BRUXISMO DENTALE, COS’E’, COME RICONOSCERLO E COME
TRATTARLO
Il termine “bruxismo” indica una parafunzione e non una malattia che racchiude nel suo ambito sia
il fenomeno del “serramento” che l’azione di “digrignamento” dentale.
Tutti noi normalmente serriamo i denti durante la giornata, ma si parla di parafunzione quando la
forza è eccessiva e l’atto viene compiuto non per scopi funzionali, come il mangiare ed il deglutire.
La scienza medica, definisce oggigiorno il bruxismo come una parafunzione se ci sono i seguenti
presupposti:
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abitudine conscia di serrare o stringere i denti
presenza conscia di un atto notturno o diurno che provoca la chiusura ed il serramento
dei mascellari per fini non funzionali
un disordine psicofisico che causa abitudini parafunzionali notturne e/o diurne.
Suddivisione e classificazione del bruxismo:
Il Bruxismo si divide in
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Digrignamento, ovvero bruxismo statico, che si manifesta con contrazioni inconsce senza
movimenti di lateralità dei muscoli masticatori attivati dal SNC (sistema nervoso
centrale) durante il giorno.
• Serramento, movimento causato da contrazioni inconsce e privo di movimenti di
lateralità della mandibola da parte dei muscoli masticatori, a loro volta attivati dal
sistema nervosa centrale prevalentemente di giorno.
Tale movimento si può presentare solo, oppure associato ad altre abitudini orali viziate come il
mordicchiare le unghie o pellicine che contornano le unghie; al succhiamento di labbra, dita, oggetti
come matite o penne, oppure al portare la posizione della mandibola non fisiologica.
In ogni caso entrambe le espressioni di buxismo di manifestano come contrazioni dei muscoli
masticatori che possono essere intermittenti o presentarsi per periodi di tempo prolungati. Se il
bruxismo non viene trattato è in grado di danneggiare la struttura dentale in relazione alla sua
durata ed intensità. Clinicamente il paziente avverte come un crampo, mentre a livello anatomico si
manifestano dei microtraumi per riduzione del circolo ematico, conseguente riduzione di ossigeno ,
accumulo di acido lattico, causa principale del dolore.
I muscoli soggetti da questi spasmi eccentrici si irrigidiscono sempre di più fino a manifestare una
riduzione dei movimenti mandibolari sia durante la fonazione che la masticazione.
Come si è accennato, il bruxismo va distinto a seconda che si manifesti durante il sonno o la veglia;
ma anche in primario, quando insorge in assenza di altre patologie, e secondario quando è associato
a malattie psicologiche, neurologiche, disturbi del sonno, assunzione di farmaci. Non
dimentichiamo il ruolo fondamentale dello stress che crea un disequilibrio tale all’organismo che è
costretto a reagire anche in modo non corretto al fine di adattarsi e portare il corpo nuovamente in
equilibrio.
Nei bambini e negli adolescenti, una forma temporanea di bruxismo è frequente in quanto di notte
si manifestano le inquietudini legate alla crescita, all’apprendimento ed all’educazione.
Sintomi frequenti
Se ci si ferma un attimo ad ascoltare il proprio corpo, si riesce a comprendere quali possano essere i
sintomi più o meno evidenti di bruxismo, e come tali sintomi si associano a dei sogni oggettivi .
In genere i sintomi che spingono il paziente bruxista a rivolgersi alla specialista odontoiatra sono:
• emicrania o cefalea,
• rumori articolai in apertura spontanea della bocca o forzata in occasione di una sbadiglio
• limitazioni del movimento mandibolare
• dolore a viso, collo spalle
• dolore dei muscoli facciali al risveglio
• sonno non riposante
• rumori notturni di sfregamento dentale
• segni di usura dentale
Terapia proposta dallo studio Montironi
Non ci sono motivi per trattare il bruxismo, anche dopo diagnosi certa, fino a che questa patologia
non diventi un problema conscio per il paziente.
La terapia si divide in
• Terapia d’urgenza
• Terapia immediata
• Terapia continuativa
La terapia d’urgenza consiste nel far indossare al paziente che si presenta con dei dolori articolari
una mascherina prefabbricata, velocemente disponibile, costituita da cuscinetti di acqua in modo
tale che lo spessore che si viene a creare tra le arcate dentali causi una deprogrammazione dei
muscoli masticatori. La presenza di un oggetto estraneo tra le arcate dentali consente al paziente di
assumere consapevolezza del fatto che il problema risiede nel serramento dei denti; il paziente
prende coscienza della parafunzione e riesce così a tenerla sotto controllo. Durata della terapia
massimo 3 gg.
La terapia immediata consiste nel fabbricare, dopo la terapia d’urgenza, una mascherina
anatomica alla arcate dentali, generalmente all’arcate superiore. Tale mascherina, fabbricata sul
calco della bocca del paziente, si esegue in quei casi in cui la terapia d’urgenza non ha effetto.
Durata della terapia massimo fino a qualche mese, ed talvolta in modo saltuario.
La terapia continuativa si esegue in quei casi avanzati in cui di seguito alla terapia immediata. Bite
occlusali, o placche occlusali in resina rigida vengono opportunatamente fabbricati, fatti indossare e
controllati una volta al mese al fine di riequilibrare ed armonizzare i contatti occlusali. Tali bite,
portati tutta la notte e nei casi più estremi anche il giorno hanno il compito principale di rilassare la
muscolatura facciale.
Una volta compreso il problema dal dentista ma soprattutto dal paziente, per lo più inconsapevole,
si può meglio definire l’iter terapeutico come segue
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Informazione e autocontrollo del paziente in modo che possa assumere consapevolezza
del suo problema
Uso a vita della placca occlusale a seconda delle necessità del paziente, che possono
variare durante la i periodi più o meno intensi di fatica o stress
Terapia farmacologica, con qualsiasi tipo di farmaco che porti ad una riduzione
dell’infiammazione, del tomo e dell’iperattività muscolare, come analgesici,
antireumatici, miorilassanti e antidepressivi.
Terapia fisica come posturologia associata all’uso della placca occlusale sempre ed
opportunatamente ritarata dal dentista,.
Sempre e comunque si consiglia dell’autoterapia, costituita da esercizi stretching con lo scopo di
allungare le fibre muscolari contratte e ristabilendo il flusso sanguigno.
Gli esercizi da fare a casa sono:
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aprire la bocca fino a sentire lo stretching dei muscoli della faccia
rimanere nella posizione per 20’’
chiudere la bocca fino a portare in contatto solo le labbra subito dopo riaprire le labbra
lentamente
• ripetere l’esercizio 5 volte, almeno per 4 volte durante la giornata
Dopo il primo esercizio, in assenza di dolore, posizionare il pugno sotto il mento e mantenere una
continua pressione durante i movimenti di apertura e chiusura della bocca.
Ripetere questa sequenza per 20 volte sempre tenendo fermo il pugno.