moI.R.C.C.S. Divisione mento in cui, eventualmente, si di Pneumologia Riabilitativa presenteranno, ma potrà viverli Istituto Scientifico di Veruno con estrema serenità con i suoi Novara BIBLIOGRAFIA 1. Olsen S, Smith S, Oei TP. Adherence to Continuous Positive Airway Pressure Therapy in Obstructive Sleep Apnoea sufferers: A theoretical approach to treatment adherence and intervention. Clinical Psychology Rewiev 2008;28(8):1355-71. 2. Meurice JC, Ingrand P, Portier F, Arnulf I, Rakotonanahari D, et al. A multicentre trial of education strategy at CPAP induction in the treatment of severe sleep apnoea-hypopnoea syndrome. Sleep Med, 2007;8:37-42. 3. Tyrrel J, Poulet C, Pepin JL, Veale D. A preliminary study of psychological factors affecting patients acceptance of Cpap therapy for sleep apnoea syndrome. Sleep Med, 2006;7:375-379. 4. Haynes PL. The role of behavioural sleep medicine in the assessment and treatment of sleep disordered breathing.Clin Psychology Rev, 2005;25:673-705. 5. Golay A, Girard A, Grandin S, Metrailler JC, Victorion M, et al. A new educational program for patients suffering from sleep apnea syndrome. Patient Education and Counseling, 2006;60:220-227. Associazione Italiana Medicina del Sonno 16 Sonno Med n.4 2010 Flash notizie in breve In un studio pubblicato sul numero di Sleep, Krystal et al. evidenziamo l'efficacia della doxepina a 1 e 3 mg nel trattare l'insonnia di soggetti anziani senza determinare severi effetti collaterali. Sonno e letteratura Koenings et al. sul Journal of Neuroscience di Novembre rilevano su 192 pazienti con lesioni cerebrali focali che le alterazioni della corteccia dorsomediale frontale di sinistra presentano un’associazione con l’insonnia moderata-severa. In un lavoro sperimentale pubblicato su Journal of Sleep Research, Shin et al. hanno studiato la possibilità di prevenire gli incidenti stradali durante un test di guida simulata utilizzando la valutazione dei movimenti oculari lenti. Durante i movimenti oculari lenti gli incidenti erano significativamente aumentati, ma questi non si verificavano se veniva prodotto uno stimolo risvegliante associato ai movimenti oculari. In uno studio epidemiologico condotto su oltre 50000 soggetti finlandesi e pubblicato su Sleep, Salo et al. hanno evidenziato come i disturbi del sonno predicano la disabilità correlata al lavoro ed il ritardo nel rientro sul posto di lavoro. In un lavoro sperimentale condotto sulle interazioni tra attività dei fusi del sonno e capacità cognitive, Tamminen et al. evidenziano come l’attività dei fusi del sonno sia fondamentale nell’integrare nuove memorie verbali con le conoscenze già possedute dall’individuo. Goel et al., in uno studio pubblicato su Neurology, sottolinea il ruolo dell’antigene leucocitario HLA DQB1*0602 nel determinare una differenza interindividuale nella sonnolenza, fatica e caratteristiche del sonno. I soggetti positivi per questo antigene presentano maggiore sonnolenza, un sonno più frammentario e una differente risposta alla deprivazione di sonno. L’antigene potrebbe quindi rappresentare un biomarker dell’assetto ipnologico soggettivo. Aurora et al. nel numero di Ottobre di Sleep aggiornano i “practice parameters” per la terapia chirurgica dell’OSAS, sottolineando la complessità di tale approccio, le molteplici possibilità terapeutiche, con limiti e vantaggi di ognuna di esse, e la necessità di ulteriori studi per raggiungere un maggior livello di evidenza, che appare sempre più necessario. Associazione Italiana Medicina del Sonno 17 È dunque tanto grave dormire a teatro? […] Chi una sola volta si è addormentato a un concerto, o alla rappresentazione di un melodramma, o anche a un’opera drammatica, sa che nel momento del passaggio dallo stato di veglia al sonno, in questo punto detto la soglia, la rappresentazione o la melodia o il dialogo si liberano da ogni scoria, diventano liquidi, celestiali. I sensi fatti più acuti colgono ogni più lieve sfumatura dell’orchestra, del canto, della voce dell’attore, e li ricevono come un indimenticabile e personale messaggio. Quante volte in quegli istanti lo spettatore non ha creduto di capire tutto, anzi di intuire? È in quegli istanti che abbiamo lo spettatore perfetto, unico, ideale. Il problema consisterebbe a mio avviso nel mantenerlo in