Apposizione L'apposizione è un sostantivo che si pone immediatamente prima o dopo di un altro sostantivo, per meglio qualificarlo, specificandone una qualità, una condizione, una caratteristica. Essa può accompagnare: - il soggetto (apposizione del soggetto): lo zio Ernesto è un biologo; - un complemento (apposizione del complemento): ho mangiato le lasagne al forno, un piatto squisito. L’apposizione può precedere o seguire il nome a cui si riferisce. Quando lo segue, può essere introdotta da preposizioni, locuzioni o espressioni come: "da, per, come, in qualità di". Esempi: Il filosofo Socrate non lasciò scritti - Adone, giovane splendido, fu amato da Venere Cicerone, da fanciullo, giocava molto - Mio zio, in qualità di ambasciatore, viaggia spesso. Attributo L'attributo è un aggettivo che si unisce direttamente al nome al quale è riferito. Serve ad attribuire al nome una qualità o una caratteristica. Esso può riferirsi: - al soggetto (attributo del soggetto): scoppiò un violento temporale; - a un complemento (attributo del complemento): sto leggendo un libro interessante; - alla parte nominale del predicato (attributo del predicato): Marco è un ragazzino simpatico. Esempi: Il mulo è un animale ostinato - Il mio cane è un cocker. Complemento di abbondanza e privazione Il complemento di abbondanza indica ciò di cui una persona animale o cosa abbonda. Il complemento di privazione indica ciò di cui una persona animale o cosa è priva, manca. Esempi: L’isola abbonda d’oro - Era fornito di singolari virtù - La sua vita era priva di soddisfazioni - Il poverello aveva bisogno di pane. Complemento di agente e di causa efficiente Il complemento di agente indica l'essere animato (persona o animale) da cui viene compiuta l'azione in frasi di forma passiva. Il complemento di causa efficiente indica l'essere animato, la cosa da cui viene compiuta l'azione in frasi di forma passiva. Questi due complementi sono introdotti dalla preposizione "da" e rispondono alla domanda: "da chi?" (agente) - “da che cosa?"(causa efficiente). Esempi: Il corvo fu ucciso dal cacciatore (agente) - Un toro fu sbranato dal leone (agente) – Mio cugino fu colpito da una tegola (causa efficiente). Complemento di allontanamento o di privazione Il complemento di allontanamento o di privazione indica la persona, l'animale o la cosa da cui ci si allontana, ci si distacca, ci si differenzia. Si ha in dipendenza di verbi che significano allontanare, cacciare, allontanarsi, astenersi, liberare, separare, dividere ecc. Può dipendere anche da sostantivi e aggettivi derivati dagli stessi verbi, come allontanamento, separazione, divisione ecc. Risponde alle domande: “da chi? da che cosa? Da dove?”. Questo complemento è preceduto dalle proposizioni "da, dal, dalle, dagli". Esempi: Tieniti lontano dalle cattive compagnie - È difficile distinguere il vero dal falso Astenetevi dal bere. Complemento di argomento Il complemento di argomento serve ad indicare di quale animale, persona o cosa si scrive o si parla. È preceduto dalle preposizioni "di, su" o dalle locuzioni "intorno a, riguardo a, a proposito di, circa". Risponde alla domanda: "a proposito di chi? A proposito di che cosa? Su quale argomento?". Esempi: Discutevamo di letteratura - Scrisse un libro sugli animali - Non ho deciso nulla circa la partenza - Riguardo alla villeggiatura non so che fare. Complemento di causa Il complemento di causa serve a indicare la ragione o il motivo per cui si compie o si subisce l'azione. È introdotto dalle preposizioni "per, a, di, da, con" e dalle locuzioni "a causa di, a motivo di". Risponde alla domanda: "a causa di che cosa? A causa di chi? Per quale motivo?". Esempi: La morte per fame è atroce - L'animo del padrone ardeva d'ira - Scoppio dalla curiosità di sapere tutto - Con questo rumore non si riesce a dormire - A causa della malattia