Le scoperte geografiche e la colonizzazione

Genova e Venezia, attraverso i nuovi valichi montani o le vie
del mare verso nord, aumentarono notevolmente la loro
capacità economica e politica.
In particolare emerse la città di Bruges che, nel 1358, grazie
alla costituzione della lega Hanseatica – Lubecca e
Amburgo - (confederazione), divenne un importante mercato
di scambio.
La Lega utilizzava una nuova e grossa imbarcazione – kogge –
tozza e robusta adatta ala navigazione oceanica (tempeste) e
invernale.
Dal XIV secolo è il centro economico più importante di tutta
l’Europa. Nel 1423 aveva entrate (1.590.000 ducati) pari al
regno d’Inghilterra e decisamente superiori al regno di
Francia. Sopravvisse alla guerra del 1379-1380 e da allora
divenne incontenibile.
Intorno al 1430 controllava Padova, Verona, Brescia Bergamo.
All’inizio del XVI secolo tentò di espandersi sulla terraferma
verso Bologna (Stato Pontificio, Giulio II) ma il papa la fermò
con una grande alleanza militare (Francia, Spagna,
Imperatore) con la battaglia di Agnadello (1509).
Aveva grandi possedimenti nell’Egeo (Cipro, Creta, Corfù) e
imponeva già la monocoltura finalizzata all’esportazione.
Era il maggior porto per il traffico merci verso la Germania e
molto importante era il Fondaco dei Tedeschi.
Serbava gelosamente il monopolio del commercio con il
Levante (era infatti la principale e unica mediatrice
economica) ed era molto abile nel produrre navi militari
e commerciali grazie all’Arsenale di proprietà dello Stato
ove si producevano
Galere: navi militari a remi
Galere da mercato: navi da carico, con le vele, in uso ai
mercanti ma di proprietà dello stato.
Intorno all’anno 1500 chiunque volesse commerciare con
l’Oriente doveva servirsi dei monopoli veneziani.
Sfidarono il monopolio dei veneziani, navigando
nell’Atlantico e giungendo alle Indie attraverso l’Africa
nera sub-sahariana.
Fin dal Duecento la monarchia, dopo averc compiuto nel
1253 la reconquista, promosse regolari scambi
commerciali con l’Inghilterra e le Fiandre e la nascita di
grandi cantieri navali finalizzati alla costruzione di navi
in grado di navigare nell’oceano: la caravella era una
nave di piccole dimensioni con due alberi e vele latine
(triangolari) tipicamente mediterranee; poi divenne più
grande con tre alberi di cui due a vela quadra.
La caravella cambio aspetto nel XV secolo: tre alberi e
attrezzatura velica mista: latina triangolare
(manovrabilità) e quadrata (spinta del vento).
1420: conquista di Madeira
1471: Superato l’Equatore
1484: scoperta della foce del fiume Congo (Africa Nera):
spezie e soprattutto schiavi (Lisbona ne divenne il
principale mercato all’inizio del Cinquecento).
1487: Bartolomeo Diaz doppia il Capo di Buona speranza
1497-1499: Vasco de Gama – Africa orientale, Calicut,
Portogallo (due anni di viaggio, 300 giorni in mare, 2/3
dell’equipaggio tornò)
1497: Vie delle Indie – i portoghesi sottovalutarono la
scoperta del nuovo mondo e le sue potenzialità,
occuparono solamente il Brasile.
Si concentrarono sull’Oceano indiano incontrando al
resistenza dei mercanti arabi, abituati al monopolio.
Erano inferiori commercialmente, considerati rozzi,
sudici e disperati avventurieri dagli indiani: l’unica via
per imporsi fu quella militare, in cui avevano la
superiorità navale.
1510 conquista di Goa, poi Ormuz, Malacca, le isole
Molucche.
Commercio gestito prima dalla Corona: la sola ad avere i
mezzi per mantenere le tre flotte navali in grado di
assicurarle il controllo dei commerci. Ogni flotta era
composta da 12-14 navi, addirittura arrivavano a 30.
