Ars @ Labor, la stagione 2015
Giunge al termine la stagione al Teatro Studio Mila Pieralli con CAPPUCCETTO OSSO in
prima nazionale. Teatro, arte, architettura, incontri, laboratori la stagione teatrale che va
da gennaio ad aprile del Teatro Studio di Scandicci (via Donizetti, 58), con la direzione artistica
di
Giancarlo Cauteruccio. L'ultimo spettacolo della stagione va in scena sul palcoscenico di Via Donizetti il 28
aprile alle ore 21.00, con repliche il 29 e il 30. Si tratta di una prima nazionale, Cappuccetto
Osso
della
compagnia toscana
Gogmagog
, scritto e diretto dall’artista visiva milanese
Marcella Vanzo
, che ne cura anche le scene. E’ la seconda occasione di collaborazione artistica tra la
poliedrica Vanzo e il gruppo, che in precedenza avevano già condiviso il progetto Quei 2, da Il
diario di Adamo ed Eva di Mark Twain.Protagonisti di questa nuova produzione che mixa
Cappuccetto Osso e Lupo, Taxi Driver e i Fratelli Grimm in un cocktail spasmodico sono
Cristina Abati, Carlo Salvador e Tommaso Taddei.
La stagione, prodotta dalla compagnia Krypton, al suo quinto anno di gestione, è realizzata con
il contributo di Scandicci Cultura e Regione Toscana. Maggiori informazioni su www.teatrostudi
okrypton.it
L’apertura del progetto è affidata al Teatrino Giullare che indaga dal 2005 su opere teatrali
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del Novecento
, tramite una visione inedita che sperimenta
l’uso di artifici e filtri per esaltare la natura più intima dei testi. L’ultima produzione di Enrico
Deotti e Giulia Dall’Ongaro,
Le amanti, tratta
dal grande romanzo di
Elfriede Jelinek, Nobel per la letteratura 2004
e per la prima volta in versione teatrale, arriva a Scandicci subito dopo il debutto al Festival Vie
e all’interno del Festival Focus Jelinek, dedicato all’autrice austriaca per cinque mesi in Emilia
Romagna. Protagonista della storia è l’Amore con le sue angosce, protagoniste due ragazze
Brigitte e Paula, che desiderano una vita migliore; ma protagonista è anche il linguaggio,
provocatorio e implacabile. Due bambole a grandezza umana sullo sfondo di un paesaggio
abitato da grotteschi personaggi chiusi in scatole di cartone, la compagnia crea un’opera
delicata e feroce, fortemente visionaria.
Dal 30 gennaio al 15 febbraio (dal martedì al sabato alle ore 21.00, domenica alle ore
18.00, lunedì riposo), Giancarlo Cauteruccio, in prima nazionale, presenta il primo atto di
una sua trilogia sulle città di mare: NAPOLISCIOSCIAMMOCCA. Il progetto, pensato in tre
movimenti fino al 2017, diventa un'esperienza interpretativa del regista/attore che qui adotta il
linguaggio del canto. Il viaggio inizia dalla città di Napoli, un omaggio a
Eduardo De Filippo, ma soprattutto agli amici Leo De Berardinis e Antonio Neiwiller,
senza dimenticare Pino Daniele
, che della città partenopea è stato il cantore della sua contemporaneità. Il canto, desiderio
nascosto di Cauteruccio, in questo singolare percorso, prende finalmente corpo. Le città di
mare protagoniste della trilogia (oltre a
Napoli, Genova e Trieste
), i loro luoghi, paesaggi, energie vengono letti attraverso le canzoni del grande repertorio. E per
Napoli, città per eccellenza che canta e viene cantata nel mondo, vengono svelate la sua
architettura e la sua criticità dal canto d’amore, bellezza, gioia, malinconia e da un grido di
dolore. L’armonia che si disgrega nel paese del sole e del mare e in una terra che spesso
chiamano terra dei fuochi, rende inevitabilmente impotente e dissonante la voce e il corpo nella
scena.
Il 17 e 18 febbraio (ore 21.00) è la volta di L’ultimo viaggio - La verità di Enrico Filippini,
una drammaturgia originale di Giuliano Compagno e Concita Filippini, liberamente
ispirata alle opere e alla vita del grande intellettuale svizzero-italiano.
