Orvieto, 10-12 Maggio 2013 X Congresso Nazionale SIPSA: La

Convegno Lo Psicologo del territorio:
Opportunità e prospettive per la salute e il benessere delle Persone
Padova, 9 Novembre 2013, Ordine degli Psicologi del Veneto
Dal sintomo alla Persona: lo psicologo di
base nello studio del Medico di Medicina
Generale
Luigi Solano
Università Sapienza di Roma
La difficile posizione sociale della
Psicologia
L’accesso ad uno psicologo, in particolare in
Italia, appare tuttora molto problematico per:
• Scarsissima presenza a livello pubblico, che
fa sì che un intervento psicologico, e in
generale di salute mentale, sia disponibile
solo per il disagio psichico molto grave;
• Perdurante pregiudizio sociale nei confronti di
chi si rivolge ad un operatore della salute
mentale.
Uno degli elementi alla base del pregiudizio
è l’assunto che l’utilizzo di un operatore
della salute mentale sia qualcosa che riguardi
soltanto alcune persone, considerate e
trattate più o meno benevolmente a seconda
dei periodi storici, ma sempre viste come una
categoria a parte.
La concentrazione nei fatti degli interventi
nelle fasce di disagio più “gravi” non fa che
rinforzare il pregiudizio.
“Sei da psicologo!” viene tuttora
comunemente usato come insulto, anche (o
soprattutto) nelle fasce di età giovanili.
Sempre in ritardo
• Tali difficoltà fanno sì che il ricorso allo
psicologo avvenga in genere:
• In tempi drammaticamente tardivi
rispetto all’esordio del problema,
quando si sono prodotte modificazioni
intrapsichiche molto strutturate
• Come “ultima spiaggia” quando ogni
altro tentativo è fallito
• A questo punto risultano in genere
necessari interventi lunghi e intensivi
• La figura dello psicologo si confonde
con quella dello psicoterapeuta
• Si rinforza ulteriormente il pregiudizio:
l’idea diffusa è che chi va da uno
psicologo non ne esce più.
European Study of Epidemiology of Mental Disorders
• condotto per Italia dall’Istituto Superiore di Sanità
• 4.700 soggetti
• 18.6% afferma di aver sofferto di almeno un disturbo
mentale nella vita
• Solo il 3% (il 16% dei disturbi) si è rivolto a qualcuno.
• Minor contatto tra i 18 e i 24 anni
• Ritardo medio:
- 28 anni per i disturbi d’ansia
- 2 anni per la depressione maggiore
Dove si rivolgono le persone per il loro
disagio quando lo fanno?
• Lo stesso studio mostra che il 38% delle persone
si rivolge per un disagio psichico (chiaramente
riconosciuto) soltanto al Medico di Medicina
Generale
• Sono da aggiungere a queste tutte le persone che si
rivolgono al MMG per un disturbo somatico che
trae origine da una situazione di vita
disfunzionale:
• Una serie di lavori (Balint, 1957; Katon, 1985;
Magill e Garrett, 1988) ha mostrato che almeno il
50% delle richieste che pervengono al MMG
esprimono un disagio di tipo
relazionale/esistenziale.
Il medico è in grado di rispondere?
• Negli ultimi 150 anni si è realizzata una
progressiva differenziazione tra Medicina e
Psicologia, cioè tra un approccio al corpo e un
approccio alla mente (o al contesto relazionale)
dell’individuo.
• La Medicina occidentale - salvo rare eccezioni - si
è allontanata da una visione globale dell’essere
umano, che era una delle sue caratteristiche
essenziali prima della seconda metà del 1800,
concentrandosi sugli aspetti biologici e genetici
della salute e della malattia.
• Questo approccio così focalizzato ha portato a
risultati grandissimi, precedentemente
impensabili, nella prevenzione, diagnosi e
trattamento della malattia,
• Ma ha contemporaneamente portato ad una
disattenzione nei confronti dei fattori emozionali e
relazionali nel determinare la salute e la malattia, e
più in generale nei confronti della specificità
dell’individuo.
