ECONOMIA E ISTITUZIONI NELL’ECONOMIA CLASSICA GIORGIO MORGANTI QUANDO NASCE L’ECONOMIA L’economia nasce come disciplina autonoma quando le attività economiche si emancipano da controlli e vincoli sociali e sono regolate dal mercato. Si tratta anche di un passaggio centrale per comprendere i rapporti tra economia e sociologia. Polany è uno degli autori che più ha insistito sul legame originario tra indagine economica e mercato: “Non puo’ essere considerato casuale il fatto che fino a epoche molto recenti mancasse, anche nelle lingue dei popoli civilizzati, un termine che designasse l’organizzazione delle condizioni materiali dell’esistenza (…) La ragione principale dell’assenza del concetto di economia è la difficoltà di individuare il processo economico quando questo si trovi incorporato in un sistema di istituzioni non economiche “(1968; 83). QUANDO NASCE L’ECONOMIA Nelle economie primitive ed arcaiche le attività economiche sono incorporate in un sistema di istituzioni non economiche. Ciò implica che la produzione o lo scambio di beni legati all’agricoltura, all’allevamento, alla pesca o all’artigianato possono essere organizzati sulla base del principio di reciprocità o di quello di redistribuzione ma non dello scambio di mercato. Nel caso delle reciprocità si producono beni servizi sulla base di obblighi di solidarietà condivisi nei riguardi degli altri membri del gruppo parentale o della tribù. Tali obblighi sono di solito legati alle prescrizioni di una religione prevalente. Il flusso di doni e controdoni caratterizza le economie di queste società primitive. QUANDO NASCE L’ECONOMIA Spesso , già nelle società primitive, alla reciprocità si affianca la redistribuzione. Per esempio le norme sociali prevalenti possono prescrivere che al capo villaggio vengano consegnati determinati prodotti. Tale forma di organizzazione dell’attività economica consente una divisione del lavoro specializzata nell’ambito di territori più vasti. Essa tende quindi a caratterizzare maggiormente le economie dei grandi imperi burocratici, come per esempio quelli dell’antica Mesopotamia, dell’Egitto, degli Incas in Perù o l’impero romano. Secondo Polany reciprocità e redistribuzione sono meccanismi di regolazione dell’attività economica essenziali anche per capire il feudalesimo europeo. QUANDO NASCE L’ECONOMIA Tuttavia nel contesto europeo più che altrove a partire dal Medioevo si viene costituendo uno spazio crescente ed autonomo del mercato come strumento di organizzazione dell’attività economica. Scambio di mercato (domanda e offerta) Solo l’emancipazione e l’autonomizzazione delle attività economiche dai condizionamenti sociali e politici rende possibile l’economia come scienza. Analisi istituzionale dell’economia come spazio della sociologia economica. Ha il compito di chiarire il “posto delle economie nella società”. LA FORMAZIONE DELL’ECONOMIA POLITICA Molti pezzi di analisi economica si sono accumulati nel tempo, specie dalla fine del 500, ma è solo nella seconda metà del 700, con i fisiocratici e con l’opera di Adam Smith, che l’idea di una sfera economica come sistema autonomo di parti tra loro interagenti giunge a maturazione. Contemporaneamente, diventa anche più netta la distinzione tra analisi scientifica del funzionamento dell’economica e proposte di politica economica, cioè suggerimenti al potere politico per interventi di regolazione. Questo processo sfocerà nella grande sintesi di Adam Smith; LA FORMAZIONE DELL’ECONOMIA POLITICA La formazione dell’economia politica si accompagna a una riflessione esplicita e consapevole sui rapporti tra economia e società; Vi è dunque una sociologia economica, che precede quella sviluppatasi all’interno della tradizione sociologica e ne costituisce in certo qual modo un presupposto; Solo piu’ tardi, verso la fine del 800, con la gli economisti neoclassici, la divisione del lavoro tra economia e sociologia diventerà più netta; Per Smith (1776) : L’economia politica, considerata come ramo della scienza dello statista si propone due fini distinti: primo, quello di provvedere di un abbondante reddito e di