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IL PROGRAMMA NAZIONALE DI
SVILUPPO RURALE: LA GESTIONE
DEI RISCHI, LA CONSULENZA E
L'INFORMAZIONE ALLE IMPRESE
Docente: Antonello Lapioli dottore agronomo
Argomento: stima dei danni su pomodoro
sulla «polizza rese».
Aspetti generali sulla “copertura”
assicurativa grandine ed altre
avversità su pomodoro
La rilevanza economica che il pomodoro riveste
nell’ambito dell’agricoltura nazionale e la «meticolosa»
attenzione del mondo assicurativo, rendono attuale la
trattazione della metodologia nella rilevazione dei danni
da avversità atmosferiche.
Tale coltura ha ormai superato i confini delle aree di
coltivazione tradizionalmente vocate, estendendosi in
aree limitrofe alla ricerca di terreni «vergini»: vedasi le
provincie di Alessandria, Pavia, Lodi, ecc.
L’elevata sensibilità della coltura agli eventi atmosferici
unitamente a costi di produzione sempre maggiori, pone
l’azienda produttrice nella condizione di “TUTELARSI”.
Il pomodoro da industria
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•
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Ciclo vegetativo
Ciclo produttivo
Metodologia di stima
Produzione assicurata, produzione
ottenibile e produzione risarcibile
• Detrazioni di prodotto per eventi non
garantiti
• Fino al 2012 la “copertura assicurativa” era data
dalla monorischio “grandine”.
• Da allora si è inteso ampliare il concetto di
“copertura” comprendendo la maggiore parte delle
avversità atmosferiche che condizionano la riuscita
tecnico-economica della coltura.
• Parallelamente si è evoluta l’offerta assicurativa
dapprima con la polizza avversità in aggiunta ed
abbinata alla tradizionale “grandine”,
successivamente con l’aggiunta del D.A.V. (danno
all’apparato vegetativo) ed a seguire con le polizze
“Pluririschio”, Multirischio e “Polizza sulle Rese”.
Pomodoro:
in fased
regolare ed ottimo impianto tardivo
Pomodoro: normale copertura vegetativa
Pomodoro: ciclo e morfologia della pianta
• Caratteri botanici e fisiologici: Famiglia Solanacee, genere
Solanum, specie S. Licopersicum che presenta diverse
varietà botaniche differenti per morfologia e fruttificazione
• Radice fittonante con ampia rete di radici laterali superficiali
• Fusto pubescente, eretto nei primi stadi e poi decombente è
costituito da nodi ingrossati dai quali si dipartono le foglie
ed i getti ascellari: negli internodi più o meno lunghi si
inseriscono le infiorescenze.
• I getti laterali primari si accrescono con emissione di
ascellari secondari fruttiferi, nei cui internodi si inseriscono
le infiorescenze;
• Nelle cultivar a sviluppo indefinito l’altezza del fusto “può”
raggiungere i 3-4 metri (in genere nel pomodoro da mensa e/o
pomodorino sotto serra con l’uso di sostegni), in quelle a
sviluppo determinato, circa 1 metro….._
segue: ciclo e morfologia della pianta
• Foglie alterne, pennatosette, picciolate con foglioline
disuguali, dall’odore caratteristico.
• Infiorescenze a grappolo, inserite nell’internodo con fiori
sorretti da un peduncolo; i petali gialli sono 5, come gli
stami, con al centro il pistillo.
• La fecondazione è autogama, la fioritura è scalare sia sulla
pianta che nell’ambito della singola infiorescenza (per le
varietà da industria a raccolta unica rappresenta un aspetto
negativo, conseguentemente molte varietà sono state
migliorate geneticamente, affinché la gran parte della
produzione possa essere raccolta nello stesso momento,
considerata che la coltura è ormai a raccolta meccanica).