• Quest’ultimo aspetto è particolarmente
appariscente nell’adozione di Protocolli universali
per la diagnosi e il trattamento
• ----> raramente il medico è in grado di soddisfare
la domanda complessa del paziente,e tenta quindi
di fornire risposte sul piano solo biologico,
ricorrendo spesso all'effettuazione di analisi e alla
somministrazione di farmaci di cui per primo
riconosce la dubbia utilità.
• Questo si traduce non solo in una assistenza
inadeguata, ma anche in un inutile aumento nella
spesa sanitaria
Soluzioni possibili:
a) Una formazione psicologica del medico
b) Una collaborazione con lo psicologo
a) Una formazione psicologica del medico
E’ la proposta di Balint (gruppi Balint) contenuta in Medico
Paziente e Malattia (1957). Appare oggi molto più difficile
perché:
- la differenziazione tra Medicina e Psicologia è maggiore
- La quantità di nozioni biomediche e psicologiche da
apprendere è anch’essa molto maggiore: è più difficile
pensare ad un unico professionista che acquisisca e tenga
aggiornate entrambe le formazioni.
Nessuno penserebbe certo ad una formazione medica
dello psicologo che lo metta in grado di fare il medico con
i suoi pazienti.
Certamente la questione non si risolve con un corso di
aggiornamento di qualche giorno.
b) La collaborazione con uno psicologo
Le possibilità della Psicologia:
• La Psicologia ha gli strumenti per considerare il
disagio anche somatico in rapporto al contesto
relazionale del soggetto, al momento del suo ciclo
di vita, alle sue risorse per affrontare le situazioni.
• Ha anche la capacità di vedere il sintomo
somatico non solo come indicatore di disagio ma
anche come un tentativo di comunicazione di
nuclei di esperienza dissociata, che necessita
fortemente di essere compreso, prima che si
trasformi in malattia.
Ma l’invio ad uno psicologo da parte del
medico appare problematico per:
1)
•
•
•
•
la progressiva differenziazione e difficoltà di
comunicazione tra Medicina e Psicologia:
Modelli diversi sull’origine della salute e della patologia
(con distinzione netta tra patologia mentale e somatica)
Modelli diversi nel valutare la salute e la patologia
Di conseguenza, modelli diversi sulle indicazioni di un
intervento psicologico, su chi inviare
Modelli diversi rispetto alle modalità di invio
Modelli diversi sull’origine della salute e
della patologia
• Il modello medico tende a privilegiare
l’importanza di fattori biologici e ambientali (in
senso fisico) nel determinare la patologia somatica
Quando accetta l’importanza di fattori psicosociali
tende a rappresentarli in termini di disagio psichico
esplicito, come rappresentato da:
- termini quali stress, ansia, depressione
- pazienti che richiedono frequenti interventi per sintomi
somatici che risultano privi di cause organiche (frequent
attenders, “disturbi somatoformi” “malati immaginari”)
- pazienti con scarsa “adherence” (compliance) o che creano
altri tipi di problemi nella relazione con il medico
Si tende quindi ad inviare allo psicologo questo tipo di
pazienti
• E’ difficile pensare di inviare un paziente che presenta una
difficoltà che ancora non abbia raggiunto la dimensione di
un disagio psichico evidente o di un problema di relazione
con il medico. L’invio rischia quindi di essere tardivo.
• è molto difficile pensare ad una componente psicosociale,
e quindi ad un invio, nel caso di malattie organiche
conclamate. In questi casi l’invio rischia di non avvenire
affatto.
Un esempio specifico: il problema
dell’alessitimia
• Tutta la letteratura psicologica in ambito psicosomatico
riconosce che i pazienti che esprimono il loro disagio in
forma somatica mostrano spesso non un disagio
psichico esplicito ma uno scarso contatto con le proprie
emozioni, che sfocia in modalità di comunicazione
caratterizzate da scarsa pregnanza emotiva, da uno
stile incolore, da una scarsa espressione delle proprie
esigenze.