abbondanti mezzi di sussistenza la popolazione (..); secondo quello di fornire allo stato o alla repubblica un reddito sufficiente ai servizi pubblici. Essa s propone di arricchire tanto il popolo che il sovrano. LA FORMAZIONE DELL’ECONOMIA POLITICA Un passaggio essenziale nella formazione dell’economia politica è costituito dal diffondersi, soprattutto nel 600, di una pratica di economia politica, cioè di un’analisi dei caratteri e dei problemi delle attività economiche strettamente finalizzata agli obiettivi di rafforzamento dei nascenti stati nazionali; Mercantilismo. Insieme di indagini eterogenee che hanno innovato in maniera considerevole rispetto al modo precedente di intendere l’attività economica; Per Aristotele il comportamento economico costituiva sostanzialmente n problema eticogiuridico; LA FORMAZIONE DELL’ECONOMIA POLITICA Nell’antichità ci si preoccupava di quale sarebbe dovuto essere il comportamento più idoneo rispetto alle norme di organizzazione della società giudicate valide; Da qui, per esempio la disquisizione sul giusto prezzo, da qui la condanna come usura di ogni forma di interess su denaro dato in prestito; Con il pensiero mercantilista si fa strada si fa strada invece una valutazione più autonoma e scientifica dei fenomeni economici, soprattutto da due punti di vista tra loro collegati; 1) il comportamento economico viene visto come sostanzialmente guidato dall’interesse personale in termini di guadagno; II) viene riconosciuto il ruolo di scambio del mercato, sioè l’influenza della domanda e dell’offerta nella formazione dei prezzi; LA FORMAZIONE DELL’ECONOMIA POLITICA Nel 600 i commerci avvengono ormai tra gli stati nazionali e ne condizionano la potenza politica; Da qui le preoccupazioni crescenti per l’economia in paesi come l’Olanda, l’Inghilterra, la Francia, la Spagna. Le monarchie europee erano interessate a promuovere l’attività commerciale e la penetrazione coloniale per rafforzarsi nella competizione internazionale. L’obiettivo primario era quello di garantire un afflusso di moneta metallica (oro, argento). A questo fine si servivano di compagnie commerciali alle quali venivano concessi monopoli di determinati beni e privilegi di varia natura nell’amministrazione dei territori coloniali. LA FORMAZIONE DELL’ECONOMIA POLITICA I mercantilisti sono di solito accusati di avere una concezione errata della ricchezza nazionale, identificata con la moneta metallica disponibile (oro e argento). E’ forse più equilibrato rilevare che i mercantilisti sono stati più interessati al ruolo della moneta nella formazione della ricchezza reale; Per raggiungere questo obiettivo era necessario avere una bilancia commerciale in attivo. Da qui il sostegno a una politica protezionistica dell’economia nazionale tendente a limitare le importazioni (con dazi e restrizioni) e a sostenere le esportazioni (con sussidi e rapporti commerciali vantaggiosi per le colonie). Come rileva John Law un’abbondanza di moneta fa calare il tasso di interesse per i prestiti e quindi stimola l’attività economica e l’occupazione. LA FORMAZIONE DELL’ECONOMIA POLITICA I fisiocratici costituiscono un gruppo molto più coeso e omogeneo dei mercantilisti. Il periodo di maggiore influenza della corrente fisiocratica si colloca intorno alla metà del 700. Francesi sono i principali esponenti: Francois Quesnay è la personalità più importante. Il clima intellettuale in cui maturano le idee dei fisiocratici è quello della Francia negli anni che precedono la rivoluzione, Essi sono preoccupati per la situazione economica e finanziaria del paese. Le crescenti spese militari e quelle per il mantenimento della corte di Versailles avevano portato a un maggiore prelievo fiscale sull’agricoltura; LA FORMAZIONE DELL’ECONOMIA POLITICA D’altra parte la politica mercantilista intrapresa da Colbert, Ministro di Luigi XIV, aveva dirottato risorse e interessi verso l’industria e le manifatture; In questo quadro i fisiocratici sostengono un progetto di riforma dell’agricoltura e sviluppano una critica severa nei confronti dei mercantilisti; Il loro è un progetto puta a liberare