Le cefalee nell`adulto

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CEFALEE NELL’ ADULTO
Prandi Pietro*
Feltrin Andrea**
Poiché ogni tipo di cefalea necessita di una sua terapia specifica, una terapia efficace non
deve prescindere dal corretto inquadramento diagnostico, che segua una classificazione
condivisa. La 2° edizione della classificazione della Società Internazionale per le Cefalee
costituisce oggi il riferimento principale per un approccio razionale in cui sono elaborati e
condensati molti anni di ricerca scientifica. Vengono distinte le cefalee primarie
(emicrania, cefalea muscolo-tensiva, cefalea a grappolo) e le cefalee secondarie
(secondarie a patologie cerebrali, craniali, internistiche o psichiatriche, oltre a quelle
derivanti da abuso di farmaci, ad es. analgesici), infine le nevralgie craniali, tra cui la
nevralgia del trigemino.
Parte I: Cefalee primarie
1. Emicrania
2. Cefalea di tipo tensivo
3. Cefalea a grappolo e altre cefalalgie autonomico-trigeminali
4. Altre cefalee primarie
Parte II: Cefalee secondarie
5. Cefalea attribuita a trauma cranico e/o cervicale
6. Cefalea attribuita a disturbi vascolari cranici o cervicali
7. Cefalea attribuita a disturbi intracranici non vascolari
8. Cefalea attribuita all'uso di una sostanza o alla sua sospensione
9. Cefalea attribuita a infezione
10. Cefalea attribuita a disturbi dell'omeostasi
11. Cefalea o dolore facciali attribuiti a disturbi di cranio, collo, occhi, orecchie, naso, seni paranasali,
denti, bocca o altre strutture facciali o craniche
12. Cefalea attribuita a disturbo psichiatrico
Parte III: Nevralgie craniche e dolori facciali centrali o primari e altre cefalee
13. Nevralgie craniche e dolori facciali di origine centrale
14. Altre cefalee, nevralgie craniche e dolori facciali di origine centrale o primari
Le Cefalee primarie sono dovute ad alterazioni vasomotorie (spasmi e susseguente
vasodilatazione) o del metabolismo cerebrale (equilibrio fra sostanze eccitanti e inibitorie)
e rappresentano circa il 90% delle cefalee. L'elemento più importante per un corretto
inquadramento diagnostico di tutte le cefalee è una precisa analisi dei sintomi riferiti (ad
es. frequenza della cefalea, localizzazione esatta del dolore, durata, tipo, presenza di altri
segni clinici associati come ad es. nausea oppure lacrimazione) e delle circostanze in cui
si manifestano. Questa raccolta sistematica dei sintomi e delle varie caratteristiche e
modalità è ancora più importante in ambito omeopatico. Fondamentale poi assicurarsi
tramite un esame obiettivo neurologico che lo stato clinico-funzionale sia (come quasi
sempre avviene) normale. Esami diagnostici strumentali possono essere rinunciabili,
anche se può essere utile (con un sospetto concreto) una TAC o risonanza magnetica
cerebrale per escludere cause intracraniche secondarie.
L'Emicrania si manifesta nel 10-15% della popolazione; sono colpite più donne che
uomini. Interessa un 5% dei bambini, ma generalmente inizia dopo la pubertà, per avere la
massima incidenza tra i 35 e i 45 anni. E’ spesso ereditaria in quanto viene ereditata la
suscettibilità ad avere crisi di emicrania che poi si manifestano spesso quando entrano in
gioco uno o più dei fattori scatenanti. L'emicrania può essere considerata un fenomeno
neurobiologico complesso, legato ad alterazioni transitorie del funzionamento delle cellule
nervose senza che siano presenti alterazioni strutturali grossolane del sistema nervoso. Le
basi neurofisiologiche dell'emicrania sono ancora oggi poco conosciute; sono comunque
coinvolti neurotrasmettitori come la serotonina e proteine della membrana neuronale come
la cosiddetta pompa del sodio e del potassio e altri canali ionici della membrana cellulare.