• Questo tipo di situazione ha ricevuto diverse
denominazioni: pensiero operatorio, vita operatoria,
alessitimia, carenza di mentalizzazione, personalità di
Tipo C.
• questi casi spesso presentano una facciata di
“ipernormalità”, e non “creano problemi”
• per questi motivi è raro che in il medico sia
spinto ad inviarli ad uno psicologo
• rischiano quindi di non essere inviate
proprio le persone in cui il rischio per la
salute è più alto, dato che per le loro
caratteristiche sono più portate ad esprimere
soprattutto attraverso il corpo le proprie
difficoltà nel rapporto con il mondo.
Un uomo forte
• Mi viene inviata da un medico la moglie di un suo
paziente, in cui ha notato, negli incontri avuti per i
problemi di salute del marito, dei problemi psicologici
che gli sono apparsi meritevoli di attenzione
specialistica.
• Graziosa e piacevole, un po' seduttiva, la signora
sorridendo racconta che da più di un anno soffre di
attacchi d'ansia, dolori allo stomaco, tremori,
palpitazioni, difficoltà nella deglutizione, paura di
uscire di casa da sola ecc.: ciò che un tempo si
sarebbe chiamata isterìa e oggi seguendo il DSM
chiameremmo Disturbi da Somatizzazione in
Disturbo Istrionico di Personalità.
• Ad un certo punto, come en passant, dice che
certo, anche il marito non sta troppo bene,
negli ultimi anni ha avuto 14 (quattordici)
episodi di pancreatite acuta. Ma lui è forte.
"Anzi, se non avessi lui non so come farei, mi
accompagna dappertutto, anche adesso mi
sta aspettando qui fuori.......”
Perché questo medico, che appare
sollecito rispetto ai suoi pazienti, non
pensa di inviare quest’uomo allo
psicologo?
• Lui è forte (alessitimico)
• ha una malattia vera, non è un malato
immaginario
Modelli diversi rispetto alle modalità di invio
In Medicina: l'invio (specialisti, analisi) viene prescritto.
Il paziente deve solo aderire, e prestare la propria
collaborazione passiva.
In Psicologia: l'invio può essere solo una proposta. Il
paziente per aderire deve trovare una motivazione
personale ad un lavoro.
Sicuramente un invio non può avvenire solo “per
esclusione” di origini organiche del problema, ma dopo
aver individuato delle problematiche psicologiche
rispetto alle quali motivare la proposta al paziente.
Non sempre il medico ha le competenze per
effettuare questa rilevazione.
• -----> le modalità di invio ad uno
Psicologo, anche in situazioni
idonee, non risultano sempre
adeguate
2) La difficile posizione sociale
della Psicologia
• Rende molto difficile comunque che la
persona accetti di fare i cento o i dieci
passi necessari per recarsi da uno
psicologo sconosciuto.
Lo Psicologo di Base
Da più parti, in diversi paesi, si è quindi
riconosciuta la necessità di trovare
strade per avvicinare la psicologia alle
necessità della popolazione generale,
che in genere non accede ai servizi
specialistici perché insufficienti e
comunque gravati da fortissimo
pregiudizio sociale.
E’ nata l’idea di uno “Psicologo di
base”
Non vi è però uniformità di posizioni
• sulla collocazione materiale
• Sui destinatari: tutta la popolazione o
persone con particolari problematiche
• Sui compiti, come distinti da quelli di
uno psicologo specialista (di II livello)
L’esperienza olandese
• Da circa 30 anni nei Paesi Bassi (Derksen
1982; 2009) è stata istituita la figura del Primary
Care Psychologist (= Psicologo di Base), retribuito
con fondi pubblici
• Ne sono presenti 6.000
• lavora per il 60% su invio del medico di base, per
il 40% su richiesta spontanea dei pazienti;
• viene retribuito con fondi pubblici per un numero
di colloqui fino a 12;
• realizza un'assistenza psicologica di primo
livello per ogni età e condizione,
rivolgendosi all'individuo e/o alla famiglia;
• organizza eventualmente invii ad una
assistenza psicologica (o psichiatrica) di
secondo livello (14% dei casi in media).