era pallidissimo Alla mia domanda ammutolì. Complemento di compagnia e di unione Il complemento di compagnia serve a indicare la persona o animale "insieme - con" cui si compie o si riceve l'azione espressa dal verbo. È è introdotto dalla preposizione "con" o dalle locuzioni "insieme - con, insieme a, in compagnia di". Risponde alla domanda "in compagnia di chi? Insieme a chi? Con chi?". Il complemento di unione serva indicare la cosa "insieme - con" cui si compie o si riceve l'azione espressa dal verbo. Esempi: Piero passeggia col babbo - Esce sempre insieme al cane - Esco con lo zaino - Passeggia con un vestito nero. Complemento di denominazione È rappresentato da un nome solo che specifica o il nome geografico precedente (come città, villaggio, isola, penisola, monte, lago ecc.) o i sostantivi (mese, nome, soprannome ecc.). È preceduto dalla preposizione "di". Risponde alla domanda “di quale nome?”. Esempi: L'isola di Lesbo fu patria di Saffo - Il mese di febbraio è freddo - La città di Roma è bella. Attenzione: il complemento di denominazione non va confuso col complemento di specificazione. Complemento di fine o scopo Il complemento di fine o scopo indica il fine o lo scopo per il quale si compie un’azione. Risponde alle domande “per quale fine? Con quale scopo?”. È introdotto dalle preposizioni “per, a” o dalle locuzioni preposizionali “allo scopo di, al fine di, in vista di”. Esempi: Organizzeremo una festa per il tuo compleanno - Ha agito a fin di bene - In vista dello spettacolo provano tutte le sere. Complementi di luogo I complementi di luogo sono 4 e sono definiti dal significato del verbo o del sostantivo da cui dipendono. Essi sono: - stato in luogo; - moto a luogo; - moto da luogo; - moto per luogo. Complemento di stato in luogo Il complemento di stato in luogo indica il luogo reale o figurato entro cui una persona, un animale o una cosa si trova, compie o subisce l'azione. È rappresentato da un sostantivo preceduto dalle preposizioni "in, a, su, sopra, tra, dentro" o dalle locuzioni preposizionali “accanto a, vicino a, all’interno di”. Dipende da verbi o sostantivi che indicano quiete (come "stare, essere") domicilio, sede. Risponde alla domanda: "dove? In quale luogo?". Esempi: Un candido cigno sta nella vasca del giardino - Giovanni Pascoli visse a Bologna - Sulla torre è stato acceso il fuoco - Si trovò in grave imbarazzo. Quando il luogo in cui si svolge l’azione non è reale, ma figurato (un concetto, una persona considerati come luogo) abbiamo il complemento di stato in luogo figurato. Complemento di moto a luogo Il complemento di moto a luogo indica il luogo reale o figurato verso cui si va o ci si dirige. È rappresentato da un sostantivo preceduto da preposizioni come "a, in, per, da, verso" o dalle locuzioni preposizionali “in direzione di, dalle parti di”. Dipende da verbi o sostantivi che indicano un movimento, come "andare, venire, partire, andata, partenza, arrivo". Risponde alla domanda: "Dove? Verso quale luogo?". Esempi: Giovanni precipitò in mare - Arrivarono tardi a casa - Verremo tutti da te - Partì per l'Africa orientale. Complemento di moto da luogo Il complemento di moto da luogo indica il luogo reale o figurato dal quale ci si muove o ci si allontana. È rappresentato da un sostantivo preceduto dalle preposizioni "da, di"o dalle locuzioni preposizionali “fuori da, via da, giù da”. Dipende da verbi o sostantivi che indicano movimento e partenza come "partire, uscire, ritornare, fuga, partenza, uscita". Risponde alla domanda: "Da dove? Da quale luogo?". Esempi: Una volpe sbucò fuori dalla tana - Mi è caduto il bicchiere di mano. Complemento di moto per luogo Il complemento di moto per luogo indica il luogo reale o figurato attraverso il quale avviene il passaggio o il movimento. È costituito da un sostantivo preceduto dalle preposizioni "per, attraverso, da" o dalla locuzione preposizionale: “in mezzo a”. Dipende da verbi o sostantivi che indicano movimento e partenza come "partire, uscire, tornare, ritornare, fuga, partenza, uscita”. Risponde alla domanda: "Per dove? Attraverso quale luogo?". Esempi: Tornò a casa per la via più breve - Annibale scese in Italia attraverso le Alpi - Sono passato da Porta Orientale. Complemento di materia Il complemento di materia serve a indicare di quale sostanza è composto o fabbricato un determinato oggetto. Risponde alla domanda: "di quale materia? In quale materia?". È preceduto dalle preposizioni "di, in". Esempi: Il falegname costruisce armadi di noce - Ammirate la statuetta di Nettuno in bronzo. Il complemento di materia può essere anche figurato. Esempio: I capelli d'oro - Il cuore di pietraComplemento di mezzo o strumento Il complemento di mezzo o strumento indica la persona, l'animale o la cosa mediante la quale si compie una determinata azione. Risponde alla domanda: "per mezzo di chi? Per mezzo di che cosa?". È introdotto dalle preposizioni "con, per, di, a, in" o dalle locuzioni "mediante, per mezzo di”. Esempi: Il cocchiere incita i cavalli con la frusta - Il serpente fu ucciso a bastonate - Certi popoli si nutrono di carne e di latte - Sono arrivato in treno - Il pacco è stato spedito per posta - Gli antichi spedivano le lettere per mezzo di corrieri. Sono da considerare complementi di mezzo quelli introdotti: - dalla preposizione "a" nelle espressioni come barca a motore, sedia a rotelle, lampada a gas, barca a vela, lavoro a mano; - da locuzioni come "grazie a" nelle espressioni come grazie alla dieta ho perso peso. Complemento di modo o maniera Il complemento di modo o maniera indica in quale maniera si compie l'azione espressa dal verbo. Risponde alla domanda: "in che modo?". È preceduto dalle preposizioni "con, a, di, in". Esempi: Giovanni pregava a mani giunte - Mi accolsero con cortesia - Partirono in fretta - Arrivò di corsa - Cammina a testa alta. Complemento oggetto Il complemento oggetto è l'elemento della proposizione destinatario diretto dell'azione compiuta dal soggetto. Per tale motivo è detto anche "complemento diretto" perché unisce la parola direttamente al verbo senza l’aiuto di alcuna preposizione. Risponde alla domanda: “chi? Che cosa?”. Esempi: La guardia insegue il ladro - Il contadino ara la terra. Ha due caratteristiche: - non è mai preceduto da preposizione (a volte però può essere preceduto dal partitivo, che non ha funzione di preposizione. Esempio: Ho comprato dei giornali = alcuni giornali); - può diventare il soggetto della frase resa passivo. Eesempio: Mario (soggetto) incontra la maestra (complemento oggetto). La maestra (soggetto) viene incontrata da Mario. Complemento di origine o provenienza Il complemento di origine o provenienza indica, in senso reale o figurato, da chi o da che cosa una persona, animale o cosa trae la sua origine. Dipende da verbi che indicano origine, provenienza come "nascere, derivare, discendere, provenire" oppure da sostantivi come "nascita, origine, discendenza" preceduti dalle preposizioni "da, di". Risponde alla domanda: "di che origine? Di che provenienza? Da chi? Da che cosa? Da dove?”. Esempi: Era nato da ottima famiglia - Il Po nasce dal Monviso - Dall'ira provengono molti mali. Complemento di paragone Il complemento di paragone indica la persona, la cosa, l'animale con cui un'altra è messa a confronto. Il confronto può essere: - di maggioranza; - di minoranza; - di uguaglianza. Il primo elemento è detto primo termine di paragone, il secondo viene detto secondo termine di paragone. Esempio: Il pino (soggetto e I termine di paragone) è più alto (predicato nominale con aggettivo di maggioranza) del ciliegio (complemento di paragone, II termine di paragone). Risponde alla domanda "di chi? di che cosa", per cui