LO SVILUPPO FISIOLOGICO Ogni soggetto ha una propria curva di crescita, individuale e variabile ed anche ogni struttura corporea ha la sua propria curva di accrescimento e la sua velocità di crescita. La crescita è l’insieme dei processi che consentono all’organismo di raggiungere la taglia adulta; è un processo biologico risultato della moltiplicazione cellulare che aumenta le dimensioni del corpo. La differenziazione è un aspetto della crescita di tipo qualitativo ed ogni struttura organica si differenzia dalle altre per le sue caratteristiche funzionali. LA CRESCITA RISULTA DAL PROCESSO DI ACCRESCIMENTO E DALLA MATURAZIONE. L’età ossea può essere considerata come un indice di maturazione somatica (età auxologica, cronologica) IN UNA CORRETTA METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO SI DEVE TENER CONTO DEL FATTO CHE L’ETÀ CRONOLOGICA NON CORRISPONDE A QUELLA BIOLOGICA. LO SVILUPPO FISIOLOGICO I FATTORI DELLO SVILUPPO GENETICI AMBIENTALI CONDIZIONI PSICOLOGICHE (mediate dal Sistema Nervoso Autonomo e dalle ghiandole interne anoressia x ipoalimentazione, frustrazione instabilità bassa statura associata a minor secrezione ormone crescita) CONDIZIONI SOCIO ECONOMICHE (condizioni igieniche, lavoro minorile, alto numero di figli) CARENZE ALIMENTARI ( inadeguatezza alimentare crea a lungo conseguenze irreversibili nello sviluppo) CARENZA DI MOVIMENTO ( sindrome ipocinetica con soprappeso, paramorfismi ) INDICE DI EREDITARIETA’ EREDITARIETA ( è una stima, influisce sulla variazione di un attributo se si è esposti alle normali influenze ambientali) TUTTI I PROCESSI FISIOLOGICI HANNO UN TETTO GENETICAMENTE DETERMINATO ( Klissouras) La statura finale è indipendente dall’inizio della pubertà Nel MB non vi sono apprezzabili differenze tra i due sessi per quanto riguarda la statura, la potenza aerobica, la potenza anaerobica, la frequenza cardiaca, la velocità di conduzione nervosa. LE STRUTTURE E FUNZIONI ORGANICHE ADATTAMENTI ALL’ATTIVITA’ MOTORIA L’APPARATO LOCOMOTORE PARTE ATTIVA E’ costituito da i muscoli (sistema neuro muscolare), che tramite i cicli di contrazione ed allungamento cambiano nello spazio le posizioni PARTE PASSIVA ossa ed articolazioni Tessuto osseo E’ costituito da una componente organica che dà elasticità (collagene e sostanza fondamentale), impregnata da sostanza inorganica che dà rigidità (Sali minerali di Ca – P – Mg) Ha funzioni di movimento (ossa arti sup ed inf), protezione ( ossa cranio, sterno, bacino, scapola) e sostegno ( ossa colonna vertebrale, cingolo scapolo – omerale, pelvico). Le ossa lunghe sono composte tra la diafisi (parte centrale ) e le epifisi ( parti terminali) di cartilagini di coniugazione o di accrescimento metafisarie, dalle quali procede la deposizione ossea e l’allungamento , con termine in età puberale. La colonna vertebrale è formata da 33-34 ossa brevi, la vertebre poste una sopra all’altra e divise da dischi intervertebrali; fisiologicamente presenta quattro curve a convessità anteriore e posteriore alternate (lordosi cervicale, cifosi dorsale, lordosi lombare e cifosi sacrale), sacrale che sopportano un carico 10 volte superiore rispetto ad una ipotetica struttura rettilinea. Adattamenti del tessuto osseo all’attività motoria Lo sviluppo osseo è più veloce dei muscoli ed a 7 anni una adeguata attività motoria provocano un maggiore spessore osseo ed una maggiore densità diafisaria ed epifisaria. Si dovrà evitare ogni tipo di sovraccarico prolungato, che potrebbe infiammare le cartilagini di coniugazione, veri punti deboli della struttura ossea del bambino ( sovraccarichi, salti in basso) Per salvaguardare la colonna vertebrale bisogna fare attenzione alle cattive posture ed ai conseguenti paramorfismi, favoriti da una insufficiente tensione muscolare dei muscoli paravertebrali ( scoliosi, iperlordosi, ipercifosi) Le articolazioni Sono