Museo di Scienze Planetarie di Prato, IV Appuntamento - 8 Maggio 2013 Gli strumenti dell’astronomia – una panoramica sui diversi tipi di telescopio e il loro utilizzo. Approccio alla prima osservazione. Relatori: Ing. Giovanni Frati Simone Cosparsi Cosa imparerete? • Distinguere le diverse tipologie di binocoli e telescopi; • Comprenderne gli schemi ottici di funzionamento e le caratteristiche tecniche; • Dove sono i grandi telescopi ottici mondiali; • Capire a cosa servono i principali accessori dei telescopi (oculari, lente di Barlow, cercatori, diagonali, filtri); • Distinguere le diverse montature; 2 Telescopi e radiazioni elettromagnetiche • Il Telescopio (o un binocolo) è uno strumento che raccoglie la luce (o altre radiazioni elettromagnetiche) proveniente da un oggetto lontano, la concentra in un punto (detto fuoco) e ne produce un'immagine ingrandita. (Wikipedia); • La luce che vediamo è una radiazione elettromagnetica che ha lunghezze d’onda comprese tra 400-700 nm; • L’unico modo per studiare le stelle, le galassie, le nebulose ecc., è quello di raccogliere più radiazione elettromagnetica possibile. Nel vuoto la velocità della luce (c) è pari a circa 2.9 × 108 ms-1 3 Spettro elettromagnetico e assorbimento dell’atmosfera 4 Binocoli • Primo strumento per osservazioni terrestri e astronomiche; • Nell’immagine a destra vediamo: l’obiettivo, il prisma di Porro e l’oculare; Come distinguere un binocolo da un altro? • Generalmente per descrivere un binocolo si usano due numeri separati da una x: esempio 7x40, 8x50, 20x80 ecc… Il primo numero indica gli «ingrandimenti» mentre il secondo indica il «diametro della lente in mm (obiettivo)». Esempio di un 7x40 Esempio di un 8x50 Esempio di un 20x80 5 Tipologie di binocoli astronomici • Sono caratterizzati generalmente da un grosso diametro (>70 mm) e da discreti ingrandimenti (>15x); • Hanno dimensioni e pesi notevoli rispetto ai binocoli classici per uso terrestre; • Devono essere dotati di cavalletto (generalmente sopra i 10x di ingrandimento è consigliabile usare il cavalletto per evitare l’effetto mosso dato dalla mano); • Si distinguono generalmente in: • Dritti; • Angolati (hanno quasi tutti la possibilità di sostituire gli oculari). Esempio di un 25x100 dritto Esempio di un binocolo angolato (45°) con ingrandimenti variabili 6 Vantaggi e svantaggi rispetto ai telescopi • Vantaggi VS • Trasportabilità; • Velocità di utilizzo; • Visione prospettica con senso di tridimensionalità dell’oggetto osservato; • Angolo campo di visione: ammassi aperti (pleiadi, m44 ecc.,), comete estese, galassie estese (Andromeda, ecc.) • Svantaggi • Costi dei binocoli astronomici angolati elevati; • Visioni solo a grande campo: per visioni più particolari sono necessari gli ingrandimenti dei telescopi. 7 Le caratteristiche di un telescopio • Le caratteristiche principali di un telescopio ottico sono: 1) Ingrandimento (che è la meno importante); 2) Luminosità; Più importanti 3) Potere risolutivo. 8 Ingrandimento Focale del telescopio (F) Focale dell’oculare (f) È molto meglio caratterizzare il telescopio per la focale (F) e non per i suoi ingrandimenti (che dipendono strettamente dall’oculare o dal sensore montato nel focheggiatore) Diametro del telescopio (D) Esempio: • Con un telescopio con una focale F di 750 mm (caratteristica intrinseca del telescopio) e un oculare con focale f di 5 mm gli ingrandimenti sono 750/5 ovvero 150x; • Se nello stesso telescopio inserisco un’oculare con 20mm di focale ottengo 37,5x di ingrandimento. Importante!! Lo stesso oculare da 20 mm inserito in un telescopio con focale F pari a 2800 mm fornirà ingrandimenti diversi rispetto a prima. In questo caso 140x. 9 Oltre alla focale è utilissimo ragionare in termini di rapporto focale. : Esempio: • Focale del telescopio (F) Focale dell’oculare (f) Un telescopio con una focale pari a 1000 mm e un diametro di 200 mm avrà un rapporto focale pari a f/5. Questo numero ci da in pratica la luminosità