quello stato per tutta la durata dello spettacolo; problema difficile poiché in genere lo spettatore scivola verso il sonno profondo o viene svegliato dal suo stesso ronfare o dagli applausi. E il senso di colpa che subito lo afferra lo spinge a rifiutare quel molto che il dormiveglia gli ha comunicato di vero, di definitivo, di libero. Ennio Flaiano Lo spettatore addormentato Adelphi, 2010, pag. 245-246 Sonno Med n.4 2009 2010 BOLLETTINO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI MEDICINA DEL SONNO AL 20° CONGRESSO ESRS L’AIMS CONFERMA IL SUO RUOLO DI PRESTIGIO le portoghese, una città affascinante, che ha saputo regalare ai suoi ospiti un’atmosfera umana e Con 1096 abstract, simposi, sessioni orali, poster, corsi di insegnamento, video-sessioni, tavole rotonde e incontri “meet the professor” si è svolto Lisbona, dal 14 al 18 settembre scorsi, il programma scientifico del 20° Congresso della European Sleep Research Society (ESRS). Un congresso che ha ospitato oltre 1500 partecipanti a fronte dei circa 950 soci iscritti alla società. Una ESRS che sta lentamente cambiando pelle, con sempre maggiore attenzione alla componente clinica: non solo come temi prescelti, ma anche per il crescente coinvolgimento delle società di medicina del sonno nazionali che operano in Europa. Tra queste, va ricordata la Assembly of National Sleep Societies (ANSS), composta dai presidenti delle società nazionali di medicina del sonno, che sta lavorando alla stesura di protocolli condivisi per la definizione di standard europei per il titolo di esperto in medicina del sonno e criteri di accreditamento dei centri di medicina del sonno. Ma torniamo al congresso ESRS. A Lisbona sono state delineate iniziative internazionali sulla creazione di un network europeo sull’insonnia, ed è stato aggiornato il database dell’ESADA per il censimento dei disturbi respiratori in sonno. Tra le notizie di maggiore soddisfazione, va annoverata l’elezione di Lino Nobili nel ruolo di Assistant Secretary e di Raffaele Manni come membro del Comitato Scientifico. Un motivo di orgoglio per la scuola italiana che conferma un ruolo di prestigio sul palcoscenico internazionale nella dolce capitaAssociazione Italiana Medicina del Sonno ambientale garbata, avvolgente e sempre coinvolgente. Liborio Parrino Cari amici, a nome del board dell’AIMS vi informo, con profondo dolore, della prematura scomparsa del Professor Pasquale Montagna. Ero con lui a Monaco di Baviera quando si manifestarono i primi sintomi della malattia, costringendolo a rientrare a casa anticipatamente. Ora, la malattia contro la quale ha lottato a viso aperto, con determiIl Professor Pasquale Montagna. nazione e coraggio, lo ha purtroppo sopraffatto. Desidero ricordarne la grande caratura scientifica, la curiosità, la pronta intelligenza, le doti didattiche, manifestate anche nella gestione del dottorato di ricerca in medicina del sonno. Degno erede della grande tradizione della Scuola di Bologna, è stato sempre vicino alla nostra associazione e ha contribuito a rendere grande nel mondo la reputazione della neurologia e della medicina del sonno italiane. Siamo vicini in questo momento di immenso dolore alla sua famiglia ed al Professor Elio Lugaresi, nostro Presidente fondatore, che nel Professor Montagna aveva probabilmente identificato il suo erede spirituale. Arrivederci caro Pasquale. Gian Luigi Gigli 15° CORSO RESIDENZIALE DI MEDICINA DEL SONNO Dal 2 all’8 aprile si terrà, al Centro Residenziale Universitario di Bertinoro, il 15° Corso Residenziale di Medicina del Sonno. Organizzato dall’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS), l’appuntamento, a numero chiuso, prevede un numero massimo di 60 partecipanti. Le iscrizioni terminano il 25 febbraio e la quota di partecipazione è di 1.400 euro. Per iscrizioni e ulteriori informazioni: www.sonnomed.it, oppure, www.avenuemedia.eu. 18 Sonno Med n.4 2010 Una pittoresca immagine di Pavia. XXI° CONGRESSO NAZIONALE AIMS Il XXI° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Medicina del Sonno si terrà a Pavia dal 2 al 5 ottobre 2011. Per maggiori informazioni ed aggiornamenti, vedere il sito www. sonnomed.it. si è tenuta una conferenza didattica dove sono stati presentati i dati dello studio multicentrico D.A.R.I.A. sul rischio