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Archeologia viva
L
Debiti e problemi finanziari fanno passare l'immagine di una Grecia degenere
nella "grande famiglia" europea, che a
sua volta si dice figlia dell'antica cultura dell'Ellade. Insomma, chi ha degenerato: la madre o la figlia? - Temo che
l'idea stessa per cui noi europei siamo
"figli" della Grecia appartenga alla retorica classicistica. Una retorica che a
volte ha dato frutti splendidi ma che è
ormai superata. Noi ci siamo sempre
rispecchiati nei greci, ma siamo anche
sempre stati molto diversi. La democrazia, la filosofia, il teatro: sono cose
che abbiamo imparato da loro, ma che
abbiamo anche realizzato in maniera
differente. Il nostro regime parlamentare ha poco a che fare con la democrazia diretta della polis greca, così come
ma. Il mondo greco, geograficamente e
cronologicamente, presenta facce molto diverse. La civiltà greca è Atene. Ma è
anche Sparta, Alessandria d'Egitto, Antiochia, Siracusa, Marsiglia, per non
parlare di Bisanzio. La cultura greca arriva fino ai confini dell'India, sull'onda delle armate di Alessandro Magno.
Civiltà greca è anche quella del Gandhara, che si sviluppò nella zona
dell'odierna Peshawar, tra Pakistan e
Afghanistan. Qui i greci influenzano
l'iconografia e la dottrina del buddhismo. Il Milindapanha, ovvero "I detti
di Milinda", uno dei testi chiave del canone buddhista, è affidato alla voce di
un re che in realtà si chiamava Menandro. Anche questa è un'eredità non secondaria della cultura greca.
a civiltà dell'Ellade, per secoli protagonista nel Mediterraneo e oltre, molto complessa, tanta luce e
tante ombre, splendida e al tempo stesUn altro luogo comune riguarda la preso terribile, spietata, come del resto sosunta complementarietà del genio greco
no sempre stati gli uomini e come narra
e di quello romano: grandi letterati e fila grande mitologia greca che la Vita losofi i greci, quanto i romani furono otcon la "V" maiuscola
timi statisti e costruttori.
perché riguarda tutto
Si tratta di considerazioquanto esiste, esseri
ni infondate? -1 greci fuumani e dei, ma anche
rono anche eccellenti
piante, animali, sormatematici e geniali cogenti, montagne, antri,
struttori
di macchine. E,
«Noi europei figli della Grecia? L'idea
fondali marini... - ha
quanto ad abilità politiappartiene alla retorica classicistica saputo interpretare in
ca e lungimiranza da
un complesso cosmico I romani si appropriarono della cultura greca statista, un Pericle o un
intimamente connesso con una perfetta operazione di imperialismo Alessandro Magno standi rappresentazione. È
no senz'altro alla pari
- Per i greci l'amore non era una pulsione con Cesare o con Auguquesto il gran mare della "conoscenza" in cui
individuale ma una forza divina irresistibile sto. Più in generale, biquotidianamente s'imdire che l'appro- Si sentivano superiori: il mondo si divideva sogna
merge Giorgio Ieranò,
priazione della cultura
tra loro e i "barbari" - Quella volta che
docente di Storia del
greca da parte dei romaTeatro antico e Letterani fu un'operazione di
Ulisse trova la moglie a letto
tura greca all'Università
imperialismo culturale
con uno dei Proci e li sgozza tutti e due... » condotta
di Trento, con una camagistralmenpacità tutta particolare
Intervista di Giulia e Piero Pruneti
te. Fin dal III sec. a.C, i
di comunicare l'esito
romani importano gli
dei suoi studi scrivendo libri "diverten- il teatro di Pirandello è lontano anni
intellettuali greci: il tarantino Livio
ti", nel senso che sono piacevolissimi luce da quello di Eschilo. Teniamo an- Andronico da inizio al teatro e all'epida leggere pur costituendo opere di alta che presente che, a volte, i peggiori crica latina, traducendo tra l'altro l'Odiscultura. Ieranò è anche responsabile mini si sono compiuti proprio all'om- sea; un altro prigioniero di guerra grescientifico del Laboratorio di ricerche bra di questa retorica classicistica. Uno
co, Polibio, legittima con la sua opera
sul teatro antico "Dionysos" (www.dio che amava molto la civiltà greca e amstorica il sistema costituzionale romanysos.lett.unitn.it) e del Seminario "Ma- mirava Pericle, per intendersi, era Adolf
no. Poi diventerà diffìcile distinguere
rio Untersteiner" di Rovereto. Tra le pub- Hitler.
