CONGRESSO DI VIENNA
Dopo aver sconfitto Napoleone nella battaglia di Lipsia nell’ottobre del 1813, i
rappresentanti delle principali potenze europee,
si riuniscono a Vienna, dal settembre del ‘14 al
giugno del 1815. La loro intenzione è restaurare il
potere degli antichi sovrani sulla base del
principio di legittimità: i regnanti precedenti
l’epoca napoleonica, devono essere reinsediati
sui loro troni. Bonaparte, nei suoi quasi quindici
anni di regno, ha spodestato molti legittimi
rappresentanti di diverse dinastie, favorendo la
nascita di governi locali filo-francesi, come nel
caso della Repubblica Cisalpina o, sostituendo i
regnanti con politici a lui fedeli, come avvenuto a
Napoli con Gioacchino Murat. Mentre il
principio di equilibrio fu concepito con lo
scopo di non concedere ad alcun paese la
supremazia territoriale in Europa, ma, al
contrario, di equilibrare le forze delle varie
potenze europee in modo che nessuna di queste
potesse prevalere sulle altre. La Francia torna così ai Borbone, con Luigi XVIII, grazie
all'abilità del suo ministro degli esteri Talleyrand. La Prussia aumenta notevolmente il
proprio territorio e l'Impero Asburgico, sotto la guida del principe von Metternich, ottiene
una stabile influenza sui Balcani, e l'Italia settentrionale. Quest'ultima vede il ripristino della
dinastia sabauda in Piemonte, del papa e del granduca di Toscana nel Centro, dei Borbone a
Napoli. La Russia di Alessandro I s’ingrandisce ai danni della Polonia, e infine la Gran
Bretagna di Giorgio III, si impossessa di Malta e di numerose basi nei Caraibi, in Africa e in
Oriente.
Assetto in Italia
Dopo il congresso di Vienna l'Italia fu divisa in una decina di stati (che si ridussero ad otto,
entro una trentina di anni dal Congresso, a causa di alcune annessioni di stati minori ad
entità più vaste). Regno di Sardegna, governato dai Savoia, riottenne il Piemonte e la Savoia
e venne ulteriormente ingrandito con i territori della ex Repubblica di Genova.
Nel resto del nord venne costituito il Regno Lombardo-Veneto sotto il controllo dell'Austria,
comprendente i territori di terraferma della Repubblica di Venezia.
Ma l'obiettivo più importante conseguito dal Congresso è la nascita di un’alleanza tra le
principali potenze europee, che si impegnano a fornirsi reciproco aiuto in caso di esplosione
di moti e rivoluzioni interne. Oltre al nuovo assetto istituzionale e politico dato all'Europa, il
risultato più importante del Congresso di Vienna fu la costituzione della Santa Alleanza fra
l'impero degli zar, il regno di Prussia e l'impero austriaco. Proprio mentre si svolge il
Congresso, Napoleone esule presso l’Isola d’Elba, fugge nel marzo del 1815 e sbarca in
Francia, dove, accolto entusiasticamente dal popolo parigino, riunisce attorno a sé un nuovo
esercito e muove contro i suoi avversari.
Il Congresso decide rapidamente di scatenargli contro una nuova alleanza guidata dal duca
di Wellington. Napoleone sconfitto definitivamente a Waterloo, il 18 giugno del 1815 viene
esiliato a sant’Elena, una piccola isola nell’Atlantico. Il Congresso riesce a ridisegnare la
cartina d’Europa, ma l’intenzione di restaurare gli antichi regimi e di cancellare il passato si
dimostra effimera. Segnata indelebilmente dalla Rivoluzione francese, l’Europa sarà presto
teatro di moti rivoluzionari, che modificheranno in senso costituzionale gli ordinamenti
assolutistici.
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