Psicopatologia del pensiero Il pensiero - e-Learning

annuncio pubblicitario
Dipartimento di Psicologia
Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche
Psicopatologia del pensiero
Anno accademico 2014-2015
Il pensiero
Attività mentale attraverso cui vengono risolti
problemi, utilizzando, in funzione del contesto,
le conoscenze acquisite.
Il pensare è l’attività mentale che segue ad un
problema e precede la sua risoluzione.
Il pensiero opera su delle rappresentazioni
mentali (concetti) in funzione di un sistema
simbolico e di una logica di riferimento.
E’ un’attività composita ed orientata,
costituita cioè da stati successivi che fluiscono
ordinatamente da una premessa verso una
conclusione.
1
Organizzazione e finalizzazione sono dunque
due aspetti che assumono un peso di rilievo
nella valutazione delle modalità di pensiero.
PROCESSI DEL PENSIERO
DISTURBATO
La
psicopatologia
classica
ha
orientato
l’osservazione verso due categorie di elementi:
- gli aspetti formali cioè le modalità di
codificazione e trasmissione del messaggio;
- i contenuti del pensiero.
Tuttavia i due aspetti del contenuto-messaggio e
della forma-codifica hanno delle connessioni
reciproche: una loro separazione è utile solo dal
punto di vista descrittivo.
Disturbi formali del pensiero
- Non vi è alcun modo di accedere direttamente ai
pensieri di un’altra persona;
- L’esistenza di alterazioni formali del pensiero
viene quindi dedotta in via indiretta dall’analisi
della comunicazione
Vi sono rapporti stretti tra le modalità con le quali
un messaggio viene codificato a livello
intrapsichico e le modalità con le quali viene
codificato a livello comunicativo.
2
Normale flusso del pensiero
Tratta da: Trattato Italiano di psichiatria
Ideazione come associazione
„
„
„
I pensieri (eventi psichici) possono essere
concepiti come una sequenza ininterrotta.
Da ogni pensiero possono nascere una o più
associazioni, che danno origine a ulteriori
eventi psichici.
Tendenza determinante: fenomeno per
cui, all’interno della costellazione, un concetto
assume la preminenza; esso determina la
coerenza del flusso di pensiero verso la
propria meta.
DFP
„
„
„
„
„
„
„
„
Accelerazione
Rallentamento
Ridondanza procedurale
Deragliamento
Tangenzialità
Illogicità
Perseverazione
Blocco
3
Accelerazione
„ I
processi associativi si svolgono con maggiore
rapidità a scapito dell’efficacia comunicativa.
„ Elevata produzione di idee che si susseguono incapaci
di fissarsi su contenuti specifici;
„ La direzione del pensiero non è mantenuta a lungo e
nonostante i nessi logici conservati, essa muta
continuamente direzione (distraibilità);
„ Eloquio
fluido, scorrevole, ricco e irrefrenabile
(logorrea);
„ Sensazione soggettiva di “pressione”.
Tratta da: Trattato Italiano di psichiatria
Nella sua forma più estrema, rende molto
difficile una valida comunicazione col paziente:
si parla di fuga delle idee:
„
„
„
La possibilità di associazioni valide scompare quasi
totalmente;
Solo associazioni superficiali guidate da criteri di
assonanza, somiglianza, rima o da fattori
totalmente casuali;
Il paziente può apparire del tutto incoerente.
4
La progressione del pensiero può essere comparata
al gioco del domino in cui la prima metà del gioco
determina la seconda parte. L’assenza di una
direzione dominante nel pensiero permette che il
flusso sia determinato da associazioni casuali,
associazioni verbali di qualunque tipo (assonanze,
allitterazioni e così via), associazioni sonore,
proverbi, massime, clichés”.
(Casey, Kelly, 2009, p.55)
Birmingham, Kingstanding; see the king,
he’s standing, king, king, sing, sing, bird
on the wing, wing on the bird, bird, turd,
turd.
“Loro pensavano che io fossi a casa nella
dispensa... C’è una scatola magica... Povera
cara Caterina, sai, Caterina la Grande, la grata
di fuoco, sono sempre vicino al focolare, voglio
gridare di gioia, alleluia!”
5
La fuga delle idee è tipica della mania.
Si verifica occasionalmente in individui affetti da
schizofrenia, quando sono eccitati, o in individui
con stati organici.
Rallentamento
I processi associativi si svolgono con:
„
„
„
accentuata lentezza;
bassa produttività;
ridotta efficacia rispetto alle condizioni normali.
Spesso
la
produzione
non
procede
spontaneamente ma va sollecitata.
Accompagnato da inerzia motoria e riduzione
dell’espressività mimica.
„
„
„
Il pensiero, benché diretto a uno scopo, procede
così lentamente, con una tale preoccupazione
morbosa per pensieri tristi, che la persona può
fallire nel raggiungimento di questo scopo.
