MZ Il giornale del ribelle - Movimento Zero La legge del paradosso La filosofia di vita o visone del Mondo determina tutte le scelte umane, e si può certamente affermare che ciascuno ha la sua propria, tanto che troviamo più valida l’affermazione dell’adagio popolare “tante teste, tante idee” che non il dogma marxista e scientista, decisamente antiquato e criticabile, della “realtà oggettiva”. Ciò non impedisce che molti esseri umani si raccolgano in gruppi di pensiero, partiti, movimenti e altro ancora, allo scopo di condividere un’idea e portarla meglio avanti, magari per farla trionfare con ancora più grandi masse di persone onde ottenere un cambiamento per il meglio. Fatalmente però, laddove un movimento o un’idea si accresca, è automatico il formarsi nel suo seno di due linee contrapposte che vedono lo sviluppo dell’idea di base in maniere assai divergenti, tanto che ben presto si arriva allo scontro ideologico sovente insanabile, che raramente conduce ad una sintesi, ma più spesso alla scissione e separazione. Questa è la legge o Principio Unico della filosofia Taoista, per cui l’Uno produce il Due ed insieme essi producono il Tre e da lì tutti i fenomeni. Possiamo trovare riferimenti sin dai testi più antichi della saggezza planetaria, tipo la Genesi del pianeta e dell’uomo subito “sdoppiato” in maniera come automatica nei due sessi, la dualità di movimento e quiete, buio e luce, caldo e freddo, destra e sinistra, alto e basso… Questa dinamica che potremmo definire Monismo Dualista o dialettica di Yin e Yang non è una teoria filosofica ma scaturisce dalla osservazione pratica di tutti i fenomeni in tutte le epoche, su ogni scala tanto umana che naturale, una realtà fenomenica alla quale sembrano non sfuggire tutte le cose e tutti gli esseri. Le prove in biologia, astronomia, anatomia, fisica, chimica, scienze dei comportamenti umani, sociologia e quante altre, sono nel senso che la vita è Energia (Qi, Prana o Orgone) dapprima, e poi Materia (Xing), che ogni sistema si muove sulla traccia d’una spirale logaritmica e non linearmente, che il tempo stesso è curvo e non lineare (equazione di Einstein), che persino la Storia umana si evolve in maniera ciclica o spiraliforme e quindi ripete sé stessa, come afferma Toynbee attribuendo il merito della scoperta agli Orientali. In questo senso il Taoismo non è una teoria, un movimento e neanche un’astrazione dalla vita attiva, ma la pura e semplice contemplazione dei fenomeni così come essi si svolgono. Ne consegue che quando l’Uomo vuole agire nella vita, farebbe bene ad osservare il modo di agire “della Terra e del Cielo” cioè i fenomeni naturali, ed imitare questa legge che fondamentalmente è quella del Tutto Cambia, nulla è uguale a sé stesso. Nulla più dell’uomo moderno con le sua scienze ci ha allontanato dalle comuni leggi dell’esistenza, ed ecco perché ci troviamo così nei guai. La trasformazione delle cose inizia sempre, ad un certo punto. Il cambiamento si fa quindi inevitabile. Una delle più compiute forme di pensiero che definirei neo-taoista (il fatto che lo sappia o no, è cosa secondaria) è quello di Massimo Fini in tutti i suoi scritti e libri. L’idea stessa di antimodernità, di decrescita dei consumi, di abbandono della folle ricerca della “Felicità” e di tutti i vizi e nevrosi moderne, alla ricerca della vita eterna e del piacere con mezzi tecnologici artificiali e perseguendo il denaro come un fine, inflazionandolo senza limiti, è parte di un pensiero circolare, che tiene conto delle due forze opposte in gioco in ogni dinamica o situazione. Anche, Fini si rende ben conto di quanto tutto sia cambiato, com’è inevitabile col passar del tempo. Ad esempio, la nostra infatuazione con la democrazia o legge del potere alla maggioranza: fu grazie al volere dei più, che uomini liberi e dirompenti del pensiero dominante come Cristo o Socrate furono mandati a morte. Il meccanismo elettorale odierno, massimo fantoccio di libertà, si regge solo in virtù di media asserviti, di potenti emittenze televisive dove anche l’opposizione è calcolata per illudere lo spettatore/elettore guidandone sapientemente il pensiero. E poi, il falso Dio del denaro cui servono ossequiosi progressisti e conservatori, preti e laici… La cultura decadente è pena di esaltazioni della Morte anche solo nelle forme di spettacolo e di mentalità corrente – “liberazione” sessuale, liberalizzazione di droga e aborto, esaltazione di stili di vita discutibili e completo annientamento di valori antichi sul piano familiare e dei rapporti, salvo poi paradossalmente proporre una vita artificiale su basi scientifiche e tecnologiche, del tutto simile al modello già intuito da Mary Shelley nel lontano 1820 quando scrisse Frankenstein, il Prometeo moderno. La vita è assolutamente paradossale in tutte le sue manifestazioni, è proprio la ricerca di piacere, felicità e di tutto il bene possibile che sta precipitando l’uomo nell’abisso autocostruito in cui stiamo. Come quando l’auto sbanda, è necessario controsterzare. Per lanciar più lontano il sasso, occorre tirare più indietro il braccio. Per salvarci dalla “civiltà” moderna, occorre decrescere. Credo però che ancora non sia chiaro a nessuno, il metodo naturale per cambiare il mondo, prima che il mondo si cambi da solo, magari purgandosi della razza umana. Urge scoprirlo in fretta. Roberto Marrocchesi http://www.giornaledelribelle.com Realizzata con Joomla! Generata: 1 June, 2017, 12:44