Convegno Lo Psicologo del territorio: Opportunità e prospettive per la salute e il benessere delle Persone Padova, 9 Novembre 2013, Ordine degli Psicologi del Veneto Dal sintomo alla Persona: lo psicologo di base nello studio del Medico di Medicina Generale Luigi Solano Università Sapienza di Roma La difficile posizione sociale della Psicologia L’accesso ad uno psicologo, in particolare in Italia, appare tuttora molto problematico per: • Scarsissima presenza a livello pubblico, che fa sì che un intervento psicologico, e in generale di salute mentale, sia disponibile solo per il disagio psichico molto grave; • Perdurante pregiudizio sociale nei confronti di chi si rivolge ad un operatore della salute mentale. Uno degli elementi alla base del pregiudizio è l’assunto che l’utilizzo di un operatore della salute mentale sia qualcosa che riguardi soltanto alcune persone, considerate e trattate più o meno benevolmente a seconda dei periodi storici, ma sempre viste come una categoria a parte. La concentrazione nei fatti degli interventi nelle fasce di disagio più “gravi” non fa che rinforzare il pregiudizio. “Sei da psicologo!” viene tuttora comunemente usato come insulto, anche (o soprattutto) nelle fasce di età giovanili. Sempre in ritardo • Tali difficoltà fanno sì che il ricorso allo psicologo avvenga in genere: • In tempi drammaticamente tardivi rispetto all’esordio del problema, quando si sono prodotte modificazioni intrapsichiche molto strutturate • Come “ultima spiaggia” quando ogni altro tentativo è fallito • A questo punto risultano in genere necessari interventi lunghi e intensivi • La figura dello psicologo si confonde con quella dello psicoterapeuta • Si rinforza ulteriormente il pregiudizio: l’idea diffusa è che chi va da uno psicologo non ne esce più. European Study of Epidemiology of Mental Disorders • condotto per Italia dall’Istituto Superiore di Sanità • 4.700 soggetti • 18.6% afferma di aver sofferto di almeno un disturbo mentale nella vita • Solo il 3% (il 16% dei disturbi) si è rivolto a qualcuno. • Minor contatto tra i 18 e i 24 anni • Ritardo medio: - 28 anni per i disturbi d’ansia - 2 anni per la depressione maggiore Dove si rivolgono le persone per il loro disagio quando lo fanno? • Lo stesso studio mostra che il 38% delle persone si rivolge per un disagio psichico (chiaramente riconosciuto) soltanto al Medico di Medicina Generale • Sono da aggiungere a queste tutte le persone che si rivolgono al MMG per un disturbo somatico che trae origine da una situazione di vita disfunzionale: • Una serie di lavori (Balint, 1957; Katon, 1985; Magill e Garrett, 1988) ha mostrato che almeno il 50% delle richieste che pervengono al MMG esprimono un disagio di tipo relazionale/esistenziale. Il medico è in grado di rispondere? • Negli ultimi 150 anni si è realizzata una progressiva differenziazione tra Medicina e Psicologia, cioè tra un approccio al corpo e un approccio alla mente (o al contesto relazionale) dell’individuo. • La Medicina occidentale - salvo rare eccezioni - si è allontanata da una visione globale dell’essere umano, che era una delle sue caratteristiche essenziali prima della seconda metà del 1800, concentrandosi sugli aspetti biologici e genetici della salute e della malattia. • Questo approccio così focalizzato ha portato a risultati grandissimi, precedentemente impensabili, nella prevenzione, diagnosi e trattamento della malattia, • Ma ha contemporaneamente portato ad una disattenzione nei confronti dei fattori emozionali e relazionali nel determinare la salute e la malattia, e più in generale nei confronti della specificità dell’individuo. • Quest’ultimo aspetto è particolarmente appariscente nell’adozione di Protocolli universali per la diagnosi e il trattamento • ----> raramente il medico è in grado di soddisfare la domanda