Il paziente mostra poca iniziativa, e non inizia
alcuna attività spontanea.
Quando gli si fa una domanda, sta a pensarci, ma se
non gli viene nessuna idea, non dà la risposta. La
risposta solitamente giunge dopo una notevole
latenza temporale.
6
Tratta da: Trattato Italiano di psichiatria
Questa condizione è vissuta soggettivamente come
difficoltà nel prendere decisioni, mancanza di
concentrazione e perdita di chiarezza nel pensare.
Il paziente può lamentare perdita di memoria e
sviluppare un’idea sovrastimata o delirante che i
pensieri gli sfuggano dalla mente.
Si verifica prevalentemente nella depressione.
Ridondanza procedurale
„ Perseverazione su contenuti di per sé utili, ma
sui quali si indugia oltre il necessario.
„ Il pensiero raggiunge il proprio obiettivo in
modo tortuoso, lento, indiretto e con l’interferenza
di idee secondarie.
„ Il soggetto, pur mantenendo il filo del discorso,
abbonda di elementi superflui, introduce dettagli
inutili, ribadisce precisazioni scontate e apre
parentesi che ostacolano il flusso.
7
Tratta da: Trattato Italiano di psichiatria
Perseverazione
Il paziente ripete in maniera stereotipata
parole, idee, soggetti pur avendoli
enunciati poco prima.
Un’operazione mentale persiste anche
quando si è esaurita la sua rilevanza
impedendo quindi la progressione del
pensiero.
E’ comune nei disturbi cerebrali organici.
Tratta da: Trattato Italiano di psichiatria
8
“Sa dirmi il nome di un passato capo del
Governo Italiano?”
“Prodi”.
“E quello attuale?”
“Prodi. No, cioè, volevo dire Prodi”.
Tangenzialità
Un soggetto risponde a una precisa
domanda in maniera solo marginalmente
collegata al tema (risposta obliqua).
9
Tratta da: Trattato Italiano di psichiatria
Illogicità
I processi ideativi non permettono di
giungere a conclusioni decifrabili secondo
le regole della logica comunemente usata.
Tratta da: Trattato Italiano di psichiatria
10
Blocco
Arresto brusco e inaspettato dell’eloquio,
a cui sottende un probabile arresto del
flusso associativo.
Il pensiero, in modo inaspettato e non
intenzionale, si interrompe.
Nei pazienti che conservano un certo
grado
di
insight
può
rivelarsi
un’esperienza terrificante.
„
„
„
Non è causata dalla distrazione, né dal
sopraggiungere di altri pensieri. Il blocco differisce
quindi dalle più comuni esperienze di perdita del “filo
del discorso” che si verificano in presenza di ansia.
Il paziente può spiegarlo in termini di sottrazione del
pensiero: “Il mio pensiero si è fermato perché le idee
mi sono state improvvisamente portate via dalla testa”.
Quando il blocco del pensiero è chiaramente presente,
è un indice altamente suggestivo di schizofrenia.
Livello di astrazione
Concretismo: ridotta o assente la capacità di
operare
astrazioni
e
generalizzazioni
e
accentuata tendenza al riferimento alla
singolarità concreta degli oggetti.
Impossibilità di fare ricorso al linguaggio figurato
e metaforico (incapacità di interpretare proverbi
e modi di dire).
Presente fin dalla nascita (oligofrenia) o
acquisito (demenze).
11
Altri DFP
Distraibilità: l’ideazione del soggetto è costantemente
sollecitata in molte direzioni da stimoli di varia natura
(sonori, visivi, intellettuali) che interagiscono fra loro e
allontanano l’individuo da una linea ideativa
principale.
Associazioni per assonanza: i concetti non sono più
associati secondo criteri logici ma attraverso
assonanze sonore, giochi di parole, somiglianze
linguistiche.
Neologismo: sono usati durante l’eloquio termini
inesistenti neoformati e spesso di significato
incomprensibile.
Disturbi del contenuto di pensiero
Deliri
Jaspers (1959) si riferiva alle idee deliranti come a
“giudizi patologicamente falsati”.
Egli suggeriva tre criteri definitori del delirio:
“Idee deliranti si chiamano in modo vago tutti i falsi
giudizi che posseggano in elevata misura le seguenti
caratteristiche:
1) La straordinaria convinzione con la quale vengono
mantenuti, l’impareggiabile certezza soggettiva;
2) Il
fatto di non essere influenzati dall’esperienza
concreta e da confutazioni stringenti;
3) L’impossibilità del contenuto”.
12
I tre criteri suggeriti da Jaspers hanno rappresentato
e rappresentano tuttora il punto di riferimento
fondamentale per ogni definizione del delirio.
Essi sono anche alla base della definizione di delirio
del DSM-IV.