Con la regia di Marco Solari e l’interpretazione di Xhilda Lapardhaja, Alessandra Vanzi e Marco
Solari, affiorano pezzi di vita raccontati da un padre e da una figlia. Il luogo è una stanza in
penombra in una clinica, ma nessuna tristezza aleggia in quel posto da cui, i due sanno, il
padre non uscirà vivo. Lui è Enrico Filippini, scrittore, germanista, traduttore, giornalista per
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Repubblica, ha 55 anni e come nessuno ha saputo illustrare il giornalismo culturale italiano. Lei
Concita Filippini, che dopo anni si ritrova accanto a quel padre cercato e amato. Per Filippini
quei giorni saranno perfino belli nel ripercorrere le orme di ragazzo, scorci di vita, ricordando
una società in cui Cultura suonava come una parola importante davvero.
Il 27 e 28 febbraio alle ore 21.00 tornano al Teatro Studio Valter Malosti e Federica
Fracassi, rispettivamente regista e interprete di Corsia degli incurabili, di Patrizia
Valduga. Atto unico scritto in versi e pubblicato nel 1996, l’opera di una delle voci più
significative della poesia contemporanea italiana, già messo in scena da Luca Ronconi con
Franca Nuti, è un monologo che ha per protagonista una malata terminale giacente immobile in
una stanza di ospedale. Con determinazione la donna lancia le sue parole che si fanno, di volta
in volta, invettiva, desiderio, scherno, preghiera, bisbiglio, confessione, provocazione,
accompagnata da una partitura sonora tesa e multiforme. Malosti crea una regia con poche luci,
una scena scarna e una fitta rete di suoni interiori, emotivi, disturbati in cui spicca l’indubitabile
bravura della pluripremiata attrice milanese.
Il 4 marzo (ore 21.00) il Teatro Studio ospita Genesiquattrouno, lo spettacolo vincitore del
Premio In-box 2014, diretto e interpretato da due validi attori della scena italiana,
Gaetano Bruno, volto anche cinematografico, e Francesco Villano. L’indagine sulla
fratellanza del lavoro, basato sulla vicenda di Caino e Abele, segna per il duo l’inizio di
un’indagine verso un linguaggio teatrale che procede di pari passo con una ricerca sul
movimento, che costituisce la cifra dell’intero lavoro. Due uomini si risvegliano dentro un cerchio
di frutta, eletto nell’infanzia a oasi di avventura, a riparo dal mondo. Nel corso della piece i
fratelli ripristinano giochi, le complicità, si riconoscono nella tana dell’infanzia, ma una luce
strana offusca i loro sguardi e sarà compito del minore stanare il fratello più grande dal buio
della sua vergogna e indurlo a riconoscere il fratricidio da poco compiuto. Solo allora i due
uomini si possono dirigere lentamente verso quella separazione che ha cambiato per sempre le
loro esistenze, in una giornata di odio, in una giornata d’amore.
Un classico shakespeariano riletto da Michele Sinisi e scritto in collaborazione con
Francesco M.Asselta e Michele Santeramo è in programma il 13 e 14 marzo alle ore
21.00: Riccardo III. Il testo di Shakespeare si apre con un monologo di Riccardo che
vale la bellezza di tutta l’opera e condensa l’intera vicenda. Riccardo annuncia cosa farà, il
perché, e con la sua teatralità, la sua deformità alimenta in segreto il desiderio di conoscerlo.
L’attore e regista costruisce il lavoro su questo monologo e su cosa serve per realizzare i
personaggi, per farli vivere agli occhi dello spettatore. Lo spettacolo non racconta una storia, la
fa vedere, mentre il testo ha un ruolo musicale da sentire più volte, fino a comprenderlo sulla
scena più di quanto il foglio non possa fare.
Segue il 20 e 21 marzo (ore 21.00) Alla luce di Michele Santeramo, con Silva Pasello,
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Sebastian Barbalan, Michele Cipriani, Francesco Puleo e Tazio Torrini per la regia di
Roberto Bacci. Una partita a carte fra quattro ciechi, ai confini della nostra notte, che
raggiungono il luogo in cui si gioca la partita per poter vedere. Un croupier gestisce il gioco le
cui regole sono scritte in un libro intitolato Alla luce. Le prove da superare su cui si articola la
partita potranno rendere la vista ai giocatori, ma per ciascuno, il possibile ritorno alla luce,
indicherà un diverso destino. L’opera indaga la necessità umana di voler vedere narrando il
difficile viaggio attraverso l’oscurità della nostra condizione. Riuscendo a controllare le proprie
emozioni, si potrà vedere con gli occhi l’apparenza delle cose del mondo, ma il mistero della
loro profonda realtà resterà inconoscibile comunque.