costituite dall’unione di due o più ossa e sono suddivise in: Fisse (sinartrosi) con capi articolari, senza possibilità di movimento tra di loro ( ossa faccia, cranio) Mobili ( diartrosi) con i capi articolari uniti con una grande varietà di attacchi, movimenti di scivolamento tra le faccette articolari, di rotazione, angolari I capi articolari sono rivestiti da cartilagini articolari, avascolarizzate, morbide, lucide e sono collegati dai legamenti, formati di tessuto collagene ( dà resistenza e rigidità), fibre elastiche (danno estensibilità), sostanza fondamentale (dà massa). L’articolazione è racchiusa da una capsula connettivale fibrosa, rivestita all’interno da una membrana sinoviale che produce il liquido sinoviale, con funzione lubrificante nutritiva della cartilagine articolare. Adattamenti dell’articolazione all’attività motoria Bisogna dosare perfettamente i carichi a seconda dell’età: carichi statici ed intensi diminuiscono il diametro della cartilagine articolare ed irritano il metabolismo delle cellule cartilaginee (carico e scarico alternati favoriscono il metabolismo cellulare) Le strutture connettivali dei legamenti e della capsula hanno un adattamento ritardato rispetto agli atri tessuti, con conseguente ricerca di incremento del carico in modo continuo. I propriocettori (recettori nervosi preposti al riconoscimento dello stato di tensione di legamenti e capsula sinoviale e della pressione meccanica esercitata a livello delle membrane sinoviali), devono essere stimolati continuamente ed in maniera differente, al fine di potenziare la stabilità articolare ed il tono muscolare associato (movimenti a piedi nudi, corsa sui materassini). I muscoli VOLONTARI STRIATI •DIPENDONO SISTEMA NERVOSO CENTRALE •CONNETTONO LE OSSA •CONTRAZIONI TONICHE E FASICHE (RAPIDE) •POSSONO SVILUPPARE IPERTROFIA (INGROSSAMENTO VOLUMETRICO) •FIBRE PER ALLENAMENTO E ACCRESCIMENTO INVOLONTARI LISCI •INNERVATI SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO •RIVESTONO PARETI ORGANI INTERNI E GRANDI VASI ARTERIOSI •CONTRAZIONI TONICHE •NON SONO SOGGETTI AD ADATTAMENTO Il numero dei ventri muscolari definisce la forza muscolare, data tra l’altro dalla sezione trasversale totale della componente proteica. Ogni fibra muscolare è formata da miofibrille, costituite a loro volta da molteplici unità contrattili poste in serie, i sarcomeri, contenenti le due proteine contrattili principali: Miosina con filamenti spessi Actina con filamenti sottili L’alternanza delle due proteine microscopicamente definisce la struttura striata del muscolo scheletrico. Ai lati del ventre muscolare è posto il tendine che è una struttura connettivo-collagenofibrosa molto resistente, con un discreto modulo di elasticità; la funzione tendinea è riconducibile a strutture per la trasmissione di energia muscolare. LA CONTRAZIONE MUSCOLARE I muscoli possono essere: AGONISTI ANTAGONISTI PROVOCANO ILMOVIMENTO NON VI SI OPPONGONO (ES. BICIPITE FLESSIONE BRACCIO SI OPPONGONO AL MOVIMENTO (ES. TRICIPITE PER LA FLESSIONE BRACCIO) SINERGICI CONCORRONO AL MOVIMENTO (ES. CORACO – BRACHIALE PER LA FLESSIONE DEL BRACCIO) Ogni movimento rappresenta una combinazione di contrazioni isotoniche concentriche e eccentriche: Isotonica concentrica Isometrica provoca accorciamento del muscolo Lavoro dinamico con contrazioni e rilasciamenti Permette una circolazione del sangue e ricambio migliore è statica alto sviluppo di tensione ed accorciamento ed allungamento nulli Aumenta grandemente pressione e produzione acido lattico (no bambini) Isotonica eccentrica allungamento attivo del muscolo con aumento tensione dato Dall’energia elastica immagazzinata nei muscoli (pliometria) (no bambini salti in basso nocivi per strutture ossee) Il sistema neuro – muscolare La contrazione muscolare dipende dal Sistema Nervoso Centrale il neurone ( moto-neurone) del nervo motore