complessa del paziente,e tenta quindi di fornire risposte sul piano solo biologico, ricorrendo spesso all'effettuazione di analisi e alla somministrazione di farmaci di cui per primo riconosce la dubbia utilità. • Questo si traduce non solo in una assistenza inadeguata, ma anche in un inutile aumento nella spesa sanitaria Soluzioni possibili: a) Una formazione psicologica del medico b) Una collaborazione con lo psicologo a) Una formazione psicologica del medico E’ la proposta di Balint (gruppi Balint) contenuta in Medico Paziente e Malattia (1957). Appare oggi molto più difficile perché: - la differenziazione tra Medicina e Psicologia è maggiore - La quantità di nozioni biomediche e psicologiche da apprendere è anch’essa molto maggiore: è più difficile pensare ad un unico professionista che acquisisca e tenga aggiornate entrambe le formazioni. Nessuno penserebbe certo ad una formazione medica dello psicologo che lo metta in grado di fare il medico con i suoi pazienti. Certamente la questione non si risolve con un corso di aggiornamento di qualche giorno. b) La collaborazione con uno psicologo Le possibilità della Psicologia: • La Psicologia ha gli strumenti per considerare il disagio anche somatico in rapporto al contesto relazionale del soggetto, al momento del suo ciclo di vita, alle sue risorse per affrontare le situazioni. • Ha anche la capacità di vedere il sintomo somatico non solo come indicatore di disagio ma anche come un tentativo di comunicazione di nuclei di esperienza dissociata, che necessita fortemente di essere compreso, prima che si trasformi in malattia. Ma l’invio ad uno psicologo da parte del medico appare problematico per: 1) • • • • la progressiva differenziazione e difficoltà di comunicazione tra Medicina e Psicologia: Modelli diversi sull’origine della salute e della patologia (con distinzione netta tra patologia mentale e somatica) Modelli diversi nel valutare la salute e la patologia Di conseguenza, modelli diversi sulle indicazioni di un intervento psicologico, su chi inviare Modelli diversi rispetto alle modalità di invio Modelli diversi sull’origine della salute e della patologia • Il modello medico tende a privilegiare l’importanza di fattori biologici e ambientali (in senso fisico) nel determinare la patologia somatica Quando accetta l’importanza di fattori psicosociali tende a rappresentarli in termini di disagio psichico esplicito, come rappresentato da: - termini quali stress, ansia, depressione - pazienti che richiedono frequenti interventi per sintomi somatici che risultano privi di cause organiche (frequent attenders, “disturbi somatoformi” “malati immaginari”) - pazienti con scarsa “adherence” (compliance) o che creano altri tipi di problemi nella relazione con il medico Si tende quindi ad inviare allo psicologo questo tipo di pazienti • E’ difficile pensare di inviare un paziente che presenta una difficoltà che ancora non abbia raggiunto la dimensione di un disagio psichico evidente o di un problema di relazione con il medico. L’invio rischia quindi di essere tardivo. • è molto difficile pensare ad una componente psicosociale, e quindi ad un invio, nel caso di malattie organiche conclamate. In questi casi l’invio rischia di non avvenire affatto. Un esempio specifico: il problema dell’alessitimia • Tutta la letteratura psicologica in ambito psicosomatico riconosce che i pazienti che esprimono il loro disagio in forma somatica mostrano spesso non un disagio psichico esplicito ma uno scarso contatto con le proprie emozioni, che sfocia in modalità di comunicazione caratterizzate da scarsa pregnanza emotiva, da uno stile incolore, da una scarsa espressione delle proprie esigenze. • Questo tipo di situazione ha ricevuto diverse denominazioni: pensiero operatorio, vita operatoria, alessitimia, carenza di