ci può sembrare di essere di fronte ad un complemento di specificazione. Per capire se si tratta di un secondo termine di confronto bisogna farsi la domanda: "in confronto a chi? In confronto a cosa?". Esempi: Il topo è meno furbo del gatto - Luigi è tanto goloso quanto Antonio - Il cervo è veloce come il cavallo - L'oro è più prezioso dell'argento. Complemento partitivo Il complemento partitivo è una forma particolare del complemento di specificazione. È espresso da un sostantivo che indica un insieme di persone, animali o cose, di cui l'aggettivo e il pronome che lo regge indica una parte. Precisa il tutto di cui il nome reggente indica una parte. È rappresentato da un sostantivo preceduto dalle preposizioni "di, tra, fra". Risponde alla domanda: "tra chi? tra che cosa?". Si ha in dipendenza da: - aggettivi numerali come "1, 2, 100, molti, parecchi, diversi". Esempio: Delle pecore, tre si erano allontanate (delle pecore = fra le pecore - complemento partitivo) - Molti di questi alberi furono piantati da me; - pronomi (indefiniti, interrogativi) come "nessuno, qualcuno, chi?". Esempi: Qualcuno dei ragazzi ha rotto il vetro - Chi di voi ha parlato?; - Aggettivi di grado superlativo relativo, come "i più grandi dei, il più bello dei". Esempio: Il più caro degli amici, vale un tesoro. Complemento predicativo del soggetto Il complemento predicativo del soggetto è un sostantivo o un aggettivo che si riferisce al soggetto e precisa il senso del predicato verbale. Esempio: Il re tornò cieco - Dante morì esule. Spesso il complemento predicativo del soggetto è preceduto da "a, da, per, in, come, quale, in conto di, in qualità di". I verbi che reggono il predicativo del soggetto sono: - i verbi copulativi (sembrare, diventare, riuscire, stare); - i verbi appellativi passivi (essere chiamato, essere soprannominato, essere detto); - i verbi elettivi passivi (essere eletto, essere nominato); - i verbi estimativi passivi (essere stimato, essere giudicato); - i verbi effettivi passivi (essere fatto, essere reso). Esempi: Tu fosti scelto come mediatore - Mio fratello è stato assunto in qualità d'ispettore - Socrate fu giudicato sapiente. Bisogna fare attenzione a non confondere il complemento predicativo con l'attributo. Esempio: Il figlio malato tornò a casa: in questo caso “malato” è attributo, perché specifica la condizione del figlio, ovvero del nome a cui è unito. Il figlio tornò a casa malato: in questo caso “malato” è complemento predicativo del soggetto perché specifica il verbo tornare, risponde cioè alla domanda "come tornò?". Complemento predicativo dell'oggetto Il complemento predicativo dell'oggetto è un aggettivo o sostantivo che grammaticalmente si riferisce al complemento oggetto, ma logicamente modifica o completa il senso del predicato verbale, cioè del verbo transitivo attivo che regge tale complemento oggetto. Esempi: I romani soprannominarono Scipione l'Africano - L'oracolo giudicò Socrate sapiente L'occasione fa l'uomo ladro. Il complemento predicativo dell'oggetto si ha con: - i verbi appellativi: chiamare, dire, denominare; - i verbi elettivi: eleggere, proclamare; - i verbi estimativi: stimare ritenere; - i verbi effettivi: fare, ridurre, rendere. Questi verbi se attivi reggono il complemento predicativo dell'oggetto, se passivi il complemento predicativo del soggetto. Esempio: I romani elessero Cincinnato dittatore (complemento predicativo dell'oggetto) Cincinnato fu eletto dittatore dai romani (complemento predicativo del soggetto). Complemento di qualità Il complemento di qualità è una delle forme particolari del complemento di specificazione. Indica le qualità fisiche o morali, le proprietà caratteristiche di una persona, animale o cosa. È rappresentato da un sostantivo accompagnato solitamente da un aggettivo e preceduto dalle preposizioni “di, da, con”. Esempi: Era