MENSILE D’INFORMAZIONE MUSICALE Il ritorno di Jan Lisiecki con Chopin, Schumann e Schubert © Mathias Bothor Jan Lisiecki Sabato 4 Febbraio, al Teatro della Pergola (ore 16), Gli Amici della Musica di Firenze ospitano la prima delle due sole tappe in Italia del ventunenne pianista Jan Lisiecki, formidabile talento canadese ma di famiglia polacca che è già stato acclamato alla Carnegie Hall di New York e nelle maggiori sale concertistiche del mondo. Già applaudito alla Pergola nel 2013, propone un programma incentrato sul romanticismo di Chopin (il fremente Scherzo n.1 op.20, i sognanti Notturni op.48) e di Schumann (i quattro visionari Klavierstücke op.32), ma aperto dalla rigorosa Partita n.3 BWV 827 di Bach e concluso da quel capolavoro di perfette forme in sé compiute che sono i quattro Improvvisi op.142 di Schubert. “Un musicista di sorprendente raffinatezza ed immaginazione” (The Boston Globe) è stato definito Lisiecki, protagonista di incisioni fin dall’età di quindici anni, vincitore di numerosi premi, fra cui il Révélations Radio-Canada Musique (2010) e il Jeune Soliste des Radios Francophones (2011). Elogiato da riviste di prestigio come Diapason (“un virtuoso dotato di un talento straordinario e irresistibilmente naturale”) e il BBC Music Magazine, ha debuttato con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma diretta da Pappano, con la Philadelphia Orchestra e Nézet-Séguin, con la New York diretta da Harding. Specialista anche di musica da camera, ha collaborato con il New Zealand String Quartet e il Quartetto Ebène, ed è stato nominato Ambasciatore Nazionale dei Giovani da UNICEF Canada. Diplomatosi nella natia Calgary, Lisiecki sta perfezionando gli studi musicali alla Glenn Gould School of Music di Toronto. Per saperne di più www.janlisiecki.com Il Quartetto Kelemen per “La morte e la fanciulla” di Schubert Domenica 5 Febbraio, al Saloncino della Pergola (ore 21), torna ospite dei calendari degli Amici della Musica il Quartetto Kelemen, archi ungheresi che si sono imposti all’attenzione con la vittoria al prestigioso Premio Paolo Borciani (2014). Un nuovo appuntamento del ciclo Il mondo del quartetto, che evidenzia anche l’attenzione degli Amici della Musica per le nuove generazioni di musicisti. Programma all’insegna dei grandi classici, con il Quartetto op.59 n.3 di Beethoven, l’ultimo a lui commissionato dal mecenate conte russo Andreas Rasumowsky, e il Quartetto D 810 di Schubert, un affresco tragico e quasi sinfonico che sinistramente cita nel movimento centrale il Lied “La Morte e la Fanciulla”, titolo che ha dato la noto- Quartetto Kelemen rietà a quest’immenso capolavoro della letteratura per quartetto d’archi. I quattro del Kelemen, tutti provenienti da Budapest dove si sono riuniti nel 2009, tornano per far ammirare la freschezza e l’entusiasmo delle loro interpretazioni. Sono cresciuti alla scuola di illustri musicisti come András Schiff, Zoltán Kocsis e Miklós Perényi, hanno già suonato con successo alla Philharmonie di Berlino, all’Auditorium du Louvre di Parigi, alla Wigmore Hall di Londra, e compiuto una tournée in Australia accolta da un pieno successo. In occasione del primo tour americano, il Dallas News ha definito il Quartetto Kelemen come “il più elettrizzante quartetto d’archi degli ultimi anni”. Per saperne di più www.kelemenquartet.hu FEBBRAIO 2017 Il Quartetto Artemis da Beethoven a Rihm © Balazs Borocz Pilvax Studio ANNO XXIX N. 2 Il ciclo Il mondo del Quartetto, punta di diamante della programmazione degli Amici della Musica, prosegue con il doppio appuntamento di Sabato 11 (ore 16) e Domenica 12 Febbraio (ore 21), al Teatro della Pergola: ne è protagonista