Pg. 14 Quando l`acqua crea imbarazzo

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S
in alute
Quando l’acqua
crea imbarazzo
Nell’uomo, come in tutti i mammiferi a sangue caldo, la regolazione
del calore corporeo è affidata anche al meccanismo della sudorazione,
sul quale influiscono sia fattori esterni che interni. Una normale
quantità di sudore non dà fastidio, ma in alcuni casi la sudorazione
è così abbondante da rappresentare un serio problema o addirittura
un impedimento per i rapporti sociali.
SUDORAZIONE ECCESSIVA
S
udare è un fenomeno del tutto fisiologico che, insieme
alla vasodilatazione cutanea e alla
ventilazione polmonare,
permette di contrastare l’aumento della temperatura
corporea dovuto all’innalzamento termico esterno o al
calore prodotto dall’attività
fisica.
Quando i sensori della temperatura situati sulla pelle
segnalano il superamento
dei 37 gradi centigradi l’ipotalamo, un centro situato
in profondità nel cervello,
attiva il sistema nervoso vegetativo che, a sua volta,
mette in funzione le ghiandole sudoripare distribuite
su quasi tutta la superficie
corporea e concentrate in
alcuni distretti come le mani, i piedi, le ascelle. Il sudore evapora assorbendo
calore e quindi raffreddando il corpo.
Questo fenomeno è efficace
a condizione che il clima
sia secco; se invece l’ambiente esterno è umido l’evaporazione avviene con
difficoltà e il sudore non
riesce a svolgere la sua funzione termoregolatrice: ecco
perché, agli effetti del caldo
che percepiamo, il tasso di
umidità ambientale è importante quanto il livello di
temperatura. Il sudore, poi,
serve anche ad eliminare
scorie come l’acido lattico,
l’urea, le tossine presenti
nell’organismo; inoltre contribuisce a formare, insieme
al sebo, il cosiddetto “mantello idrolipidico” che mantiene elastica la pelle e la
protegge dalle aggressioni
esterne.
Sudare è quindi utile, anzi
necessario, ma in certi casi
il sudore può rappresentare
un fastidio per via del tipico odore sgradevole, che
deriva da due cause: la prima è la presenza, nel sudore secreto da un tipo particolare di ghiandole (chiamate apocrine), di ormoni,
lipidi e sostanze aromatiche; la seconda è la proliferazione di microbi nelle zone che producono questo tipo di sudore, soprattutto se
sono coperte di peli come le
ascelle.
L’uso di deodoranti, specie
se dotati di azione antibatterica, riduce enormemente la
quantità di microbi; inoltre
alcune sostanze come la vi-
tamina E contenute in questi prodotti svolgono un’azione antiossidante sui lipidi, evitando che irrancidiscano.
I deodoranti, però, sono efficaci soltanto se applicati
sulla pelle ben lavata e
asciugata.
Anche gli antitraspiranti
possono essere un valido
aiuto, ma bisogna tener presente che un loro uso eccessivo può occludere i pori e
procurare fastidiose infiammazioni delle ghiandole
(idrosadeniti).
Un discorso a parte merita
il problema che deriva dall’eccesso di sudorazione.
Si tratta dell’iperidrosi, che
affligge circa l’1% della popolazione ed è responsabile
di disagi ben più gravi. Il
disturbo può avere una causa psichica (timidezza, ansia ed emotività molto accentuate) oppure fisica
(ipertiroidismo, alcune terapie ormonali, obesità, menopausa), ma in ogni caso si
manifesta con un forte aumento della sudorazione, fino alla formazione di vere e
proprie gocce, alle ascelle,
alla pianta dei piedi, al viso
e soprattutto al palmo delle
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mani. La persona che ne è
affetta si trova impedita nel
più comune contatto sociale, quello di “dare la mano”;
non può maneggiare carta o
tessuti senza lasciarvi tracce
umide; prova imbarazzo e
vergogna per le macchie di
sudore sugli abiti: tutto ciò
provoca ansia e questa, a
sua volta, accentua la sudorazione. L’iperidrosi può essere considerata una vera e
propria malattia, e come tale merita di essere trattata.
La terapia può essere sintomatica, fisica, farmacologica
o chirurgica.
La prima si avvale degli antitraspiranti, ma è utile solo
nei casi lievi. La terapia fisica è la ionoforesi, ovvero
l’applicazione di una corrente continua a bassa intensità ai palmi delle mani
o alle piante dei piedi immersi in una soluzione elettrolitica. Il trattamento va ripetuto più volte la settimana per 20-30 minuti e risulta a volte soddisfacente, ma
richiede parecchio tempo
ed è piuttosto costoso.
La terapia farmacologica
consiste nella somministrazione di anticolinergici che
però, per essere efficaci, de-
vono essere somministrati a
dosi che provocano effetti
collaterali di una certa importanza.
Più recentemente si è affermata la terapia con tossina
botulinica, che viene iniettata per via subdermica nelle zone interessate dall’eccesso di sudorazione e blocca il rilascio dell’acetilcolina, il neurotrasmettitore che
attiva le ghiandole sudoripare.
L’effetto dura per 5-8 mesi,
dopodiché la sudorazione
riprende progressivamente:
il trattamento va quindi ripetuto a cadenza circa annuale.
Nel 5-10% dei casi, però, la
tossina botulinica non si dimostra efficace.
Il trattamento chirurgico
consiste nell’asportazione
delle ghiandole sudoripare
delle ascelle oppure, se si
deve intervenire in modo
più radicale, nella simpaticectomia, cioè nell’interruzione delle vie nervose che
attivano le ghiandole sudoripare.
L’intervento, che in passato
si effettuava aprendo il torace, ora si effettua per via endoscopica, con disagi veramente minimi per il paziente e con una percentuale di
successi vicina al 100%.
Cesarina Manzella
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