mentalizzazione, personalità di Tipo C. • questi casi spesso presentano una facciata di “ipernormalità”, e non “creano problemi” • per questi motivi è raro che in il medico sia spinto ad inviarli ad uno psicologo • rischiano quindi di non essere inviate proprio le persone in cui il rischio per la salute è più alto, dato che per le loro caratteristiche sono più portate ad esprimere soprattutto attraverso il corpo le proprie difficoltà nel rapporto con il mondo. Un uomo forte • Mi viene inviata da un medico la moglie di un suo paziente, in cui ha notato, negli incontri avuti per i problemi di salute del marito, dei problemi psicologici che gli sono apparsi meritevoli di attenzione specialistica. • Graziosa e piacevole, un po' seduttiva, la signora sorridendo racconta che da più di un anno soffre di attacchi d'ansia, dolori allo stomaco, tremori, palpitazioni, difficoltà nella deglutizione, paura di uscire di casa da sola ecc.: ciò che un tempo si sarebbe chiamata isterìa e oggi seguendo il DSM chiameremmo Disturbi da Somatizzazione in Disturbo Istrionico di Personalità. • Ad un certo punto, come en passant, dice che certo, anche il marito non sta troppo bene, negli ultimi anni ha avuto 14 (quattordici) episodi di pancreatite acuta. Ma lui è forte. "Anzi, se non avessi lui non so come farei, mi accompagna dappertutto, anche adesso mi sta aspettando qui fuori.......” Perché questo medico, che appare sollecito rispetto ai suoi pazienti, non pensa di inviare quest’uomo allo psicologo? • Lui è forte (alessitimico) • ha una malattia vera, non è un malato immaginario Modelli diversi rispetto alle modalità di invio In Medicina: l'invio (specialisti, analisi) viene prescritto. Il paziente deve solo aderire, e prestare la propria collaborazione passiva. In Psicologia: l'invio può essere solo una proposta. Il paziente per aderire deve trovare una motivazione personale ad un lavoro. Sicuramente un invio non può avvenire solo “per esclusione” di origini organiche del problema, ma dopo aver individuato delle problematiche psicologiche rispetto alle quali motivare la proposta al paziente. Non sempre il medico ha le competenze per effettuare questa rilevazione. • -----> le modalità di invio ad uno Psicologo, anche in situazioni idonee, non risultano sempre adeguate 2) La difficile posizione sociale della Psicologia • Rende molto difficile comunque che la persona accetti di fare i cento o i dieci passi necessari per recarsi da uno psicologo sconosciuto. Lo Psicologo di Base Da più parti, in diversi paesi, si è quindi riconosciuta la necessità di trovare strade per avvicinare la psicologia alle necessità della popolazione generale, che in genere non accede ai servizi specialistici perché insufficienti e comunque gravati da fortissimo pregiudizio sociale. E’ nata l’idea di uno “Psicologo di base” Non vi è però uniformità di posizioni • sulla collocazione materiale • Sui destinatari: tutta la popolazione o persone con particolari problematiche • Sui compiti, come distinti da quelli di uno psicologo specialista (di II livello) L’esperienza olandese • Da circa 30 anni nei Paesi Bassi (Derksen 1982; 2009) è stata istituita la figura del Primary Care Psychologist (= Psicologo di Base), retribuito con fondi pubblici • Ne sono presenti 6.000 • lavora per il 60% su invio del medico di base, per il 40% su richiesta spontanea dei pazienti; • viene retribuito con fondi pubblici per un numero di colloqui fino a 12; • realizza un'assistenza psicologica di primo livello per ogni età e condizione, rivolgendosi all'individuo e/o alla famiglia; • organizza eventualmente invii ad una assistenza psicologica (o psichiatrica) di secondo livello (14% dei casi in media). • La sua stanza di consultazione si trova a volte nello studio stesso del medico di base, altre volte in locali separati, comunque