L’emicrania è distinta in due sottotipi maggiori: 1) Emicrania senza aura, sindrome clinica
caratterizzata da cefalea con aspetti peculiari e sintomi associati, e 2) Emicrania con
aura, caratterizzata da sintomi neurologici focali che generalmente precedono, ma talora
accompagnano la fase algica.
Si conosce una serie di fattori scatenanti che facilitano lo sviluppo di un attacco
emicranico (ormoni estrogeni; alcoolici, in particolare il vino rosso; alcuni cibi, come
formaggi stagionati, cioccolato e noci; rilassamento dopo stress sostenuto; rilassamento
dopo sforzi fisici sostenuti; digiuno; intolleranza al glutine; il fumo, anche di poche sigarette
o anche soltanto passivo).
I sintomi dell'emicrania in quasi tutti i casi sono molto caratteristici e da soli permettono la
diagnosi. Possono talvolta essere preceduti da sintomi premonitori come cambiamenti
dell'umore (euforia, iperattività, irritabilità), aumento dell'appetito in particolare per i dolci, o
sete. Circa il 10% dei pazienti soffre di cosiddette 'aure' come disturbi visivi (oscuramento
di un campo visivo, linee scintillanti) o disturbi della sensibilità con formicolii; raramente
possono manifestarsi sintomi neurologici più importanti, come difficoltà del linguaggio,
debolezza muscolare, vertigini e difficoltà della coordinazione motoria. Il dolore è pulsante
e spesso (ma non sempre) localizzato in un lato della testa ('emi-crania'), è aggravato da
attività fisica e accompagnato da un senso di stanchezza, ipersensibilità alla luce e ai
rumori, nausea e vomito. Non raramente il dolore è cervicale (la maggior parte delle
cosiddette 'cervicali' episodiche sono in realtà crisi di emicrania acuta con una
localizzazione cervicale del dolore). Gli attacchi possono durare da poche ore fino a vari
giorni e possono essere molto disabilitanti, in genere comportano l'interruzione delle
normali attività quotidiane. I sintomi sono completamente reversibili, solo in rari casi
possono formarsi piccole lesioni cerebrali per un disturbo della circolazione sanguigna; le
persone che soffrono di emicrania, inoltre, hanno un rischio leggermente maggiore di
sviluppare un ictus cerebrale.
Per la terapia dell'attacco acuto sono disponibili vari farmaci: analgesici e
antinfiammatori classici, che bloccano la percezione del dolore (acido acetilsalicilico,
paracetamolo, ibuprofene, diclofenac); ergotaminici, che causano il restringimento dei vasi
cerebrali dilatati (ergotamina, diidroergotamina); triptani, che agiscono sui recettori della
serotonina (almotriptan, eletriptan, frovatriptan, naratriptan, rizatriptan, sumatriptan,
zolmitriptan). Non è possibile prevedere quale classe di farmaci sia più attiva nel singolo
paziente; per questo è importante raccogliere tutte le informazioni sull'efficacia dei farmaci
già assunti in passato e provarne sistematicamente l'efficacia cominciando dagli analgesici
classici, che molte volte possono essere sufficienti se applicati con un dosaggio adeguato.
I vari triptani si distinguono per rapidità e durata dell'azione, in genere non è necessario
provare più di due triptani diversi se non sono efficaci. I triptani e gli ergotaminici sono
controindicati in pazienti ipertesi, cardiopatici o con un'anamnesi di ischemia cerebrale.
Non vanno inoltre somministrati in gravidanza o durante l'allattamento. Vie di
somministrazione particolari (spray nasale, iniezione sottocutanea, intramuscolare o
endovena) possono notevolmente migliorare la rapidità d'azione e l'efficacia dei farmaci.
L'aggiunta di antiemetici (metoclopramide, domperidone) potenzia l'effetto dei farmaci,
oltre ad agire su nausea e vomito che spesso accompagnano l'emicrania. L'uso cronico di
questi farmaci può a sua volta indurre cefalea, è frequente nella pratica quotidiana che
un'emicrania prima solo episodica sia complicata da una cefalea cronica di rimbalzo
indotta dall'uso troppo frequente di analgesici e triptani.
