[preamp-a250.tex] [Febbraio 2009] Laboratorio di Elettronica: Modulo Preamplificatori Nel modulo Preamplificatori del Laboratorio di Elettronica l’obiettivo è duplice: effettuare misure di linearità, guadagno e rumore su un preamplificatore di carica (v. parte I), e svolgere simulazioni su un sistema analogo a quello utilizzato nelle misure per mezzo del programma PSPICE (v. parte II). I: Misure su un preamplificatore di carica 1 Teoria dell’esperimento Il preamplificatore A250CF “CoolFet” della AmpTek è un preamplificatore di carica (CSA = charge sensitive amplifier) a basso rumore costituito da un FET raffreddato a -50 ◦ C e dall’amplificatore A250. Per un risultato ottimale è necessario collegare un circuito formatore (shaper) all’uscita del preamplificatore. Le principali caratteristiche del preamplificatore sono elencate nella tabella seguente. Le caratteristiche di rumore si riferiscono ad una costante di tempo di shaping di 2 µs e alla scelta del FET a bassa capacità (Ciss ) tra quelli disponibili. Preamplificatore AmpTek A250CF Guadagno Capacità del FET Rumore (0 pF in ingr., accopp. DC) Rumore (0 pF in ingr., accopp. AC) Polarità ingresso Capacità di test Uscita ENERGY Uscita TIMING Tempo di salita (0 pF in ingr.) Valori nominali 4 V/pC = 176 mV/MeV (Si) 15 pF (30 pF) 0.67 keV (FWHM) 1.20 keV (FWHM) positiva o negativa 0.5 pF ±4 V cost. di dec. 1 ms 2.5 ns Per le caratteristiche dettagliate vedere il manuale dell’A250CF: A250CF User Manual RevA2.pdf e la nota sulle applicazioni del preampl. A250: a250app.pdf (entrambi reperibili sul sito web http://www.amptek.com). 1 2 Materiale a disposizione • preamplificatore AmpTek A250CF ”CoolFet” • impulsatore Tektronix AFG 3101 oppure AFG 3251 (o anche LeCroy 9210/9211) • attenuatori VHF HP 355C e 355D • linear fan-in fan-out Lecroy (modulo NIM) • amplificatore da spettroscopia (shaper) CAEN N968 (documentazione: caen n968.pdf) • crate NIM • cavi coassiali • alcuni condensatori tra 2 e 100 pF • oscilloscopio digitale LeCroy Waverunner LT584 o simile (http://www.lecroy.com/ tm/library/manuals/WaveRunnerSeries/OperatorsManual/WR2 OM Rev C.pdf) 3 3.1 Esecuzione dell’esperimento Preparazione del sistema di misura È possibile iniettare una data carica nel preamplificatore fornendo un gradino di tensione di ampiezza Vt all’ingresso TEST IN: la carica iniettata sarà Q = Ct Vt , con Ct capacità di test già collegata nell’A250CF. I due attenuatori andranno collegati in serie tra l’uscita dell’impulsatore e l’ingresso TEST IN per ottenere valori di carica iniettata sufficientemente piccoli e quindi evitare la saturazione del preamplificatore. L’impulsatore deve pertanto essere regolato in modo da fornire un impulso rettangolare con un tempo di salita molto piccolo (il minimo è 0.9 ns per il LeCroy 9210/9211, 2.5 ns per il Tektronix AFG 3251 e 5 ns per il Tektronix AFG 31011 ), una durata almeno 10 volte la massima costante di tempo dello shaper che si desidera utilizzare (nel caso dello shaper CAEN N968 la massima costante di tempo è 10 µs), e un periodo almeno 10 volte la durata (per evitare sovrapposizione tra la risposta al fronte di salita e quella al fronte di discesa). L’uscita principale OU T P U T dell’impulsatore va collegata in serire ai due attenuatori variabili (rispettivamente da 120 dB e 12 dB) e successivamente 1 utilizzando l’uscita TTL si ha a disposizione una onda quadra con un tempo di salita inferiore a quello dell’uscita normale 2 all’ingresso TEST IN del preamplificatore. Utilizzando un Linear Fan-in Fanout LeCroy è possibile ottenere due copie identiche del segnale attenuato, da inviare rispettivamente al preamplificatore e all’oscilloscopio. A questo punto è bene verificare all’oscilloscopio che le uscite E (Energy) e T (Timing) corrispondano a quanto indicato nella documentazione del preamplificatore. L’uscita E (Energy) del preamplificatore va poi collegata all’ingresso del CAEN N968, e la relativa uscita UNI (unipolare) va collegata all’oscilloscopio. Le impostazioni iniziali del CAEN N968 