La crisi delle poleis - Liceo Classico Dettori

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La crisi delle poleis
(404-338 a.C.)
Atene
Condizioni imposte ad Atene al termine della
guerra del Peloponneso (404 a.C.):
• Abbattimento delle mura;
• Rinuncia alla flotta, con l’esclusione di 12
navi;
• Scioglimento della Lega delio-attica e
rinuncia a ogni possedimento esterno
all’Attica;
• Ingresso nella Lega peloponnesiaca;
• Riammissione degli esuli oligarchici.
Rinuncia alla flotta
Fine della potenza
militare
Scioglimento della
Lega delio-attica
Fine dell’impero
marittimo e
rinuncia ai tributi
Ingresso nella
Lega
peloponnesiaca
Fine
dell’autonomia
politica
Riammissione
degli esuli
oligarchici
Creazione di un
regime
filospartano
I trenta tiranni (404-403 a.C.)
Il regime filospartano insediatosi ad Atene col
compito di redigere una costituzione oligarchica,
del tipo di quelli insediati da Sparta nelle altre
città
della
Lega
delio-attica
dopo
lo
smantellamento delle costituzioni democratiche,
era una triacontarchia (governo affidato a 30
uomini). I 30 operarono, a danno dei democratici
e dei cittadini di spicco, un’epurazione talmente
efferata da meritarsi l’appellativo di “Trenta
tiranni”.
Nel 403 gli esuli democratici guidati da Trasibulo
tornano ad Atene e abbattono i Trenta,
restaurandovi una democrazia moderata.
Egemonia Spartana (404-371 a.C.)
1. Sparta, dopo la vittoria nel conflitto, vuole
esercitare una politica egemonica sulle
poleis, pur presentandosi ufficialmente a
difesa delle autonomie;
2. Per giustificare questo ruolo, e spinta
dalla politica espansionistica di Lisandro,
assume la difesa degli interessi delle
poleis ioniche dell’Asia minore e per
esse entra in conflitto con la Persia.
• 401 a.C.: nella lotta di successione per il trono
persiano sostiene Ciro e invia un contingente di
mercenari in suo aiuto; anche le poleis ioniche si
schierano dalla parte di Ciro.
• Sconfitto Ciro, temendo le rappresaglie del
nuovo re Artaserse II, le poleis ioniche chiedono
l’aiuto di Sparta, che invia un esercito in Asia in
loro difesa e nel 395 a.C. riporta una vittoria a
Sardi;
• La Persia contemporaneamente finanzia una
coalizione di poleis greche (Atene, Corinto, Argo
e Tebe) in funzione antispartana.
Guerra
corinzia (395 - 386 a.C.)
•
386 a.C.: pace di Antalcida: la Persia, ottenuto
l’obiettivo di distogliere Sparta dalle poleis
ioniche dell’Asia minore, non vuole rafforzare
ulteriormente le poleis del continente, per cui
si fa mediatrice della loro pace con Sparta. La
pace di Antalcida stabilisce i seguenti punti:
1. Rinuncia da parte di Sparta alle poleis dell’Asia
minore;
2. Riconoscimento dell’autonomia delle altre
poleis
obbligo di sciogliere le alleanze
precedenti
(a
eccezione
della
Lega
peloponnesiaca) e divieto di stabilire nuove
egemonie.
La pace di Antalcida sostanzialmente aveva
favorito la Persia e, in Grecia, Sparta che
diventava il “gendarme” della Grecia per conto
dei Persiani.
Insoddisfazione di Atene e di
Tebe, città con velleità di funzione centripeta
rispetto alle altre poleis.
• Atene: forma una seconda lega marittima (377
a.C.), più ristretta della precedente e su
condizioni di parità.
• Tebe: poiché non vuole sciogliere la lega
beotica, la sua acropoli viene occupata dagli
Spartani e numerosi cittadini vengono esiliati.
Ma viene respinto un tentativo di invasione della
Beozia (382 a.C.) e, poco dopo, gli esuli tornano
a Tebe e ne cacciano il presidio spartano (379
a.C.).
Si affacciano alla ribalta della scena politica
e militare tebana Pelopida ed Epaminonda,
protagonisti della lotta antispartana:
Battaglia di Leuttra (371 a.C.): vittoria
schiacciante di Tebe su Sparta
inizio dell’egemonia tebana
crisi
dell’egemonia spartana
Ribellione degli iloti nella
Laconia e nella Messenia
Fine della supremazia
militare
Sfaldamento dell’alleanza
peloponnesiaca
L’egemonia tebana (371-362 a.C.)