non lontani dallo studio del medico. Però • la maggior parte delle persone che consultano questo Psicologo di Base risultano portatori di disturbi classificabili nell'Asse I del DSM (Derksen, 2009) L’esperienza britannica Il progetto Improving Access to Psychological Therapies (IAPT) (Clark, 2011) E’ partito dall’assunto che un incremento negli interventi psicologici avrebbe comportato un vantaggio economico per il paese in termini di risparmio di spese sanitarie e di minori assenze sul lavoro Sono stati assunti 6.000 psicoterapeuti per terapie brevi su pazienti non psicotici: disturbi emotivi comuni, depressione • La maggior parte dei soggetti trattati è stato inquadrato come affetti da disturbi d’ansia o depressivi • In 4 anni di sperimentazione il vantaggio economico è stato calcolato in circa 100 milioni di sterline • Ancora di più che nel caso precedente si tratta però di interventi effettuati su persone che hanno accettato di essere inquadrate come affette da un disturbo psichiatrico Lo Psicologo nelle Unità Territoriali di Medicina Generale (sperimentazione Università di Torino) • Lo Psicologo, collocato in una stanza a parte, riceve invii da parte di tutti i medici dell’Unità. • L’incontro con il paziente è subordinato alla valutazione del medico In tutte queste esperienze: • le persone debbono farsi carico in prima persona di una domanda psicologica; • di fatto la maggior parte degli utenti risultano portatori di disturbi classificabili secondo il DSM IV; • Si tratta quindi di persone che sono riuscite ad esprimere chiaramente il loro disagio, a se stessi o al loro medico, in termini di disturbo psichico, e quindi a definirsi bisognosi di psicologo; • rimangono fuori le persone che non sono in grado di accettare questa collocazione, e magari esprimono il loro disagio soltanto attraverso il corpo; • In diverse di queste esperienze è necessario passare attraverso la valutazione del medico, non sempre adeguata Lo psicologo in Farmacia sperimentazione Università Cattolica di Milano • Lo psicologo ha svolto la sua attività in un locale di 28 Farmacie di Milano, distinto da quello dove si svolge la vendita dei farmaci • E’ stato retribuito dalla Farmacia e in parte dal Comune • Gli appuntamenti sono stati presi su richiesta libera dei clienti, talvolta su incoraggiamento del farmacista • Il ciclo di incontri è stato in genere di 3-4. Uno psicologo per i problemi ma solo nella terza età • In questa esperienza, a differenza della altre, prevalgono le richieste centrate su problemi più che su patologie (solo 43%) • L’età media degli utenti è però di 52 anni. La farmacia non appare un luogo attraente per i giovani • L’intervento rischia di essere molto tardivo Uno Psicologo per tutti Per poter intervenire sul disagio all’origine, e non 25 anni dopo, appare quindi necessario organizzare situazioni in cui: ° non sia necessaria una specifica domanda psicologica; • l’accesso allo Psicologo sia agevole e gratuito; • sia chiaro che non si tratta di un servizio per alcuni sventurati, ma rivolto all’intera popolazione, esattamente come accade per i Servizi Sanitari medici; • sia chiaro si tratta di un luogo dove si può essere aiutati a risolvere dei problemi – quali possono capitare a tutti non dove si “curano” “patologie”. Uno Psicologo (di base) che siede alla stessa scrivania del Medico di Medicina Generale Questa collocazione può permettere di: • garantire un accesso diretto a uno psicologo a tutta la popolazione, evitando il filtro dell’invio da parte del medico, filtro non sempre adeguato, e senza il rischio (o la certezza) di essere etichettati come "disagiati psichici"; • Intervenire in una fase del disagio iniziale, in cui non si sono organizzate malattie gravi e croniche sul piano somatico od organizzazioni intrapsichiche fortemente