Le spedizioni generavano profitti, ma anche spese
elevatissime! La Corona si alleò a compagnie fiorentine,
tedesche e genovesi.
1501: le spezie si vendono ad Anversa non più Lisbona.
Famiglia emergente di banchieri: i Fugger di Augusta,
creditori degli Asburgo. Essi controllarono le spezie
portoghesi e il mercato di Anversa che divenne sempre
più importante causando forti perdite a Venezia che però
non perse per almeno un altro secolo il suo potere
commerciale.
Centro di scambio commerciale delle spezie orientali,
dell’argento e del rame.
Grande mercato dell’industria tessile del Nord Europa:
•Mercanti inglesi
•Drappieri fiamminghi
•Portoghesi: compravano legname (Baltico), pece e
canapa per fare le loro navi, prodotti commerciati
sempre più dalla nascente fioritura dei marinai olandesi.
Dal 1530 comparvero sempre più massicciamente gli
spagnoli per esportare verso il nuovo mondo manufatti
europei.
Al termine della guerra dei Cent’anni la Francia era comunque uno
stato dalla fragile costituzione politica poiché i duchi di Borgogna
avevano approfittato delle contingenze belliche per sottomettere
vasti territori nel nord-est del paese.
Carlo il Temerario di Borgogna nel 1477 cercò di conquistare la
Lorena che separava la Borgogna dai nuovi territori conquistati a sud.
Il Re di Francia reagì a questo tentativo e la battaglia si svolse a Nancy
nel 1477; l’esito fu la disfatta dell’esercito di Carlo il Temerario (vi
morì in battaglia), grazie all’utilizzo, da parte francese, della fanteria
mercenaria svizzera e del metodo militare chiamato del quadrato
di picchieri (simile allo schema della falange macedone).
Massimiliano I d’Asburgo, che aveva sposato Maria, la figlia di
Carlo il Temerario, si trovò a possedere tutti i territori del ducato di
Borgogna ed espanse i suoi possedimenti sino ad entrare in conflitto
con il re di Francia.
ASBURGO
FRANCIA
Cavalleria
Nel Cinquecento: vertiginoso aumento dei costi bellici poiché
servivano uomini, artiglieria; dunque serviva molto denaro!
Uomini: trovarli non fu un problema, lo era il pagarli attraverso il
costante aumento del prelievo fiscale e i prestiti dei grandi banchieri.
I mercenari avevano poi liberato il sovrano dal ricatto dei nobili e
delle loro milizie centrale divenne la fanteria mercenaria svizzera.
Artiglieria: essa liberò il re dai ricatti dei nobili e consentì, nelle
ribellioni, di abbattere i loro castelli. Ma l’artiglieria fusa in bronzo
costava cifre spropositate. In Inghilterra si trovò la maniera di
fonderla in ferro senza che scoppiasse, ma la sua qualità era inferiore
al bronzo.
Le flotte navali: con esse ben presto l’Europa ottenne la supremazia
sull’Islam da cui badò prevalentemente a difendersi in medioriente;
era troppo occupata ad espandersi verso Occidente e verso il nuovo
mondo.
L’Italia rappresentava il territorio più ricco dell’Occidente ed era
diviso in alcuni grandi stati regionali che, dopo tentativi falliti di
conquista reciproca nella prima metà del Quattrocento, erano giunti
alla Pace di Lodi del 1454, capace di stabilire un equilibrio politico e
militare tra le diverse potenze.
Di tale politica si era fatto garante Lorenzo il Magnifico , signore di
Firenze dal 1469 al 1492 (dopo che Cosimo il Vecchio aveva assunto il
controllo della città, in modo indiretto, dal 1434).
Ma i re francesi , alla fine del Quattrocento, si fecero promotori di
pretese dinastiche sul regno di Napoli e sul ducato di Milano e
organizzarono campagne politiche costose e spettacolari:
1494 – Carlo VIII scese in Italia con 3500 cavalieri, 18.000 fanti e 140
cannoni (sparavano palle di ferro). La sua discesa, che non trovò
resistenza se non nel 1495, fu interpretata come un castigo divino per
punire i peccati degli uomini
A Firenze la signoria dei Medici fu rovesciata a favore della
Repubblica, guidata dalle parole del predicatore domenicano
Gerolamo Savonarola (1452-1498). Firenze sarebbe diventata il
Regno di cristo, riformata totalmente nei costumi morali (azzardo,
usura e lussuria). Ma a Roma regnava papa Alessandro VI, la cui
corte brillava per corruttibilità e immoralità.