„
“Falsa convinzione basata su erronee
deduzioni riguardanti la realtà esterna, che
viene fermamente sostenuta contrariamente
a quanto tutti gli altri credono e a quanto
costituisce prova ovvia e incontrovertibile
della verità del contrario. La convinzione non
è di quelle ordinariamente accettate dagli altri
membri della cultura o sub-cultura della
persona (per es., non è un articolo di fede
religiosa)”.
Nessuno
dei
tre
“criteri”,
preso
singolarmente, è sufficiente per distinguere
un’idea normale da un’idea delirante.
Inoltre, anche presi nel loro insieme, non
sembrano essere completamente adeguati…
13
Certezza soggettiva
E’ un criterio aspecifico in quanto comune a un
ampio spettro di vissuti sia normali che
patologici.
Esistono anche certezze soggettive mantenute
con straordinaria convinzione che possono
riguardare visioni del mondo di tipo religioso,
filosofico e scientifico che non possono certo
essere considerate idee deliranti (si pensi ad
esempio ai dogmi di fede).
Incorreggibilità
Caratteristica dell’esperienza delirante è la sua
non modificabilità di fronte ad argomentazioni
di tipo logico e di fronte all’evidenza.
Ciò costituisce una differenza rispetto alle
“certezze soggettive” non deliranti.
Normalmente, infatti, ogni certezza soggettiva
può essere valutata e discussa criticamente e
può essere soggetta a una parziale o totale
revisione se la logica o l’evidenza contrastano
con essa.
Incorreggibilità (2)
Anche in condizioni di normalità ovviamente
una certezza soggettiva può essere mantenuta
nonostante l’evidenza contraria ma vi è quasi
sempre almeno una teorica accettazione
della possibilità di un cambiamento.
Caratteristica dell’esperienza delirante è invece
la sua totale inaccessibilità all’ipotesi di una
modificazione della certezza soggettiva.
14
Incorreggibilità (3)
Certezza soggettiva “normale”:
“Io penso che le cose stiano così e
continuo
a
pensarlo
anche
se
potrebbero stare diversamente”.
Delirio:
“Le cose stanno così e in nessun altro
modo possibile”.
Incorreggibilità (4)
Neppure
l’incorreggibilità
della
certezza
soggettiva viene tuttavia ad afferrare in modo
adeguato l’essenza del delirio.
Infatti appare difficile definire come deliri
alcune convinzioni soggettive a sfondo, ad
esempio, religioso e ideologico che, in
particolari contesti culturali, storici (o anche più
semplicemente di dinamica di gruppo) non
appaiono correggibili con gli strumenti della
logica o dell’evidenza.
Impossibilità (falsità)
Questo criterio è stato spesso riformulato come
trasformazione soggettiva della realtà e da molti è
stato considerato come il più importante per una
definizione corretta dell’esperienza delirante.
Ad esempio, come abbiamo visto, esso è
determinante nella definizione di delirio riportata dal
DSM-IV.
15
Struttura auto-centrica
Ai criteri "classici" della definizione del delirio ne
va affiancato un quarto: la sua struttura autocentrica.
I temi deliranti sono cioè quasi sempre
incentrati sul soggetto che li esprime, si situano
cioè all’interno di un pressoché costante
autoriferimento personale e molto più
raramente riguardano visioni del mondo,
interpretazioni
filosofiche,
religiose
o
scientifiche.
Nell’esperienza delirante il paziente è al tempo
stesso oggetto e soggetto dei contenuti del
delirio e tutto si svolge costantemente attorno
alla sua persona che è il centro attorno al quale
ruota tutto l’universo.
Il paziente:
„
„
„
„
„
„
„
è oggetto delle persecuzioni, delle minacce e dei
complotti,
è il destinatario di messaggi con significati allusivi e
misteriosi;
è colui a cui le voci insultanti o imperanti si rivolgono;
acquisisce capacità, poteri o doti soprannaturali;
impersonifica la divinità o personaggi potenti o
temuti;
è il responsabile di tutti i mali propri o altrui;
è colui a cui viene sottratto il pensiero o la vita...
16
Forma e contenuto
„
„
„
Può essere utile riprendere la distinzione tra
forma e contenuto illustrata nelle lezioni
precedenti.
Rispetto alla forma, il delirio può essere
presente in molti e diversi quadri clinici
(schizofrenia, altri disturbi psicotici, disturbi
dell’umore ecc. ecc.)
Rispetto al contenuto, la sua analisi può
rivelarsi in alcuni casi interessante.
Contenuti dei deliri
L’analisi dei contenuti deliranti ha un
duplice interesse per il clinico.
Il primo interesse è a livello diagnostico;
Il
secondo
riguarda
la
potenziale
“comprensibilità” del delirio.
Utilità diagnostica
Alcuni temi sono riscontrabili con maggiore
frequenza in alcuni disturbi psichiatrici.
Ad esempio, nei disturbi affettivi con sintomi
deliranti è più probabile che i temi siano:
di colpa o rovina in presenza di un quadro
depressivo;
di grandezza in presenza di un quadro di
eccitamento maniacale.