Oltre alla farmacoterapia dell'attacco acuto è importante la prevenzione dell'emicrania. In
primo luogo, è necessario eliminare, se presenti, i fattori scatenanti sopra descritti, tra cui
soprattutto il fumo. E’ inoltre importante che la persona realizzi quali siano situazioni
particolarmente stressanti per evitarle. In questo contesto possono essere utili determinate
tecniche di rilassamento e biofeedback. Se queste misure non portano ad una sostanziale
riduzione degli attacchi, o se gli attacchi avvengono più di 4 volte al mese e sono gravi e
protratti oppure accompagnati da deficit neurologici, è indicata la farmacoterapia
profilattica. Esistono vari farmaci con dimostrata attività profilattica, la cui efficacia deve
essere provata a dosaggi idonei e per periodi sufficientemente lunghi prima che uno di
essi venga sostituito con un altro. Nella farmacoprofilassi si usano i beta-bloccanti, che
bloccano i recettori dell'adrenalina che intermedia le reazioni di stress (metoprololo,
propranololo); calcio-antagonisti, che influenzano l'attività della muscolatura vascolare
(flunarizina); sostanze che stabilizzano le proprietà elettriche delle membrane delle cellule
nervose come gli anticonvulsivi (acido valproico e topiramato); antidepressivi triciclici che
modificano l'attività di vari neurotrasmettitori (amitriptilina). Sono di scarsa efficacia invece
gli antidepressivi SSRI (fluoxetina, paroxetina, sertralina o citalopram). La terapia
profilattica deve essere seguita per un periodo di almeno alcuni mesi, durante il quale è
importante valutare i possibili effetti collaterali nel singolo paziente e individuare il
dosaggio più efficace.
La Cefalea di tipo tensivo è la più frequente fra le cefalee primarie: la sua prevalenza
nell’arco della vita nella popolazione generale varia dal 30 al 78%, secondo i vari studi.
Mentre in passato questa forma di cefalea veniva considerata di natura prevalentemente
psicogena, un certo numero di studi più recenti suggeriscono fortemente l’esistenza di una
base neurobiologica, perlomeno per i sottotipi più gravi. I meccanismi precisi sottesi alla
cefalea di tipo tensivo non sono conosciuti. È molto probabile che i meccanismi del dolore
periferico giochino un ruolo nelle sottoforme 1) Cefalea di tipo tensivo episodica
sporadica e 2) Cefalea di tipo tensivo episodica frequente, mentre i meccanismi del
dolore centrale avrebbero un ruolo più importante nel sottotipo 3) Cefalea di tipo tensivo
cronica. E’ possibile che tra i pazienti cui viene diagnosticata una cefalea di tipo tensivo
episodica ve ne siano alcuni con forme lievi di emicrania senz’aura, e tra quelli ai quali
viene diagnosticata una cefalea di tipo tensivo cronica alcuni con emicrania cronica.
Il dolore è di tipo gravativo-costrittivo bilaterale, di intensità da lieve a moderata e non
risulta peggiorato dall’attività fisica routinaria. Il solo aspetto realmente utile nella diagnosi
è la dolorabilità muscolare evocata dalla palpazione manuale a pressione controllata. Per
la suddivisione in sottotipi vale la frequenza : nell’ episodica sporadica: almeno 10
episodi che si verifichino per meno di 12 giorni all’anno (quindi meno di un episodio al
mese); nell’episodica frequente: almeno 10 episodi che si verifichino per 1-14 giorni al
mese per almeno 3 mesi ; nella cronica episodi di cefalea quotidiani o molto frequenti (più
di 15 giorni al mese da più di 3 mesi ). Per quanto riguarda la terapia, la cefalea di tipo
tensivo episodica può essere trattata con analgesici (paracetamolo, ibuprofene) più la
correzione delle posture anomale. La cefalea di tipo tensivo cronica viene trattata con una
terapia di fondo farmacologica tipo quella dell’emicrania associata a trattamenti non
farmacologici (TENS, biofeedback, massoterapia, agopuntura, tecniche di rilassamento,
psicoterapia).