embolico nei pazienti con OSAS e forame ovale pervio (FOP). Il nostro presidente, il Professor Gian Luigi Gigli (Udine) ed il Dottor Alfonso Ciccone (Stroke Unit, Ospedale Niguarda, Milano) hanno brillantemente esposto i risultati, sottolineando come la coesistenza di FOP ed apnee ostruttive di lunga durata (>20 sec) aumenti significativamente il rischio di ictus nel sonno. I dati, ottenuti da 335 pazienti reclutati da 15 stroke unit e neurologie italiane, hanno sicuramente importanti ripercussioni per quel che riguarda la prevenzione primaria e secondaria dell’ictus ed aggiungono significative informazioni sulle relazioni tra FOP e malattie cerebrovascolari. L’ictus, nell’ambito delle malattie neurologiche, ma non solo, è sicuramente una delle patologie neurologiche più significative, diffuse ed invalidanti. Per questo motivo, la conferenza didattica è stata oggetto di interesse e partecipazione e dell’argomento se ne è parlato anche nei giorni suc- 6° CORSO NAZIONALE DISTURBI RESPIRATORI NEL SONNO Il 6° Corso Nazionale Disturbi Respiratori nel Sonno si terrà Mondello, in provincia di Palermo, dal 2 al 5 febbraio. La tre giorni è organizzata dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) e dal Gruppo di Studio Disturbi Respiratori nel Sonno. Per informazioni: www.aiponet.it. LA MEDICINA DEL SONNO PROTAGONISTA AL CONGRESSO SIN Al Congresso della Società Italiana di Neurologia (SIN), tenutosi a Catania dal 23 al 27 ottobre 2010, la medicina del sonno ha avuto particolare spazio e rilievo. Infatti, nella giornata di apertura, Associazione Italiana Medicina del Sonno 19 cessivi. Il tema della conferenza è stato successivamente ribadito e allargato anche nella consueta giornata di studio dell’AIMS, moderata dal Dottor Marco Zucconi (Milano) e dal Dottor Roberto Sterzi (Milano) e dedicata ai disturbi del sonno ed al rischio cardiovascolare. Sono stati affrontati vari argomenti di attuale interesse, come la privazione di sonno (Ferri, Troina), la sindrome delle gambe senza riposo (Manconi, Milano), la coesistenza di forame ovale pervio ed OSAS (Gigli, Udine) e la CPAP nella fase acuta dell’ictus (Nobili, Milano). Infine, anche la sessione poster dedicata alla medicina del sonno è stata di particolare interesse perché ha visto la partecipazione di brillanti giovani con argomenti disparati: la genetica dei ritmi circadiani, la malattia di Parkinson, la cefalea, il lavoro a turni, i disturbi del respiro nell’ictus, la RLS, le ipersonnie, la sleep endoscopy nel groaming e l’effetto dei farmaci epilettici sulla struttura del sonno. Lino Nobili I CONGRESSI INTERNAZIONALI Segnaliamo, qui di seguito, alcuni appuntamenti da mettere in calendario per il 2011. Minneapolis, USA, 11-15 giugno 2011 L’annuale congresso del Sonno organizzato dalla Associated Professional Sleep Societies negli USA, e giunto quest’anno alla venticinquesima edizione, si terrà a Minneapolis dall’11 al 15 giugno. Per ulteriori informazioni: www.sleepmeeting.org. Quebec City, Canada, 10-15 settembre 2011 Il prossimo e quarto congresso della WASM (World Association of Sleep Medicine) si terrà in Canada a Quebec City dal 10 al 15 settembre 2011. Deadline per inviare contributi scientifici: 1° marzo 2011. Per ulteriori informazioni: www.wasm2011.org. Sonno Med n.4 2010 Associazione Italiana Medicina del Sonno 20 Sonno Med n.4 2010 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE STILNOX 10 mg compresse rivestite con film. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA Ogni compressa rivestita con film contiene: Principio attivo: zolpidem tartrato 10 mg. Eccipienti: lattosio monoidrato 90,4 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA Compresse rivestite con film, divisibili. 4. INFORMAZIONI TERAPEUTICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche Trattamento a breve termine dell’insonnia. Le benzodiazepine o le sostanze simil-benzodiazepiniche sono indicate solamente nei casi di insonnia grave, debilitante o tale da causare profondo malessere. 