Cap. 0: la Restaurazione (pag 14-21) Cambiamenti • Rivoluzione Francese: trasformazione Europa • sociale: vengono meno privilegi della nobiltà e del clero • politico: abbattuta monarchia assoluta • territoriale: Napoleone modifica i confini eliminando il Sacro Romano Impero • ideologico: cosmopolotismo: uomo cittadino del mondo, fratello degli altri uomini. Ideali rivoluzione francese • libertà (indipendenza del singolo e del popolo) • uguaglianza (tra persone della stessa nazione) • fraternità (uomini devono aiutarsi tra loro) con Napoleone che avrebbe dovuto realizzare questi ideali • morte propria della rivoluzione • suo scopo creare un grande impero • esempio: con la Vittoria di Marengo (1800) • Napoleone scaccia gli austriaci dall'Italia • insedia il suo potere con pesanti tasse per le spese militari e saccheggia opere d'arte Conseguenze • moti rivoluzionari che prendono il nome di Risorgimento • idea di patriottismo (amore per la patria) • idea di nazionalismo (avversione per altri popoli) NB: nazione: stessa origine, religione, lingua e storia Congresso di Vienna • Inizio: 1 novembre 1814 • Inghilterra, Austria, Russia e Prussia = vincitori Napoleone in esilio e dopo la sua fuga dall'Isola d'Elba, sconfitta definitiva di Waterloo – 18 giugno del 1815 • • INIZIA LA RESTAURAZIONE: scopi • ristabilire ordine e pace • Negare le libertà per tornare all'obbedienza dell'autorità • al progresso sostituire la tradizione • al posto della sovranità popolare: vecchi sovrani IMPOSSIBILE => • PRINCIPIO DI LEGITTIMITA' (tornare ai propri sovrani e territori • Nuova Europa PRINCIPIO DI EQUILIBRIO (nessuno stato troppo potente) • Francia: Luigi XVIII di Borbone • Spagna: Ferdinando VII di Borbone • Prussia: perde la Polonia e acquista Sassonia e Renani • Olanda con Belgio = Paesi Bassi • L'ex Sacro Romano Impero: Confederazione Germanica (39 stati con a capo l'Austria Nuova Italia • Russia: acquista Finlandia e Polonia • Regno di Sardegna torna ai Savoia e acquisisce la Repubblica di Genova • Lombardia e Venezia riunite nel Regno Lombardo-Veneto sotto l'Austria • Granducato di Toscana: sotto controllo Austria • Italia centrale (con Emilia, Romagna, Marche ed Umbria sotto lo Stato della Chiesa • Italia meridionale: Regno delle due Sicilie con i Borboni => STATO DI POLIZIA Stato e Chiesa • Papa Pio VII: condanna idee moderne perché rivoluzione cacciato ordini religiosi per sostituire Dio con dea ragione • Russia, Prussia, Austria e in seguito Inghilterra e Francia: SANTA ALLEANZA con principio si intervento qualora vi fosse pericolo di una nuova rivoluzione I diversi schieramenti • Reazionari: reagiscono in toto a novità dell'Illuminismo • Conservatori: conservare le tradizioni ma in modo più moderato (Liberali che chiedevano una Costituzione ed un Parlamento) • Democratici: uguaglianza politica e suffragio universale • Patrioti: indipendenza nazionale Luigi XVIII capisce che non si può ripristinare l'antico regime e emana la Carta costituzionale: elargisce alcune concessioni per una maggior libertà (CONCESSIONE DEL RE, NON VITTORIA DEL POPOLO) Società segrete l Nascono movimenti di protesta e cresce idea di nazione = società segrete l nascono poiché nessuno poteva criticare il sovrano, diffondere idee liberali o democratiche o chiedere l'indipendenza della patria l in Ita nasce la Carboneria l nome nasce da linguaggio usato da associati = quello usato a sua vota da commercianti di carbone l maggior parte erano borghesi cittadini, studenti, professori, ex ufficiali di Napoleone l ad analfabeti interessava poco rivoluzione PRIMA ONDATA