PERCHE’ PROGETTARE UN IPERMEDIA? Le ragioni per una didattica dell’ipertestualità, che giustificano la costruzione di ipertesti a scuola sono numerose e consolidate. Questo genere di attività consente di accrescere e migliorare la conoscenza dei contenuti e dell'attività di apprendimento, permette di costruire processi cognitivi di tipo associativo e flessibile, incentiva la consapevolezza metacognitiva, attiva forme di cooperazione ed interazione educativa e sperimenta l'integrazione tra linguaggi di varia natura. A questi fattori ormai acquisiti è necessario aggiungere ancora due elementi sui quali soffermare l'attenzione, anche alla luce dell'importanza che essi rivestono per la definizione dello specifico degli ipertesti scolastici. In primo luogo, la costruzione ipertestuale è uno strumento didattico estremamente efficace per dare "senso" all'attività scolastica e, inoltre, per operare una sintesi ed una saldatura fra l'apprendimento dentro e fuori la scuola. Dare senso ad un'attività scolastica implica la "presenza" dell'allievo e il suo interesse per il sapere affrontato. Dare un senso, a scuola ed altrove, sapere cosa si fa e si vuole fare e perché lo si vuole fare. Affinché la conoscenza abbia senso si deve rovesciare la logica secondo cui si apprende per fare e, invece, muoversi nella direzione di fare per apprendere. (G. de Vecchi) La costruzione ipertestuale deve rispondere a questa necessità. Costruire un ipertesto non può essere soltanto l'esecuzione di un compito a cui prestare attenzioni e reazioni meccaniche, ma deve presupporre un progetto che veda gli alunni nel ruolo di attori che lo mettono in atto e lo realizzano. Con l'ipertesto dall'obbligo di svolgere un compito fine a se stesso si passa all'esigenza di acquisire conoscenze e competenze e si lavora per raggiungere lo scopo prefissato. L'ipertesto diventa uno strumento per fare emergere bisogni cognitivi legati agli obiettivi da realizzare. L'ipertesto è un progetto in relazione ad un contenuto, è strumento per la costruzione di sapere. Il luogo comune che accusa di inutilità tutto ciò che si apprende fra i banchi si trasforma molto spesso in comodi alibi per studenti svogliati, ma è pur vero che la scuola richiede ed attiva assai spesso conoscenze ed abilità radicalmente diverse rispetto a quelle necessarie ad affrontare adeguatamente la vita quotidiana e il mondo del lavoro (L. B. Resnik). La costruzione ipertestuale contiene numerosi aspetti che potrebbero concorrere a conciliare queste differenze e a preparare i nostri allievi a svolgere con efficacia e consapevolezza le future funzioni di cittadino e lavoratore. In primo luogo, costruire un ipertesto richiede lo svolgimento complementare di fasi di apprendimento sia individuale, tradizionalmente privilegiato dalla scuola, che condiviso, come accade invece per la maggioranza delle attività esterne. La riuscita di un ipertesto scolastico risiede nella capacità degli autori di miscelare le competenze individuali con ciò che sanno e fanno gli altri. Inoltre, quando si costruisce un ipertesto, la presenza di momenti progettuali e di fasi di implementazione prevede la convivenza di attività mentali astratte, è la scuola che privilegia il pensiero astratto e autonomo, ad altre strettamente connesse all'uso di strumenti cognitivi. Costruire ipertesti deve, cioè, porsi l'obiettivo di conciliare queste due attitudini mentali, aiutando a sviluppare la capacità di condividere attività mentali con artefatti esterni. Questo fattore porta, altresì, la costruzione ipertestuale a sanare la dicotomia tra un apprendimento in cui l'attività mentale è estranea a qualsiasi contesto reale (si parla, ovviamente della autoreferenzialità dei compiti scolastici) ed uno in cui il senso si determina esclusivamente in relazione ai risultati ottenuti in circostanze specifiche. Ed arriviamo, così, ad un ultimo aspetto che, attraverso la costruzione ipertestuale, avvicina l'apprendimento scolastico a quello esterno. In una scuola tradizionalmente rivolta all'acquisizione di principi generali, si inserisce uno stile di apprendimento che è anche rivolto al raggiungimento di competenze specifiche e situate (A. Talamo). L’ipertesto favorisce l’incontro tra pensiero narrativo e pensiero paradigmatico. J. Bruner