1) Myrthus spp. (Mirto) è una pianta arbustiva della famiglia delle Myrtaceae. La pianta ha portamento arbustivo o di piccolo alberello, alto da 50 a 300 cm, molto serrato. La corteccia è rossiccia nei rami giovani, col tempo assume un colore grigiastro. Ha foglie opposte, persistenti, ovali-acute, coriacee, glabre e lucide, di colore verde-scuro superiormente, a margine intero, con molti punti traslucidi in corrispondenza delle glandole aromatiche. I fiori sono solitari e ascellari, profumati, lungamente peduncolati, di colore bianco o roseo. Hanno simmetria raggiata, con calice gamosepalo persistente e corolla dialipetala. La fioritura, abbondante, ha luogo nella tarda primavera e all'inizio dell'estate, da maggio a luglio. I frutti sono bacche globoso-ovoidali di colore nero-azzurrastro, rosso-scuro o più raramente biancastre, con numerosi semi reniformi. Maturano da novembre a gennaio persistendo per un lungo periodo sulla pianta. È una specie spontanea delle regioni mediterranee, comune nella macchia mediterranea. In Sardegna e in Corsica è un comunissimo arbusto della macchia mediterranea bassa, tipica delle associazioni fitoclimatiche xerofile dell'Oleo-ceratonion. Meno frequente è invece la presenza del mirto nella macchia alta. Il mirto è una pianta rustica, si adatta abbastanza ai terreni poveri e siccitosi ma trae vantaggio sia dagli apporti idrici estivi sia dalla disponibilità d'azoto manifestando in condizioni favorevoli uno spiccato rigoglio vegetativo e un'abbondante produzione di fiori e frutti. Vegeta preferibilmente nei suoli a reazione acida o neutra, in particolare quelli a matrice granitica, mentre soffre i terreni a matrice calcarea. 2) Teucrium spp. (Camedrio) è un genere di piante Spermatofite Dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae, dall’aspetto di piccole erbacee annuali o perenni con fiori dalla caratteristica forma labiata (a labbro superiore ridotto) e tipiche dei climi mediterranei. Le piante di questo genere normalmente sono erbacee, mentre altre hanno un tipico portamento arbusteo (più o meno legnose alla base). Tutte comunque sono tomentose o pelose e sono inoltre amare o aromatiche (possono emanare un odore agliaceo se vengono stropicciate). Le radici possono essere un proseguimento ipogeo (sottoterra) del rizoma oppure derivate da stoloni. Le foglie possono essere intere o profondamente divise, dentate o lobate. Quelle fiorali sono ridotte allo stato di brattee. L'infiorescenza è composta da fiori solitari e disposti in modo opposto nelle ascelle delle foglie bratteali, oppure raccolti in verticilli o in cime o in spighe più o meno rivolti da un'unica parte. I fiori possono avere diverse colorazioni: rossi o bianchi o gialli. Sono ermafroditi e irregolari (eventualmente zigomorfi) e pentameri. Il frutto è composto da 4 distinti acheni (di forma ovoide). Gli acheni sono glabri, sia lisci che rugosi. 3) Arbutus spp. (Corbezzolo) è un cespuglio o un piccolo albero appartenente alla famiglia delle Ericaceae. È una tipica essenza della macchia mediterranea, vegetando tra altri cespugli. Predilige terreni silicei e vegeta ad altitudini comprese tra 0 e 800 metri. Si presenta come arbusto sempreverde molto ramificato, con rami giovani di colore rossastro. Può raggiungere un'altezza compresa tra 1 e 8 metri. Le foglie hanno le caratteristiche tipiche delle piante sclerofille. Hanno forma ovale lanceolata, sono larghe 24 centimetri e lunghe 10-12 centimetri, hanno margine dentellato. Si trovano addensate all'apice dei rami e dotate di un picciolo corto. La lamina è coriacea e si presenta lucida e di colore verde-scuro superiormente, mentre inferiormente è più chiara. I fiori, sono riuniti in pannocchie pendule che ne contengono tra 15 e 20. La corolla è di colore biancogiallastro o rosea, urceolata e con 5 piccoli denti ripiegati verso l'esterno larghi 5-8 millimetri e lunghi 6-10 millimetri. Le antere sono di colore rosso scuro intenso con due cornetti gialli. La fioritura avviene in ottobrenovembre. Sono ricchi di nettare, e per questo motivo intensamente visitati dalle api, se il clima non è già diventato troppo freddo. Dai fiori di corbezzolo si ricava dunque l'ultimo miele della stagione, pregiato per il suo sapore particolare, amarognolo e aromatico. Questo miele è prezioso anche perché non sempre le api sono ancora attive al momento della fioritura, e dunque non in tutti gli anni è possibile produrlo. Il frutto è una bacca sferica di circa 2 centimetri, carnosa e rossa a maturità, ricoperta di tubercoli abbastanza rigidi spessi qualche millimetro, i frutti maturi hanno un buon sapore. 