Politecnico di Bari I Facoltà di Ingegneria C. d. L. Ingegneria Edile Corso A Esame di Geometria Traccia 1 A.A. 2008/2009 - 6 Febbraio 2010 1. Date le matrici 1 A= 0 1 0 2 0 2 3 , 1 0 1 , 1 1 B= 2 0 C= 2 0 1 1 , 1 0 D = 2 1 , 1 −1 si determinino, se possibile, le matrici X e Y tali che AX = B e CY = D. RISOLUZIONE: E' possibile determinare la matrice X , ma non la matrice Y . Per quanto riguarda la X , si nota subito che, anchè si possa eettuare il prodotto di A per X , la matrice X deve avere 3 righe. Inoltre, dal momento che, come segue dalla teoria, il prodotto AX ha lo stesso numero di righe di A, cioè 3, e lo stesso numero di colonne di X , segue che X ha due colonne. Dunque, X risulta di tipo 3 × 2. Per determinare X , si procede come di seguito illustrato. (1) AX = B ⇒ A−1 (AX) = A−1 B ⇒ X = A−1 B. La matrice A è invertibile perchè det(A) = −2, e si trova T −1 2 3 −2 1 1 0 −1 0 = − 23 agg(A) = = det(A) −2 −4 −3 2 1 A−1 Utilizzando il calcolo precedente e la (1), si ha −1 0 2 1 3 2 X = A−1 B = − 23 12 2 0 1 0 −1 −1 0 1 = − 12 1 1 0 2 1 2 3 2 . 0 −1 2 2 . −1 Non è possibile, invece, ricavare la matrice Y , perchè il prodotto CY , quando è eseguibile, è una matrice con 2 righe, quindi necessariamente diversa da D, che invece è matrice con 3 righe. 2. Date le matrici 1 P = 2 1 0 1 1 1 0 1 e 1 D= 0 0 0 2 0 0 0 , 2 a) si determini la matrice A in modo che sia simile a D mediante la matrice diagonalizzante P; b) si determinino gli autovalori e una base per ognuno degli autospazi di A; c) si stabiliscano le molteplicità geometriche di ciascun autovalore di A. RISOLUZIONE: Per il primo dei questi si usa la denizione per cui una matrice, simile a una diagonale, è diagonalizzabile quindi esiste P quadrata dello stesso ordine di quello di A invertibile tale che D = P −1 AP da cui si ha A = P DP −1 . Per la seconda parte si ricorrerà alle sole conoscenze teoriche, per cui è noto che ogni qual volta una matrice A ∈ Mn (R) è diagonalizzabile, con autovalori l1 , l2 , . . . , lk di molteplicità Pk algebriche ma (li ) = mi , per i = 1, 2, . . . k , tale che i=1 mi = n, allora si ha che A è simile alla matrice diagonale D = diag(l1 , . . . , l1 , l2 , . . . , l2 , . . . , lk , . . . , lk ). | {z } | {z } | {z } m1 -volte m2 -volte mk -volte Indicato con V (li ) l'autospazio relativo all'autovalore li , e denotata con Bi = {X1 , . . . , Xmi } una base di V (li ), sempre dalla teoria è noto che i vettori di tali basi, presi nell'opportuno ordine, costituiscono le colonne della matrice P che diagonalizza A. Ritornando all'esercizio, la matrice A è per denizione diagonalizzabile, essendo simile ad una matrice diagonale, la D. Per quanto ricordato prima, i valori sulla diagonale di D sono gli autovalori di A, e quindi abbiamo: λ1 = 2 λ2 = 1, le cui molteplicità algebriche sono ma (λ1 ) = 2, perchè 2 compare due volte sulla diagonale, e ma (λ2 ) = 1, perchè 1 compare una sola volta sulla diagonale. Dall'esame della matrice P si evince che una base di V (λ1 = 2) è 1 0 B1 = 1 , 0 , 1 1 e che una base di V (λ2 = 1) è 1 B2 = 2 . 1 Per rispondere alla richiesta b), si usa il criterio di diagonalizzabilità: infatti, l'esercizio garantisce che A è diagonalizzabile e quindi in virtù di tale criterio, si ha che la molteplicità geometrica mg e quella algebrica ma di ogni autovalore sono uguali; dunque mg (2) = 2 mg (1) = 1. 