RUBRICONE Molti watt in più I finali d i potenza professionali per uso studio possiedono praticamente tutti l a possibilità d e l collegamento a ponte. I n parole povere, essi possono funzionare sia come u n normale amplificatore d i potenza stereofonico che come u n unico finale monofonico, m a d i potenza quadruplicata. Come si spiega questo fatto? Qual è i l miracolo che permette a due amplificatori d i soli 50 watt (per esempio) d i fornirne 200 efficaci complessivi? Nessun m i r a c o l o : s i tratta semplicemente d i applicare le leggi della fisica. Consideriamo infatti l'amplificatore suddetto d a 50 watt. Per l a f o r m u l a W = V / R (dove V è l a tensione erogata dall'amplificatore, R l'impedenza dell'altoparlante e W l a potenza totale ottenuta), si ricava l a tensione efficace ai capi dell'altoparlante rovesciando l a formula stessa: V = v W x R . In questo modo, supponendo che l'altoparlante abbia un'impedenza caratteristica d i 8 o h m , si ottiene V = 20 volt. Ora, i l p r i n c i p i o d i funzionamento d i un amplificatore stereo collegato a ponte fa sì che i due distinti amplificatori d i c u i è costituito eroghino ciascuno 1' identico valore d i tensione, m a i n opposizione d i fase l'uno rispetto all'altro (vedi fig. 1). Se q u i n d i l'altoparlante è collegato tra i due poli caldi dell'amplificatore, tralasciando il terminale comune (generalmente denominato negativo o massa), sarà disponibile a i suoi capi u n a tensione doppia della precedente. 2 Tornando alla p r i m a formula descritta, possiamo calcolare ora l a potenza: da W = V / R ricaviamo infatti per l'esempio precedente W = 40 /8, cioè 200 watt. S i impone a questo punto u n a diversa considerazione: come varia l a corrente totale erogata dagli amplificatori? Dalla formula I = V W / R , ricaviamo : (1) I = V50/8 = 2,5 ampère nel p r i m o caso; (2) I = V 200/8 = 5 ampère nel secondo caso. Quindi, attenzione! Questa corrente, pur essendo raddoppiata, n o n è ripartita per metà tra ogni amplificatore (come l a tensione), m a è la stessa che circola in entrambi', ed è perciò limitata d a l massimo valore erogabile da ogni amplificatore. D a questo s i comprende ad esempio, che n o n bisognerà mai collegare u n amplificatore a ponte ad u n diffusore da 4 o h m , perché ognuno dei due singoli amplificatori vedrà ai suoi morsetti d i uscita u n carico equivalente d i soli 2 ohm! Solo nel caso che i l costruttore dichiari L applicazione strana di R I N O C I E R I Piccoli circuiti, semplici trucchi elettronici, per avere nuove funzioni dal tuo impianto hi-fi, dal tuo TV color, dal tuo personal computer, c o n le spiegazioni per la realizzazione. esplicitamente che i l funzionamento su 2 o h m è perfettamente possibile, i l collegamento potrà essere effettuato. N o n c i saranno invece quasi m a i prob l e m i c o n u n diffusore da 8 o h m , poiché ogni singolo amplificatore vedrà u n carico d i 4 o h m , che è generalmente applicabile a quasi tutti gli amplificatori. E d ora, ecco i l regalino per i l nuovo anno: u n circuito sfasatore per trasformare i l vostro amplificatore stereo i n uno a ponte (fig. 2). Attenzione infine ai collegamenti all'amplificatore e al diffusore (vedi ancora l a fig. 1), e ricordatevi: i due amplificatori devono essere identici, e soprattutto della stessa potenza e con lo stesso guadagno i n tensione. Evitate quindi d i collegare due circuiti autocostruiti, tratti da due schemi diversi tra di loro. 2 2 14 Ecco gli schemi necessari per la costruzione dello sfasatore. Con esso trasformare il vostro ampli stereo in un mono di potenza superiore. potrete