l’agricoltura da vecchi vincoli di origine feudale, liberalizzare il commercio cerealicolo, razionalizzare il sistema fiscale con un’imposta unica; Fisiocrazia significa governo della natura. I fisiocratici partono dall’assunto che esistono leggi naturali della società simili a quelle che governano il mondo fisico. LA FORMAZIONE DELL’ECONOMIA POLITICA Esiste un ordine sociale naturale che può essere conosciuto per mezzo della ragione; Un aspetto essenziale delle leggi naturali è costituito dal diritto di proprietà; Se questo diritto viene riconosciuto e garantito adeguatamente, e non è intralciato dalle leggi positive può svilupparsi meglio il perseguimento dell’interesse individuale. Questo a sua volta contribuirà a creare maggiore ricchezza individuale e collettiva. Essi non vedono però nel perseguimento dell’interesse individuale come motore delle attività economiche n fatto storico, legato all’evoluzione della società, ma una tendenza naturale. LA FORMAZIONE DELL’ECONOMIA POLITICA Per i fisiocratici il naturale ruolo degli interessi privati non è turbato se si riconosce innanzitutto la funzione essenziale dell’agricoltura nella formazione della ricchezza; Non è il commercio e l’afflusso di moneta a creare ricchezza e nemmeno la manifattura, ma solo l’agricoltura ha la virtù di dare un reddito aggiuntivo rispetto alle risorse in essa investite. LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH Per i fisiocratici il libero perseguimento dell’interesse individuale è in grado di conciliare naturalmente, per mezzo del mercato, benessere individuale e collettivo. Per Smith non è così nonostante gli sia stato attribuito di essere il paladino del laissez faire. La ricerca dell’interesse individuale e il funzionamento del mercato possono favorire il benessere collettivo solo se sono controllati da precise regole istituzionali (socioculturali, giuridiche, politico-istituzionali). Lo studio di tali vincoli istituzionali è parte integrante, per Smith, dell’indagine sulle cause della ricchezza delle nazioni. LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH ADAM SMITH (1723-1790) nasce, si forma e lavora in Scozia. Per più di 10 anni insegnò all’Università di Glasgow e nel 1759 pubblicò La teoria dei sentimenti morali. Dopo un viaggio in Francia dove ebbe modo di incontrare esponenti dell’Illuminismo come Voltaire e di entrare in contatto con i fisiocratici tornò in Scozia e lavorò alla Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni (1776). Nella scuola scozzese matura una prima concezione sociologica dell’azione umana. LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH L’uomo , nei rapporti con i suoi simili, non può essere considerato né naturalmente egoista (Hobbes) né naturalmente guidato dalla ragione (Locke e i fisiocratici). L’azione sociale è piuttosto un’azione istituzionalizzata: è cioè influenzata da valori e dalle norme che prevalgono storicamente in una data società; Le istituzioni sono una creazione degli uomini, ma a loro volta, ne influenzano il comportamento; Questa concezione è presente nella “Teoria dei sentimenti morali” di Smith. LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH Nella Teoria dei sentimenti morali Smith si propone di applicare il metodo scientifico, basato sull’esperienza, al comportamento umano; I benefici derivanti dal perseguimento degli interessi privati avvengono in forme socialmente controllate; l’interesse individuale è socialmente disciplinato mediante il processo di socializzazione. Dove le norme sociali incoraggiano vincoli di solidarietà, la società è più integrata. In quel caso ci si avvicina a una situazione che potremmo definire di tipo comunitario. LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH Ma ciò non è indispensabile: “la società può sussistere tra uomini differenti, come tra differenti mercanti per un senso della sua utilità, senza alcun reciproco amore e affetto”. Questa situazione si riferisce alle società commerciali, affermatesi con lo sviluppo capitalistico; Una società basata sullo scambio di mercato richiede dunque il rispetto di regole