• La sua stanza di consultazione si trova a
volte nello studio stesso del medico di base,
altre volte in locali separati, comunque non
lontani dallo studio del medico.
Però
• la maggior parte delle persone che consultano
questo Psicologo di Base risultano portatori di
disturbi classificabili nell'Asse I del DSM
(Derksen, 2009)
L’esperienza britannica
Il progetto Improving Access to Psychological
Therapies (IAPT) (Clark, 2011)
E’ partito dall’assunto che un incremento
negli interventi psicologici avrebbe
comportato un vantaggio economico per il
paese in termini di risparmio di spese
sanitarie e di minori assenze sul lavoro
Sono stati assunti 6.000 psicoterapeuti per
terapie brevi su pazienti non psicotici: disturbi
emotivi comuni, depressione
• La maggior parte dei soggetti trattati è stato
inquadrato come affetti da disturbi d’ansia o
depressivi
• In 4 anni di sperimentazione il vantaggio economico
è stato calcolato in circa 100 milioni di sterline
• Ancora di più che nel caso precedente si tratta però
di interventi effettuati su persone che hanno accettato
di essere inquadrate come affette da un disturbo
psichiatrico
Lo Psicologo nelle Unità Territoriali di
Medicina Generale
(sperimentazione Università di Torino)
• Lo Psicologo, collocato in una stanza a
parte, riceve invii da parte di tutti i medici
dell’Unità.
• L’incontro con il paziente è subordinato
alla valutazione del medico
In tutte queste esperienze:
• le persone debbono farsi carico in prima persona di una
domanda psicologica;
• di fatto la maggior parte degli utenti risultano portatori di
disturbi classificabili secondo il DSM IV;
• Si tratta quindi di persone che sono riuscite ad esprimere
chiaramente il loro disagio, a se stessi o al loro medico, in
termini di disturbo psichico, e quindi a definirsi bisognosi
di psicologo;
• rimangono fuori le persone che non sono in grado di
accettare questa collocazione, e magari esprimono il loro
disagio soltanto attraverso il corpo;
• In diverse di queste esperienze è necessario passare
attraverso la valutazione del medico, non sempre adeguata
Lo psicologo in Farmacia
sperimentazione Università Cattolica di Milano
• Lo psicologo ha svolto la sua attività in un
locale di 28 Farmacie di Milano, distinto da
quello dove si svolge la vendita dei farmaci
• E’ stato retribuito dalla Farmacia e in parte
dal Comune
• Gli appuntamenti sono stati presi su
richiesta libera dei clienti, talvolta su
incoraggiamento del farmacista
• Il ciclo di incontri è stato in genere di 3-4.
Uno psicologo per i problemi
ma solo nella terza età
• In questa esperienza, a differenza della
altre, prevalgono le richieste centrate su
problemi più che su patologie (solo 43%)
• L’età media degli utenti è però di 52 anni.
La farmacia non appare un luogo attraente
per i giovani
• L’intervento rischia di essere molto tardivo
Uno Psicologo per tutti
Per poter intervenire sul disagio all’origine, e non 25
anni dopo, appare quindi necessario organizzare
situazioni in cui:
° non sia necessaria una specifica domanda psicologica;
• l’accesso allo Psicologo sia agevole e gratuito;
• sia chiaro che non si tratta di un servizio per alcuni
sventurati, ma rivolto all’intera popolazione,
esattamente come accade per i Servizi Sanitari medici;
• sia chiaro si tratta di un luogo dove si può essere aiutati
a risolvere dei problemi – quali possono capitare a tutti non dove si “curano” “patologie”.
Uno Psicologo (di base) che siede alla
stessa scrivania del Medico di Medicina
Generale
Questa collocazione può permettere di:
• garantire un accesso diretto a uno psicologo a tutta la
popolazione, evitando il filtro dell’invio da parte del
medico, filtro non sempre adeguato, e senza il rischio (o la
certezza) di essere etichettati come "disagiati psichici";
• Intervenire in una fase del disagio iniziale, in cui non si
sono organizzate malattie gravi e croniche sul piano
somatico od organizzazioni intrapsichiche fortemente
limitanti una realizzazione ottimale dell'individuo.