il Quartetto Artemis, una delle più importanti formazioni da camera di oggi e da anni ospite degli Amici della Musica, che torna per la prima volta nei cartelloni della storica associazione dopo la prematura scomparsa del suo violista Friedemann Weigle. Costituito oggi da Vineta Sareika e Anthea Kreston (violini), da Gregor Sigl (viola) ed Eckart Runge (violoncello), l’Artemis si presenta con programmi specchio di quella versatilità che ne accompagna la carriera fin dagl’inizi. Nel concerto di Sabato, al classico Beethoven del Quartetto op.18 n.3 segue la contemporaneità di Wolfgang Rihm e del suo Grave, composto nel 2005 in memoria di Thomas Kakuska, violista del leggendario Quartetto Alban Berg; un programma che culmina con il Quartetto n. 5 op. 92 di Šostakovič, aguzzo e dall’allucinata fissità, composto nel 1952 ma eseguito solo nel 1953, dopo la morte di Stalin. Domenica l’avvio di serata è affidato al Quartetto n.1 di Janáček, detto “Sonata a Kreutzer” perché ispirato all’omonimo romanzo di Lev Tolstoj, poi seguito dal Bartók del suo Quartetto n.3, fatto di sonorità brutali ma pure di severo contrappunto, e dallo Schumann del Quartetto op.41 n.3, segnato dall’ombra di Beethoven. Prende il nome fiero della dea della caccia (Artemide) questo gruppo di quattro musicisti, riunitisi a Lubecca nel 1989 e impostisi fin dall’inizio per la bellezza del suono e l’entusiasmo luminoso delle loro interpretazioni. Il Quartetto Artemis ha avuto per mentori e guide i Quartetti Emerson, Juilliard e Alban Berg. Vincitore del Premio Paolo Borciani (1997) e del Quartetto Artemis © Felix Broede Premio Accademia Musicale Chigiana di Siena (2004), ha ottenuto anche un importante riconoscimento dalla Fondazione della Beethoven Haus per le sue interpretazioni di Beethoven. Applaudito in tutte le più importanti sale da concerto e festival di Europa, Stati Uniti, Giappone, America, tiene un proprio ciclo di concerti nella Kammermusiksaal della Philharmonie di Berlino, dove ha la sua sede concertistica, e alla Wiener Konzerthaus di Vienna assieme al Quartetto Belcea. Collabora stabilmente con Juliane Banse, Sabine Meyer e Leif Ove Andsnes, e ha al suo attivo una significativa attività discografica. Frequenti sono le sue incursioni anche nella musica contemporanea, testimoniate dall’impegno in prime esecuzioni mondiali di lavori di Jörg Widmann e Thomas Larcher, e dalla creazione di un concorso di composizione. è già stata acclamata in sale prestigiose come la Tonhalle di Zurigo, la Wigmore Hall di Londra, l’Auditorium du Louvre di Parigi. Ha suonato anche accanto a orchestre come la Los Angeles Philharmonic, la London Philharmonic, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, la Filarmonica della Scala, e a direttori come Nézet-Seguin, Pappano e Slatkin. Per saperne di più www.beatriceranapiano.com MarthaArgerich e Lilya Zilberstein, le signore del pianoforte Per saperne di più www.artemisquartet.com al rinomato Concorso Busoni di Bolzano: nel 1957 la Argerich, trent’anni dopo la Zilberstein. Poi l’incontro, sviluppatosi nell’ambito del Progetto Martha Argerich a Lugano, che si è concretizzato nella formazione di un duo applaudito in tutto il mondo, e nel quale convivono il temperamento fiammeggiante e anticonformista dell’argentina Argerich e la sensibilità e la profondità della russa Zilberstein, coppia di artiste sempre capaci di regalare al pubblico grandi emozioni. Agli abbonati degli Amici della Musica e dell’Opera di Firenze/Maggio Musicale Fiorentino è riservata la possibilità di acquistare biglietti a prezzo ridotto (info: 055607440, [email protected]). Per saperne di più www.lilyazilberstein.com Il pianoforte