di giustizia per poter funzionare; E’ evidente per Smith che il mercato può funzionare solo in presenza di un quadro istituzionale appropriato. In Smith, il desiderio di migliorare le proprie condizioni come un dato permanente del comportamento umano è alimentato dal bisogno di approvazione sociale. LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH In una società commerciale consolidata, la ricchezza diventerà lo strumento principale per ottenere riconoscimento sociale. Ma ciò non è così sempre, in altre situazioni il desiderio di affermazione individuale si esprime in forme date dai valori dominanti: forza fisica, capacità militare, potere politico. Nelle lezioni di Glasgow (1763) Smith fa riferimento a quattro stadi dello sviluppo economico che si susseguono nel tempo. Ciascuno di essi è caratterizzato da un tipo di organizzazione economica prevalente e cioè: caccia, pastorizia, agricoltura e commercio. A ogni stadio corrispondono istituzioni diverse e costumi differenti. In questo quadro le istituzioni che governato la società cambiano storicamente. L’azione economica è dunque socialmente determinata e storicamente variabile. LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH Due modi di Smith di osservare l’economia analiticamente separati: PROSPETTIVA DI STATICA ECONOMICA: attiene alle modalità secondo cui avviene la produzione di beni e la distribuzione dei redditi in una società capitalistica. Si suppone che non si crei nuova ricchezza, ma che si usi quella esistente per soddisfare i bisogni. In questo quadro le istituzioni capitalistiche sono considerate come date. Cioè è data la proprietà delle terra e la rendita dei proprietari, l’accumulazione del capitale nelle mani dei capitalisti che conseguono il profitto e la forza lavoro le cui prestazioni vengono remunerate con un salario. Questa prospettiva è stata privilegiata dalla letteratura economica perché consente di separare l’analisi delle istituzioni dall’analisi economica (produzione e distribuzione). LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH Analisi della DINAMICA DELL’ECONOMIA: attiene alla creazione di nuova ricchezza correlata al problema dello sviluppo; In questo caso le istituzioni capitalistiche non sono più considerate da Smith come un dato, ma come una variabile; Dalle caratteristiche che esse assumono ( feudali, concorrenziali, monopolistiche) dipenderà la maggiore o minore “Ricchezza delle nazioni”. LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH In una società commerciale l’attività economica non è più regolata in maniera prevalente dalla reciprocità e dalla redistribuzione, ma dallo scambio di mercato. “non è certo dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi hanno cura del proprio interesse” In che modo la cura del proprio interesse porta risultati ordinati e prevedibili dal punto di vista economico? Due questioni:1- la determinazione della quantità di beni prodotti; 2- la determinazione dei redditi distribuiti ai partecipanti all’attività economica. LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH Produzione di beni. Supponendo che vi siano molti venditori, le informazioni circolino liberamente, e le risorse di capitale e lavoro possano essere spostate da un impiego all’altro, la quantità prodotta tenderà a corrispondere alla domanda effettiva esistente per tali beni. La domanda dei consumatori determinerà in ultima istanza cioè che viene prodotto di ciascun bene, dati i costi di produzione. In effetti se la quantità offerta fosse inferiore a quella domanda sul mercato il prezzo si alzerebbe ristabilendo l’equilibrio sul mercato. Cio è vero anche a parti invertite. LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH Smith distingue: prezzo di mercato e prezzo naturale. IL PREZZO DI MERCATO riflette le oscillazioni di breve periodo della domanda e dell’offerta; IL PREZZO NATURALE si afferma nel lungo periodo e riflette i costi di produzione. Nel lungo periodo la quantità di beni prodotta sarà pari al livello della domanda che rende possibile remunerare il costo di produzione. Il prezzo naturale di una