afferma che possiamo ordinare e costruire la realtà attraverso due metodi, due modi di pensare: il pensiero narrativo e il pensiero paradigmatico (logico-scientifico). Ognuno di questi tipi di pensiero opera e determina criteri di validità e di verifica profondamente diversi e "qualsiasi tentativo di ricondurli l'uno all'altro o di ignorare l'uno a vantaggio dell'altro produce inevitabilmente l'effetto di farci perdere di vista la ricchezza e la varietà del pensiero". C'è chi vede nel modello ipertestuale, rivolto alla produzione di modelli complessi della realtà e della storia della cultura, il trionfo del pensiero narrativo (C. Rovelli), è probabilmente vero che la modalità narrativa privilegia un approccio reticolare e fattuale al sapere, ma ci pare che una scelta opportuna degli argomenti possa portare, nel corso della costruzione ipertestuale, ad attivare, utilizzare e confrontare questi due diversi approcci alle conoscenze. Affinché la costruzione di un ipertesto sia un efficace strumento didattico, è conveniente prevedere momenti di lavoro in cui si privilegia ciò che è figurativo, sintetico, intuitivo, fantasioso, unificante e concreto (pensiero narrativo) ma anche altri in cui si agisca attraverso operazioni logiche, analitiche, simboliche e astratte (pensiero paradigmatico). Mantenere l'abisso che normalmente nell'attività scolastica separa queste due forme di pensiero limita la possibilità, offerta dalla costruzione di ipertesti, di confrontarsi pienamente con la complessità della realtà e del sapere. Non si coglie una delle rare possibilità per uscire dalla dicotomia fra una realtà sempre più complessa e una scuola rassegnata a trasmettere conoscenze astratte che non giungono mai a verificare la loro validità e utilità con la flessibilità delle richieste operative del mondo esterno. Con la costruzione ipertestuale, l'apprendimento deve configurarsi come "apprendistato cognitivo" (A. Collins), un lavoro, cioè, in cui conoscenze apprese secondo modalità logico scientifiche (in modo astratto e sequenziale) sono collocate in un contesto d'uso, in una situazione complessa e con l'uso di strumenti tecnici e artefatti culturali, sotto la guida dei più esperti. Il sapere è appreso concettualmente e fattualmente, in relazione al suo uso in una varietà di contesti e richiede l'esteriorizzazione, la concretizzazione di quei processi e di quelle capacità cognitive di solito attivate dalla scuola soltanto internamente.(Mario Gineprini) La struttura ipertestuale, che caratterizza la Rete, è una delle più grandi rivoluzioni in atto nell'ambito della comunicazione in generale. Il superamento della rigida verticalità del testo ("immersione") rappresenta un'apertura, ancora tutta da esplorare, verso l'orizzontalità della scrittura e della lettura ("navigazione") nonché della sua stessa comprensione e produzione (del resto anche chi si è già confrontato con un sistema elettronico di elaborazione testi ha potuto considerare, in proprio, quanto esso differisca dalle ordinarie modalità della scrittura). L'ipertesto, specie se realizzato nell'ottica di chi legge, inverte e depotenzia i processi gerarchici AutoreLettore; non solo, se collocato in Rete, orizzontalizza la fruizione del o dei testi sovrapponendosi ed imponendosi al di là dei limiti sensoriali (più media), linguistici, spaziali e temporali, permettendo al testo di costruirsi da sé ad ogni lettura. L’ipertesto contiene “aree calde” o pulsanti con i quali il lettore può produrre con il clic del mouse degli eventi, può apparire un’immagine, un testo, un video, si può cambiare pagina oppure uscire dal programma. Rispetto alla linearità del testo si procedeà in direzioni di senso opposte, la scrittura acquista il senso della reticolarità. Gli ipertesti tendono a rendere esplicita la rete sottesa al testo, contenendo parte dei significati sottesi; la loro struttura simile a quella della mente umana, cambiando l’idea di testo come struttura chiusa avviando il lettore ad una dimensione multi prospettica della conoscenza. Nel caso della costruzione e progettazione di un ipermedia con gli alunni è fondamentale, prima di cominciare, scegliere gli obiettivi che si intende sviluppare e raggiungere creando momenti idonei che ne favoriscano lo sviluppo. Varie sono le