RIVOLUZIONARIA: gli anni '20 l 1820: l SPAGNA => ottennero da Ferdinando VII la Costituzione (uguale a quella in vigore con Napoleone = sovranità popolare: limitazione a poteri del re l Napoli: Ferdinando I di Borbone => Costituzione e parlamento l Palermo: voleva indipendenza del Regno delle due Sicilie (allora sotto Ferdinando I di Borbone) l 1821: l Piemonte: Vittorio Emanuele I (un fautore restaurazione) => abdica a favore di Carlo Alberto => concede la costituzione al Regno di Sardegna l Grecia: libertà da dominio turco (molti volontari occidentali tra cui Lord Byron) = vittoria solo nel '27 SECONDA ONDATA RIVOLUZIONARIA: gli anni '30 l 1830 l Carlo X di Borbone, successore di Luigi XVIII, no libertà di stampa e di associazione => Parigi insorge => nuovo sovrano Luigi Filippo d'Orleans (famiglia dei Borboni) = il re borghese l Belgio: chiede indipendenza da Paesi Bassi l Polonia contro la Russia l 1830-31 l scoppiano rivolte nel l Ducato di Modena e Parma l Stato Pontificio l soppresse duramente e uno dei fautori, Ciro Menotti, fu Impiccato Cap. 1 - L’Unità d’Italia (Sintesi personale) Romanticismo e idea di nazione Tra il ‘700 e l’800 si diffuse in tutta Europa un movimento culturale chiamato ROMANTICISMO. Uno degli elementi più importanti della cultura romantica era l’affermazione della libertà del singolo individuo. Questo concetto, data la particolare situazione storica, si estese immediatamente alla nazione, per cui si diffuse l’idea che ogni nazione avesse il diritto di vivere liberamente e in modo totalmente indipendente da qualsiasi dominazione straniera. Ogni persona aveva quindi il diritto-dovere di combattere per la propria nazione o patria. Per nazione si intendeva un popolo unito dalla stessa lingua, cultura e storia. I moti rivoluzionari Proprio per i motivi precedentemente citati in tutta Europa, Italia compresa, si scatenò quindi una seria di moti rivoluzionari finalizzati alla cacciata dei dominatori stranieri e all’affermazione della libertà nazionale. In questo tipo di guerre ebbero una funzione importante anche le società segrete (in Italia ad esempio la Carboneria). La situazione italiana Anche l’Italia, divisa in tanti staterelli regionali, venne attraversata da un’ondata di guerre contro l’Austria che controllava quasi totalmente il suo territorio. L’unico stato indipendente era il Piemonte di Carlo Alberto di Savoia che, date le sue dichiarate simpatie per le idee liberali, divenne il punto di riferimento per le strategie dei patrioti italiani. I primi tentativi di insurrezione guidati dal sovrano piemontese però fallirono miseramente e l’Austria non ebbe difficoltà a rendere ancora più pesante il suo dominio sull’Italia. Il fallimento dei primi tentativi rivoluzionari non smorzarono gli entusiami patriottici e vennero avanzati nuovi progetti. Giuseppe Mazzini Il primo a muoversi fu Giuseppe Mazzini, fondatore della Giovine Italia, un’organizzazione che, pur muovendosi nella clandestinità, doveva diffondere tra il popolo le idee di libertà: egli voleva che l’Italia diventasse una REPUBBLICA UNITA. Lo slogan di Mazzini era “PENSIERO (diffondere le idee) e AZIONE (lotta armata). Nel 1834 organizzò una rivolta a Genova che tuttavia fallì. Molti congiurati furono arrestati e condannati a morte I fratelli Bandiera I fratelli Attilio Bandiera ed Emilio Bandiera, nobili, figli del barone Francesco Bandiera, Ammiraglio e, a loro volta, ufficiali della Marina da guerra austriaca, aderirono alle idee di Giuseppe Mazzini e fondarono una loro società segreta, l'Esperia (nome col quale i greci indicavano