3. Fissato un riferimento metrico R = O,~i, ~j, ~k nello spazio e data la curva C , denita dalle equazioni x=0 y=t C: , z = t2 + 1 a) si stabilisca se la curva C è piana o sghemba; nel caso in cui C risulti piana si trovi il piano che la contiene, mentre nel caso in cui C risulti sghemba si trovi la tangente a C in P (0, 0, 1); b) si determini una rappresentazione cartesiana della superce S ottenuta dalla rotazione di C attorno all'asse z . RISOLUZIONE: Osservando le equazioni della curva C si capisce, con un attimo di riessione, che si tratta di una curva piana: infatti, tutti i punti della curva devono avere ascissa nulla, e dunque la curva è interamente contenuta nel piano coordinato x = 0. In ogni caso, anche se non ci si accorge subito di questo, si ricorda che una curva è piana se 2 esistono a, b, c, d numeri reali tali che (a, b, c) 6= (0, 0, 0) per cui ax(t) + by(t) + cz(t) + d = 0, dove x(t), y(t), z(t) sono date dalle equazioni parametriche della curva. In questo caso si trova a0 + bt + c(t2 + 1) + d = 0 ⇒ b c c+d = = = 0 0 ⇒ b = c = d = 0, 0 quindi a è diverso da zero, perciò la curva è piana e il piano che la contiene è x = 0. L'asse x=0 z ha equazione e per trovare la superce di rotazione bisogna scrivere un piano π y=0 passante per un generico punto Q(0, t, t2 + 1) di C e perpendicolare all'asse z ed una sfera S con centro C su z e raggio CQ. Il piano ha equazione ~ · v~z = 0, XQ dove v~z = (0, 0, 1) è il vettore direttore dell'asse z , quindi π : z = t2 +1. Per la sfera, si sceglie a piacere un punto dell'asse di rotazione (l'asse centrale di ogni parallelo della superce di rotazione) da usare p come centro; ad esempio si può prendere O(0, 0, 0), e di conseguenza il raggio è OQ = t2 + (t2 + 1)2 e l'equazione della sfera è S : x2 + y 2 + z 2 = t2 + (t2 + 1)2 . La superce di rotazione ha la seguente rappresentazione parametrica z = t2 + 1 x2 + y 2 + z 2 = t2 + (t2 + 1)2 e dal momento che l'esercizio richiede di scrivere una rappresentazione cartesiana, ciò si realizza eliminando il parametro tra le precedenti equazioni, ed ottenendo, come subito si vede: x2 + y 2 = z − 1. 4. Fissato un riferimento metrico R = O,~i, ~j nel piano, a) si determini l'equazione della circonferenza γ tangente alla retta r : x + 2y − 2 = 0 in P (0, 1) e passante per R(0, −1); b) si scriva l'equazione della retta r0 tangente a γ nel punto Q diametralmente opposto a P. RISOLUZIONE: Per scrivere l'equazione della circonferenza occorre conoscerne il centro C e il raggio; nel nostro caso, trovato il centro C , il raggio si può immediatamente ottenere come CP . Il centro appartiene alla retta n perpendicolare alla retta r, di vettore direttore ~vr (−2, 1) e passante per il punto di tangenza P ed all'asse a della corda per P e R. L'equazione di n n : P~X · ~vr = 0 ⇒ −2x + y − 1 = 0, l'asse a è 2 2 a : XP = XR ⇒ x2 + (y − 1)2 = x2 + (y + 1)2 ⇒ y = 0 y=0 quindi C = a ∩ n : ⇒ C(− 21 , 0). Essendo il raggio P C = −2x + y − 1 = 0 γ: x+ 1 2 3 2 + y2 = 5 . 4 √ 5 2 , si trova La retta tangente r0 , essendo tangente nel punto diametralmente opposto a P , è parallela a r ed il punto Q(x0 , y 0 ) è tale che C sia il punto medio di P Q, quindi x0 + 0 1 = − ⇒ x0 = −1, 2 2 y0 + 1 = 0 ⇒ y 0 = −1, 2 perciò ~ = t0~vr ⇒ r : QX 0 4 x = −2t0 − 1 . y = t0 − 1 Politecnico di Bari I Facoltà di Ingegneria C. d. L. Ingegneria Edile Corso A Esame di Geometria Traccia 2 A.A. 2008/2009 - 6 Febbraio 2010 1. Date le matrici 0 A = −1 −1 2 3 0 1 , 0 2 −2 B = −1 0 1 0 , 1 C= 1 1 2 0 0 D= 1 −1 , 1 2 , 1 si determinino, se possibile, le matrici X e Y tali che e AX = B CY = D RISOLUZIONE: E' possibile determinare la matrice X , ma non la matrice Y . Per quanto riguarda la X , si nota subito che, anchè si possa eettuare il prodotto di A per X , la matrice X deve avere 3 righe. Inoltre, dal momento che, come segue dalla teoria, il prodotto AX ha lo stesso numero di righe di A, cioè 3, e lo stesso numero di colonne di X , segue che X ha due colonne. Dunque, X risulta di tipo 3 × 2. Per determinare X , si procede come di seguito illustrato. (2) AX = B ⇒ A−1 (AX) = A−1 B ⇒ X = A−1 B. La matrice A è invertibile perchè det(A) = 2, si trova T 0 0 1 0 1 1 agg(A) = −4 3 −2 = 21 = det(A) 2 2 −3 2 0 A−1 Utilizzando il calcolo precedente e la (2), si ha 0 −2 1 −2 3 3 −1 − X = A−1 B = 12 2 2 0 0 −1 1 1 3 − 32 . 2 −1 1 −2 2 1 0 = − 25 1 1 1 −1 . 1 Non è possibile, invece, ricavare la matrice Y , perchè il prodotto CY , quando è eseguibile, è una matrice con 2 righe, quindi necessariamente diversa da D, che invece è matrice con 3 righe. 2. Date le matrici 1 P = 0 1 1 2 1 0 1 1 e −2 D= 0 0 0 0 1 0 , 0 −2 a) si determini la matrice A in modo che sia simile a D mediante la matrice diagonalizzante P; b) si determinino gli autovalori e una base per ognuno degli autospazi di A; c) si stabiliscano le molteplicità geometriche di ciascun autovalore di A. RISOLUZIONE: Per il primo dei questi si usa la denizione per cui una matrice, simile a una diagonale, è diagonalizzabile quindi esiste P quadrata dello stesso ordine di quello di A invertibile tale che D = P −1 AP da cui si ha A = P DP −1 . 5 Per la seconda parte si ricorrerà alle sole conoscenze teoriche, per cui è noto che ogni qual volta una matrice A ∈ Mn (R) è diagonalizzabile, con autovalori l1 , l2 , . . . , lk di molteplicità Pk algebriche ma (li ) = mi , per i = 1, 2, . . . k , tale che i=1 mi = n, allora si ha che A è simile alla matrice diagonale D = diag(l1 , . . . , l1 , l2 , . . . , l2 , . . . , lk , . . . , lk ). | {z } | {z } | {z } m1 -volte m2 -volte mk -volte Indicato con V (li ) l'autospazio relativo all'autovalore li , e denotata con Bi = {X1 , . . . , Xmi } una base di V (li ), sempre dalla teoria è noto che i vettori di tali basi, presi nell'opportuno ordine, costituiscono le colonne della matrice P che diagonalizza A. Ritornando all'esercizio, la matrice A è per denizione diagonalizzabile, essendo simile ad una matrice diagonale, la D. Per quanto ricordato prima, i valori sulla diagonale di D sono gli autovalori di A, e quindi abbiamo: λ1 = −2 λ2 = 1, le cui molteplicità algebriche sono ma (λ1 ) = 2, perchè −2 compare due volte sulla diagonale, e ma (λ2 ) = 1, perchè 1 compare una sola volte sulla diagonale. Dall'esame della matrice P si evince che una base di V (λ1 = −2) è 0 1 B1 = 0 , 1 , 1 1 e una base di V (λ2 = 1) è 1 B2 = 2 . 1 Per rispondere alla richiesta b), si usa il criterio di diagonalizzabilità: infatti, l'esercizio garantisce che A è diagonalizzabile e quindi in virtù di tale criterio, si ha che la molteplicità geometrica mg e quella algebrica ma di ogni autovalore sono uguali; dunque mg (−2) = 2 mg (1) = 1. 3. Fissato un riferimento metrico R = O,~i, ~j, ~k nello spazio e data la curva C , denita dalle equazioni x=t y = t2 + 2t + 2 , C: z=0 a) si stabilisca se la curva C è piana o sghemba; nel caso in cui C risulti piana si trovi il piano che la contiene, mentre nel caso in cui C risulti sghemba si trovi la tangente a C in P (−1, 1, 0); b) si determini una rappresentazione cartesiana della superce S ottenuta dalla rotazione di C attorno all'asse x. RISOLUZIONE: Osservando le equazioni della curva C si capisce, con un attimo di riessione, che si tratta di una curva piana: infatti, tutti i punti della curva devono avere quota nulla, e dunque la curva è interamente contenuta nel piano coordinato z = 0. In ogni caso, anche se non ci si accorge subito di questo, si ricorda che una curva è piana se esistono a, b, c, d numeri reali tali che (a, b, c) 6= 0 per cui ax(t) + by(t) + cz(t) + d = 0, dove x(t), y(t), z(t) sono date dalle equazioni parametriche della curva. 6 In questo caso si trova a + 2b = 0 b=0 at + b(t2 + 2t + 2) + c0 + d = 0 ⇒ ⇒ a = b = d = 0, 2b + d = 0 quindi c è diverso da zero, perciò la curva è piana e il piano che la contiene è z = 0. L'asse y=0 x ha equazione e per trovare la superce di rotazione bisogna scrivere un piano π z=0 passante per un generico punto Q(t, t2 + 2t + 2, 0) di C e perpendicolare all'asse x e una sfera S con centro C su x e raggio CQ. Il piano ha equazione ~ · v~x = 0, XQ dove v~x = (1, 0, 0) è il vettore direttore dell'asse z , quindi il piano ha equazione π : x = t. Per la sfera, si sceglie a piacere un punto dell'asse di rotazione (l'asse centrale di ogni parallelo della superce di rotazione) da usare p come centro; ad esempio si può prendere O(0, 0, 0), e di conseguenza il raggio è OQ = t2 + (t2 + 2t + 2)2 , e l'equazione della sfera è S : x2 + y 2 + z 2 = t2 + (t2 + 2t + 2)2 . La superce di rotazione ha la seguente rappresentazione parametrica x=t x2 + y 2 + z 2 = t2 + (t2 + 2t + 2)2 e dal momento che l'esercizio richiede di scrivere una rappresentazione cartesiana, ciò si realizza eliminando il parametro tra le precedenti equazioni, ed ottenendo, come subito si vede: y 2 + z 2 = (x2 + 2x + 2)2 . 4. Fissato un riferimento metrico R = O,~i, ~j nel piano, x = 2t + 2 a) si determini l'equazione della circonferenza γ tangente alla retta r : in y = −t P (0, 1) e avente centro appartenente alla retta s : y = 0; b) si scriva l'equazione della retta r0 tangente a γ nel punto Q diametralmente opposto a P. RISOLUZIONE: Per scrivere l'equazione della circonferenza occorre conoscerne il centro C e il raggio; nel nostro caso, trovato il centro C , il raggio si può immediatamente ottenere come CP . Il centro appartiene alla retta s, ed alla retta n perpendicolare alla retta r, di vettore direttore ~vr (2, −1) e passante per il punto di tangenza P . L'equazione di n è n : P~X · ~vr = 0 ⇒ 2x − y + 1 = 0, quindi C = s ∩ n : y=0 ⇒ C(− 21 , 0). Essendo il raggio P C = 2x − y + 1 = 0 2 1 5 γ : x+ + y2 = . 2 4 √ 5 2 , si trova La retta tangente r0 , essendo tangente nel punto diametralmente opposto a P , è parallela a r e il punto Q(x0 , y 0 ) è tale che C sia il punto medio di P Q, quindi x0 + 0 1 = − ⇒ x0 = −1, 2 2 y0 + 1 = 0 ⇒ y 0 = −1, 2 7 perciò ~ = t0~vr ⇒ r0 : QX 8 x = 2t0 − 1 . y = −t0 − 1 Politecnico di Bari I Facoltà di Ingegneria C. d. L. Ingegneria Edile Corso A Esame di Geometria Traccia 3 A.A. 2008/2009 - 6 Febbraio 2010 1. Date le matrici 2 1 A= 0 1 1 0 0 1 , 3 0 B= 1 0 1 2 , 1 C= 3 −1 1 1 3 , 1 D = −2 0 3 1 , 1 si determinino, se possibile, le due matrici X e Y tali che e AX = B CY = D RISOLUZIONE: E' possibile determinare la matrice X , ma non la matrice Y . Per quanto riguarda la X , si nota subito che, anchè si possa eettuare il prodotto di A per X , la matrice X deve avere 3 righe. Inoltre, dal momento che, come segue dalla teoria, il prodotto AX ha lo stesso numero di righe di A, cioè 3, e lo stesso numero di colonne di X , segue che X ha due colonne. Dunque, X risulta di tipo 3 × 2. Per determinare X , si procede come di seguito illustrato. (3) AX = B ⇒ A−1 (AX) = A−1 B ⇒ X = A−1 B. La matrice A è invertibile perchè det(A) = 7, si trova T 3 3 1 −1 7 1 1 1 = 17 agg(A) = −3 6 = det(A) 7 1 −2 2 − 17 − 37 A−1 Utilizzando il calcolo precedente e la (3), si ha 3 1 − 37 0 7 7 6 2 1 − X = A−1 B = 17 7 7 1 2 0 − 17 7 7 6 7 1 7 3 −7 1 2 = 67 1 1 7 − 27 11 7 3 7 1 7 − 72 2 7 . . Non è possibile, invece, ricavare la matrice Y , perchè il prodotto CY , quando è eseguibile, è una matrice con 2 righe, quindi necessariamente diversa da D, che invece è matrice con 3 righe. 2. Date le matrici 1 3 0 P = 0 1 −1 0 1 1 e 3 D= 0 0 0 0 0 0 0 , 3 a) si determini la matrice A in modo che sia simile a D mediante la matrice diagonalizzante P; b) si determinino gli autovalori e una base per ognuno degli autospazi di A; c) si stabiliscano le molteplicità geometriche di ciascun autovalore di A. RISOLUZIONE: Per il primo dei questi si usa la denizione per cui una matrice, simile a una diagonale, è diagonalizzabile quindi esiste P quadrata dello stesso ordine di quello di A invertibile tale che D = P −1 AP da cui si ha A = P DP −1 . 9 Per la seconda parte si ricorrerà alle sole conoscenze teoriche, per cui è noto che ogni qual volta una matrice A ∈ Mn (R) è diagonalizzabile, con autovalori l1 , l2 , . . . , lk di molteplicità Pk algebriche ma (li ) = mi , per i = 1, 2, . . . k , tale che i=1 mi = n, allora si ha che A è simile alla matrice diagonale D = diag(l1 , . . . , l1 , l2 , . . . , l2 , . . . , lk , . . . , lk ). | {z } | {z } | {z } m1 -volte m2 -volte mk -volte Indicato con V (li ) l'autospazio relativo all'autovalore li , e denotata con Bi = {X1 , . . . , Xmi } una base di V (li ), sempre dalla teoria è noto che i vettori di tali basi, presi nell'opportuno ordine, costituiscono le colonne della matrice P che diagonalizza A. Ritornando all'esercizio, la matrice A è per denizione diagonalizzabile, essendo simile ad una matrice diagonale, la D. Per quanto ricordato prima, i valori sulla diagonale di D sono gli autovalori di A, e quindi abbiamo: λ1 = 3 λ2 = 0, le cui molteplicità algebriche sono ma (λ1 ) = 2, perchè 3 compare due volte sulla diagonale, e ma (λ2 ) = 1, perchè 0 compare una sola volte sulla diagonale. Dall'esame della matrice P si evince che una base di V (λ1 = 3) è 0 1 B1 = 0 , −1 , 0 1 e una base di V (λ2 = 0) è 3 B2 = 1 . 1 Per rispondere alla richiesta b), si usa il criterio di diagonalizzabilità: infatti, l'esercizio garantisce che A è diagonalizzabile e quindi in virtù di tale criterio, si ha che la molteplicità geometrica mg e quella algebrica ma di ogni autovalore sono uguali; dunque mg (3) = 2 mg (0) = 1. 3. Fissato un riferimento metrico R = O,~i, ~j, ~k nello spazio e data la curva C , denita dalle equazioni x = t2 + 2t y=0 , C: z =t+1 a) si stabilisca se la curva C è piana o sghemba; nel caso in cui C risulti piana si trovi il piano che la contiene, mentre nel caso in cui C risulti sghemba si trovi la tangente a C in P (−1, 0, 0); b) si determini una rappresentazione cartesiana della superce S ottenuta dalla rotazione di C attorno all'asse z . RISOLUZIONE: Osservando le equazioni della curva C si capisce, con un attimo di riessione, che si tratta di una curva piana: infatti, tutti i punti della curva devono avere ordinata nulla, e dunque la curva è interamente contenuta nel piano coordinato y = 0. In ogni caso, anche se non ci si accorge subito di questo, si ricorda che una curva è piana se esistono a, b, c, d numeri reali tali che (a, b, c) 6= 0 per cui ax(t) + by(t) + cz(t) + d = 0, dove x(t), y(t), z(t) sono date dalle equazioni parametriche della curva. 10 In questo caso si trova a=0 c + 2a = 0 ⇒ a = c = d = 0, at2 + 2at + b0 + ct + c + d = 0 ⇒ c+d=0 quindi b è diverso da zero perciò la curva è piana e il piano che la contiene è y = 0. L'asse z x = 0 ha equazione e per trovare la superce di rotazione bisogna scrivere un piano y = 0 π passante per un generico punto Q(t2 + 2t, 0, t + 1) di C e perpendicolare all'asse z , ed una sfera S con centro C su z e raggio CQ. Il piano ha equazione ~ · v~z = 0, XQ dove v~z = (0, 0, 1) è il vettore direttore dell'asse z , quindi il piano ha equazione π : z = t + 1. Per la sfera, si sceglie a piacere un punto dell'asse di rotazione (l'asse centrale di ogni parallelo della superce di rotazione) da usare p come centro; ad esempio si può prendere O(0, 0, 0), e di conseguenza il raggio è OQ = (t2 + 2t)2 + (t + 1)2 , e l'equazione della sfera è S : x2 + y 2 + z 2 = (t2 + 2t)2 + (t + 1)2 . La superce di rotazione ha la seguente rappresentazione parametrica z =t+1 x2 + y 2 + z 2 = (t2 + 2t)2 + (t + 1)2 e dal momento che l'esercizio richiede di scrivere una rappresentazione cartesiana, ciò si realizza eliminando il parametro tra le precedenti equazioni, ed ottenendo, come subito si vede: x2 + y 2 = (z 2 − 1)2 . 4. Fissato un riferimento metrico R = O,~i, ~j nel piano, a) si determini l'equazione della circonferenza γ tangente alla retta r : x + 2y − 2 = 0 nel punto P diametralmente opposto a Q(−1, −1), e passante per R(0, −1); b) si scriva l'equazione della retta r0 tangente a γ nel punto Q. RISOLUZIONE: Per scrivere l'equazione della circonferenza occorre conoscerne il centro C e il raggio; nel nostro caso, trovato il centro C , il raggio si può immediatamente ottenere come CP . Il centro appartiene all'asse a della corda per Q e R, ed alla retta n perpendicolare alla retta r, di vettore direttore ~vr (−2, 1), e passante per il punto Q (in quanto diametralmente opposto al punto di tangenza P ). L'equazione di n è ~ · ~vr = 0 ⇒ −2x + y − 1 = 0, n : QX l'asse a è 2 2 a : XQ = XR ⇒ (x + 1)2 + (y − 1)2 = x2 + (y + 1)2 ⇒ 2x + 1 = 0 √ 2x + 1 = 0 quindi C = a ∩ n : ⇒ C(− 21 , 0). Essendo il raggio RC = 25 , si trova −2x + y − 1 = 0 2 5 1 + y2 = . γ : x+ 2 4 La retta tangente r0 , essendo tangente nel punto diametralmente opposto a P , è parallela a r e passante per il punto Q(−1, −1), dunque x = −2t0 − 1 0 0 ~ r : QX = t ~vr ⇒ . y = t0 − 1 11 Politecnico di Bari I Facoltà di Ingegneria C. d. L. Ingegneria Edile Corso A Esame di Geometria Traccia 4 A.A. 2008/2009 - 6 Febbraio 2010 1. Date le matrici 1 0 A = 1 −2 0 1 2 0 , −1 3 B= 1 0 0 0 , 1 C= 1 0 2 1 , 1 D = −2 1 0 1 , 1 si determinino, se possibile, le due matrici X e Y tali che e AX = B CY = D RISOLUZIONE: E' possibile determinare la matrice X , ma non la matrice Y . Per quanto riguarda la X , si nota subito che, anchè si possa eettuare il prodotto di A per X , la matrice X deve avere 3 righe. Inoltre, dal momento che, come segue dalla teoria, il prodotto AX ha lo stesso numero di righe di A, cioè 3, e lo stesso numero di colonne di X , segue che X ha due colonne. Dunque, X risulta di tipo 3 × 2. Per determinare X , si procede come di seguito illustrato. (4) AX = B ⇒ A−1 (AX) = A−1 B ⇒ X = A−1 B. La matrice A è invertibile perchè det(A) = 4, si trova T 2 1 1 1 1 agg(A) = 2 −1 −1 = = det(A) 4 4 2 −2 A−1 Utilizzando il calcolo precedente e la (4), si ha 1 1 1 3 2 2 1 1 X = A−1 B = 41 − 14 2 1 1 1 0 − − 4 4 2 1 2 1 4 1 4 2 0 0 = 21 1 1 2 1 2 − 41 − 41 1 1 2 − 12 1 1 2 − 12 . . Non è possibile, invece, ricavare la matrice Y , perchè il prodotto CY , quando è eseguibile, è una matrice con 2 righe, quindi necessariamente diversa da D, che invece è matrice con 3 righe. 2. Date le matrici 1 0 P = 1 −1 0 0 1 1 3 e −1 D= 0 0 0 0 1 0 , 0 −1 a) si determini la matrice A in modo che sia simile a D mediante la matrice diagonalizzante P; b) si determinino gli autovalori e una base per ognuno degli autospazi di A; c) si stabiliscano le molteplicità geometriche di ciascun autovalore di A. RISOLUZIONE: Per il primo dei questi si usa la denizione per cui una matrice, simile a una diagonale, è diagonalizzabile quindi esiste P quadrata dello stesso ordine di quello di A invertibile tale che D = P −1 AP da cui si ha A = P DP −1 . 12 Per la seconda parte si ricorrerà alle sole conoscenze teoriche, per cui è noto che ogni qual volta una matrice A ∈ Mn (R) è diagonalizzabile, con autovalori l1 , l2 , . . . , lk di molteplicità Pk algebriche ma (li ) = mi , per i = 1, 2, . . . k , tale che i=1 mi = n, allora si ha che A è simile alla matrice diagonale D = diag(l1 , . . . , l1 , l2 , . . . , l2 , . . . , lk , . . . , lk ). | {z } | {z } | {z } m1 -volte m2 -volte mk -volte Indicato con V (li ) l'autospazio relativo all'autovalore li , e denotata con Bi = {X1 , . . . , Xmi } una base di V (li ), sempre dalla teoria è noto che i vettori di tali basi, presi nell'opportuno ordine, costituiscono le colonne della matrice P che diagonalizza A. Ritornando all'esercizio, la matrice A è per denizione diagonalizzabile, essendo simile ad una matrice diagonale, la D. Per quanto ricordato prima, i valori sulla diagonale di D sono gli autovalori di A, e quindi abbiamo: λ1 = −1 λ2 = 1, le cui molteplicità algebriche sono ma (λ1 ) = 2, perchè −1 compare due volte sulla diagonale, e ma (λ2 ) = 1, perchè 1 compare una sola volte sulla diagonale. Dall'esame della matrice P si evince che una base di V (λ1 = −1) è 1 1 B1 = 1 , 1 , 0 3 e una base di V (λ2 = 1) è 0 B2 = −1 . 0 Per rispondere alla richiesta b), si usa il criterio di diagonalizzabilità: infatti, l'esercizio garantisce che A è diagonalizzabile e quindi in virtù di tale criterio, si ha che la molteplicità geometrica mg e quella algebrica ma di ogni autovalore sono uguali; dunque mg (−1) = 2 mg (1) = 1. 