Close window to return to IVIS in collaborazione con RICHIESTO ACCREDITAMENTO SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI organizzato da certificata ISO 9001:2000 INFORMATION SCIVAC Secretary Palazzo Trecchi, via Trecchi 20 Cremona Tel. (0039) 0372-403504 - Fax (0039) 0372-457091 [email protected] www.scivac.it Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC Chirurgia delle neoplasie toraciche e delle pericardiopatie Theresa W. Fossum DVM, MS, PhD, Dipl ACVS, College Station, Texas, USA NEOPLASIA POLMONARE La neoplasia polmonare primitiva nel cane e nel gatto è meno comune di quella metastatica. Nella maggior parte dei casi sono coinvolti i lobi diaframmatici, ed i lobi del polmone destro sono colpiti più spesso di quelli del sinistro. La classificazione dei tumori polmonari primitivi viene solitamente basata sul quadro istologico predominante, dal momento che non è sempre possibile effettuare la specifica localizzazione anatomica del tumore di origine e che può essere presente più di un tipo di neoplasia. L’adenocarcinoma è il tipo istologico più comune riscontrato nel cane e nel gatto; il carcinoma squamocellulare ed i carcinomi anaplastici sono meno frequenti. I tumori polmonari primari di origine connettivale (ad es., osteosarcoma, fibrosarcoma, emangiosarcoma) sono rari. Anche se la maggior parte delle neoplasie polmonari è di origine maligna, sono state descritte forme benigne (adenoma papillare, adenoma bronchiale, fibroma, mixocondroma e plasmocitoma). Le neoplasie polmonari sono altamente aggressive e tendono a dare precocemente origine a metastasi. Al momento della diagnosi, queste ultime sono già presenti nella maggior parte dei carcinomi anaplastici e di quelli squamocellulari e nella metà circa degli adenocarcinomi. La metastasi è spesso localizzata ai polmoni stessi e/o ai linfonodi regionali. Il trattamento d’elezione per i noduli isolati o le masse multiple a carico di un singolo lobo, se non vi sono segni di metastasi a distanza o di un coinvolgimento extrapleurico, è rappresentato dalla resezione chirurgica su ampia base. L’asportazione è occasionalmente indicata per le metastasi polmonari di un tumore primitivo situato in una sede distante (ad es., osteosarcoma di un arto). Si preferisce ricorrere alla toracotomia intercostale piuttosto che alla sternotomia mediana, perché assicura un’adeguata esposizione per la lobectomia e la biopsia linfonodale. La lobectomia parziale va effettuata soltanto quando il tumore è localizzato alla periferia del lobo polmonare; altrimenti, si deve eseguire la lobectomia totale. MASSE MEDIASTINICHE Le masse presenti nel mediastino del cane e del gatto sono di solito neoplastiche, benché occasionalmente si trovino ascessi, granulomi e cisti. Il linfoma è il più comune tumore mediastinico craniale del cane e del gatto. Altre neoplasie occasionalmente riscontrate in questa sede sono rap- presentate da timomi, chemodectomi (tumori dei corpi aortici e carotidei) e neoplasie ectopiche della tiroide e delle paratiroidi. I timomi sono le più comuni neoplasie suscettibili di trattamento chirurgico del mediastino craniale del cane e nella maggior parte dei casi sono benigni. Tuttavia, dal momento che l’aspetto istologico dei tumori è scarsamente correlato al loro comportamento clinico, spesso si utilizzano i termini di “invasivo” o “non invasivo”. I timomi dello stadio I (non invasivo) sono ben circoscritti e non si estendono oltre la capsula timica. Altri possono spingersi al di là della capsula localmente e possono invadere gli organi circostanti e/o dare origine a metastasi ad altre strutture toraciche o extratoraciche. I segni clinici associati ai timomi possono essere dovuti ad occupazione di spazio, sindrome paraneoplastica o entrambi. Man mano che si ingrandiscono, i timomi possono causare difficoltà respiratorie comprimendo i polmoni o la trachea e/o inducendo versamento pleurico. I versamenti associati ai timomi possono essere sieroematici o chilosi. Le sindromi paraneoplastiche sono effetti a distanza di un tumore. Il 50% circa dei timomi del cane è associato a myasthenia gravis (MG). Questa è un disordine neuromuscolare autoimmune caratterizzato da debolezza muscolare. La debolezza è dovuta ad una carenza di recettori acetilcolinici funzionali nella membrana neuromuscolare postsinaptica causata da autoanticorpi che si legano ai recettori e li bloccano. Altre sindromi paraneoplastiche associate ai timomi sono la neoplasia non chimica e la polimiosite. Man mano che si ingrandiscono, i timomi possono comprimere la vena cava craniale ed altri vasi toracici craniali, causando edema della testa, del collo e/o degli arti anteriori (sindrome della vena cava craniale). Le cisti branchiali timiche si sviluppano a partire dalle vestigia del sistema degli arti branchiali del feto. Si possono trovare nel sottocute del collo o nel timo. La loro rottura può esitare in una reazione infiammatoria cronica ed in un’ascessualizzazione. La timectomia si può eseguire attraverso una toracotomia intercostale a livello del terzo o quarto spazio di sinistra se il tumore è piccolo, oppure attraverso una sternotomia mediana craniale. Se la massa è di grandi dimensioni, l’approccio attraverso la sternotomia mediana consente una migliore visualizzazione delle strutture circostanti come la vena cava craniale. I piccoli timomi incapsulati di solito possono venire asportati senza difficoltà, ma nelle neoplasie grandi ed invasive spesso non si può fare altro che una citoriduzione. I timomi sono spesso friabili ed occasionalmente cistici e devono venire manipolati con Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC cautela per evitare di disseminare di cellule tumorali la cavità