.celiachia fai da te ? …No Grazie !!! E quando divento grande ? Stefano Martelossi Responsabile SOS Gastroenterologia e Nutrizione Clinica IRCCS “Burlo Garofolo” Trieste La celiachia (CD) è un’enteropatia cronica autoimmune geneticamente determinata, frequente (prevalenza approssimativa di 1:100), spesso con manifestazioni extraintestinali, pauci o asintomatica, che necessita di una dieta senza glutine rigorosa per tutta la vita per prevenire la possibile morbilità glutine correlata. Per la sua natura e cronicità e la possibilità di insorgenza di co-morbidità (malattie autoimmuni e/o neoplastiche, anemia, osteoporosi) la celiachia necessita di un follow-up medico/dietetico principalmente per monitorare l’aderenza alla dieta senza glutine; è infatti dimostrato sia che i soggetti con buona aderenza alla dieta hanno meno complicanze sia che un follow-up migliora la compliance alla dieta. Un programma di transizione dalle cure pediatriche alla cure dell’adulto è quindi indispensabile per mantenere una buona qualità della vita e una buona prognosi a lungo termine, comparabile alla popolazione generale. Infatti i soggetti celiaci diagnosticati in età pediatrica con buona adesione alla dieta aglutinata, hanno una prognosi a distanza simile ai soggetti non celiaci, se si esclude un minimo aumento di rischio per patologia autoimmune, principalmente tiroidea. Non esistono dati sulla transizione dei pazienti celiaci, peraltro O’Leary ha dimostrato che i pazienti che interrompono il follow-up dopo l’età pediatrica, frequentemente abbandonano la dieta (50%). La transizione della celiachia ha delle peculiarità rispetto alle altre malattie croniche, per la sua elevata frequenza e per la relativa bassa prevalenza di complicanze quando la malattia è diagnosticata in età pediatrica. Per questi motivi nel follow-up del celiaco, deve essere coinvolto il medico “del territorio” (pediatra di libera scelta e medico di medicina generale), ed è stato dimostrato che è possibile ottenere una buona adesione alla dieta glutinata anche in un programma di follow-up basato sulle cure primarie. Il centro di riferimento dovrebbe rimanere disponibile per i casi difficili e per la transizione nei casi con comorbidità (IDDM, tiroidite, malattia epatica). Compito del pediatra nei pazienti con età della transizione, che corrisponde all’età puberale, saranno valutare la correttezza della diagnosi e la consapevolezza del paziente della diagnosi. Nei casi di diagnosi medica dubbia (diagnosi senza biopsia, diagnosi solo bioptica senza anticorpi specifici, assenza della genetica predisponente) o in casi di dubbi da parte del paziente, soprattutto se con scarsa adesione alla dieta, andrà attentamente valutata l’opportunità di un challenge con glutine per una “diagnosi di certezza”. Successivamente andrà valutata la compliance alla dieta, non sempre semplice, anche con il coinvolgimento di un dietista, cercando gli “impedimenti” nella vita di tutti i giorni, le “restrizioni sociali” derivanti dalla dieta, riformulando le indicazioni alla dieta, proposte in senso positivo e “moderno”, favorendo la socializzazione del soggetto e la sua flessibilià nella gestione della dieta, sempre con la chiara indicazione di una dieta rigorosa. Andrà spiegato al soggetto celiaco la probabilità di ricorrenza della malattia e la necessità di un follow-up nei familiari, chiaramente valutata la eventuale associazione con altra patologia e le possibili complicanze. Nei casi con difficoltà all’accettazione della dieta o con atteggiamento ansioso/depressivo andrà valutata la necessità di un approccio anche da parte di uno psicologo. In sintesi la transizione di un soggetto celiaco alle cure dell’adulto dovrà avere come primo obiettivo quello di responsabilizzare il soggetto sulla sua patologia, rinforzando in modo positivo la necessità di una dieta aglutinata ben eseguita, favorendo la compliance e cercando eventuali fattori di rischio per scarsa compliance, consigliando e indicando un professionista dell’adulto per il follow-up.