potrebbero essere le seguenti: • BLR = AUTO • input polarity = NEG. • UNI delay = OFF • costante di tempo τ = 2µs Il guadagno dello shaper CAEN N968 può essere mantenuto relativamente basso. Con le impostazioni indicate il rumore RMS in tensione del CAEN N968 è di 5µV (fig. 2.3 del manuale), con effetto trascurabile sul rumore complessivo del sistema. Un esempio di configurazione dell’oscilloscopio per osservare il segnale in uscita dallo shaper, con i collegamenti: Ch.1 = Output del Linear Fan-in Fan-out LeCroy e Ch.2 = UNIpolar OUTPUT dello shaper CAEN N968, si trova nel SETUP3 [21-FEB-2007] memorizzato sul LeCroy LT584. 3.2 Misura del guadagno La misura del guadagno si basa sulla osservazione della tensione massima in uscita dopo lo shaper (Vout,sh,M AX ) per diversi valori della carica in ingresso, che si ottengono variando la attenuazione complessiva fornita dai due attenuatori HP 355C e 355D posti tra l’impulsatore e l’ingresso TEST IN del preamplificatore. È consigliabile partire da una carica minima di circa 4-5 fC e di non superare 1 pC per evitare la saturazione del preamplificatore. Vanno effettuate diverse serie di misure con i diversi valori disponibili per la costante di tempo τ dello shaper. Il valore di Vout,sh,M AX e il relativo errore possono essere ricavati mediante le funzioni di misura dell’oscilloscopio LeCroy LT584. Oltre a questo parametro si consiglia di registrare anche i tempi di salita e di discesa dell’impulso uscente dallo shaper. Per impostare una misura sul canale 1 (ad es.) dell’oscilloscopio LeCroy: selezionare il tasto WavePilot, MEASURE ⇒ mode ⇒ std voltage (questo include le grandezze: pkpk, mean, sdev, rms, amp); MEASURE ⇒ statistics: on, on trace: 1, from/to: on, CHANGE PARAM; si possono utilizzare i cursori per specificare la parte di segnale utilizzata per la misura. Analogamente è possibile impostare misure di tempo di salita e discesa. 3 3.3 Misura del rumore La misura del rumore si basa sulla osservazione all’oscilloscopio della forma d’onda in uscita dallo shaper, precisamente su un valore Vout,SH,RM S ottenuto mediante l’osservazione delle fluttuazioni in assenza di segnale (per es. scollegando il cavetto coassiale all’uscita dell’impulsatore LeCroy) oppure in presenza di segnale ma in una finestra temporale dove il segnale è trascurabile e la forma d’onda è, in media, piatta. In effetti l’osservazione delle fluttuazioni per es. al picco del segnale è complicata dal fatto che il segnale ha un andamento temporale non banale. L’oscilloscopio LeCroy LT584 permette di ricavare alcuni parametri statistici dalla osservazione ripetuta di una forma d’onda (la lista completa dei parametri viene data nel capitolo 11 del manuale, alle pagine 177-184). Per la misura di rumore il parametro rilevante è quello denominato sdev, ovvero la deviazione standard della tensione, campionata in una finestra temporale definita mediante i due cursori. Il parametro rms non è equivalente a sdev, poichè esprime il valore quadratico medio riferito al livello di 0 V, che non coincide necessariamente con il livello medio della forma d’onda considerata. Inoltre, dato che la forma d’onda del segnale non è rettangolare, per la misura di rumore conviene selezionare una finestra temporale dove il segnale è trascurabile, ad es. prima della salita del segnale stesso o dopo la sua discesa. Un esempio di configurazione dell’oscilloscopio LeCroy LT584 per misurare il rumore in uscita dallo shaper, con i collegamenti: Ch.1 = UNIpolar output del CAEN N968 [DC 50 Ohm] e Ch.2 = OU T P U T del Lecroy 9211 [DC 50 Ohm], si trova nel SETUP2 [10-MAY-2006]. È opportuno verificare subito se l’ordine di grandezza del rumore è quello previsto, e in caso contrario cercare di ridurre le influenze ambientali. Inoltre è consigliabile utilizzare i limiti di banda passante dell’oscilloscopio (due diverse impostazioni sono possibili: 20 MHz e 200 MHz, oltre al valore massimo di 1 GHz) per valutare se il rumore ad alta frequenza contribuisce sostanzialmente al rumore osservato. In