Si tratta in ogni caso di probabilità e non di
certezza.
17
Non esistono infatti temi deliranti che siano
“patognomonici” o anche “specifici” di una
qualsiasi entità sindromica ma soltanto temi che
si riscontrano con maggiore frequenza in un
particolare disturbo rispetto ad altri disturbi.
Il tema delirante diventa così un elemento che
può aumentare o ridurre una probabilità
diagnostica, in associazione ad altri sintomi, ma
che non può, da solo, essere un elemento
probatorio o esclusivo per una diagnosi.
„
La psicopatologa classica distingue tra:
„
„
Deliri primari;
Idee simil-deliranti.
Deliri veri o primari
„
„
„
Il delirio si produce in uno stato di
coscienza lucido, in assenza di segni di un
disturbo organico.
La facoltà di giudizio in aree della vita
diverse da quella interessata dal delirio può
essere inalterata.
L’ingegnosità utilizzata con cui il pz difende
il proprio convincimento delirante dimostra
che la sua capacità di ragionamento
logico è intatta.
18
„
„
„
L’intero processo di pensiero è disturbato
nel delirio primario, non solo il contenuto.
“Seppi che mia moglie mi era infedele nel
momento stesso in cui vidi la lampadina
fulminarsi”.
Il contenuto del pensiero non e’ falso (la
moglie ammise di essergli infedele), ma è lo
stesso un delirio.
Nota bene….
La valutazione di un giudizio erroneo non
viene fatta solo sulla base di quella
particolare credenza o argomentazione,
ma prendendo in considerazione la totalità
del comportamento della persona e le sue
opinioni.
Esempio: convinzione di essere di stirpe reale
come
conseguenza
di
una
frase
dell’infermiera che gli diceva: “Ha dei tatuaggi
sul braccio”.
Idee simil-deliranti (deliri
secondari)
„
„
Psicosi affettive: il contenuto viene ad
essere progressivamente influenzato
dallo stato dell’umore che cambia;
Alla fine di tale processo, la credenza
errata diviene lo sviluppo logico
derivante da un’anormalità estrema
dell’umore.
19
Comprensibilità
La comprensibilità del delirio non è da intendere
come un’alternativa binaria a tutto o niente (sìno, presente/assente) quanto piuttosto come
un continuum caratterizzato da diversi livelli.
I temi deliranti si situano lungo questo
continuum.
Il continuum varia dall’estremo del delirio
incomprensibile, ingiustificabile e “insolito”
(rappresentato ad esempio dal furto del
pensiero nella schizofrenia) all’altro estremo del
delirio logicamente
e comprensibilmente
collegato ad una struttura di personalità
predisposta e ad una specifica sequenza di
eventi esistenziali.
Quanto più l’esperienza delirante ha il carattere
della incomprensibilità e della inderivabilità
(delirio primario) tanto più i contenuti tendono
a essere insoliti, bizzarri ed improbabili nei
confronti delle comuni esperienze normali.
20
Quanto più invece il delirio ha i caratteri della
comprensibilità e della deducibilità dal flusso
delle precedenti esperienze e dei precedenti
vissuti o anche dallo stato emozionale attuale
(“deliri secondari”), tanto più i contenuti
tematici appaiono vicini alle normali e comuni
esperienze.
Deliri
Classificazione per contenuto:
„
„
„
„
„
„
„
„
Persecuzione
Riferimento
Colpa
Negazione
Grandezza
Erotico
Ipocondriaco
Mistico
Delirio di persecuzione
„
„
„
„
Uno dei contenuti più frequenti;
Si ritrova nella schizofrenia (associato a deliri di
influenzamento e di riferimento e ad allucinazioni) e nei
disturbi deliranti.
Relativamente frequente nei disturbi affettivi e in
particolare nella mania.
Il paziente:
„
„
„
„
„
si sente oggetto di attenzione ostile da parte di persone
conosciute o sconosciute;
si sente osservato, spiato, seguito o controllato;
teme di essere drogato o avvelenato (delirio di veneficio);
vengono orditi complotti o macchinazioni ai suoi danni;
vede fatti, gesti o anche semplicemente oggetti come dotati di
particolari significati minacciosi o ostilmente allusivi.
21
Temi ricorrenti:
„ Persecuzioni di vario genere;
„ Congiure;
„ Affermazioni diffamatorie o calunnie;
„ Complotti organizzati da mafia, spionaggio,
partiti politici o potenze non identificate.
Delirio di riferimento
„
„
„
„
Si osserva con elevata frequenza soprattutto nella
schizofrenia.
Oggetto del delirio è la convinzione che situazioni,
oggetti, persone, fatti o avvenimenti assumano un
particolare e insolito significato allusivo, riferito in
genere alla propria persona.
Quasi sempre contenuti a connotazione ostile e
minacciosa (tipo particolare di delirio persecutorio).