l'Italia antica) e con essa nel 1844 tentarono di effettuare una sollevazione popolare in Calabria dove sbarcarono e furono catturati ed uccisi. Nonostante gli sforzi dei rivoluzionari gran parte del popolo contadino rimase estraneo al tema dell'unità nazionale. Le idee del Risorgimento Dopo il fallimento gli intellettuali cominciarono a discutere e ad analizzare le cause. Dal dibattito emersero varie correnti di pensiero che concordavano su un punto: la necessità di tentare la strada del federalismo. Tre furono le proposte: l Gioberti ipotizzava una federazione di stati italiani sotto la presidenza del Papa Pio IX l Balbo una federazione di stati italiani sotto la guida di Carlo Alberto di Savoia l per Cattaneo la federazione doveva essere fatta, ma senza la guida di un potere forte. Prima, però, era necessario migliorare le difficili condizioni di vita della popolazione. Il 1848 I guerra d'Indipendenza Il 1848 fu un anno decisivo per il cammino di molti stati europei verso la libertà. In Italia le speranze dei patrioti sembrarono concretizzarsi con la promulgazione di nuove costituzioni da parte di alcuni sovrani. Tra questi anche Carlo Alberto di Savoia che in Piemonte promulgò lo STATUTO ALBERTINO: una carta costituzionale che, pur lasciando gran parte del potere nelle mani del sovrano, aveva un valore simbolico enorme per tutti i liberali italiani. Lo scoppio di varie rivolte nel resto d’Europa ebbe ripercussioni anche in Italia: Venezia e Milano si ribellarono e costrinsero gli austriaci a rifugiarsi nelle fortezze del quadrilatero (Mantova, Legnago, Peschiera e Verona). A questo punto intervenne direttamente anche Carlo Alberto che dichiarò guerra all’Austria: cominciò così la I guerra di indipendenza. La superiorità dell’esercito austriaco e le divisioni interne allo schieramento di Carlo Alberto lasciavano poche speranze. Nel 1848 il re, Carlo Alberto di Savoia, si pose a capo di una coalizione di Stati italiani che dichiararono guerra all'Austria la quale, allora, occupava il Regno Lombardo-Veneto. Inizialmente la guerra fu favorevole alle truppe guidate da Carlo Alberto di Savoia, ma l'iniziale successo preoccupò gli altri Stati italiani, la maggior parte dei quali ritirò il proprio appoggio all'impresa, lasciando il solo regno di Sardegna a combattere contro l'Austria. La guerra si concluse definitivamente nel marzo del 1849, con la sconfitta di Novara, cui seguì l'abdicazione di Carlo Alberto in favore del figlio Vittorio Emanuele II II guerra d'Indipendenza Nel 1858 Camillo Benso conte di Cavour diventa primo ministro del regno sabaudo. Egli comprende che senza l'appoggio di una potenza europea non avrebbe mai sconfitto l'impero Asburgico, quindi convince l'imperatore Napoleone III, anche se ancora indifferente alle proposte di alleanza sabaude, ad intervenire in aiuto dell'Italia solo in caso di aggressione da parte dell'Austria. Per provocare l'Austria, perciò, inizia a spostare truppe sul confine sabaudo. L'Austria reagisce e fa giungere un ultimatum a Torino. Scaduto l'ultimatum l'Impero asburgico attacca e la Francia interviene. Gli eserciti franco-piemontesi, guidati da Napoleone III, sconfiggono gli Austriaci nelle battaglie di Magenta, Solferino e San Martino, ma l'esito è catastrofico; Napoleone III, impressionato dal numero delle vittime, firma quindi l'armistizio il 20 luglio 1859, a Villafranca senza avvertire i Piemontesi. Vittorio Emanuele II in questa occasione si dimostra più accorto di Cavour che avrebbe voluto continuare la guerra, senza rendersi conto che si sarebbe inimicato non solo