• offrire un ascolto che prenda in esame, oltre alla
condizione biologica, anche la situazione
relazionale, intrapsichica, di ciclo di vita del
paziente;
• integrare le competenze tra Medicina e Psicologia
• limitare la spesa* per analisi cliniche e visite
specialistiche, nella misura in cui queste derivino
da un tentativo di lettura di ogni tipo di disagio
all'interno di un modello esclusivamente
biologico.
*La spesa sanitaria pubblica globale in Italia è aumentata da circa 66 miliardi
milioni di euro nel 2000 a circa 106 miliardi di euro nel 2008 (fonte ISTAT).
L’esperienza della Scuola di Specializzazione in
Psicologia della Salute della Sapienza di Roma/Orvieto*
Dal 2000, Psicologi specializzandi in Psicologia della
Salute (finora 14) hanno garantito la loro presenza
per 3 anni ciascuno presso lo studio un Medico di
Medicina Generale, per un giorno fisso la settimana,
a Orvieto, Roma e in altre località del Lazio.
*L’esperienza è stata riferita in diverse pubblicazioni nazionali e
internazionali: Solano, 2011; Solano et al. 2010; Solano et al. 2009;
Tomassoni e Solano, 2003; Tomassoni et al. 2002.
• Nella sala d’aspetto un cartello spiega l’iniziativa ai
pazienti e chiarisce la possibilità, ove lo si desideri, di
essere ricevuti solo dal proprio medico.
• I casi clinici e il funzionamento dell’iniziativa vengono
discussi in riunioni almeno quindicinali coordinate da
un docente della Scuola di Specializzazione.
• Le riunioni sono aperte anche ai Medici, che vi
partecipano a seconda delle proprie possibilità.
Cosa fa lo psicologo:
°Accoglie ogni richiesta insieme al medico
° Osserva la modalità di instaurare la relazione
da parte di ogni paziente.
° Discute con il medico i casi osservati appena
possibile
° Svolge interventi esplorativo-chiarificatori nei
confronti del paziente, nel contesto della visita
ambulatoriale.
° In alcuni casi, limitati e selezionati, svolge
un’ulteriore esplorazione attraverso colloqui in
separata sede (in genere da 1 a 5)
° In alcuni di questi casi, organizza un invio a
servizi specialistici di Salute Mentale (di secondo
livello)
• Lo scopo principale NON è di fare
della "piccola psichiatria" in casi con
disagio psichico evidente, ma di
sforzarsi di dare un senso in ogni
caso al disturbo portato dal paziente,
sia nella sfera psichica che in quella
somatica, all'interno della sua
situazione relazionale e di ciclo di
vita.
Le vertigini di Dino
Psicologa Veronica Ingravalle, Medico Enzo Pirrotta
• Dino, 41 anni, arriva piuttosto angosciato per
delle vertigini di cui soffre da circa un mese
• Chiede di effettuare una TAC
• In un solo colloquio la psicologa riesce a
collegare il sintomo con una situazione di vita
molto insoddisfacente: Dino vive ancora con
la madre, da circa un mese è lasciato con la
fidanzata, non esce più di casa se non per
lavoro
• A seguito di questo colloquio non solo il
sintomo scompare, ma Dino riprende la sua
vita sociale
Le orecchie a sventola di Sara
Psicologa Alessandra Marchina, Medico Andreina Boschi
• Sara, 23 aa., viene allo studio dicendo di temere le si
siano rotti i punti di un intervento di chirurgia estetica
effettuato un anno prima (sic) alle orecchie
• Nel corso di 6 colloqui con la psicologa emerge una
situazione familiare, in cui Sara si trova costretta a
condividere la stanza da letto con un fratello psicotico
di 17 anni e ad occuparsene su delega dei genitori
• Nel corso dei colloqui Sara decide di fare domanda
per un soggiorno Erasmus di 10 mesi, dove
approderà felicemente poco dopo.