Manca un contenuto persecutorio chiaramente
espresso e ben strutturato in presenza piuttosto di una
serie di vissuti di minaccia, diffusi a vari oggetti esterni.
Deliri di colpa, di indegnità, di
rovina
„
„
„
„
„
Frequenti nei Disturbi Depressivi ma riscontrabili anche in
disturbi come la Schizofrenia e alcuni disturbi organici.
Il paziente si sente responsabile e colpevole di danni e di
sciagure di ogni tipo motivando tali convinzioni sulla base
di avvenimenti e fatti di importanza irrilevante.
Si sente rovinato, finito, distrutto, indegno di essere
considerato una persona umana. Pensa di aver condotto
se stesso ed i propri familiari alla rovina economica ed al
disprezzo sociale.
E’ convinto che continuare a vivere significhi perpetuare
in eterno questa condizione dove lui è il responsabile e il
colpevole della rovina sua, dei suoi familiari, dei suoi
amici o addirittura dell’universo stesso.
Rischio di suicidio o di omicidio-suicidio.
22
Delirio di negazione
(o nichilistico)
„
„
„
„
„
Piuttosto raro.
Riscontrabile con maggiore frequenza nei Disturbi
Depressivi e, raramente, nella Schizofrenia e in alcuni
disturbi organici cerebrali.
Basato sulla convinzione della non-esistenza di sé, o di
una parte di sé, di una parte del proprio corpo o di
tutto il proprio corpo oppure di tutto il mondo
circostante.
Si associa a volte a deliri centrati su tematiche insolite
e bizzarre concernenti le proprie funzioni somatiche.
“Il mio intestino non esiste più e al suo posto esiste
solo materia putrefatta...”.
Delirio di grandezza
„
„
„
Contenuto speculare rispetto a quello dei deliri di
colpa, di indegnità e di rovina.
Si accompagna spesso alla mania.
Il paziente:
„
„
„
„
„
si può sentire ricco, potente e superiore tutti;
può impersonificare personaggi storici a cui è associato uno
stereotipo di potenza, di influenza o di ricchezza;
si può ritenere in grado di compiere le imprese più insolite o
eccezionali;
si sente investito di poteri fuori dal comune o sovrannaturali.
ritiene di aver fatto scoperte o invenzioni di eccezionale
importanza per l’umanità o di aver risolto problemi che
assillano l’uomo da millenni.
Talvolta può essere difficile valutare se una tematica
delirante rientra nei deliri di grandezza. Ad esempio la
convinzione delirante di essere in grado di leggere
telepaticamente il pensiero degli altri, oppure la
convinzione di poter influenzare col proprio pensiero
l’andamento degli affari del mondo.
Anche alcuni deliri erotici o mistici possono porre il
medesimo problema di inquadramento descrittivo.
23
Delirio erotico
„
„
„
Piuttosto raro;
Si riscontra con una certa prevalenza nel sesso
femminile;
La pz può ritenere:
„
„
„
„
„
di essere in possesso di attrattività sessuale fuori dal
comune;
di essere oggetto di corteggiamenti e di proposte a
sfondo sessuale continue e non sollecitate;
di essere in grado di effettuare conquiste sessuali e
sentimentali di ogni tipo (prossimo ai contenuti dei
deliri di grandezza).
In altri casi il delirio appare centrato in modo
specifico su un’unica persona, è il sintomo dominante
(o unico), ha caratteri di fissità tematica e persistenza
temporale e si manifesta in forma altamente
strutturata.
In questi casi l’oggetto del delirio è quasi sempre un
uomo più anziano, di ruolo sociale nettamente più
elevato e mai direttamente conosciuto.
Queste condizioni deliranti sono state in passato
inquadrate da Kraepelin nella paranoia o descritte
come un disturbo indipendente (Sindrome di De
Clerambaud).
Nel DSM-5 vengono classificate come Disturbi
Deliranti, Tipo Erotomanico.
24
Delirio di gelosia
„
„
„
„
„
Prevalente nel sesso maschile e dopo i 40 anni.
In genere ben strutturato e altamente pervasivo;
Con elevata frequenza tende ad identificarsi con un
disturbo indipendente (ad es. Disturbo Delirante, Tipo
di Gelosia del DSM-5).
Spesso riscontrabile nell’alcolismo cronico, con minore
frequenza nei disturbi affettivi e in particolare negli
Episodi Depressivi Maggiori.
Quando queste tematiche sono dominanti ma non
hanno caratteri deliranti possono essere inquadrate in
altri disturbi.
Convinzione dell’infedeltà a livello affettivo ma
soprattutto sessuale del proprio partner. Dato il
carattere di “possibilità” e di “comprensibilità” del
contenuto di gelosia e data la frequente scarsità di altri
disturbi psicopatologici concomitanti è talvolta difficile
esprimere un giudizio sulle caratteristiche deliranti o
meno delle convinzioni del paziente.