l'Austria, ma anche la Francia Mentre la Savoia e Nizza diventano francesi, nasce il Regno dell'Alta Italia costituito dalla Sardegna, dalla Liguria, dal Piemonte, dalla Lombardia e dall'Emilia Romagna. Giuseppe Garibaldi, generale dell'esercito piemontese, progetta quindi di liberare il Regno delle Due Sicilie ed organizza una spedizione, la Spedizione dei Mille. Sbarcati in a Marsala in breve tempo conquistano la Sicilia e risalgono quasi senza colpo ferire fino a Napoli. Cavour, però, teme che Garibaldi non si voglia fermare e che voglia dirigersi prima verso Roma e poi verso Venezia, provocando l'intervento della Francia che protegge il Papa e dell'Austria. Vittorio Emanuele II con l'esercito piemontese si muove verso sud, incontrandosi con Garibaldi a Teano. Con un plebiscito si decreta l'annessione del Regno delle Due Sicilie al Piemonte. L’unificazione non è però completa: mancano all’appello Veneto, Trentino Alto Adige e Lazio (Stato Pontificio). III guerra d'Indipendenza Con la III guerra di indipendenza venne conquistato il Veneto. Rimaneva da risolvere la “Questione romana” che risultava problematica per il fatto che lo Stato Pontificio godeva della protezione di Napoleone III (nipote del Bonaparte) e l’Italia non poteva rischiare una guerra contro la Francia. Nel frattempo il governo italiano si rese conto che Torino era troppo decentrata per rappresentare la capitale di un Paese unito e quindi la capitale nel 1864 venne spostata a Firenze, in attesa di conquistare Roma. L’occasione arrivò nel 1870 quando Napoleone III, duramente sconfitto dalla Prussia, perse il trono. Il governo ne approfittò e inviò truppe ad occupare Roma che nel 1871 divenne la nuova capitale d’Italia. Questo fatto determinò però la rottura di ogni rapporto tra lo Stato e la Chiesa. I problemi dell’Italia Unita “Fatta l’Italia, occorre fare gli italiani”. Il primo problema era quindi quello di dare a un popolo profondamente diviso la coscienza di essere una nazione. Molte persone infatti, soprattutto al Sud, avevano l’impressione che alla dominazione straniera se ne fosse sostituita un’altra, quella piemontese. Ad esempio erano rimasti in vigore “lo Statuto Albertino” e la legge elettorale piemontese, per la quale potevano votare solo i cittadini più ricchi (il 2% della popolazione). Altri problemi, inoltre, dovevano essere urgentemente risolti: l l'analfabetismo diffuso in tutto il Paese (90% in alcune regione meridionali); l opere pubbliche da costruire (per recuperare i soldi necessari si inasprirono le tasse); l introduzione della leva obbligatoria che privava per molto tempo le famiglie del lavoro degli uomini più giovani. Molti preferivano “darsi alla macchia” e diventavano briganti; l povertà diffusa soprattutto al Sud; l brigantaggio: le bande, formate da gruppi di criminali ma anche da contadini che vivevano in condizione di assoluta miseria, razziavano le proprietà delle famiglie più ricche fedeli allo Stato. Il governo reagì con spietata energia: ne nacque una guerra vera e propria che causò migliaia di morti e che debellò le bande più temibili di briganti. Bibliografia e sitografia essenziale Alvaro, Bellesini, (2000), I nuovi sentieri della Storia 2b, De Agostini Alba Rosa Leone, (2004), dal villaggio alla rete 3a, Sansoni Bersezio, (2007), Storia in primo piano 3a, De Agostini http://it.wikipedia.org/wiki/Guerre_di_indipendenza_italiane http://www.homolaicus.com/storia/moderna/ottocento/2_guerra_indipe ndenza.htm Contributi tratti da appunti messi a disposizione dal prof. A. Leorato – Scuola Media Perucci, Marzana - Verona