La Cefalea a grappolo è rara (0,5%) e provoca un dolore insopportabile simile
all’emicrania, ma più localizzato e non pulsante. I pazienti soffrono di squilibri del sistema
nervoso autonomo/vegetativo. Le crisi algiche possono durare da 45 minuti a 3 ore,
comparire da una a cinque volte nel corso della stessa giornata, svegliare la persona alla
stessa ora, protrarsi per settimane, presentarsi in alcuni periodi dell’anno e sono più
frequenti negli uomini. Il trattamento sintomatico prevede l'assunzione di triptani, Un altro
metodo è l'inalazione di ossigeno puro (12 litri al minuto) per 15 minuti. Per la profilassi i
farmaci utilizzati sono : corticosteroidi, verapamil , litio carbonato , topiramato, acido
valproico.
Le Cefalee secondarie rappresentano circa il 10% di tutte le cefalee e sono riconducibili a
squilibri localizzati al di fuori del cranio o ad alterazioni strutturali del cranio stesso. Per
tale motivo è indispensabile individuarne l’eziologia per impostare una corretta terapia. Si
ricorda che una cefalea insorta dopo i 50 anni di età deve essere sempre
scrupolosamente indagata con accertamenti approfonditi.
Il trattamento delle cefalee con rimedi omeopatici presenta un discreto indice di
successi in relazione alla capacità di individualizzare il paziente nella sua totalità. Il
modello omeopatico considera l’insieme dei sintomi del paziente come l’evidenza esplicata
del suo stato di disequilibrio. In questo senso, quindi non è necessaria la diagnosi
classica, bensì è fondamentale conoscere il paziente nella sua individualità. Questo
richiede, normalmente, un interrogatorio attento, preciso e finalizzato all’evidenziazione
delle modalità generali reattive del paziente. Nonostante la suddivisione eziologica sia
d’aiuto, essa non deve peraltro impedire al medico di usare un dato rimedio qualora
questo si adatti perfettamente alla sintomatologia del paziente. In altre parole la presunta
eziologia ha un valore gerarchico inferiore rispetto alla modalità reattiva del paziente. La
terapia omeopatica non maschera il quadro clinico, rispetta l’omeostasi fisiologica ed
elimina il dolore perché riesce a rimuovere la causa e non soltanto la sua manifestazione o
conseguenza.
Indipendentemente dalla tipologia di mal di testa in questione è possibile riscontrare dei
quadri sintomatici che accompagnano il dolore, si possono avere una prevalenza di :
Disturbi digestivi, Disturbi circolatori, Disturbi distonici o ansiosi, Disturbi ormonali,
Turbe reumatiche o vertebrali. Di ognuno di questi quadri esistono Rimedi sintomatici e
Rimedi di fondo. I primi ci permettono di dare una risposta in tempi ragionevoli alla
domanda del nostro paziente che ci chiede di alleviare il “suo dolore”, i secondi oltre a
raggiungere lo stesso scopo ci danno la possibilità di lavorare nel profondo ristabilendo
quell’equilibrio che permetterà di migliorare l’intero quadro del paziente.
Predominanza di Disturbi digestivi : Rimedi sintomatici : Iris versicolor, Kali
bichromicum , Lac defloratum e caninum, Venus mercenaria. Rimedi di Terreno :
Lycopodium, Nux vomica, Sepia, Sulfur, Psorinum.
Iris versicolor : cefalee periodiche specie nei week-end con vomito abbondante acido.
Kali bichromicum : emicrania sopraorbitale destra puntiforme con disturbi visivi e vomito
filante denso giallastro.
Lac defloratum : dolore dalla fronte all’occipite specie dopo periodo di stipsi.
Lac caninum : dolore che cambia di lato con dispepsia.