potenzialità educative insite nell’attività di progettazione dell’ipertesto. Tra queste andranno considerate quelle di acquisizione e sviluppo di motivazioni, abilità espressivo/creative, abilità compilative, pensiero associativo, specifici contenuti culturali; particolari abilità/atteggiamenti critici e multi prospettici, abilità ed atteggiamenti comunicativi (criteri e codici culturali), atteggiamenti culturali (intercultura, diversità); abilità progettuali complesse; banche documentarie aperte ed espandibili. Per quanto riguarda la motivazione e creatività possiamo affermare che queste tecnologie fungono da amplificatori di tali potenzialità specialmente in quegli alunni che non sanno scrivere, come nella scuola dell’infanzia. L’ambiente ipertestuale favorirà le abilità espressive e creative, offrirà l’opportunità di costruire storie-game che oltre ad avere forte valenza educativa, stimoleranno atteggiamenti di cooperazione e socializzazione specialmente nella scuola di base. Diversamente, il pensiero associativo verrà favorito non tanto nel lavoro ipertestuale ma nei momenti brain storming. Per acquisire una migliore conoscenza culturale in alcuni ambiti, l’ipertesto non è la soluzione migliore in quanto richiederebbe tempi piuttosto lunghi, ma si potrebbe superare tale ostacolo se il docente riesce a trovare un giusto equilibrio tra la dilatazione dei tempi e la crescita della motivazione. In ogni caso la costruzione dell’ipertesto favorirà la consapevolezza che un problema può essere visto da più angolature ed in questo modo l’ipertesto fungerà da amplificatore pluriprospettico. La costruzione di un ipertesto per realizzare al meglio la sua finalità educativo/didattica, dovrebbe offrire la possibilità di creare banche dati espandibili, su cui alunni di classi diverse potranno ritornare nel tempo e riutilizzandone il materiale. L’ipertesto, in questo caso sarà un libro aperto e sempre in continua espansione ed evoluzione. Il lettore, nell'approccio ipertestuale, diventa autore: la dicotomia tra autore e lettore nell'iperspazio testuale sparisce, o meglio si attenua o si ribalta, in particolare quando il testo è aperto, espandibile ed incompiuto; il navigatore non assiste mai passivamente ad un passaggio di immagini, suoni, informazioni, ma creativamente sceglie ogni volta le modalità attraverso le quali comporre e ricomporre le informazioni, diventando egli stesso regista del proprio percorso di conoscenza. Quando poi l'ipertesto è aperto ed espandibile lo studente può intervenire sulla sua struttura integrandola con l'aggiunta di informazioni che egli stesso ha ricercato ed organizzato durante un processo di riflessione ed approfondimento degli argomenti contenuti . Rispetto all'uso del medium unico, un prodotto multimediale è in grado di assicurare una caratteristica di fondo: facilitare la possibilità per l'utente, di personalizzare modi di comunicare e apprendere, e quindi di analizzare e di impadronirsi meglio, a livello di competenza, dei processi cognitivi che egli attiva quando comunica, quando elabora conoscenza, quando la processa e la trasmette, quando agisce. Insomma il multimediale facilita, come sostengono le ricerche del settore, "self awareness"( autoconsapevolezza) e "introspection". Ogni insegnante sa oggi quanto sia importante per gli studenti acquisire questo tipo di metacompetenze che sosterranno efficacemente la loro necessità di apprendere nel corso di tutta la vita, secondo i bisogni della società della conoscenza. L'ipertesto è ipermedium in quanto utilizza contemporaneamente un insieme di diversi mezzi di comunicazione, dalla scrittura alla grafica, dal suono alle immagini animate o alle sequenze filmiche e in questa sua caratteristica strutturale offre al navigatore la possibilità di percorrere forme di conoscenza "per immersione", in cui entra in gioco non soltanto la mente, ma tutto il corpo, come ha sostenuto a più riprese Maragliano, affermando che l'essere umano, in particolare il bambino, è essere multimediale, in quanto apprende e conosce attraverso una pluralità di canali contemporaneamente. Nell'impiego degli ipertesti con studenti di qualunque età si osserva sempre un forte innalzamento della motivazione e dell'interesse, con conseguente miglioramento della qualità