ogni caso conviene impostare la carica iniettata su valori bassi (nell’ambito dei valori utilizzati per la misura di guadagno), in modo che la scala verticale (V/div) dell’oscilloscopio permetta di osservare e misurare il rumore. È opportuno ripetere ogni misura di rumore con il cavetto di ingresso allo shaper scollegato: in questo modo si valuta il contributo dovuto allo shaper, che andrà sottratto in quadratura dal rumore totale. Vanno effettuate diverse serie di misure di rumore con i diversi valori disponibili della costante di tempo τ dello shaper (le stesse utilizzate in precedenza per la misura di guadagno). È richiesto infine lo studio del rumore in funzione di alcuni valori di una capacità aggiunta in ingresso (DETECTOR INPUT) che simula la presenza di un rivelatore a semiconduttore. 4 4 Analisi dei dati I dati della misura di guadagno vanno elaborati con un fit lineare al grafico di Vout,SH,M AX in funzione di Qin (escludendo la eventuale zona di saturazione). Pertanto la quantità in ascissa deve essere Qin , ottenuta combinando l’ampiezza del gradino di tensione erogato dall’impulsatore, l’attenuazione impostata sui due attenuatori e il valore (fisso) della capacità di test. Alla fine il risultato va espresso in termini di Vout,P A /Qin , tenendo conto del guadagno impostato sullo shaper che corrisponde al fattore di conversione Vout,sh,M AX /Vout,P A . I dati della misura di rumore vanno trasformati dal valore misurato di deviazione standard (in mV) all’uscita dello shaper Vout,SH,RM S al valore di rumore equivalente in carica ENC espresso in coulomb, utilizzando il guadagno precedentemente determinato, e vanno espressi anche in elettroni. Va pure esaminata la dipendenza del rumore dalla costante di tempo dello shaper e (se possibile) dalla capacità di ingresso. I risultati ottenuti vanno infine confrontati con le specifiche del preamplificatore. 5 II: Simulazione di guadagno e rumore 5 Simulazione di preamplificatore e shaper Una analisi dettagliata dei vari contributi al rumore in un circuito molto simile a quello utilizzato per le misure della parte I si trova nell’articolo A.B. Rosenfeld et al., New Silicon detector for microdosimetry applications in proton therapy, IEEE Trans. Nucl. Sci., NS-47, N4, 1386-1394, 2000 e nella tesi di Ph.D. “The Development of a Novel Silicon Microdosimeter for High LET Radiation Therapy” di Peter D. Bradley, University of Wollongong, Australia (http://www.uow.edu.au/∼pbradley/PhDThesis/ thesisabstracttoc.htm). Tuttavia, non essendo pubblicato lo schema circuitale del preamplificatore AmpTek A250, non è possibile simulare accuratamente il circuito utilizzato nella parte I: in alternativa viene proposta la simulazione di un preamplificatore di carica basato su un amplificatore operazionale a basso rumore (v. più avanti). Analogamente, non essendo pubblicato lo schema circuitale dello shaper CAEN N968, viene proposta in alternativa la simulazione di un semplice shaper CR-RC con la possibilità di cambiare il valore della costante di tempo τ = RC. 6 Software a disposizione Il programma di simulazione PSPICE è disponibile all’interno della famiglia di prodotti software OrCAD/Cadence; prima di effettuare la simulazione è necessario definire il circuito da simulare con il componente Capture CIS (o anche Capture) del software. • usare il PC ”ARTEMIDE” (Windows 2000 SP4) nel laboratorio 135 • dal menu ”Programmi” selezionare: -> OrCAD 16.0 -> OrCAD Capture CIS • il manuale PSpice User Guide è disponibile su C:\Users\Ramello\labelettr \pspice-user-guide.pdf 7 Esecuzione della simulazione La simulazione del circuito dovrebbe permettere di riprodurre le caratteristiche principali della misura, senza pretese di accuratezza assoluta. Infatti (come già indicato) non è dato conoscere lo schema circuitale dettagliato del preamplificatore A250 e dell’amplificatore CAEN N968; visto però che le prestazioni 6 di rumore dipendono solo dal FET di ingresso (oltre che dalle caratteristiche del rivelatore eventualmente collegato) e