4.2 Posologia e modo di somministrazione La durata del trattamento deve essere la più breve possibile. Generalmente tale durata varia da alcuni giorni a due settimane con un massimo di quattro settimane inclusa la fase di sospensione del farmaco. Talvolta può rendersi necessario prolungare il periodo massimo di trattamento; in tal caso, questo non deve essere effettuato senza aver prima rivalutato la situazione del paziente. Il farmaco deve essere assunto al momento di coricarsi. Dosaggio La dose giornaliera è di 10 mg da assumere immediatamente prima di coricarsi o quando si è già coricati. Nei pazienti anziani o debilitati che possono essere particolarmente sensibili agli effetti dello zolpidem ed in pazienti con insufficienza epatica che non eliminano il farmaco così rapidamente come i soggetti normali, viene raccomandata una dose di 5 mg che sarà superata solo in casi eccezionali. Comunque, per qualsiasi paziente, la dose totale di zolpidem non deve superare i 10 mg. 4.3 Controindicazioni Ipersensibilità al principio attivo (zolpidem) o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Miastenia grave. Insufficienza respiratoria acuta e/o grave. Sindrome apneica durante il sonno. Somministrazione a bambini e adolescenti sotto i 18 anni. Insufficienza epatica grave. Gravidanza ed allattamento (vedere paragrafo 4.6). 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego Prima di prescrivere un ipnotico, se possibile, si deve identificare la causa dell’insonnia e trattare i fattori che ne stanno alla base. Un trattamento di 7-14 giorni senza risultati clinici può indicare la presenza di un disturbo fisico o psichiatrico primario e il paziente deve essere attentamente rivalutato ad intervalli regolari. TOLLERANZA: Dopo un uso ripetuto per alcune settimane, si può verificare una certa riduzione dell’effetto ipnoinducente delle benzodiazepine o delle sostanze simil-benzodiazepiniche a breve emivita. DIPENDENZA: L’uso delle benzodiazepine o delle sostanze simil-benzodiazepiniche può portare a dipendenza fisica e psichica da questi farmaci. Il rischio di dipendenza aumenta in funzione del dosaggio e della durata del trattamento; è inoltre maggiore nei pazienti con precedenti di disturbi psichiatrici e/o di abuso di alcol o di sostanze stupefacenti. Questi pazienti dovrebbero essere attentamente monitorati quando assumono benzodiazepine o sostanze simil-benzodiazepiniche. Nei casi in cui si sia sviluppata dipendenza fisica, l’interruzione brusca del trattamento provocherà sintomi da sospensione, che possono includere: cefalea, dolori muscolari, ansia estrema, tensione, agitazione, confusione e irritabilità. In casi gravi possono verificarsi i seguenti sintomi: derealizzazione, depersonalizzazione, iperacusia, intorpidimento e formicolio alle estremità, ipersensibilità alla luce, al rumore e al contatto fisico, allucinazioni o attacchi epilettici. INSONNIA REBOUND: Alla sospensione del farmaco ipnoinducente può verificarsi una sindrome transitoria che consiste nella ricomparsa, in forma accentuata, dei sintomi che avevano indotto al trattamento con il farmaco. Essa può essere accompagnata da altre reazioni quali cambiamenti d’umore, ansia e agitazione, o disturbi del sonno. Tale sindrome si presenta con maggiore probabilità se la somministrazione del farmaco viene interrotta bruscamente; pertanto il trattamento deve essere sospeso gradualmente. DURATA DEL TRATTAMENTO: La durata del trattamento deve essere la più breve possibile (vedere paragrafo 4.2) e non deve superare le 4 settimane inclusa la fase di sospensione del farmaco. La durata del trattamento non deve essere prolungata oltre tale periodo, senza una rivalutazione della situazione del paziente. Può essere utile informare il paziente, all’inizio del trattamento, che questo sarà di durata limitata e spiegare esattamente come dovrà essere progressivamente ridotto il dosaggio. Inoltre, è importante che il paziente sia a conoscenza della possibilità che si verifichino fenomeni rebound, riducendo così al minimo l’ansia provocata da tali sintomi nel caso questi dovessero insorgere nella fase di sospensione del farmaco. Sembra che, nel caso di benzodiazepine o di sostanze simil-benzodiazepiniche con durata d’azione breve, i fenomeni da sospensione possano manifestarsi nell’intervallo tra due assunzioni. AMNESIA: Le benzodiazepine o le sostanze simil-benzodiazepiniche possono provocare amnesia anterograda. Il più delle volte questo effetto si manifesta diverse ore dopo l’assunzione del farmaco; per ridurre tale rischio, i pazienti devono assicurarsi