Il papa scomunicò il
frate e i fiorentini,
temendo la stessa fine,
lo arsero vivo come
eretico (12-5-1498).
La Repubblica fu abbattuta dagli spagnoli
nel 1512, anno in cui i Medici tornarono al potere.
Le vicende 1494-1498 furono oggetto della meditazione di
Niccolò Macchiavelli che individuò nella debolezza del
sistema degli stati regionali italiani e nella loro cronica
frammentazione un limite. Occorreva creare uno stato forte
in grado di esprimere capacità economica e militare simile
alla Francia.
Occorreva poi che i governi si reggessero sull’uso della forza
politica.
Sottovalutò invece la straordinaria potenza della
rivoluzione militare che si stava compiendo (armi da fuoco
e artiglieria)
Riunificata grazie al matrimonio, nel 1469, tra Isabella di
Castiglia e Ferdinando di Aragona, e alla Riconquista
dei territori ancora in possesso di sovrani mussulmani:
ultimo regno a cedere fu quello di Granada riconquistato il
1° gennaio 1492.
In Spagna fu particolarmente presente e feroce
l’Inquisizione, introdotta nel 1480, per colpire eretici ed
ebrei/mussulmani convertiti al cristianesimo ma non
particolarmente zelanti.
L’economia spagnola si basava sull’allevamento delle pecore
dal lana merino (la Mesta gestiva i tratturi) e poi solo in
seguito sull’agricoltura e i metalli preziosi provenienti dalle
americhe
Cristoforo Colombo (1451-1506). Una diversa via per
raggiunger la terra delle spezie: la traversata atlantica.
Lettura di riferimento fu il Milione di Marco Polo
(Cipangu più a oriente del Catai); venne a coscienza delle
teorie di Toscanelli (1397-1482) in cui si parlava di una via
occidentale per le Indie. Propose l’impresa anche ai
Portoghesi -1484- (troppo impegnati nella
circumnavigazione dell’Africa e una commissione di esperti
giudicò errati i suoi calcoli sulla grandezza del globo
terrestre) e agli Spagnoli -1486- che lo finanziarono solo
dopo aver riconquistato Granada. Colombo voleva trovare
oro con cui finanziare una nuova crociata per la riconquista
del santo sepolcro: aveva dunque motivazioni di natura
religiosa più che economica
3 agosto 1492 partenza dalla cittadina di Palos che
finanziò con due caravelle come forma di ammenda e
risarcimento alla corona (3 caravelle, 90 uomini). La
navigazione in mare aperto durò 33 giorni e fu molto
difficile per i marinai.
12 ottobre 1492 approdarono nell’isola si San Salvador,
nel gruppo delle Bahama. Poi continuò per Cuba e
Hispaniola dove si perdette la Santa Maria.
16 gennaio 1493 ritorno in Spagna dove giunse a
febbraio, accolto con grandi onori.
1493 – secondo viaggio
1498 – terzo viaggio (raggiunse la massa continentale
americana)
1502 – quarto viaggio
Morì nel 1506, povero e dimenticato, anche perché nel
1504 era morta la regina Isabella sua protettrice e si
riteneva che le scoperte non avessero grande rilevanza
economica. Infatti nel 1497 i portoghesi andavano a est
con Vasco de Gama. Il Nuovo Mondo non fu rilevante
geograficamente fino al 1535-1550.
1519-1522, viaggio di Magellano
La popolazione indigena venne sterminata:
Dall’encomienda (affidamento), istituita nel 1503, che
di fatto espose gli indigeni allo sfruttamento brutale e
totale da parte degli spagnoli.