cosa è greco e cos'è romano nel grande
blicazioni più recenti ricordiamo Arianpuzzle multietnico e multiculturale
na. Storia di un mito (Carocci 2007) e La
dell'impero. Marco Aurelio, per esemQuando parliamo di civiltà greca, pentragedia greca. Origini, storia, rinascite siamo subito ad Atene, magari al tempo pio, era di origine iberica, governava a
(ed. Salerno 2010). Per l'editore Sonzo- di Pericle. Quanto è giusta o sbagliata
Roma, e scriveva in greco. Alla fine Rogno ha pubblicato tre volumi di narra- questa semplificazione? - È sbagliatissima ci ha fatto credere di essere l'unica
INCONTRO CON
CON GIORGIO IERANÒ
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zioni mitologiche: Olympos (2011 ), Eroi
(2013) e, di recente, Gli eroi della guerra
di Troia. Elena, Ulisse, Achille e gli altri
(2015).
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La mitologia greca è così complessa e
profonda nei suoi significati che sembra
anticipare di duemilacinquecento anni i
temi della psicanalisi. Freud e il mito
greco sono parenti? - Freud aveva una
passione assoluta per l'antichità. Da
piccolo voleva fare l'archeologo.
Quando era ancora un ragazzo, le imprese di Heinrich Schliemann lo
avevano incantato. Collezionava reperti antichi e diceva che fare lo psicanalista,
in fondo, era un po' come fare uno scavo:
un discendere, strato dopo strato, fino
alle origini di una
civiltà o di una nevrosi. La civiltà greca
ha senz'altro ispirato
Freud, a partire ovviamente dall'Edipo Re
di Sofocle, che suggerisce l'idea del "complesso di Edipo". Ma
dubito che i greci avrebbero capito la psicanali-
ri", quelli che balbettavano perché non
sapevano il greco. E un'altra linea di
demarcazione forte era appunto quella
greci? - Non c'è dubbio: la più potente tra maschi e femmine. C'era una forte
era Eros. Per i greci, appunto, l'amore misoginia nella cultura greca. Uno dei
non era una pulsione individuale, un primi poemi della letteratura greca è
moto soggettivo dell'anima. Era una un catalogo di difetti femminili: la
forza divina e irresistibile, che s'impa- donna-volpe, la donna-cagna, la dondroniva di noi dall'esterno. I greci non na che è come il mare e cambia sempre
dicevano "Ti amo" ma "Eros mi possie- umore. Tutte le sofferenze dell'umanide". Nessun dio, nessun uomo poteva tà derivano da una donna, Pandora,
scampare alle frecce di Eros. Oggi ce lo che aprì il famoso vaso dove gli dei avefiguriamo come un puttino grazioso. vano chiuso le malattie, la fatica e gli
Ma rappresentare il dio dell'amore co- altri mali del mondo. Ma in fondo, anme un bambino significava attribuirgli che nella tradizione cristiana, non è
l'impudenza e la sfrontatezza dei più Èva la radice del peccato originale? Naturalmente, ci sono le sfumature. I greci erano anche molto curiosi delle culture straniere: lo storico Erodoto, per
esempio, passa molto tempo in
Egitto, una terra che i
greci ammiravano
**# per la sua cultura
millenaria. E i greci
ci hanno lasciato
anche ritratti indimenticabili di figure
femminili: Alcesti, Fedra, Medea.
Di tutte le forze che muovono il mondo
degli uomini e quello degli dèi, qual era
la più potente e irresistibile secondo i
Ridotta ai minimi termiti, ovvero al semplice fatio storico, cosa fu la Guerra di Troia? Se ne parlerebbe ancora se non ci avesse pensato Omero? - Molti
EDIPO RE
Frammento di cratere
siceliota (330 a.C. circa),
attribuito al pittore
di Capodarso. Vi è raffigurata
una messa in scena del mito di Edipo:
l'attore che recita la parte
del re di Tebe si tocca mesto la barba.
(Siracusa, Museo Archeologico "P. Orsi")
si. Freud riferisce tutto a cause interne
alla psiche individuale, spiega ogni cosa con i traumi d'infanzia. Per i greci,
invece, le grandi passioni dell'uomo,
l'odio, l'amore, la stessa follia, nascevano in un orizzonte che sovrasta e domina la volontà del singolo. Anche il sogno per i greci era la manifestazione di
una realtà sovrannaturale, la porta di
comunicazione tra questo e l'altro
mondo, piuttosto che l'elaborazione di
contenuti dell'inconscio, come sosteneva Freud.
