Laboratorio Didattica Ambientale Corso di introduzione all’Astronomia Lorenzo Brandi - Piero Ranfagni Il telescopio Caratteristiche generali: Il principale componente di un telescopio è uno specchio o una lente che raccoglie la luce e che prende il nome di apertura (collecting aperture). Essa viene definita da due parametri, il suo diametro D e la sua lunghezza focale F. Il diametro D definisce la quantità di energia che lo strumento è capace di raccogliere e che risulta proporzionale al suo quadrato. La lunghezza focale F definisce le dimensioni dell’immagine che si forma al piano focale Esprimendo s e F in mm. e in secondi d’arco, risulta: s = F Questa formula è molto utile per calcolare le dimensioni di un’immagine fotografica. Il rapporto f = F/D definisce l’f numero o rapporto focale. Il suo inverso è la velocità del sistema il cui quadrato (f2) è proporzionale al tempo di esposizione di una pellicola fotografica posta al piano focale. Tipi di telescopio: A seconda che l’apertura sia costituita da una lente o da uno specchio si distinguono telescopi rifrattori e telescopi riflettori. I rifrattori soffrono di due grossi difetti che degradono le immagini: l’aberrazione sferica e l’aberrazione cromatica Entrambe possono essere rimosse utilizzando una lente composta L’efficenza di trasmissione di un rifrattore dipende dalle perdite per riflessione e assorbimento. Oggi possono essere contenute entro il 10%, ma nei vecchi rifrattori si aggiravano attorno al 30%-50%. I riflettori non soffrono di aberrazione cromatica, perchè la riflessione non dipende dalla lunghezza d’onda e l’aberrazione sferica può essere rimossa costruendo specchi parabolici. I riflettori devono essere combinati con altri specchi (secondari) per poter funzionare. Vi sono due principali configurazioni, la newtoniana e quella Cassegrain. Nella prima la lunghezza focale del telescopio è uguale a quella del suo specchio primario. Nella seconda la lunghezza focale del telescopio si ottiene dalla lunghezza focale di primario e secondario e dalla loro distanza. L’efficenza di trasmissione di un riflettore è fortemente diminuita dall’occlusione del secondario oltre che dall’assorbimento della radiazione. Generalmente un riflettore si attesta attorno al 70% quando l’alluminatura è fresca. Riflettori e rifrattori a confronto: Al crescere delle dimensioni i riflettori sono più stabili, costano meno, hanno una maggiore efficenza di trasmissione I rifrattori non possono essere usati per la fotometria a causa del forte assorbimento nell’ultravioletto I riflettori richiedono di essere rialluminati una volta l’anno Gli osservatori visuali preferiscono i rifrattori Il potere risolutivo del telescopio: A causa della natura ondulatoria della luce la migliore immagine di un oggetto puntiforme è una figura di diffrazione a dischi concentrici Due stelle vengono viste separate se i centri dei loro rispettivi dischi di Airy cadono nel primo minimo delle loro figure di diffrazione. L’angolo sotto il quale le due stelle vengono viste separate viene detto potere risolutivo teorico del telescopio. D è il diametro del telescopio in mm. ed l’angolo in secondi d’arco “= 140/D Uso visuale del telescopio: Nell’osservazione visuale si desidera ispezionare l’immagine formata dall’apertura colletrice di luce. Per questo va usato un oculare che forma un’immagine virtuale ed ingrandita della sorgente. L’ingrandimento angolare è definito come il rapporto m = e/c Si dimostra che m = Fc/Fe L’ingrandimento non può assumere qualunque valore. Se si vuole utilizzare tutta la luce raccolta dal telescopio e il suo potere risolutivo ed evitare nel contempo la perdita di funzionalità dell’occhio, che interviene quando è costretto a formare un’immagine con un fascio troppo piccolo, devono valere queste condizioni: D/8 < m < D/0.8 D è al solito il diametro dell’apertura in mm. L’occhio nudo, per definizione, può osservare solo le stelle fino alla sesta magnitudine; 6 è la sua magnitudine limite. Se l’osservazione viene fatta con un telescopio la magnitudine limite si abbassa. La si può calcolare osservando che detti Bt Be D D il flusso apparente raccolto dal telescopio il flusso apparente raccolto dall’occhio il diametro del telescopio il diametro dell’occhio Bt/Be = D2/d2 E tenendo conto che l’efficenza di trasmissione è circa il 65% Bt/Be = (0.65) . D2/d2 Se da i flussi si passa alle magnitudini, si ottiene: mlim = 1 + 5 log(D) D misurato in mm. Non dobbiamo dimenticare che la visibilità di un oggetto può essere limitata dall’assorbimento atmosferico (estinzione), dalla scintillazione, dal luce del cielo specie in presenza della Luna e di forte inquinamento luminoso. Caratterizziamo i telescopi a disposizione presso il LDA: Marca D F f PR ml Konus 114 mm. 910 mm. 7.9 1.2” 11.3 M. LX10 200 mm. 2000 mm. 10 0.7” 12.5 M. LX90 200 mm. 2000 mm. 10 0.7” 12.5