4) Cytisus spp. (Ginestra) è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Fabaceae. Sono piante per lo più a portamento arbustivo di dimensioni variabili fino a superare i due metri di altezza, comprende circa 25-30 specie di piante arbustive rustiche e delicate, con foglie solitamente trifogliate e spesso durano sulla pianta pochi mesi all'anno. I fiori, solitamente gialli, con corolla papilionacea, compaiono dalla fine della primavera all’inizio dell’estate, isolati o riuniti in racemi o gruppi e talvolta sono profumati. Le temperature ideali di coltivazione sono tra i 15 ed i 18°C e non dovrebbero scendere al di sotto dei 7°C durante la stagione fredda, crescono bene in terreni non molto fertili e ben drenati. Alcune specie preferiscono terreni calcarei; altre come C. supinus sono adatte a terreni umidi e ombreggiati. E' una pianta che ama l'aria e mantenerla in un ambiente chiuso è il modo più sicuro per farla appassire in breve tempo. Attenzione però alle correnti d'aria fredda che non sono tollerate. 5) Phillyrea angustifolia (Ilatro sottile) è un arbusto o piccolo albero sempreverde della famiglia delle Oleacee. È una specie tipica della macchia mediterranea ed è poco esigente, vegeta soprattutto lungo la costa tirrenica sino a 600 m di quota e colonizza terreni difficili e siccitosi. È una pianta legnosa che può raggiungere l'altezza di 6-7 m. Le foglie sono semplici, opposte, sempreverdi. Sono più sottili e hanno meno nervature secondarie rispetto alle foglie di P. latifolia. I fiori sono dioici, piccoli, bianchi, con 4 sepali e 4 petali riuniti parzialmente in un breve tubo. I fiori sono raccolti in brevi grappoli ascellari. I frutti sono drupe carnose, dapprima blu e infine nere a maturazione, vagamente simili alle olive, ma più piccoli, più rotondi e riuniti in grappoli. 6) Chamaerops humilis (Palma nana) è l'unica specie del genere Chamaerops ( famiglia delle Arecaceae). È una specie tipica della macchia mediterranea, si presenta come un cespuglio sempreverde che raggiunge normalmente altezze sino a 2 metri. In ambiente naturale cresce principalmente su terreni rocciosi o sabbiosi. Il fusto è di diametro variabile (10–15 cm), ricoperto da un tessuto fibroso di colore bruno. Generalmente è corto, visibile solo negli esemplari vetusti. È ricoperto in basso dai residui squamosi delle foglie morte (con un diametro complessivo fino a 25–30 cm). Le foglie sono larghe, robuste, a ventaglio, rigide ed erette, sostenute da lunghi piccioli spinosi riuniti a ciuffi sulla sommità del fusto, di colore verde sulla pagina superiore e quasi bianco sulla pagina inferiore. I fiori sono portati da infiorescenze a pannocchia, corte e ramificate, di colore giallo, con peduncoli brevi. È usualmente (ma non invariabilmente) una pianta dioica con fiori maschili e femminili su piante separate. I fiori maschili hanno 6–9 stami che sovrastano un calice carnoso, i fiori femminili racchiudono 3 carpelli apocarpici carnosi. I frutti sono drupe, globose o oblunghe, di lunghezza variabile (12–45 mm) con polpa assai fibrosa e leggermente zuccherina, di colore verde nelle prime fasi, successivamente giallo-rossiccio, marroni a maturità. 