Chi studia l’economia? In particolare chi studia la Microeconomia? 1 Come più volte detto la microeconomia si interessa dello studio delle scelte dei singoli agenti economici (consumatore, produttore, singola istituzione economica (BCE, Sindacato etc) ma anche dei mercati luoghi come già detto non necessariamente fisici (si pensi al mercato o ai tanti mercati resi possibili grazie alle tecniche di comunicazione e alle risorse telematiche, internet, sistema UMTS, GSM etc etc) nei quali una parte del mercato, la domanda (il consumatore) e l’atra parte del mercato, l’offerta (il produttore), si incontrano per dare luogo allo scambio di beni e servizi. I Consumatori domandano beni e servizi per soddisfare i propri bisogni cercando di ottenere la massima soddisfazione. I produttori offrono beni e servizi massimizzando il profitto (il profitto è dato dalla differenza tra ricavi totali e costi totali). La microeconomia si interessa dello studio delle scelte di agenti economici che sono per tale disciplina razionali. In altre parole si sostiene che gli agenti economici massimizzino la propria funzione obiettivo minimizzando gli sprechi (risorse, costi etc). Si tratta più formalmente di un problema di massimizzazione vincolata. Da un lato si massimizza la funzione obiettivo ad esempio la massima soddisfazione per il consumatore e il massimo profitto per il produttore tenendo però conto dei vincoli con i quali questi agenti economici si fronteggiano: le risorse economiche a loro disposizione. In breve sintesi possiamo dire che per la microeconomia l’agente razionale è colui che cerca di ottenere il massimo beneficio sostenendo il minimo costo (o minimizzando le risorse). Durante il nostro percorso di studio analizzeremo il funzionamento di una economia di mercato tralasciando il funzionamento di economie pianificate. La differenza tra queste due tipologie di economie è legata al fatto che nell’economia di mercato lo scambio avviene su base volontaria e il prezzo in base al quale si determina la quantità scambiata si determina in base all’equilibrio che il mercato determina. Le scelte del consumatore In questa sezione presenteremo le modalità con le quali il consumatore effettua le proprie scelte. Illustreremo perciò il concetto di Utilità, le curve di indifferenza e il vincolo di bilancio. Alla fine di questa breve presentazione saremo in grado di comprendere in che modo viene individuata la scelta ottima di beni che l’individuo domanda. In altre parole il problema economico che qui si vuole illustrare è legata alla scelta dei beni coni quali il consumatore si fronteggia. Per comprendere a fondo il problema è bene scindere l’atto di scelta dell’individuo in due fasi distinte. La prima fase è quella che vede il consumatore coinvolto nel processo di catalogazione 1 N. B. Queste dispense non sono sostitutive di un libro di testo e del corso. Molti dei concetti richiamati sono liberamente disponibili grazie alle risorse open source e al contributo di altri colleghi. Non utilizzarle senza il consenso degli autori e per fini commerciali. dei beni. In altre parole i consumatore prima di scendere sul mercato e domandare i beni e servizi ordina le proprie preferenze legate ai beni e servizi in base alle sue necessità e bisogni. In una seconda fase egli scenderà sul mercato e si scontrerà con i prezzi dei bei che egli ha precedentemente ordinato. Procediamo quindi con la presentazione della rappresentazione della funzione di utilità: La Funzione di Utilità La funzione di utilità è lo strumento matematico che ci consente di rappresentare i livelli di soddisfazione/utilità del consumatore. Essa può assumere la seguente generica forma: UA = f (QA) 1 La 1 ci dice che l’utilità che si ricava dal consumo del bene A è funzione (dipende da) QA cioè dalla quantità del bene A. Dalla 1 attraverso il calcolo differenziale possiamo ottenere derivare l’incremento di utilità derivante dall’incremento infinitesimo del consumo del bene A. Se definiamo con d(QA) l'incremento marginale infinitesimo (o differenziale) della quantità consumata di A, la funzione ci dice di quanto varia l’Utilità del consumatore d(UA). Il rapporto d(UA) / d(QA) rappresenta quindi l'utilità marginale del bene A. Seguendo l’approccio degli studiosi marginalisti accetteremo il postulato per il quale l’utilità marginale decrescente. Ciò significa con parole semplici che all’aumentare delle dosi del bene A l’utilità che l’individuo ricava dal consumo cresce ma gli incrementi con i quali cresce sono decrescenti, sono cioè via via più piccoli. Volendo fare un esempio, l’utilità (soddisfazione) che si ottiene nel momento in cui si procede a ingerire quantità di acqua cresce al crescere del numero di bicchieri di acqua, ma l’utilità (soddisfazione) che si riceve dal terzo (o dal quarto o dal quinto) è inferiore a quella che si riceve dal secondo (o dal terzo o dal quarto) 2 . Dal punto di vista formale, quanto detto si traduce in: Calcolando la derivata prima e seconda della funzione di utilità (1) si ha che l’utilità totale è funzione crescente del consumo di un bene (cresce al crescere del consumo del bene) d(UA) / d (QA) > 0 (questa espressione è la derivata prima della funzione di utilità (il numeratore) rispetto alla derivata della quantità del bene A (il denominatore) l’utilità marginale decresce al crescente del consumo di un bene 2 Nota bene. L’utilità totale cresce (cioè la quantità dell’acqua che entra nello stomaco dell’individuo aumenta), mentre l’utilità marginale (quella che viene conferita all’individuo da dosi aggiuntive di acqua che entra nel suo stomaca) è via via sempre più piccola. d (U A)II/( d (Q A)) II < 0 (questa espressione è la derivata seconda della funzione di utilità (il numeratore) rispetto alla derivata della quantità del bene A (il denominatore) Dal punto di vista grafico avremo che le due funzioni di utilità, quella totale e quella marginale assumeranno la forma rappresentata in figura: Funzione di utilità. Rappresentazione grafica UNA FUNZIONE DI UTILITA’ PUO’ AVERE LA SEGUENTE FORMA Ut Ut = Utilità totale QA Um Um = Utilità marginale LA RAPPRESENTAZIONE DELLE PREFERENZE DEL CONSUMATORE LE CURVE DI INDIFFERENZA QB Le curve di indifferenza nascono dall’unione degli infiniti punti che sono combinazioni delle quantità dei beni A e B che arrecano al consumatore la stessa soddisfazione/utilità. Una combinazione di beni è definita “paniere” (X, Y, Z, ….) Ipotesi (sulle preferenze) che stanno alla base della costruzione e della forma della curva di indifferenza: • Riflessività se X = Y allora U(X)=U(Y) (Se il paniere dei beni X è uguale a quello dei beni Y allora anche l’utilità associata a paniere dei bei X è uguale a quella dei beni Y) X • Completezza Z l’individuo è sempre in grado di ordinare tutti i panieri • Transitività Se X è preferito a Y e preferito a Z Y • O Curva di indifferenza QA Y è preferito a Z, allora X è Non sazietà Se in due panieri contenenti gli stessi beni (X e Y), il paniere X contiene una quantità maggiore di un bene allora il paniere X è preferito al paniere Y. In generale si usa dire che il consumatore preferisce il più al meno! • Convessità Dati due panieri X e Y e il paniere Z, combinazione lineare di X e Y, si ha che il paniere Z è preferito sia al paniere X che al paniere Y. Caratteristiche delle curve di indifferenza • Due curve di indifferenza non possono intersecarsi per le ipotesi di non sazietà e di transitività Dal grafico si evince che: • Y è indifferente ad X (si trovano entrambi sulla stessa curva di indifferenza) • Z è indifferente ad X (si trovano entrambi sulla stessa curva di indifferenza) Quindi, per l’ipotesi di transitività: •Z è indifferente ad Y Ma questa conclusione è in contrasto con l’ipotesi di non sazietà. Infatti il paniere di beni Y si trova su una curva di indifferenza più in alto e a destra di Z! Come è noto su curve di indifferenza più in alto e a destra sono associati livelli più elevati di soddisfazione/utilità. Paradosso! QB .. Z O Y . X QA Caratteristiche delle curve di indifferenza • Sono inclinate negativamente affinché U (cioè l’utilità) sia costante e per effetto del principio di NON SAZIETA’, se aumenta il consumo di un bene deve diminuire il consumo dell’altro • L’utilità aumenta quanto più ci si allontana dall’origine Per l’ipotesi di non sazietà Mappa di curve di indifferenza QB QB I II III IV . . O QA O QA Caratteristiche delle curve di indifferenza •Sono convesse verso l’origine Per l’ipotesi di utilità marginale decrescente, che riflette l’ipotesi di convessità delle preferenze (gli individui preferiscono diversificare (bilanciare) i propri consumi) Y (20,80) X (40,60) Z (30,70) X è indifferente ad Y Z è preferito ad Y Z è preferito ad X SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE (SMS) •Il saggio marginale di sostituzione esprime il rapporto di sostituibilità di un bene in termini dell’altro Q (+) B (-) SMS = dQB / dQA Il SMS rappresenta la derivata della curva di indifferenza in ogni suo punto e, per l’ipotesi di convessità delle preferenze (e quindi dell’utilità marginale decrescente), è decrescente QB (2) O QA (1) QA SMS = 2 significa che ogni unità di A vale come 2 unità di B; cioè che A vale il doppio di B. In altre parole il consumatore è disponibile a sostituire (quindi a