Venus mercenaria : cefalea con dispepsia.
Lycopodium : cefalea sovraorbitale destra con emianopsia verticale destra, scatenata da
ritardo del pasto in paziente con sintomi epatici.
Nux vomica : cefalea del risveglio specie dopo eccessi alimentari o abuso di alcool o
fumo.
Sepia : cefalea frontale o occipitale sinistra, tipica cefalea “biliosa” migliorata dal vomito.
Sulfur : cefalee periodiche settimanali.
Psorinum : cefalea periodica con aumento appetito, migliora con applicazioni calde.
Predominanza di Disturbi circolatori : Rimedi sintomatici : Belladonna, Glonoinum,
Melilotus, Sanguinaria, Gelsemium, Veratrum viride, Ferrum metallicum. Rimedi di
Terreno : Sulfur, Aurum muriaticum, Lachesis.
Belladonna : cefalea congestizia con dolore pulsante, testa calda e faccia arrossata.
Glonoinum : cefalea congestizia con dolori violenti e pulsanti peggiorata da breve sonno.
Melilotus : cefalea congestizia migliorata da epistassi.
Sanguinaria : cefalea periodica congestizia dall’occipite fino sopra occhio destro con
rossore delle guance, compare al mattino raggiunge picco massimo a mezzogiorno e si
attenua alla sera.
Gelsemium : cefalea congestizia preceduta da disturbi visivi in paziente obnubilato e
tremante, migliora con abbondante minzione.
Veratrum viride : cefalea congestizia con viso rosso occhi iniettati e pupille dilatate con
diplopia.
Ferrum metallicum : cefalea pulsante e martellante, il paziente è costretto a sdraiarsi ed
ha avversione per il cibo.
Sulfur : fenomeni congestizi localizzati con periodicità delle manifestazioni.
Aurum muriaticum : eretismo vascolare con testa calda ed estremità fredde, la cefalea
migliora con applicazioni fredde.
Lachesis : cefalee pulsanti temporali sinistre, peggiorate da sonno, calore e contatto, ma
migliorate da emissione all’esterno.
Predominanza di Disturbi distonici : Rimedi sintomatici : Kali phosphoricum, Zincum
metallicum, Phosphoricum acidum, Anacardium, Ignatia. Rimedi di terreno : Natrum
muriaticum, Silicea, Calcarea phosphorica.
Kali phosphoricum : cefalea da sovraffaticamento intellettuale con stanchezza fisica,
tipica la “cefalea dello studente”.
Zincum metallicum : cefalea aggravata da sforzo mentale con agitazione di piedi e mani
in paziente con intolleranza a vino e alcool.
Phosphoricum acidum : sensazione di peso schiacciante al vertice da eccesso di lavoro,
peggiorato al minimo movimento.
Anacardium : cefalea che compare al momento di addormentarsi e migliora mangiando.
Ignatia : dolore come chiodo conficcato nella testa, scatenato dalle emozioni e migliorato
dalla distrazione.
Natrum muriaticum : cefalea come se il cranio scoppiasse con riduzione del visus fino a
cecità e lateralità sinistra.
Silicea : cefalea che si estende dalla nuca alla fronte (occhio destro), migliora con
pressione e calore e peggiora con le correnti d’aria.
Calcarea phosphorica .: cefalea tipica degli adolescenti con rapida crescita.
Predominanza di Disturbi Ormonali : Rimedi sintomatici : Cyclamen, Actaea racemosa.
Rimedi di terreno : Pulsatilla, Sepia, Lachesis.
Cyclamen : emicrania catameniale preceduta da vertigini e disturbi visivi (scotomi),
migliorata da applicazioni fredde.
Actaea racemosa : cefalea catameniale con dolore proporzionale flusso, cefalea tensiva
da cattiva postura, migliora distesa.
Pulsatilla : cefalea congestizia prima del mestruo, migliora all’aria fresca e con una benda
stretta.
Sepia : cefalea catameniale, congestizia, violenta con sensazione di freddo al vertice e
sensazione di occhi spremuti fuori.