si inserisce con un prolungamento lungo rivestito di mielina chiamato assone nella struttura proteica del muscolo tramite la placca motrice. L’ impulso nervoso provoca una depolarizzazione della membrana e lo sviluppo di una vera corrente elettrica con differenza di potenziale. Questa corrente si propaga fino alla placca motrice, e attraverso l’intervallo sinaptico, grazie al mediatore chimico (acetilcolina), si trasmette alle strutture contrattili, liberando ioni di calcio, creando ponti tra le fibre di actina e miosina che scivolano tra di loro, e quindi accorciamento. Il complesso motoneurone-assone-placca motrice-fibra muscolare (unità motoria), permette il reclutamento selettivo delle fibre muscolari, che si accorciano a seconda delle richieste motorie, in base ad una soglia di stimolo elettrica, tipica di ogni unità motoria, che se raggiunta, fa contrarre solo le fibre muscolari innervate specificamente (legge del tutto o nulla); tutto ciò per evitare sprechi di energia e dispersioni con contrazioni non adeguate. L’APPARATO CARDIO – CIRCOLATORIO E RESPIRATORIO Sono due grandi apparati che sebbene distinti anatomicamente, sono assimilabili funzionalmente dal punto di vista nervoso ed energetico tanto che si può parlare di apparato cardio – respiratorio. Gli adattamenti procedono paralleli, con miglioramento della funzionalità e del rendimento; tutti e due i sistemi sono strettamente connessi con la molecola di ossigeno che viene prima assunta e veicolata dall’apparato respiratorio e poi dalle strutture cardio – circolatorie. Il cuore e la circolazione Cuore: Muscolo striato ed involontario Innervato dal Sistema Nervoso Vegetativo Forma conoide Rivestito esternamente dal pericardio internamente dall’endocardio Funziona come una doppia pompa (diviso in due parti dx e sx non comunicanti tra loro) che fornisce la forza di spinta (pressione) al sangue Parte sx è deputata al transito del sangue arterioso, ossigenato diretto alla Grande Circolazione Parte dx transita sangue scarsamente ossigenato, ricco di prodotti di rifiuto (anidride carbonica) diretto Piccola Circolazione (polmonare) Cavità cardiache superiori (atrii) sempre pervie; inferiori (ventricoli) a tenuta stagna Valvole presenti: tricuspidale e mitrale tra atri e ventricoli ; aortica (sx) polmonare (dx) Fase di riempimento è detta diastole quella di svuotamento sistole insieme formano il ciclo cardiaco Le caratteristiche del cuore sono: • CONTRATTILITA’ ( COME IL MIOCARDIO) • INVOLONTARIETA’ (SIMPATICO ACCELLERA IL BATTITO PARASIMPATICO • RITMICITA’ LO DIMINUISCE) (MIOCARDIO STIMOLATO DA UN SISTEMA AUTONOMO CHE SI PROPAGA IN MODO CONCENTRICO SU ATRI E VENTRICOLI) L’APPARATO CARDIO – CIRCOLATORIO E RESPIRATORIO Arterie e vene sono le strutture dove scorre il sangue ARTERIE: Vie di scorrimento veloce Tessuto muscolare liscio e fibroso – elastico Profonde protette da piani ossei e muscolari Sottoposte ad elevata pressione che diminuisce in prossimità delle arteriose, più piccole di calibro VENE: Sono vasi di capacità Tessuto connettivale minor tessuto muscolare liscio Sono superficiali in grande numero Sottoposte a basse pressioni Capillari arteriosi e venosi sono deputati allo scambio di gas; parete endoteliale molto sottile IL SANGUE Tessuto formato da: 55% parte liquida detta plasma 45% parte cellulare Globuli rossi deputati al trasporto di ossigeno grazie alla proteina emoglobinica Globuli bianchi deputati alla funzione immunitaria Piastrine con funzione coagulante I parametri cellulari sotto sforzo cambiano e rendono più o meno viscoso il sangue Durante l’attività fisica la percentuale di distribuzione del sangue varia da organo ad organo, rispetto alle condizioni di riposo; vengono privilegiati quegli organi che abbisognano di più ossigeno, a scapito di apparati che non partecipano al movimento direttamente Il circolo coronario non deve