Diecisottozero è il titolo della Festa per i 10 anni di Teatro Sotterraneo, gruppo di punta
della nuova performing art nazionale, che il 27 e 28 marzo è a Scandicci con una due
giorni di appuntamenti. Una festa che parte dall’immaginario della compagnia per parlare di
cultura e fine del mondo, rappresentazione del proprio tempo e punto di vista del superstite.
Gli artisti ne parlano il 27 marzo alle ore 18.00 in un Corso di sopravvivenza, attraverso
un incontro con tre pensatori, Goffredo Fofi, Stefano Laffi, Enzo Ferrara e rappresentano
la Catastrofe con due produzioni distanti nel tempo. Gli spettacoli proposti sono il 27 marzo
alle ore 21.00 il famoso e glorioso Post-it del 2007 e il 28 marzo alle ore 21.00 il più recente Be
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normal!. In Post-it un volume cubico neutro, metri 5x5, una guaina di teli neri. Quattro performer
aggrediscono la scatola teatrale da tagli e aperture.
Partendo dalla formula svelare occultando Teatro Sotterraneo imposta un funerale
consapevole di stare sulla scena. Il lavoro agisce per sottrazione: l’azione all’azione, il parlato
al parlato, le cose alle cose, un sistema di frammentazioni entro cui i corpi si muovono in modo
costretto - dagli spazi, dai materiali, dall’obiettivo di togliersi. Post-it è un recesso, un
dimenticatoio dove cercare e verificare ogni possibile Fine. Be normal! parla del fatto che oggi
la normalità non è più normale. I giovani vi hanno rinunciato da un pezzo e per noi - scrivono gli
artisti del Sotterraneo - è diventato un concetto leggendario come Atlandide.
Be normal! mette in luce tecniche di resistenza giornaliera che stanno fuori dalla normalità. Si
tratta di un lavoro fisico e ritmato, in cui corpo e parola convivono nel tentativo di raffigurare la
corsa ininterrotta e la lotta continua di una generazione che procede per tentativi. Con ironia e
senso dell’assurdo che caratterizzano i lavori del collettivo, si mette in scena una giornata
impossibile, in cui dal risveglio alla notte, due attori attraversano un numero surreale di
situazioni e contesti a cui sono chiamati a sopravvivere, quasi come avatar di un video game,
colpo su colpo, morendo e andando avanti, vincendo e perdendo, cadendo e rialzandosi, per
ottenere un lavoro, per partecipare a un rituale, o anche solo per compiere un piccolo gesto
quotidiano carico di senso.
La giornata del 28 marzo si chiude con un dj set che parte alle ore 23.00.
Nel centenario della Prima Guerra Mondiale, Teatro Studio Krypton vara una seconda
produzione in calendario dal 10 al 18 aprile. Questo il titolo: 15/45 tre studi sulle guerre Un progetto in tre atti sul desiderio della libertà, testi di Giuliano Compagno, Francesco
Graziani e Lorenzo Bertolani, interpretati da Patrizia Schiavo, Roberto Gioffrè e Luca
Mauceri. Cauteruccio mette in scena tre testi di drammaturgia contemporanea dedicati ad
altrettanti protagonisti di vicende storiche legate alla grande guerra e al secondo conflitto
mondiale: Maria Plozner Mentil, Bruno Neri e Jacopino Vespignani, figure emblematiche dal
punto di vista umano e biografico, ma poco note e ricordate.