dalla costante di tempo di shaping dell’amplificatore, dovrebbe essere possibile approssimare l’A250 con un amplificatore operazionale a basso rumore, mantenendo un FET come primo elemento (v. più avanti). Inoltre per osservare qualitativamente la sensibilità delle prestazioni (in particolare il rumore equivalente in carica, ENC) al valore della costante di tempo di shaping possiamo sostituire al complicato circuito del CAEN N968 un semplice shaper CR-RC con gli stessi valori di τ utilizzati per le misure nella parte I. 7.1 Circuito equivalente di un preamplificatore di carica Il circuito indicato in figura 1 rappresenta il preamplificatore A250CF in forma semplificata. È incluso il circuito di prova interno costituito da un condensatore (non calibrato) da 0.5 pF terminato su una resistenza da 50 Ω. +8 V A250 220 detector in preamplifier output − 2SK152 + 10 nF −8 V 0.5 pF test in 0.5 pF 50 1G Figura 1: Circuito equivalente semplificato del preamplificatore di carica A250CF. Sono stati omessi: il circuito di protezione del FET, il rivelatore e la sua rete di polarizzazione. NON UTILIZZABILE PER LA SIMULAZIONE (mancano i dettagli dell’A250). Dato che non è disponibile il circuito equivalente del preamplificatore A250, ai fini della simulazione si consiglia di utilizzare al posto della coppia FET+A250 un semplice op-amp a basso rumore come LF411, TLC251 oppure AD744K, configurato come amplificatore di carica, come indicato in figura 2. Gli op-amp indicati nella tabella seguente differiscono per le caratteristiche di velocità (il cosiddetto slew rate: varia da 5 V/µs per TLC251 a 75 V/µs per AD744K) e di rumore, si consiglia pertanto di provarne almeno due diversi. La scala di tempi 7 da utlizzare per osservare la forma del segnale in uscita dal preamplificatore (e analogamente in uscita dallo shaper) dovrà essere adattata all’op-amp scelto. Un esempio dettagliato si trova nelle specifiche dell’amplificatore operazionale AD744 a fig. 39. +15 V OP−AMP preamplifier output − detector in + 10 nF −15 V 0.5 pF test in 0.5 pF 50 1G Figura 2: Circuito equivalente ulteriormente semplificato del preamplificatore di carica, con un semplice amplificatore operazionale al posto della coppia FET+A250. Sono stati omessi: il rivelatore e la sua rete di polarizzazione. DA UTILIZZARE PER LA SIMULAZIONE In generale vanno usati i componenti che comprendono il modello PSPICE dettagliato, che si trovano nelle librerie Orcad/PSpice/. . . (il componente J2SK152 corrispondente al FET realmente utilizzato nell’A250CF, ad es., si trova nella libreria Orcad/PSpice/jjfet). Un elenco di op-amp potenzialmente interessanti per la simulazione sia del preamplificatore sia dello shaper è fornito nella tabella seguente. Maggiori informazioni sono disponibili su: http://www.orcad.com/community.pspice.models.apsx. Un esempio di progetto Orcad corrispondente alla figura 2 verrà fornito in laboratorio (vedere C:\Ramello\lab elett\LF411-CSA.opj). Op-Amp produttore LF411 TLC251 AD744K AD829J HA17741 HA5112 LT1028A OP-27E Nat. Semicond. Texas Instr. Analog Devices Analog Devices Intersil Intersil Linear Tech. Analog Devices libreria Orcad nat semi tex inst anlg dev anlg dev jopamp harris lin tech anlg dev 8 slew rate note V/µs 10-15 5 Bias Select = GND fino a 75 C=5pF tra pin 5 e 8 20 È interessante (solo se rimane tempo a disposizione, dopo l’effettuazione delle simulazioni richieste) aggiungere il circuito equivalente del rivelatore, cioè come minimo i due elementi Cd (capacità del rivelatore, ordine di grandezza 10 pF) e Rb (resistenza di polarizzazione del rivelatore, ordine di grandezza 100 MΩ), che possono contribuire significativamente al rumore. 