toracica. Le cisti branchiali timiche si presentano come masse multilobulari contenenti numerose cisti in sezione trasversale. PERICARDIOPATIA I versamenti pericardici benigni idiopatici e neoplastici si osservano più comunemente nei cani delle razze di grossa taglia e giganti. L’emangiosarcoma dell’atrio destro è particolarmente comune nel pastore tedesco e nel golden retriever. Il versamento pericardico idiopatico è stato segnalato con maggiore frequenza nel golden retriever, nel pastore tedesco ed in altre razze canine di grossa taglia. I tumori del corpo aortico sono più comuni nei cani anziani delle razze brachicefale. I cani di media età e di media e grossa taglia sono più comunemente colpiti da una pericardiopatia costrittiva; tuttavia, si tratta di una condizione rara. I motivi che spingono i proprietari a portare alla visita gli animali con versamento pericardico sono rappresentati da debolezza, letargia, intolleranza all’esercizio e/o collasso. I pazienti spesso presentano congestione destra, ascite e/o versamento pleurico. Il più comune problema segnalato dai proprietari degli animali con pericardite costrittiva è l’ingrossamento addominale. Meno frequentemente, possono venire rilevati dispnea, tachipnea, debolezza, sincope e/o perdita di peso. Occasionalmente, è presente una precedente anamnesi di versamento pericardico idiopatico. I riscontri clinici sono correlati alle conseguenze del tamponamento cardiaco ed all’insufficienza cardiaca congestizia destra. Di solito si osserva la classica triade di segni del tamponamento cardiaco (polso arterioso rapido e debole, vene giugulari distese e toni cardiaci diminuiti). Si rileva una distensione delle vene giugulari o un riflusso epatogiugulare positivo, che però viene comunemente sottovalutato. La misurazione della pressione venosa centrale dimostra un’ipertensione venosa sistemica e risulta spesso superiore a 10 ml H2O (mentre normalmente è inferiore a 6 ml H2O). Se è presente un versamento pleurico, i suoni polmonari possono risultare diminuiti. Altre anomalie auscultabili (ad es, ritmo di galoppo, soffi cardiaci, aritmie) sono poco comuni. Si possono riscontrare anche ascite, epatomegalia e/o edema periferico. L’esame radiografico del torace di solito evidenzia vari gradi di ingrossamento globoide (per cui la silhouette cardiaca perde la propria conformazione normale ed assume un profilo globoso.). In genere non ci si aspetta il riscontro radiografico di edema o congestione polmonare e ciò contribuisce a distinguere il versamento pericardico dalla miocardiopatia dilatativa. Se si è sviluppata una congestione destra di solito risultano evidenti distensione della vena cava caudale, epatomegalia, ascite e versamento pleurico. I tumori della base del cuore possono deviare la trachea e determina- re un effetto di massa. I riscontri radiografici anomali negli animali con pericardite costrittiva sono poco evidenti; la silhouette cardiaca può essere arrotondata. Può risultare evidente una dilatazione della vena cava caudale. La diagnosi definitiva di versamento pericardico viene formulata facilmente attraverso l’ecocardiografia. Anche se la pericardiocentesi determina un sollievo temporaneo del tamponamento cardiaco, il trattamento palliativo a lungo termine del versamento pericardico spesso richiede la pericardectomia. Quest’ultima può venire eseguita attraverso una toracotomia intercostale o una sternotomia mediana, oppure può essere attuata mediante toracoscopia. Nei soggetti operati con quest’ultima tecnica, non hanno trovato conferma i timori relativi al fatto che asportando soltanto una piccola porzione del pericardio si possa consentire a quella rimasta di aderire al cuore e causare una recidiva del versamento. Ciò nonostante, quando la pericardectomia viene effettuata in associazione con una toracotomia si raccomanda di asportare una porzione abbondante di pericardio. Se si ricorre alla toracotomia aperta, è tecnicamente più facile eseguire una pericardectomia attraverso una sternotomia mediana perché con questo approccio è possibile accedere ad entrambi i lati del cuore ed ad entrambi i nervi frenici. Se si sospetta un emangiosarcoma dell’atrio destro, bisogna utilizzare una toracotomia intercostale a livello del 5° spazio destro oppure una sternotomia mediana. La rimozione dei tumori dell’atrio destro può venire eseguita altrettanto bene con entrambi gli approcci. I chemodectomi possono avere origine dalla parte sinistra o destra della base del cuore. La pericardectomia in questi casi va effettuata attraverso una toracotomia dal lato in cui si sospetta che si trovi la massa tumorale. Se prima dell’intervento non è stata identificata una neoplasia cardiaca e si sospetta solo un versamento pericardico idiopatico, la pericardectomia va attuata attraverso una toracotomia destra o una sternotomia mediale, perché in questo modo è comunque possibile esaminare e, se necessario, incidere, l’atrio destro. Benché si possa eseguire una pericardectomia totale, negli animali con versamento pericardico di solito risulta adeguata una pericardectomia subfrenica. La pericardectomia totale può essere indicata in alcuni casi con neoplasia o processi infettivi del pericardio. La pericardectomia totale va effettuata preferibilmente attraverso una sternotomia mediana. Indirizzo per la corrispondenza Theresa W. Fossum Tom and Joan Read Chair in Veterinary Surgery Director, Clinical Programs and Biomedical Devices, Michael E. DeBakey Institute Professor of Surgery, Texas A&M University College of Veterinary Medicine College Station, Texas 77843-4474 E-mail: [email protected] Tel: (979) 845-2351 - Fax: (979) 845-6978 This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee