Istruzioni per la gestione del contatto con il virus

ISTRUZIONE OPERATIVA
PER LA GESTIONE DEI CONTATTI CON VIRUS EBOLA (MBV)
A CURA DEL PERSONALE DEL
PRONTO SOCCORSO (P.S.)
DIREZIONE MEDICA DI PRESIDIO
Settore di Igiene e Tecnica Ospedaliera
In relazione al verificarsi di epidemie da Virus Ebola presso gli Stati Africani, la nostra
Azienda Ospedaliera ritiene opportuno informare i cittadini sulle procedure operative messe
in atto per la gestione di eventuali casi sospetti di malattia Ebola fornendo elementi
conoscitivi sull’argomento.
Si ricorda inoltre che il territorio di Crema è da considerarsi non a rischio perché non rappresenta
un nodo ferroviario e autostradale di rilievo.
1.Che cos’è la malattia da virus Ebola?
La malattia da virus Ebola (MVE), precedentemente nota come febbre emorragica da virus Ebola,
è una malattia rara ma grave, scoperta per la prima volta in alcuni paesi dell’Africa.
Dal dicembre 2013, presso l'Africa occidentale è in corso una epidemia dichiarata 8 agosto 2014
dall'OMS, emergenza di sanità pubblica internazionale.
E’ altamente improbabile, ma non impossibile, che persone infettate da virus Ebola in alcuni stati
dell’Africa occidentale possano arrivare in Italia e quindi sviluppare sintomi dopo il loro arrivo.
2. Modalità di trasmissione - Quando è contagiosa la malattia?
L’Ebola si trasmette nella popolazione umana attraverso il contatto diretto con sangue infetto o altri
fluidi corporei di persone infette. Il virus può essere trasmesso anche tramite il contatto con oggetti
contaminati da fluidi infetti.
Non è trasmessa per via aerea, così è altamente improbabile che una persona possa essere
infettata dal virus Ebola per un contatto casuale con un malato.
Il rischio di trasmissione in generale è basso nelle fasi iniziali della malattia.
Le persone diventano contagiose alla comparsa dei sintomi.
A tal proposito, al fine di ridurre al minimo la possibilità di contagio dal soggetto fonte è stata
elaborata un’istruzione operativa Aziendale già in piena operatività che prevede una serie di azioni
condivise con tutti gli operatori del P.S tra cui l’individuazione di un’area apposita (Filtro e zona
isolamento) per la gestione del caso sospetto.
Al momento dell’accettazione al Triage, l’operatore sanitario:
1. somministra un questionario clinico-diagnostico con i criteri per la definizione di caso
sospetto (vedi all. 1).
A. CRITERIO CLINICO:
Il paziente presenta
 febbre [>38,6°C] o storia di febbre nelle ultime 24 ore
E
almeno uno dei seguenti sintomi:
 mal di testa intenso;
 vomito, diarrea, dolore addominale;
 manifestazioni emorragiche di vario tipo non spiegabili;
 insufficienza multiorgano;
oppure
 essere stato a contatto con una persona deceduta improvvisamente ed inspiegabilmente.
B. CRITERIO EPIDEMIOLOGICO:
Il paziente:
 ha soggiornato in un’area affetta da MVE nei precedenti 21 giorni:
 Guinea
 Liberia,
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
Sierra Leone.
oppure
 ha avuto contatto con un caso confermato o probabile di MVE nei precedenti 21 giorni.
Aggiornamenti
sulla
situazione
epidemiologica
sono
disponibili
su:
http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=813&area=Malattie%20infettive&
menu=vuoto
http://www.who.int/csr/don/en/
e una mappa geografica, aggiornata con la distribuzione dei casi, è altresì disponibile all‟indirizzo:
http://www.who.int/csr/disease/ebola/maps/en/.
CASO SOSPETTO PAZIENTE:
Una persona che presenti il criterio clinico E quello epidemiologico
oppure
che presenti almeno 1 sintomo tra quelli elencati (inclusa la febbre di qualsiasi grado) E il criterio
epidemiologico con alto rischio di esposizione.
2. Se invece il paziente, una volta acquisite tutti le informazioni utili, risulta in realtà non
"contaminato", non è necessario attivare le misure di isolamento e il percorso ospedaliero
riprende come da routine.
SCENARI POSSIBILI
Il paziente che si presenta spontaneamente presso il Pronto Soccorso:
 DEVE aver visitato i luoghi sopracitati negli ultimi 21 giorni, con sintomatologia
compatibile ai criteri clinici;
 asintomatico che sia stato esposto a un caso sospetto o a caso confermato o ai suoi
liquidi biologici/tessuti negli ultimi 21 giorni.