• Frutto: bacca di diverse tonalità di rosso, di diverse forme e
grandezza (tondo, lungo, liscio, costoluto) con l’epicarpo liscio
e sottile, mesocarpo polposo e sugoso di spessore più o
meno rilevante ed un endocarpo costituito da una placenta
nella quale sono immersi i semi.
segue: ciclo e fisiologia della pianta
• Pezzatura del frutto:
a) pomodoro da <concentrato>: bacche da 40 a 60 gr. ca, fino
ai 70/80 gr.: in relazione alle cultivar/ibridi, al n° medio di
frutti/pianta, all’andamento stagionale, ecc.;
b) da <pelato>: le bacche hanno un peso medio superiore
_70/80 gr. rappresentano la media, con punte anche di
100/100 gr., sempre in funzione delle stesse variabili
c) da <tavola> (consumo fresco): è difficile indicare un peso
medio, i diversi ibridi (tondo liscio, costoluto o “a pera”, a
cuore di bue, ecc.) presentano pezzature standard di
180/200 gr., ma non è difficile trovare pezzature di
400/450 g. (soprattutto nelle varietà locali…).
La pianta del pomodoro presenta almeno tre differenze
sostanziali rispetto ad una arborea:
1) trattasi di pianta erbacea con notevole capacità
rigenerativa; 2) presenta scalarità di fioritura e
conseguente fruttificazione a palchi;
segue: ciclo e fisiologia della pianta
La pianta del pomodoro presenta almeno tre differenze
sostanziali rispetto ad una arborea:
1) trattasi di pianta erbacea con notevole capacità
rigenerativa e vegetativa ma, nel contempo, lo <stadio
vegetativo> è influenzato da molte variabili: non tutte
le piante di un campo sono necessariamente simili
come astone, getti basali, getti ascellari, infiorescenze;
2) presenta scalarità di fioritura e conseguente scalarità
di maturazione;
3) presenta una fruttificazione a palchi;
Non ultimo, la garanzia inizia dall’emergenza, o ad
attecchimento avvenuto in casi di trapianto delle piantine,
quando la produzione è ancora in uno stato primordiale!
(non ci sono gemme, non ci sono rami, tralci, ecc.)
Tipologia pianta pomodoro
Scalarità di antesi sull’infiorescenza
Tipologia pianta pomodoro
Pomodoro: ciclo e morfologia della pianta
• La durata del ciclo biologico è influenzata dalle condizioni
ambientali, di coltivazione, dalla cultivar: da 110 a 120 giorni
(da industria) anche 130/140 giorni (da mensa, var. locali);
• Va precisato che risulta sempre meno utilizzata la “semina” e
quindi il ciclo si intende dal “trapianto” alla raccolta, che passa
da un minimo di 90 gg. ai 120 gg., in media 110/120 gg.;
• Il ciclo può essere riassunto in:
> 10 gg dalla semina alla germinazione, 5 gg per l’emissione
cotiledonari, 15 gg per la prima foglia vera;
> 40 gg dalla 1° alla 7° foglia vera (periodo del trapianto),
> 30 gg dalla 7° alla piena fioritura ,
> 45 gg dalla fioritura alla maturazione = Totale 115 gg.
• Giorni mancanti alla maturazione: da frutto verde acerbo 1821 gg, da frutto verde con placenta gelatinosa 13-15 gg, da
inizio invaiatura sfumature 8-10 gg , piena invaiatura 6-7 gg.
• La <tenuta della maturazione> in giorni varia dalle condizioni
pedo-_ climatiche e dalla varietà (molto importante)
Pomodoro: malattie e fisiopatie più diffuse
• Fisiopatie: spaccature, scatolatura, spalle verdi, marciume
apicale, arrotolamento non infettivo foglie, colpo di sole,
macchie e screpolature all’epicarpo
• Malattie:
- fungine quali peronospora, alternaria, oidio, botrytis,
antracnosi, cladosporiosi, pythium, septoriosi
- batteriche, varie forme di batteriosi Pseudomonas,
xantomonas vescicatoria, coribacterium miciganense,
cancro batterico;
- da insetti elateridi (ferretti), agrotidi (nottue), afidi,
tripidi, cimice verde, mosca ecc..