fotografica di uno strumento ottico analogamente a quanto accade per gli obiettivi fotografici. Diametro del telescopio (D) Il confronto fra rapporti focali diversi viene qualificato con i termini “lento” (alti rapporti focali) e “veloce” (bassi rapporti focali). Uno strumento con rapporto focale alto (>f/8) è in generale più facile da lavorare otticamente e quindi ha una qualità mediamente superiore ad uno della stessa fascia di prezzo ma con un rapporto focale f/4-5. Inoltre un telescopio con un rapporto focale alto fornisce immagini visuali molto contrastate e dettagliate, ma si presta male ad un utilizzo fotografico se l’oggetto da riprendere è debole (es. 10 galassia). Luminosità La capacità di raccolta della luce è proporzionale a D2 ( dove D è il diametro della lente obiettivo o dello specchio primario del telescopio). à ∝ 4 Esempio : • Un C11 ( D=279,4 mm) raccoglie 1,89 volte di luce in più rispetto ad un C8 (con D =203,2 mm) D D Raddoppiando il diametro quadruplica la capacità di raccolta della luce L'importanza del diametro consiste non solo nella quantità di luce che esso raccoglie ma soprattutto nella risoluzione dell'immagine prodotta; All'aumentare del diametro aumentano queste caratteristiche ma consequenzialmente aumenta la sensibilità alle turbolenze atmosferiche. 11 Potere risolutivo È definibile in generale come la distanza angolare alla quale riesco ancora a separare due oggetti vicini. Esiste un limite fisico a quanto può essere definita l'immagine. La luce che passa attraverso un’apertura (specchio primario del telescopio) circolare produce delle frange di diffrazione attorno ad una sorgente brillante centrale. L'immagine è una figura di diffrazione, chiamata disco di Airy. Diffrazione = quando la luce incontra un ostacolo cambia in parte direzione. Ogni telescopio ha il suo limite teorico del potere risolutivo (che dipende essenzialmente dalla luce raccolta, quindi il diametro, e la qualità dell’obiettivo del telescopio). Purtroppo la risoluzione di un telescopio è limitata anche da fattori esterni al telescopio stesso. Infatti la turbolenza atmosferica (seeing )e la qualità dell'obiettivo del telescopio fanno scendere il potere risolutivo. 12 Seeing • L’atmosfera ha un indice di rifrazione piuttosto basso, ma tale valore è sufficiente a creare problemi in astronomia. In pratica con il termine «seeing» ci si riferisce a diversi fenomeni dovuti principalmente all’atmosfera terrestre che peggiorano l'immagine di oggetti astronomici. • Le condizioni di «seeing» per una determinata notte e località descrivono quanto l'atmosfera terrestre perturba (a seconda della turbolenza e temperatura) l'immagine dei corpi celesti osservati. Cattivo Seeing Buon Seeing 13 Funzioni base del telescopio ottico • Ingrandire l’oggetto osservato; • Aumentare la quantità di luce che raggiunge l’occhio dell’osservatore. Esistono diverse tipologie di telescopi ottici: a lenti, a specchi o combinando le due soluzioni. 14 Tipologie di telescopi ottici I telescopi ottici si dividono principalmente in due classi in base al tipo di elementi ottici utilizzati: • Telescopi a rifrazione: sfruttano un sistema di lenti utilizzando la rifrazione della luce per focalizzare l’immagine; • Telescopi a riflessione: sfruttano un sistema di specchi utilizzando la riflessione della luce per focalizzare l’immagine; 15 Telescopi a rifrazione • Fino al 1600 l’osservazione del cielo veniva effettuata esclusivamente a occhio nudo. • Galileo non fu l'inventore del telescopio, ma è stato quasi sicuramente il primo che lo utilizzò per osservare il cielo (dal 1610). Il telescopio “Galileiano” utilizza una lente convergente come obiettivo ed una lente divergente come oculare Cannocchiale galileiano Di conseguenza il telescopio “Galileiano” produce immagini virtuali, diritte ed ingrandite 16 Telescopi a rifrazione • Il telescopio kepleriano è formato da un obiettivo con una lente convergente a focale lunga ed una lente convergente a focale