dell'apprendimento, a patto che il docente esperto e consapevole, facendo leva sull'interesse e sulla curiosità suscitate dalla conoscenza di tipo esperienziale, sia poi così abile da stimolare la riflessione, lo spirito critico, l'integrazione e l'approfondimento. L'esperienza e la consapevolezza pedagogica del docente sono variabili indispensabili al successo formativo di tale esperienza didattica, facendo sì che la curiosità e l'interesse provati dagli studenti non si fermino al gioco di colori, suoni e immagini, ma siano spinte oltre, verso una rielaborazione personale dei contenuti, grazie alla possibilità di fare tesoro della conoscenza offerta dalla molteplicità di canali comunicativi. E' pertanto indispensabile che prima di intraprendere l'avventura di costruzione ipertestuale gli insegnanti abbiano ben chiaro un progetto didattico, ed abbiano quindi esplicitato in modo dettagliato finalità generali, obiettivi didattici ed operativi, tempi, fasi di realizzazione dell'ipertesto, spazi e risorse a disposizione. E' evidente e forse superfluo sottolineare che il progetto didattico deve essere perfettamente integrato nella programmazione e che è auspicabile che alla sua realizzazione collaborino più docenti, essendo l'ipertesto di per sé un medium che si presta ad un approfondimento pluridisciplinare dei contenuti. Il progetto dovrebbe quindi essere preferibilmente multidisciplinare e potrebbe estendersi ad un arco di tempo più lungo del solo anno scolastico. La produzione di un ipertesto efficace dal punto di vista comunicativo è una verifica della validità dei processi cognitivi e metacognitivi messi in atto in sede progettuale alla quale non possiamo e non dobbiamo sottrarci. L’ipermedialità non significa infatti solo usare strumenti multimediali, ma è una nuova filosofia del sapere applicata alla scuola, che permette agli alunni di imparare in modo diverso. Permette di modificare la stessa organizzazione del sapere contribuendo a trasformare l’idea stessa della scuola. Ipertestualità è una parola che indica complessità e implica interattività e cooperazione tra molte possibilità. La scuola può trovare nella struttura ipermediale l’occasione non solo per trasmettere informazioni, per far acquisire concetti, ma soprattutto per far cogliere le relazioni fra di essi, in una rete di rapporti e mediante l’integrazione di molteplici linguaggi. La progettazione di un ipermedia fa in modo che insegnanti ed alunni imparino a progettare e produrre insieme “oggetti” culturali. In questo modo si riesce a superare il problema di un processo di insegnamento-apprendimento inadeguato a raggiungere la comprensione globale dei fenomeni. La multimedialità risponde proprio a questa esigenza perché essa è possibile solo se si disegnano “mappe” e collegamenti tra fenomeni , momenti storici, settori del sapere ecc… Essa inoltre, consente di utilizzare forme di comunicazione spesso sacrificate nella scuola come quelle non verbali che , pure, hanno un’importanza rilevante nel nostro modo di interagire con gli altri e l’ambiente sociale. L’ipertestualità sviluppa anche un altro aspetto poco valorizzato nella scuola: quello della ricerca-azione importante per sviluppare la creatività, l’iniziativa degli alunni e motivare il loro desiderio di imparare. Questo cambiamento che sta avvenendo nel nostro tempo, è talmente repentino che rischia di verificarsi senza che una parte della società e delle agenzie di socializzazione se ne avvedano o se ne rendano pienamente conto. Il divario tra la scuola e la realtà rischia così di diventare sempre più profondo, a meno che non si accetti il dato di fatto e non si trovi il modo di gestire il cambiamento e l’uso delle tecnologie in modo costruttivo e formativo per gli alunni. In questo modo si potrà evitare la nuova forma di analfabetismo che sta nascendo nella nostra società: quello legato all’incapacità di utilizzare le nuove tecnologie almeno per le operazioni più elementari che consentono ad un giovane di entrare nel mondo del lavoro. A conferma di ciò possiamo condividere l’affermazione che: "Comprendere un concetto vuol dire farsi un'immagine mentale dello stesso" (Blandin, De la simulation assiste par l' ordinateur, in Atti del Convegno "Formazione domani", Bologna, 24 maggio 1989.)