Dalle malattie portate dagli europei a cui il sistema
immunitario degli indios non seppe far fronte: malattie
come il vaiolo o le semplici malattie infantili mietevano
vittime in enorme quantità
Nel 1519 Hernàn Cortés sbarcò sulle coste con un
piccolo drappello di uomini, eppure riuscì a
conquistare quel territorio. Infatti gli Atzechi
dapprima furono paralizzati dalla diversità degli
spagnoli che considerarono dei, poi furono sconfitti
dalla malattia del vaiolo e dalla supremazia tecnica
e militare degli europei (archibugi, cannoni, navi)
ormai alleati con i popoli che gli atzechi avevano
sottomesso.
La conquista dell’impero Inca fu possibile ancora
grazie al vaiolo e alla guerra civile scoppiata tra i
figli alla morte dell’Inca Huayna Capac. Pizarro fece
prigioniero nel 1532 Atahualpa. Tale conquista fu
legittimata con il Requirimento (intimazione), un
documento redatto nel 1514 che proclamava le terre
date dal papa al re di Spagna.
Più difficile fu la conquista del territori o dei Maya
diviso in città stato che durò dal 1526 al 1540.
Per gli indios fu la fine della pace e l’inizio di un
periodo squallido e doloroso da cui non riuscirono
più a liberarsi.
Grande importanza ebbe in Spagna il dibattito sulla
legittimità della sottomissione delle terre del nuovo
mondo. I missionari domenicani cominciarono a contestare
il sistema delle encomienda fin dal 1511.
Inizialmente ci fu il Requirimiento che fu un tentativo di
alibi comodo per la guerra di rapina, ma non poteva bastare
vista l’impostazione ierocratica. Si passò allora alla
concezione aristotelica che voleva gli indios schiavi per
natura poiché potevano essere classificati come barbari. Ma
anche questa tesi non poteva reggere; Francisco de Vitoria
elaborò la tesi degli indios paragonabili ai bambini: uomini
per natura ma da educare, visti i comportamenti immorali
che dimostravano, a partire dalla conversione cristiana.
Denunciò con ogni mezzo le brutalità degli encomenderos:
Riconobbe piena umanità agli indios
Chiese che fossero trattati con rispetto e umanità
Si identificò con essi riconoscendo che la conquista europea
era un atto illegittimo di rapina, un’ingiustizia
macroscopica
Cercò di capire dall’interno i valori degli indios e arrivò a
comprendere il valore del sacrificio umano nella civiltà
atzeca.
Civiltà superiore?
Dal 1492 al 1500 eventi decisivi:
Da Colombo a Cabral che approda sul continente e ne
prende possesso al nome del re del Portogallo.
1498 l’approdo di Vasco de Gama a Calicut.
L’Europa che si getta nell’avventura coloniale è un
continente in crescita economica e demografica, che
sta rinnovando la sua cultura e sta progredendo
tecnicamente.
L’Europa non si sta però espandendo grazie alla sua
presunta superiorità culturale o come civiltà! Vi erano
infatti fiorenti civiltà in ogni parte del mondo.
L’espansione e le conquiste in realtà furono dovute ad
una migliore utilizzazione delle tecniche militari di
terra e di mare e ai progressi nelle tecniche di
navigazione, oltre che ad un uso indiscriminato della
violenza di uomini incapaci di comprendere la
ricchezza e la vitalità delle culture indigene.
Ragioni, finalità e presupposti
1) Risveglio culturale e volontà di rimettere in
discussione la cultura tradizionale: studiare la realtà
così come è attraverso la revisione della cartografia
delle teorie connesse. Toscanelli studiò il globo
terrestre sostenendo la sfericità della terra e
ipotizzando una via più breve per le Indie, pur non
immaginando l’esistenza del nuovo mondo.
2) La volontà in Europa di trovare una nuova via per le
Indie strappando ai Veneziani il monopolio dei commerci
con l’oriente, superando anche l’impero Ottomano.
3) Il miglioramento delle tecniche di navigazione (bussola e
carte nautiche perfezionate, navi a vela con migliori scafi).