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erede legittima della grecita, oscurando altre esperienze. II regno orientale
dei Parti, per esempio, non era meno
ellenizzato di Roma: i Parti parlavano
greco, mettevano in scena le tragedie
di Euripide. Ma erano nemici di Roma
e, alla fine, sono entrati nell'immaginario come un popolo semibarbaro.
Archeologia viva
piccoli. Non era leziosità. E, se aveva le
ali, non per questo Eros era un angioletto. Nella mitologia greca, anzi, le ali sono un attributo dei demoni rapaci della
morte, come le Arpie.
Stranieri come barbari e donne chiuse in
casa. Nonostante la loro profonda cultura i Greci antichi ci appaiono razzisti e
misogini. Era realmente così? - Spiace
dirlo, ma credo sia così. C'era un senso
di superiorità per cui il mondo si divideva tra greci e non-greci, cioè "barba-
studiosi hanno ritenuto di
trovare coincidenze tra vicende riportate, nel II millennio a.C, negli archivi
dell'impero ittita e il racconto di Omero. Gli scavi
dell'archeologo tedesco
Manfred Korfmann hanno
dimostrato l'importanza del sito di
Troia nell'età del Bronzo. Alcuni storici
oggi ci dicono che la guerra troiana fu
in realtà un conflitto tra le città micenee e un regno vassallo degli Ittiti. Certo, i greci ritenevano la guerra di Troia
un fatto storico, ma pensavano che anche le imprese di Eracle o di Teseo fossero accadute davvero, in un remoto
passato. Del resto, non sappiamo ancora come si è svolto esattamente il sequestro di Aldo Moro, per cui è difficile
pretendere di ricostruire con esattezza
vicende di oltre tremila anni fa.
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di Penelope un esempio di fedeltà, ma
altri miti la descrivevano come una
sgualdrina. Che poi Omero sia esistito
davvero è difficile dirlo. Io credo però
ci sia stato un uomo, un genio poetico,
chiamiamolo pure Omero, che ha dato
forma ad antiche tradizioni orali traducendole in capolavori assoluti.
Gli eroi di cui è così ricca la letteratura
greca, così forti, violenti e spietati, un
po' ci inquietano. Sono dei modelli proponibili nel mondo contemporaneo? Chi
era l'eroe per i greci e chi può esserlo per
noi oggi? - L'eroe, per i greci, non era
,
un cavaliere senza macchia e senza
paura. Era una creatura smisurata, al
confine tra l'umano e il divino, eccessiva nelle virtù come nei vizi. Poi, certo,
anche gli eroi greci sono stati addolciti.
Teseo, che era anche uno stupratore e
un mascalzone, è diventato il padre nobile e saggio della città di Atene. Ora
non vedo molti eroi in giro. Comunque lo si intenda, l'eroe è una figura
fuori dagli schemi. E oggi, più o meno,
siamo tutti rassegnati all'idea di una
quotidianità immutabile.
A cura di Giulia e Piero Pruneti
«Archeologia Viva»
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GUERRA DI TROIA. Achille alla corte di Licomede, re di Sciro, sul fronte di un sarcofago attico del III sec. a.C. (Parigi, Louvre)
MAPOLI FRA ANTICHITÀ E MEDIOEVO
PROSSIMO NU
/On il propagarsi del cristianesimo quella che era stata
a grande Neapolis greca e romana si trasformò
adattandosi a sopravvivere con onore nella lunga crisi
che accompagnò la fine dell'impero
TOMBE DIPINTE A MONTE SANNACE
Alla scoperta delle testimonianze meglio conservate
di una città della Puglia antica: forse la Thuriae di cui parla
Livio a proposito della guerra fra Taranto e Roma
RINASCITA DELLA CINA IMPERIALE
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passaggi cruciali della storia: la formazione del grande
Daese asiatico fra la dinastia Han e l'età dell'oro
della dinastia Tang
IL PROS
È IN EDICOLA A PARTIRE DALLA FINE DI DICEMBRE
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Sulla copertina del suo libro, Gli eroi
della guerra di Troia, si annuncia "il
racconto sorprendente di quello che
Omero non dice". Ci può fare un esempio? E poi, Omero è realmente esistito? Ulisse torna a Itaca, dopo dieci anni di
guerra e dieci anni di peregrinazioni.
Trova sua moglie, Penelope, a letto con
uno dei Proci e li sgozza entrambi.
Non è un'invenzione moderna, è un
mito antico, riportato da un autore greco di età romana, Apollodoro. È solo
un esempio tra tanti, ma ci fa capire come quella di Omero sia solo una delle
versioni possibili del mito. L'Odissea fa
Archeologia viva