- acari ragnetto rosso, eriofide
- tracheofusariosi, tracheoverticillosi
- virosi CMV, TMV, ecc
- micoplasmosi (MLO)
Fisiopatia: attacco di batteriosi
segue: forte attacco di batteriosi su eccesso idrico,
Quantificazione del danno
Tale quantificazione tiene conto dei diversi danni da mancata o
diminuita produzione (e di qualità…), ovvero:
a) Il valore della produzione risarcibile si ottiene detraendo
dal quantitativo assicurato le quantità perse per danni
provocati da eventi non assicurati (*), moltiplicato tale
risultato per il prezzo unitario fissato nel certificato;
b) Al valore della produzione risarcibile vengono applicate:
> le centesime parti di quantità di prodotto perse a
seguito degli eventi assicurati, valutato per differenza tra il
risultato della produzione risarcibile e la produzione ottenibile;
> le centesime parti del danno di qualità del prodotto,
ottenuto convenzionalmente sul prodotto residuo delle tabelle
indicate nelle Condizioni Speciali.
Dalle centesime parti di danno complessivo come determinato,
devono essere detratte quelle relative ai danni dovuti agli
eventi assicurati ma «danni verificatisi prima della decorrenza
della garanzia» e quelle relative alla <franchigia e limite di
indennizzo>
Segue Quantificazione del danno
(*) Quali possono essere gli eventi non assicurati:
 La mancata allegagione dei palchi fiorali superiori (terzo
palco e, soprattutto quarto…) a causa di alte e persistenti
temperature (necrosi dei fiori e/o di intere infiorescenze)
accompagnate da lunghi periodi siccitosi (Campagna 2015 in
alcune provincie Emilia Romagna);
 La mancata allegagione dei palchi fiorali superiori a causa di
attacco di «ragnetto rosso» dovuto anche all’innalzamento ed
alla persistenza delle temperature estive;
 La mancata allegagione soprattutto del primo palco fiorale a
causa, sia di abbassamenti di temperature nei 15/20 giorni
successivi il trapianto (tipologia riscontrabile anche a causa di
E.P. post trapianto di difficile disquisizione…) che, a causa di
trapianto su terreno compatto e freddo (magari a causa di
abbondanti precipitazioni primaverili: prima decade di aprile soprattutto,
come da esperienze vissute nel corso della Campagna 2013…).
Segue Quantificazione del danno
 Il mancato «accestimento» (termine empirico…) delle piantine con
ridotta emissione dei getti basali: già visivamente le piante
presentano una copertura vegetativa «stentata» rispetto ad
un’ottimale standard vegetativo (vedasi foto n. 1);
 Malattie fungine non di tipo batterico, vedi peronospora,
alternaria, oppure attacchi di nottua: che, in sede di perizia
sono sempre danni da grandine!!!
Quantificazione mancato prodotto per eventi
non garantiti
Esempio sulla superficie di 1 Ha, con piante colpite da batteriosi:
Produzione assicurata: q.li 1000
Investimento: 30.000 piante
Produzione media pianta: Kg. 3,333
Peso medio bacca: gr. 50
Ogni pianta in media produrrebbe 66,6 frutti utili!
Qualora fossero presenti in media solo 58,8 pomodori/pianta utili,
mancano in media 7,8 pomodori/pianta per ottenere la produzione
assicurata, quindi:
> n. 7,8 bacche x 30.000 piante/Ha= 234.000 pomodori
> peso medio di 50 gr./cad.= kg. 11.700, ovvero q.li 117!
Il potenziale mancato prodotto nel campo in oggetto sarà del 12%!
Tuttavia, tale dato non può essere inderogabile, data la variabilità del
mondo delle colture erbacee, ma, è altrettanto vero che quando
stimiamo una produzione mancante di 234.000 frutti…parliamo di
numeri sostanziosi, quindi o può esserci un’errore di fondo, oppure
tanto lontan0odalla realtà il perito non lo sarà!!