di poter avere un periodo ininterrotto di sonno di 7-8 ore (vedere paragrafo 4.8). ALTRE REAZIONI PSICHIATRICHE E “PARADOSSE”: Durante l’uso di benzodiazepine o di sostanze simil-benzodiazepiniche possono verificarsi: inquietudine, aggravamento dell’insonnia, agitazione, irritabilità, aggressività, deliri, collera, incubi notturni, allucinazioni, psicosi, comportamento anormale e altri effetti collaterali di tipo comportamentale noti per presentarsi quando si utilizzano agenti ipnotici/sedativi come zolpidem. Qualora ciò si verificasse, l’uso del farmaco deve essere sospeso. La comparsa di tali reazioni è più probabile nei bambini e negli anziani. SONNAMBULISMO E COMPORTAMENTI ASSOCIATI: In pazienti che assumevano zolpidem e che non erano completamente svegli sono stati segnalati sonnambulismo e altri comportamenti associati come guidare nel sonno, preparare e mangiare cibo, telefonare, avere rapporti sessuali, con amnesia per l’evento. Sembra che, sia l’uso di alcol e di altri deprimenti del SNC insieme a zolpidem, sia l’uso di zolpidem a dosi che superano la dose massima consigliata, aumentino il rischio di tali comportamenti. Si deve considerare attentamente l’interruzione del trattamento con zolpidem nei pazienti che presentano tali comportamenti (ad esempio guidare nel sonno), per i rischi per il paziente e gli altri (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). GRUPPI PARTICOLARI DI PAZIENTI: • Anziani: vedere paragrafo 4.2. • Si richiede cautela nel prescrivere zolpidem a pazienti con insufficienza respiratoria cronica, poichè le benzodiazepine possono deprimere la funzione respiratoria. • Le benzodiazepine e le sostanze simil-benzodiazepiniche non sono indicate per il trattamento di pazienti con grave insufficienza epatica, poichè questi farmaci possono far precipitare un’encefalopatia. • Le benzodiazepine e le sostanze similbenzodiazepiniche non sono raccomandate quale trattamento primario delle malattie psicotiche. • Le benzodiazepine e le sostanze simil-benzodiazepiniche non devono essere utilizzate da sole per il trattamento della depressione o dell’ansia associata a depressione (in tali pazienti potrebbero aumentare le tendenze suicide). Anche se non sono state dimostrate interazioni farmacocinetiche e farmacodinamiche di significato clinico con gli antidepressivi SSRI (vedere paragrafo 4.5), zolpidem, come le altre benzodiazepine e sostanze simil-benzodiazepiniche, deve essere somministrato con cautela nei pazienti con sintomi di depressione. In tali pazienti possono rilevarsi tendenze suicide e di conseguenza deve essere fornita la minima quantità di farmaco utile, a causa della possibilità di sovradosaggio intenzionale da parte del paziente. Una depressione preesistente può essere rivelata durante l’utilizzo di zolpidem. Poiché l’insonnia può essere un sintomo di depressione, il paziente deve essere rivalutato se l’insonnia persiste. • Le benzodiazepine e le sostanze simil-benzodiazepiniche devono essere usate con estrema cautela in pazienti con precedenti di abuso di alcol o di stupefacenti. Informazioni importanti su alcuni eccipienti. Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi o da malassorbimento di glucosio/galattosio non devono assumere questo medicinale. 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione Alcol: non si raccomanda l’assunzione contemporanea di alcol. L’effetto sedativo può essere aumentato se il farmaco viene assunto in concomitanza con alcol. Ciò influenza negativamente la capacità di guidare veicoli o usare macchinari. Farmaci ad effetto deprimente sul Sistema Nervoso Centrale (SNC): In caso di uso in associazione con antipsicotici (neurolettici), ipnotici, ansiolitici/sedativi, antidepressivi, analgesici narcotici, farmaci anti-epilettici, anestetici e antistaminici sedativi, si può verificare un aumento dell’effetto deprimente a livello centrale. Tuttavia nel caso di associazione con antidepressivi SSRI (fluoxetina e sertralina) non sono state evidenziate a livello clinico significative interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche. Nel caso di analgesici narcotici, si può manifestare anche un’accentuazione del senso di euforia, che conduce ad un aumento della dipendenza psichica. Inibitori e induttori del CYP450: Le sostanze che