rinunciare) a 2 unità di B in cambio di 1 unità di A Andamento delle curve di indifferenza: rappresentazione dei gusti del consumatore QB QB 1 1 O 1.5 QA B più utile di A O QA 0.2 A più utile di B PIU’ LA CURVA D’INDIFFERENZA E’ “PARALLELA” ALL’ASSE DEL BENE, PIU’ QUEL BENE E’ INUTILE PER IL CONSUMATORE Forme particolari delle curve di indifferenza Beni complementari Il consumatore consuma i beni in modo congiunto e a date proporzioni (identificate dal vertice delle curve di indifferenza ad angolo retto). Per esempio 2 racchette e 1 pallina da tennis, 2 paia di calzini e 2 paia di scarpe, etc. QB O QA Forme particolari di curve di indifferenza Caso di beni perfettamente identici e sostituibili. Perfetti tit ti QB O QA L’EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE Nel momento in cui il consumatore “scende” nel mercato, si confronta con i prezzi dei beni e con il suo reddito monetario a disposizione. In altre parole prima della sua discesa nel mercato il consumatore aveva solo ordinato i possibili beni oggetto del futuro acquisto. In fase di rappresentazione e ordinamento dei gusti il consumatore non era sottoposto a vincoli. Adesso invece consideriamo i suoi vincoli, rappresentati dal reddito disponibile e dai prezzi dei beni QB La retta di bilancio (vincolo di bilancio, linea di bilancio) R pB Retta di bilancio R = pA QA + pB QB p A pB O Retta di bilancio (saggio di trasformazione) è la pendenza (inclinazione della retta di bilancio Vincolo di bilancio R pA QA Q B R p B p p A B Q A Punto di equilibrio del consumatore: massimizzazione dell’utilità SMS = dQB/dQA > pA / pB QB SMS = dQB/dQA < pA / pB SMS = dQB/dQA = pA / pB Q*B O Retta di bilancio QA Q*A Curve di indifferenza Il punto di equilibrio del consumatore è quindi individuato dalla combinazione (Q*A , Q*B) in cui il SMS = dQB / dQA = pA / pB. In questo punto ovviamente il saggio marginale di sostituzione è uguale a saggio di trasformazione In altre parole il punto di equilibrio si ha quando il vincolo di bilancio è tangente all’unica curva di indifferenza (delle infinite appartenenti alla mappa di curve di indifferenza). Variazioni dei prezzi, del reddito e dei gusti Il punto di massimizzazione della funzione di utilità rappresenta il miglior punto possibile per il consumatore dati ovviamente i suoi gusti (curva di indifferenza) le risorse disponibili e i prezzi dei beni (il vincolo di bilancio) Se varia uno di questi tre elementi, il consumatore adegua le sue scelte. Quindi il consumatore modifica la combinazione QA, QB se variano: • I suoi gusti • Le risorse disponibili • I prezzi dei beni 1. Variazione dei gusti QB C.I. gusti 1 C.I. gusti 2 O QA 2. Variazione del reddito QB Vincolo di bilancio Curva / linea reddito consumo Q B R p B p p A Q A B Una variazione del reddito sposta le intercette R/pB orizzontale e verticale R e p A R p B (la retta di bilancio si muove parallelamente a sè stessa) O R/pA QA Linee di bilancio Curve di indifferenza Linea reddito-consumo Attraverso variazioni successive di reddito è possibile identificare la linea di reddito - consumo che ci introduce alla funzione di domanda di un bene rispetto al reddito QB R1 R2 > R1 R Curva o linea di reddito-consumo Curva di Engel R3 R2 R1 R3 > R2 O Q1 Q2 Q3 Curve di indifferenza QA Q1 Q2 Q3 QA Curve di domanda (Curva di Engel) rispetto al reddito (caso di bene normale) Linea reddito -consumo Linee di bilancio ESISTONO ANCHE BENI “INFERIORI” Per tali beni il consumatore assume un comportamento per il quale quando si riduce il prezzo dei beni invece di comprarne quantità aggiuntive lascia inalterata la quantità, lo stesso comportamento si viene assunto dal consumatore quando aumenta il suo reddito, cioè quando aumenta il suo reddito il consumatore non acquista quantità aggiuntive del bene (inferiore) Si pensi al caso dell’esempio burro margarina, prosciutto mortadella etc. etc. 3. Variazione dei prezzi dei beni QB Vincolo di bilancio Q O R pA B R * pA R p B p p A Q A B QA Se varia uno dei due prezzi oppure variano entrambi in proporzioni diverse, cambia l’inclinazione della retta di bilancio Ad esempio se diminuisce il prezzo di A, da pA a p*A, a parità del prezzo di B il vincolo di bilancio diventa più piatto La variazione del punto di equilibrio (passaggio da X1 a X2) è denominata effetto prezzo Attraverso variazioni successive di prezzo è possibile identificare la linea di prezzo- consumo che ci introduce alla funzione di domanda di un bene rispetto al prezzo QB P1A pA P2A < P1A Linea / curva prezzo-consumo P1A P2A P3A < P2A O Q1 Q2 Q3 QA P3A Q1 Q2 Q3 Curve di indifferenza Curva di domanda Linea prezzo-consumo Linee di bilancio QA