limitanti una realizzazione ottimale dell'individuo. • offrire un ascolto che prenda in esame, oltre alla condizione biologica, anche la situazione relazionale, intrapsichica, di ciclo di vita del paziente; • integrare le competenze tra Medicina e Psicologia • limitare la spesa* per analisi cliniche e visite specialistiche, nella misura in cui queste derivino da un tentativo di lettura di ogni tipo di disagio all'interno di un modello esclusivamente biologico. *La spesa sanitaria pubblica globale in Italia è aumentata da circa 66 miliardi milioni di euro nel 2000 a circa 106 miliardi di euro nel 2008 (fonte ISTAT). L’esperienza della Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute della Sapienza di Roma/Orvieto* Dal 2000, Psicologi specializzandi in Psicologia della Salute (finora 14) hanno garantito la loro presenza per 3 anni ciascuno presso lo studio un Medico di Medicina Generale, per un giorno fisso la settimana, a Orvieto, Roma e in altre località del Lazio. *L’esperienza è stata riferita in diverse pubblicazioni nazionali e internazionali: Solano, 2011; Solano et al. 2010; Solano et al. 2009; Tomassoni e Solano, 2003; Tomassoni et al. 2002. • Nella sala d’aspetto un cartello spiega l’iniziativa ai pazienti e chiarisce la possibilità, ove lo si desideri, di essere ricevuti solo dal proprio medico. • I casi clinici e il funzionamento dell’iniziativa vengono discussi in riunioni almeno quindicinali coordinate da un docente della Scuola di Specializzazione. • Le riunioni sono aperte anche ai Medici, che vi partecipano a seconda delle proprie possibilità. Cosa fa lo psicologo: °Accoglie ogni richiesta insieme al medico ° Osserva la modalità di instaurare la relazione da parte di ogni paziente. ° Discute con il medico i casi osservati appena possibile ° Svolge interventi esplorativo-chiarificatori nei confronti del paziente, nel contesto della visita ambulatoriale. ° In alcuni casi, limitati e selezionati, svolge un’ulteriore esplorazione attraverso colloqui in separata sede (in genere da 1 a 5) ° In alcuni di questi casi, organizza un invio a servizi specialistici di Salute Mentale (di secondo livello) • Lo scopo principale NON è di fare della "piccola psichiatria" in casi con disagio psichico evidente, ma di sforzarsi di dare un senso in ogni caso al disturbo portato dal paziente, sia nella sfera psichica che in quella somatica, all'interno della sua situazione relazionale e di ciclo di vita. Le vertigini di Dino Psicologa Veronica Ingravalle, Medico Enzo Pirrotta • Dino, 41 anni, arriva piuttosto angosciato per delle vertigini di cui soffre da circa un mese • Chiede di effettuare una TAC • In un solo colloquio la psicologa riesce a collegare il sintomo con una situazione di vita molto insoddisfacente: Dino vive ancora con la madre, da circa un mese è lasciato con la fidanzata, non esce più di casa se non per lavoro • A seguito di questo colloquio non solo il sintomo scompare, ma Dino riprende la sua vita sociale Le orecchie a sventola di Sara Psicologa Alessandra Marchina, Medico Andreina Boschi • Sara, 23 aa., viene allo studio dicendo di temere le si siano rotti i punti di un intervento di chirurgia estetica effettuato un anno prima (sic) alle orecchie • Nel corso di 6 colloqui con la psicologa emerge una situazione familiare, in cui Sara si trova costretta a condividere la stanza da letto con un fratello psicotico di 17 anni e ad occuparsene su delega dei genitori • Nel corso dei colloqui Sara decide di fare domanda per un soggiorno Erasmus di 10 mesi, dove approderà felicemente poco dopo. • La famiglia in sua assenza riesce a trovare un equilibrio diverso. L’alopecia di Ginevra Psicologa Pamela Strafella, Medico Alfredo Cuffari • Ginevra, 15 anni, da circa un mese ha perduto i capelli in una zona del cuoio capelluto • Un dermatologo