un uomo di grande ingegno - Era un bel ragazzo con gli occhi celesti - Era un vecchio dalla barba lunga. Si considerano complementi di qualità anche le determinazioni di peso, misura, età, numero. Esempi: Una flotta di ventisette navi - Un giovane di diciotto anni - Un masso di settanta chili. Complemento di reciprocità Il complemento di reciprocità indica il rapporto o la relazione di reciprocità che intercorre tra persone, animali, cose. È rappresentato da un sostantivo o un pronome preceduto dalle preposizioni “tra, fra”. Non va confuso col complemento partitivo. Esempi: Tra Anna e Alberto non scorre buon sangue - Tra i romani e i cartaginesi nacque la guerra. Complemento di specificazione Il complemento di specificazione è rappresentato da un sostantivo o da qualsiasi parte del discorso sostantivata e serve a determinare o specificare il concetto del nome da cui dipende. È un complemento indiretto che specifica, precisa il significato del nome a cui si riferisce. Viene usato anche per indicare l’appartenenza. Risponde alla domanda: "di chi? Di che cosa?". Esempi: Ho una gran voglia di viaggiare - Ho scoperto una nidiata di uccellini - Quell'uomo è avido di denaro - Mi rivolse una sfilza di perché - La lingua è spesso causa di discordie Complementi di tempo Ogni azione o avvenimento può essere considerato nel tempo sotto un duplice aspetto: - l'epoca, il momento, la data del suo compimento, in risposta alla domanda "quando?". Tale aspetto si rende con il complemento di tempo determinato; - la durata del suo svolgimento, in risposta alla domanda "per quanto tempo?". Questo secondo aspetto si esprime con il complemento di tempo continuato o indeterminato. Complementi di tempo determinato Il complementi di tempo determinato indica l'epoca, il momento o la data in cui è accaduto, accade o accadrà un fatto. Risponde alla domanda "quando?". È introdotto dalle preposizioni “in, a, di, per, verso, circa” oppure dall’articolo. Esempi: In autunno i contadini raccolgono l'uva - Le messi maturano d'estate - Mi svegliai alle 5 La sera cessa ogni lavoro - Il mese prossimo cambieremo casa. Complemento di tempo continuato (o indeterminato) Il complemento di tempo continuato (o indeterminato) indica per quanto tempo è durata, dura o durerà un'azione. In italiano è costituito da un sostantivo o un verbo preceduti dalla preposizione "per". Risponde alla domanda: "per quanto tempo? In quanto tempo? Da quanto tempo?". È introdotto dalle preposizioni e locuzioni preposizionali “per, da, in, durante, fino a, fin da”. Esempi: Per vent'anni non si ebbero più notizie di lui - Febbraio dura 28 giorni - Combatterono per molte ore. Complemento di termine Il complemento di termine indica la persona, animale o cosa verso cui va a terminare l'azione espressa dal verbo. È introdotto dalla preposizione "a" semplice o articolata. Risponde alla domanda: "a chi?, a che cosa?". Il complemento di termine può essere rappresentato non solo da un nome, ma anche da un pronome e dalle particelle pronominali mi (a me), ti (a te), si (a sé), ci (a noi), vi (a voi), loro (a loro). Esempi: Il fattore dà la biada al cavallo - Non recare molestie alle persone - La morte è simile al sonno - Mi ha telefonato ieri sera. Complemento di vocazione Il complemento di vocazione non è un vero e proprio complemento: serve per indicare la persona, la cosa, l'animale a cui rivolgiamo discorso. Risulta spesso compreso tra due virgole, può essere o non essere preceduto dalla preposizione "o". Esempi: Oggi, amici, ho perduto un giorno - O romani, onorate gli dei - O auriga, incita i cavalli. Complemento di esclamazione Il complemento di esclamazione è rappresentato dalla cosa, animale o persona per cui si prova un moto di pietà, sdegno, meraviglia. Esempi: Povero me! Se avessi usato maggiore prudenza! - Che ridere, non riesco a trattenermi.