subire oscillazioni e deve perfondere con la stessa percentuale il tessuto cardiaco sia a riposo che sotto sforzo, proporzionalmente all’aumento della gettata cardiaca. L’APPARATO CARDIO – CIRCOLATORIO E RESPIRATORIO Gli adattamenti del cuore all’attività motoria Il principale adattamento consiste nella diminuzione dal parametro frequenza cardiaca (cicli cardiaci al minuto) a riposo e sotto sforzo non massimale, valido per adulti e bambini. Riducendo il numero di cicli cardiaci al minuto (frequenza cardiaca) si portano benefici al rendimento energetico cardiaco. Per quanto riguarda i valori massimi di frequenza cardiaca, ci si baserà sulla sempre valida formula 220 – età che spiega come nell’infanzia si possano ottenere valori molto elevati ma perfettamente fisiologici. Gli adattamenti quantitativi e dimensionali cardiaci devono tener conto non solo dell’effetto allenante dell’attività motoria, ma anche della velocità di crescita e maturazione degli organi del sistema somatico. In età puberale si avrà: Per i bambini basterà lavorare con carichi adeguati all’età, al fine di avere i primi adattamenti cardiaci. L’APPARATO RESPIRATORIO La sua funzione è di trasporto e scambio di gas attraverso le fasi inspiratorie ed espiratorie, le prime vie aeree (naso - bocca - laringe - faringe) veicolano l’aria verso la trachea, funzionando da filtro e concorrendo alla fonazione, indi verso i bronchi e di polmoni. Questi ultimi sono rivestiti da innumerevoli cellule chiamate alveoli, nelle quali avviene il primo scambio di gas (ossigeno dall’aria al sangue, il secondo scambio avverrà a livello capillare – cellulare, con cessione di ossigeno alla cellula in cambio di anidride carbonica) NASO BOCCA LARINGE FARINGE TRACHEA BRONCHI POLMONI ALVEOLI SCAMBIO GASSOSO L’inspirazione è un fenomeno attivo, mediato dai muscoli inspiratori diaframma e intercostali esterni che aumentano i diametri polmonari, espandendo il tessuto polmonare con un buon consumo energetico per contrastare le resistenze delle vie aeree. La muscolatura accessoria (cingolo scapolo-omerale, paravertebrale cervicale, sterno-cleido- mastoideo) può concorrere ad aumentare l’espansione polmonare L’espirazione è un fenomeno passivo di utilizzo dell’energia elastica immagazzinata dalla precedente inspirazione: alcuni autori indicano nei muscoli intercostali interni i muscoli espiratori. Importanti muscoli accessori espiratori sono gli addominali. GLI ADATTAMENTI DELL’APPARATO RESPIRATORIO ALL’ATTIVITÀ MOTORIA Essendo innervato anche l’apparato respiratorio migliora la sua funzionalità ed il suo rendimento energetico. La frequenza respiratoria (o atto espiratorio completo in un minuto) a riposo e sotto sforzo diminuisce, rendendo la respirazione più profonda, migliorando lo scambio gassoso a livello alveolare, grazie al maggior tempo a disposizione di permanenza dell’aria a contatto con la parete polmonare. Il lavoro inspiratorio è dato per il 60 – 70% dal diaframma, la frazione restante dai muscoli intercostali esterni. Con una respirazione tranquilla il 50% della resistenza è a livello nasale appena la ventilazione supera i 40 litri al minuto si instaura la respirazione oro-nasale che riduce il lavoro meccanico e il dispendio energetico dei muscoli respiratori. La pratica sportiva sollecita l’apparato respiratorio e la muscolatura toracica, migliora l’efficienza e la ventilazione. E’ fondamentale insegnare una buona tecnica respiratoria ai bambini, insistendo sui vantaggi della respirazione lenta e prolungata e cercando di stabilire un corretto rapporto tra respirazione addominale e toracica. IL SISTEMA NERVOSO S MO EDE TRI CIT A’ REGOLA I GRANDI APPARATI APP REGOLA CONTRAZIONE MUSCOLARE SISTEMA CARDINE CHE CONNETTE E REGOLA TUTTI GLI APPARATI E O SED MENT DI REN LA O G RE IL ISMO OL B TA E M REGOLA LA SECREZIONE GHIANDOLARE INT SEDE ELL IGE NZ SEDE SENSIBILITA’ A IL SISTEMA NERVOSO La sua unità funzionale è il NEURONE cellula nervosa con nucleo non soggetto a riproduzione, con prolungamenti citoplasmatici brevi (dendriti) e uno più lungo ASSONE rivestito da una membrana lipidica detta mielina che rende più veloce la propagazione dell’impulso nervoso. Più neuroni connessi tra di loro da spazi virtuali chiamati SINAPSI formano i nervi i quali possono avere caratteristiche motorie (nervi efferenti), sensitive (nervi afferenti) o miste. Le principali proprietà dei nervi sono la eccitabilità e la conduttività, con creazione di un potenziale elettrico dato da una inversione di polarità delle membrane cellulari, che si propaga lungo i neuroni, eccitandoli o inibendoli. Gli ASSONI terminano con: IL SISTEMA NERVOSO Sistema nervoso centrale e periferico Gli organi del sistema nervoso centrale sono i più evoluti e complessi di tutto l’organismo Funziona in associazione con la coscienza e la volontarietà di movimento (motricità) e riconoscimento delle sensazioni (sensibilità). Il sistema nervoso periferico connette i grandi centri nervosi ai distretti corporei periferici, attraverso i nervi spinali connessi al midollo (31 paia) e i nervi cranici (12 paia). IL SISTEMA NERVOSO Adattamenti del sistema nervoso volontario al movimento Gli adattamenti sono volti all’apprendimento corretto del movimento, alla giusta contrazione volontaria dei muscoli agonisti ed il rilascio degli antagonisti, attraverso un buono e continuo lavoro coordinativo, prima ancora che condizionale, al fine di arrivare al movimento fluido, pulito, armonico, automatizzato, tecnico, che dia vantaggi energetici. Nel bambino, spesso i movimenti sono superflui, hanno ritmi irregolari (sincinesie), e non sono in equilibrio. L’attenzione è poco stabile, la volontà poco sviluppata, mentre, al contrario la reattività è fortemente sviluppata, ma per l’insufficiente sviluppo dell’inibizione condizionata il consolidamento dell’informazione si compie con difficoltà e risulta instabile. IL SISTEMA NERVOSO GLI ANALIZZATORI DEL MOVIMENTO L’inizio del movimento è dato da afferenze scatenanti ed ambientali, da segnali cinestesici e da segnali finali; ogni movimento ha poi bisogno di continue correzioni ed aggiustamenti (informazioni di ritorno FEEDBACK) IL SISTEMA NERVOSO L’APPRENDIMENTO DEL MOVIMENTO SU BASI NEUROFISIOLOGICHE L’esecuzione di ogni movimento all’inizio è pensata a pezzi e solo progressivamente il movimento diventa più fluido, fino all’automatismo, senza controllo della coscienza. L’automatizzazione dà adattabilità ed elasticità al movimento, sempre più preciso, limato più volte: UN GESTO AUTOMATICO SARA’ PIU’ RAPIDO, UNO ADATTATO PIU’ MECCANICO 21 CAPACITÀ MOTORIE Quali? Come? Quando? 22 Capacità Motorie 23 Capacità Coordinative Generali Capacità di modificare ogni situazione motoria vissuta, in relazione all’esperienza Cambiare, trasformare, adattare il programma motorio alle improvvise situazioni che si verificano nel gioco Controllare il movimento secondo un programma di azione stabilito 24 Capacità Coordinative Speciali 25 Principi per lo sviluppo Il metodo più efficace è il movimento e l’es. fisico Lo sviluppo delle capacità coordinative è tanto più efficace, quanto più variato e dinamico è l’allenamento complessivo di tutte le capacità Bisogna lavorare sulle capacità coordinative (ma non solo!) nelle fasi sensibili Le abilità motorie sono il nucleo dell’allenamento delle capacità coordinative, esse sono a volte l’obiettivo, altre il contenuto dell’allenamento Non è possibile separare mai nettamente gli esercizi di sviluppo delle cap. condizionali da quelli delle coordinative 26 LE ABILITA’ MOTORIE Le abilità motorie sono azioni che , attraverso un esercizio ripetuto, si consolidano e decorrono successivamente in modo automatizzato, senza una concentrazione consapevole dell’attenzione ( sicurezza nel movimento) CAPACITA’ MOTORIE • UGUALI PER TUTTI •NON VISIBILI •SOGGETTE A SVILUPPO ABILITA’ MOTORIE DI BASE •UGUALI PER TUTTI •DIPENDENTI DALLA MATURAZIONE •AUTOMATIZZATE ABILITA’ MOTORIE •DIVERSE PER OGNI SINGOLO INDIVIDUO •VISIBILI ED AUTOMATIZZATE •SOGGETTE AD APPRENDIMENTO 27 Metodi per lo sviluppo Variare l’esecuzione del movimento Variare la struttura spaziale del gesto Variazione delle condizioni esterne Combinazione di abilità già apprese o in fase di apprendimento Variazione della presa di informazione Esecuzione da entrambi i lati Esercitazione sotto la pressione del tempo 28 Capacità combinazione motoria Che cos’è Capacità di collegare in una struttura motoria più forme autonome e parziali di un movimento, che si possono presentare o in successione temporale o simultaneamente*. *AAVV (2006), Il minibasket. Emozione, scoperta e gioco: guida tecnico-didattica, FIP: Roma Alcuni principi sviluppo • Combinazione di abilità motorie • Inserimento di compiti supplementari su esercizi base • Percorsi misti • Uso di più attrezzi • Inserimento del fattore tempo 29 Capacità di combinazione Motoria Esempi di lavoro nel MB • Abbinare l’esecuzione dei vari fondamentali a differenti andature (skip, calciata ……) • Palleggiando svolgere contemporaneamente altri compiti motori (alzare, abbattere coni, toccare qualcosa, dare cinque, la mano ….) • Percorsi tecnico-motori 30 Capacità di equilibrio Che cos’è Capacità di controllare il proprio corpo sia in condizioni statiche che dinamiche, ma è anche la capacità di recuperarlo quando la si è perso. Alcuni principi sviluppo Progressiva riduzione superficie d’appoggio Innalzamento base appoggio Passaggio rapido da movimenti veloci a situazioni statiche Esercizi a occhi chiusi Continui cambiamenti del corpo sulla superficie appoggio Condizioni precarie e/o con il fattore tempo 31 Capacità di equilibrio Esempi di lavoro nel MB Correre in palleggio e arrestarsi in vari modi Ball-handling in condizioni di equilibrio precario Spostarsi sulle righe (camminata, corsa) Palleggio, passaggio, tiro su una panca, trave, sgabelli, ceppi ….. Giri, rotolamenti, capovolte e successive esecuzioni di gesti tecnici Giochi tipo packman, statue etc 32 Cap. di anticipazione (e scelta) Che cos’è Capacità di prevedere l’andamento e l’esito di un’azione e di programmare tempestivamente le azioni successive* *AAVV (2006), Il minibasket. Emozione, scoperta e gioco: guida tecnico-didattica, FIP: Roma Alcuni principi sviluppo Lavori a coppie con e senza attrezzo Eserc. e giochi a gruppi e a squadre Eserc. in sotto o sovrannumero, anche con variazione del numero di giocatori durante l’esecuzione Eserc. in campi regolari o ridotti con riduzione dei tempi di gioco 33 Capacità anticipazione Esempi di lavoro nel MB Rotolare la palla a terra, correrle accanto, superarla, riprenderla o farla passare sotto le gambe Lanciare la palla e riprenderla prima che cada Passaggi a coppie con due palloni 1c1, 2c1, 2c2, con varianti per l’attacco, la difesa, a tempo ….. 34 Capacità di orientamento Che cos’è È la capacità di determinare la posizione dei segmenti e del corpo nello spazio e di modificare i movimenti in relazione a oggetti fissi e/o in movimento *AAVV (2006), Il minibasket. Emozione, scoperta e gioco: guida tecnico-didattica, FIP: Roma Alcuni principi sviluppo Giochi ed eserc. su campi variati nella dimensione, struttura ….. Eserc. e spostamenti in aree o spazi inabituali Inserimento negli spazi operativi di oggetti fissi e mobili. Variazione del numero dei giocatori e degli spazi (più giocatori in spazi ridotti) 35 Capacità Orientamento Esempi di lavoro nel MB • Giochi in palleggio con variazione degli spazi operativi (tutti Vs tutti, fulmine etc) • Partite a 3, 4 … canestri con 3, 4 …squadre • Seguire a occhi chiusi, un compagno che palleggia • A occhi chiusi passare a un compagno che