Il 10 e 11 aprile (ore 21.00) va in scena Hanno sparato a Maria!, in cui Giuliano
Compagno riporta alla luce la storia di Maria Plozner Mentil, una giovane friulana di 32
anni, incarnata da Patrizia Schiavo, che durante la Prima Guerra Mondiale decide di
arruolarsi diventando portatrice carnica. Per mesi e mesi sale e ridiscende le montagne per
trasportare cibo, vestiti, munizioni e medicine ai soldati sulle montagne. Il 15 febbraio viene
colpita da un cecchino austriaco e muore l’indomani. Il secondo atto Berni - storia di Bruno Neri,
il calciatore partigiano, scritto dal giornalista Rai Francesco Graziani, è interpretato da Roberto
Gioffrè e debutta il 14 aprile alle ore 21.00, con replica il 15. Quando Bruno Neri viene ucciso
dai tedeschi sull’Appennino Tosco - Emiliano, è solo Berni, si fa chiamare così da quando ha
deciso che è il momento di combattere i tedeschi. Neri è uno dei calciatori più noti del
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campionato italiano, ha giocato per anni con la Fiorentina, poi col Grande Torino, in mezzo
anche varie partite con la nazionale di Vittorio Pozzo. Neri preferisce passare il suo tempo
libero più in un museo che in un bar, ha messo su un’officina meccanica a Milano. Tuttavia al
culmine della guerra lascia ogni cosa e si gioca il suo ultimo scampolo di gioventù contro i
tedeschi.
Ultimo atto il 17 e 18 aprile (ore 21.00) Jacopino Vespignani - la sapienza del coraggio è
una drammaturgia originale di Lorenzo Bertolani che racconta la vicenda umana e le scelte
di grande coraggio di un uomo di 36 anni, chiamato il 30 luglio del 1942 a diventare
Commissario Prefettizio a Tredozio, un paese sull’Appennino tosco emiliano. In un momento
difficile e caratterizzato dalla lotta partigiana contro gli occupatori nazifascisti, Vespignani seppe
salvaguardare e difendere la sua comunità grazie al coraggio dei suoi atti. Nel testo si
immagina Vespignani nell’intimità della sua casa, all’indomani del ricevimento di una
onorificenza a cinquant’anni dalla liberazione, spunto per riattraversare i momenti salienti di
quel periodo: i suoi rapporti coi partigiani, la notte trascorsa in cella in attesa di una sentenza di
vita o di morte, l’interrogatorio al cospetto del comandante delle SS, il tentativo di salvare le vite
di tanti combattenti catturati. Ad ascoltarlo sua moglie Rosetta, che con lui ha condiviso scelte,
coraggio e sapienza.
Altra prima nazionale sul palcoscenico di Via Donizetti il 28 aprile alle ore 21.00, con
repliche il 29 e il 30: Cappuccetto Osso della compagnia toscana Gogmagog, scritto e
diretto dall’artista visiva milanese Marcella Vanzo, che ne cura anche le scene. E’ la
seconda occasione di collaborazione artistica tra la poliedrica Vanzo e il gruppo, che in
precedenza avevano già condiviso il progetto Quei 2, da Il diario di Adamo ed Eva di Mark
Twain. Protagonisti di questa nuova produzione che mixa Cappuccetto Osso e Lupo, Taxi
Driver e i Fratelli Grimm in un cocktail spasmodico sono Cristina Abati, Carlo Salvador e
Tommaso Taddei.
A partire da quest’anno Teatro Studio Krypton ingloba nel suo cast artistico la giovane
artista barese Sarah Vecchietti che dirigerà per la compagnia due lavori dedicati ai
ragazzi. Adottando le tecniche del teatro nero, la Vecchietti crea magici spettacoli che le hanno
valso l’invito, unica in Italia, al Festival Mondiale del Teatro di Figura nel 2013 a Jacarta. In
viaggio tra cielo e mare è in cartellone il 5 marzo alle ore 10.00, mentre la nuova produzione .
L.A.I.K.A.: l’avventura incredibile di un kane astronauta, debutta in prima nazionale il 30 marzo
alle ore 10.00 con replica il 31.
Il progetto di Teatro Studio Krypton è sostenuto da Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
La compagnia inoltre ringrazia e segnala la collaborazione di Unicoop Firenze anche per
l'anno 2015.
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BIGLIETTI intero 14 euro, ridotto 12 euro, studenti 8 euro, teatro ragazzi 5 euro
Info: Teatro Studio – Via Donizetti, 58 Scandicci - Info e prenotazioni - Nuovo numero
055.7356443/055.2345443
[email protected] – www.teatrostudiokrypton.it
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