corta come oculare. • Produce immagini ingrandite. ribaltate, ed È il tipico strumento per uso astronomico La qualità dei telescopi a rifrazioni è data quindi dall’obiettivo, o meglio dalla lente o dal gruppo di lenti che lo compongono. Produrre lenti di qualità e di grosso diametro è molto costoso perché richiede processi produttivi accurati e molto dispendiosi in termini di tempo e strumentazione richiesta. Schema ottico di un rifrattore 17 Telescopi a rifrazione • I telescopi a rifrazione forniscono immagini molto contrastate e definite (sulla luna e il planetario soprattutto) ma hanno lo svantaggio di costare tanto in relazione al diametro della lente. • Esistono tre tipologie di telescopi a rifrazione: • Acromatici (costi minori ma bassa qualità); • Semi-apocromatici (qualità e costo intermedio); • Apocromatici (migliori ma più costosi). Telescopio Acromatico 70/500 Telescopio Apocromatico 65/420 Telescopio Semi Apocromatico ED 80/600 18 Difetti ottici dei rifrattori • I principali difetti ottici dei telescopi a rifrazione sono: • Aberrazione cromatica; • Aberrazione sferica; • In ottica l'aberrazione cromatica è un difetto nella formazione dell'immagine dovuta al diverso valore di rifrazione delle diverse lunghezze d'onda che compongono la luce che passa attraverso il mezzo ottico. Questo si traduce in immagini che presentano ai bordi dei soggetti aloni colorati. • Questo problema è risolto principalmente utilizzando i telescopi rifrattori apocromatici. • L'aberrazione sferica è un’aberrazione che fa parte delle aberrazione monocromatiche e delle aberrazioni assiali. Appartiene a sistemi ottici con lenti sferiche. Queste portano alla formazione di una immagine distorta. • Questo problema è molto sentito in astronomia, specialmente nel campo dell’astrofotografia. Il problema è risolti utilizzando uno spianatore di campo dedicato. 19 Difetti ottici dei rifrattori Aberrazione cromatica I primissimi telescopi soffrivano di questo difetto in maniera molto evidente Questo tipo di difetto non è presente nei telescopi riflettori e nei telescopi catadiottrici è presente in misura irrilevante. 20 Cosa distingue gli acromatici dagli apocromatici? L'ottica del rifrattore acromatico è formata sostanzialmente da 2 lenti differenti per curvatura e materiale (si usano i vetri Flint e Crown, caratterizzati da differente indice di rifrazione). E' noto infatti che una lente singola fuocheggia a distanze differenti le lunghezze d'onda blu e rossa; questo fenomeno viene fortemente ridotto con l'utilizzo di un obiettivo acromatico, sino quasi a sparire del tutto qualora il rapporto di apertura sia uguale o superiore a f/15. L'ottica apocromatica si distingue da quella acromatica perchè garantisce la fuocheggiatura dei 3 colori fondamentali (rosso, verde e blu) sullo stesso piano focale (o comunque la differenza è minima) assicurando l'assenza di aberrazione cromatica e offrendo quindi una grande fedeltà cromatica degli oggetti osservati. Spesso le ottiche apocromatiche hanno schemi detti aplanatici, cioè privi di aberrazione sferica. 21 Telescopio realizzato da Newton nel 1672 Telescopi a riflessione • I telescopi riflettori sfruttano principalmente le proprietà di focalizzazione della luce ad opera di uno specchio concavo. Il primo telescopio riflettore ad essere inventato prende il nome dallo scienziato inglese Isaac Newton, ossia telescopio Newtoniano. • Esistono tuttavia diverse interpretazioni di schemi riflettori come la famiglia dei Cassegrain, o altri schemi ottici denominati catadiottrici come Schmidt-Cassegrain (SC) e MaksutovCassegrain (MAK), che utilizzano lungo il cammino ottico sia specchi che elementi a rifrazione. 