7.2 Altri preamplificatori di carica In alternativa a quanto detto sopra è possibile simulare un preamplificatore di carica2 basato su un CFOPA (current feedback operational amplifier), in particolare la versione semplificata illustrata nella figura 2 dell’articolo citato. Per effettuare la simulazione occore procurarsi il modello PSPICE di uno dei CFOPA e di almeno uno dei JFET utilizzati, che sono elencati nella tabella seguente. Op-Amp AD846 OPA603 LT1223 JFET 2SK147 2N4416 2N4857 2N5434 produttore modello note Analog Devices sost. da AD811 Burr-Brown opa603x.mod ora Texas Instruments Linear Technology produttore modello note InterFET (IFN147) Siliconix v. AN104 Motorola Calogic Per ridurre il contributo al rumore da parte del JFET occorre scegliere la corrente di drain (mediante il valore della resistenza RD ) in modo da regolare opportunamente la transconduttanza gm ; inoltre conviene utilizzare i valori del condensatore e della resistenza di retroazione (Cf e Rf ) elencati nella Fig. 3 dell’articolo citato, a seconda del JFET utilizzato. L’uscita del CFOPA dovrà essere collegata allo stadio seguente, lo shaper (v. più avanti). 7.3 Circuito equivalente dello shaper Lo shaper CR-RC può essere rappresentato come in figura 3, utilizzando due amplificatori operazionali (per es. due HA17741) in configurazione non invertente. Il guadagno di ciascuno dei due stadi può essere regolato scegliendo i valori dei resistori R1 -R2 e R3 -R4 . La costante di tempo τ = RC dovrà assumere valori compresi nell’intervallo 0.5-10 µs, riproducendo i valori utilizzati nella misura. Tuttavia, nel caso che l’amplificatore operazionale utilizzato per la simulazione del preamplificatore 2 J. Gal et al., Nuclear Instruments and Methods in Physics Research A 366 (1995) 145- 147 9 R1 R2 R3 R4 +8 V IN +8 V − − + C R R 1 C −8 V OUT 2 + 2 −8 V RC time constant: with R = 1 k, C = 1 nF => t=1 us non−inverting amplifier 1: gain G1 = (R1+R2)/R1 non−inverting amplifier 2: gain G2 = (R3+R4)/R3 e.g.: G1 = 10 with R1=1k, R2=9k Figura 3: Circuito equivalente di uno shaper CR-RC. (figura 2) presenti caratteristiche temporali molto diverse dalla situazione sperimentale, le costanti di tempo dello shaper andranno opportunamente modificate e adattate a quelle del preamplificatore simulato. 7.4 Simulazione del guadagno Utilizzare un generatore di impulsi a gradino per simulare l’impulsatore LeCroy oppure Tektronix. Non è necessario simulare esplicitamente gli attenuatori, basta impostare sul generatore di impulsi valori di tensione pari a quelli inviati all’ingresso TEST IN del preamplificatore. Esaminare la forma d’onda in uscita dal preamplificatore e poi dallo shaper, in seguito riprodurre le misure con diversi valori della costante di τ tempo dello shaper. L’analisi da utilizzare è la Transient analysis (pag. 74-78 + capitolo 11). 7.5 Simulazione del rumore Il generatore di impulsi NON è strettamente necessario per la simulazione di rumore, dato che PSPICE somma tutte le sorgenti di rumore del circuito (resistenze, transistor, modelli funzionali dei circuiti integrati) e calcola la fluttuazione di tensione all’uscita senza richiedere la presenza di un segnale; invece, se si vuole ottenere il rumore riferito all’ingresso del preamplificatore, va inserito un generatore fittizio di tensione (o di corrente) per definire il ramo di circuito corrispondente. Le analisi PSPICE da utilizzare in questa fase sono AC sweep (pag. 79-83 + capitolo 10) e in particolare Noise analysis (pag. 351357). Nella sezione del profilo di simulazione AC dedicato al rumore occorre 10 specificare tre parametri: i) il nome di una tensione di uscita (il rumore verrà calcolato rispetto a questo punto del circuito), ii) il nome di un generatore di tensione o di corrente posto all’ingresso del circuito (il rumore risp. in tensione o in corrente all’ingresso verrà riferito a questo punto del circuito) e iii) l’intervallo ovvero ogni quanti valori di frequenza viene prodotta una stampa dettagliata dei contributi al rumore da parte di ogni componente del circuito. La grandezza calcolata da PSPICE più rilevante per l’analisi del rumore è NTOT(ONOISE) che rappresenta la densità spettrale di rumore in tensione all’uscita, espressa in V2 /Hz in funzione della frequenza. Inoltre è possibile esaminare il contributo al rumore dei vari elementi circuitali: ad es. NTOT(R1) sarà il contributo