produce suoni 36 Capacità di differenziazione Spazio-temporale Che cos’è È la capacità di organizzare, con un ordine sequenziale cronologico-spaziale, movimenti parziali, fino a farli diventare un atto motorio unitario e finalizzato* *AAVV (2006), Il minibasket. Emozione, scoperta e gioco: guida tecnico-didattica, FIP: Roma Alcuni principi sviluppo Adeguamento del movimento a ritmi e velocità diverse (prima, dopo, veloce, lento, simutaneamente …) Alternanze di ritmi e velocità Variazione improvvise o preordinate di ritmi Collocazione nello spazio rispetto agli oggetti, gli altri, in forma dicotomica (davantidietro, sopra-sotto … )e non 37 Capacità di differenziazione spaziotemporale Esempi di lavoro nel MB Palleggio imitando ritmi, producendo ritmi, lentoveloce Saltare, battere mani e/o piedi per seguire il ritmo di una palla che rimbalza Passare sotto il rimbalzo della palla o saltare al suo saliscendi In palleggio cambiare velocità, andatura … a ogni riga Spostarsi accanto o dietro a un compagno che palleggia imitandolo Cercare di intercettare passaggi tra due o più compagni 38 Capacità di differenziazione Dinamica Che cos’è Capacità di variare in modo adeguato all’obiettivo i parametri del movimento sulla base dell’analisi sensoriale della situazione Alcuni principi sviluppo Utilizzo di attrezzi di caratteristiche diverse Eserc. con variazione dell’intensità di applicazione della forza Incremento richieste di precisione/ orientamento su bersagli in diverse posizioni/distanze Eserc su superfici con risposte elastiche diverse Giochi di lotta e di opposizione con avversari di differente livello di forza Eserc. su campi ridotti 39 Capacità di differenziazione. Dinamica Esempi di lavoro nel MB Tiri, passaggi, palleggi, alternando palloni di peso e dimensioni differenti Cambiare superficie ove si palleggia (pavimento, tappeti, panche….) Salti di ostacoli di dimensioni diverse, in cerchi a distanze differenti Lanci in cerchi in diverse posizioni e distanze Passaggi a compagni che cambiano posizione Tiri in canestri di diverse altezza e/o da posizioni diverse Tagliafuori cambiando compagno 40 Capacità condizionali 41 Capacità di rapidità Forza e coordinazione necessaria per il gesto 42 Capacità di forza 43 Capacità di resistenza 44 Cap. Condizionali Indicazioni metodologiche Rapidità Deve essere sviluppata precocemente (dipende da funzioni neuromuscolari che maturano molto presto): 6-12 anni Bassa allenabilità Lavori in condizioni di freschezza e non protratti Staffette e corse su tratti brevi e giochi di reazione anche a stimoli semplici e complessi 45 Cap. Condizionali Indicazioni metodologiche Forza • Lavorare sulla forza veloce • Lanci e salti • Carichi: la palla e il peso del proprio corpo Resistenza • Resistenza al gioco • Limitazioni di tipo psicologico • Utilizzo di percorsi, di giochi e del gioco 46 Capacità di mobilità articolare 47 Fasi sensibili Fasi di maggior sensibilità delle diverse capacità motorie e qualità psicofisiche nelle età dai sei ai quindici anni secondo Martin (1982). È il momento in cui uno stimolo allenante produce i massimi effetti. 48 LE FASI SENSIBILI Martin (1982). componenti psicomotorie Anni capacità di apprendimento motorio 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 capacità di differenziazione e direzione capacità di reazione acustico ottica capacità di orientamento spaziale capacità di ritmo capacità di equilibrio Prof. Pierpaolo Varaldo Clinic Baia delle Favole Sestri Levante 1 maggio 2010 49 componenti condizionali anni resistenza 6 7 8 9 10 Prof. Pierpaolo Varaldo Clinic Baia delle Favole Sestri Levante 1 maggio 2010 11 12 13 14 15 50 Martin (1982). anni componenti psicognitive 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 capacità affettive cognitive apprendimento Prof. Pierpaolo Varaldo Clinic Baia delle Favole Sestri Levante 1 maggio 2010 51