Lachesis : cefalea migliorata dalla comparsa del flusso mestruale.
Predominanza di turbe reumatiche o vertebrali : Dulcamara, Rhododendron, Natrum
sulphuricum.
Dulcamara : rimedio caratterizzato da un aggravamento netto e preciso in relazione al
tempo umido e freddo con miglioramento col caldo secco e il movimento.
Rhododendron : le manifestazioni reumatiche e nevralgiche sono scatenate in modo
puntuale all’avvicinarsi del temporale e durante questo, con un miglioramento alla fine.
Natrum sulphuricum : i dolori cervico-nucali (ma anche il soggetto nella sua totalità)
risentono fortemente delle condizioni di umidità. Si tratta di pazienti frequentemente obesi
e infiltrati con una tendenza alla depressione.
Dal punto di vista diatesico omeopatico l’ Emicrania con aurea con la sua
manifestazione brutale ed eccessiva rientra nel modello ipereattivo della Psora, mentre l’
Emicrania senza aurea rispecchia più il modello iporeattivo del Tubercolinismo. La
Cefalea muscolo-tensiva con le sue note di distonia neuro-vegetativa si inquadra di più nel
modello della Sicosi. Mentre la Cefalea a grappolo col suo dolore insopportabile che può
portare al suicidio ha le connotazioni del Luesinismo. Questa distinzione può essere utile
per individuare il rimedio di fondo, il simillimum che ci può fornire la chiave verso la
guarigione del paziente.
In Fitoterapia possiamo utilizzare nelle Emicranie : Fumaria Officinalis e Chrysanthemum
Parthenium ; nelle Cefalee Muscolotensive : Harpagophytum Procumbens , Chamomilla
vulgaris , Melissa officinalis, Hypericum Perforatum , Medicago Sativa.
Fumaria officinalis : l’alcaloide fumarina è dotata di attività antiserotoninica e
antinfiammatoria, è indicata nelle cefalee con disturbi digestive o precedute da difficoltà
digestive.
Tanacetum o Chrysantemum parthenium : è l’unica specie vegetale dotata di azione
preventiva sull’insorgenza delle crisi di mal di testa e per la quale esistono studi scientifici.
Al contrario, non è efficace nel trattamento degli attacchi .Il suo meccanismo d’azione
consiste nell’inibire la liberazione di istamina, responsabile della dilatazione dei vasi
sanguigni cerebrali. E’ pertanto efficace nella prevenzione del mal di testa originato da
dilatazione dei vasi sanguigni del cervello, nelle emicranie vasomotorie e nella cefalea a
grappolo. E’ controindicato in gravidanza, allattamento ed in associazione a terapia
anticoagulante.
Harpagophytum procumbens : è una pianta dotata di proprietà antinfiammatorie,
efficace nel trattamento delle cefalee muscolotensive. Non deve essere usato in
gravidanza, poiché aumenta il rischio di aborto, e durante l’allattamento, in quanto rende il
latte amaro. E’ controindicato anche in caso di ulcera gastrica e gastrite, in associazione
agli antiacidi, a farmaci che agiscono sulla coagulazione e sul cuore (antiaritmici), agli
antidiabetici (può abbassare eccessivamente la glicemia).
Chamomilla vulgaris : è impiegata nel trattamento del mal di testa da stress e da
agitazione.
Melissa officinalis : è indicata nel trattamento del mal di testa provocato da cattiva
digestione (accompagnato da pesantezza di stomaco ed eruttazioni) e da stress. Esplica
infatti un’azione rilassante sulla muscolatura liscia dell’intestino e possiede un effetto
calmante. Non deve essere usata in soggetti affetti da disturbi della tiroide in quanto tende
ad inibire l’azione di questa ghiandola. E’ inoltre controindicata in gravidanza ed
allattamento.
Hypericum perforatum : è indicato in particolare nelle cosiddette cefalee “da week-end”
o “da vacanza”, che compaiono cioè nel momento in cui cambiano i ritmi a cui si è abituati.