4) Il miglioramento dell’artiglieria e il suo posizionamento
sulle navi che diede all’occidente un’indiscutibile
superiorità navale. Il veliero diventava una nave da guerra e
si perfezionò la tecnica della bordata.
5) La necessità di grandi capitali assicurata dai grandi stati
nazionali
Il Cinquecento: il decollo del colonialismo
europeo
Mai come nel Cinquecento la colonizzazione ebbe effetti
così radicali e durevoli (sottosviluppo odierno e divisione
del mondo in regioni sviluppate e sottosviluppate,
unificazione del mondo in “un’unica storia”).
L’espansione europea fu dovuta ad un’ideologia della
superiorità culturale europea che, a posteriori, voleva
giustificare la dominazione occidentale e l’annientamento
delle civiltà.
In realtà l’Europa esportò modelli sociali, economici e
politici arretrati, imponendo alle colonie modelli feudali e
regimi economici schiavistici di cui si stava lentamente
liberando.
La conquista si realizzò all’insegna di un pretestuoso
slancio religioso ancora influenzato dall’idea di
crociata. La Chiesa affrontò la cosa riflettendovi le
contraddizioni che la travagliavano e tentò di
contrastare le atrocità attraverso i missionari; in pratica
finì spesso per legittimare la conquista considerandola
indispensabile all’opera di evangelizzazione e coerente
con i vincoli di solidarietà con le monarchie cattoliche.
La colonizzazione comportò la completa
subordinazione dell’economia delle colonie agli
interessi della madrepatria (mercantilismo).
Portogallo
Era un paese relativamente debole: aveva bisogno di
accedere ai mercati africani per importare cereali e
sfuggire al pericolo di cadere sotto l’egemonia della
Spagna. Non realizzò mai un vero e proprio impero
coloniale ma occupò e fortificò centri commerciali
costieri (unica eccezione fu il Brasile conquistato da
Cabral).
Spagna
Si impegnò nella sistematica conquista territoriale:
1511 conquista di Cuba per penetrare poi sul continente
(impero azteco)
1519 invasione del territorio messicano (Cortés); 1522
conquista della capitale azteca Tenochtitlan.
1531 Pizarro conquista l’impero Incas (capitale Cuzco).
La corona dovette ben presto fare i conti con la cupidigia e
l’anarchia feudale che dominava gli scopi e i
comportamenti dei conquistadores : si doveva trasferire
nelle colonie l’organizzazione statale burocratica della
madrepatria e affermare l’autorità dello stato attraverso
fidati funzionari regi.
Si aggiunse la questione degli indios che erano
sistematicamente vessati e sfruttati provocando un vero e
proprio genocidio (Bartolomé de Las Casas).
Il Seicento
Intensificazione dell’espansione coloniale: Olanda,
Inghilterra e Francia. L’interesse europeo si concentrò
sulle americhe (popolamento), mentre per Asia e Africa
si trattò di un interesse focalizzato sul controllo dei
porti commerciali.
Il colonialismo non fu più finalizzato al saccheggio e
alla spoliazione delle colonie (Cinquecento), ma
cominciò a sfruttare in modo organico ed intensivo le
risorse locali: sistema delle piantagioni; le colonie
divennero luoghi di produzione dlle materie prime
destinate alla madrepatria.
Primopiano: l’espansione
Lo sfruttamento intensivo e la craezione di un sistema
economico europeo che coinvolgeva direttamente le
colonie generò l’aumento della richiesta di schiavi: la
tratta divenne un affare colossale con una
configurazione triangolare:
Europa:
navi cariche di merci
di scarso valore
Americhe:
produzioni tropicali
Africa:
gli schiavi
Primopiano: l’espansione
Le insidie dello spazio
L’universo conosciuto dagli occidentali si amplia
macroscopicamente, ma il processo di esplorazione
dei nuovi territori doveva ancora compiersi alla fine
del Settecento. Infatti la possibilità di rapidi
spostamenti di persone, merci e informazioni sarà una
conquista dell’Ottocento (macchina a vapore, ferrovia,
rivoluzione industriale).