22 Esempio di Newton Esempio di MAK Esempio di SC Telescopi a riflessione di tipo Newtoniano • I riflettori Newton si avvalgono principalmente di uno specchio primario concavo che concentra in fascio ottico in avanti; poco prima del fuoco vi è posto un secondo specchio (piano), inclinato di 45 gradi che devia il fascio ottico a lato del tubo di supporto dove vi è messo il fuocheggiatore. Il pregio più grande del telescopio Newton è la semplicità costruttiva che ha contribuito moltissimo sia alla sua diffusione che alla realizzazione di diametri molto grandi anche per strumenti amatoriali. I telescopi newtoniani sono esenti dal difetto dell’aberrazione cromatica proprio per il 23 fatto che nello schema ottico non è presente nessuna lente ottica. Perché scegliere un Newton? • Il telescopi Newton sono adatti a qualsiasi tipo di osservazione, la loro "inclinazione" verso una categoria di oggetti a scapito di altre dipende dal rapporto di apertura che se spinto (f/7 e oltre) li rende eccellenti per osservazioni di oggetti del Sistema Solare per via della bassa ostruzione (causata dallo specchio secondario) mentre se forzato (f/4...6) li rende praticissimi per la fotografia di oggetti del cielo profondo. • Realizzare uno specchio rispetto a una lente ottica, a parità di dimensione, è meno costoso. I grandi telescopi degli osservatori astronomici mondiali sono tutti riflettori. • La loro notevole capacità di raccogliere la luce, unità al prezzo ridotto ha fatto si che questa tipologia di strumenti sia molto sviluppata anche a livello di astronomia amatoriale sia nel campo visuale che in quello fotografico. E i difetti? • Il principale difetto dei telescopi Newton è la presenza di coma (un'aberrazione extraassiale), che può raggiungere livelli fastidiosi in esemplari a corto fuoco (tuttavia in parte rimediabile con l'adozione di un gruppo di lenti correttrici lungo il cammino ottico), • l'ingombro degli esemplari di rilevante apertura può risultare fastidioso. • Da non sottovalutare l'effetto negativo dei moti convettivi dovuti al tubo aperto che possono causare un lieve decadimento qualitativo dell'immagine. • Rispetto ad un rifrattore è richiesta la collimazione meccanica degli specchi che 24 devono essere perfettamente allineate Telescopi a riflessione di tipo Cassegrain • Il riflettore Cassegrain si avvale analogamente al Newton di uno specchio primario concavo che concentra in fascio ottico in avanti; poco prima del fuoco vi è posto un secondo specchio convesso che moltiplica e rimanda il fuoco indietro verso lo specchio primario nel cui centro è ricavato un foro atto a permettere il passaggio del fascio ottico. Il percorso luminoso segue in questo caso un doppio tragitto all'interno del tubo ottico, il che consente di avere focali lunghe in uno strumento abbastanza compatto. 25 A cosa sono adatti? • Il Cassegrain classico è uno strumento adatto all'osservazione ad alta risoluzione di Luna e pianeti, nonchè per la separazione di stelle doppie mentre - a causa della focale lunghissima - è deficitario nelle osservazioni (e soprattutto alla fotografia) di oggetti del profondo cielo. • I’aberrazione sferica al bordo può raggiungere livelli fastidiosi. Pro e contro? • Come tutti i riflettori hanno bisogno di essere adeguatamente collimati. • È necessario un buon acclimatamento del telescopio prima delle osservazioni soprattutto se il delta termico è elevato. • Sono piuttosto compatti nelle dimensioni, e i diametri più grandi si prestano bene anche all’osservazione degli oggetti profondi. • A parità di diametro il prezzo di questi strumenti è superiore ai normali riflettori newtoniani. 26 Telescopi a riflessione di tipo Schmidt-Cassegrain • Molto diffuso tra i telescopi amatoriali di fascia media è lo schema ottico Schmidt-Cassegrain. • Il catadiottrico Schmidt-Cassegrain è una variante del Cassegrain; la sezione di entrambi gli specchi è sferica mentre all'inizio del cammino ottico vi si trova una lastra correttrice di Schmidt a superficie asferica, la cui funzione è ridurre l’aberrazione sferica. Lastra correttrice di Schmidt 27 Perché scegliere uno Schmidt-Cassegrain? • È uno strumento polivalente, e adatto soprattutto (con un diametro generoso > 8’’) all’osservazione del profondo cielo. La sua