Caratteristiche tipiche sono la ricerca continua e
ossessionante di prove e di indizi, la tendenza a dare
un significato di prova a fatti obiettivamente irrilevanti,
la totale impossibilità di accettare un dubbio anche di
fronte ad ogni evidenza contraria o anche alla totale
assenza di ogni supporto concreto per la convinzione
del paziente.
Talvolta un riscontro esterno (colloquio con la/il
partner oggetto della gelosia o con familiari o amici)
può essere utile per avere un ulteriore elemento di
valutazione.
25
Il delirio di gelosia è comunque un buon esempio di
come una convinzione delirante possa coesistere con
una “non falsità” del contenuto.
Esso può infatti sussistere anche in presenza di una
reale condizione di infedeltà della o del partner.
Uno dei suoi caratteri più tipici non è tanto quello di una
convinzione di infedeltà centrata su di un’unica e
specifica persona, quanto l’attribuzione alla/al partner di
una molteplicità di relazioni più o meno
transitorie ed occasionali.
Delirio mistico
„ Il punto critico nella valutazione è legato alla
caratteristica auto-centrica o meno di tale convinzione.
„ Nei tipici deliri mistici il paziente può riferire di
comunicazioni telepatiche dirette e privilegiate con Dio o
di essere egli stesso parte della divinità, può sentirsi un
messaggero o un incaricato di Dio e comportarsi come
tale. In altri casi può sostenere di essere la nuova
incarnazione di Cristo, oppure di avere avuto le stimmate
e così via.
Delirio ipocondriaco
„
„
„
„
Convinzione di soffrire di una malattia fisica in assenza
di
qualsiasi
lesione
o
alterazione
somatica
obiettivamente rilevabile.
L’evidenza negativa dei ripetuti esami medici e di
laboratorio praticati viene considerata come irrilevante.
Un esempio può essere la convinzione delirante di
essere affetti da AIDS.
La presenza di preoccupazioni ipocondriache è una
evenienza abbastanza comune in psicopatologia.
Quando esse sono dominanti ma non hanno caratteri
deliranti vengono inquadrate nel Disturbo da ansia di
malattia (nel DSM-IV: Ipocondria), nella classe dei
Disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati.
26
Quando invece esse vengono sostenute con assenza di
critica e non correggibilità vengono inquadrate nei
Disturbi Deliranti, Tipo Somatico.
Deliri ipocondriaci possono fare la loro comparsa anche
nei Disturbi dell’Umore di tipo depressivo dove si
manifestano più frequentemente nelle persone anziane
e nei soggetti di basso livello socioculturale di
appartenenza.
Nei soggetti più giovani spesso sono in rapporto a
fattori organici quali traumi cranici o abuso di sostanze.
Deliri “bizzarri”
„
I contenuti dei deliri hanno una notevole
variabilità rispetto alla loro “diversità” dalle
esperienze che consideriamo normali:
„
„
„
„
i contenuti di gelosia o di colpa, ad esempio, si
situano nell’ambito dei contenuti normali;
altri
contenuti
rappresentano
indubbiamente
un’esperienza mal raffigurabile nella normale
esperienza (es, convinzione che il cervello sia stato
sostituito
dagli
alieni
con
un
computer
potentissimo).
Per questa ragione alcuni deliri vengono
compresi
a
volte
sotto
la
dizione
relativamente aspecifica di deliri bizzarri.
Nel DSM-5 i deliri bizzarri vengono definiti
come “chiaramente non plausibili
e non
comprensibili a pari appartenenti alla stessa
cultura e non derivano da esperienze di vita
ordinarie”.
27
Bizzarro o non bizzarro?
Il carattere più o meno bizzarro dei deliri non ha
una valenza solo descrittiva ma può assumere
un significato diagnostico.
Ad esempio, la presenza di un “delirio bizzarro”
è considerata un elemento caratteristico (anche
se non esclusivo) per la diagnosi di Schizofrenia.
Un delirio non bizzarro può orientare anche
verso altre possibili diagnosi.
Deliri di influenzamento
„
„
„
„
Il paziente si sente oggetto di azioni esterne che
trasformano e modificano la sua mente o il suo corpo
contro la sua volontà.
Il suo pensiero, i suoi atti e la sua volontà vengono
influenzati, controllati e guidati attraverso meccanismi
telepatici,
apparecchi
elettronici,
onde
elettromagnetiche, trasmissioni televisive ecc.
Il paziente si sente trasformato in un fantoccio, in un
automa o in un robot in balia di forze esterne e
minacciose che comandano ogni suo atto ed ogni suo
pensiero.
Frequentemente si associa ad altre alterazioni del
pensiero (alterazioni “formali”) e a vissuti di tipo
allucinatorio.
28
Deliri di influenzamento (II)
Alcune tipologie:
„
„
„
Inserimento del pensiero: il paziente “sa” che alcuni dei
suoi contenuti di coscienza non gli appartengono realmente
e sono estranei in quanto abusivamente introdotti tra i suoi
pensieri da forze o da entità esterne spesso ostili;
Furto del pensiero: il paziente percepisce il suo pensiero
come estratto, asportato o “rubato” con finalità ostili.