• La famiglia in sua assenza riesce a trovare un
equilibrio diverso.
L’alopecia di Ginevra
Psicologa Pamela Strafella, Medico Alfredo Cuffari
• Ginevra, 15 anni, da circa un mese ha perduto i capelli in una
zona del cuoio capelluto
• Un dermatologo ha fatto diagnosi di alopecia e le ha detto “è
colpa tua perché ti stressi”
• In pochi colloqui emerge che i genitori si stanno separando a
seguito di una storia extraconiugale del padre, e che la madre la
utilizza pesantemente come contenitore delle proprie angosce e
della propria difficoltà a prendere decisioni: iper coinvolta in
questa relazione Ginevra ha ritirato ogni investimento dal
mondo esterno
• A seguito del contenimento e della riflessione attivata con la
psicologa, Ginevra riesce a svincolarsi e a riprendere adeguate
relazioni con i coetanei
• I capelli ricrescono rapidamente
Cosa avrebbe potuto fare un medico da
solo:
• Prescrivere analisi costose e inutili
• Prescrivere ansiolitici per lo “stress”
• Tentare un invio allo psicologo, sulla sola
base dell’assenza di rilievi organici, invio
che difficilmente sarebbe andato a buon fine
Un segnale d’allarme, un attivatore di
risorse
Nei diversi casi, è stato possibile inquadrare
il sintomo non come qualcosa da eliminare
ma come:
- un segnale d’allarme, un movimento
evolutivo, un attivatore di risorse rispetto ad
una situazione di vita molto problematica e
insoddisfacente,
- in cui i soggetti apparivano invischiati in
relazioni simbiotiche familiari con scarso
investimento negli oggetti e delle attività
proprie dell'età.
Un contenitore adeguato
• Una notazione importante che possiamo fare
è però come questo valore evolutivo possa
esprimersi soltanto nel momento che il
sintomo trova un contenitore adeguato, in
questi casi negli incontri con la psicologa.
• Contenitore che raramente viene trovato nella
comune assistenza medica.
Presto, anzi subito
• Si può essere stupiti o increduli rispetto
all’efficacia di interventi così brevi
• In realtà questa efficacia è legata alla
possibilità di intervenire:
• in prossimità del primo manifestarsi di una
sintomatologia
• in una fase della vita altamente evolutiva
Sarebbe assurdo sostenere in generale che
l’alopecia si possa “trattare” con 6 incontri di
consulenza o psicoterapia breve che dir si voglia.
Un accesso generalizzato
• In ciascuno studio medico circa 700 pazienti, la
metà circa della clientela del medico, hanno avuto
modo di incontrare uno psicologo.
• Si tratta di persone che, spesso per loro esplicita
ammissione, non sarebbero mai state in grado di
formulare una domanda autonoma in tal senso, per
timore di uno stigma sociale, per motivi
economici, ma diremmo soprattutto per un vissuto
di estraneità culturale
• Ciascuno psicologo ha effettuato interventi
significativi in circa 120 casi nel corso di 3 anni.
Psicologa: Dr.ssa Lucia Chiancone Medico: Dr. Adriano Cappelloni
ASL
Dr . C appell oni
750
700
650
600
550
500
dic 07
Dic. 2007
Dic. 2008
Dic. 2009
ASL
579,39
624,93
693,9
dic-08
dic-09
Dr. Cappelloni
687,88
711,28
686,83
Dr. Cappelloni Teorico
****
742,01
823,83
Risparmio per uno studio medico
spesa teorica 823,83 - spesa reale 686,
83 =
= 137 euro al giorno per 1000 assistiti
137 x 1,5 = 205,50 euro al giorno per
1500 assistiti
205,50 x 365 giorni = 75.000 euro in un
anno, 17%
I had a dream
• 75.000 euro x 46.000 MMG =
• = 3 Miliardi e 450 milioni di euro in un
anno
• L’introito della famigerata IMU sulla
prima casa è di 4 miliardi di euro
Da notare che:
• I risultati disponibili riguardano la sola
spesa farmaceutica, mentre non è stato
finora possibile ottenere dati su ricoveri,
visite, esami strumentali ecc.