Nel Cinquecento lo spazio e il viaggiare erano un
enorme problema: i viaggi per mare erano vere e
proprie avventure, anche se rimanevano il mezo più
veloce (fino a 200 Km al giorno)
Primopiano: l’espansione
I corrieri postali potevano raggiungere i 100 Km al
giorno.
Livorno – Tunisi: 14 giorni. Dalla Spagna alla Grecia 3060 giorni. Siviglia-Antille 70 giorni (15 mesi per
l’andata e il ritorno, visti i problemi logistici).
In Europa pochi avevano cavalli, quindi i viaggi si
affrontavano a piedi: Lutero da Erfurt a Roma in 2
mesi. La durata del viaggio dipendeva dalle condizioni
ambientali: maltempo, briganti …
Dunque l’umanità si misurava con l’ostilità di uno
spazio che non dominava: essa è una condizione
strutturale e di lunga durata di cui tener conto
La corona favorì il clima di intolleranza religiosa poiché
esso era estremamente funzionale ai suoi obiettivi.
1412 – Castiglia, Statuto di Valladolid: gli ebrei sono
costretti a risiedere in quartieri separati e rinchiusi da
mura (nel 1516 questo provvedimento preso a Venezia
originerà il “ghetto”, nel 1555 nascerà il ghetto di
Roma).
Gli ebrei convertiti al cristianesimo vennero comunque
disprezzati e chiamati marrano (=porco), fatti oggetto
comunque di violenze ulteriori poiché sospettati di
continuare a praticare il segreto la fede ebraica
(giudaizzare in segreto).
31 marzo 1492 – editto di espulsione di tutti gli
ebrei osservanti. Solo i convertiti sarebbero potuti
rimanere. Chi partì si diresse verso il Portogallo, dove
di li a poco avrebbe subito la stessa sorte, o l’Impero
Turco, dove incontrarono maggiore ospitalità poiché
portatori di risorse culturali e tecnologiche maggiori.
Nel XVI secolo i provvedimenti contro gli ebrei si
inasprirono in nome del principio della limpidezza
del sangue: divieto di accesso alle università
prestigiose, agli ordini religiosi. Tale discriminazione
aveva radici teologiche e minava persino la capacità
del sacramento del battesimo di eliminare la giudaicità
della nascita.
Moriscos: sudditi mussulmani del re di Spagna, obbligati
nel XVI secolo a convertirsi forzatamente al cristianesimo.
Ferdinando e Isabella non rispettarono a Granada la
promessa di libertà religiosa (1499) e provocarono la
ribellione dei quartieri mussulmani (1502). Chi non si
convertiva forzatamente doveva emigrare dalla Castiglia;
ciò avvenne anche i Aragona a partire dal 1525-1526.
Molti disordini vi furono sino al 1570 quando la rivolta dei
moriscos delle regioni montagnose intorno a Granada
venne domata con la forza.
Dal 1582 si discusse di come risolvere il problema dei
moriscos (aumentati di numero) e dal 1609 al 1614 vennero
espulsi dal regno (300.000) in un numero considerevole.
L’intolleranza della politico/religiosa spagnola deve
spiegarsi con la convinzione secondo cui un regno per
essere stabile e sicuro al proprio interno non
poteva accettare l’esistenza di sudditi che
professassero una religione diversa da quella del
sovrano ( … e ciò vale per tutti gli stati europei: vedi
lotte tra luterani e cattolici).
L’intolleranza provocò un vero e proprio paradosso: uno
stato che vedeva crescere la propria potenza politica
assisteva impotente all’impoverirsi della propria
capacità economica divenendo sempre più dipendente
dalla ricchezza dei paesi dominati.
A ciò si aggiunga che la limpieza de sangre favorì lo
smarrimento della identità sociale: i modelli di
comportamento dell’aristocrazia, economicamente
parassitaria, vennero assimilati e fatti propri da tutto il
popolo spagnolo, al di là di ogni distinzione di classe,
mentre furono abbandonate le professioni che
avrebbero assicurato benessere economico (commercio
e artigianato) poiché praticate da marrani e moriscos.
“iglesia, mar o casa real” divenne un diffuso adagio.