Associato spesso a situazioni di blocco del pensiero;
Trasmissione del pensiero: il paziente sente che la sua
attività di pensiero, ma anche le sue emozioni, i suoi ricordi
e i suoi desideri non sono più confinati alla sfera privata ma
sono diffusi e conosciuti pubblicamente attraverso
meccanismi telepatici o altri artifici.
Furto del Pensiero
„
„
Il paziente crede che i suoi pensieri gli vengano in
qualche modo portati via dalla mente ed egli ha,
come prodotto di questo processo, un sentimento di
perdita.
Una giovane donna di 22 anni disse: “Sto pensando a
mia madre, e all’improvviso i pensieri mi vengono
succhiati via dalla mente con un estrattore
frenologico a vuoto, e non rimane nulla nella mia
mente, è del tutto vuota...”
Inserimento del Pensiero
„
„
„
Sperimenta pensieri che non hanno la caratteristica
della familiarità, ma ha la sensazione che siano
stati messi nella sua testa senza la sua volontà,
dall’esterno.
Come nel furto del pensiero, è chiaramente presente
un disturbo dei confini del sé, specialmente riguardo
ai limiti tra ciò che è sé e ciò che non lo è.
Pensieri che infatti nascono dentro di lui vengono
presi per inseriti dall’esterno.
29
Esempio
Una casalinga di 28 anni disse: “Guardo fuori dalla
finestra e penso che il giardino è bello, l’erba sembra
fresca, ma mi entra nella mente il pensiero di Eammon
Andrews. Non ci sono più altri pensieri: solo questo...
Lui tratta la mia mente come uno schermo e fa balenare
i suoi pensieri nella mia mente come si illumina un
quadro”.
Diffusione (Trasmissione) del
Pensiero
„
„
„
Sensazione che i pensieri gli siano sottratti dalla
mente e, successivamente, in qualche modo resi
pubblici e proiettati in una vasta area.
La spiegazione che egli dà per come questo viene
fatto, com’è usuale per il contenuto dei deliri,
dipende dal suo retroterra culturale e dai suoi
interessi predominanti.
Uno studente di 21 anni disse: “Come io penso, i miei
pensieri lasciano la mente attraverso un certo tipo di
registratore. Chiunque intorno deve solo passare il
nastro attraverso la sua mente per conoscere i miei
pensieri”
Sintomi di primo rango
„
Schneider ha identificato alcuni sintomi che,
in assenza di malattie organiche, possono
considerarsi evidenze positive di schizofrenia.
30
„
Perché un sintomo possa essere
considerato di primo rango esso deve
avere le seguenti caratteristiche:
„
„
„
deve verificarsi con ragionevole frequenza
in schizofrenia;
non deve verificarsi in condizioni diverse
dalla schizofrenia;
non deve essere difficile stabilire se il
sintomo sia presente o meno.
Sintomi di primo rango di Schneider
Esperienze
dispercettive
(allucinazioni
uditive)
Voci dialoganti, discutono o litigano (del
paziente); Eco del pensiero (pensieri udibili);
Voci che commentano le azioni del paziente.
Percezioni
deliranti
Percezioni reali che assumono, senza un motivo
comprensibile, un significato abnorme,
generalmente nel senso dell’auto-riferimento.
Esperienze di
passività
Eventi esperiti come prodotti o influenzati da
altri nell’ambito dell’affettività, del corpo
(influenzamento somatico), della volontà
(senso di azioni imposte), degli impulsi.
Passività del
pensiero
Inserzione
Sottrazione
Diffusione
Percezione delirante
„
„
Percezione normale interpretata dal
paziente in modo delirante e considerata
molto significativa.
“Improvvisamente le cose significano
tutt'altro”.
31
Eco del Pensiero
(Gedanklautwerden)
Esperienza del paziente di udire il proprio pensiero
pronunciato all’esterno, sentire che:
le persone ripetono il suo pensiero appena dopo che è stato
pensato
le persone rispondono ai suoi pensieri
ne parlano avendo detto che sono udibili
o dicendo a voce alta quel che lui sta per pensare, in modo
tale che il pensiero ripete quello che le voci hanno detto
Esempio
Un pittore di 35 anni sentiva una voce flebile, con un
“accento di Oxford”, che attribuiva alla BBC; il volume
era un poco più basso di quello di una normale
conversazione, e si poteva sentire ugualmente bene con
entrambi gli orecchi. La voce diceva:
“Non posso sopportare quest’uomo, il modo in cui porge
la mano...”.
Egli sperimentava immediatamente ogni cosa che la
voce dicesse come il proprio pensiero, con l’esclusione
di qualsiasi altro pensiero. Quando leggeva il giornale la
voce diceva a voce alta qualsiasi cosa su cui cadessero i
suoi occhi. Non aveva il tempo di capire quel che stava
leggendo, che questo era subito pronunciato a voce
alta.