La sua assunzione può interferire col metabolismo di vari farmaci ed inoltre può provocare
fenomeni di fotosensibilizzazione.
Medicago sativa : ha un’azione remineralizzante ed è indicata quando il mal di testa
nasce dall’accumulo di stress e tensioni.
Per quanto riguarda la Gemmoterapia sono indicati nell’ Emicrania : Ribes Nigrum MG
con azione antiflogistica, Alnus Glutinosa MG con azione sulla circolazione encefalica e
Rosa Canina MG nelle forme ricorrenti e recidivanti. Mentre nella Cefalea muscolotensiva si utilizzano : Ribes Nigrum MG con azione cortison-like, Pinus Montana MG
indicato nella patologia artrosica , Vitis Vinifera MG come antinfiammatorio antireumatico
e Tilia Tomentosa MG come sedativo e spasmolitico.
In Oligoterapia si utilizzano per l’ Emicrania : Manganese (con aura) o ManganeseRame (senza aura) come rimedio di fondo diatesico a cui aggiungere Fosforo nelle forme
a carattere parossistico, Zolfo se accompagnate o provocate da difficoltà digestive,
Cobalto se prevalgono fenomeni vasomotori.
Per la Cefalee muscolo-tensive : Manganese-Cobalto come rimedio diatesico di fondo,
Litio per la componente di ansia e depressione, Potassio per la componente artrosica,
Magnesio per l’ipereccitabilità neuromuscolare.
Nella Cefalea a grappolo il rimedio diatesico di fondo è Rame-Oro-Argento.
In Litoterapia non ci sono indicazioni specifiche per quanto riguarda l’Emicrania, mentre
nella Cefalea muscolo-tensiva si utilizzano Glauconie come riequilibrante del sistema
neurovegetativo e Obsidienne per la componente artrosica cervicale.
*Prandi Pietro docente SMB alla sede di Torino
** Feltrin Andrea farmacista diplomato SMB di Torino
BIBLIOGRAFIA :
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M.Tétau “La materia medica omeopatica clinica e associazioni bioterapiche” – Nuova Ipsa
B.Beucci “Trattato di terapia omeopatica” : vol.1 “Materia medica” ; vol.2 “Repertorio clinico” – Siderea
G.Hodiamont “Trattato di farmacologia omeopatica” – Nuova Ipsa
J.T.Kent “Repertorio della materia medica omeopatica” – Nuova Ipsa
G.Trapani-L.Zanino “Nozioni essenziali di materia medica omeopatica” – Tecniche Nuove
Rajan Sankaran “L’anima dei rimedi” – Salus Infirmorum
Jouanny-Crapanne-Dancer-Masson “Terapia Omeopatica” Vol. 1 e 2 – Ariete Edizioni
T.F.Allen “Manuale di terapia (repertorio) di Boenninghausen” – Nuova Ipsa
W.Boericke “Pocket manual of homoepathic materia medica” (versione italiana del Dr.R.Petrucci)
“Synthesis” Repertorio (Programma Radar)
B.Brigo “L’uomo,la Fitoterapia, la Gemmoterapia” – Tecniche Nuove
E.Campanini “Dizionario di fitoterapia e piante medicinali” – Tecniche Nuove
E.Campanini “Manuale pratico di gemmoterapia” – Tecniche Nuove
F.Piterà “La meristemoterapia nella pratica clinica” – Erga Ediz. Genova
F.Firenzuoli “Fitoterapia” – Masson Ediz. Milano
M.Tétau “Gemmoterapia : nuovi studi clinici” – Nuova Ipsa
B.Brigo “Natura Medicatrix” – Tecniche Nuove
B.Brigo “Oligoelementi e Litoterapici nella pratica medica” – Tecniche Nuove
C.Bergeret-M.Tétau “Manuale di Litoterapia dechelatrice” – Nuova Ipsa
M.Tetau “Organoterapia : Nuovi studi clinici” – Nuova Ipsa
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