3. Fissato un riferimento metrico R = O,~i, ~j, ~k nello spazio e data la curva C , denita dalle equazioni x=0 y =t+1 , C: z = −2t − t2 a) si stabilisca se la curva C è piana o sghemba; nel caso in cui C risulti piana si trovi il piano che la contiene, mentre nel caso in cui C risulti sghemba si trovi la tangente a C in P (0, 0, 1); b) si determini una rappresentazione cartesiana della superce S ottenuta dalla rotazione di C attorno all'asse y . RISOLUZIONE: Osservando le equazioni della curva C si capisce, con un attimo di riessione, che si tratta di una curva piana: infatti, tutti i punti della curva devono avere ascissa nulla, e dunque la curva è interamente contenuta nel piano coordinato x = 0. In ogni caso, anche se non ci si accorge subito di questo, si ricorda che una curva è piana se esistono a, b, c, d numeri reali tali che (a, b, c) 6= 0 per cui ax(t) + by(t) + cz(t) + d = 0, dove x(t), y(t), z(t) sono date dalle equazioni parametriche della curva. 13 In questo caso si trova b − 2c = 0 −c = 0 a0 + b(t + 1) + c(−t2 − 2t) + d = 0 ⇒ ⇒ b = c = d = 0, b+d=0 quindi a è diverso da zero perciò la curva è piana ed il piano che la contiene è x = 0. L'asse x=0 y ha equazione e per trovare la superce di rotazione bisogna scrivere un piano π z=0 passante per un generico punto Q(0, t + 1, −t2 − 2t) di C e perpendicolare all'asse y ed una sfera S con centro C su y e raggio CQ. Il piano ha equazione ~ · v~y = 0, XQ dove v~y = (0, 1, 0) è il vettore direttore dell'asse y , quindi il piano ha equazione π : y = t + 1. Per la sfera, si sceglie a piacere un punto dell'asse di rotazione (l'asse centrale di ogni parallelo della superce di rotazione) da usare p come centro; ad esempio si può prendere O(0, 0, 0), e di conseguenza il raggio è OQ = (t + 1)2 + (−t2 − 2t)2 e l'equazione della sfera è S : x2 + y 2 + z 2 = (t + 1)2 + (−t2 − 2t)2 . La superce di rotazione ha la seguente rappresentazione parametrica y =t+1 x2 + y 2 + z 2 = (t + 1)2 + (−t2 − 2t)2 e dal momento che l'esercizio richiede di scrivere una rappresentazione cartesiana, ciò si realizza eliminando il parametro tra le precedenti equazioni, ed ottenendo, come subito si vede: x2 + z 2 = (1 − y 2 )2 . 4. Fissato un riferimento metrico R = O,~i, ~j nel piano, a) si determini l'equazione della circonferenza γ tangente alla retta r : x + 2y + 3 = 0 nel punto P diametralmente opposto a Q(0, 1), e con centro appartenente alla retta s : y = 0; b) si scriva l'equazione della retta r0 tangente a γ nel punto Q. RISOLUZIONE: Per scrivere l'equazione della circonferenza occorre conoscerne il centro C e il raggio; nel nostro caso, trovato il centro C , il raggio si può immediatamente ottenere come CP . Il centro appartiene alla retta s ed alla retta n perpendicolare alla retta r, di vettore direttore ~vr (−2, 1), e passante per il punto Q (in quanto diametralmente opposto al punto di tangenza P ). L'equazione di n è ~ · ~vr = 0 ⇒ −2x + y − 1 = 0, n : QX √ y=0 quindi C = s ∩ n : ⇒ C(− 21 , 0). Essendo il raggio QC = 25 , si trova −2x + y − 1 = 0 γ: 1 x+ 2 2 + y2 = 5 . 4 La retta tangente r0 , essendo tangente nel punto diametralmete opposto a P , è parallela a r e passa per il punto Q(0, 1), quindi x = −2t0 ~ = t0~vr ⇒ . r0 : QX y = t0 − 1 14