ha fatto diagnosi di alopecia e le ha detto “è colpa tua perché ti stressi” • In pochi colloqui emerge che i genitori si stanno separando a seguito di una storia extraconiugale del padre, e che la madre la utilizza pesantemente come contenitore delle proprie angosce e della propria difficoltà a prendere decisioni: iper coinvolta in questa relazione Ginevra ha ritirato ogni investimento dal mondo esterno • A seguito del contenimento e della riflessione attivata con la psicologa, Ginevra riesce a svincolarsi e a riprendere adeguate relazioni con i coetanei • I capelli ricrescono rapidamente Cosa avrebbe potuto fare un medico da solo: • Prescrivere analisi costose e inutili • Prescrivere ansiolitici per lo “stress” • Tentare un invio allo psicologo, sulla sola base dell’assenza di rilievi organici, invio che difficilmente sarebbe andato a buon fine Un segnale d’allarme, un attivatore di risorse Nei diversi casi, è stato possibile inquadrare il sintomo non come qualcosa da eliminare ma come: - un segnale d’allarme, un movimento evolutivo, un attivatore di risorse rispetto ad una situazione di vita molto problematica e insoddisfacente, - in cui i soggetti apparivano invischiati in relazioni simbiotiche familiari con scarso investimento negli oggetti e delle attività proprie dell'età. Un contenitore adeguato • Una notazione importante che possiamo fare è però come questo valore evolutivo possa esprimersi soltanto nel momento che il sintomo trova un contenitore adeguato, in questi casi negli incontri con la psicologa. • Contenitore che raramente viene trovato nella comune assistenza medica. Presto, anzi subito • Si può essere stupiti o increduli rispetto all’efficacia di interventi così brevi • In realtà questa efficacia è legata alla possibilità di intervenire: • in prossimità del primo manifestarsi di una sintomatologia • in una fase della vita altamente evolutiva Sarebbe assurdo sostenere in generale che l’alopecia si possa “trattare” con 6 incontri di consulenza o psicoterapia breve che dir si voglia. Un accesso generalizzato • In ciascuno studio medico circa 700 pazienti, la metà circa della clientela del medico, hanno avuto modo di incontrare uno psicologo. • Si tratta di persone che, spesso per loro esplicita ammissione, non sarebbero mai state in grado di formulare una domanda autonoma in tal senso, per timore di uno stigma sociale, per motivi economici, ma diremmo soprattutto per un vissuto di estraneità culturale • Ciascuno psicologo ha effettuato interventi significativi in circa 120 casi nel corso di 3 anni. Psicologa: Dr.ssa Lucia Chiancone Medico: Dr. Adriano Cappelloni ASL Dr . C appell oni 750 700 650 600 550 500 dic 07 Dic. 2007 Dic. 2008 Dic. 2009 ASL 579,39 624,93 693,9 dic-08 dic-09 Dr. Cappelloni 687,88 711,28 686,83 Dr. Cappelloni Teorico **** 742,01 823,83 Risparmio per uno studio medico spesa teorica 823,83 - spesa reale 686, 83 = = 137 euro al giorno per 1000 assistiti 137 x 1,5 = 205,50 euro al giorno per 1500 assistiti 205,50 x 365 giorni = 75.000 euro in un anno, 17% I had a dream • 75.000 euro x 46.000 MMG = • = 3 Miliardi e 450 milioni di euro in un anno • L’introito della famigerata IMU sulla prima casa è di 4 miliardi di euro Da notare che: • I risultati disponibili riguardano la sola spesa farmaceutica, mentre non è stato finora possibile ottenere dati su ricoveri, visite, esami strumentali ecc. • I risultati ottenuti sono relativi all’impiego di tirocinanti in formazione. Risposte ai quesiti iniziali sullo psicologo di base da questa esperienza • Collocazione: nello studio del MMG, dove è possibile racogliere una quota molto alta di domanda psicologica esplicita o implicita • Destinatari: l’intera popolazione, dal momento che tutti, prima o poi, si recano per qualche motivo dal MMG; • Compiti: occuparsi di problemi, prima