inibiscono il citocromo P450 possono aumentare l’attività delle benzodiazepine o sostanze simil-benzodiazepiniche, come lo zolpidem. Zolpidem viene metabolizzato da diverse isoforme dell’enzima epatico citocromo P450: il principale enzima è il CYP3A4 con il contributo del CYP1A2. L’effetto farmacodinamico di zolpidem diminuisce quando zolpidem è associato alla rifampicina (induttore del CYP3A4). Tuttavia quando zolpidem viene somministrato con itraconazolo (inibitore del CYP3A4) la sua farmacocinetica e la sua farmacodinamica non vengono significativamente influenzate. Il rilievo clinico di tali risultati non è noto. La somministrazione concomitante di zolpidem e di un forte inibitore del CYP3A4, il ketoconazolo (200 mg due volte al giorno) ha prolungato l’emivita di eliminazione dello zolpidem, ha aumentato l’AUC totale e ha diminuito la clearance orale apparente in confronto a zolpidem più placebo. L’AUC totale di zolpidem, quando somministrato con ketoconazolo, aumenta di un fattore di 1,83 in confronto a zolpidem da solo. Non si considera necessario adattare il dosaggio usuale di zolpidem, ma si devono avvisare i pazienti che l’uso di zolpidem con ketoconazolo può aumentare gli effetti sedativi. Altri farmaci: Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche significative quando zolpidem viene somministrato associato a warfarin, digossina, ranitidina o cimetidina. 4.6 Gravidanza e allattamento Gravidanza Come precauzione zolpidem deve essere evitato in gravidanza e allattamento. Non sono disponibili, o sono molto limitati, i dati di zolpidem in pazienti in gravidanza. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti relativamente allo sviluppo di tossicità riproduttiva. Se il farmaco viene prescritto a una donna in età fertile, questa deve essere avvertita di contattare il Medico per la sospensione del trattamento, nel caso intenda intraprendere una gravidanza o sospetti di essere gravida. Se, per assolute necessità mediche, lo zolpidem deve essere somministrato in fase avanzata di gravidanza, o durante il parto, si possono prevedere sul neonato effetti quali: ipotermia, ipotonia e depressione respiratoria moderata, causati dall’azione farmacologica del farmaco. Sono stati riportati casi di grave depressione respiratoria neonatale quando zolpidem è stato usato con altri farmaci ad effetto deprimente sul SNC al termine della gravidanza. Inoltre, i bambini nati da madri che assumevano benzodiazepine o sostanze simil-benzodiazepiniche su base cronica durante le ultime fasi della gravidanza, possono sviluppare dipendenza fisica e possono presentare un certo rischio di manifestare sintomi da astinenza nel periodo post-natale. Allattamento Poichè le benzodiazepine o le sostanze simil-benzodiazepiniche sono state ritrovate nel latte materno, lo zolpidem non deve essere somministrato alle madri durante l’allattamento. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari Effetti quali sedazione, amnesia, difficoltà di concentrazione e debolezza muscolare possono influenzare negativamente la capacità di guidare autoveicoli o usare macchinari. Nel caso di insufficiente durata del sonno, può aumentare la probabilità di riduzione della vigilanza (vedere paragrafo 4.5): un periodo di sonno continuato durante la notte (7-8 ore) può ridurre tale rischio. 4.8 Effetti indesiderati Quando possibile viene utilizzata la seguente scala di frequenze secondo CIOMS: molto comune >10%; comune >1 e <10%; non comune >0,1 e <1%; raro >0,01 e <0,1%; molto raro <0,01%. Non noto: non può essere valutato sulla base dei dati disponibili. Con zolpidem esiste l’evidenza della comparsa di effetti avversi dose-correlati, in particolare di alcuni eventi a carico del SNC. Come raccomandato al paragrafo 4.2, questi effetti dovrebbero in teoria essere di minore entità se zolpidem viene somministrato immediatamente prima di coricarsi o quando si è già coricati. Tali effetti si verificano con maggior frequenza nei pazienti anziani. Patologie del sistema nervoso Comune: sonnolenza, cefalea, capogiri, aumento dell’insonnia, amnesia anterograda (effetti amnesici possono essere associati a comportamento inappropriato). Non noto: diminuzione del livello di coscienza. Disturbi psichiatrici Comune: allucinazioni, agitazione, incubi. Non comune: stato confusionale, irritabilità. Non noto: inquietudine, aggressività, delirio, collera, comportamento anormale, sonnambulismo (vedere paragrafo 4.4), dipendenza (dopo interruzione del trattamento possono presentarsi sindrome da sospensione del farmaco o effetti rebound), alterazioni della libido. Molti di questi effetti psichiatrici indesiderati sono correlati a reazioni paradosse. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune: stanchezza. Non noto: alterazioni dell’andatura, tolleranza al farmaco, cadute (soprattutto nei pazienti anziani e quando non si assume zolpidem secondo prescrizione). Patologie dell’occhio Non comune: diplopia. Patologie gastrointestinali Comune: diarrea, nausea, vomito, dolore addominale. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Non noto: debolezza muscolare. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non noto: rash, prurito, orticaria, iperidrosi. Patologie epatobiliari Non noto: enzimi epatici elevati. Disturbi del sistema immunitario Non noto: edema angioneurotico. 4.9 Sovradosaggio. Segni e sintomi. In casi di sovradosaggio con zolpidem da solo o in associazione ad altri farmaci o sostanze che deprimono l’attività del SNC (incluso l’alcol) sono state segnalate una riduzione dello stato di coscienza fino al coma e una sintomatologia più grave che comprende conseguenze fatali. Trattamento. Nel trattamento del sovradosaggio da qualsiasi specialità medicinale, è necessario tenere presente che potrebbero essere state assunte più sostanze. In caso di sovradosaggio di benzodiazepine o sostanze simil-benzodiazepiniche, bisogna indurre il vomito (entro 1 ora) se il paziente è cosciente oppure effettuare una lavanda gastrica, con protezione delle vie aeree, se il paziente è in stato di incoscienza. Se lo svuotamento dello stomaco non dovesse portare ad alcun vantaggio, somministrare carbone attivo per ridurre l’assorbimento. Le funzioni cardiovascolari e respiratorie devono essere attentamente monitorizzate nell’unità di terapia intensiva. Farmaci sedativi dovrebbero essere evitati anche in caso di eccitazione psicomotoria. Il flumazenil può essere un utile antidoto nel caso siano stati osservati sintomi gravi. Tuttavia la somministrazione di flumazenil può contribuire all’insorgenza di sintomi neurologici (convulsioni). Lo zolpidem non è dializzabile. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche Categoria farmaco terapeutica: farmaci benzodiazepino-correlati. Codice ATC: N05CF02 Zolpidem è una imidazopiridina che si lega preferenzialmente al sottotipo recettoriale omega-1 (anche conosciuto come sottotipo BZ1) che è la sottounità alfa-1 del complesso recettoriale GABA-A, mentre le benzodiazepine si legano in modo non selettivo ai sottotipi recettoriali omega-1 e omega-2. La modulazione del canale dell’anione cloro a seguito dell’interazione con questo sottotipo recettoriale porta agli specifici effetti sedativi dimostrati con zolpidem. Questi effetti sono neutralizzati dagli antagonisti benzodiazepinici quali il flumazenil. Negli animali: il legame selettivo di zolpidem al recettore omega-1 può spiegare la virtuale assenza a dosi ipnotiche di effetti miorilassanti e anticonvulsivanti. Tali effetti sono di norma presenti con le benzodiazepine, le quali non sono selettive per il recettore omega-1. Nell’uomo: zolpidem diminuisce il tempo di latenza del sonno e il numero dei risvegli. Aumenta la durata e la qualità del sonno. Tali effetti sono associati ad un EEG caratteristico, differente da quello determinato dall’uso di benzodiazepine. Zolpidem ha dimostrato di preservare i vari stadi del sonno in studi che valutano la percentuale di tempo che occupa ogni stadio. Alle dosi raccomandate zolpidem non influenza la durata del sonno paradosso (REM). Il mantenimento degli stadi di sonno profondo (stadi 3 e 4 o sonno ad onde lente) può essere spiegato dal legame selettivo di zolpidem con i siti omega-1. Tutti gli effetti di zolpidem sono antagonizzati dall’antagonista per le benzodiazepine flumazenil. Pazienti pediatrici: Nei pazienti di età inferiore ai 18 anni non è stata stabilita la sicurezza e l’efficacia di zolpidem. In uno studio di 8 settimane in pazienti pediatrici (età compresa tra 6 e 17 anni) con insonnia associata a disturbi da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), i disturbi psichiatrici e del sistema nervoso hanno documentato gli eventi avversi correlati al trattamento più frequentemente osservati con zolpidem verso placebo, in particolare capogiri (23,5% vs. 1,5%), cefalea (12,5% vs. 9,2%) e allucinazioni (7,4% vs. 0%) (vedere paragrafo 4.3). 