di Alexander Lonquich, il violino di Caroline e il clarinetto di Jörg Widmann per l’Histoire du soldat di Stravinskij © Marie Staggat Beatrice Rana, il pianoforte da Bach a Francesconi Martha Argerich & Lilya Zilberstein © Lennard Ruehle Sabato 18 Febbraio (ore 16), al Teatro della Pergola, un nuovo appuntamento del ciclo Solopiano vede il ritorno in recital della pianista Beatrice Rana, giovane talento fra i più ammirati oggi. Un programma che cavalca i secoli, con la Partita n.2 BWV 826 di Bach (autore prediletto da Beatrice Rana, fin dall’infanzia), la suite Pour le piano di Debussy, personale omaggio alle antiche grafie dei modelli francesi, una nuova composizione (commissione del Borletti Buitoni Trust) di Luca Francesconi, e, per concludere, la visionaria Sonata in si minore di Liszt. Un florilegio degli autori più diversi, emblema del gusto versatile di questa pianista di ventidue anni, origini salentine ma con casa ad Hannover, che si è distinta con le vittorie al Concorso Internazionale di Montreal (2011) e al Concorso Pianistico Internazionale Van Cliburn (2013). Precoce talento musicale cresciuto in una famiglia di musicisti, ha debuttato a soli nove anni, interpretando il Concerto in fa minore BWV 1056 di Bach. Diplomatasi con Benedetto Lupo al Conservatorio Nino Rota di Monopoli, Beatrice Rana Jörg Widmann © Cecopato Beatrice Rana Domenica 19 Febbraio (ore 20), all’Opera di Firenze, la rinnovata collaborazione fra l’Opera di Firenze/Maggio Musicale Fiorentino e gli Amici della Musica Firenze dà vita a un nuovo e prestigioso appuntamento del ciclo I grandi interpreti. Protagoniste due formidabili e celeberrime interpreti del pianoforte, Martha Argerich e Lilya Zilberstein, a Firenze dopo ben otto anni dalla loro ultima apparizione per un concerto coprodotto dalle due realtà musicali storiche della città. Di nuovo assieme, ma ai loro pianoforti sedute l’una di fronte all’altra, per proporre un programma dedicato alla letteratura più rara e affascinante per i due strumenti: i Sei studi in forma di canone op. 56 di Robert Schumann, omaggio a Bach originariamente destinato al singolare pianoforte con pedaliera e sottratto all’oblio grazie alla trascrizione di Debussy qui presentata; il Concerto Pathétique di Liszt, pagina visionaria, virtuosistica e fremente di innovazioni; le Danze Sinfoniche di Rachmaninov, percorse da verve ritmica e da melodie squisitamente russe; in questa veste d’autore, riadattamento della nota versione orchestrale, ebbero la loro prima esecuzione con lo stesso Rachmaninov e il grande Vladimir Horowitz. Un programma che non mancherà di far ammirare ancora una volta le strepitose doti interpretative di due signore del pianoforte, entrambe bambine prodigio e autentiche fuoriclasse della tastiera, legate da amicizia oltre che da un felice sodalizio artistico. A unirle, anche la vittoria riportata Alexander Lonquich Carolin Widmann È un inusuale ma prestigioso trio di musicisti il protagonista del concerto di Lunedì 20 Febbraio (ore 21), al Saloncino del Teatro della Pergola: lo formano il noto pianista Alexander Lonquich e i fratelli tedeschi Caroline e Jörg Widmann, rispettivamente violinista e clarinettista. Si presentano in varie combinazioni strumentali, in un programma che li vede tutti partecipare alla graffiante Suite da Histoire du soldat, fatta di temi rus- Domenica 19 Febbraio, ore 20 - Opera di Firenze I grandi interpreti MARTHA ARGERICH pianoforte In coproduzione con LILYA ZILBERSTEIN pianoforte SCHUMANN: Sei Studi in forma di canone op.56 per due pianoforti (arr. di C. Debussy). LISZT: Concerto Pathétique in mi minore S 258 per due pianoforti. RACHMANINOV: Danze