7) Rosmarinus officinalis (Rosmarino) è un arbusto appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. Originario dell'Europa, Asia e Africa, è ora spontaneo nell'area mediterranea nelle zone litoranee, garighe, macchia mediterranea, dirupi sassosi e assolati dell'entroterra, dal livello del mare fino alla zona collinare. Pianta arbustiva che raggiunge altezze di 50–300 cm, con radici profonde, fibrose e resistenti, ancorante, ha fusti legnosi di colore marrone chiaro, prostrati ascendenti o eretti, molto ramificati, i giovani rami pelosi di colore grigio-verde sono a sezione quadrangolare. Le foglie, persistenti e coriacee, sono lunghe 2–3 cm e larghe 1–3 mm, sessili, opposte, lineari-lanceolate addensate numerosissime sui rametti; di colore verde cupo lucente sulla pagina superiore e biancastre su quella inferiore per la presenza di peluria bianca; hanno i margini leggermente revoluti; ricche di ghiandole oleifere. I fiori ermafroditi sono sessili e piccoli, riuniti in brevi grappoli all'ascella di foglie fiorifere sovrapposte, formanti lunghi spicastri allungati, bratteati e fogliosi, con fioritura da marzo ad ottobre. Ogni fiore possiede un calice campanulato, tomentoso con labbro superiore tridentato e quello inferiore bifido; la corolla di colore lilla-indaco, azzurro-violacea o, è bilabiata con un leggero rigonfiamento in corrispondenza della fauce; gli stami sono solo due con filamenti muniti di un piccolo dente alla base ed inseriti in corrispondenza della fauce della corolla; l'ovario è unico, supero e quadripartito. L'impollinazione è entomofila poiché avviene tramite insetti pronubi, tra cui l'ape domestica, attirati dal profumo e dal nettare prodotto dai fiori. I frutti sono tetracheni, con acheni liberi, oblunghi e lisci, di colore brunastro. 8) Pistacia lentiscus (Lentisco) è un arbusto sempreverde della famiglia delle Anacardiaceae. È uno degli arbusti più diffusi e rappresentativi dell'Oleo-ceratonion, spesso in associazione con l'olivastro e il mirto, Il lentisco è una specie diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, in pianura e in bassa collina. In genere non si spinge oltre i 400-600 metri, ha un portamento cespuglioso, raramente arboreo, in genere fino a 3-4 metri d'altezza. La chioma è generalmente densa per la fitta ramificazione, glauchescente, di forma globosa. L'intera pianta emana un forte odore resinoso. La corteccia è grigio cinerina, il legno di colore roseo. Il lentisco è una specie dioica, con fiori femminili e maschili separati su piante differenti. In entrambi i sessi i fiori sono piccoli, rossastri, raccolti in infiorescenze a pannocchia di forma cilindrica, portati all'ascella delle foglie dei rametti dell'anno precedente. Le foglie sono alterne, paripennate, composte da 6-10 foglioline ovato-ellittiche a margine intero e apice ottuso. Il picciolo è appiattito e alato. L'intera foglia è glabra. Il frutto è una piccola drupa sferica o ovoidale, di 4-5 mm di diametro, di colore rosso, tendente al nero nel corso della maturazione. La fioritura ha luogo in primavera, da aprile a maggio. I frutti rossi sono ben visibili in piena estate e in autunno e maturano in inverno. 9) Medicago spp. è un genere di erbe e arbusti della famiglia delle Leguminose o Fabacee. Le specie del genere Medicago sono per lo più erbe perenni, ma esistono anche specie con portamento suffruticoso o arbustivo (tra cui Medicago arborea, alta 1–2 m, spontanea anche in Italia). Le foglie sono composte trifoliate, molto simili a quelle del trifoglio, e hanno margine finemente seghettate. Sono presenti anche due stipole. I fiori, irregolari, hanno la tipica corolla papilionacea delle Leguminose. In quasi tutte le specie sono riuniti in infiorescenze. Il colore più comune è il giallo, ma ci sono specie con fiori purpurei, azzurri o rossi. I frutti sono legumi quasi sempre arrotolati su sé stessi, in modo diverso per ciascuna specie. All'interno, ci sono da 3 a 15 semi. Le radici ospitano batteri simbionti in grado di fissare l'azoto atmosferico. 