Stratificazione del criterio epidemiologico in base al rischio di esposizione
BASSO RISCHIO:
 Contatto casuale con un paziente febbrile, autonomo, in grado di deambulare.
Esempi: condividere una sala di attesa o un mezzo pubblico di trasporto; lavorare in
una reception. NESSUN PROVVEDIMENTO
ALTO RISCHIO: UNO DEI SEGUENTI
 Contatto faccia a faccia (ad esempio, a meno di 1 metro di distanza) senza
indossare appropriati dispositivi di protezione individuale (inclusi quelli per la
protezione oculare) con un caso probabile o confermato che presenti tosse, vomito,
emorragia, o diarrea. Contatto sessuale non protetto con una persona
precedentemente ammalata, fino a tre mesi dopo la guarigione;
 Contatto diretto con qualunque materiale contaminato da fluidi corporei di un caso
probabile o confermato;
 Esposizione della cute (ad esempio, per puntura accidentale) o delle mucose a
sangue, altri liquidi biologici, campioni di tessuto o di laboratorio di un caso
probabile o confermato;
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

Partecipazione a riti funerari con esposizione diretta alla salma nelle aree
geografiche (o proveniente dalle aree geografiche) affette, senza appropriati
dispositivi di protezione individuale;
Contatto diretto con pipistrelli, roditori, primati, vivi o morti, nelle zone (o
proveniente dalle zone) affette o con carne di animali selvatici (“bushmeat”).
Se si è verificata una delle seguenti condizioni presentarsi in P.S. o contattare il proprio medico
curante.
Per ulteriori chiarimenti contattare la Direzione Medica di Presidio:
0373/280223 – 280244
A titolo informativo vengono di seguito illustrate le modalità di vestizione e vestizione dei Dispositivi
di Protezione Individuale a cura degli operatori sanitari
SEQUENZA DI VESTIZIONE DEI D.P.I.
IGIENE DELLE MANI
PRIMA DI INDOSSARE I D.P.I.
CAMICE
1. Coprire completamente il torso dal
collo fino alle ginocchia, le braccia
fino ai polsi e coprire la schiena
2. Allacciare sul retro a livello del collo
e in vita
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MASCHERINA CHIRURGICA
1. Fissare i lacci a metà testa e alla
nuca
2. Adattare la barretta flessibile sul
dorso del naso
3. Far aderire la mascherina al viso e
sotto il mento
OCCHIALE O VISIERA
1. Posizionare i dispositivi, adattarli al
viso e coprire gli occhi
GUANTI
1. Indossare i guanti fino a coprire i
polsi e il polsino del camice
SEQUENZA DI SVESTIZIONE DEI D.P.I.
I GUANTI
1. La parte esterna dei guanti è contaminata,
afferrare la parte esterna del guanto con
la mano opposta guantata rimuoverlo
2. Tenere il guanto rimosso nella mano
guantata
3. Far scorrere le dita della mano non
guantata sotto il polsino del guanto non
ancora rimosso
4. Sfilare il guanto incorporando il primo
guanto formando un involucro per
entrambi i guanti
5. Eliminare i guanti nel contenitore per
rifiuti potenzialmente infetti
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OCCHIALI/VISIERE
Eseguire l’igiene delle mani dopo aver rimosso i
guanti
1. La parte esterna degli occhiali o della
visiera è contaminata, per rimuoverli
afferrarli dalla parte che appoggia sulla
testa o sulle orecchie
2. Eliminarli nel contenitore per rifiuti
potenzialmente infetti o riprocessarli
MASCHERINA CHIRURGICA
1. La parte anteriore è contaminata: non
toccare
2. Afferrare /rimuovere prima i lacci inferiori
e poi quelli superiori
3. Rimuovere la mascherina ed eliminarla
nel contenitore per rifiuti potenzialmente
infetti
CAMICE
1. La parte anteriore e le maniche sono
contaminate, manipolare la parte
interna/posteriore del camice
2. Slegare i lacci
3. Allontanare e sfilare la parte del collo e
delle spalle toccando solamente la parte
interna del camice
4. Rivoltare il camice, arrotolalo su se
stesso ed eliminarlo nel contenitore dei
rifiuti potenzialmente infetti
Eseguire l’igiene delle mani dopo aver rimosso i
D.P.I.
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