che divengano patologie (laddove l’intervento specialistico, di 2° livello, può essere definito come trattare delle patologie). Effetti sull’immagine dello psicologo nei pazienti degli studi (Cordella et al., 2013) E’ stata sottoposta un’intervista scritta a: • 100 pazienti di studi in cui era presente lo psicologo, di cui 26 lo avevano incontrato personalmente. • 44 pazienti di studi in cui non era presente uno psicologo. Domanda stimolo dell’intervista • Le chiediamo di raccontarci nelle righe che seguono come vede la figura dello psicologo. • Ad esempio: - di che cosa si occupa lo psicologo? - In quali situazioni pensa può risultare utile rivolgersi ad uno psicologo? - In che consiste il lavoro dello psicologo? Di cosa si occupa lo psicologo Studi Medici con Psicologo N = 90 Studi Medici senza Psicologo N = 37 Lo Psicologo si occupa di Problemi n = 68 Lo Psicologo si occupa di Patologie n = 22 Lo Psicologo si occupa di problemi n = 19 Lo Psicologo si occupa di patologie n = 18 p = .008 La possibilità di utilizzare uno psicologo mi riguarda o no Studi medici con psicologo n = 74 Studi medici senza psicologo n = 42 Mi riguarda n = 31 Non mi riguarda n = 43 Mi riguarda n = 7 Non mi riguarda n = 35 p = .008 Punti di forza dell’iniziativa • La possibilità di intervenire in fasi molto precoci rispetto alla comparsa di sintomi somatici o psichici: intervenire su problemi prima che divengano patologia • La possibilità di intervenire in momenti significativi dal punto di vista evolutivo (es. adolescenza, inizio dell’università, matrimonio, genitorialità, pensionamento); • La possibilità di intervenire in tempo reale su crisi accidentali (crisi coniugali o lavorative, perdita o malattia di figure significative); • La possibilità di inquadrare i sintomi come segnali di una situazione di vita insoddisfacente, e non soltanto come qualcosa da eliminare. Prospettive • Necessità di passare ad una fase di sperimentazione più ampia, in cui lo psicologo ma anche il medico possano avere un riconoscimento economico per il lavoro svolto. Questo permetterebbe anche di vedere gli effetti dell’impiego di professionisti già formati; • Necessità di una più adeguata documentazione degli effetti dell’iniziativa sulla spesa sanitaria. • Per tutto questo, necessità di trovare interlocutori politici/amministrativi motivati ad esplorare fino in fondo le possibilità di questo modello Difficoltà ad impegnarsi nel progetto da parte delle autorità sanitarie • Forte aspetto di novità della proposta, che non rientra nello schema abituale di invio ad uno specialista, e può apparire minacciosa per l’autonomia professionale del medico • Costi apparentemente maggiori rispetto ad altre iniziative, dal momento che prevede un rapporto 1/1 Psicologo/Medico. In realtà, per i motivi che spero di essere riuscito a spiegare, è possibile che permetta risparmi sulle spese per la salute fisica - grandemente superiori a quelli ottenibili con altre iniziative - grandemente superiori ai costi Bibliografia ° Bonfiglio B. (2012), Intervento alla presentazione del lavoro Dal Sintomo alla Persona di L. Solano, Centro di Psicoanalisi Romano, Marzo 2012. • Balint M. (1957), The doctor, his patient and the illness. Pitman Medical Publishing Co. Ltd., London. trad. it. Medico, paziente e malattia, Feltrinelli, Milano, 1961. • Bucci W. (1997a), Psychoanalysis and Cognitive Science. A Multiple Code Theory.New York, Guilford Press. Trad.it. Psicoanalisi e scienza cognitiva, Fioriti, Roma, 2000. • Bucci W. (1997b), Symptoms and Symbols. A Multiple Code Theory of Somatization, Psychoanalytic Inquiry, 17, 151-172. ° Clark D.M. (2011), Implementing NICE guidelines for the psychological treatment of depression and anxiety disorders: The IAPT experience. 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