• Dopo la battaglia di Leuttra buona parte della Grecia
centrale entra nella lega beotica;
• 370 a.C.: i tebani sferrano un attacco militare
direttamente contro Sparta e solo a fatica sono fermati
prima che occupino la città;
• 364 a.C.:Tebe muove guerra alla Tessaglia per averne
la sottomissione
morte di Pelopida;
• 363 a.C.: Epaminonda decide la costruzione di una flotta
per estendere l’egemonia anche sul mare;
• 362 a.C.: Atene, preoccupata della minaccia di
un’espansione marittima di Tebe, si allea con Sparta e le
due poleis si scontrano nella battaglia di Mantinea con
la coalizione tebana
non ci sono vincitori né
vinti: morte di Epaminonda e fine dell’egemonia tebana.
Situazione territoriale durante l’egemonia tebana
La situazione di stallo conseguente alla battaglia di
Mantinea dimostra l’incapacità di ciascuna polis di
realizzare un’egemonia sulle altre e, in sostanza, il limite
stesso del sistema delle poleis, dilaniate dai loro
particolarismi, dalle alleanze instabili e dalle guerre
reciproche.
Oltre alla politica estera, entrano in crisi anche alcuni
regimi politici (per esempio, quello democratico) e il
sistema militare delle poleis, basato sugli eserciti di
cittadini: ormai le guerre richiedono militari di
professione, utilizzabili in conflitti lunghi e che non
intacchino il bacino demografico della cittadinanza
ricorso a milizie mercenarie: queste comportano però
ingenti spese militari e risorse finanziarie non alla portata
delle poleis, ma di soggetti politici più forti, come l’impero
persiano o il regno di Macedonia.
Il regno di Macedonia
L’ascesa macedone
Il regno di Macedonia si estendeva in una estesa regione
montuosa a nord della Tessaglia, che si estendeva a est
verso la Tracia, terra di possedimenti e di miniere ateniesi.
Ecomicamente (economia agropastorale) e politicamente
(monarchia affiancata da un’aristocrazia guerriera di
proprietari terrieri) arretrata fino al V sec. a.C., dalla fine del
secolo la corte di Pella inizia ad attrarre numerosi
intellettuali ateniesi.
Nel 359 a.C. sale al trono Filippo II: rafforza il potere regale
contro l’aristocrazia, adotta una politica espansionistica,
potenzia l’economia, rafforza l’esercito.
Filippo II (359-336 a.C.)
Per modernizzare il regno e renderlo
all’altezza delle ambizioni egemoniche, lo
apre al commercio, estendendo le conquiste
in direzione della costa, e intensifica lo
sfruttamento delle miniere del suo paese.
Così si procura le risorse per rafforzare
l’esercito e per sostenere i futuri impegni
militari e al tempo stesso incanala le energie
e gli interessi dell’aristocrazia verso le
conquiste esterne
• 357a.C.: guerra sociale tra Atene e alcune
alleate della II Lega marittima
Filippo II ne
approfitta per occupare il Chersoneso tracico,
tradizionalmente sotto il controllo ateniese, e si
impadronisce delle miniere d’oro del Pangeo;
• 356-346 a.C.: III guerra sacra per la gestione e il
controllo del santuario di Delfi
Filippo
interviene nel 353, presentandosi come
difensore del santuario di Apollo e arbitro
rispettoso delle tradizioni dei Greci.
Con
la pace di Filocrate (346 a.C.) ottiene di entrare
nell’anfizionia delfica e la presidenza dei giochi
olimpici.
• 341-340 a.C.: continua a colpire gli interessi
ateniesi, attaccando Perinto e Bisanzio nella
zona degli stretti.
• Si costituisce, su sollecitazione ateniese e per
paura che Filippo riesca a sottomettere l’intera
Grecia, una Lega antimacedone di cui fanno
parte, tra le altre poleis, Atene e Tebe;
• 338 a.C.: battaglia di Cheronea: la coalizione
antimacedone attacca Filippo II, ma subisce una
sconfitta pesantissima:
• 337 a.C.: pace di Corinto e creazione di
un’alleanza panellenica sotto il controllo di
Filippo II;
• 336 a.C.: morte di Filippo II.
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