Sinfoniche op.45a per due pianoforti. Biglietti:- Opera di Firenze (piazza Vittorio Gui 1) www.operadifirenze.it - Teatro della Pergola (via della Pergola 24) tel. 0550763333 Concerto fuori abbonamento - Box Office (via delle Vecchie Carceri 1) tel. 055210804 www.boxol.it Sabato 4 Febbraio – ore 16 Teatro della Pergola Turni A, B, Bpiù, P JAN LISIECKI pianoforte Domenica 5 Febbraio – ore 21 Teatro della Pergola - Saloncino Turni A, C QUARTETTO KELEMEN Sabato 11 Febbraio – ore 16 Teatro della Pergola Turni A, B, Bpiù QUARTETTO ARTEMIS Domenica 12 Febbraio – ore 21 Teatro della Pergola - Saloncino Turni A, Bpiù, C QUARTETTO ARTEMIS Sabato 18 Febbraio – ore 16 Teatro della Pergola Turni A, B, Bpiù, P BEATRICE RANA pianoforte Solopiano BACH: Partita in do minore n.2 BWV 826. DEBUSSY: Pour le Piano. FRANCESCONI: Nuova composizione. LISZT: Sonata in si minore. Domenica 19 Febbraio – ore 20 Opera di Firenze Fuori abbonamento In coproduzione con Solopiano BACH: Partita n.3 in la minore BWV 827. CHOPIN: Scherzo n. 1 in si minore op.20. SCHUMANN: Klavierstücke op.32. CHOPIN: Due Notturni op.48. SCHUBERT: Quattro Improvvisi op.142. Il mondo del quartetto SCHUBERT: Quartetto in re minore D 810 “La morte e la fanciulla”. BEETHOVEN: Quartetto in do maggiore op.59 n. 3 “Razumowsky”. Il mondo del quartetto BEETHOVEN: Quartetto in re maggiore op.18 n.3. RIHM: Grave (In Memoriam Thomas Kakuska). ŠOSTAKOVIČ: Quartetto n.5 in si bemolle maggiore op.92. Il mondo del quartetto JANÁČEK: Quartetto n.1 “Sonata a Kreutzer”. BARTÓK: Quartetto n.3 Sz. 85. SCHUMANN: Quartetto in la maggiore op.41 n.3. MARTHA ARGERICH pianoforte LILYA ZILBERSTEIN pianoforte SCHUMANN: Sei Studi in forma di canone op.56 per due pianoforti (arr. di C. Debussy). LISZT: Concerto Pathétique in mi minore S 258 per due pianoforti. RACHMANINOV: Danze Sinfoniche op.45a per due pianoforti. Lunedì 20 Febbraio – ore 21 Teatro della Pergola - Saloncino Turni A, Bpiù, C ALEXANDER LONQUICH pianoforte CAROLINE WIDMANN violino JöRG WIDMANN clarinetto STRAVINSKIJ: Suite da Histoire du Soldat per clarinetto, violino e pianoforte. SCHUMANN: Fantasiestücke op.73 per clarinetto e pianoforte; Sonata per violino e pianoforte n.1 in la minore op.105. BARTÓK: Contrasti per violino, clarinetto e pianoforte Sz. 111. Sabato 25 Febbraio – ore 16 Teatro della Pergola Turni A, B, Bpiù QUARTETTO JERUSALEM MATAN PORAT pianoforte DVOŘÁK: Terzetto per due violini e viola in do maggiore op.74; Quartetto per archi in sol maggiore op.106; Quintetto per pianoforte e archi in la maggiore op.81. Domenica 26 Febbraio – ore 21 Teatro della Pergola - Saloncino Turni A, C JACK QUARTET Lunedì 27 Febbraio – ore 21 Teatro della Pergola Turni A, C, P ALEXANDER LONQUICH pianoforte Il mondo del quartetto New York Stories CRAWFORD SEEGER: Quartetto. WOLFE: Early That Summer. BERMEL: Intonations. FELDMAN: Structures. ERGÜN: Sonare. Solopiano SCHUBERT: Sonata in fa minore D 625; Quattro Improvvisi op.142; Sonata in do minore D 958. BIGLIETTI Teatro della Pergola via della Pergola 32 Firenze (tel. 0550763333), Box Office via delle Vecchie Carceri 1 Firenze (tel. 055210804), Circuito regionale Box Office, on-line sul sito www.boxol.it . Per saperne di più www.carolinwidmann.com www.joergwidmann.com www.kantoratelier.it Matan Porat Omaggio a Dvořák con il Quartetto Jerusalem e Matan Porat al piano È interamente dedicato ad Antonin Dvořák il concerto di Sabato 25 Febbraio (ore 16), al Teatro della Pergola. Le suggestioni più suadenti e i ritmi più scalpitanti del folklore boemo, la freschezza dell’invenzione melodica che nutrono la musica di Dvořák: ascolteremo così il raro Terzetto op.74 per due violini e viola, scritto per un’occasione privata e traboccante di continue idee, il Quartetto op.106, il penultimo del corpus quartettistico del compositore, festoso omaggio ai ritmi e alle melodie della patria Boemia, e per concludere il Quintetto per pianoforte op.81, capolavoro che realizza un’avvincente alchimia fra le atmosfere della tradizione musicale cèca e il rigore di Brahms. A condurci in quest’ammaliante viaggio nell’universo di Dvořák è il Quartetto Jerusalem, formato da musicisti di origini israeliane e salutato con entusiasmo dal New York Times per “passione, precisione, calore”; con loro, nel celebre Quintetto op.81, il pianista di Tel-Aviv Matan Porat, allievo di Maria João Pires e Murray Perahia, come interprete già apprezzato alla Wigmore Hall di Londra e alla Philharmonie di Berlino, ai festival di Marlboro e Verbier, ma molto attivo anche come compositore che si è formato con George Benjamin (oltre a lavori commissionati da Kim Kashkashian e da Avi Avital, ha composto una trilogia di teatro musicale su testi di Kafka, Orwell e Mann). Il Quartetto Jerusalem è acclamatissimo in sale da concerto come la Tonhalle di Zurigo, la Wigmore Hall di Londra, la Salle Pleyel di Parigi, e protagonista di tournées di successo in America e di pluripremiate incisioni. Si esibisce a fianco di artisti come il clarinettista Martin Fröst, il violoncellista Steven Isserlis, il pianista András Schiff. Nel 2016 ha festeggiato i vent’anni di attività affrontando in particolare i Quartetti op.18 di Beethoven e i Quartetti di Bartók. Per saperne di più www.jerusalem-quartet.com www.metanporat.com Jack Quartet © Henrik Olund © Felix Broede Quartetto Jerusalem © Neda Navaee si e di ammiccamenti al ragtime, che Stravinskij trasse dall’omonimo lavoro teatrale da camera nato nel clima della Prima Guerra Mondiale, e ai Contrasti di Bartók, composti invece in piena Seconda Guerra Mondiale su commissione di due autentici virtuosi, il clarinettista Benny Goodman e il violinista Josef Szigeti. Guarda invece all’Ottocento romantico il resto del programma, allo Schumann dei delicati Fantasiestücke op.73 per clarinetto e pianoforte e dell’ardente Sonata per violino e pianoforte n.1 op.105. Tre interpreti di prim’ordine e fra loro legati da una frequente consuetudine nella musica da camera, a cominciare da Alexander Lonquich, figura fra le più originali e carismatiche del panorama concertistico, pianista originario di Trier (Germania) e ormai fiorentino a tutti gli effetti, stretto collaboratore cameristico di artisti come Shlomo Mintz, Steven Isserlis, Frank Peter Zimmermann, ma attivo anche direttore con l’Orchestra da Camera di Mantova, la Camerata Salzburg e la Mahler Chamber Orchestra. Nella sua casa di Firenze, Lonquich ha realizzato Kantoratelie, un open space dedicato alle più diverse espressioni artistiche. Violinista al fianco di direttori come Chailly, Jurowski e Norrington, Caroline Widmann è stata nominata “artista dell’anno” agli International Classical Music Awards (2013) ed è interprete delle prime esecuzioni di pagine espressamente composte per lei (il Concerto per violino di Salvatore Sciarrino). Musicista da camera molto attiva, suona spesso a fianco di Alexander Lonquich ed è direttore artistico del Sommerlichen Musiktage Hitzacker, il più antico festival di musica da camera della Germania. Personalità particolarmente versatile è il fratello Jörg Widmann, che affianca all’attività di clarinettista anche quella di direttore d’orchestra (è direttore ospite principale della Irish Chamber Orchestra). È anche un apprezzato compositore, ‘in residenza’ presso i Bamberger Symphoniker: i suoi quartetti per archi, soprattutto in Germania, fanno parte del consueto repertorio da camera, un suo ciclo di Lieder è stato tenuto a battesimo dal baritono Christian Gerhaher a Vienna, il suo Concerto per pianoforte ha avuto la prima americana grazie a Yefim Bronfman e alla San Francisco Symphony Orchestra, alcune sue composizioni hanno conosciuto le esecuzioni di Pierre Boulez e di Mariss Jansons. Come clarinettista, lo si ascolta spesso al Lincoln Center di New York, al Festival di Salisburgo e al Musikverein di Vienna. Per lui hanno composto Wolfgang Rihm, suo maestro di composizione, e Aribert Reimann. New York Stories: il debutto del Jack Quartet La musica di New York, raccontata attraverso tre generazioni di compositori, dal Novecento ai nostri giorni: è l’avvincente programma proposto dal giovane, dinamico Jack Quartet, che “elettrizza il pubblico di tutto il mondo per l’esplosivo virtuosismo” (Boston Globe) e ora al suo debutto nei cartelloni degli Amici della Musica, Domenica 26 Febbraio (ore 21), al Saloncino della Pergola. “New York Stories”, questo il titolo della serata, inizia con il Quartetto per archi di Ruth Crawford-Seeger (1901-1953), compositrice ispirata anche dal folklore americano e a sua volta destinata a lasciare tracce nello stile di Elliot Carter, e qui autrice di Quartetto (1931). Poi ancora una donna compositore, Julia Wolfe (1958), dallo stile che sintetizza in forme classiche il gusto del minimalismo per le ripetizioni e l’energia del rock; ama scrivere per gli archi, come testimonia Early That Summer (1993) che ascolteremo, una delle sue composizioni più significative. Con Derek Bermel (1967) e le sue Intonations (2016) arriviamo direttamente ai nostri giorni: la pagina, tenuta a battesimo proprio dal Jack Quartet, rimanda nella sua concezione alle caratteristiche della voce umana, secondo suggerimenti tratti dal romanzo L’uomo invisibile di Ralph Ellison, e combina elementi del jazz, del blues, perfino dell’heavy metal. Morton Feldman (1926-1987) è uno dei pilastri della musica americana d’avanguardia: attenzione per il silenzio, appresa dal suo mentore John Cage, e un sistema di notazione rivoluzionario che si esprime con una simbologia grafica essenziale, con riferimenti alle arti figurative come in Structures (1951), dove trapela anche l’amore per la musica di Webern. Conclusione con Cenk Ergün (1978), compositore e improvvisatore di origini turche ma attivo a New York, che ha composto Sonare proprio per il Jack Quartet. Autori e musiche che testimoniano l’ammirevole opera di diffusione della musica statunitense portata avanti dal Jack Quartet, costituitosi mentre i suoi componenti ancora frequentavano le Eastman School of Music di New York e formatosi con i Quartetti Arditti e Kronos, nonché con alcuni musicisti dell’Ensemble Intercontemporain. Già acclamato alla Wigmore Hall di Londra, alla Biennale di Venezia, al Festival di Lucerna, è molto attivo nella diffusione della nuova musica e ha eseguito, spesso commissionandole, partiture di Lachenmann, Rihm e Sciarrino. F.E.P. Per saperne di più http://jackquartet.com www.amicimusica.fi.it Direttore Responsabile Stefano Passigli Redazione e Testi Francesco Ermini Polacci Editore Amici della Musica Via Pier Capponi, 41 50132 Firenze - Tel. 055/607440 Registrazione del Tribunale di Firenze n. 3668 del 26/2/1988 Registro degli operatori di comunicazione n. 5719 Grafica e impaginazione: Mega Punto Effe | Beni - Stampa: Grafiche Martinelli Informazioni [email protected] Biglietteria [email protected] Archivio [email protected] Comunicazione [email protected] Masterclasses [email protected] Promozione [email protected] Segreteria Artistica [email protected]