Voci Dialoganti
„
„
Presenza di due o più voci allucinatorie che
parlano o discutono tra di loro;
Il paziente di solito figura in terza persona nel
contenuto di quello che le voci dicono.
32
Esempio
Un paziente di 24 anni riferiva di sentire delle voci che
venivano dall’infermeria. Una voce pronunciata con tono
profondo e aspro diceva ripetutamente: “G.B. è un
maledetto paradosso insanguinato”, e un’altra con tono
più alto diceva: “Sì, dovrebbe essere rinchiuso”.
Una voce femminile in qualche occasione li
interrompeva dicendo: “Non è vero, è un uomo
amabile”.
Voci che commentano
„
„
La cosa abnorme è che vengono sperimentate
come percezioni e come provenienti
dall’esterno mentre molte persone normali
hanno dei pensieri, riconosciuti come propri,
che commentano le loro azioni;
La sequenza temporale secondo cui si presenta
il commento è tale per cui esso può:
„
„
precedere immediatamente l’azione del paziente
verificarsi durante la medesima o subito dopo.
Esempio
Una casalinga di 41 anni sentiva una voce che
proveniva dalla casa al di là della strada [...]. La voce
arrivava senza tregua ripetendo in modo monotono e
piatto tutto quello che stava facendo, con un misto di
commenti critici:
“Sta pelando le patate, prende il pelapatate, butta via
quella patata perché pensa che abbia la forma di un
pene, ha una mente sconcia, sta pelando le patate,
adesso le sta lavando...”
33
Esperienze di Passività
„
Denominate con vari termini:
„
„
„
„
„
„
„
esperienze di passività
esperienze prodotte
deliri di controllo
disturbi dell’attività personale
automatismo mentale
L’evento viene esperito come alieno rispetto
al paziente, dal momento che egli non lo
prova come appartenente a se stesso, ma
inserito in lui dall’esterno.
(Deliri di influenzamento)
Disturbi del contenuto del
pensiero non deliranti
„
„
Ossessioni
Idee prevalenti
Ossessione
Pensiero (o impulso, o immagine) persistente
e ricorrente che domina il pensiero
dell’individuo nonostante questi abbia la piena
consapevolezza
che
sia
completamente
irragionevole o priva di scopo o che domini i
suoi pensieri ben oltre la sua rilevanza e
utilità.
Il suo contenuto è causa di ansia e colpa per
la persona.
34
I pensieri sono particolarmente ripugnanti per
l’individuo.
Persone pudiche possono essere tormentate da
pensieri sessuali, quelle religiose da pensieri
blasfemi, quelle timide e inibite da pensieri
aggressivi.
Le ossessioni appaiono contro la volontà del
paziente che, di conseguenza, attua una
resistenza.
Per questo motivo esistono immagini mentali,
idee, paure, impulsi ossessivi ma non
allucinazioni o stati d’animo ossessivi…
Idee prevalenti
Sono idee accettabili, comprensibili, perseguite
al di là dei limiti della ragione.
Si tratta di idee isolate, abnormi, di natura né
delirante (l’evidenza retrostante non è falsa e
non sono incorreggibili) né ossessiva (non sono
percepite come prive di senso, anzi…),
preoccupanti per il grado in cui dominano la vita
del soggetto.
35
Sono “prevalenti” nel senso che provocano un
modo di funzionare disturbato o uno stato di
sofferenza al soggetto o a chi gli sta intorno.
Sono così dominanti che tutte le altre idee
diventano secondarie: tutta la vita del soggetto
viene a ruotare attorno a questa idea.
E’ qualitativamente simile alle convinzioni
politiche, etiche e religiose.
E’ strettamente associata a un’intensa
componente affettiva.
Di solito si associa a una personalità
abnorme.
Contenuti comunemente associati:
Idee persecutorie (tipo querulomane o religioso)
Gelosia
Ipocondria
Dismorfofobia
Parassitofobia
Anoressia
Transessualismo
(Innamoramento)
36
Idee ossessive e prevalenti
Idea prevalente
egosintonica
(non c’è lotta per cacciarla)
Idea ossessiva
egodistonica
Vissuta come parte integrante della personalità;
Legata ad affettività;
- Criticabile ma non vissuta come assurda;
- Limita le attività ma è meno invasiva;
- Quasi sempre assente coscienza di malattia (anche se
è presente consapevolezza dell’eccessivo spazio mentale
che le si riserva);
- Quasi sempre assenti compulsioni e rituali.
-
-
(lotta per cacciarla)
-
Vissuta come estranea alla personalità e non voluta;
Non ha rapporto con l’affettività;
Criticata come assurda;
Interferisce di più sulle attività del soggetto;
Presente coscienza di malattia;
Quasi sempre presenti compulsioni e rituali.
37
Scarica