della resistenza R1 e cosı̀ via. Utilizzando i cursori sulla funzione SQRT(S(NTOT(ONOISE))) (si tratta della radice quadrata dell’integrale definito della densità spettrale, calcolato tra il valore minimo di frequenza e la frequenza visualizzata in ascissa) è possibile leggere il rumore totale (in volt) integrato in un certo intervallo di frequenze. Si consiglia di riprodurre le misure di rumore fatte nella parte I con diversi valori della costante di tempo dello shaper, rilevando ogni volta il rumore totale all’uscita (l’equivalente di Vout,SH,RM S ) - se possibile per diverse ampiezze di banda, e calcolare poi il rumore equivalente in carica ENC sulla base del rumore in tensione all’uscita e del guadagno (mV/fC), ottenuti nella precedente simulazione del guadagno. Solo se rimane tempo: aggiungere una capacità in ingresso in parallelo verso massa (diversi valori a partire da 10 pF) e osservare come si modifica il rumore. 7.6 Nota sui contributi al rumore in transistor bipolari e JFET Se si vogliono ottenere risultati affidabili in una simulazione di rumore elettronico in cui le sorgenti principali di rumore siano transistor (bipolari o JFET) occorre: • verificare che tutti i parametri rilevanti per il rumore nel modello PSPICE del transistor abbiano valori realistici; • esaminare in dettaglio i contributi delle varie componenti di rumore in ciascun dispositivo (transistor e resistenze). Riguardo al primo punto, occorre fare un controllo incrociato tra il modello PSPICE e la documentazione del costruttore. I parametri rilevanti per il rumore sono elencati nella tabella seguente. 11 JFET Bipolare parametro descrizione RD resistenza intrinseca di drain RG resistenza intrinseca di gate RS resistenza intrinseca di source AF esponente del rumore 1/f KF coefficiente del rumore 1/f parametro descrizione RB resistenza intrinseca di base RC resistenza intrinseca di collettore RE resistenza intrinseca di emettitore AF esponente del rumore 1/f KF coefficiente del rumore 1/f I vari contributi al rumore possono essere esaminati dopo la simulazione utilizzando espressioni del tipo NFID(J1) dove FID indica un tipo particolare di rumore (v. tabella seguente) e J1 indica il nome del transistor in esame nel circuito simulato. JFET Bipolare componente FID RD RG RS SID componente FIB RB RC RE SIB SIC descrizione rumore 1/f rumore termico associato a RD rumore termico associato a RG rumore termico associato a RS rumore granulare descrizione rumore 1/f rumore termico associato a RB rumore termico associato a RC rumore termico associato a RE rumore granulare associato a IB rumore granulare associato a IC Ciascun contributo è una densità spettrale espressa in V2 /Hz e contribuisce additivamente alla densità spettrale di rumore in uscita del dispositivo (ad esempio N T OT (J1)) e a quella complessiva del circuito N T OT (ON OISE). 8 Analisi dei risultati di simulazione Confrontare per quanto possibile i risultati di simulazione con le misure sperimentali effettuate sul preamplificatore A250CF oppure con quelle riportate dall’articolo citato in precedenza sul preamplificatore basato su un CFOPA. Verificare in particolare la dipendenza del rumore e del guadagno dal valore della costante di tempo dello shaper. 12 9 Bibliografia 1. Le tecniche di misura del rumore sono descritte nei paragrafi 7.18 e 7.19 di P. Horowitz and W. Hill, The art of electronics (second edition), Cambridge University Press 1989. 2. Preamplificatori e formatori sono trattati ad esempio in: • J. Millman and A. Grabel, Microelectronics (second edition), McGrawHill 1987 [621.382 MIL] in particolare i paragrafi da 16-8 a 16-12; • Z.Y. Chang and W.M.C. Sansen, Low-Noise Wide-Band Amplifiers in Bipolar and CMOS Technologies, Kluwer Academic Publishers 1991 (1997) [621.382 CHA 1 e 1BIS]; • Gray, Hurst, Lewis and Meyer, Analysis and design of analog integrated circuits (fourth edition), J. Wiley and sons 2001 [621.38 GRA 2 e 2BIS] (questi volumi sono disponibili nella Biblioteca della Facoltà di Scienze M.F.N.) 13