10) Tamarix spp. (Tamerice) è un genere di piante della famiglia delle Tamaricaceae, originario delle zone sabbiose e salmastre di India, Cina ed Europa meridionale. La Tamarix spp. è la specie più diffusa in Italia come pianta ornamentale; è nota oltre che col nome di Tamerice comune, anche con i nomi volgari di Cipressina, Tamarisco e Scopa marina. Gradisce esposizioni soleggiate, terreno sciolto leggero, tollerando anche quelli salmastri. Si presenta come alberetto o arbusto, con il tronco eretto o nelle zone ventose dei litorali marini incurvato con la corteccia del fusto e dei rami di colore cenere e con profonde incisioni, la chioma di forma irregolare è di un bel colore verde glauco, i germogli sono di colore bruno-violaceo, con foglioline squamose ad apice acuto, ovato-lanceolate, ricoprenti quasi totalmente i rami. I fiori piccolissimi e numerosi, di colore biancastro o rosa sono riuniti in spighe terminali, con fioritura nei mesi da maggio a luglio, i singoli fiori sono costituiti da una corolla di 5 petali giallini o rosati, con 5 stami sporgenti e da un pistillo con ovario supero, sormontato da 3 stili filiformi, il frutto si presenta come una capsula ingrossata alla base e sottile all'apice, con la base triangolare. 11) Vitex agnus castus (Agnocasto) è un arbusto della famiglia delle Verbenacee, diffuso nelle regioni umide mediterranee. L'agnocasto è un piccolo albero o grande arbusto a foglie caduche, originario dell’Europa e dell’Asia; gli esemplari adulti possono raggiungere i 3-4 metri di altezza, ma è possibile contenerne la crescita con interventi di potatura annuali, da praticarsi durante l’inverno, tali potature sono consigliabili anche per mantenere l’arbusto compatto, evitando che perda ramificazioni nella parte bassa. Ha fusti sottili, ben ramificati, spesso rivolti verso l’alto, talvolta arcuati; il fogliame ricorda la cannabis, essendo palmato, con foglioline lanceolate, rugose, di colore verde scuro o verde grigiastro. In primavera inoltrata all’apice dei nuovi rami sbocciano numerosi piccoli fiori, riuniti in pannocchie, di colore blu cielo; la fioritura continua sporadicamente fino ai freddi autunnali. Ai fiori seguono piccoli frutti tondeggianti, leggermente carnosi, che contengono alcuni semi sferici, di colore scuro. Il fogliame dell’agnocasto è molto aromatico, ed anche i fiori sono profumati ed attirano le farfalle. Esistono varietà dai fiori di colore bianco, lilla o porpora, anche se generalmente le varietà più coltivate hanno fiori azzurri. Questa pianta viene utilizzata da millenni anche nella medicina popolare ed in erboristeria. 12) Atriplex spp. (Atriplice) è una pianta della famiglia delle Chenopodiaceae. E’ un cespuglio disordinato e scarno, ha un portamento robusto e legnoso, con fiori poco appariscenti anche nella buona stagione. In questo periodo i suoi lunghi steli grigiasti sono ornati di pannocchiette di semi marroncini, disseccati. Le foglie sono coriacee, verde argenteo. Il fusto si presenta di forma cilindrica e striato. Le foglie sono coriacee, verde argenteo, dentate sul bordo e in particolare quelle inferiori hanno due denti laterali basali più grandi degli altri e rivolti verso l'apice. I fiori, unisessuali, sono piccolissimi, senza petali; il perigonio (calice e corolla) è costituito da bratte erbacee, per lo più verdastre, che a maturità racchiudono il frutto rappresentato da achemio. I fiori sono riuniti in brevi cime con aspetto di glomeruli e che, a loro volta, sono riuniti in spighe o ampie pannocchie. 13) Cistus spp. (Cisto) è una pianta della famiglia delle Cistaceae. Comprende circa 20 specie di arbusti sempreverdi, apprezzati per l’abbondante e duratura fioritura. La foglia semplice, sempreverde, ovali a lanceolate, a 4 centimetri di lunghezza e 3 / 4 pollici di larghezza, bordi ondulati, verde pallido e pubescenti di sopra di sotto, appiccicoso su entrambi i lati, di solito aromatiche. I fiori, simili a quelli della rosa selvatica, sono semplici e delicati, con cinque petali appiattiti e stami, spesso molto appariscenti. Essi sbocciano da aprile all’inizio dell’estate e durano solo un giorno. Prediligono terreni silicei o acidificati e le regioni a clima mite, dato che non tollerano il freddo invernale. Sono piante che si ibridano spontaneamente con grande facilità. Talvolta esemplari, che venivano considerati nuove specie, ad un esame più approfondito sono risultati ibridi spontanei. Il frutto è una capsula, essiccazione al bruno a maturità. 