• I risultati ottenuti sono relativi all’impiego
di tirocinanti in formazione.
Risposte ai quesiti iniziali sullo psicologo
di base da questa esperienza
• Collocazione: nello studio del MMG, dove è
possibile racogliere una quota molto alta di
domanda psicologica esplicita o implicita
• Destinatari: l’intera popolazione, dal
momento che tutti, prima o poi, si recano per
qualche motivo dal MMG;
• Compiti: occuparsi di problemi, prima che
divengano patologie (laddove l’intervento
specialistico, di 2° livello, può essere
definito come trattare delle patologie).
Effetti sull’immagine dello psicologo nei
pazienti degli studi (Cordella et al., 2013)
E’ stata sottoposta un’intervista scritta a:
• 100 pazienti di studi in cui era presente
lo psicologo, di cui 26 lo avevano
incontrato personalmente.
• 44 pazienti di studi in cui non era
presente uno psicologo.
Domanda stimolo dell’intervista
• Le chiediamo di raccontarci nelle righe che
seguono come vede la figura dello psicologo.
• Ad esempio:
- di che cosa si occupa lo psicologo?
- In quali situazioni pensa può risultare utile
rivolgersi ad uno psicologo?
- In che consiste il lavoro dello psicologo?
Di cosa si occupa lo psicologo
Studi Medici con
Psicologo
N = 90
Studi Medici senza
Psicologo
N = 37
Lo Psicologo si occupa di
Problemi n = 68
Lo Psicologo si occupa di
Patologie n = 22
Lo Psicologo si occupa di
problemi n = 19
Lo Psicologo si occupa di
patologie n = 18
p = .008
La possibilità di utilizzare uno psicologo
mi riguarda o no
Studi medici con
psicologo n = 74
Studi medici senza
psicologo n = 42
Mi riguarda n = 31
Non mi riguarda n = 43
Mi riguarda n = 7
Non mi riguarda n = 35
p = .008
Punti di forza dell’iniziativa
• La possibilità di intervenire in fasi molto precoci rispetto
alla comparsa di sintomi somatici o psichici: intervenire su
problemi prima che divengano patologia
• La possibilità di intervenire in momenti significativi dal
punto di vista evolutivo (es. adolescenza, inizio
dell’università, matrimonio, genitorialità, pensionamento);
• La possibilità di intervenire in tempo reale su crisi
accidentali (crisi coniugali o lavorative, perdita o malattia
di figure significative);
• La possibilità di inquadrare i sintomi come segnali di una
situazione di vita insoddisfacente, e non soltanto come
qualcosa da eliminare.
Prospettive
• Necessità di passare ad una fase di sperimentazione più
ampia, in cui lo psicologo ma anche il medico possano
avere un riconoscimento economico per il lavoro svolto.
Questo permetterebbe anche di vedere gli effetti
dell’impiego di professionisti già formati;
• Necessità di una più adeguata documentazione degli effetti
dell’iniziativa sulla spesa sanitaria.
• Per tutto questo, necessità di trovare interlocutori
politici/amministrativi motivati ad esplorare fino in fondo
le possibilità di questo modello
Difficoltà ad impegnarsi nel progetto da parte
delle autorità sanitarie
• Forte aspetto di novità della proposta, che non rientra nello
schema abituale di invio ad uno specialista, e può apparire
minacciosa per l’autonomia professionale del medico
• Costi apparentemente maggiori rispetto ad altre iniziative,
dal momento che prevede un rapporto 1/1
Psicologo/Medico.
In realtà, per i motivi che spero di essere riuscito a
spiegare, è possibile che permetta risparmi sulle spese per
la salute fisica
- grandemente superiori a quelli ottenibili con altre
iniziative
- grandemente superiori ai costi
Bibliografia
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