vocazione principale è l’osservazione planetaria e lunare. • Il prezzo è medio-elevato, ma il telescopio permette di osservare una ricca gamma di oggetti. • Essendo della famiglia Cassegrain il telescopio è molto compatto, anche se un diametro importante inizia a essere scomodo da trasportare. • Il tubo chiuso che riduce le turbolenze interne (al contrario dei normali newtoniani) e i difetti? • Il principale difetto è rappresentato dalla notevole ostruzione causata dallo specchio secondario e dal relativo paraluce, la quale è direttamente responsabile di una certa perdita di contrasto dei dettagli più fini. • Inoltre la correzione dell'aberrazione sferica - pur soddisfacente - difficilmente raggiunge la perfezione. • Sono necessari tempi di acclimatamento piuttosto lunghi (2-3 ore a seconda del diametro e del delta termico) 28 Telescopi a riflessione di tipo Maksutov-Cassegrain • Il catadiottrico Maksutov-Cassegrain è un’altra variante del Cassegrain • In questo tipo di telescopio lo specchio principale è sferico e la lastra correttrice (necessaria per correggere le aberrazioni) è costituita da un menisco con la concavità rivolta verso l'esterno. • Nel Maksutov-Cassegrain classico lo specchio secondario è ottenuto alluminando la porzione centrale interna del menisco correttore; questo stratagemma riduce di molto l'ostruzione centrale e semplifica sia l'ottica che la meccanica (non è presente lo specchio secondario ne tantomeno un suo supporto) a tutto vantaggio di un migliore contrasto. • Di contro sul piano ottico è presente una lunga focale (f/13 e oltre) poichè la curvatura del menisco impone un forte potere moltiplicatore al secondario. 29 Pro e contro dei Maksutov-Cassegrain • I punti di forza di questi strumenti sono la compattezza (a vantaggio della montatura e della trasportabilità), il tubo chiuso che riduce le turbolenze interne e l'aplanaticità che scongiura la presenza di aberrazione sferica. • È adatto principalmente ad uso planetario e lunare per via del rapporto focale alto che però fornisce immagini molto definite e contrastate. • Di contro non è adatto per l’osservazione degli oggetti del cielo profondo. • Un problema di queste ottiche può essere rappresentato da un lungo periodo di acclimatamento termico dovuto principalmente allo spessore del menisco. • Hanno spesso un campo corretto molto piccolo che può penalizzarne l'uso fotografico. 30 Due parole sui telescopi «Dobson»… • Il telescopio dobsoniano (talvolta detto semplicemente Dobson) è un tipo di particolare costruzione meccanica per telescopio, reso popolare da John Dobson. • Sono caratterizzati da un telescopio newtoniano posizionato sopra una montatura altazimutale. • Presentano una semplicità costruttiva ed elevate tolleranze nella lavorazione, che permettono di realizzare strumenti di grande apertura ad un costo ridotto. • Sono adatti solo ad un utilizzo visuale e non fotografico. • Sono telescopi molto «facili da utilizzare», e permettono a prezzi contenuti di ottenere una buona qualità delle osservazioni grazie alla notevole quantità di luce raccolta. Il più grande telescopio amatoriale realizzato è un 48’’ (122 cm di diametro) 31 Telescopi solari L’osservazione solare può essere effettuata in due modi principalmente: • Luce visibile (normali telescopi dotati di opportuni filtri); • H-alfa (telescopi particolari, solo per uso solare). Normale telescopio newtoniano con applicato un filtro «astrosolar» Telescopio solare h-alfa con banda di funzionamento <0,5 A 32 I grandi telescopi ottici Perché gli osservatori sono costruiti in posti remoti sulla cima delle montagne? Hale – San Diego, California, USA (1700 m s.l.m.) Keck - Mauna Kea, Hawai, USA (4200 m s.l.m.) LBT – Arizona, USA (3221 m s.l.m.) • Per evitare l’inquinamento luminoso. • Per stare al disopra dello strato di inversione (dove si formano le nuvole “basse”). • Per avere un’atmosfera secca (assorbimento). TNG - La Palma, Canarie • Per avere buon “seeing”. (2400 m s.l.m.). VLT - Paranal, Deserto di Atacama, Cile (2635 m s.l.m.) Mappa dell’inquinamento luminoso mondiale (2000) 33 HALE - San Diego, California, USA (1700 m s.l.m.) • È il più grande telescopio all'Osservatorio Palomar; • Diametro di 5 m (200 pollici); 34 LBT(Large Binocular Telescope) – Arizona, USA (3221 m s.l.m.) • Diametro di 8,4 m per specchio 35 KECK - Mauna Kea, Hawai, USA (4200 m s.l.m.) • Osservatorio più alto al mondo; • In cima ad un vulcano spento; • Atmosfera secca; • Seeing eccezionale; • Ben al di sopra dello strato di inversione; Diametro dello specchio primario di 10 m 36 VLT (Very Large Telescope ) – Paranal, deserto di Atacama, Cile (2635 m s.l.m.) • Atmosfera eccezionalmente secca; • Seeing eccezionale; • Eccezionalmente buio (molto remoto); • Diametro del primario = 8,20m 37 TNG (Telescopio Nazionale Galileo)– La Palma, Canarie (2400 m s.l.m.). • È il più importante strumento ottico della comunità astronomica italiana. • Riflettore con diametro dello specchio di 3,58 m 38 La situazione europea dell’inquinamento luminoso… 39 Gli accessori dei telescopi Sono vari, e i principali sono riassumibili in: • Oculari; • Diagonali; • Lenti di Barlow; • Filtri; • Cercatori. 40 Gli oculari Sono costituiti da una lente, o da un gruppo di lenti, e sono posti all’estremità del telescopio. L'oculare ha la funzione di ingrandire l'immagine che si forma nel piano focale dell'obiettivo. è posizionato in modo che il suo asse e quello dell'obiettivo coincidano, e in modo che il suo fuoco coincida con il fuoco dell’obbiettivo. Esistono diverse tipologie di schemi ottici che possono essere composti da due lenti (nei più semplici ed economici), da tre, quattro o addirittura otto lenti. Le tipologie maggiori sono: • (H)Huygens; • (K)Kellner; • (Pl)Plossl; • (SP)Super Plossl; • (R)Ramsden; • (Or)Ortoscopico. 41 Schema ottico Kellner • Primo oculare acromatico moderno (1850); • Usa tre lenti, ed è caratterizzato dal fatto che utilizza un doppietto acromatico che riduce il cromatismo; • Sono relativamente economici e forniscono una discreta immagine a ingrandimenti medio-bassi. Schema ottico plossl (1860) • Usa quattro lenti disposte in due doppietti acromatici che riduce il cromatismo; • Alcuni modelli (Super Plössl) possono avere 5 lenti ed hanno un campo apparente un poco più ampio (fino a 55°) • Facili da costruire, ma hanno una corta estrazione pupillare soprattutto per gli oculari a focali basse. • Utilizza quattro lenti, un tripletto e una singola lente piano convessa; • Ha una buona estrazione pupillare e un'ottima riduzione delle aberrazioni e soprattutto delle distorsioni; • Sono considerati degli ottimi oculari (alcuni li considerano i migliori), di contro sono molto costosi. Schema ottico Ortoscopico (1880) 42 Come si sceglie un oculare? • Prima di tutto in base al tipo di telescopio (schema ottico, diametro e focale); • A seconda degli ingrandimenti che vogliamo ottenere scegliamo un oculare principalmente dalla sua lunghezza focale (in mm, esempio 5 mm, 20 mm ecc…); Ricordiamoci che è la lunghezza focale dell’oculare a stabilire gli ingrandimenti del telescopio. • Poi in base allo schema ottico visto precedentemente (tipologia di oculare); • Poi in base al campo apparente inquadrato dall’oculare (espresso in gradi, es 45°, 70° ecc…). Due caratteristiche importantissime di un oculare sono la pupilla d’uscita e l’estrazione pupillare. La pupilla d’uscita è una grandezza che esprime il diametro del fascio luminoso in uscita dall'oculare di ogni telescopio. La pupilla d'uscita è molto importante per le osservazioni di oggetti poco luminosi, quali nebulose e galassie. L'estrazione pupillare rappresenta la distanza massima tra l'occhio e la prima lente dell'oculare, affinché l'osservatore possa osservare tutto il campo inquadrato. Un'ottima estrazione pupillare permette di fare osservazioni più comode, evitando di stare con 43 l'occhio attaccato alla lente dell'oculare. Come si sceglie un oculare? In