Mancata produzione?
ridotta allegagione del 3° e 4° palco…
Particolare foto precedente: riflessioni sul grappolo
fiorale e sulla articolazione della sintomatologia
Particolare getto ascellare non produttivo…
Fiore «in bocca» c/marcescenza e «strozzatura»
del pedicello, e fiore apicale secco!
Perché hanno allegato solo i fiori distali
dell’infiorescenza?
Mancata produzione «non garantita».
Particolare foto precedente
Atrofia del pedicello
(a sx)
e del frutticino
Segue Quantificazione del danno
 Il mancato «accestimento» (termine empirico…) delle piante con
ridotta emissione dei getti basali: già visivamente le piante
presentano una copertura vegetativa «stentata» rispetto ad
un’ottimale standard vegetativo (vedasi slide n. 5 e confronto con la
successiva);
 Eccessivo intervento con concimazioni ed utilizzo di
biostimolanti (da esperienze dirette, i costi di produzione
odierni sono fuori controllo…), soprattutto a seguito di
«eventi precoci» (soprattutto grandine ed E.P.): lo scopo è
quello di consentire una rapida ripresa vegetativa, con il
risultato che un’eccessiva spinta porti le piante a «filare»,
con sfasamento vegetativo e, quindi produttivo;
 Malattie fungine non di tipo batterico, vedi peronospora,
alternaria, oppure attacchi di nottua: che, in sede di perizia
sono sempre danni da grandine!!!
Piante «filate»…troppo!
Diversità di apparati radicali nell’ambito
dello stesso campo a seguito di evento E.P.
Ripresa vegetativa dopo E.P.: troppo grandi
i frutti in rapporto alla copertura
vegetativa…
Sfasamento vegetativo a seguito di evento
E.P.: indispensabile la fase preventiva!
Mandato del Perito
Difatti, in riferimento alle foto precedenti, in particolare a
quelle relative alle infiorescenze, tra gli adempimenti del
perito «Mandato del Perito» c’é quello di:
 accertare se esistono altre cause di danno non
garantite dalla polizza e quantificare il danno stesso al
fine di escluderlo dall’indennizzo.
Inoltre, in riferimento a tutte le foto che precedono,
aggiungo di:
• procedere ad una “seria” rilevazione preventiva _sia nel
caso di grandine che di avversità atmosferiche_;
• procedere a vista/e successive in caso di tipologie di
danno diverse dalla norma oppure di danni gravi, prima
della quantificazione del danno, in quanto l’Assicurato non
deve essere premiato, bensì deve sentirsi tutelato!
Fase preventiva
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Sesto d’impianto;
Tare;
Investimento piante/ha (*)
Produzione assicurata/ha
Produzione assicurata/pianta
N° bacche medie/pianta
N° bacche mancanti per eventi non garantiti;
N° bacche mancanti per eventi non garantiti.
• (*) fondamentale!
Pomodoro:diversa reazione tra una troncata
ed una piegata
Pomodoro:
Violenta grandinata con estese e
profonde lesioni all’apparato vegetativo. Reazione
Produzione ottenibile da pianta in stress
idrico: verificare il n° dei frutti!
Quale prodotto raccoglibile?
Produzione risarcibile…
A raccolta….
Prodotto raccoglibile e scarto:
fisiologico, naturale e “idrico”
Conclusione:
Questi aspetti fisiologici creano una molteplicità di
situazioni che, in simbiosi con i fattori climatici e di
coltivazione, determinano in caso di eventi atmosferici
assicurati, oggettive difficoltà nella valutazione del
danno con la “polizza resa”, ancor più che con la stima
«convenzionale»!
Stabilire/verificare la potenzialità produttiva, oggi
rappresenta la fase fondamentale della stima del danno
con la polizza sulle rese.
Detta importanza è direttamente proporzionale alla
precocità degli eventi _a prescindere se assicurati o
meno_: più gli eventi sono precoci, maggiori sono le
variabili che intervengono nella ricostruzione della
potenzialità produttiva della pianta di pomodoro, o
meglio, di una pianta erbacea!
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