Il fosforo: un macroelemento indispensabile per alimentare la bovina da latte Un convegno presso l'Università Cattolica organizzata dal gruppo Roullier in collaborazione con la Cattolica di Piacenza e l'Università di Parma Giuseppe Romagnoli 09 giugno 2016 17:15 Il ruolo di macro- e micro-elementi nella nutrizione è complesso per le loro notevoli interazioni e richiede ancora approfondite ricerche. Tra i macro-minerali le carenze di fosforo nell’alimentazione della bovina da latte sono causa di evidenti deficienze metaboliche e dello stato di salute. Oggi grazie al gruppo Roullier (in Italia con Timazootec) è possibile avere a disposizione un nuovo prodotto, il Neophos, che rappresenta una importante novità per lo sviluppo di integratori minerali più rispondenti alle esigenze degli animali e della ricerca. Se n’è trattato nel convegno che si è svolto all’Università cattolica del S. Cuore di Piacenza sulla “importanza del fosforo nell’alimentazione della bovina da latte”, un incontro moderato dal prof. Francesco Masoero (importante valutare i fabbisogni ed approcciarsi in modo professionale nell’alimentazione micro-minerale) ed al quale hanno partecipato il prof. Federico Righi dell’Università di Parma che ha parlato del “ruolo biologico del fosforo nella bovina da latte”. E’ seguito l’intervento del prof. Erminio Trevisi (Cattolica di Piacenza) sui “macro-minerali nel periodo di transizione della bovina da latte:conseguenze fisiologiche e sullo stato di salute”. Infine Roberto Oppici (direttore vendite Timazootec) ha presentato Neophos, il nuovo fosforo per uso zootecnico ad altissima digeribilità prodotto dal gruppo Roullier “che- ha chiarito l’ing. Pierluigi Sassi responsabile di Agroforniture- è nato nel 1959 a Saint Malo nel nord-ovest della Francia, con lo scopo di sviluppare prodotti ad elevato valore aggiunto. Oggi la Roullier è presente in 40 paesi, con 3 miliardi di Euro di fatturato e 7000 dipendenti. Timazootec si è specializzata per l’alimentazione animale ed in particolare, in quella della bovina da latte che significa soprattutto assistenza tecnica per allevamento e innovazione nella nutrizione, per portare valore alla redditività della stalla e per il benessere animale. Con Neophos si è rinnovata tutta la gamma di integratori prodotti dall’Azienda ed apporta benefici”. “Non sono ben chiari- ha detto Righi- i meccanismi di omeostasi del fosforo che hanno effetti sulla fertilità, produttività e stato di salute delle bovine da latte. Non è un metallo, si trova sotto forma di Sali fosfatici, è presente nei foraggi, ma è difficile valutarne quante ne cedono durante la digestione. E’ componente in tutte le cellule e nel DNA, è importante nel metabolismo ossidativo, è costituente nell’apparato scheletrico e nei denti, è elevato nel colostro. Un bilancio ottimale tra calcio e fosforo- ha chiarito- è essenziale per la crescita, sviluppo e mantenimento scheletrico e la sua carenza diminuisce anche la sintesi proteica del latte e la sua caseificabilità. Un eccesso rimuove calcio dalle ossa, ma non genera problemi di salute particolari; la carenza induce infertilità, ma una quantità eccessiva non genera problemi. Con il fosforo si ha una miglior caseificazione e con la precision feeding si può ottimizzare l’apporto di fosforo nella dieta e ridurne l’impatto ambientale.”. Trevisi ha trattato dei meccanismi fisiologici, di come il fosforo intervenga negli altri macroelementi nel periodo di transizione. I macro-elementi definiti tali (macro), hanno una funzione “plastica in quanto concorrono primariamente alla costituzione della struttura dell’organismo”; sono il calcio, il fosforo, il magnesio, il potassio, il cloro, lo zolfo ed il sodio. Ne ha poi evidenziato gli effetti di carenza ed eccessi, ribadendo la necessità di calcolare dosi adeguate per coprire i fabbisogni, che sono tuttavia diversi in relazione alle varie fasi di vita e della lattazione. “Nel periparto il più importante è il calcio, regolato da ormoni”. Ne ha precisato le funzioni metaboliche ed il livello ottimale nel sangue: 2,4-2,9 mmol/l. I problemi si verificano se ci sono eccessi nel periodo dell’asciutta, per cui bisogna evitare leguminose e fieni misti. Nel parto c’è richiesta elevata ed alla prima mungitura c’è un crollo del calcio ematico, causando il collasso puerperale. Un trattamento terapeutico efficace è l’iniezione con calcitrolo qualche giorno prima del parto. Per controllare il livello di calcio nel sangue è necessario verificare innanzitutto il suo rapporto con gli altri micro-minerali nella dieta, ovvero evitare carenza di magnesio, o eccessi di potassio e sodio. Per ovviare alle carenze si propone di ridurre la quantità di latte munto nei primi 3-5 giorni di lattazione; anche il genotipo gioca un ruolo non secondario: la Jersey è più a rischio della Frisona. Al parto è noto che si inizi un processo infiammatorio e che un calo del calcio, avrebbe un ruolo protettivo per attenuare tale processo se indotto da gravi infezioni conseguenti sepsi o assorbimento di endotossine. “Occorre capire- ha detto- cosa provoca l’ipocalcemia che gioca sempre un ruolo nella riduzione della ruminazione, della contrattilità uterina, della produzione di latte e della comparsa della maggior parte delle patologie tipiche del periparto, non solo il collasso puerperale, e che spesso coinvolgono il sistema immunitario”. Trevisi ha trattato poi del ruolo degli altri macro-elementi, ribadendo che minor calcemia significa ridotta produzione di latte. Vanno evitati gli eccessi di potassio, fosforo, sodio, oltre che il calcio e bisogna porre attenzione agli eccessi di energia in asciutta. E’essenziale un corretto ed adeguato apporto di minerali nella razione in asciutta - in particolare di calcio, fosforo e magnesio - per ottimizzare gli adattamenti metabolici ed immunitari di tale delicata fase fisiologica e prevenire le patologie tipiche di avvio lattazione”