14) Crataegus monogyna (Biancospino comune) è un arbusto o un piccolo albero molto ramificato e dotato di spine, appartenente alla famiglia delle Rosaceae. La pianta può raggiungere altezze comprese tra i 50 centimetri ed i 6 metri. Il fusto è ricoperto da una corteccia compatta e di colore grigio. I rami giovani sono dotati di spine che si sviluppano alla base dei rametti brevi. Le foglie sono lunghe 2-4 centimetri, dotate di picciolo, di forma romboidale ed incise profondamente. L'apice dei lobi è dentellato. I fiori sono raggruppati in corimbi, che ne contengono circa 5-25. I petali sono di colore bianco-rosato e lunghi 5 o 6 millimetri. I frutti sono ovali, rossi a maturazione e con un nocciolo che contiene il seme. La fioritura avviene tipicamente tra aprile e maggio, mentre i frutti maturano fra novembre e dicembre. I frutti del biancospino sono edibili, ma solitamente non vengono mangiati freschi, bensì lavorati per ottenere marmellate, gelatine o sciroppi. 15) Pinus halepensis (pino d'Aleppo) è un pino nativo della zona mediterranea. Specie termofila ed estremamente resistente alla siccità. I pini d'aleppo sono abbastanza longevi e gli esemplari adulti possono raggiungere dimensioni intorno ai 1520 metri d'altezza, anche se solitamente, crescendo spesso in condizioni disagevoli, si mantengono entro dimensioni più contenute. La chioma è piramidale negli esemplari giovani, diviene globosa con gli anni, rimanendo sempre d'aspetto disordinato. La corteccia del tronco corto e robusto è grigia, diviene scura e profondamente fessurata. Le foglie aghiformi, lunghe 5-10 cm, molto sottili e morbide, riunite in mazzetti di due, di colore verde chiaro. I fiori meglio indicati come sporofilli, maturano in marzo-maggio: - Macrosporofilli: sono rosso-violacei e grandi 1 cm circa, solitari o a gruppetti di 2-3. Microsporofilli: sono costituiti da piccoli coni ovoidali di colore giallo e riuniti a spiga. Strobili di forma ovale-conica, sono lunghi 5-10 cm e larghi 2-3 cm. Sono verdi in età giovanile e diventano marroni dopo due anni. Contengono dei semi lunghi 5-6 mm, dotati di un'ala di 20 mm. Gli strobili si aprono con lentezza, di solito nel corso di qualche anno, oppure per il calore provocato da un incendio. Il pino d’aleppo preferisce terreni ricchi, sciolti e ben drenati, dove si sviluppa in maniera ricca e vigorosa; questa pianta però solitamente cresce in luoghi aridi, con terreni rocciosi e molto poveri, dove sopravvive e cresce abbastanza bene, poiché tollera lunghi periodi di siccità e riesce a crescere anche nei terreni più sfavorevoli. 16) Quercus pubescens (Roverella) è la specie di quercia più diffusa in Italia, tanto che in molte località è chiamata semplicemente quercia. Appartiene alla famiglia delle Fagaceae. Si trova principalmente nelle località più assolate, nei versanti esposti a sud ad un'altitudine compresa tra il livello del mare e i 1000 m s.l.m., occupa le pendici sassose e i suoli più superficiali, resistente all'aridità, è facilmente riconoscibile d'inverno in quanto mantiene le foglie secche attaccate ai rami a differenza delle altre specie di querce. Il principale carattere diagnostico per identificare la specie è quello di sentire al tatto le foglie o le gemme: sono ricoperte da una fine peluria che si può facilmente apprezzare. Presenta un fusto contorto, corto, con branche sinuose e rami sottili. Chioma globosa, emisferica in esemplari adulti. Corteccia grigio-brunastra, molto rugosa e fessurata in piccole placche ruvide. Le foglie decidue, semplici, obovato-lobate di 5-10 cm, pubescenti soprattutto da giovani, parte basale della lamina spiovente e stretta a cuneo; picciolo breve e peloso; inserzione alterna. Pianta monoica a fiori unisessuali, quelle maschili in amenti penduli lunghi 5 cm circa, colore verdegiallastro; quelle femminili solitarie, a piccoli gruppi terminali o posti lungo il ramo dell'ascella delle foglie in modo sessile o su un piccolissimo peduncolo; fioritura da aprile a maggio. Il frutto è una ghianda con pericarpio ovoide, con cupola che le ricopre fino a metà, di colore bruno lucido a maturità. Le ghiande sono dolci e venivano utilizzate non solo per l'alimentazione dei maiali, ma anche, nei periodi di carestia, per fare una specie di pane o piadina di ghianda.