5.2 Proprietà farmacocinetiche Assorbimento Zolpidem ha un rapido assorbimento e una rapida azione ipnotica. Dopo somministrazione orale, la biodisponibilità dello zolpidem é di circa 70%, in relazione ad un modesto metabolismo da primo passaggio. Il picco di concentrazione plasmatica viene raggiunto tra le 0,5 e le 3 ore dopo la somministrazione. Distribuzione A dosi terapeutiche il profilo farmacocinetico di zolpidem è lineare e non è modificato dalla somministrazione ripetuta. L’entità del legame alle proteine plasmatiche é di circa il 92,5% ± 0,1%. L’emivita di eliminazione è breve, con un valore medio di 2,4 ore (± 0,2 ore) e una durata d’azione che raggiunge le 6 ore. Il volume di distribuzione negli adulti é 0,54 ± 0,02 l/kg e diminuisce a 0,34 ± 0,05 l/kg nel paziente molto anziano. Escrezione Zolpidem é escreto sotto forma di metaboliti inattivi, principalmente nelle urine (56%) e nelle feci (37%). I metaboliti non interferiscono con il legame di zolpidem alle proteine. Zolpidem non è dializzabile. Le concentrazioni plasmatiche negli anziani e nei pazienti epatopatici sono aumentate: di conseguenza la posologia può richiedere un aggiustamento. Nei pazienti con insufficienza renale, dializzati e non dializzati, vi è una moderata riduzione della clearance. Gli altri parametri farmacocinetici rimangono immodificati. Il farmaco non ha alcun effetto di induzione sugli enzimi epatici. Nei pazienti anziani la clearance é ridotta. Il picco di concentrazione é aumentato di circa il 50% senza significativo prolungamento dell’emivita (circa 3 ore). Biodisponibilità In pazienti con insufficienza epatica la biodisponibilità dello zolpidem é aumentata, la clearance é ridotta e l’emivita di eliminazione prolungata (circa 10 ore). 5.3 Dati preclinici di sicurezza STILNOX ha mostrato una tossicità acuta estremamente bassa nell’animale da esperimento. Numerose prove di tossicità subacuta e cronica (fino a 52 settimane) condotte su ratti Sprague-Dawley e scimmie Cynomolgus (macaca fascicularis) a dosi centinaia di volte superiori a quelle consigliate per la posologia giornaliera nell’uomo, non hanno evidenziato anomalie anatomo-patologiche di rilievo né alterazioni significative dei parametri ematologici, ematochimici ed urinari. Gli studi di riproduzione (ratto, coniglio) ed i numerosi test di mutagenesi e cancerogenesi eseguiti, sia in vivo che in vitro, non hanno evidenziato alcun effetto teratogeno e/o embriotossico, né attività genotossica, clastogenica e carcinogenica. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Lattosio monoidrato; cellulosa microcristallina; ipromellosa; carbossimetilamido sodico (tipo A); magnesio stearato. Rivestimento: ipromellosa; titanio diossido (E171); macrogol 400. 6.2 Incompatibilità Non pertinente. 6.3 Periodo di validità 4 anni. 6.4 Precauzioni particolari per la conservazione Nessuna istruzione particolare. 6.5 Natura e contenuto del contenitore Blister termosaldato in PVC e alluminio/PVC - 20 compresse rivestite con film da 10 mg - 30 compresse rivestite con film da 10 mg 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione Nessuna istruzione particolare. 7. TITOLARE DELL’AuTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO sanofi-aventis S.p.A. - Viale L. Bodio, 37/B - Milano 8. NUMERI DELL’AuTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO STILNOX 10 mg compresse rivestite con film, 20 compresse AIC n. 026695027. STILNOX 10 mg compresse rivestite con film, 30 compresse AIC n. 026695015. 9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AuTORIZZAZIONE Rinnovo: 01.06.2005. 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO: Gennaio 2010. Classe di rimborsabilità: C - Prezzo: confezione da 30 compresse da 10 mg, € 16,80 - Regime di dispensazione al pubblico: RR - medicinale soggetto a prescrizione medica - medicinale soggetto al DPR 309/90 e succ. Mod.: Tabella II E. Dep. Min. Sal. 14/11/2003 Per chi passa la notte in bianco e di giorno vede tutto nero