commercio esistono 3 standard di oculari, contraddistinti dal diametro del barilotto: 24,5mm, 31,8mm (1,25’’), 50,8mm (2’’). I primi non si utilizzano più, se non per i telescopi giocattolo. Esistono in commercio anche oculari zoom, permetto di variare la lunghezza focale dell’obiettivo ottenendo un’ampia gamma di ingrandimenti. Oculare da 1,25’’ Oculare da 2’’ I buoni oculari costano (>200€) ma sono oggetti che rimarranno sempre e vi offriranno osservazioni di ottima qualità. È buona norma usare questa regolina per conosce gli ingrandimenti massimi del vostro telescopio: moltiplicate x 2 (massimo x2,5) il diametro (in mm) del vostro telescopio e otterrete più o meno gli ingrandimenti massimi che potrà sostenere. • Esempio, è inutile comprare un oculare da 4 mm da usare con un telescopio da 80 mm con focale di 1200 mm, poiché l'ingrandimento restituito, pari a 1200/4=300X è troppo elevato per lo strumento, che al massimo può essere utilizzato con un ingrandimento pari a 80X2,5=200X. 44 Diagonali • È un oggetto da posizionare nel fuocheggiatore del telescopio e serve per deviare il fascio di luce di 45°: all’estremità opposta vi è l’alloggio per l’oculare. • In alcuni telescopi a rifrazione si deve usare il diagonale per tenere l'oculare abbastanza in fuori e per conseguire una buona messa a fuoco. • Inoltre il diagonale facilità la visione in molte configurazioni dei telescopi che abbiamo visto, escluso i newton dove generalmente non si utilizza. • È sconsigliato l’utilizzo di diagonali troppo economici perché non hanno una buona riflettività della luce e potrebbero portare un peggioramento nell’immagine che si osserva nell’oculare. • Esistono sia da 2’’ e sia da 1,25’’. 45 Lente di Barlow Luce senza lente di Barlow, Luce con lente di Barlow Lente di Barlow, Obiettivo del telescopio La lente di Barlow è un moltiplicatore di focale. Si usa prevalentemente nei telescopi (ma è usata anche in fotografia), per aumentare il fattore di ingrandimento sviluppato dallo strumento. Prende il nome dal suo inventore, l'ingegnere inglese Peter Barlow. Esistono Barlow acromatica a 2 lenti e l’apocromatica a 3 (APO). Quest’ultima è da preferire. Sul barilotto della Barlow è stampato il fattore d'ingrandimento, seguito da una "x". 46 Filtri Sono di molte tipologie, e si possono usare sia in fotografia che in uso visuale. Quelli che si possono usare per un uso visuale: • Filtri solari (esempio astrosolar); • Filtri lunari (E' un semplice attenuatore di luce, grigio o verde, che assorbe circa il 90% della luce e che permette di osservare la Luna senza restarne abbagliati); • Filtri colorati (Sono piccoli filtri da avvitare al barilotto degli oculari, in grado di migliorare la visibilità dei pianeti); • Filtri interferenziali (Sono filtri che lasciano passare solo alcune frequenze e sono possibili diverse soluzioni, dalla riduzione dell’inquinamento luminoso fino a filtri per aumentare il contrasto delle nebulose contro il fondo del cielo 47 Cercatori • Il cercatore è un piccolo cannocchiale che viene montato sul tubo del telescopio e serve per facilitare il puntamento degli oggetti celesti. • Centrare un pianeta o una nebulosa con gli alti ingrandimenti di un telescopio è spesso difficile e lungo è per questo che si ricorre all’uso del cercatore. È utile per cercare gli oggetti utilizzare oculari con focali alte per ottenere meno ingrandimenti e facilitare la ricerca dell’oggetto. Come per i binocoli i cercatori riportano un numero che ne identifica gli ingrandimenti e un numero che indica il diametro (in mm) del cercatore stesso. Cercatore 8x50 Esistono anche cercatori elettronici con mirino a puntino rosso (red dot) che permette una rapida ricerca dell’oggetto cercato. Qui a fianco è riportato il Telrad uno dei migliori puntatori a mirino rosso che proietta 3 cerchi concentrici su di un vetro trasparente posto a 45° 48 Una base solida…le montature. • La montatura del telescopio è forse la parte più importante di tutto l’apparato (telescopio più accessori) sia per un uso visuale che fotografico. • Principalmente sono di due tipologie: • Altazimutali; • Equatoriali. In buona sostanza non sono molto diverse l’una dall’altra: entrambe hanno un treppiede (montatura Dobson a parte), ed entrambe permettono di compiere movimenti tra di loro perpendicolari. La differenza fondamentale è come sono inclinati gli assi principali delle rispettive montature. 