merce “non è ne più ne meno di ciò che è sufficiente a pagare la rendita della terra, i salari del lavoro e i profitti dei fondi impiegati per coltivare, preparare e portare al mercato la merce stessa” LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH Per quando riguarda la distribuzione del reddito si suppone che esista un prezzo definito dal mercato per : salari, profitti e rendita. Il salario si forma sul mercato del lavoro. Vi sono dei meccanismi che spingono il prezzo di mercato verso un prezzo naturale, che è quello minimo necessario perché i lavoratori possano riprodursi, salario di sussitenza; Vi sono due meccanismi che condizionano le dinamiche salariali:1- la capacità di coalizzarsi di dipendenti e datori di lavoro; 2- i movimenti demografici; LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH La capacità di coalizione favorisce i datori di lavoro perché sono minori numericamente e sono protetti dalla legge “ che autorizza o almeno non proibisce le loro coalizioni, mentre proibisce quelle degli operai”. Meccanismo demografico: se i salari scendono troppo, si innesca una reazione che porta, attraverso il calo delle nascite, alla riduzione quantitativa della forza lavoro e quindi al ristabilimento dell’equilibrio. In generale Smith ritiene che i salari sono destinati a crescere per effetto dello sviluppo economico, che fa aumentare la domanda di lavoro. LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH Profitto: “ il saggio di profitto non cresce con la prosperità e non diminuisce con il declino della società, come avviene per la rendita e i salari. Al contrario, esso è naturalmente basso nei paesi ricchi ed è alto in quelli poveri ….” Se in un determinato impiego, per esempio la produzione di un certo bene, vi è oca concorrenza il profitto tenderà a salire. Al crescere della concorrenza si verificherà l’opposto. Da qui la tendenza al calo del saggio del profitto. Per Smith un basso tasso di profitto è un ingrediente necessario per stimolare la ricerca di nuovi impieghi e la crescita della produttività. LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH RENDITA: “il prezzo pagato per l’uso della terra” tenderà a corrispondere a quella parte di valore del prodotto che eccede i salari e i profitti necessari per produrlo ai saggi medi fissati dai rispettivi mercati; Perché si posso compiere la giusta remunerazione dei fattori produttivi è necessario un quadro istituzionale adeguato che spingano l’economia a d emanciparsi dai vincoli sociali e politici. LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH Il mercato concorrenziale assicura ciò che è più domandato ai prezzi più bassi possibili. Gli economisti sono rimasti affascinati dalle capacità ordinatici di questa macchina per cui ogni singolo soggetto “mira solo al suo proprio guadagno ed è condotto da una mano invisibile a perseguire un fine che non rientra nelle sue intenzioni (…) Perseguendo il suo interesse persegue egli stesso l’interesse della società in modo più efficace di quanto intende effettivamente perseguirlo” Studio della dinamica della società capitalistica LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH 1- nell’analisi dello sviluppo economico i fattori non economici hanno un ruolo esplicativo essenziale; 2- Per Smith le istituzioni capitalistiche sono le più appropriate per sostenere lo sviluppo economico, ma lo sono quanto più si avvicinano al capitalismo concorrenziale; 3- Lo sviluppo economico è lo strumento principale che consente al capitalismo concorrenziale di evitare le tensioni tra economia e società, di tenere insieme efficienza economica e consenso LA GRANDE SINTESI DI ADAM SMITH La divisione del lavoro è particolarmente importante per Smith per la crescita della produttività e della ricchezza. LA DIVISIONE DEL LAVORO aumenta la produttività per tre ragioni: 1- accresce la produttività di ogni singolo operaio che si puo’ cosi specializzare in una determinata mansione; 2-per il risparmio di tempo nel passaggio da una mansione all’altra; 3- perché viene facilita l’invenzione di macchine che riducono il tempo di lavoro.