49 Cosa cambia fra altazimutale e equatoriale? L’asse che nell’altazimutale è quello di azimut ed è diretto perpendicolarmente al terreno, nell’equatoriale è inclinato. Questo angolo è pari alla latitudine del luogo da cui si osserva (ovvero la distanza che separa la posizione dell’osservatore dal parallelo principale, cioè l’equatore). In questo modo l’asse di azimut di una montatura equatoriale non punta lo zenit (come nella altazimutale) ma punta il polo celeste. Quindi in una montatura equatoriale i due movimenti (Declinazione-DEC e Ascensione Retta-AR) sono allineati con i ‘’meridiani’’ e i ‘’paralleli’’ celesti, permettendo così di inseguire e di puntare più facilmente gli oggetti. Infatti per inseguire un oggetto una volta puntato con il telescopio, è sufficiente muovere solo uno degli assi, quello AR. 50 Montature Altazimutali • È una montatura più semplice da costruire (quindi più economica), è più facile da utilizzare ed ha una buona robustezza. Questi requisiti hanno fatto si che tale montatura sia più indicata per utilizzi visuali, come ad esempio i Dobson. • A parità di diametro dello specchio principale del telescopio l'ingombro di una montatura altazimutale è circa 1/3 minore di quello di una equatoriale. • Il grande svantaggio delle montature altazimutali è l'assenza dell'inseguimento degli oggetti nel cielo: mentre usarla per puntare un oggetto si rivela molto semplice, inseguire un oggetto si può rivelare al quanto difficile. Nelle osservazioni planetarie amatoriali, soprattutto a forti ingrandimenti, è molto difficile e complicato inseguire l’oggetto e si provocheranno inevitabili vibrazioni che impasteranno i dettagli più fini delle superfici planetarie. 51 Montature Equatoriali • Esistono in commercio differenti tipologie di montature equatoriali. E si possono dividere in due grandi categorie: • Montature equatoriali a forcella; • Montature equatoriali tedesche. Ad ogni modo qualsiasi sia il tipo di montatura equatoriale i movimenti sono sempre due: quello in orizzontale detta ascensione retta, e uno verticale detto declinazione. A differenza della precedente classe di montature è più costosa da realizzare, e inoltre è più ingombrante e pesante rispetto al telescopio che vi sarà posizionato sopra. Il notevole vantaggio è la possibilità di inseguire con più facilità gli oggetti. 52 Montature Equatoriali alla tedesca • La montatura equatoriale alla tedesca è sicuramente la montatura più diffusa fra gli astrofili amatoriali perché presenta è abbastanza versatile: è possibile fare fotografia astronomica, osservare con precisione gli oggetti ad alti ingrandimenti (esempio i pianeti), ecc… • Di contro è piuttosto costosa, in relazione anche al carico (in kg) che dovrà sopportare e alla precisione di inseguimento che vogliamo. È necessario allineare l’asse polare del telescopio alla l’asse polare celeste tramite il cannocchiale polare In una montatura alla tedesca è necessario bilanciare il peso del telescopio su entrambi gli assi in modo da avere un sistema più stabile. 53 GRAZIE PER L’ATTENZIONE! 54 Fonti e riferimenti • http://it.wikipedia.org; • http://www.danielegasparri.com/Italiano/montatura_equatoriale.htm; • Paola Battaglia - ‘’Telescopi: aberrazioni, ingrandimenti, luminosità e risoluzione.’’ Università degli Studi di Milano- Dipartimento di Fisica dello Stato Solido e Astrofisica; • www.lezionidiastronomia.it/ ; • Dr. Emanuele Pace - Lisa Gambicorti – ‘’Sistemi ottici: telescopi’’ corso di tecnologie spaziali; • http://digilander.iol.it/photallica/semi1.htm; 55